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giovedì 2 febbraio 2012

Alberoni,

La cacciata di Cristo
***
Radio Maria :
Intervista alla Prof.ssa Rosa Alberoni
a cura di Paolo Sorbi
Giovedì 20 Aprile 2006

 P. Sorbi – Oggi vogliamo intervistare la professoressa Rosa Alberoni (moglie del sociologo Francesco Alberoni), che in molti suoi scritti, articoli, e in un libro recente: “La cacciata di Cristo”, libro provocatorio, che coglie la realtà, la centralità delle tematiche del declino dell’identità cristiana e i problemi a essa connessi. Le faremo un’intervista a tutto campo avendo lei questa caratteristica della “provenienza lontana”. Bella espressione, usata tante volte, dei “lontani dal Vangelo”, e che invece sono prossimo. La professoressa Alberoni ha una sua dinamica di personale cammino religioso, cristiano, per essere specifici, di fede cattolica, all’interno di un percorso complesso di ricerca dell’identità cristiana.. sentiremo questo frammento dell’Impero, sentiremo queste parole di una persona che difende la realtà della storia e dell’identità in questo momento così scossa, della formazione cristiana.
Pronto. Professoressa, buon giorno! Senta, noi oggi la presentiamo all’interno di una riflessione che abbiamo fatto sta mattina sulla crisi dell’identità nelle nostre realtà europee e specialmente nella connessione forte che c’è tra crisi di identità della cittadinanza e il cristianesimo. Come la radice fondamentale della formazione dell’identità europea. Allora, il suo tipo di riflessione è quello che ci interessa, perché anche altri, come il professor Pera e anche altri in campo liberal, diciamo il sociologo americano Paul Barman, fanno queste riflessioni. E anche in un suo recente libro “La cacciata di Cristo” lei mette la crisi di identità in connessione a una possibile ripresa cristiana. Vuole dirci qualcosa a questo proposito?
Alberoni – Ma, infatti, lo slogan del mio libro è: “Cristiani, alzate la testa. Difendiamo la nostra identità!”. Questo proprio perché c’è una crisi di identità, ma anche noi stessi che comunichiamo facciamo una grande confusione quando, per esempio, parliamo di Occidente. A me fa rabbrividire, sentire Occidente. Perché mentre si parla di civiltà ebraica e civiltà islamica, per quanto riguarda noi, diciamo Occidente. E questo mi fa molto rabbrividire, perché non dobbiamo nominare l’antenato, il Padre della civiltà cristiana, che è Cristo… Noi siamo nel 2000, e sarebbe l’era di Cristo. Quindi noi siamo la civiltà cristiana! Perché dire Occidente, che indica una zona geografica del pianeta? Indica terra. Noi siamo i figli del cielo! Non dobbiamo dimenticare che noi siamo i figli del cielo, i figli della civiltà di Cristo!
Sorbi – Perché forse lei professoressa individua l’Occidente come terra del declino. Perché forse c’è un omicida che lei probabilmente individua in Cartesio e Russeau. Perché questi due “omicidi”?
Alberoni – Questi sono gli antenati degli Anticristo, perché Cartesio ha rovesciato tutto: prima l’essere umano era al centro, cioè, “io esisto”… Ma è così, lo si capisce anche con il buon senso, chiunque di noi lo capisce. Noi prima esistiamo, siamo concepiti, veniamo al mondo, nasciamo, poi, quando arriviamo davvero a pensare, a saper ragionare? A vent’anni? Mentre Cartesio, cosa ha fatto? Ha rovesciato. Ha messo prima c’è il pensiero. Al centro c’è il pensiero, perché dici: “Io penso, dunque esisto”… no, in realtà io esisto prima e quindi vengo da… sono stato creato da Dio, e solo dopo penso. Capisce la conseguenza? È uno spostamento. È una sorta di rivoluzione copernicana veramente! Quindi, mettendo al centro il pensiero, Cartesio ha fatto questa equazione. Rousseau nelle sue opere non parla di nessuna divinità. Non c’è Dio, non ci sono neanche gli dei pagani del passato. Non c’è nessun dio. L’uomo è sulla terra, appartiene alla terra. È una sorte di animale. Il selvaggio è un animale che non ha coscienza morale di nessun tipo. Gironzola nel bosco, si accoppia a caso… cioè, segue le pulsioni, segue l’istinto. Capisce? È stata una cosa… non so perché non se ne sono accorti. Io me ne sono accorta di Rousseau, però e stato Giovanni Paolo II che mi ha illuminato, con Cartesio, con due righe. E io li ho trovato la chiave, mi si è aperta una via luminosa… e dico: “Ecco perché è accaduto tutto ciò!”. Nel senso che poi Rousseau è stato applicato alla lettera da Robespierre. Quindi senza Dio… non a caso il tempio della dea Ragione, quindi al pensiero. Ecco perché torna Cartesio. Cristo non c’era. Ecco perché c’è stata la ghigliottina, c’è stato un grande mattatoio. Quindi là dove si caccia Cristo si possono distruggere gli esseri umani. Ma questo poi si è ripetuto anche col comunismo. La stessa cosa, perché il totalitarismo comunista, basato su Rousseau, ha scartato Cristo, ha scartato Dio. Non c’è Dio, non c’era nessun dio, c’era solo la materia! Si era figli della terra. E quando non c’è la fede, quando non c’è Cristo, al centro dell’esistenza ci sono gli stati totalitari. E il comunismo ha potuto fare quei cento milioni di morti e passa, per questo motivo. La stessa cosa ha fatto Hitler. Cristo non c’era, anche se non l’ha detto apertamente. Ma noi sappiamo qual’era il suo progetto… parlava di razza. Quindi ancora – come vede – la terra. Radicati alla terra. La razza, il sangue e la terra… e noi sappiamo cosa ha fatto Hitler, gli abominevoli campi di sterminio coi quali tentò di sterminare il popolo ebraico. Capisce? Cristo, Dio, diventa una zanzara… si può uccidere l’uomo senza nessuno scrupolo…
Sorbi - Ecco, mi scusi, professoressa, è proprio per questo suo ragionamento, sia filosofico che sociologico che ritengo che questo libro sia molto utile per gli insegnanti che vogliono smascherare questi due soggetti dell’ “omicidio” dell’identità cristiana in Europa.
Alberoni – In realtà i personaggi sono quattro, perché bisogna aggiungere anche Carlo Marx e Hitler.
 Sorbi – Perché lei al di fuori di una certa vulgata nel mondo cattolico, anche di critica a Hegel, invece coglie in Hegel una possibilità? Noi siamo stati formati tutti anche nella realtà della cultura cristiana a una critica alla dialettica hegeliana?
Alberoni – No, invece questo credo che sia stato un equivoco, semplicemente per una frase che gli è sfuggita durante le lezioni universitarie. Quindi non è un libro scritto di suo pugno. La mia esperienza: sono trent’anni che insegno all’Università, con 700 studenti… sapesse quante battute… Le battute che fa un professore… capisce? In realtà se noi andiamo a vedere il suo sistema filosofico vediamo che è un gigante. Però, che cosa aveva capito Hegel, avendo vissuto l’epoca napoleonica e avendo perciò visto anche gli orrori e il terrore di Robespierre? Lui che cosa fa? Alza una muraglia contro l’ateismo. Non a caso nella sua opera “Lezione di filosofia della religione”, va a studiare le religioni, anche quelle pagane. Tutto con sistematicità, e ne fa una grande muraglia, portando al centro lo spirito. Quindi, parla addirittura di spirito, di anima. Proprio per far da muraglia contro l’ateismo… Quindi bisogna tornare ai sentimenti, alla religione, alla morale… questa è stata – come dire? – un’operazione gigantesca da parte di Hegel. L’ha fatto lui e lo hanno fatto anche altri sociologi, tipo Comte, perché si erano accorti, all’inizio dell’Ottocento, che era stata distrutta l’essenza dell’essere umano! Quindi, cacciando Cristo, si caccia l’uomo!
E anche da noi, basta ricordare che anche Foscolo se n’era accorto. Anche i nostri romantici. Capisce cosa voglio dire? Quindi ciò che dice Hegel per quanto riguarda la religione, il sistema filosofico, è l’aver individuato che nel bene la vita è bene, l’universo è buono, perché Dio lo ha creato e lo ha riconosciuto buono. Però, nel bene, nel Paradiso terrestre, che tutti conoscono simbolicamente, che è bellissimo e straordinario, però è entrato il “serpente”. Cioè è entrato il male. Il male è nel bene, e non viceversa. Cioè, l’essere contiene il nulla, contiene il male, non viceversa. Perché il male non può contenere il bene. Nel male c’è solo il male. nella morte c’è solo la morte. Nel nulla non c’è nulla, mentre nella vita, che è vasta, che è bellissima, c’è anche il peccato, c’è anche il male. È questa la cosa chiara di Hegel, non dobbiamo dimenticarlo!
Sorbi – Questo tema del bene e del male nella dialettica hegeliana, lo lasciamo aperto. È un portato della sua identità intellettuale. E vedrà che aprirà discussioni…
Alberoni – Guardi che lui parla anche di conciliazione finale. Non si stacca dal Vangelo, Hegel. Alla fine lui parla di conciliazione: tutti gli esseri umani si conciliano con il Padre. Capisce? Non c’è una sintesi per Hegel. Ci hanno imbrogliato. Gli esseri umani nel percorso evolutivo, nella salita verso l’alto, andranno a riconciliarsi con Dio Padre. Ma è bellissimo il percorso di Hegel. È attinente al Vangelo. Lui non esce dal Vangelo. Noi sappiamo che era anche luterano, conosceva molto bene la Bibbia. A parte questo, conosceva anche le altre religioni. È un grande, un gigante.
Sorbi – Ecco, professoressa, questi sono alcuni assi che percorrono la sua riflessione filosoficamente. Vediamo ora sociologicamente, più nella realtà contemporanea, anche nel suo libro, che analogie e differenze ci sono tra lei e Oriana Fallaci?
Alberoni – Oriana Fallaci è una grande scrittrice. Lei si è occupata dell’islam perché aveva una grande conoscenza ed esperienza sul campo, di tanti anni. Li conosceva molto bene. Io non parlo dell’Islam. Io parlo di noi. Noi dobbiamo guardare a noi cristiani….
Sorbi – Le dinamiche interne all’Impero, dice lei?
Alberoni – Quando io parlo di cristiani dico questo: cristiani siamo tutti i figli della civiltà cristiana. E voglio dire cattolici, ortodossi, protestanti, credenti e non credenti. I figli della civiltà cristiana. Io mi appello a loro. Quindi la civiltà è qualcosa di ben più vasto. Noi dobbiamo difendere la nostra civiltà, i valori fondanti della nostra civiltà. Non li possiamo barattare col relativismo culturale! Che significa per la gente? Relativismo vuol dire che una cosa vale l’altra, che uccidere… eh, ma, insomma… rubare, bah, non è peccato… Non c’è più il peccato. Pensi, noi siamo tornati indietro a un pre-paganesimo. Perché i nostri antenati romani avevano il sacro terrore degli dei, che pure erano una proiezione dell’uomo, non era la religione rivelata. Non era il Cristo! Tuttavia avevano un sacro terrore degli dei, perché c’erano i valori. Perché senza la religione non c’è coscienza morale. Tant’è vero che si dice che uno stato totalitario può fare a meno della fede, può fare a meno della religione. La democrazia non può farne a meno. Perché la democrazia, lo Stato democratico, si basa soprattutto sulla coscienza morale dei suoi cittadini.
Sorbi – Ecco, ecco. Senta, proprio su questa attualità della coscienza morale lei ha approfondisce – specialmente nelle ultime parti del libro – questa enorme realtà dello scientismo. Ecco, ci faccia capire bene perché lei ne vede – oltre all’aspetto di grande utilità – anche una minaccia?
Alberoni – Bisogna spiegare agli ascoltatori che la scienza è un prodotto dell’uomo, e dev’essere al servizio dell’uomo. Lo e sempre stato. La scienza è un valore! Quando parliamo di scientismo diciamo questo, che ci sono alcuni scienziati – non tutti – alcuni, che rinnegano Dio, e che si vogliono mettere al posto di Dio. Vogliono tentare di creare loro l’uomo. Questa è la cosa aberrante, se ci pensiamo, perché vogliono andare a toccare la matrice umana. Tant’è vero che alcuni politici, movimenti, gente comune, che difendono gli animali, c’è chi non vuole che si usino i topi per gli esperimenti… e io ho sempre detto, ma cosa vuole, che usino i bambini? Ma certo che si deve usare il topo, e non i bambini! E invece questi signori non hanno nessuno scrupolo di usare l’embrione – e tutti siamo stati embrione – per mettere in atto i loro esperimenti, magari capaci un domani di produrre mostri, mentre difendono gli animali. Questa per me è una cosa che mi fa tremare il cuore. Mi trema il cuore alla sola idea. Tant’è vero che se poi andiamo a vedere cosa è capitato negli stati totalitari dove l’aborto è stato ammesso subito, possiamo osservare come nell’Unione Sovietica la legge sull’aborto è entrate in vigore nel 1920. Quindi, tra gli scientisti e gli abortisti, noi vediamo che sul pianeta abbiamo sterminato più noi, in modo subdolo, tanti esseri umani, con l’aborto, quanto ne abbia fatto la guerra. Capisce? Le due guerre mondiali. E anche i morti a causa del comunismo, anche in Cina. È una cosa subdola. Noi, e qui Sorbi – Senta, professoressa. C’è subito dopo, allora, una domanda.. Se questo è lo scenario dello scientismo. Lei sa che nel mondo cattolico si parla del primato del dialogo, costi quel che costi. Che cosa ne pensa di questa cultura del dialogo sempre e comunque?
Alberoni – Sempre e comunque, no. È ovvio che le istituzioni devono cercare di dialogare con gli altri. Tuttavia noi come cittadini cristiani possiamo dialogare con chi vuol dialogare con noi, con chi ci accetta, con chi capisce la reciprocità, il rispetto reciproco. Chi viene da noi deve accettare le nostre leggi e i nostri usi e costumi. Poi la religione è un fatto privato: vai a pregare nella tua chiesa. Nessuno ha nulla da dire sul problema religioso, perché la nostra civiltà cristiana – Cristo ce l’ha detto – noi non pretendiamo che gli altri si convertano. Non si può violentare una persona! Mentre altre civiltà lo fanno. L’islam, purtroppo, lo fa. Noi sappiamo purtroppo che là dove sono andati, o uccidono il cristiano, oppure li costringono alla conversione. Cosa che noi cristiani non facciamo. Ora io dico che non bisogna braccare le persone musulmane che sono da noi, no! Dobbiamo semplicemente stare attenti, non aver paura, pretendere da loro il rispetto, il riconoscimento reciproco. Con quelli che ci sono. Ma spero che si possa in futuro rallentare il loro i ingresso. Capisce cosa voglio dire? Rallentare, perché non possiamo, perché vediamo che non sono disposti a dialogare, sono molto arroganti. Non diciamo cose false, perché poi la gente l’esperienza ce l’ha sul lavoro. Allora, com’è possibile? È un po’ quello che succede in una coppia… se l’altro non vuole dialogare, che cosa succede? Si diventa muti. Oppure si accetta l’asservimento morale. Io credo che stiamo facendo un grande errore. Stiamo cadendo nella tentazione della paura. Abbiamo paura, ed è assurdo, perché per fortuna sono ancora una minoranza. Se noi praticassimo i nostri valori cristiani, quelli fondamentali. Se vuole, torniamo ai dieci comandamenti, che sono stati dimenticati! Io ne ho l’esperienza! I miei studenti – tranne eccezioni – le assicuro che non li sanno!
Sorbi – Insomma, professoressa, lei sostiene che i suoi studenti normalissimi non sanno i dieci comandamenti. Ci dica qualcosa.
Alberoni – Non conoscono i dieci comandamenti, anche perché non sanno che c’è stato Abramo. Non sanno che c’è stato Mosè…
Sorbi – Ma è impressionante!…
Alberoni – Se io uso delle metafore – perché me ne accorgo – se io dico: “Devi attraversare il deserto… devi passare il Mar Rosso… e mi guardano… Allora dico: “Perché non sai a che cosa mi riferisco? Non sai che c’è stato Mosè? No! Non sai che c’è stato Abramo? Allora, il capro espiatorio, da dove viene? Non sanno questo!
Sorbi – Questa è la crisi di identità di cui parla lei?
Alberoni – Il fatto è che non hanno più insegnato la religione… questo è stato un errore degli anni Settanta, colossale, che noi stiamo pagando. Ecco perché loro non conoscono più i valori! Una cosa, per loro, vale l’altra… Si segue l’impulso, ripeto! Non conoscono più il peccato. Per esempio sentono che un amico ha investito… ha ucciso… Si – dicono – ma ha fatto un errore, uno sbaglio… Come, uno sbaglio? Ma, mio Dio, è un assassinio! Non lo sanno, non lo sanno più! Quando talvolta ho fatto loro delle trappole tipo, metta in fila, che so, Carlo Magno, Cristoforo Colombo, Napoleone, Michelangelo, Leonardo, Gesù Cristo e il Budda… Dico, me li metta in fila nel tempo? Non lo sanno. Non sanno quando è iniziata l’era di Cristo! Guardi che saranno il due per cento quelli che lo sanno. Forse saranno quei pochi che io vedo che vengono da una scuola cattolica. Ma gli altri?
Sorbi – Senta, è questa la “Cacciata di Cristo” di cui parla lei?
Alberoni – Ma certo, certo! L’hanno cacciato dalla mente e dal cuore! Allora, non sapendo che c’è, non sanno più cos’è bene e cos’è male. Capisce? Ecco perché, sapendo ciò, come professore dico: “La droga è morte. L’aborto è un omicidio”… Ma mi guardano con gli occhi spalancati, perché non gli è mai stato detto. E poi tra l’altro, cos’hanno fatto? Hanno costruito il “selvaggio” di Rousseau. Dall’asilo ai licei, poi quando vengono all’Università, noi siamo smarriti. Siamo smarriti, perché non sanno nulla! Non sanno concentrarsi più di dieci minuti. Perché hanno seguito l’impulso. Stanno dentro per giocare. Dovremmo parlare su tante cose, ma non è il caso, anche su professori di licei, che ci parlano, e che ci chiedono aiuto… Come aiutare?… Come possiamo farlo? Se non lo facciamo coi media… Insomma, se non ritorniamo di nuovo a far valere i principi del padre… Deve tornare il padre! Deve ritornare il padre!
Pensi che negli Stati Uniti, alcune fiction che fanno, le fanno su questo piano. C’è il ritorno del padre, dell’autorità paterna…
Sorbi – Lei dice che nel dibattito freudiano e necessaria una grande riflessione, dopo Lacan.
Alberoni - Si, guardi, Lacan è stato una rovina. Teniamo Freud. Perché Freud? Freud l’hanno maciullato, ne hanno fatto uso e consumo, perché Freud non ha mai detto che bisogna eliminare il padre. Perché il padre rappresenta – non a caso – il totem Tabù. Non so se qualcuno conosce l’opera. Il padre, simbolicamente, è Dio. Il padre è il portatore del codice dei valori, il portatore dei valori.
Sorbi – Quindi lei dice che bisogna ritornare a questo codice?
Alberoni – Da questo codice. Deve tornare l’autorità paterna! Perché la mamma, in fondo, per tutti noi, la mamma è la dolcezza, con la quale si va a parlare anche delle cose riservate, che ti protegge, che fa da mediatore col papà. Però è l’autorità paterna, quel che conta! Perché è il portatore dei valori della società. È il portatore dei valori nella nostra casa, del cristianesimo! Che ti dice: “Questo si può fare e questo si può fare”, perché è un valore sacro. Tu non lo puoi discutere!
Sorbi – Senta, questo coraggio che manca, come ritrovarlo?
Alberoni – Io ho visto in alcune conferenze in cui sono andata a parlare della cacciata di Cristo, dove ci sono persone giovani, ci sono adulti. Bene, di solito io dico loro: “Ma non abbiate paura… anche se non credete, anche chi non crede, non importa, leggetevi il Vangelo, perché lì ci sono tutte le norme di comportamento, anche per i non credenti!”. E ai dubbiosi: “Torniamo!”, perché chi non va in chiesa non conosce più neanche il Vangelo. Non si legge! Vanno a leggere delle opere mostruose, Anticristo, capisce, come il Codice?
Sorbi – Ecco, professoressa, ha trovato proprio la battuta che mi interessa, perché stanno telefonando tantissimo in questo periodo, anche a Radio Maria, anche a me personalmente, su questa storia. Ci dica perché lei nel libro, secondo me, molto opportunamente, perché lo collega a questo tremendo libello che fu il “Saggio sui savi di Sion”? Perché il Codice Da Vinci è un altro libello anticristiano come il saggio sui Savi di Sion, che è antisemita?
Alberoni – Sarebbe lungo, perché intanto è un falso storico, capisce? Non è vero storicamente. Anche la storia terrestre dei re di Francia che discendono da tutta quella storia orrenda…
Sorbi – Quindi Dan Brown ha costruito un falso storico contro la Chiesa e contro l’Opus Dei, e contro Gesù, poi?…
Alberoni – Si, ma non solo. Indicando l’Opus Dei e la Chiesa come fossero una setta di assassini. Ecco perché è anticristico! Si possono trovare tanti modi per attaccare la civiltà cristiana. Pensi che questo, essendo un anglosassone, è un figlio della civiltà cristiana, lui è un Anticristo, capisce? Lui ha trovato un modo… dicendo: “ fantasia…”. Ma, mio Dio, la fantasia allora usala per inventare qualcosa di nuovo, non per distruggere la tua civiltà. La civiltà cristiana, ribadisco, non l’Occidente!
Il problema delle radici… anche questo, se me lo fa dire… Il problema, l’equivoco, dove è nato? Giovanni Paolo II aveva parlato di radici, ed era esatto il termine di radici, perché stavano scrivendo la Costituzione Europea. Ora, storicamente tutte le democrazie, tutte le costituzioni, anche in epoca romana, in qualsiasi epoca, Ardigò stesso ce lo dice – noi dimentichiamo che abbiamo un grande filosofo in Italia. Lui diceva sempre che le leggi nascono su due radici fondamentali storicamente determinate. Quali sono le radici? Gli usi e i costumi di quel popolo e la religione di quel popolo. Allora, su queste due radici nasce la Costituzione. Nasce quindi la Costituzione per lo Stato, per quel popolo. Bene, stavano scrivendo la Costituzione, e giustamente Giovanni Paolo II parlava di radici. Però io inorridisco quando mi sento chiamare radice, perché noi siamo l’albero! Perché il cristianesimo è nato su tre radici, sulla civiltà ebraica, sulla civiltà greca e sulla civiltà romana. Queste sono le nostre radici! Noi siamo l’albero! La civiltà cristiana è l’albero! Poi – questo perché la gente capisca – quando si dice Occidente, pensiamo un attimo: l’Australia, fa parte della civiltà cristiana? È Occidente, oppure dov’è? O è a Oriente? Le filippine, dove sono? La Russia, dov’è? A Oriente o a Occidente del pianeta? A oriente, giusto? Le Americhe, nord-sud, è un continente immenso… sono cristiane! Non ha nessuna importanza che ci siano cattolici e protestanti. Non ha nessuna importanza! Io parlo di civiltà. Quindi non ha senso dire Occidente!
In questo momento, anche il nostro popolo, mi creda, oscuramente percepisce che dicendo Occidente, come se fosse un territorio di conquista, l’Europa, in questo caso, e noi per primi, perché siamo vicini, un territorio di conquista per la civiltà islamica. Perché sono vicini. E quindi se noi ci lasciamo prendere dalla paura davvero diventeremo un territorio di conquista. Ma saremo destinati alla schiavitù, se ci va bene, altrimenti saremo annientati. Perché loro sono totalmente diversi da noi. Anche come organizzazione sociale, loro hanno la poligamia, noi no. E non è poco questo! Non è poco. Loro ci accusano di essere gente senza Dio, senza valori. Dicono che siamo corrotti … Vengono già accusandoci. Sono gli accusatori! E allora noi, che cosa dobbiamo fare? Lasciarci accusare e intimidire, oppure essere orgogliosi di essere cristiani? Noi siamo a casa nostra, però dobbiamo dar l’esempio, che pratichiamo i valori! Dobbiamo perciò tornare nelle chiese! Tornare a Messa! Perché lì almeno, una volta alla settimana sentiamo parlare di Dio, sentiamo la sua Parola!
Sorbi – Beh, che la professoressa Alberoni dica questo…! Benissimo!
Alberoni – Ascoltiamo la Parola di Dio! Per questo io dico nelle mie conferenze a chi non crede, dico: “Leggete il Vangelo, almeno! Lì c’è tutto!
Sorbi – Professoressa, la ringraziamo tantissimo, ovviamente non chiudiamo la riflessione. Per esempio io so che lei sarà la madrina d’onore di una grande manifestazione al Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano, il 28 maggio, col Movimento per la Vita ambrosiano…
Alberoni – Si, si, è vero. Sono molto lieta e molto grata che mi abbiamo invitata.
Sorbi – Dobbiamo, insomma, secondo il suo tipo di invocazione, rovesciare il suo “La cacciata di Cristo”, in: “La chiamata di Cristo”!
Alberoni – Si, abbiamo chiamare Cristo, perché abbiamo la cultura, abbiamo una grande tradizione in tutti i sensi, scientifici, filosofici, la musica, l’arte, eccetera. Noi siamo la civiltà cristiana! Che è una potenza! Perché dobbiamo aver paura? Non dobbiamo avere paura! Dobbiamo ritornare a Cristo!
Sorbi – Grazie, professoressa. Un caro saluto!
Alberoni – Grazie a voi! Arrivederci.
Da:Radio Maria :
Intervista alla Prof.ssa Rosa Alberoni
a cura di Paolo Sorbi
Giovedì 20 Aprile 2006

Postato da: giacabi a 10:47 | link | commenti
ateismo, gesù, alberoni

martedì, 16 febbraio 2010

“La rivoluzione cristiana

 ha salvato l’umanità”

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di Antonio Gaspari
ROMA, lunedì, 22 dicembre 2008 (ZENIT.org).- “Laddove si caccia Dio si sterminano gli uomini” e Gesù “è il fautore di una rivoluzione che ha cambiato la storia dell'umanità”.

A sostenerlo in questa intervista a ZENIT è Rosa Alberoni, già docente di sociologia, giornalista e scrittrice, autrice di innumerevoli testi, tra cui “La cacciata di Cristo”, “Il Dio di Michelangelo e la barba di Darwin”, e del volume appena uscito: “La prigioniera dell'abbazia”.

A Valladolid un giudice ha emesso una sentenza per cui tutti i crocifissi dovranno essere tolti dai muri e dalle aule di una scuola pubblica. A Oxford il consiglio comunale ha cancellato il Natale sostituendolo con la festa delle luci d'inverno. Cosa sta accadendo?

Rosa Alberoni:  Sta avvenendo ciò che gli atei militanti sognano da due secoli: riportarci al pre-paganesimo. Il crocifisso è il simbolo della civiltà cristiana che ingloba tutti: atei, dubbiosi e credenti. Eliminarlo dai luoghi pubblici è un modo per negare il nostro antenato, Cristo, e di cancellare la nostra identità e il codice culturale cristiano. I distruttori di oggi tentano di imitare i giacobini, i pionieri della scristianizzazione, gli adoratori di se stessi nascosti sotto la maschera della ragione, i costruttori delle fosse comuni, i tagliatori di teste, gli sterminatori di esseri umani in nome della dea ragione.  

Essi hanno compiuto  atti contro l’uomo proprio perché avevano cancellato Dio dalla loro mente, ed agivano in nome della propria sete di dominio.  Ma oggi, se la storia insegna qualcosa, i credenti, e tutti gli uomini saggi,  devono smetterla di lamentarsi ed agire.
Alcuni magistrati o sindaci emanano sentenze o leggi  masochiste, e gli atei e i dubbiosi si ribellino,  impediscano che si annienti il simbolo della propria civiltà. E i credenti si oppongano  mettendosi il crocifisso al collo, esponendolo nelle case, stampandolo sulle bandiere, attaccandolo sulle automobili,  cucendolo sugli abiti, tatuandolo sulle mani, sul petto, sulla fronte.

E in più affollando le chiese, portando striscioni nelle manifestazioni sportive,  ovunque, con scritto: Io appartengo a Cristo ed anche tu, perché Cristo crede in te. Quindi, basta lamenti, solo azioni ferme e perseveranti, come fanno gli ebrei da sempre. La stella di Davide non è segnata dappertutto?

Lei ha scritto un libro dal titolo “La cacciata di Cristo” (Rizzoli) pubblicato anche in Spagna (La expulsion de Cristo), con prologo di Ignacio Sanchez Camara (Ediciones Cristiandad) e in Polonia, in cui sostiene che in tutte le società dove è stato cancellato Dio l'umanità subisce orrori e ingiustizie. Può spiegarci il perché?

Rosa Alberoni: Io ho appreso dalla storia che là dove si caccia Dio si sterminano gli uomini. E questo è un fatto inconfutabile, perché là dove hanno regnato le ideologie atee come il giacobinismo, il comunismo e il nazismo, milioni di esseri umani sono stati annientati.

Nessuna guerra nel corso storico ha prodotto tanti milioni di morti come hanno fatto i giacobini con la ghigliottina, i comunisti con i  gulag e il nazismo con i lager, e poi sono arrivati Mao e Pol Pot che hanno agito da degni allievi dei loro maestri di sterminio.
Il perché l’abbiano fatto è talmente semplice che lo capisce anche un bambino: se non c’è Dio a cui rendere conto delle proprie azioni, se si esclude Dio dalla mente e dalle azioni, svanisce la sacralità della vita e la coscienza morale, e le leggi vengono emanate da pochi  per soddisfare la sete di dominio di pochi.

Senza Dio l’uomo diventa un oggetto come lo è una bicicletta o un colapasta, quindi lo si può rottamare a piacimento. Non è casuale se i nostri antenati greci e romani, che non sapevano dell’esistenza di Dio, si erano inventato degli dèi, e li avevano messi a tutela delle persone e delle attività umane.

Era un modo tutto terreno, ma colmo di saggezza, per sacralizzare l’uomo e le sue azioni. Essi avevano intuito che senza timore del Mistero, l’uomo si comporta da belva feroce. Oggi l’azione degli atei militanti  è più subdola e devastante: con la dittatura del volere individuale cercano di  riportarci all’epoca pre-pagana, quindi nelle caverne quando l’uomo agiva seguendo l’istinto come gli animali.

Se non poniamo rimedi subito, è logico che questo  possa verificarsi: se l’idea momentanea di un ragazzo vale quanto quella di Dante, di Shakespeare o della Bibbia, cioè quanto una tradizione culturale millenaria, allora vengono cacciati dalla civiltà non solo Dio e il sapere umano accumulato, ma anche la coscienza e la ragione degli uomini.

E dove regna l’arbitrio dell’opinione individuale, tutto diventa  profano, superficiale,  volgare, e  la morte civile e morale è una conseguenza scontata. Occorre vigilare affinché  il sogno sciagurato degli atei non si realizzi. Essi mirano a far tabula rasa del Cristianesimo e con esso della nostra identità di esseri umani civili.

Nello stesso libro lei sostiene che Gesù è il fautore di una rivoluzione che ha cambiato la storia dell'umanità. Può illustrarci il senso di questa considerazione?

Rosa Alberoni: La civiltà ebraica aveva affermato che c’era un solo Dio creatore del cielo e della terra. Socrate che l’uomo era il fine dell’universo perché portatore dell’anima immortale. Ma Cristo Gesù  compie la più grande,  autentica ed irripetibile rivoluzione del pianeta  quando afferma che Dio è nostro Padre, e per questo tutti gli esseri umani nati, creati, sono fratelli, uguali e liberi.
Non ci sono nobili e schiavi, ma tutti hanno la stessa dignità di figli. Per rassicurarci di questa verità, ci incita ad invocarlo ogniqualvolta  ne sentiamo l’esigenza, quando temiamo di perdere la fede,  quando abbiamo paura, dicendo: Padre nostro che sei nei cieli. Non è un caso che ci abbia lasciato in eredità questa unica preghiera che è un testamento e una rimembranza.
Cristo, rivelandoci che Dio è creatore di tutto ed è nei cieli, annulla tutte le divinità pagane provenienti dalla terra o dalla mente degli uomini, e ci rivela anche che noi non apparteniamo a questo mondo, perché proveniamo dal cielo e sulla terra siamo solo di passaggio.

Noi essendo figli di un Dio immortale, siamo immortali. Ma Cristo ci lascia in eredità anche la più grande e semplice parabola dell’esistenza, che non può essere equivocata. Egli  proveniente dal cielo s’incarna nel grembo di una donna, vive, soffre e muore,  poi risorge e torna in cielo, dal Padre. E’ questo il percorso che compie ciascun essere umano: come figlio di Dio viene dal cielo e in cielo ritorna. Il  percorso di Cristo  è il nostro percorso: “Io sono la via”.
Dio, conoscendo la nostra cocciuta incredulità, si incarna per parlarci, per rivelarci chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. Per questo ci ripete: “Io sono la verità, la vita”; “io ho sconfitto la morte”. E prima di ascendere al cielo aggiunge: “Non abbiate paura, sono accanto a voi fino alla fine del tempo”. Dopo l’avvento di Cristo, non possono esserci rivoluzioni per l’uomo, ma solo contro l’uomo. Quindi noi abbiamo un solo compito durante il viaggio terreno: perfezionarci per liberarci dalla macchia tenebrosa di Lucifero.

 

Postato da: giacabi a 15:10 | link | commenti
cristianesimo, alberoni

lunedì, 15 febbraio 2010

Persiste il tentativo europeo

 
di cacciare Cristo

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E’ la solita dittatura di pochi che stermina e schiaccia interi popoli, ieri con la ghigliottina, con i gulag, i campi di sterminio, oggi con il volere di uno
Intervista a Rosa Alberoni, sociologa, giornalista e scrittrice

di Włodzimierz Rędzioch


Persiste il tentativo europeo di cacciare Cristo
E’ la solita dittatura di pochi che stermina e schiaccia interi popoli, ieri con la ghigliottina, con i gulag, i campi di sterminio, oggi con il volere di uno
Intervista a Rosa Alberoni, sociologa, giornalista e scrittrice

di Włodzimierz Rędzioch

ROMA, mercoledì, 25 novembre 2009

Nell’intervista che segue, la professoressa Rosa Alberoni analizza e commenta la sentenza della Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo in cui si intima di togliere tutti i crocifissi dalle aule scolastiche.
Qualche anno fa ha scritto un libro intitolato La cacciata di Cristo, che racconta la storia della lotta contro Cristo e la Sua Chiesa. Da due secoli vari filosofi, rivoluzionari, politici e dittatori, gente dell’ateismo militante tenta di eliminare Cristo dalla vita della gente. Mi sono ricordato del suo libro leggendo le notizie sulla decisione del Tribunale di Strasburgo: sembrava che la vita stessa scrivesse un altro capitolo de La cacciata di Cristo. Con quali sentimenti ha appreso lo scandaloso verdetto dei giudici europei di proibire l’esposizione dei crocifissi nelle scuole?
Rosa Alberoni: Con amarezza, perché non c’è peggiore dolore di quello di veder realizzare ciò che si è previsto. Nel mio libro ho analizzato un percorso storico, evidente a tutti, dell’inizio della cacciata di Cristo nella civiltà cristiana. Il percorso – quello più macroscopico, verificabile da chiunque rifletta usando il buon senso – comincia con i giacobini della rivoluzione francese, prosegue con i comunisti, con i nazisti e poi con gli atei militanti. Quel gruppo egemone nella cultura che in modo sistematico hanno relativizzato tutto, facendo emergere in ciascuno di noi quell’insano desiderio di fare quel che più ci aggrada. E’ la mala pianta della dittatura del volere individuale seminata dagli atei militanti, e poi annaffiata, curata affinché crescesse rigogliosa. Essi si presentano sotto varie maschere per camuffarsi. Sono cioè coloro che parificano l’uomo all’animale, che esaltano l’onnipotenza della tecnica e la diversità. Sono coloro che attraverso il dominio dei media hanno per due secoli, in modo rigoroso e persistente, esaltato il mondo alla rovescia: l’eccezione innalzata come regola, una esigua minoranza che accusano la maggioranza che osa rifiutare le anomalie fisiche e la violazione della sacralità della vita. La accusano di oscurantismo, di razzismo. Le anomalie, come ad esempio l’orgoglio per la omosessualità, la sordità, la cecità e l’aborto fai da te, vengono affermati come diritti inalienabili dell’individuo. E’ la solita dittatura di pochi che stermina e schiaccia interi popoli, ieri con la ghigliottina, con i gulag, i campi di sterminio, oggi con il volere di uno essere umano qualsiasi a discapito del volere di milioni di persone. Uno viene turbato dalla visione del crocifisso in un’aula universitaria di centinaia di studenti e allora pretende che una legge faccia sparire l’oggetto del suo disagio dalla sua vista, ignorando il dolore lacerante della massa dei suoi compagni che si vedono privati di un simbolo di amore. La legge di Bruxelles legittima il volere di un tiranno in nome dei diritti dell’uomo, in nome della democrazia. E’ un paradosso grande quanto un grattacielo.
La decisione di far sparire i crocifissi dalle scuole è stata presa dalla Corte europea “dei diritti dell’uomo”. Nell’Europa di oggi crescere senza Dio, essere educati senza conoscere Cristo diventa uno dei “diritti dell’uomo”. Che razza di diritti sono questi?
Rosa Alberoni: Sono i diritti pretesi da pochi giacobini a danno di milioni di persone. L’essere umano è stato creato libero di agire, di credere o non credere, ma non di imporre agli altri le proprie idee. A maggior ragione quando i pretesi diritti calpestano i sentimenti di milioni di persone e vanno contro il senso comune. Ma dopo due secoli di esaltazione della parola “diritto” e la rimozione della parola “responsabilità”, che scorta qualsiasi libera decisione, anche chi dovrebbe ribellarsi con determinazione si sente inibito. Invece dovremmo riflettere su quando è già avvenuto per non lasciare il campo libero e diventare schiavi delle leggi. Prima riflessione: in modo fraudolento gli atei militanti sono riusciti da tempo ormai a cancellare dai programmi scolastici l’insegnamento dei capisaldi dell’Antico Testamento, i patriarchi, i profeti, Mosè, ecc., e la parola di Cristo, dal suo avvento alla sua risurrezione. Paradosso dei paradossi hanno cancellato Cristo dalla civiltà che porta il suo nome. Occorre ricordarsi che siamo nel 2009 dell’era di Cristo. Occorre scoprire che gli ebrei e gli islamici datano il proprio calendario in modo diverso dal nostro. Una ragione ci dovrà pur essere. Seconda riflessione: tutti i dittatori hanno cercato di far ripartire il calendario da capo, perché essi sì che sono stati vigilanti e astuti! Perché essi hanno sempre saputo che per cancellare Cristo bisogna cancellare la civiltà cristiana, che viene ricordata dal calendario. L’hanno fatto i rivoluzionari francesi, Hitler, ecc. Per cacciare Cristo essi hanno sempre saputo che bisognava far tabula rasa per far ripartire il calendario da zero e dare e nominare in un altro modo la civiltà che dominavano. Presto, se i popoli europei non si ribellano, se non vigilano su ciascuna legge che viene loro proposta, verranno a sapere che per legge il calendario della civiltà cristiana dovrà partire dalla rivoluzione francese. Cioè dall’era che ha negato Cristo apertamente, sostituendolo con la razionalità intellettuale, con la fredda burocrazia.
Non c’è rischio che, dopo il totalitarismo giacobino, comunista, nazista e recentemente islamico, in Europa avremo un nuovo totalitarismo chiamato “eurocrazia”?
Rosa Alberoni: Il rischio c’è. L’eurocrazia rappresenta la parte militante dell’ateismo, e cercherà di imporre per legge tutto ciò che le pare, soprattutto quando i popoli sono alle prese con altri problemi, come adesso per la crisi economica. Affinché il disegno della burocrazia atea e militante non si dispieghi per legge, i popoli devono dire di no, devono rifiutare le leggi che quei pochi burocrati emanano. I popoli europei devono comprendere che le crisi economiche si superano, come abbiamo nel ventesimo secolo superato le catastrofi di due guerre mondiali supereremo anche questa crisi di origine finanziaria. I popoli devono comprendere che è più doloroso e lungo rimettere insieme i cocci della propria identità frantumata, rispetto ad un breve sacrificio collettivo per superare una crisi economica. E devono avvedersi dell’astuto lavoro che gli atei militanti sono usciti a fare confidando nella distrazione della gente che si prodiga per costruire. Gli atei militanti, proprio grazie alla distrazione della gente indaffarata a costruire, sono riusciti in modo subdolo a distruggere i Comandamenti, il sentire comune, i valori cardini della nostra civiltà. Oggi che siamo sull’orlo di un precipizio dei valori, i popoli hanno il dovere di soffermarsi e riflettere, hanno il dovere di rifiutare le leggi che annientano la propria identità, la propria civiltà.
Certi ambienti politici ed intellettuali combattono l’identità cristiana d’Europa sognando un’Europa multireligosa e multietnica. Cosa ne pensa?
Rosa Alberoni: Che rassomigliano ai traditori dell’antica Grecia all’epoca delle città stato. Un gruppetto di persone assetate di potere pur di imporre il proprio volere ogni tanto ordivano un complotto. Così uno dei congiurati, per esempio un ateniese andava a Sparta invitandola a far guerra ai propri concittadini, e i congiurati complici rimasti ad Atene di nascosto aprivamo le porte della propria città agli invasori. E’ così che è stata distrutta la civiltà greca: cioè si è auto-distrutta per causa di quei pochi rosi dall’invidia e dalla sete di dominio.
Come mai la sinistra, i liberali e i radicali, che combattono più strenuamente la Chiesa cattolica e sono contro le radici cristiane del nostro continente, allo stesso tempo sono “timidi” ed arrendevoli con gli islamici che vivono in Europa?
Rosa Alberoni: Perché ritengono gli islamici degli alleati che possono rinforzare le esigue truppe che hanno a disposizione nell’Europa cristiana. Pur di abbattere il Cristianesimo sono disposti a tutto. E non sanno gli incoscienti che a perire, se dovessero riuscire nel loro intento funesto, andrebbero anche loro. Certo, sarebbero gli ultimi ad essere falciati via, dopo aver visto la propria gente schiava o massacrata. Confesso che l’espressione “radici cristiane” mi irrita molto, in quanto potrebbe risultare pericolosa nel tempo, perché potrebbero affermare: “La cultura laica è così forte che può fare benissimo a meno della radice religiosa del Cristianesimo”. Giovanni Paolo II la usò in senso tecnico, in senso hegeliano, quando il parlamento europeo stava scrivendo la Costituzione per l’Europa. Il filosofo tedesco, proprio per far fronte all’onda giacobina ed atea, nei primi decenni dell’ottocento ribadisce che qualsiasi Costituzione per essere accettata deve sorgere su due radici: la tradizione culturale e la religione di quel popolo in quel dato momento storico. Vale a dire, la Costituzione deve essere conforme al popolo che deve governare. Ora se tutta l’Europa è figlia della civiltà cristiana, i parlamentari europei se vogliono scrivere la nuova Costituzione, non possono ignorare la tradizione culturale e la religione cristiana che rappresentano il vero patrimonio dell’Europa. La civiltà cristiana non è fatta di radici, ma è un albero gigante sorto sulle radici culturali giudaico-greco-romana. E’ su queste radici culturali che si è radicato il messaggio rivoluzionario, la sconcertate e nuova visione del mondo apportata da Cristo, divenendo in duemila anni il grande albero della civiltà cristiana, che l’esiguo numero di atei militanti vogliono abbattere. E la stragrande maggioranza della gente, non rendendosi ancora conto di ciò che accade, in modo incauto e pigro continua a chiamare Occidente la propria civiltà. La indica con una zona geografica del pianeta non con il suo nome. Ciascuno si autodefinisce terra invece di cristiano. Si autodefinisce manciata di polvere invece di persona appartenente ad una civiltà. Dico incauto, perché se una civiltà non si nomina sparisce. La storia ci insegna che ciò che non si nomina non esiste, perché non è mai nato. Infatti, da sempre, quando nasce un essere umano e gli diamo un nome, inventiamo un nuovo oggetto e gli creiamo un nome adatto, scopriamo un nuovo territorio e gli diamo un nome. Dico pigro, perché il buon senso avrebbe dovuto dirci che dopo la scoperta dell’America, l’Impero d’occidente era tramontato definitivamente. Dire Impero d’oriente e Impero d’occidente non ha più senso, visto che proprio l’Europa ha scoperto altri continenti in altri emisferi – America e Australia - e vi ha portato la civiltà cristiana. L’Australia e l’America latina fanno addirittura parte dell’altro emisfero, non centrano proprio con la definizione “occidente”. Gli atei militanti hanno cominciato a definire la civiltà cristiana solo con il termine “occidente”, e tutti gli altri per pigrizia gli sono andati dietro.
Lei nel suo libro, La cacciata di Cristo, esorta i cristiani ad alzare la testa per difendere la propria identità. In questi giorni anche il card. Walter Kasper ha lanciato la stessa esortazione. Sembra che la gente comune questa volta abbia reagito. Come interpreta la rivolta popolare in Italia contro la legge che vorrebbe eliminare il crocifisso dai luoghi pubblici?
Rosa Alberoni: Una sana reazione. Però non basta, i leader culturali e politici devono evocare le ragione più vaste che rappresenta il crocifisso. Il crocifisso - come la stella di Davide per gli ebrei e la mezzaluna per i mussulmani – non è soltanto un simbolo religioso, ma rappresenta anche la nostra identità. Per questo il simbolo del crocifisso va difeso sia dai credenti che dai non credenti. Cancellato il crocifisso, non sapremmo più chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando. Non esisteremmo più come popoli, come civiltà. Gli ebrei, quando parlano di sé affermano con orgoglio: “Io appartengo alla civiltà ebraica”, così dicono pure gli islamici. Con il mio appello contenuto nel libro La cacciata di Cristo - “Cristiani, alzate la testa, difendiamo la nostra identità” – mi rivolgevo a tutti proprio per questo. Mi rivolgevo – e mi rivolgo - non solo ai cattolici, protestanti o ortodossi, quindi ai credenti, ma a tutti, credenti, dubbiosi ed atei, perché è in gioco la sopravvivenza della nostra civiltà. Ignorare questo pericolo è un atto masochistico. E’ desiderio inconscio di morte, di annientamento. Questo desiderio sorge dalla percezione della fatica che occorre fare per ribadire oggi chi siamo, per poter affermare anche noi con orgoglio: “Io appartengo alla civiltà cristiana”. Invece il canto delle Sirene che ci incita a lasciarci andare, a non vedere il pericolo - tanto continuano a dirci che una civiltà vale un’altra, una religione vale un’altra, un valore vale quanto un non-valore - è ammaliante, però mortale come l’Ulisse omerico aveva ben compreso.

 

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ateismo, alberoni

martedì, 28 aprile 2009
Il mio prossimo
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Chi è il mio prossimo? Un tempo il prossimo era il vicino, quello della tua tribù, del tuo villaggio. Gli altri erano stranieri, estranei, nemici. E´ col cristianesimo che l´imperativo morale si generalizza fino a prescrivere di amare il nemico. Anzi, a non avere più nemici
F. Alberoni

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cristianesimo, alberoni

venerdì, 21 luglio 2006
Ancora sul libro: “La cacciata di Cristo”
di Rosa Alberoni
Parti di  un intervista rilasciata a www.radiomaria.it
…..Sorbi – Perché forse lei professoressa individua l’Occidente come terra del declino. Perché forse c’è un omicida che lei probabiilmente individua in Cartesio e Russeau. Perché questi due “omicidi”?
Alberoni – Questi sono gli antenati degli Anticristo, perché Cartesio ha rovesciato tutto: prima l’essere umano era al centro, cioè, “io esisto”… Ma è così, lo si capisce anche con il buon senso, chiunque di noi lo capisce. Noi prima esistiamo, siamo concepiti, veniamo al mondo, nasciamo, poi, quando arriviamo davvero a pensare, a saper ragionare?
A vent’anni? Mentre Cartesio, cosa ha fatto? Ha rovesciato. Ha messo prima c’è il pensiero. Al centro c’è il pensiero, perché dici: “Io penso, dunque esisto”… no, in realtà io esisto prima e quindi vengo da… sono stato creato da Dio, e solo dopo penso. Capisce la conseguenza? È uno spostamento. È una sorta di rivoluzione copernicana veramente!Quindi, mettendo al centro il pensiero, Cartesio ha fatto questa equazione. Rousseau nelle sue opere non parla di nessuna divinità. Non c’è Dio, non ci sono neanche gli dei pagani del passato. Non c’è nessun dio. L’uomo è sulla terra, appartiene alla terra. È una sorte di animale. Il selvaggio è un animale che non ha coscienza morale di nessun tipo.
Gironzola nel bosco, si accoppia a caso… cioè, segue le pulsioni, segue l’istinto. Capisce? È stata una cosa… non so perché non se ne sono accorti. Io me ne sono accorta di Rousseau, però e stato Giovanni Paolo II che mi ha illuminato,
con Cartesio, con due righe. E io li ho trovato la chiave, mi si è aperta una via luminosa… e dico: “Ecco perché è accaduto tutto ciò!”. Nel senso che poi Rousseau è stato applicato alla lettera da Robespierre. Quindi senza Dio… non a caso il tempio della dea Ragione, quindi al pensiero. Ecco perché torna Cartesio. Cristo non c’era. Ecco perché c’è stata la ghigliottina, c’è stato un grande mattatoio. Quindi là dove si caccia Cristo si possono distruggere gli esseri umani. Ma questo poi si è ripetuto anche col comunismo. La stessa cosa, perché il totalitarismo comunista, basato su Rousseau, ha scartato Cristo, ha scartato Dio. Non c’è Dio, non c’era nessun dio, c’era solo la materia! Si era figli della terra. E quando non c’è la fede, quando non c’è Cristo, al centro dell’esistenza ci sono gli stati totalitari. E il comunismo ha potuto fare quei cento milioni di morti e passa, per questo motivo. La stessa cosa ha fatto Hitler. Cristo non c’era, anche se non l’ha detto apertamente. Ma noi sappiamo qual’era il suo progetto… parlava di razza. Quindi ancora – come vede la terra. Radicati alla terra. La razza, il sangue e la terra… e noi sappiamo cosa ha fatto Hitler, gli abominevoli campi di sterminio coi quali tentò di sterminare il popolo ebraico. Capisce? Cristo, Dio, diventa una zanzara… si può uccidere l’uomo senza nessuno scrupolo…
…….Sorbi - Ecco, mi scusi, professoressa, è proprio per questo suo ragionamento, sia filosofico che sociologico che ritengo che questo libro sia molto utile per gli insegnanti che vogliono smascherare questi due soggetti dell’ “omicidio”dell’identità cristiana in Europa.
Alberoni – In realtà i personaggi sono quattro, perché bisogna aggiungere anche Carlo Marx e Hitler
Sorbi-   Ecco, ecco. Senta, proprio su questa attualità della coscienza morale lei ha approfondisce – specialmente nelle ultime parti del libro – questa enorme realtà dello scientismo. Ecco, ci faccia capire bene perché lei ne vede – oltre all’aspetto di grande utilità – anche una minaccia?
Alberoni – Bisogna spiegare agli ascoltatori che la scienza è un prodotto dell’uomo, e dev’essere al servizio dell’uomo. Lo e sempre stato. La scienza è un valore! Quando parliamo di scientismo diciamo questo, che ci sono alcuni scienziati – non tutti – alcuni, che rinnegano Dio, e che si vogliono mettere al posto di Dio. Vogliono tentare di creare loro l’uomo. Questa è la cosa aberrante, se ci pensiamo, perché vogliono andare a toccare la matrice umana.
Tant’è vero che alcuni politici, movimenti, gente comune, che difendono gli animali, c’è chi non vuole che si usino i topi per gli esperimenti… e io ho sempre detto, ma cosa vuole, che usino i bambini? Ma certo che si deve usare il topo, e non i bambini! E invece questi signori non hanno nessuno scrupolo di usare l’embrione – e tutti siamo stati embrione– per mettere in atto i loro esperimenti, magari capaci un domani di produrre mostri, mentre difendono gli animali.
Questa per me è una cosa che mi fa tremare il cuore. Mi trema il cuore alla sola idea. Tant’è vero che se poi andiamo a vedere cosa è capitato negli stati totalitari dove l’aborto è stato ammesso subito, possiamo osservare come nell’Unione Sovietica la legge sull’aborto è entrate in vigore nel 1920. Quindi, tra gli scientisti e gli abortisti, noi vediamo che su lpianeta abbiamo sterminato più noi, in modo subdolo, tanti esseri umani, con l’aborto, quanto ne abbia fatto la guerra.
Capisce? Le due guerre mondiali. E anche i morti a causa del comunismo, anche in Cina. È una cosa subdola. Noi, e qui aveva ragione Giovanni Paolo II, come ha ragione Papa Ratzinger adesso, che è una minaccia così subdola… e  chi pretende, chi vuole la libertà di cercare, di poter usare gli embrioni, pretende dallo Stato una cosa assurda. C’è la licenza di uccidere… Ma non si può dare questo! Non si può fare! Qui ci dobbiamo ribellare, perché in modo nascosto si uccide così, tranquillamente, e non si paga presso. Poi si parla dell’orrore della prima o della seconda guerra mondiale… Certo che sono degli orrori! Sono dei mostri che abbiamo prodotto. Pero non ci facciamo belli. Nell’epoca di guerra, quanti bambini abbiamo sterminato?
 uomo dio=distruzione uomo

Postato da: giacabi a 22:11 | link | commenti (1)
nichilismo, illuminismo, ideologia, alberoni

sabato, 15 luglio 2006

Navigando in internet ho trovato la recensione di questo libro che cercherò di procurarmi perchè lo ritengo molto interessante. L'autrice affronta in maniera lucida e attuale la tentazione dell'uomo di sostituirsi a Dio ma cacciare Cristo equivale a cacciare l'uomo, negare la Sua divinità equivale all'annullamento  dell'uomo.

La cacciata di Cristo

recensione di Mario Secomandi - 11 luglio 2006 in www.ragionpolitica.it
Rosa Alberoni, autrice del libro La cacciata di Cristo (edito dalla Rizzoli), enuclea, nel tentativo di far fuori Cristo da parte di talune èlites filosofico-culturali, la vera e propria messa in discussione e crisi dell'essenza stessa della civiltà occidentale così come di quell'umanesimo ad un tempo cristiano e laico che affonda le sue radici proprio nella migliore tradizione del continente europeo. Un umanesimo che ha fatto del mix di fede cristiana nel Dio trascendente incarnatosi in Gesù Cristo e della retta ragione laica il suo tratto distintivo.Si è fatto notare come l'opera di espunzione di Dio, di Cristo e dello stesso cristianesimo dalla sfera filosofica e pubblica risalgano a qualche secolo fa, segnatamente alle idee di Cartesio, seguite successivamente da quelle di Rousseau, e poi da quelle di Marx ed Hitler. Cartesio ha per così dire operato la prima scissione fra pensiero ed essere: «Cogito ergo sum» (penso dunque sono). È stata così conferita la primazia all'assolutamente libero pensiero umano, e non più all'essere, ossia a Dio. Il trascendente viene già relegato in un angolo, e s'incomincia ad intravedere la fede come chiusa nel «ghetto della soggettività». La distinzione tra bene e male è da qui andata offuscandosi sempre più. Rousseau ha in qualche modo proseguito l'«opera» di Cartesio. Il filosofo «della rivoluzione francese» col suo Contratto sociale è andato teorizzando la dissoluzione della famiglia e dei corpi intermedi, che, insieme alla religione, sarebbero stati la causa della corruzione e dell'oscurantismo dell'Ancien Regime. I «frutti velenosi» di simili tesi si sono visti poi nella lotta dei rivoluzionari giacobini contro tutto ciò che apparteneva al passato (la Tradizione) così da instaurare una società radicalmente nuova, nella quale gli individui, ora completamente isolati e sradicati, avrebbero delegato tutto alla Volontà collettiva e generale, ed alla Dea ragione. Dall'idolo della ragione assoluta, nell'Ottocento, si passa, nel Novecento, a quello della classe (operaia nel comunismo di Marx) e a quello della razza (ariana nel nazismo di Hitler). Idoli cui si sono tributati numerosi sacrifici umani: nei lager e nei gulag è andata perduta sia la centralità della persona umana e della sua dignità e libertà, sia il primato dell'Amore misericordioso di Dio. Decine di milioni di esseri umani sono stati appunto «immolati sull'altare» di tali ideologie, vere e proprie religioni secolari, se non pagane. La Chiesa ed i cristiani sono stati per ciò stesso perseguitati.
L'autrice ha poi individuato nel relativismo etico-culturale e nello scientismo tecnocratico, così come nell'islamismo radicale e nell'emergere della Cina quale nuova potenza mondiale i fattori scatenanti una nuova «cacciata di Cristo». Con il diffondersi delle idee relativiste si è ingaggiata una lotta ai principi cristiani molto più subdola delle precedenti: si vuole far credere che il bene assoluto consista nel perseguire senza limite alcuno i propri desideri, qualsiasi essi siano. Nella rivoluzione culturale del '68 si è già avuto un assaggio di ciò. Con il divorzio, l'aborto e la contraccezione si è voluto far intendere che l'uomo (e la donna) è l'assoluto artefice del proprio destino; è lui (e/o lei) che decide cosa è famiglia e cosa no, cosa significa rispetto della vita e cosa no. Il relativismo, in buona sostanza, non permettendo di collocare su di una griglia valutativa la diversità delle culture, disconosce ciò che di bello, vero e buono ha fatto la civiltà occidentale. Ora il relativismo si abbraccia con lo scientismo, per cui lo scienziato va divenendo il profeta che tutti devono seguire, colui che porterà «il paradiso in terra» con la clonazione e rendendo l'uomo biologicamente perfetto.
Matrimoni ed adozioni gay, ricerca sugli embrioni, eutanasia e pillola abortiva sono le nuove frontiere della lotta politico-rivoluzionaria del nuovo razionalismo ateo contro il cristianesimo. Nel frattempo, proliferano inedite forme di esoterismo (si pensi al Codice da Vinci) e religioni fai-da-te, a testimonianza del fatto che il bisogno di religiosità e del sacro non venga meno nonostante si voglia estirpare il cristianesimo. L'islamismo radicale politico affronta a viso aperto l'Occidente cristiano direttamente con la minaccia atomico-nucleare e con la sua cultura politica autoritaria, impositiva, invasiva e totalizzante. La Cina lo fa con il suo «commercio sleale», vendendo prodotti ottenuti a costi di produzione stracciati, ossia con lo sfruttamento nei Laogai di una miriade di lavoratori-schiavi, per non parlare della persecuzione là in atto dei cristiani fedeli alla Chiesa di Roma derivante dal conculcarsi della libertà religiosa. L'Unione europea, per parte sua, disconosce le sue radici storico-culturali e religiose specificatamente cristiane e bolla come «omofobo» chi si appresta a difendere la famiglia naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna dagli attuali snaturamenti artificiali, culturali e giuridici.
Rosa Alberoni segnala, per far fronte a ciò, che «è giunto il momento per i credenti di alzare la testa, di parlare, di denunciare la prepotenza, gli eccessi, i pericoli. Di difendere i valori cristiani praticandoli, riconsacrandoli nei gesti, perché solo così si fronteggia la volontà di distruzione del Cristianesimo, che è volontà di annientamento della propria civiltà. Occorre riportare i valori cristiani al centro dell'agire quotidiano, occorre riportare la spiritualità al centro dell'essere umano e della nostra storia. Solo così potremo rivivificarci, risorgere per riprendere lo slancio creatore di coraggio, di rettitudine morale, di dignità, di invenzione, di orgoglio dell'appartenenza alla propria civiltà. Occorre ripristinare la nostra identità sfigurata, e poi vigilare che non accada più. Non giova a nessuno non avere un volto, né agli atei né ai credenti»........
pdf la trascrizione di alcune pagine del libro La cacciata di Cristo di Rosa Alberoni, appena uscito nelle librerieClicca per accedervi immediatamente e scaricarlo sul finder  





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