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sabato 4 febbraio 2012

Auden,

FUNERAL BLUES

BLUES IN MEMORIA
***


Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.
Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.

Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.

Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.

W. H. Auden
(Traduzione di Gilberto Forti)



TESTO IN LINGUA ORIGINALE


FUNERAL BLUES



Stop all the clocks, cut off the telephone,
Prevent he dog from barking with a juicy bone,
Silence the pianos and with muffled drum
Bring out the coffin, let the mourners come.
Let aeroplanes circle moaning overhead
Scribbling on the sky the message He Is Dead,
Put crêpe bows round the white necks of the public doves,
Let the traffic policemen wear black cotton gloves.

He was my North, my South, my East and West,
My working week and my Sunday rest,
My noon, my midnight, my talk, my song;
I thought that love would last for ever: I was wrong.

The stars are not wanted now: put out every one;
Pack up the moon and dismantle the sun;
Pour away the ocean and sweep up the wood;
For nothing now can ever come to any good.

Postato da: giacabi a 11:24 | link | commenti (2)
auden

sabato, 20 agosto 2011
 I tre Magi
***
Il tempo è stato terribile,
la campagna è desolata,
palude, giungla, roccia: echi beffardi
chiamano illegittima la nostra speranza;

ma una sciocca canzone
può aiutare la vostra
sempre e semplicemente;
infine noi sappiamo per certo di essere tre vecchi peccatori

che questo viaggio è troppo lungo, che ci mancano i nostri pranzi
che rimpiangiamo le nostre mogli, i nostri libri, i nostri cani,
ma abbiamo solo la più vaga idea del perché siamo quel che siamo.
Scoprire in che maniera essere umani ora:
è la ragione per cui seguiamo questa stella.

(W.Y. Auden, Per il tempo presente. Oratorio di Natale)

Postato da: giacabi a 08:22 | link | commenti
natale, auden

sabato, 08 agosto 2009
ALZATEVI, ANDIAMO!
***
"Quando giunse la "sua ora", Gesù disse a coloro che erano con Lui nell'orto del Getsemani, Pietro, Giacomo e Giovanni, i discepoli particolarmente amati: "Alzatevi, andiamo!". Non era Lui solo a dover "andare" verso l'adempimento della volontà del Padre, ma anch'essi con Lui.
Anche se queste parole significano un tempo di prova, un grande sforzo e una croce dolorosa, non dobbiamo farci prendere dalla paura. Sono parole che portano con se anche quella gioia e quella pace che sono frutto della fede. In un'altra circostanza, agli stessi tre discepoli Gesù precisò l'invito così: "Alzatevi e non temete!". L'amore di Dio non ci carica di pesi che non siamo in grado di portare, né ci pone esigenze a cui non sia possibile far fronte. Mentre chiede, Egli offre l'aiuto necessario.
Parlo di questo da un luogo in cui mi ha condotto l'amore di Cristo Salvatore, chiedendomi di uscire dalla mia terra per portare frutto altrove con la sua grazia, un frutto destinato a rimanere. Facendo eco alle parole del Maestro e Signore, ripeto perciò anch'io a ciascuno di voi: "Alzatevi, andiamo!". Andiamo fidandoci di Cristo. Sarà Lui ad accompagnarci nel cammino, fino alla meta che Lui solo conosce
. "
Papa Giovanni Paolo II

Postato da: giacabi a 07:07 | link | commenti
auden, giovanni paoloii

venerdì, 20 marzo 2009
a
Il Cittadino Ignoto
***

A JS/07/M/378
LO STATO DEDICA
QUESTO MONUMENTO MARMOREO

L'Ufficio Statistico attesta
che mai fu fatta contro di lui querela,
e rapporto sulla sua condotta non si dà
che non lo giudichi un santo nel senso moderno di un termine antiquato,
perché in ogni atto egli servì la Comunità.
Tranne che in Guerra, finché andò in pensione
lavorò in una fabbrica e mai fu licenziato,
ma piaceva ai padroni, Fudge Motors Inc.
Eppure non era un crumiro né aveva idee bizzarre,
perché il Sindacato attesta che pagava le sue quote
(e ci è attestato che il Sindacato non mente)
e i nostri Assistenti Sociali hanno rilevato
che era popolare tra i suoi compagni e beveva di gusto.
La Stampa è convinta che comprasse ogni giorno un quotidiano
e che non reagisse alla pubblicità in modo strano.
Le polizze a suo nome mostrano che era assicurato a vita,
e il suo Libretto Sanitario prova che fu in ospedale una volta ma ne uscì guarito.
Le varie Ricerche di Mercato dichiarano
che sapeva usufruire dei Piani Rateali
e che aveva tutto quanto occorre all'Uomo Moderno,
un grammofono, una radio, un'auto e un frigo.
I vari Sondaggi d'Opinione rilevano soddisfatti
che aveva l'opinione giusta al momento giusto;
quando c'era la pace, voleva la pace; quando c'era la guerra, partiva.
Era sposato e accrebbe di cinque figli la popolazione,
numero perfetto secondo il nostro Eugenista per un padre della sua generazione,
e i nostri insegnanti riportano che non ostacolò mai i loro programmi.
Era libero? Felice? Che domande assurde:
se qualcosa non avesse funzionato, di certo ne saremmo informati.

W. H. Auden,
dalla raccolta Another time (1940)
(trad. di N. Gardini)

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