La bellezza
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La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio.
Franz Kafka
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Postato da: giacabi a 08:48 |
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bellezza, kafka
Verità e Bellezza
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Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini per tutta la vita.
Albert Einstein
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Postato da: giacabi a 13:56 |
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einstein, bellezza, veritÃ
La Bellezza divina
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Vorrei comunicarvi alcuni tra gli aspetti più affascinanti e persuasivi del cammino che ho fatto nella mia vita.
Innanzitutto mi permetterete di ricordare l’istante della mia vita in cui, per la prima volta, ho capito che cos’era l’esistenza di Dio. Ero in prima liceo classico, in seminario, e facevamo lezione di canto; normalmente, per il primo quarto d’ora, il professore spiegava storia della musica, facendoci anche ascoltare alcuni dischi. Anche quel giorno si fece silenzio, incominciò a girare il disco a 78 giri e improvvisamente, si udì il canto di un tenore allora famosissimo, Tito Schipa; con una voce potente e piena di vibrazioni ha incominciato a cantare un’aria del quarto atto de La Favorita di Donizetti: «Spirto gentil de’ sogni miei, brillasti un dì ma ti perdei. Fuggi dal cor lontana speme, larve d’amor fuggite insieme». Dalla prima nota a me è venuto un brivido. Che cosa significasse quel brivido l’avrei capito lentamente con gli anni che passavano; solo il tempo, infatti, fa capire che cosa è il seme, come dice l’omonima, bella canzone, e cosa ha dentro. Uno può capire cos’è un seme se ne ha già visto lo sviluppo; ma la prima volta che vede il seme non può capire che cosa contenga. Così fu per me quel primo istante di brivido in cui ebbi la percezione di quello struggimento ultimo che definisce il cuore dell’uomo quando non è distratto da vanità che si bruciano in pochi istanti.
Luigi Giussani Realtà e giovinezza. La sfida, Sei, Torino 1995
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« Associo il fatto accaduto a Princeton, dove egli(Einstein) si unì al gruppo di preghiera con il suo violino, con un altro evento accaduto nel 1929 a Berlino e raccontatomi da Max Jammer in una sua
lettera. L'occasione
fu quando Yudi Menhuin, il grande violinista ebreo, dette a Berlino un
suo recital durante un concerto con musiche di Beethoven, Bach e Brahms,
eseguite dall'orchestra filarmonica di Berlino diretta da Bruno Walter. Einstein, sopraffatto dalla bellezza della musica, attraversò in tutta fretta il palcoscenico e andò fino al camerino di Menhuin esclamando: «Adesso io so che c'è un Dio in cielo ( Jetzt weiss ich, dass es einen Gott imHimmel gibt )». Thomas F. Torrance
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Postato da: giacabi a 07:55 |
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dio, einstein, bellezza, giussani
La Bellezza
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« Nella
contemplazione dello splendore universale del mondo, la bellezza stessa
diventa, per così dire, voce e ti grida: non mi sono fatta da sola, è
Dio che mi ha creata. »
sant’Agostino, Confessioni
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Postato da: giacabi a 22:05 |
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bellezza, agostino
La Bellezza
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« L’anima
tende per sua natura alla vera bellezza. sorretta dalla speranza di
passare da una bellezza inferiore precedentemente ammirata a una
bellezza superiore ancora nascosta, accende di continuo il suo
desiderio. Per questa sua struttura l’anima tende a spingersi
irresistibilmente verso la bellezza, nella speranza di giungere a
cogliere pienamente la figura stessa dell’archetipo. Qui sta l’oggetto dell’ardita preghiera di Mosè, che supera i confini stessi del desiderio.
Egli vuol godere della bellezza, ma non riflessa in uno specchio, bensì
faccia a faccia. la risposta di Dio, nelle brevi parole con cui
respinge simile preghiera, apre davanti a noi un abisso immenso di
pensiero.
Dio gli concesse il dono di soddisfare il suo desiderio, ma non gli
diede la cessazione e la sazietà di esso, se Mosè, contemplando la
visione di Dio, avesse estinto in se la brama che ne aveva, Dio non gli
si sarebbe mostrato. Comprendiamo allora che vedere Dio consiste realmente nel non saziarsi mai del desiderio di lui»
(Gregorio Nisseno la vita di Mosè)
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Postato da: giacabi a 22:02 |
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bellezza, gregorio di nissa
L'entusiasmo della fede
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Dobbiamo
pregare lo Spirito perché ci faccia ritrovare l'entusiasmo della fede.
Siamo troppo aridi e freddi nella nostra fede, troppo intellettuali. La missione fa ritrovare l'entusiasmo della fede e la gioia di vivere. Il Vangelo è comunicazione di una "Buona Notizia". (vedi mio testo già al computer)
Lo Spirito dà la vera vita che è gioia ed entusiasmo, bellezza. Lo Spirito Santo rende la persona bella. Uno può anche avere un volto brutto a vedersi nella sua umanità, squadrato male, ma se è illuminato dalla luce dello Spirito, quel volto diventa bello, significativo, profondamente umano, cordiale, pieno di gioia. Mi viene in mente frate Lino da Parma, il santo Francescano che all'inizio del secolo (morto nel 1924) nella Parma rossa e anticlericale era l'uomo amato da tutti, ricercato, benvoluto anche dai più lontani, Che solo a vedere un prete o una suora toccavano ferro. Eppure padre Lino, che era piccolo e storto, brutto a vedersi, tutti dicevano bene e lo ricordano come un bell'uomo, pieno di umanità. Giorgio dice: era davvero brutto, ma aveva una luce dentro che lo rendeva bello! Lo Spirito Santo comunica la vita di Dio in modo personale e la vita di Dio è bellezza, simpatia. Pensate a Madre Teresa, che se c'era una donna piccola, storta, gobba, brutta era proprio lei. Eppure, che fascino aveva! Madre Teresa è un segno di speranza per milioni di poveri. Ha risolto misteriosamenmte mille problemi che la Chiesa si affanna a voler risolvere:
-
non ha mai parlato o fatto il dialogo con i non cristiani, eppure al
suo funerale ci sono state dichiarazioni di indù, musulmani, buddhisti
che commuovono;
- non ha mai parlato di teologia missionaria.... (vedi testo di Cagnasso in M.M. febbraio 1998). - Era una straniera ma nell'India nazionalista ha avuto il Premio Nehru dato solo agli indiani benemeriti della patria... - In Cambogia, ancora sotto un governo comunista nel 1989, ottiene per la prima volta l'ingresso di un missionario del Pime per assistere spiritualmente le sue suore. (vedi testo di p. Franco Cagnasso, in Mondo e Missione, febbraio 1998)
Una volta hanno chiesto a Madre Teresa qual'è la fame più grande dell'uomo d'oggi. Ha risposto: "La fame di Dio. Nella società del benessere gli uomini evoluti hanno
allontanato Dio dalla loro vita, l'hanno perso di vista o l'hanno
rifiutato. Sono affamati di Infinito e non lo sanno, cercano le cose
materiali e hanno fame della vita che solo Gesù può dare".
P.Piero Gheddo Rai Due 1998
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Postato da: giacabi a 21:09 |
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fede, bellezza
La realtà è ultimamente positiva
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"Vorrei
che i personaggi che rappresento avessero sempre il carattere proprio
della loro condizione così che non sia assolutamente possibile
immaginarli diversamente. Personaggi e cose devono essere lì per una regione precisa. Io
desidero dipingere pienamente e fortemente solo ciò che è necessario,
perchè le cose dette senza energia è meglio che non siano dette in
quanto apparirebbero gracili e sciupate"
Jean-Francois Millet, pittore realista |
Postato da: giacabi a 16:16 |
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bellezza
Ringraziate Dio
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"Ringraziate Dio anche per le anatre giù nella vasca". Il celebre pessimista espresse a mezza voce il suo vivo desiderio di ringraziare Dio per le anatre della vasca. "E non dimenticate i paperi", insisté Innocenzo, implacabile. Eames concedette fievolmente anche i paperi. "Nulla,
mi raccomando, dovete dimenticare. E cosi rendete grazie al Cielo per
le Chiese, le Cappelle, i villini, la gente ordinaria, le pozzanghere,
le pentole e i tegami, i bastoni, i cenci, gli ossi, e le tende a
pallini". "Sta bene, sta bene" ripeteva la vittima disperata "bastoni, cenci, ossi, tende". "Tende a pallini, mi pare di avere detto".
G.K. Chesterton, Le avventure di un uomo vivo
Grazie ad:annina
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Postato da: giacabi a 07:41 |
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dio, bellezza
Il cristianesimo è ragionevole
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“Ho
voluto (...) a lungo (...) esaminare il tema principale: come, cioè la
mia posizione verso il Cristianesimo sia razionale. Razionale è, ma non è
semplice: è come un'accumulazione di fatti svariati, come
l'atteggiamento dell'agnostico, con la differenza che l'agnostico ha preso tutti i suoi fatti alla rovescia. Egli è un incredulo, per moltissime ragioni, ma sono tutte ragioni false. Egli dubita perché dice che il medio evo era barbarico, e non è vero; dice che il darwinismo è dimostrato - e non è; che i miracoli non sono accaduti - e invece sono accaduti; che i frati erano oziosi - ed erano laboriosissimi; che le monache sono infelici - e sono allegre e contente; che l'arte cristiana fu triste e pallida - ed ebbe i coloro più vividi e la gaiezza dell'oro;
che la scienza moderna rifugge dal soprannaturale - e non è esatto:
essa va verso il soprannaturale con la rapidità del treno lampo".
G. K. Chesterton, Ortodossia
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Postato da: giacabi a 22:35 |
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ragione, bellezza, cristianesimo, chesterton
Segno di Dio
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Si dice segno una cosa il cui senso è un’altra cosa. Segno è dunque una realtà che non avrebbe spiegazioni se non implicando l’esistenza di un’altra realtà.
Don Giussani Il Senso religioso ed.Jaca Book1981
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Postato da: giacabi a 14:44 |
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dio, bellezza
Non conosco niente di così bello in tutto il mondo
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Ora lo dico, dice Dio, non conosco niente di così bello in tutto il mondo
Che un piccolo bambino che s'addormenta dicendo la sua preghiera
Sotto l'ala del suo angelo custode
E che sorride agli angeli iniziando a dormire.
E che già confonde tutto insieme e che non ne capisce più nulla
" E che affastella le parole del Padre Nostro a vanvera alla rinfusa con le parole dell'Ave Maria
Mentre un velo già gli cala sulle palpebre
Il velo della notte sul suo sguardo e sulla sua voce.
Ho visto i più grandi santi, dice Dio. Ebbene io ve lo dico. Non ho mai visto niente di così simpatico e quindi
non conosco niente di così bello nel mondo
Come questo bambino che s'addormenta dicendo la sua preghiera
(Come questo piccolo essere che s'addormenta confi- dando)
E che confonde il suo Padre Nostro con la suaAve Maria Niente è così bello ed è anche un punto
Sul quale la Santa Vergine è del mio parere.
Su questo.
E posso ben dire che è l'unico punto sul quale abbiamo lo stesso parele. Perché generalmente siamo di parere diverso.
Perché lei è per la misericordia.
E io bisogna bene che sia per la giustizia.
§ Charles Peguy, Lui è qui pagine scelte Rizzoli
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Postato da: giacabi a 08:48 |
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bellezza, peguy
Come salvare la bellezza dallo svanire lontano?
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di Antonio Spadaro
Questa sembra la domanda fondamentale che genera l’ispirazione di Gerard Manley Hopkins. In lui risuona un’eco di piombo: l’unica possibilità di saggezza è quella di cominciare a disperare perchè non resta altro che l’età, i mali dell’età, canuti capelli, / pieghe e rughe, e il mancare e il morire, l’orrore della morte, avvolti sudari, le tombe, i vermi, e il crollare alla corruzione. A questa eco però ne segue subito un’altra, un’esplosione di suoni che festeggia la presenza di una via di fuga, un’eco d’oro: quanto sembra fuggire veloce, finito e disfatto, è invece destinato ad essere avvinto dalla più tenera verità / alla perfezione del suo essere, alla sua giovanile bellezza. Ecco: ciò che colpisce Hopkins è l’eccesso di presenza che solo la bellezza sa comunicare. Questa bellezza giovane è la Bellezza screziata da cui prende il titolo una sua splendida poesia. In essa Hopkins dà gloria a Dio per le cose chiazzate -/ per i cieli d’accoppiati colori come vacca pezzata;/ per i nèi rosa in puntini sulla trota che nuota; per tutte le cose contrarie, originali, impari, strane;/ quel ch’è instabile, lentigginoso (chi sa come?). Nei versi di Hopkins tutto sembra percorso da una scossa. Il mondo è come carico della grandezza di Dio. Carico (charged), sia nel senso del peso sia nel senso della carica elettrica, così che questa grandezza fiammeggerà, come fulgore da percossa lamina. La grandezza di Dio scuote e fa vibrare, imprime guizzo e slancio esuberante, sempre in movimento, mai in stallo. Hopkins esalta dunque Dio non in quanto stabile sicurezza dell’essere, al di là delle singole forme, ma in quanto autore delle differenze e delle energie polarizzanti, di ciò che è instabile nella durata e nella forma. Ecco dunque la certezza: vive in fondo alle cose la freschezza più cara. E così, grazie a questa visione profonda delle cose, Hopkins sarà acuto osservatore di vento, gradine e chicchi, dei flussi e riflussi del mare, delle forme degli alberi e delle curvature di acque che scorrono sopra le pietre, di sottili sfumature cromatiche nei tramonti del sole e delle infinite figure di nuvole di continuo cangianti. L’atto poetico comincia non nella coscienza autistica del poeta, ma nella visione attiva e vibrante del mondo: «è possibile che in certi tempi la bellezza di un albero, la sua forma, un determinato effetto, ecc. mi trasporti nella massima stupefazione», scrive Hopkins in una lettera.
Nel mondo resta sempre immediatamente visibile la gloria della creazione: Cos’è tutta questa linfa e tutta questa gioia?/ Un’eco del dolce essere della terra all’origine, scrive. Nel gheppio come nel sasso, nella libellula come nel corpo umano, nell’aria come nella zolla, nella trota iridata come nella mucca pezzata,
Hopkins percepisce un eccesso, un’esuberanza, una bellezza sbocciante,
una freschezza fumante, un rigoglio di godimento giovane, una brulicante
giovinezza nel reale da cui viene attratto irresistibilmente. La realtà è infiammata, avvampa. E tutto questo fuoco è ancora l’eco caldo della creazione, dell’inizio.
Che la bellezza sia mortale o immortale è, se così possiamo dire, di secondaria importanza
rispetto a ciò che essa opera: la rottura dell’io, la sua apertura, lo
sconvolgimento della sua pigrizia. La bellezza è sempre bruta e
pericolosa, e persino barbarous. Per
quanto la bellezza «mortale» possa rapire l’anima di chi la contempla,
alla fine essa non è che un filo di Arianna per chi è toccato dalla
Grazia. Il
principio primo della poesia hopkinsiana è che ogni bellezza appartiene
a Cristo e a lui deve essere sempre rapportata. Per questo motivo egli è
anche il giudice estetico ultimo di ogni arte umana. Infatti scrive il poeta in una lettera all’amico Dixon: «L’unico critico letterario giusto è Cristo». E all’amico poeta R. Bridges: «Come
io faccio la critica a te, anche Cristo la fa, ma in maniera più giusta
e più amabile, a te sia come poeta che a te come uomo».
Hopkins attraverserà momenti tremendi tra il 1885 e il 1887 nei quali scriverà i suoi terrible sonnets,
ritrovati solo dopo la sua morte: un percorso dolorosissimo. Qui lo
sguardo aperto e guizzante sul reale sembra perdersi nel buio della
depressione e dello sconforto. La percezione del baratro si fa amara: Sono fiele, / sono bruciore. Il più fondo segreto di Dio / l’amaro volle che gustassi: il mio gusto ero io. Ma, seguendo questi pensieri, alla fine Hopkins stesso esplode in un fragoroso Basta! per frenare i pensieri di desolazione. Morte, piombo, buio cedono allo squillo del cuore (heart’s-clarion), la Resurrezione: in
un lampo, a uno squillo,/ subito sono quel che è Cristo, poiché lui fu
quel che sono, e/ questo poveraccio, scherzo, povero coccio, toppa,
legno di zolfanello, diamante immortale, è diamante immortale. Ciò che è nulla, un piccolo truciolo, un fiammifero, diventa al fuoco della resurrezione un diamante.
Alla fine l’invocazione folgorante resta intatta nella sua richiesta di vita: o tu signore di vita, manda pioggia alle mie radici.
Da: Bombacarta
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Postato da: giacabi a 15:35 |
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bellezza, hopkins
La Bellezza
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Postato da: giacabi a 23:05 |
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bellezza, dostoevskij
Matisse a mano libera
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Postato da: giacabi a 12:58 |
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bellezza, matisse
La gratuità del Creato
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Esistere è esser lì, semplicemente; gli esistenti appaiono, si lasciano incontrare, ma non li si può mai dedurre. C’è qualcuno, credo, che ha compreso questo. Soltanto ha cercato di sormontare questa contingenza inventando un essere necessario e causa di sé. Orbene, non c’è alcun essere necessario che può spiegare l’esistenza: la contingenza non è una falsa sembianza, un’apparenza che si può dissipare; è l’assoluto, e per conseguenza la perfetta gratuità. Tutto è gratuito, questo giardino, questa città, io stesso. E quando vi capita di rendervene conto, vi si rivolta lo stomaco e tutto si mette a fluttuare… ecco la Nausea
Jean-Paul Sartre Da La nausea
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Postato da: giacabi a 19:40 |
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bellezza, sartre
“L’essenziale è invisibile agli occhi” *** Saint Exupery
Le cose più belle al mondo non possono essere viste o toccate: vanno sentite dentro al cuore.
Helen Keller divenuta cieca e sorda 19 mesi dopo la nascita
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Postato da: giacabi a 07:53 |
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bellezza, keller
Una tenebra caduta...
La bellezza non è che
il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori. Così è la resurrezione, così è il miracolo di un Dio che rimane in noi, e ogni giorno viviamo perché insieme alla nostra ala si alza la tenebra del corpo che è la casa dell’anima, la nostra casa tenebrosa, la nostra casa che non è aperta a nessuno.
Alda Merini
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Postato da: giacabi a 11:33 |
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bellezza
Postato da: giacabi a 15:05 |
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bellezza, dostoevskij, socci, tarkovskij, saintexupery
La possibilità intravista della Bellezza***A una passante Ero per strada, in mezzo al suo clamore. Esile e alta, in lutto, maestà di dolore, una donna è passata. Con un gesto sovrano l'orlo della sua veste sollevò con la mano. Era agile e fiera, le sue gambe eran quelle d'una scultura antica. Ossesso, istupidito, bevevo nei suoi occhi vividi di tempesta la dolcezza che incanta e il piacere che uccide. Un lampo... e poi il buio! - Bellezza fuggitiva che con un solo sguardo m'hai chiamato da morte, non ti vedrò più dunque che al di là della vita, che altrove, là, lontano - e tardi, e forse mai? Tu ignori dove vado, io dove sei sparita; so che t'avrei amata, e so che tu lo sai!
Charles Baudelaire
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Postato da: giacabi a 19:49 |
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baudelaire, bellezza
La bellezza
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“Ignaro di tutto ciò, e innamorato delle bellezze terrene, io allora camminavo verso l’abisso e dicevo ai miei amici: "Noi
non amiamo che il bello. Cos’è il bello? e cos’è la bellezza? Cosa ci
attrae e ci avvince agli oggetti del nostro amore? La convenienza e la
grazia, perché se ne fossero privi non ci attirerebbero affatto". Avvertivo
cioè e notavo che nei corpi altra cosa è la bellezza, per così dire,
complessiva, in quanto sono un complesso, e altra la convenienza, ossia
l’armonia con altri corpi, come una parte del nostro corpo si armonizza
col tutto, o un calzare col piede e così via.”
S.Agostino, da Confessioni, IV, 13, 20
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Postato da: giacabi a 18:32 |
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bellezza, agostino
La bellezza
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"Ma io dichiaro- strillò Stepan Trofimovic al massimo grado del furore- ma io dichiaro che Shakespeare e Raffaello stanno più in alto
della liberazione dei contadini, più in alto dello spirito popolare,
più in alto del socialismo, più in alto della giovane generazione, più
in alto della chimica, quasi più in alto dell'umanità intera, giacchè
sono il frutto, il vero frutto di tutta l'umanità e, forse, il frutto
più alto che mai possa essere! é già stata conseguita la forma di
bellezza senza il cui conseguimento forse non acconsentirei nemmeno a
vivere...(....)...uomini
piccini, che cosa vi occorre per capire? ma sapete voi, sapete voi che
senza l'inglese l'umanità può ancora vivere, può vivere senza la
Germania, può vivere anche troppo facilmente senza i russi, può vivere
senza la scienza, può vivere senza pane, ma
soltanto senza la bellezza non potrebbe vivere, perchè non ci sarebbe
più nulla da fare al mondo? tutto il segreto è qui, tutta la storia è
qui! "
"Dostoevskij, da "I demoni"
grazie a : http://ilimoni.blogspot.com/
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Postato da: giacabi a 18:23 |
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bellezza, dostoevskij
Guardare le stelle
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“ Siamo tutti nella fogna, ma alcuni di noi guardano alle stelle.”
Oscar Wilde
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Postato da: giacabi a 19:27 |
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bellezza, wilde
La Bellezza
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“La Bellezza è una forma del Genio, anzi, è più alta del Genio perché non necessita di spiegazioni. Essa
è uno dei grandi fatti del mondo, come la luce solare, la primavera, il
riflesso nell'acqua scura di quella conchiglia d'argento che chiamiamo
luna. Non può essere interrogata: regna per diritto divino”
Oscar Wilde
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Postato da: giacabi a 19:23 |
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bellezza, wilde
LA BELLEZZA
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«Noi non ci accontentiamo di vedere la Bellezza, anche se il Cielo sa che gran dono sia questo. Noi vogliamo qualcos'altro, che è difficile esprimere a parole. Vogliamo sentirci uniti alla bellezza che vediamo, trapassarla, riceverla dentro di noi, immergerci in essa, diventarci parte.».
C.S. Lewis, Il peso della gloria
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Postato da: giacabi a 20:10 |
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bellezza, lewis
La bellezza
apre l’animo al mistero
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«Il titolo dell’incontro di quest’anno – “Il sentimento delle cose, la contemplazione della bellezza” – presenta una tematica molto interessante. Cristo ha detto: “Io sono la verità” (cfr. Gv 14,6) e chi lo ha incontrato sulle strade della Palestina ha visto in Lui anche “il più bello tra i figli dell’uomo” (Sal
44,3). La singolare coincidenza tra verità e bellezza, che si realizza
nel Verbo fatto uomo, si ripropone spesso nelle rappresentazioni
dell’arte cristiana suscitando, anche nella nostra epoca, il desiderio
di poterla ritrovare nelle odierne composizioni. In effetti, in
questo nostro tempo, il pensiero tende spesso a sostenere che la verità
sarebbe estranea, come tale, al mondo dell’arte. La bellezza, poi,
riguarderebbe soltanto il sentimento e rappresenterebbe una dolce
evasione dalle ferree leggi che governano il mondo. Ma è proprio così?
La
natura, le cose, le persone, a ben vedere, sono capaci di stupirci per
la loro bellezza. Come non vedere, ad esempio, in un tramonto di
montagna, nell’immensità del mare, nei lineamenti di un volto qualcosa
che ci attrae e, nello stesso tempo, ci invita ad approfondire la
conoscenza della realtà che ci circonda? Tale
constatazione spinse il pensiero greco a sostenere che la filosofia
nasce dalla meraviglia, mai disgiunta dal fascino della bellezza. Anche
ciò che esula dal mondo sensibile possiede una sua intima bellezza, che
colpisce lo spirito e lo apre all’ammirazione. Si pensi alla potenza
d’attrazione spirituale esercitata da un atto di giustizia, da un gesto
di perdono, dal sacrificio per un grande ideale vissuto con letizia e
generosità.
Nel
bello traspare il vero, che attrae a sé attraverso il fascino
inconfondibile che emana dai grandi valori. Sentimento e ragione si
trovano così ad essere radicalmente uniti da un appello rivolto alla
persona tutta intera. La
realtà, con la sua bellezza, fa sperimentare l’inizio del compimento e
quasi ci sussurra: “Tu non sarai infelice; la domanda del tuo cuore si
realizzerà, anzi già si realizza”.
Talora
la bellezza può sedurre e corrompere, ma questa degenerazione, come
ricorda il Vangelo, rappresenta un amaro frutto d’una scelta non buona
che nasce nel cuore della persona, perché “non c’è nulla fuori dell’uomo
che, entrando in lui, possa contaminarlo” (Mc
7,15). In questo caso, lo sguardo dell’uomo si ferma a ciò che appare
e, negando il richiamo ad andare oltre, richiamo presente in ogni cosa
bella, ne nega il valore di segno e ne pretende il possesso cancellando
così nel tempo ogni traccia di bellezza.
A questa amara esperienza si riferisce sant’Agostino nelle Confessioni quando riconosce: “Mi
gettavo sulle cose belle che hai creato. Mi tenevano lontano da Te le
tue creature, che non esisterebbero se non fossero in Te” (X, 27, 38). Il Vescovo di Ippona ricorda, però, che fu proprio la bellezza a liberarlo da questa angustia: “Mi
hai chiamato, hai gridato, e hai vinto la mia sordità. Hai mandato
bagliori, hai brillato, e hai dissipato la mia cecità. Hai diffuso la
tua fragranza, io l’ho respirata, e ora anelo a te” (ivi).
Il fulgore della bellezza contemplata apre l’animo al mistero di Dio. Già il Libro della Sapienza
rimproverava coloro che “dai beni visibili non hanno saputo riconoscere
Colui che è” (13, 1), giacché dall’ammirazione della loro bellezza
avrebbero dovuto risalire all’Autore (cfr. 1,3, 3).
Infatti “dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si
conosce l’Autore” (13, 5). La bellezza possiede una sua forza pedagogica
nell’introdurre efficacemente alla conoscenza della verità. In
definitiva, essa conduce a Cristo che è la Verità. Quando infatti
l’amore e la ricerca della bellezza scaturiscono da uno sguardo di fede,
si riesce a penetrare più a fondo le cose e a entrare in contatto con
Colui che è la fonte d’ogni cosa bella.
L’arte
cristiana, nelle sue migliori espressioni, costituisce una splendida
conferma di questa intuizione, presentandosi come un omaggio della
bellezza trasfigurata, resa eterna dallo sguardo della fede.»
MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AL XXIII MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI
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Postato da: giacabi a 15:19 |
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bellezza, giovanni paoloii
Confessione sull’arte moderna
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Il
popolo non chiede più all’arte né consolazione né entusiasmi. I più
raffinati, gli agiati, i fannulloni, i distillatori della quintessenza,
cercano il nuovo, la cosa non comune, l’originale, lo scandaloso. Io,
dai tempi del cubismo e dopo di esso, accontentavo questi signori e
questi critici con le innumerevoli stranezze che mi brulicavano nella
mente, ed essi quanto meno li comprendevano tanto più li ammiravano.
Tanto mi divertivano tutti questi giochi con tutte le loro sciocchezze, i
rebus, gli arabeschi che divenni noto in breve tempo. Per un pittore la
notorietà significa vendita, guadagno, successo, ricchezza. Oggi, come vedete, io sono diventato noto a tutti e molto ricco: ma quando
mi trovo solo con me stesso non ho il coraggio di considerarmi pittore
nell’antico senso di questa parola. Grandi pittori sono stati Giotto,
Tiziano, Rembrandt, Goya. Io sono stato soltanto un burlone pubblico che
ha sentito il proprio tempo. Allora se gli artisti sono insoddisfatti di quelle correnti che seguono forse solo per interesse, perché i critici le esaltano? Forse troppi oggi si dilettano con l’arte e tanti riescono abbastanza bene (specie in pittura): così i critici lodano le stramberie perché pochi ad esse si dedicano e, quindi, vi è più possibilità di guadagno?
di Pablo Picasso
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Postato da: giacabi a 08:30 |
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bellezza
Il bello
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“Tutti
gli scrittori, non soltanto i nostri, ma anche tutti quelli europei che
hanno pensato di raffigurare un uomo positivamente bello, si sono
sempre dati per vinti. Perché si tratta di un compito sconfinato. Il bello è l’ideale, e l’ideale, sia quello nostro, sia quello della civilizzata Europa, è ancora lungi dall’essere elaborato. Al mondo c’è una sola persona positivamente bella:
Cristo, sì che l’apparizione di questa persona sconfinatamente, infinitamente bella è, naturalmente, già un miracolo infinito... Tra
le persone belle della letteratura cristiana la più compiuta è Don
Chisciotte. Ma egli è bello unicamente perché nello stesso tempo è
ridicolo”
da F. M. Dostoevskij
Lettera del 1/13 gennaio 1868 alla nipote Sonja
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Postato da: giacabi a 15:10 |
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bellezza, dostoevskij
Il mondo segno di Dio
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Giovani che frequentate l’Università,
studenti di fisica, di chimica o di qualunque
altra materia, non date retta a quei
delinquenti dello spirito, a quegli omicidi
dell’anima che distruggono nei vostri cuori
la realtà della fede e vengono a dirvi che la
scienza ha dimostrato che Dio non c’è.
Ma come ti vediamo, o Signore, palpitare
nella luce delle stelle noi che raccogliamo
nei nostri telescopi, nei nostri radioscopi, le
vibrazioni delle galassie lontane milioni e
miliardi di anni-luce e troviamo che le leggi
degli atomi, dei protoni, dei neutroni che
sono lassù risultano identiche alle leggi
degli atomi, dei protoni, dei neutroni di
questo microfono, che compongono queste
mie mani, che fanno di quel tappeto
un’opera d’arte o di questo arco un monumento. Noi che vediamo
tutto questo ne dobbiamo concludere:
se voi protoni, se voi neutroni
siete uguali, c’è un’unica Mano che uguali
vi ha fatto perché gli uni
e gli altri non vi conoscete” –
Enrico Medi, conferenza tenuta nella
chiesa di S. Domenico in Prato, 11 febbraio 1972.
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Postato da: giacabi a 16:45 |
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bellezza, scienza - articoli
La bellezza segno di Dio
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"Interroga
la bellezza della terra, del mare, dell'aria rarefatta e dovunque
espansa; interroga la bellezza del cielo... interroga tutte queste
realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo
belle. La loro bellezza è come un inno di lode. Ora, queste creature, così belle ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è bello in modo immutabile?"
S. Agostino (Sermo 241)
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Postato da: giacabi a 16:46 |
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bellezza, agostino
L’uomo creatura di Dio
***
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« L'uomo è un grande mistero, i suoi
milioni di neuroni cerebrali costituiscono un tipo di macchina che uno spirito potrebbe far funzionare, anche se uno spirito è l'agente che fino ad ora è sfuggito alle ricerche degli strumenti più raffinati. Io credo che il nostro io sia una creazione soprannaturale, sia cioè quello che la religione definisce "anima". Attraverso i miei studi ho capito l'unicità di ciascun individuo in quanto creazione di Dio»."
Sir John Eccles Premio Nobel per la Medicina 1963,:
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