QUESTO È IL MIO AMICO
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Voglio dirvi com'io ho fatto la Sua conoscenza.
Avevo sentito parlar assai di Lui, ma non ci facevo caso.
Mi mandava ogni giorno dei regali, ma non Lo ringraziavo mai.
Mi parve più d'una volta che desiderasse la mia amicizia, ma io restavo freddo.
Io ero senza casa, e disgraziato, e affamato, e ogni momento in pericolo;
ed Egli mi offriva ricovero, comodi, cibi, sicurezza;
ma io Gli ero ingrato lo stesso.
ma io Gli ero ingrato lo stesso.
Alla fine, Egli incrociò la mia strada, e, col pianto negli occhi,
cercò dirmi: vieni a stare con me.
cercò dirmi: vieni a stare con me.
Voglio dirvi come ora mi tratta.
Colma tutti i miei bisogni.
Mi dà più di quanto oso chiedere.
Anticipa ogni mia necessità.
Mi supplica di chiedere sempre più.
Mai si ricorda della mia ingratitudine passata.
Mai mi respinge per le mie passate follie.
Voglio dirvi, anche, che cosa io penso di Lui.
Egli è tanto buono quanto è grande.
Il Suo amore è tanto vivo quanto vero.
È così prodigo nelle sue promesse, com'è fedele in mantenerle.
È geloso del mio amore, quanto Lo merita.
Io sono in ogni cosa il suo debitore, ma Egli mi comanda di chiamarlo Amico. ROBERTO UGO BENSON L'AMICIZIA DI CRISTO
Postato da: giacabi a 19:11 |
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CRISTO NELLA CHIESA
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Perché, mentre i Protestanti trovano nella vita di Gesù Cristo esposta nei Vangeli la testimonianza di tutti i suoi atti, e nelle sue parole «È consumato» una prova che la rivelazione è conclusa e la redenzione si è compiuta, i Cattolici credono che in un certo senso quella conclusione non sia che un principio, l'inizio dunque più che la fine. Perciò,
mentre i Protestanti ritengono che non vi è necessità vitale di una
Chiesa, a meno che una società umana sia conveniente e anche necessaria
per l'indirizzo e l'organizzazione delle energie individuali,
i Cattolici credono che la Chiesa è veramente il Corpo di Cristo, e che
nella Chiesa Egli vive, parla, agisce realmente (benché in altro senso e
in altre condizioni) come visse, parlò, agì in Galilea e a Gerusalemme. In
altre parole: abbiamo ora visto che tutti i Cristiani si accordano nel
ritenere che Dio assunse in unione con Se, nell'incarnazione, umana
natura creata, per compiere l'opera sua e che Egli prese da Maria la
sostanza creata nella quale Egli visse e per la quale agì. Benissimo. I Cattolici poi, un passo in certo modo parallelo, benché non identico-fanno un passo avanti all'atto della incarnazione – e credono inoltre che Egli si unisce alla umana natura dei suoi discepoli, e, in questo Corpo così formato, agisce, vive, parla. Riassumendo: i
Cattolici credono che come Gesù Cristo visse la sua vita naturale sulla
terra duemila anni fa in un corpo ricevuto da Maria, così Egli vive la sua vita mistica oggi in un corpo uscito dalla stirpe umana in generale chiamato la Chiesa Cattolica credono che le parole, le azioni della Chiesa sono le sue, la vita della Chiesa è la sua vita (con certe restrizioni ed eccezioni) come sue furono parole, azioni, vita a Lui attribuite dai Vangeli: per questa ragione essi danno
alla Chiesa l'assenso della loro fede, persuasi in tal modo di darlo a
Dio stesso. Essa non è soltanto luogotenente, rappresentante di Dio
sulla terra, non soltanto sua Sposa; in certo senso essa è Gesù Cristo
stesso. In tal modo, come in altro del quale ora non trattiamo, Egli adempie la sua promessa di rimanere con i suoi discepoli fino alla fine del mondo. Per
illuminare ancora una volta sotto un altro aspetto questa posizione,
che mi propongo di illustrare poi con maggiore ampiezza, si può dire che Dio si manifesta in una vita singola nei Vangeli, in una vita collettiva nella Chiesa. ROBERT HUGH BENSON da: CRISTO NELLA CHIESA
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Postato da: giacabi a 13:37 |
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CRISTO NELLA CHIESA
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«Iniziai a capire che “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”; che se ha scelto la sostanza creata di una Vergine per costituirsi come corpo naturale, allora può anche utilizzare la sostanza creata degli uomini per formare per sé quel corpo mistico attraverso cui Egli si rende presente a noi sempre. Ma allora il cattolicesimo è materialistico? Certo, e lo è come la Creazione e l’Incarnazione, né più né meno».ROBERT HUGH BENSON
figlio dell’arcivescovo anglicano di Canterbury 1871-1914
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