Questa spinta verso l’infinito è Dio
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“L’azione è in perpetuo divenire, come travagliata dall’aspirazione di una crescita infinita……..Noi siamo costretti a voler divenire ciò che da noi stessi non possiamo né raggiungere né possedere...È perché
ho l'ambizione di essere infinitamente, che sento la mia impotenza: io
non mi sono fatto, non posso ciò che voglio, sono costretto a superarmi….Ora , questa spinta verso l’infinito, che dilata continuamente la mia azione, è Dio. Egli non ha altra ragione d’essere per noi che perché è ciò che noi non possiamo essere ne fare con le sole nostre forze. “
M. Blondel, L'action, Parigi, 1982,
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Postato da: giacabi a 22:12 |
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blondel
L’uomo per comprendere se stesso
deve osservarsi nell’azione
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Vivere e pensare come
in un sogno, come in un breve istante di lucidità tra due periodi di
sonno, senza avere sufficiente stimolo ad alzarsi, ad aprire gli occhi, a
vedere e camminare non costituisce forse l’unico atteggiamento che
abbiamo dovuto condannare decisamente fin dall’inizio, perché è
contrario al movimento più genuino e fondamentale della nostra natura? Ora
come conoscere tutto ciò che si agita nel nostro universo interiore,
come sapere se si ha un’attenzione abbastanza lucida, un’intenzione
abbastanza precisa, un ardore abbastanza vivo, una volontà autentica ma appunto non c’è bisogno di saperlo in via previa. La garanzia e il criterio della sincerità è l’atto,
il quale tronca le incertezze e manifesta i segreti più intimi che
ignoriamo e nascondiamo a noi stessi. Esso quindi è una rivelazione sul
nostro stato profondo. ….. Pertanto
è osservando i nostri atti, più che i nostri pensieri , che dobbiamo
sperare di vedere quali siamo e di farci quali vogliamo. …..Dandoci una lucida coscienza di ciò che vogliamo e di ciò che siamo, l’atto
è per noi un segnale e un aiuto, come le figure geometriche aiutano un
pensiero astratto con la rappresentazione materiale. Esso ci fornisce
una definizione concreta dell’idea che esprime.
Maurice Blondel
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