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sabato 4 febbraio 2012

bloy

L'AMORE
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Io dico che qualcuno mi ama quando accetta di soffrire con me. Altrimenti egli è un usuraio che vuole installare nel mio cuore il suo vile commercio.
LEON BLOY
Più andremo verso Dio e più saremo uniti, cioè avvicinati. Gli esseri umani non sono paralleli, ma convergenti e Dio è il loro fuoco.

LEON BLOY

Postato da: giacabi a 17:17 | link | commenti
bloy

sabato, 23 luglio 2011
L’uomo moderno
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Léon Bloy, forse l’unico scrittore francese che sia stato dotato di senso dell’umorismo, scrisse che l’uomo moderno ha superato di gran lunga l’apostolo san Tommaso: «La sua ammirevole superiorità consiste infatti nel non credere nemmeno dopo aver visto e toccato. Ma che dico! Nel diventare incapace di vedere e di toccare a furia di non credere».
Léon BloyTracce feb 2008 p.102)

Postato da: giacabi a 09:45 | link | commenti (1)
bloy

sabato, 10 gennaio 2009
Gesù  è negli ultimi
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 «Gesù sta al centro di tutto, assume tutto e si fa carico di tutto, tutto soffre. È impossibile colpire oggi un qualunque essere senza colpire lui, e impossibile umiliare qualcuno o annientarlo, senza umiliare lui, maledire o assassinare uno qualsiasi, senza maledire o uccidere lui».
Leon Bloy

Postato da: giacabi a 09:19 | link | commenti
gesù, bloy

venerdì, 28 marzo 2008
Il dolore nostro fratello
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Sofferenza necessaria 
Il dolore è una grazia che non abbiamo meritato. 
Io dico che qualcuno mi ama quando accetta di soffrire con me. Altrimenti egli è un usuraio che vuole installare nel mio cuore il suo vile commercio. 
Io sono soprattutto un uomo di guerra, ma il mio furore si rivolgerà soltanto contro i potenti, gli ipocriti, i seduttori di anime, gli avari, e sono straziato dalla pietà per gli oppressi e i sofferenti
Il dolore! Ecco dunque la grande parola. 
Ecco la soluzione di ogni vita umana sulla terra. Il trampolino di tutte le superiorità, il vaglio di tutti i meriti, il criterio infallibile di tutte le bellezze morali! Non si vuole assolutamente capire che il dolore è necessario. Coloro che affermano che il dolore è, utile non ne capiscono niente. L’utilità suppone sempre qualche cosa di aggiunto e di contingente, mentre il dolore è «necessario». 
Nessuno sfugge a questa legge giusta e misericordiosa: si deve sempre «pagare». 
La mia vita è stata eccezionalmente dolorosa. 
Dalla mia infanzia non ricordo d’aver cessato di soffrire in tutti i modi, e spesso con un eccesso incredibile. Ho molto spesso meditato sulla sofferenza. Mi sono persuaso che non c’è che questo di soprannaturale quaggiù. 
Noi siamo tutti dei miserabili e dei devastati, perciò pochi uomini sono capaci di guardare nel fondo del loro abissoAh, si, sono passato attraverso terribili dolori, ho conosciuto la «vera» disperazione e mi sono lasciato cadere nelle sue mani di modellatrice di bronzo. Ma, per carità, non crediate che io sia tanto straordinario. Il mio caso sembra eccezionale solo perché m’è stato dato di sentire, meglio di qualche altro, l’indicibile desolazione dell’amore… 
Il dolore non è il nostro fine ultimo, è la felicità il nostro fine ultimo. Il dolore ci conduce per mano alla soglia della vita eterna
L’uomo che non soffre o che non vuole soffrire è un figlio diseredato dal Figlio di Dio che sposa il dolore, perché solo colui che accetta di soffrire può intravedere la pace della sua anima. 
Come far capire che a una certa altezza gioia e dolore sono la stessa cosa, e che un’anima eroica li colloca agevolmente sullo stesso piano? 
Un cristiano che non vuole soffrire con Gesù è un borghese comodamente sdraiato con la pancia piena, che assiste dalla sua poltrona, con voluttuoso dilettantismo di compiacenza, al supplizio di un innocente che muore per lui
La felicità è il martirio, la somma felicità in questo modo, il solo bene invidiabile e desiderabile. Essere fatto a pezzi, essere bruciato vivo, ingoiare piombo fuso per amore di Gesù Cristo! 
Per quanto folle possa sembrarvi, io sono, in realtà, un obbediente e un tenero. 
Le mie pagine più veementi furono scritte per amore e spesso con lacrime d’amore, in ore di pace indicibili. 
La sofferenza di eh! è lontano da Dio 
Non c’è che una tristezza: quella di non essere santi. Attendo Io Spirito Santo che è il Fuoco di Dio. Sono fatto per attendere continuamente e per rodermi nell’attesa. Da oltre mezzo secolo non sono stato capace di fare altro. 
Ho tale fame e sete dell’Amore di Dio, che conto i giorni come un insensato. Ma una qualità dell’amore è d’essere impaziente. 
È vero solo ciò che è Assoluto. 
Eccetto Dio, tutto mi è uguale. 
Affermiamo quanto sia legittima la tristezza degli esiliati dal paradiso. Non ci si può consolare di aver perduto il giardino… 
La miseria è la mancanza del necessario. 
Più andremo verso Dio e più saremo uniti, cioè avvicinati. Gli esseri umani non sono paralleli, ma convergenti e Dio è il loro fuoco. 
Potevo diventare un santo e un taumaturgo, ma sono diventato un letterato! Non ho fatto quello che Dio voleva da me, è certo. Ho sognato, invece, quello che volevo da Dio ed eccomi con in mano solo della carta. 
Mi sento indicibilmente solo e so in anticipo che non 
avrà neanche un secondo per precipitarmi nell’abisso di luce… 
Ma voglio ancora sperare. 
Attendo ancora Qualcuno. 
Qualcuno di molto povero, molto sconosciuto e molto grande. 
Qualcuno deve venire. 
Qualcuno che io sento galoppare sul fondo- degli abissi, deve venire, in modo inaudito 
Povertà: tenerezza di Dio 
Il popolo di Dio è tutto ciò che è povero, tutto ciò che soffre, tutto ciò che è profondamente umile. 
Non ho subito la miseria, l’ho sposata per amore, avendo potuto scegliere un’altra compagna. 
Indebolito dall’età e padre delle dolci creature che conoscete, desidero naturalmente un’esistenza meno difficile, ma spero la grazia di non diventare mai ricco. 
Della mia miseria io sono fiero… Essa viene da una mia libera scelta, pur avendo avuto spesso il mezzo e l’occasione di liberarmene. 
L’uomo è posto così vicino a Dio che la parola « povero » è espressione di tenerezza. Quando il cuore scoppia di compassione e d’amore, quando non si può quasi più trattenere le lacrime, è questa parola che viene sulle labbra. 
Se un uomo dà un soldo a un povero con il cuore cattivo, questo soldo fora la mano del povero, cade, fora la terra, trapassa il firmamento e compromette l’universo… C’è un solo mezzo per non spogliare gli altri: spogliare se stesso. 
Solo i poveri donano spontaneamente, ai ricchi si deve chiedere con insistenza. 
Prendersi gioco del povero significa camminare sul cuore di Cristo. È impossibile colpire una creatura senza colpirlo, umiliare qualcuno senza umiliarlo o uccidere qualunque uomo senza maledire o uccidere lui stesso. 
—————————— 
LÉON BLOY nasce a Périgueux (Francia) nel 1846; nel 1869 si converte al cattolicesirno, nel 1873 si dà al giornalismo e inizia una vita di grande miseria. Nel 1890 si sposa, senza che la nuova situazione allevii la sua precarietà econornica. Moore nel 1917. Sue opere più significative sono Il disperato, Edizioni Paoline, Roma; Il sangue del povere, Edizioni Paoline, Rorna; La fede impaziente, Bompiani, Milano.  

Postato da: giacabi a 21:33 | link | commenti
bloy

sabato, 05 gennaio 2008
Preghiera per l'imprevisto
***.
  
O Dio dell'imprevisto,
fa' ch'io non tema mai
l'imprevisto
l'inconsueto
l'impensato
poiché proprio Tu fosti tutto ciò
e feristi il cuore degli uomini
con la tua assoluta Novità.

Scioglimi il cuore
perché anch'io sappia
sorprendermi e sorprendere
per diversità di pensiero
novità di vita
fantasia d'amore
prontezza di fronte al male.

Fa' che un pochino almeno ti somigli,
o Dio dell'imprevisto,
che nel tuo Figlio
desti il giro ad un mondo rappreso
e senza senso.

Fa' ch'io diventi immagine e strumento
della tua Buona Novità.
Léon Bloy, (1846-1920)

Postato da: giacabi a 16:57 | link | commenti (2)
preghiere, bloy

mercoledì, 19 settembre 2007
Desiderio
***
 È proprio dell'amore essere impaziente. Si deve desiderare la gloria di Dio e soffrire terribilmente per la sua infinita mancanza.
Leon Bloy

 

Postato da: giacabi a 20:25 | link | commenti
desiderio, bloy

sabato, 07 luglio 2007

IL SENSO RELIGIOSO
in  L. Bloy
Il dolore nostro fratello
Mi sento indicibilmente solo e so in anticipo
che non avrò neanche un secondo per precipitarmi
nell'abisso di luce...
Ma voglio ancora sperare.
Attendo ancora Qualcuno.
Qualcuno di molto povero, molto conosciuto e molto grande.
Qualcuno deve venire.
Qualcuno che io sento galoppare sul fondo degli abissi
deve venire, in modo inaudito.
L. Bloy  

Postato da: giacabi a 16:52 | link | commenti
senso religioso, bloy

martedì, 01 agosto 2006
Questo brano tratto da “ Un senso alla vita” di  A. de Saint Exupery fa capire bene  come l’ideologia sta riducendo l’uomo.
 
….Così siamo finalmente liberi? Ci hanno tagliato le braccia e le gambe, e poi ci hanno lasciato liberi di camminare. Ma io odio questa epoca in cui l’uomo, sotto un totalitarismo universale, diviene bestiame mansueto,educato e tranquillo. Ci fanno prendere questo per un progresso morale!
Quello che odio nel marxismo è il totalitarismo cui esso porta. L’uomo, vi è definito come produttore e come consumatore, il problema essenziale è quello della distribuzione. È ciò che avviene nelle fattorie moderne.
Quello che odio del nazismo è il totalitarismo cui esso aspira per la a sua stessa essenza. Si fanno sfilare gli operai della Ruhr davanti a un Van Gogh, a un Cezanne e  a una cartolina illustrata. Essi votano naturalmente per la cartolina. Ecco la verità del popolo! Si rinchiudono in un campo di concentramento i candidati Cezanne, i candidati Van  Gogh,  tutti i grandi anticonformisti, e si nutre di cartoline un bestiame sottomesso.
Ma dove vanno a finire gli Stati Uniti, e noi pure dove andiamo, in quest’epoca di burocrazia universale? L’uomo robot, l’uomo termite, l’uomo che oscilla dal lavoro a catena sistema Bedaux al tressette, l’uomo castrato di ogni suo potere creatore, che non sa più nemmeno,in fondo al suo villaggio, comporre una danza ne una canzone. L’uomo che viene nutrito di cultura confezionata , di cultura standard come si nutrono i buoi di fieno. Ecco che cosa ‘ l’uomo d’oggi. ….Escher - Bond of Union, 1956

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