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sabato 4 febbraio 2012

Caproni

L’uomo ha bisogno di compagnia
 ***
Condizione

Un uomo solo,

chiuso nella sua stanza.

Con tutte le sue ragioni,

Tutti i suoi torti.

Solo in una stanza vuota,

a parlare. Ai morti.

G. Caproni, Il muro della terra
***
Buon Natale
Oggi siamo seduti, alla vigilia
di Natale, noi gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre di fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo:
perché Tu ci sei davvero necessario
Bertolt Brecht

Postato da: giacabi a 20:42 | link | commenti
natale, caproni

mercoledì, 05 novembre 2008
  
***

La vedevo alta sul mare.
Altissima. Bella. All’infinito bella
più d’ogni altra stella.
Bianchissima, mi perforava
l’occhio e la mente, viva
come la punta di un ago.
Ne ignoravo il nome.
Il mare mi suggeriva Maria.
Era ormai la mia
sola stella. Nel vago
della notte, io disperso
mi sorprendevo a pregare.
Era la stella del mare. Era…
Giorgio Caproni

Postato da: giacabi a 21:08 | link | commenti
maria, caproni

giovedì, 03 gennaio 2008
Così è stato il natale per molti giovani di oggi
***

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CONSIDERAZIONE


Il sesso. La partita

domenicale.

                 La vita

così è risolta.

                 Resta

(miseria d'una sorte!)

da risolver la morte
.



Giorgio Caproni da "Il muro della terra"

Postato da: giacabi a 22:27 | link | commenti (1)
natale, caproni

giovedì, 13 dicembre 2007
Dinanzi al Bambin Gesù,
pensando ai troppi innocenti
che nascono, derelitti, nel mondo
***

Nel gelo del disamore...
Senza asinello né bue...
Quanti, con le stesse Sue  
fragili membra, quanti
suoi simili, in tremore,
nascono ogni giorno in questa
Terra guasta!...
Soli
e indifesi, non basta
a salvarli il candore
del sorriso.
La Bestia
è spietata. Spietato  
l'Erode ch'è in tutti noi.
Vedi tu, che puoi
avere ascolto. Vedi
almeno tu, in nome
del piccolo Salvatore
cui, così ardentemente, credi, d'invocare per loro
un grano di carità.

A che mai serve il pianto
— posticcio — del poeta?
Meno che a nulla. È soltanto
vano orpello. È viltà.

Giorgio Caproni, Dinanzi al Bambin Gesù

Postato da: giacabi a 18:07 | link | commenti
gesù, caproni

sabato, 27 ottobre 2007
Lui
 ***
 «No, il paese non è
spopolato.Sono
 tutti nel bosco.
Tutti
alla battuta.
 Dicono
che solo ritorneranno
 a opera fatta.
 È un anno
più d'un anno, ormai.
Quello che ritroveranno
non se l'aspettano: lui,
che loro hanno ucciso,
qui più vivo e più incombente
(più spietato) che mai».
(G. Caproni, «Lui», in Il franco cacciatore, Garzanti,



 

Postato da: giacabi a 16:08 | link | commenti
gesù, caproni

mercoledì, 03 ottobre 2007
Congedo del viaggiatore cerimonioso
 ***

Amici, credo che sia
meglio per me cominciare
a tirar giù la valigia.
Anche se non so bene l’ora
d’arrivo, e neppure
conosca quali stazioni
precedano la mia,
sicuri segni mi dicono,
da quanto m’è giunto all’orecchio
di questi luoghi, ch’io
vi dovrò presto lasciare.

Vogliatemi perdonare
quel po’ di disturbo che reco.
Con voi sono stato lieto
dalla partenza, e molto
vi sono grato, credetemi,
per l’ottima compagnia
.

Ancora vorrei conversare
a lungo con voi. Ma sia.
Il luogo del trasferimento
lo ignoro. Sento
però che vi dovrò ricordare
spesso, nella nuova sede,
mentre il mio occhio già vede
dal finestrino, oltre il fumo
umido del nebbione
che ci avvolge, rosso
il disco della mia stazione.
Chiedo congedo a voi
senza potervi nascondere,
lieve, una costernazione.
Era così bello parlare
insieme, seduti di fronte:
così bello confondere
i volti (fumare,
scambiandoci le sigarette),
e tutto quel raccontare
di noi (quell’inventare
facile, nel dire agli altri),
fino a poter confessare
quanto, anche messi alle strette,
mai avremmo osato un istante
(per sbaglio) confidare.


(Scusate. E’ una valigia pesante
anche se non contiene gran che:
tanto ch’io mi domando perché
l’ho recata, e quale
aiuto mi potrà dare
poi, quando l’avrò con me.
Ma pur la debbo portare,
non fosse che per seguire l’uso.
Lasciatemi, vi prego, passare. Ecco.
Ora ch’essa è
nel corridoio, mi sento
più sciolto. Vogliate scusare).

Dicevo, ch’era bello stare
insieme. Chiacchierare.
Abbiamo avuto qualche
diverbio, è naturale.
Ci siamo – ed è normale
anche questo- odiati
su più d’un punto, e frenati
soltanto per cortesia.
Ma, cos’importa. Sia come sia, torno
a dirvi, e di cuore, grazie

per l’ottima compagnia.
Congedo a lei, dottore,
e alla sua faconda dottrina.
Congedo a te ragazzina
smilza, e al tuo lieve afrore
di ricreatorio e di prato
sul volto, la cui tinta
mite è sì lieve spinta.
Congedo, o militare
(o marinaio! In terra
come in cielo ed in mare)
alla pace e alla guerra.
Ed anche a lei, sacerdote,
congedo, che m’ha chiesto s’io
(scherzava!) ho avuto in dote
di credere al vero Dio.

Congedo alla sapienza
e congedo all’amore.
Congedo anche alla religione.
Ormai sono a destinazione.

Ora che più forte sento
stridere il freno, vi lascio
davvero, amici. Addio.
Di questo, son certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento.

Scendo. Buon proseguimento.

Giorgio Caproni


Postato da: giacabi a 14:54 | link | commenti
caproni, senso religioso

venerdì, 31 agosto 2007
Gesù
***
 Lo abbiamo
lasciato passare diritto
davanti a noi
 E solo
 quand’è scomparso,
 il deserto
ci è apparso chiaro.
 Che fare […] Abbiamo
scosso le spalle.
 Faremo,
ci siamo detti, senza
 di lui.
Saremo,
magari, anche più forti
e liberi.
 Come i morti.
Giorgio Caproni
 (Determinazione, in Il franco cacciatore, 1973-1982

 

Postato da: giacabi a 16:33 | link | commenti
gesù, caproni

Generalizzando
***
      Tutti riceviamo un dono.

      Poi, non ricordiamo più
      né da chi né che sia.
      Soltanto ne conserviamo

      – pungente e senza condono –
      la spina della nostalgia
.
Giorgio Caproni

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