Lui c’è sempre
***
"Questo è ciò che sento… adesso, a ogni ora del giorno. Tutte le cose buone sono una cosa sola. Tramonti,
scuole di filosofia, bambini, costellazioni, cattedrali, opere d’arte,
montagne, cavalli, poesie; sono solo travestimenti. Un’entità
soltanto si muove sempre tra noi, celandosi sotto il manto grigio della
chiesa o nel verde dei prati. Lui c’è sempre, dietro a ogni cosa,
soltanto lui può indossare quei travestimenti in modo tanto splendido".
G.K.Chesterton, da una lettera alla moglie 11/7/189grazie ad Annina
Postato da: giacabi a 17:27 |
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chesterton
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Noè diceva spesso a sua moglie, quando si sedeva a tavola: "Non m'importa dove va l'acqua, purchè non vada nel mio vino". Gilbert Keith Chesterton
Postato da: giacabi a 09:19 |
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chesterton
il razionalismo porta all'esaurimento mentale
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Il fenomeno
è semplice: la poesia naviga liberamente in un mare senza confini; la
ragione cerca di traversare quel mare senza confini e gli pone dei
confini. Il risultato è l'esaurimento mentale, simile all'esaurimento
fisico del signor Holbein.***
Accettare tutto è un esercizio, comprendere tutto è uno sforzo. II poeta desidera solo l'esaltazione e l'espansione, un mondo per distendervisi; gli piace vedere la sua testa sollevarsi nel cielo. II logico pretende di rinchiudere il cielo nella sua testa; e la testa scoppia”
. (GKC, Ortodossia, pag. 25)
Postato da: giacabi a 07:24 |
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La croce
La croce
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Gilbert Keith Chesterton da: la sfera e la croce
Postato da: giacabi a 17:04 |
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croce, chesterton
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Quando gli uomini perdono l’adorazione di Dio e dei Santi, prendono ad adorare se stessi.Hilaire Belloc
Postato da: giacabi a 18:44 |
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chesterton
Riconoscere un'altra Luce
***
***
"Il
cristianesimo è venuto nel mondo prima di tutto per affermare con
violenza che l'uomo doveva guardare non solamente dentro di sé, ma anche
fuori; doveva ammirare con stupore ed entusiasmo un divino drappello e
un divino capitano. Il solo piacere che si prova a essere cristiani è
quello di non sentirsi soli con la Luce Interiore, è di riconoscere
un'altra Luce, splendida come il sole, chiara come la luna, terribile
come un'armata con tutte le sue bandiere".
G.K. Chesterton
Postato da: giacabi a 19:20 |
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chesterton
La proprietà
***
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Sono ben conscio del fatto che nel nostro tempo il termine «proprietà» è stato messo a dura prova dalla corruzione dei grandi capitalisti. Sentendo i discorsi della gente si potrebbe pensare che i Rothschild e i Rockefeller siano schierati dalla parte della proprietà. Ma, ovviamente, costoro sono nemici della proprietà, perché sono nemici dei loro stessi limiti. Non vogliono la propria terra, ma quella altrui. Quando rimuovono la pietra di confine del vicino, rimuovono anche la propria. Un uomo che ama un piccolo campo triangolare dovrebbe amarlo perché ha la forma di un triangolo; chiunque ne distrugga la forma annettendogli più terra, è un ladro che ha rubato un triangolo. Un uomo che sia davvero capace di cogliere la poesia della proprietà desidera vedere il muro dove il suo giardino incontra quello del signor Smith; la siepe dove la sua fattoria e quella del signor Brown si toccano. Non può vedere la forma della propria terra se non vede i confini di quella del vicino."
Chesterton (What's Wrong With The World - p.54 - Editrice Lindau)
Postato da: giacabi a 09:37 |
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chesterton
Postato da: giacabi a 09:27 |
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chesterton
Postato da: giacabi a 16:23 |
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chesterton
Il suicida
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"Il
suicidio non è solo un peccato, è il peccato. È il male supremo e
assoluto, il rifiuto di qualsiasi interesse per l’esistenza, il rifiuto
di prestare fedeltà alla vita. L’uomo che uccide un uomo, uccide
un uomo. L’uomo che uccide se stesso, uccide tutti gli uomini: annienta
il mondo. Il suo gesto è peggiore (dal punto di vista simbolico) di
qualsiasi stupro o attentato dinamitardo. Perché distrugge tutti gli
edifici ed offende tutte le donne. Il ladro è appagato dai diamanti, il
suicida non lo è: questo è il suo crimine. Non si lascia corrompere
nemmeno dalle pietre sfolgoranti della Città Celeste. Il ladro esalta
gli oggetti che ruba, se non il loro proprietario. Ma il suicida insulta
tutto ciò che esiste al mondo non rubandolo. Rifiutando di vivere per
amore di un fiore, guasta tutti i fiori. In tutto l’universo non c’è una
sola creatura minuscola per la quale la sua morte non sia una beffa. Quando
un uomo s’impicca a un albero, le foglie potrebbero cadere incollerite e
gli uccelli volare via furiosi, poiché ognuno di essi ha ricevuto un
affronto personale"."Il suicida, ovviamente, è l’opposto del
martire. Un martire è qualcuno che ama così tanto qualcosa che sta fuori
di lui da dimenticare la propria vita. Il suicida è un uomo che ama
così poco qualsiasi cosa stia fuori di lui da desiderare di vedere la
fine di tutto. Il primo vuole che qualcosa cominci, il secondo vuole che
tutto finisca. In altre parole, il martire è nobile, proprio perché
(per quanto rinunci al mondo o detesti tutta l’umanità) confessa questo
estremo legame con la vita e pone il suo cuore fuori da se stesso: muore
affinché qualcosa possa vivere. Il
suicida è ignobile perché non possiede tale legame con l’esistenza: è
un semplice distruttore, personalmente distrugge l’universo".
Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia
Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia
Postato da: giacabi a 05:50 |
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eutanasia, chesterton
Solo nella tradizione è il mio amore
***
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Solo nella tradizione è il mio amore.
Vengo dai ruderi, dalle Chiese,
dalle pale d'altare, dai borghi
dimenticati sugli Appennini o le Prealpi,
dove sono vissuti i fratelli.
Giro per la Tuscolana come un pazzo,
per l'Appia come un cane senza padrone.
O guardo i crepuscoli, le mattine
su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,
come i primi atti della Dopo storia,
cui io sussisto, per privilegio d'anagrafe,
dall'orlo estremo di qualche età
sepolta. Mostruoso è chi è nato
dalle viscere di una donna morta.
E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno d'ogni moderno
a cercare i fratelli che non sono più.
Pasolini
"Che cosa vuole esprimere con questa sua nuova opera?"Il regista-Orson Welles, dopo aver letto una poesia di Pasolini ("Io sono una forza del passato...), tenendo tra le mani il libro Mamma Roma, dice infine al giornalista (mentre quest'ultimo idiotamente ride):
"Il mio intimo, profondo, arcaico cattolicesimo."
"Che cosa ne pensa della società italiana?"
"Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d'Europa."
"Che cosa ne pensa della morte?"
"Come marxista è un fatto che non prendo in considerazione"
"Lei non ha capito niente perché lei è un uomo medio: un uomo medio è un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, razzista, schiavista, qualunquista. Lei non esiste... Il capitale non considera esistente la manodopera se non quando serve la produzione... e il produttore del mio film è anche il padrone del suo giornale... Addio."In un breve scritto del 1961, infine, Pasolini così si espresse:
"Nulla muore mai in una vita. Tutto sopravvive. Noi, insieme, viviamo e sopravviviamo. Così anche ogni cultura è sempre intessuta di sopravvivenze. Nel caso che stiamo ora esaminando [La ricotta] ciò che sopravvive sono quei famosi duemila anni di "imitatio Christi", quell'irrazionalismo religioso. Non hanno più senso, appartengono a un altro mondo, negato, rifiutato, superato: eppure sopravvivono. Sono elementi storicamente morti ma umanamente vivi che ci compongono. Mi sembra che sia ingenuo, superficiale, fazioso negarne o ignorarne l'esistenza. Io, per me, sono anticlericale (non ho mica paura a dirlo!), ma so che in me ci sono duemila anni di cristianesimo: io coi miei avi ho costruito le chiese romaniche, e poi le chiese gotiche, e poi le chiese barocche: esse sono il mio patrimonio, nel contenuto e nello stile. Sarei folle se negassi tale forza potente che è in me: se lasciassi ai preti il monopolio del Bene".«la tradizione rifiuta di sottomettersi alla piccola e arrogante oligarchia di coloro che per caso si trovano ad andare per la maggiore»
Chesterton
Postato da: giacabi a 11:02 |
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pasolini, tradizione, chesterton
L'umiltà
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L'umiltà è ciò che rinnova continuamente la terra e le stelle. E' l'umiltà, non il dovere, che protegge le stelle dal male, dall'imperdonabile male della rassegnazione occasionale.
G.K. Chesterton, in "Eretici"
Postato da: giacabi a 20:30 |
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chesterton
Il mio nome è Lazzaro
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Dopo un momento, quando chinai la testa
e il mondo si capovolse,
e uscii là dove brillava, bianca, l’antica via
camminai per le strade
e ascoltai ciò che dicevano gli uomini,
foreste di lingue, come
foglie d’autunno non sparse,
non ingrate, ma strane e leggere;
vecchi enigmi e nuove fedi, non in contrasto
ma dolci, come quando l’uomo ricorda
con un sorriso i morti.
I saggi hanno cento mappe
che disegnano universi fitti come alberi,
scuotono la ragione con mille setacci
che accantonano la sabbia e
lasciano filtrare l’oro:
per me tutto ciò vale meno della polvere
poiché il mio nome è Lazzaro e sono vivo.
Gilbert Keith Chesterton
scritta per il proprio ingresso da adulto nella Chiesa cattolica
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Postato da: giacabi a 20:26 |
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chesterton
Le novelle delle fate
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"Le cose in cui ho sempre creduto di più sono le novelle delle fate: che a me sembrano essere cose interamente ragionevoli. Il paese delle fate non e' altro che il soleggiato paese del senso
comune. Abbiamo la lezione di Cenerentola; che poi e' la stessa del Magnificat: "exaltavit humiles". Abbiamo la famosa lezione della Bella e la Bestia: una cosa deve essere amata prima di
essere amabile…”
Gilbert Keith Chesterton
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Postato da: giacabi a 15:46 |
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chesterton
L'ottimismo cristiano
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“ un ottimismo profondo di fronte all'esistenza e alla storia al quale il cristiano perviene in forza della coscienza della resurrezione di Cristo”
Don Giussani
***
"Spesso
ho preferito chiamarmi ottimista per evitare la troppo evidente
bestemmia del pessimismo. Ma tutto l'ottimismo dell'epoca e' stato
falso e scoraggiante, per questa ragione: che ha sempre cercato di
provare che noi siamo fatti per il mondo.
L'ottimismo cristiano invece e' basato sul fatto che noi non siamo fatti per il mondo."
Gilbert Keith Chesterton
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“Chi ai nostri tempi può ancora coltivare senza
preoccupazioni la musica e l’amicizia, suonare e stare allegro?
Sicuramente non l’uomo “etico”, ma solamente il cristiano.”
Dietrich Bonhoeffer Così scriveva dal carcere nazista
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Postato da: giacabi a 15:17 |
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felicità, bonhoeffer, giussani, chesterton
Logici e poeti
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Il poeta cerca solo di mettere la testa in cielo.
É il logico che cerca di mettere il cielo dentro la propria testa.
Ed è la sua testa che si spacca.
Gilbert Keith Chesterton
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Postato da: giacabi a 09:44 |
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chesterton
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Il guaio dell'uomo moderno non è quello di avere perso la fede,ma quello di avere perso la ragione.
Gilbert Keith Chesterton |
Postato da: giacabi a 21:55 |
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ragione, chesterton
In Italia
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“Non sarà necessario che qualcuno combatta la proposta di una censura della stampa.
Non c'è bisogno di una censura della stampa.
Abbiamo una censura
ad opera della stampa".
G. K. Chesterton, Ortodossia
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Postato da: giacabi a 15:48 |
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chesterton
Per una rivoluzione morale ***
"Per una rivoluzione morale
servono un più pungente dispiacere
e un più pungente piacere:
il primo per vedere il mondo
come il castello dell'orco
da smantellare
e il secondo
per ricostruirlo
dalle macerie
come una casa
dove tornare la sera".
G. K. Chesterton
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Postato da: giacabi a 20:39 |
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chesterton
L'imprevisto
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C'è nella vita
un elemento di magica coincidenza
che può sfuggire alla gente
che bada solo
all'aspetto prosaico delle cose.
Come è stato ben espresso
dal paradosso di Poe,
la saggezza dovrebbe
contare sull'imprevisto.
Gilbert Keith Chesterton
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Postato da: giacabi a 20:52 |
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chesterton
***
In cielo non è così, ma qui in terra vivere è cambiare ed essere perfetti significa cambiare spesso nella ricerca della verità. Il fanatico non è colui che ama troppo la verità perché nessuno può amare troppo la verità.
Fanatico è colui che ama la “propria” verità più della verità stessa.
Preferisce, alla verità scoperta dall’umanità, la mezza verità che ha
scoperto lui. Il fanatismo si confonde spesso con la cosiddetta sincerità o spontaneità. Ma non è la sincerità che ci libera, bensì la verità, che ci libera perché ci trasforma. Essa ci strappa dalla schiavitù intima della propria cocciutaggine. Cercare
prima di tutto la propria sincerità o spontaneità significa forse non
voler essere trasformati, significa essere attaccati a se stessi, amarsi
morbosamente come siamo, significa non crescere.
A. Chesterton, L’uomo comune
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Postato da: giacabi a 19:15 |
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verità, chesterton
La dignità dell'artista
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La dignità dell'artista sta nel suo dovere di tener vivo il senso di meraviglia nel mondo. Gilbert Keith Chesterton da Generally Speaking |
Postato da: giacabi a 19:46 |
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chesterton
La Chiesa
***
"Nulla
di più comune, per esempio, che trovare un critico moderno che scriva
cose di questo genere: 'Il Cristianesimo fu soprattutto un movimento
ascetico, una corsa al deserto, un rifugio nel chiostro, una rinuncia
alla vita e alla felicità; esso non fu che parte di una fosca e inumana
reazione contro la natura stessa, un odio pel corpo, un aborrimento
dell'universo materiale, una specie di suicidio universale dei sensi e
anche dell'individuo. Derivava da un fanatismo orientale come quello dei
fachiri, ed era basato su un pessimismo orientale che considerava
l'esistenza stessa come un male'. In
tutto questo la cosa straordinaria è che tutto è verissimo; vero in
ogni particolare, con la sola differenza che è attribuito erroneamente a
chi non ci ha niente a che vedere. Non è vero della Chiesa; è vero
delle eresie condannate dalla Chiesa. È come se uno fosse
obbligato a scrivere un'analisi degli errori e del malgoverno dei
ministri di Giorgio III, con la piccola inesattezza che tutto il
racconto si riferisse a Giorgio Washington; o come se uno facesse un
elenco dei delitti dei bolscevichi con la sola variante di attribuirli
allo zar. La
Chiesa primitiva fu, sì, ascetica, ma in dipendenza di una filosofia
totalmente diversa da quella di una guerra alla vita e alla natura; la
quale realmente esistette nel mondo, e basterebbe che i critici
sapessero dove andare a cercarla"
G. K. Chesterton, L'Uomo Eterno
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Postato da: giacabi a 14:08 |
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chiesa, chesterton
La Bellezza
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grazie a Piero
“Il motivo per cui la gente non riesce a capire quanto è bella un’alba è semplicemente perché non può pagare per vederla”.
G.K.Chesterton
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Postato da: giacabi a 15:08 |
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bellezza, chesterton
Il diavolo non può rendere cattive le cose
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“Il diavolo non può rendere cattive le cose, esse rimangono come erano il primo giorno
della creazione. Solo l’opera del cielo era materiale, la creazione di un mondo materiale, l’opera dell’inferno è totalmente spirituale”.
G.K.Chesterton da:San Francesco d'Assisi
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Postato da: giacabi a 09:07 |
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chesterton
Il grande uomo
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“Ci vuole un grande uomo per capire quanto piccoli siamo!”
G.K.Chesterton
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Postato da: giacabi a 08:40 |
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chesterton
Il segreto del vangelo
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« Il cuore segreto del Vangelo: lo scandalo per cui l'amore vale molto più che l'intelligenza. ».
G.K. Chesterton
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Postato da: giacabi a 14:24 |
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chesterton
Cristianesimo e buddismo
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"Studiosi
di scienza popolare, come Blatchford, vanno ripetendo che il
Cristianesimo e il Buddhismo sono molto somiglianti, specialmente il
Buddhismo. Questo generalmente
si
crede e l’ho creduto anch’io finchè non ho letto un libro che ne
spiegava le ragioni. Le ragioni erano di due tipi: analogie che non
significavano niente perchè sono comuni a tutta l’umanità e analogie che
non erano affatto analogie. L’autore solennemente spiegava che le due
religioni erano simili nelle cose nelle quali sono simili tutte le
religioni, oppure le dipingeva come simili in qualche punto in cui esse
sono evidentemente differenti. Così, come esempio della prima categoria,
diceva che Cristo e Buddha, tutt’e due, erano stati chiamati dalla voce
divina che veniva dal cielo, quasi che voi poteste aspettarvi che la
voce divina venisse fuori dalla cantina del carbone; o, anche, affermava
gravemente che questi due Maestri orientali avevano avuto tutt’e due,
per una singolare coincidenza, la lavanda dei piedi. Si sarebbe potuto
aggiungere che fu una notevole coincidenza il fatto che tutt’e due
avessero un paio di piedi da lavarsi. L’altra categoria infine era
quella delle rassomiglianze che semplicemente non hanno nulla di
rassomigliante. Così questo conciliatore delle due religioni dedica la
più vigile attenzione al fatto che in certe feste religiose la veste del
Lama viene stracciata in segno di rispetto e i pezzi che restano sono
altamente pregiati. Ma questo è il rovescio della rassomiglianza perchè
gli abiti di Cristo furono stracciati non in segno di riverenza ma di
derisione e i pezzi non furono pregiati se non per quel che potevano
valere per gli straccivendoli. E'piuttosto come un’allusione all’ovvio
ravvicinamento fra le due cerimonie della spada: quando si dà con essa
un leggero colpo sulla spalla di un uomo e quando gli si taglia la
testa. Il che è ben differente per l’uomo in questione. Questi avanzi di
puerile pedanteria avrebbero poca importanza se non fosse vero che le
pretese rassomiglianze filosofiche sono anch’esse di questi due generi,
provando troppo o troppo poco. Che
il Buddhismo approvi la pietà o il dominio di se stessi non basta per
dire che esso somiglia in modo speciale al cristianesimo; tutt’al più
basta per dire che esso non è completamente dissimile da tutta
l’esistenza umana. I buddhisti disapprovano in teoria le crudeltà e
l’ingiustizia perchè tutti gli essere sani disapprovano in teoria la
crudeltà e l’ingiustizia. Ma dire che il Buddhismo e il Cristianesimo
hanno una stessa filosofia in proposito è semplicemente falso. Tutta
l’umanità conviene che noi ci dibattiamo in una rete di peccato; la
maggior parte dell’umanità riconosce altresì che ci deve essere una via
d’uscita, ma quanto a sapere quale sia questa via d’uscita non credo che
ci siano nell’universo due istituzioni che si contraddicano in modo
così netto come il Buddhismo e il Cristianesimo.
Anche
quando pensavo, con molti altri bene informati, anche se incolti, che
il Buddhismo e il Cristianesimo fossero simili, c’era sempre una cosa
che mi lasciava perplesso, vale a dire la sorprendente differenza nel
loro tipo di arte religiosa. Non intendo riferirmi alla tecnica della
riproduzione, ma all’oggetto stesso della rappresentazione. Due ideali
non possono essere più diversi di un santo cristiano in una cattedrale
gotica e un santo buddhista in un tempio cinese.
La diversità esiste in tutti i punti: ma forse il più breve rilievo che
si può fare è questo: che il santo buddhista tiene sempre gli occhi
chiusi e il santo cristiano li tiene sempre spalancati. Il santo
buddhista ha un corpo elegante ed armonioso, ma i suoi occhi sono
pesanti e sigillati dal sonno. Il corpo del santo medioevale è consumato
fino a un delirio di ossa, ma i suoi occhi sono tremendamente vivi.
Non ci può essere alcuna reale comunione di spirito tra forze che hanno
prodotto simboli differenti come questi. Ammesso che le due immagini
siano stravaganze, siano perversioni del puro credo, deve pur esserci
una divergenza sostanziale per dar luogo a stravaganze talmente opposte.
Il buddhista guarda con particolare attenzione dentro se stesso; il cristiano è rimasto a guardare fuori con intensità tragica. Se
noi seguiamo costantemente questo indizio, faremo delle scoperte
interessanti. Poco tempo fa la signora Besant, in un interessante
saggio, annunziava che c’era nel mondo una religione sola, che tutte le
fedi non erano che versioni o perversioni di quella, e che essa era ben
disposta a dire quale fosse. Secondo la signora Besant, questa chiesa
universale è semplicemente l’Io universale; è la dottrina la quale
c’insegna che tutti siamo una persona sola e che non esiste fra uomo e
uomo il muro divisorio dell’individualità. Se così posso esprimermi,
essa non ci dice di amare il nostro prossimo, ma di essere il nostro
prossimo. Questa è l’attenta e suggestiva descrizione che la signora
Besant ci dà della religione in cui tutti gli uomini dovrebbero trovarsi
d’accordo. E io confesso di non aver mai udito, nella mia vita, alcun
suggerimento di fronte al quale più violentemente mi sia trovato in
disaccordo. Io
voglio amare il mio prossimo, non perchè egli è me, ma precisamente
perchè non è me. Voglio adorare il mondo non come uno ama lo specchio
perchè vi ritrova se stesso, ma come uno ama una donna perchè è
completamente diversa da lui. Se le anime sono separate, l’amore è
possibile. Se le anime sono unite, l’amore è ovviamente impossibile. Si
può dire vagamente che un uomo ama se stesso, ma non che un uomo è
innamorato di se stesso; se fosse così, sarebbe davvero un
corteggiamento molto monotono.
Se il mondo è pieno d’individui distinti, essi possono realmente essere
individui disinteressati; ma se si ammette la dottrina della signora
Besant, l’intero cosmo non è che una sola persona enormemente egoista. È
proprio qui che il Buddhismo è dalla parte del panteismo moderno e
dell’immanenza: e proprio qui il cristianesimo è dalla parte
dell’umanità, della libertà e dell’amore. L’amore vuole la personalità, e
perciò esige la divisione. È istintivo nel Cristianesimo il piacere che
Dio abbia diviso l’universo in tanti piccoli frammenti, perchè sono
frammenti di vita; è istintivo invitare «i bambini ad amarsi l’uno con
l’altro» piuttosto che invitare una grossa persona ad amare se stessa. Questo è l’abisso intellettuale fra Buddhismo e Cristianesimo;
per il buddhista o per il teosofo, la personalità significa la caduta
dell’uomo; per il cristiano significa il proposito di Dio, l’obiettivo
totale della sua idea cosmica. Il mondo-anima dei teosofi chiede che
l’uomo lo ami solo perchè vi si può gettare dentro. Ma il centro divino
del cristianesimo ha gettato fuori l’uomo, proprio perché l’uomo potesse
amarlo. La divinità orientale è come un gigante che abbia perduto una
gamba o un braccio e stia sempre cercando di ritrovarli; la potenza
cristiana è come un gigante che in un impeto di strana generosità si sia
tagliato la mano destra perchè questa possa liberamente consentire di
stringergli l’altra".
G. K. Chesterton da: Ortodossia
|
Postato da: giacabi a 15:51 |
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chesterton
Realismo
***
" L'oggetto è un oggetto; può esistere ed esiste infatti al di fuori dalla mente, o in assenza della mente.
E perciò allarga la mente di cui diviene parte. La mente conquista una
nuova provincia, come un imperatore; ma solo perché ha risposto al suono
di un campanello, come un servitore. La mente [...] è se stessa per questo nutrirsi di fatti, [...] questo cibarsi della strana, dura carne della realtà. ".
G. K. Chesterton, San Tommaso d'Aquino
|
Postato da: giacabi a 14:49 |
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reale, chesterton
***
"Ogni
particolare indica qualche cosa, certo, ma in genere indica la cosa
sbagliata. A me sembra che i fatti indichino in tutte le direzioni, come
i mille rami di un albero. È solo la vita dell'albero che ha unità e si innalza, solo la linfa verde che sgorga, come una fontana, verso le stelle".
G. K. Chesterton, Il Club dei mestieri stravaganti
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