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domenica 5 febbraio 2012

Chesterton, 1

Lui c’è sempre
***

 

 
"Questo è ciò che sento… adesso, a ogni ora del giorno. Tutte le cose buone sono una cosa sola. Tramonti, scuole di filosofia, bambini, costellazioni, cattedrali, opere d’arte, montagne, cavalli, poesie; sono solo travestimenti. Un’entità soltanto si muove sempre tra noi, celandosi sotto il manto grigio della chiesa o nel verde dei prati. Lui c’è sempre, dietro a ogni cosa, soltanto lui può indossare quei travestimenti in modo tanto splendido".
G.K.Chesterton, da una lettera alla moglie 11/7/189
grazie ad Annina

Postato da: giacabi a 17:27 | link | commenti
chesterton

sabato, 20 agosto 2011
***
Noè diceva spesso a sua moglie, quando si sedeva a tavola: "Non m'importa dove va l'acqua, purchè non vada nel mio vino".
Gilbert Keith Chesterton

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chesterton

mercoledì, 15 giugno 2011
il razionalismo porta all'esaurimento mentale
***
Il fenomeno  è semplice: la poesia naviga liberamente in un mare senza confini; la ragione cerca di traversare quel mare senza confini e gli pone dei confini. Il risultato è l'esaurimento mentale, simile all'esaurimento fisico del signor Holbein.
Accettare tutto è un esercizio, comprendere tutto è uno sforzo. II poeta desidera solo l'esaltazione e l'espansione, un mondo per distendervisi; gli piace vedere la sua testa sollevarsi nel cielo. II logico pretende di rinchiudere il cielo nella sua testa; e la testa scoppia

. (GKC, Ortodossia, pag. 25)

Postato da: giacabi a 07:24 | link | commenti
chesterton

sabato, 28 maggio 2011
La croce
La croce
  ***
 Michelangelo - Crocifisso (Firenze, Santo Spirito, 1492-93).jpg
Keith Chesterton immagina un colloquio tra due personaggi che ben si addice al problema in questione  "Come ti stavo dicendo" seguitò Michele, "anche quell'uomo aveva adottato l'opinione che il segno del cristianesimo fosse un simbolo di barbarie e di irragionevolezza. È una storia assai interessante. Ed è una perfetta allegoria di ciò che accade ai razionalisti come te. Egli cominciò naturalmente, col bandire il crocifisso da casa sua, dal collo della sua donna, perfino dai quadri. Diceva, come tu dici, che era una forma arbitraria e fantastica, una mostruosità; e che la si amava soltanto perché era paradossale. Poi diventò ancora più furioso, ancora più eccentrico; e avrebbe voluto abbattere le croci che si innalzavano lungo le strade del suo paese, che era un paese cattolico romano. Finalmente s'arrampicò sopra il campanile di una chiesa, ne strappò la croce e l'agitò nell'aria, in un tragico soliloquio sotto le stelle. Una sera d'estate mentre ritornava lungo il viale, a casa sua, il demone della sua follia lo ghermì di botto gettandolo in quel delirio che trasfigura il mondo agli occhi dell'insensato. S'era fermato un momento, fumando la sua pipa di fronte a una lunghissima palizzata: e fu allora che i suoi occhi si spalancarono improvvisamente. Non brillava una luce, non si muoveva una foglia; ma egli credette di vedere, come in un fulmineo cambiamento di scena, la lunga palizzata tramutata in un esercito di croci legate l'una all'altra, su per la collina, giù per la valle. Allora, facendo volteggiare nell'aria il suo pesante bastone, egli mosse contro la palizzata come contro una schiera di nemici. E, per quanto era lunga la strada, spezzò, strappò, sradicò tutte quelle assi che incontrava sul suo cammino. Egli odiava la croce: ed ogni palo era per lui una croce. Quando arrivò a casa, era pazzo da legare. Si lasciò cadere sopra una sedia, ma rimbalzò subito in piedi perché sul pavimento scorgeva l'intollerabile immagine. Si buttò sopra un letto; ma tutte le cose che lo circondavano avevano ormai l'aspetto del simbolo maledetto. Distrusse tutti i suoi mobili, appiccò il fuoco alla casa, perché anche questa era ormai fatta di croci: e l'indomani lo trovarono nel fiume. Lucifero guardò il vecchio monaco mordendosi le labbra. "È vera questa storia?" "No!" disse Michele. "È una parabola: la parabola di voi tutti razionalisti e di te stesso. Cominciate con lo spezzare la croce; ma finite col distruggere il mondo abitato"
Gilbert Keith Chesterton da: la sfera e la croce

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croce, chesterton

mercoledì, 30 marzo 2011
***
Quando gli uomini perdono l’adorazione di Dio e dei Santi, prendono ad adorare se stessi.
Hilaire Belloc

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chesterton

domenica, 13 marzo 2011
Riconoscere un'altra Luce
***
"Il cristianesimo è venuto nel mondo prima di tutto per affermare con violenza che l'uomo doveva guardare non solamente dentro di sé, ma anche fuori; doveva ammirare con stupore ed entusiasmo un divino drappello e un divino capitano. Il solo piacere che si prova a essere cristiani è quello di non sentirsi soli con la Luce Interiore, è di riconoscere un'altra Luce, splendida come il sole, chiara come la luna, terribile come un'armata con tutte le sue bandiere".

G.K. Chesterton

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chesterton

La proprietà
***
"L'uomo medio non può dipingere il tramonto con i suoi colori preferiti, però può dipingere la propria casa della tinta che vuole e, quand'anche decidesse di dipingerla di verde pisello a pallini rosa, sarebbe comunque un artista, perché avrebbe operato una scelta. La proprietà non è altro che l'arte della democrazia. In altre parole, ogni uomo dovrebbe avere qualcosa che può modellare a propria immagine, come egli è modellato a immagine del Paradiso. Tuttavia, poiché non è Dio, ma soltanto un'immagine scolpita di Dio, la sua libertà di espressione deve fare i conti con certi limiti, i quali sono invalicabili e angusti.
Sono ben conscio del fatto che nel nostro tempo il termine «proprietà» è stato messo a dura prova dalla corruzione dei grandi capitalisti. Sentendo i discorsi della gente si potrebbe pensare che i Rothschild e i Rockefeller siano schierati dalla parte della proprietà. Ma, ovviamente, costoro sono nemici della proprietà, perché sono nemici dei loro stessi limiti. Non vogliono la propria terra, ma quella altrui. Quando rimuovono la pietra di confine del vicino, rimuovono anche la propria. Un uomo che ama un piccolo campo triangolare dovrebbe amarlo perché ha la forma di un triangolo; chiunque ne distrugga la forma annettendogli più terra, è un ladro che ha rubato un triangolo. Un uomo che sia davvero capace di cogliere la poesia della proprietà desidera vedere il muro dove il suo giardino incontra quello del signor Smith; la siepe dove la sua fattoria e quella del signor Brown si toccano. Non può vedere la forma della propria terra se non vede i confini di quella del vicino."
Chesterton (What's Wrong With The World - p.54 - Editrice Lindau)

 

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chesterton


***
"Una cosa morta può andare con la corrente,
ma solo una cosa viva può andarvi contro"
(Gilbert Keith Chesterton)

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chesterton

sabato, 18 dicembre 2010
"La ragione per cui gli angeli sanno volare è che si prendono con tanta leggerezza."
G.K. Chesterton

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chesterton

sabato, 04 dicembre 2010


Il suicida

***
 
"Il suicidio non è solo un peccato, è il peccato. È il male supremo e assoluto, il rifiuto di qualsiasi interesse per l’esistenza, il rifiuto di prestare fedeltà alla vita. L’uomo che uccide un uomo, uccide un uomo. L’uomo che uccide se stesso, uccide tutti gli uomini: annienta il mondo. Il suo gesto è peggiore (dal punto di vista simbolico) di qualsiasi stupro o attentato dinamitardo. Perché distrugge tutti gli edifici ed offende tutte le donne. Il ladro è appagato dai diamanti, il suicida non lo è: questo è il suo crimine. Non si lascia corrompere nemmeno dalle pietre sfolgoranti della Città Celeste. Il ladro esalta gli oggetti che ruba, se non il loro proprietario. Ma il suicida insulta tutto ciò che esiste al mondo non rubandolo. Rifiutando di vivere per amore di un fiore, guasta tutti i fiori. In tutto l’universo non c’è una sola creatura minuscola per la quale la sua morte non sia una beffa. Quando un uomo s’impicca a un albero, le foglie potrebbero cadere incollerite e gli uccelli volare via furiosi, poiché ognuno di essi ha ricevuto un affronto personale"."Il suicida, ovviamente, è l’opposto del martire. Un martire è qualcuno che ama così tanto qualcosa che sta fuori di lui da dimenticare la propria vita. Il suicida è un uomo che ama così poco qualsiasi cosa stia fuori di lui da desiderare di vedere la fine di tutto. Il primo vuole che qualcosa cominci, il secondo vuole che tutto finisca. In altre parole, il martire è nobile, proprio perché (per quanto rinunci al mondo o detesti tutta l’umanità) confessa questo estremo legame con la vita e pone il suo cuore fuori da se stesso: muore affinché qualcosa possa vivere. Il suicida è ignobile perché non possiede tale legame con l’esistenza: è un semplice distruttore, personalmente distrugge l’universo".

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

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eutanasia, chesterton

sabato, 14 agosto 2010
Solo nella tradizione è il mio amore
***
Io sono una forza del Passato. 
Solo nella tradizione è il mio amore. 
Vengo dai ruderi, dalle Chiese, 

dalle pale d'altare, dai borghi 
dimenticati sugli Appennini o le Prealpi, 
dove sono vissuti i fratelli. 
Giro per la Tuscolana come un pazzo, 
per l'Appia come un cane senza padrone. 
O guardo i crepuscoli, le mattine 
su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo, 
come i primi atti della Dopo storia, 
cui io sussisto, per privilegio d'anagrafe, 
dall'orlo estremo di qualche età
sepolta. Mostruoso è chi è nato 
dalle viscere di una donna morta. 
E io, feto adulto, mi aggiro 
più moderno d'ogni moderno 
a cercare i fratelli che non sono più.

Pasolini
"Che cosa vuole esprimere con questa sua nuova opera?
"Il mio intimo, profondo, arcaico cattolicesimo.
"Che cosa ne pensa della società italiana?
"Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d'Europa." 
"Che cosa ne pensa della morte?
"Come marxista è un fatto che non prendo in considerazione" 
Il regista-Orson Welles, dopo aver letto una poesia di Pasolini ("Io sono una forza del passato...), tenendo tra le mani il libro Mamma Roma, dice infine al giornalista (mentre quest'ultimo idiotamente ride): 
"Lei non ha capito niente perché lei è un uomo medio: un uomo medio è un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, razzista, schiavista, qualunquista. Lei non esiste... Il capitale non considera esistente la manodopera se non quando serve la produzione... e il produttore del mio film è anche il padrone del suo giornale... Addio." 
In un breve scritto del 1961, infine, Pasolini così si espresse: 
"Nulla muore mai in una vita. Tutto sopravvive. Noi, insieme, viviamo e sopravviviamo. Così anche ogni cultura è sempre intessuta di sopravvivenze. Nel caso che stiamo ora esaminando [La ricotta] ciò che sopravvive sono quei famosi duemila anni di "imitatio Christi", quell'irrazionalismo religioso. Non hanno più senso, appartengono a un altro mondo, negato, rifiutato, superato: eppure sopravvivono. Sono elementi storicamente morti ma umanamente vivi che ci compongono. Mi sembra che sia ingenuo, superficiale, fazioso negarne o ignorarne l'esistenza. Io, per me, sono anticlericale (non ho mica paura a dirlo!), ma so che in me ci sono duemila anni di cristianesimo: io coi miei avi ho costruito le chiese romaniche, e poi le chiese gotiche, e poi le chiese barocche: esse sono il mio patrimonio, nel contenuto e nello stile. Sarei folle se negassi tale forza potente che è in me: se lasciassi ai preti il monopolio del Bene".
«la tradizione rifiuta di sottomettersi alla piccola e arrogante oligarchia di coloro che per caso si trovano ad andare per la maggiore»
Chesterton


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pasolini, tradizione, chesterton

sabato, 07 agosto 2010
L'umiltà
***

L'umiltà è ciò che rinnova continuamente la terra e le stelle. E' l'umiltà, non il dovere, che protegge le stelle dal male, dall'imperdonabile male della rassegnazione occasionale.
G.K. Chesterton, in "Eretici"

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chesterton

sabato, 23 gennaio 2010

Il mio nome è Lazzaro
 ***
Dopo un momento, quando chinai la testa
 e il mondo si capovolse,
e uscii là dove brillava, bianca, l’antica via
 camminai per le strade
e ascoltai ciò che dicevano gli uomini,
 foreste di lingue, come
foglie d’autunno non sparse,
non ingrate, ma strane e leggere;
vecchi enigmi e nuove fedi, non in contrasto
ma dolci, come quando l’uomo ricorda
con un sorriso i morti.
I saggi hanno cento mappe
che disegnano universi fitti come alberi,
scuotono la ragione con mille setacci
che accantonano la sabbia e
lasciano filtrare l’oro:
per me tutto ciò vale meno della polvere
poiché il mio nome è Lazzaro e sono vivo.
Gilbert Keith Chesterton
scritta per il proprio ingresso da adulto nella Chiesa cattolica

Postato da: giacabi a 20:26 | link | commenti
chesterton


Le novelle delle fate
***
http://www.animecartoon.org/wp-content/uploads/2009/07/disney_cinderella_13-150x150.jpg http://www.moviecitynews.com/columnists/pratt/images/2005/cinderella.jpg
"Le cose in cui ho sempre creduto di più sono le novelle delle fate: che a me sembrano essere cose interamente ragionevoli. Il paese delle fate non e' altro che il soleggiato paese del senso
comune. Abbiamo la lezione di Cenerentola; che poi e' la stessa del Magnificat: "exaltavit humiles". Abbiamo la famosa lezione della Bella e la Bestia: una cosa deve essere amata prima di
essere amabile…”
Gilbert Keith Chesterton

Postato da: giacabi a 15:46 | link | commenti (2)
chesterton


L'ottimismo cristiano
***
 

un ottimismo profondo di fronte all'esistenza e alla storia al quale il cristiano perviene in forza della coscienza della resurrezione di Cristo
Don Giussani
***
 "Spesso ho preferito chiamarmi ottimista per evitare la troppo evidente bestemmia del pessimismo. Ma tutto l'ottimismo dell'epoca e' stato falso e scoraggiante, per questa ragione: che ha sempre cercato di provare che noi siamo fatti per il mondo.
L'ottimismo cristiano invece e' basato sul fatto che noi non siamo fatti per il mondo."
Gilbert Keith Chesterton
***

 Chi ai nostri tempi può ancora coltivare senza
preoccupazioni la musica e l’amicizia, suonare e stare allegro?
Sicuramente non l’uomo “etico”, ma solamente il cristiano.
 Dietrich Bonhoeffer  Così scriveva dal carcere nazista

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felicità, bonhoeffer, giussani, chesterton

venerdì, 01 gennaio 2010

Logici e poeti
 ***

Il poeta cerca solo di mettere la testa in cielo.
É il logico che cerca di mettere il cielo dentro la propria testa.
Ed è la sua testa che si spacca.
Gilbert Keith Chesterton
                                   

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chesterton

sabato, 31 ottobre 2009
 ***

Il guaio dell'uomo moderno non è quello di avere perso la fede,ma quello di avere perso la ragione.
Gilbert Keith Chesterton

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ragione, chesterton

lunedì, 12 ottobre 2009
In Italia
 ***

“Non sarà necessario che qualcuno combatta la proposta di una censura della stampa.
Non c'è bisogno di una censura della stampa.
Abbiamo una censura
ad opera della stampa".
 G. K. Chesterton, Ortodossia

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chesterton

sabato, 10 ottobre 2009
Per una rivoluzione morale ***

"Per una rivoluzione morale
servono un più pungente dispiacere
e un più pungente piacere:
il primo per vedere il mondo
come il castello dell'orco
da smantellare
e il secondo
per ricostruirlo
dalle macerie
come una casa
dove tornare la sera".
G. K. Chesterton

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chesterton

mercoledì, 30 settembre 2009
L'imprevisto
***

C'è nella vita
un elemento di magica coincidenza
che può sfuggire alla gente
che bada solo
all'aspetto prosaico delle cose.
Come è stato ben espresso
dal paradosso di Poe,
la saggezza dovrebbe
contare sull'imprevisto.

Gilbert Keith Chesterton

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chesterton

lunedì, 21 settembre 2009
***
 In  cielo non è così, ma qui in terra vivere è cambiare ed essere perfetti significa cambiare spesso nella ricerca della verità. Il fanatico non è colui che ama troppo la verità perché nessuno può amare troppo la verità. Fanatico è colui che ama la “propria” verità più della verità stessa. Preferisce, alla verità scoperta dall’umanità, la mezza verità che ha scoperto lui. Il fanatismo si confonde spesso con la cosiddetta sincerità o spontaneità. Ma non è la sincerità che ci libera, bensì la verità, che ci libera perché ci trasforma. Essa ci strappa dalla schiavitù intima della propria cocciutaggine. Cercare prima di tutto la propria sincerità o spontaneità significa forse non voler essere trasformati, significa essere attaccati a se stessi, amarsi morbosamente come siamo, significa non crescere.    
 A. Chesterton,  L’uomo comune

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verità, chesterton

mercoledì, 01 aprile 2009
La dignità dell'artista
***
 La dignità dell'artista sta nel suo dovere di tener vivo il senso di meraviglia nel mondo.
Gilbert Keith Chesterton da Generally Speaking

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chesterton

lunedì, 02 febbraio 2009
La Chiesa

 ***

"Nulla di più comune, per esempio, che trovare un critico moderno che scriva cose di questo genere: 'Il Cristianesimo fu soprattutto un movimento ascetico, una corsa al deserto, un rifugio nel chiostro, una rinuncia alla vita e alla felicità; esso non fu che parte di una fosca e inumana reazione contro la natura stessa, un odio pel corpo, un aborrimento dell'universo materiale, una specie di suicidio universale dei sensi e anche dell'individuo. Derivava da un fanatismo orientale come quello dei fachiri, ed era basato su un pessimismo orientale che considerava l'esistenza stessa come un male'. In tutto questo la cosa straordinaria è che tutto è verissimo; vero in ogni particolare, con la sola differenza che è attribuito erroneamente a chi non ci ha niente a che vedere. Non è vero della Chiesa; è vero delle eresie condannate dalla Chiesa. È come se uno fosse obbligato a scrivere un'analisi degli errori e del malgoverno dei ministri di Giorgio III, con la piccola inesattezza che tutto il racconto si riferisse a Giorgio Washington; o come se uno facesse un elenco dei delitti dei bolscevichi con la sola variante di attribuirli allo zar. La Chiesa primitiva fu, sì, ascetica, ma in dipendenza di una filosofia totalmente diversa da quella di una guerra alla vita e alla natura; la quale realmente esistette nel mondo, e basterebbe che i critici sapessero dove andare a cercarla"
G. K. Chesterton, L'Uomo Eterno

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chiesa, chesterton

domenica, 25 gennaio 2009
La  Bellezza

***
grazie a Piero
“Il motivo per cui la gente non riesce a capire quanto è bella un’alba è semplicemente perché non può pagare per vederla”.  
   G.K.Chesterton

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bellezza, chesterton

Il diavolo non può rendere cattive le cose
 ***
Il diavolo non può rendere cattive le cose, esse rimangono come erano il primo giorno
della creazione. Solo l’opera del cielo era materiale, la creazione di un mondo materiale, l’opera dell’inferno è totalmente spirituale”.
    
      G.K.Chesterton da:San Francesco d'Assisi

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chesterton

Il grande uomo
***
“Ci vuole un grande uomo per capire quanto piccoli siamo!”
     
G.K.Chesterton
     

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chesterton

venerdì, 02 gennaio 2009
Il segreto del vangelo
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« Il cuore segreto del Vangelo: lo scandalo per cui l'amore vale molto più che l'intelligenza. ».
     
      G.K. Chesterton

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chesterton

sabato, 20 dicembre 2008
Cristianesimo e buddismo
***
"Studiosi di scienza popolare, come Blatchford, vanno ripetendo che il Cristianesimo e il Buddhismo sono molto somiglianti, specialmente il Buddhismo. Questo generalmente
si crede e l’ho creduto anch’io finchè non ho letto un libro che ne spiegava le ragioni. Le ragioni erano di due tipi: analogie che non significavano niente perchè sono comuni a tutta l’umanità e analogie che non erano affatto analogie. L’autore solennemente spiegava che le due religioni erano simili nelle cose nelle quali sono simili tutte le religioni, oppure le dipingeva come simili in qualche punto in cui esse sono evidentemente differenti. Così, come esempio della prima categoria, diceva che Cristo e Buddha, tutt’e due, erano stati chiamati dalla voce divina che veniva dal cielo, quasi che voi poteste aspettarvi che la voce divina venisse fuori dalla cantina del carbone; o, anche, affermava gravemente che questi due Maestri orientali avevano avuto tutt’e due, per una singolare coincidenza, la lavanda dei piedi. Si sarebbe potuto aggiungere che fu una notevole coincidenza il fatto che tutt’e due avessero un paio di piedi da lavarsi. L’altra categoria infine era quella delle rassomiglianze che semplicemente non hanno nulla di rassomigliante. Così questo conciliatore delle due religioni dedica la più vigile attenzione al fatto che in certe feste religiose la veste del Lama viene stracciata in segno di rispetto e i pezzi che restano sono altamente pregiati. Ma questo è il rovescio della rassomiglianza perchè gli abiti di Cristo furono stracciati non in segno di riverenza ma di derisione e i pezzi non furono pregiati se non per quel che potevano valere per gli straccivendoli. E'piuttosto come un’allusione all’ovvio ravvicinamento fra le due cerimonie della spada: quando si dà con essa un leggero colpo sulla spalla di un uomo e quando gli si taglia la testa. Il che è ben differente per l’uomo in questione. Questi avanzi di puerile pedanteria avrebbero poca importanza se non fosse vero che le pretese rassomiglianze filosofiche sono anch’esse di questi due generi, provando troppo o troppo poco. Che il Buddhismo approvi la pietà o il dominio di se stessi non basta per dire che esso somiglia in modo speciale al cristianesimo; tutt’al più basta per dire che esso non è completamente dissimile da tutta l’esistenza umana. I buddhisti disapprovano in teoria le crudeltà e l’ingiustizia perchè tutti gli essere sani disapprovano in teoria la crudeltà e l’ingiustizia. Ma dire che il Buddhismo e il Cristianesimo hanno una stessa filosofia in proposito è semplicemente falso. Tutta l’umanità conviene che noi ci dibattiamo in una rete di peccato; la maggior parte dell’umanità riconosce altresì che ci deve essere una via d’uscita, ma quanto a sapere quale sia questa via d’uscita non credo che ci siano nell’universo due istituzioni che si contraddicano in modo così netto come il Buddhismo e il Cristianesimo.
Anche quando pensavo, con molti altri bene informati, anche se incolti, che il Buddhismo e il Cristianesimo fossero simili, c’era sempre una cosa che mi lasciava perplesso, vale a dire la sorprendente differenza nel loro tipo di arte religiosa. Non intendo riferirmi alla tecnica della riproduzione, ma all’oggetto stesso della rappresentazione. Due ideali non possono essere più diversi di un santo cristiano in una cattedrale gotica e un santo buddhista in un tempio cinese. La diversità esiste in tutti i punti: ma forse il più breve rilievo che si può fare è questo: che il santo buddhista tiene sempre gli occhi chiusi e il santo cristiano li tiene sempre spalancati. Il santo buddhista ha un corpo elegante ed armonioso, ma i suoi occhi sono pesanti e sigillati dal sonno. Il corpo del santo medioevale è consumato fino a un delirio di ossa, ma i suoi occhi sono tremendamente vivi. Non ci può essere alcuna reale comunione di spirito tra forze che hanno prodotto simboli differenti come questi. Ammesso che le due immagini siano stravaganze, siano perversioni del puro credo, deve pur esserci una divergenza sostanziale per dar luogo a stravaganze talmente opposte. Il buddhista guarda con particolare attenzione dentro se stesso; il cristiano è rimasto a guardare fuori con intensità tragica. Se noi seguiamo costantemente questo indizio, faremo delle scoperte interessanti. Poco tempo fa la signora Besant, in un interessante saggio, annunziava che c’era nel mondo una religione sola, che tutte le fedi non erano che versioni o perversioni di quella, e che essa era ben disposta a dire quale fosse. Secondo la signora Besant, questa chiesa universale è semplicemente l’Io universale; è la dottrina la quale c’insegna che tutti siamo una persona sola e che non esiste fra uomo e uomo il muro divisorio dell’individualità. Se così posso esprimermi, essa non ci dice di amare il nostro prossimo, ma di essere il nostro prossimo. Questa è l’attenta e suggestiva descrizione che la signora Besant ci dà della religione in cui tutti gli uomini dovrebbero trovarsi d’accordo. E io confesso di non aver mai udito, nella mia vita, alcun suggerimento di fronte al quale più violentemente mi sia trovato in disaccordo. Io voglio amare il mio prossimo, non perchè egli è me, ma precisamente perchè non è me. Voglio adorare il mondo non come uno ama lo specchio perchè vi ritrova se stesso, ma come uno ama una donna perchè è completamente diversa da lui. Se le anime sono separate, l’amore è possibile. Se le anime sono unite, l’amore è ovviamente impossibile. Si può dire vagamente che un uomo ama se stesso, ma non che un uomo è innamorato di se stesso; se fosse così, sarebbe davvero un corteggiamento molto monotono. Se il mondo è pieno d’individui distinti, essi possono realmente essere individui disinteressati; ma se si ammette la dottrina della signora Besant, l’intero cosmo non è che una sola persona enormemente egoista. È proprio qui che il Buddhismo è dalla parte del panteismo moderno e dell’immanenza: e proprio qui il cristianesimo è dalla parte dell’umanità, della libertà e dell’amore. L’amore vuole la personalità, e perciò esige la divisione. È istintivo nel Cristianesimo il piacere che Dio abbia diviso l’universo in tanti piccoli frammenti, perchè sono frammenti di vita; è istintivo invitare «i bambini ad amarsi l’uno con l’altro» piuttosto che invitare una grossa persona ad amare se stessa. Questo è l’abisso intellettuale fra Buddhismo e Cristianesimo; per il buddhista o per il teosofo, la personalità significa la caduta dell’uomo; per il cristiano significa il proposito di Dio, l’obiettivo totale della sua idea cosmica. Il mondo-anima dei teosofi chiede che l’uomo lo ami solo perchè vi si può gettare dentro. Ma il centro divino del cristianesimo ha gettato fuori l’uomo, proprio perché l’uomo potesse amarlo. La divinità orientale è come un gigante che abbia perduto una gamba o un braccio e stia sempre cercando di ritrovarli; la potenza cristiana è come un gigante che in un impeto di strana generosità si sia tagliato la mano destra perchè questa possa liberamente consentire di stringergli l’altra".
G. K. Chesterton  da: Ortodossia

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chesterton

giovedì, 04 dicembre 2008
Realismo
***
" L'oggetto è un oggetto; può esistere ed esiste infatti al di fuori dalla mente, o in assenza della mente. E perciò allarga la mente di cui diviene parte. La mente conquista una nuova provincia, come un imperatore; ma solo perché ha risposto al suono di un campanello, come un servitore. La mente [...] è se stessa per questo nutrirsi di fatti, [...] questo cibarsi della strana, dura carne della realtà. ".

G. K. Chesterton, San Tommaso d'Aquino

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reale, chesterton

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"Ogni particolare indica qualche cosa, certo, ma in genere indica la cosa sbagliata. A me sembra che i fatti indichino in tutte le direzioni, come i mille rami di un albero. È solo la vita dell'albero che ha unità e si innalza, solo la linfa verde che sgorga, come una fontana, verso le stelle".


G. K. Chesterton, Il Club dei mestieri stravaganti

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