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martedì 7 febbraio 2012

DALÌ

Questo solo ho cercato:  il cielo! Chi non lo ha ancora capito è uno sventurato
***

Mentre tutto andava così bene, fui colto da una depressione
invincibile, che ti succede? Hai tutto quello che desideri: ne avevo
abbastanza…basta con gli scafandri, basta con i telefoni aragosta,
basta con le clips diamantate, i piani molli, i cocktailparty…
volevo disperatamente essere felice, ma un’angoscia
misteriosa mi serrava il plesso solare e non potevo dormire…io vivevo nel terrore di impazzire e di morireL’Europa del dopoguerra stava per morire: di anarchia, di «ismi», di scetticismo, di secchezza, di mancanza di forma…di
mancanza di fede…Il mio viaggio in Italia apparve ai più una
nuova prova della mia leggerezza, della mia frivolezza. Solo i pochi
amici che seguivano il mio lavoro veramente da vicino capirono
quali decisive battaglie l’anima mia affrontasse laggiù…
Non bisogna cercare lo splendore di Roma nelle spolpate ossa
delle vecchie colonne cesaree, ma nella carne di cui il cattolicesimo ha rivestito la barbara carcassa delle architetture celebranti vittorie terrene…Lasciai l’Italia recandomi a La Posa, sulle colline diMontecarlo: trascorsi quattro mesi in casa di Chanel con il grande poeta Pierre Reverdy, il cui cattolicesimo, terribilmente
elementare e biologico mi impressionò profondamente.
…Ho trentasette anni…non mi preparo a un viaggio in Cina, né al
divorzio, né al suicidio, né al lancio con un paracadute, né a un
qualsiasi duello…ho pagato caro, con le monete nere del mio
sudore e della mia passione, il diritto alle diverse scorciatoie che mi sono state necessarie per giunger sempre primo. E mentre
precipitavo a ogni ricerca, con il lucido fanatismo dello spagnolo, ho sempre rifiutato di iscrivermi a un qualsiasi partito politico…
Una cosa è certa: nulla, assolutamente nulla, nelle scoperte filosofiche, estetiche, morfologiche, biologiche, morali del nostro tempo nega la religione. Al contrario, il tempio consacrato alle «scienze specifiche» spalanca tutte le sue finestre per accogliere il cielo.
E attraverso la densità della carne confusa e demoniaca, attraverso la mia esistenza intera, questo solo ho cercato: il cielo! Chi non lo ha ancora capito è uno sventurato! Quando, per la prima volta, vidi l’ascella di una donna depilata, anelavo al cielo. Quando con la gruccia, frugai la putrefatta, verminosa massa del mio riccio morto, anelavo al cielo. E quando, dall’alto del Muli de la torre, guardavo nel nero abisso, cercavo ancora il cielo!...E cos’è il cielo?Dove trovarlo? Il cielo non si trova né sopra, né sotto, né a destra, né a sinistra, ma esattamente nel centro del petto di chi ha fede”.
Dalì : La mia vita segreta



Il Sacramento dell'Ultima cena, 1955
Salvador Dali

Postato da: giacabi a 20:59 | link | commenti
dalì, senso religioso

lunedì, 21 agosto 2006
A PROPOSITO DI SALVADOR DALÌ

"Il Cielo, ecco quello che la mia anima ebbra d'assoluto ha cercato durante tutta una vita che a certuni è potuta sembrare confusa e, per dirla tutta profumata dello zolfo del demonio. …Il Cielo non si trova né in alto, né in basso, né a destra, né a sinistra, il Cielo è esattamente al centro del petto dell'uomo che possiede la fede. P.S. In questo momento non possiedo la fede e temo di morire senza Cielo."Salvador Dalì
Dopo l'esplosione della bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki (1945)
SalvadorDali-Crocifissione

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