Il Creatore
***
E' facile capire perchè i fisici moderni che negli ultimi secoli hanno allargato le frontiere della conoscenza penetrando nell'ignoto forse più di tutti gli altri scienziati, accettano quel grande mistero dell'Universo comunemente chiamato Dio prima della maggior parte dei loro colleghi.
Einstein |
Postato da: giacabi a 14:15 |
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dio, einstein
Dio Padre
***
“Juan
si accorse di essere capace di pensare a cose, cui prima non aveva
pensato. Anteo, il titano della leggenda greca, era invincibile, finché
col suo corpo fosse stato in contatto con quello della madre. Il
cristiano era invincibile, finché fosse stato unito a Cristo, il Verbo
fatto Carne, il Dio fatto Uomo, e del cui Corpo vivente poteva
partecipare nell’Ostia.
Come spesso i pagani avevano avuto i primi barlumi, le prime idee geniali sulle cose future!
Il
maomettano, però, cercava di tagliare il ponte fra Dio e l’uomo.
Cristo, non più uomo-Dio, diventava un semplice profeta di
second’ordine, che doveva inginocchiarsi di fronte a Maometto. E anche
Maometto era soltanto un profeta. Una volta di più il legame fra Dio e
il genere umano veniva spezzato con violenza; la più compatta e amorosa
unione infranta.
Ancora
una volta Dio sarebbe divenuto lontano, non più il Padre dell’uomo, ma
soltanto il Re, il terribile, tremendo Signore dei tempi antichi.
L’Islam segnava un regresso, e, in quanto cercava di annullare il
supremo sacrificio di Cristo, una delle peggiori degenerazioni.
L’importante
era questo e questo solo; innalzare e propagare un Regno sulla terra,
dove Dio non regnasse solo come Re, ma anche come Padre; dove all’uomo
fosse concesso di partecipare alla divinità di Lui, che non aveva
disdegnato di assumere l’umanità dell’uomo. Questo voleva Cristo, quando
disse:
Che
l’uomo si chiamasse Principe o Eccellenza o non avesse affatto un nome,
non aveva importanza. Come mangiasse o bevesse o vestisse, se fosse
seduto su un trono o sul più basso sgabello, non aveva importanza. Anche
se avesse o no trovato la felicità tra le braccia di una moglie, poco
contava al confronto del più grande di tutti i problemi. Poiché l’uomo
apparteneva non a se stesso, ma a Dio.
Per questo i cavalieri delle passate età lasciavano le loro mogli e i loro castelli per amore della Croce. Deus lo vult.”
Louis De Wohl- L’ultimo crociato (pag.253)
grazie a: http://rapyna.splinder.com
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Postato da: giacabi a 20:28 |
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dio, de wohl
L’esistenza di Dio
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Dei geometri non filosofi hanno respinto le cause finali, ma i veri filosofi le ammettono: e come ha detto un noto autore, un catechista annuncia Dio ai bambini, mentre Newton lo dimostra ai saggi
Voltaire
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Postato da: giacabi a 20:01 |
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dio, voltaire
Dio vero Padre
***
«Un'ora
dopo, tornando all'albergo, mi imbattei in una contadina con un bimbo
lattante; lei era ancora giovane, il bimbo avrà avuto sei settimane. Il
piccino le aveva sorriso, com'ella aveva notato, per la prima volta
dalla nascita, e la vidi d'un tratto farsi assai devotamente il segno
della croce.Perché lo fai, sposina? », domando. (Allora non facevo altro
che interrogare). «Ecco,
risponde la gioia che prova una madre, vedendo per la prima volta
sorridere il proprio bambino, la stessa gioia la prova precisamente
anche Dio, ogni volta che dal cielo vede che un peccatore si mette a
pregare di tutto cuore davanti a lui ». Così mi disse la
contadina, quasi con le stesse parole, esprimendo un pensiero così
profondo, così fine e così autenticamente religioso, un
pensiero in cui trova espressione tutta l'essenza del cristianesimo,
cioè la nozione di Dio come nostro vero padre e della gioia di Dio
davanti all'uomo come gioia del padre davanti al proprio figlio: il
pensiero fondamentale di Cristo. Una semplice contadina! E' vero che era una madre…. e,
chissà, forse quella donnetta era moglie di quel soldato. Senti,
Parfen, poco fa tu mi hai fatto una domanda, eccoti ia mia risposta: l'essenza
del sentimento religioso sfugge a qualsiasi ragionamento, a qualsiasi
colpa o delitto, a qualsiasi ateismo; c'è in esso qualcosa di
inafferabile e ci sarà eternamente, c'è in esso qualcosa su cui
sorvoleranno sempre gli atei, che parleranno eternamente di tutt'altra
cosa. Ma quello che più importa è che questo si nota più chiaramente e più facilmente nel cuore dei russi.»
Dostoevski, in L’Idiota
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Postato da: giacabi a 14:34 |
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dio, dostoevskij
Il Dio cristiano
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Il Dio di Platone era inaccessibile nella sua grandezza. Quello di Epitteto si confondeva conl'anima delle cose […]. Il
Cristianesimo, al contrario, ha condotto Dio alla portata dell'uomo.
Gli ha dato un viso. Ne ha fatto nostro padre, nostro fratello, il
nostro salvatore.
A. Carrel, La preghiera, Morcelliana, Brescia 1986, p. 19).
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Postato da: giacabi a 20:23 |
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dio, carrel
Dio
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Dio è l’invisibile evidente.V. Hugo |
Postato da: giacabi a 21:43 |
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dio
Dov’è Dio
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Non nel freddo e nel vuoto del pensiero, ma nel caldo e nel pieno dell'amore troverai il volto del Dio vivente.
F. Dostoevskij
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Postato da: giacabi a 21:39 |
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dio, dostoevskij
La ragionevolezza di Dio
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Credere in Dio comporta delle oscurità, ma non credervi comporta delle assurdità
Bossuet
Sarebbe la non esistenza di Dio, non la sua esistenza, a darci dei problemi irresolubili di logica e di ragione
E. Gilson
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Postato da: giacabi a 23:32 |
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dio
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Postato da: giacabi a 21:57 |
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dio
La voce la passione l’ansia di Lui
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Varigotti, 24 settembre 1946
[...]Perché sei proprio come questo mare: immenso ed arcano, che sempre lo senti dire un suo misterioso pensiero profondo, che capisci, ma non sai ridirtelo a te stesso con parole comprensibili e determinate; questo mare che ora è calmo ed a stento l’odi appena ansare sulla riva e sembra che sogni, e dopo poche ore è tutto tribulato ed ansimante ed appassionato, e non sai il perché - … ma calmo od agitato, silenzioso od irato, il mare ha ogni giorno ed ogni istante un minimo comun denominatore, un significato base unico ed inesorabile, che è la sua grandezza: il senso travolgente di una immane aspirazione all’infinito, al mistero infinito. Così l’anima tua, fratello ed amico dell’anima mia: così la tua vita, nelle vicissitudini angosciose o serene che s’incalzano apparentemente senza motivo: c’è una voce, una passione, una agonia che sta alla base di tutto: ed è la voce la passione l’ansia di Lui, Felicità, Bellezza, Bontà Suprema, che ha fatto come effimeri esemplari di Sé anche il cuore di nostro padre e di nostra madre. E le esperienze della vita ad altro non possono servire che a farcene sentire sempre più profondo, travolgente, esclusivo il bisogno: soprattutto ed è per questo che esse sono la più grande benedizione. Tuo don Luigi
lettera scritta da don Giussani a don Angelo Majo e pubblicata nel libro L. Giussani, Lettere di fede e di amicizia, San Paolo, 1997
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Postato da: giacabi a 16:27 |
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dio, mistero, giussani
Il comportamento dell'essere umano più intelligente nei confronti di Dio
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«Lei crede nel Dio di Spinoza?», Einstein rispose così: «Non posso rispondere con un semplice si o
no. Io non sono ateo e non penso di potermi chiamare panteista. Noi
siamo nella situazione di un bambino piccolo che entra in una vasta
biblioteca riempita di libri scritti in molte lingue diverse. Il bambino
sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Egli non conosce come. Il
bambino sospetta che debba esserci un ordine misterioso nella sistemazione di quei libri, ma
non
conosce quale sia. Questo mi sembra essere il comportamento dell'essere
umano più intelligente nei confronti di Dio. Noi vediamo un universo
meravigliosamente ordinato che rispetta leggi precise, che possiamo però
comprendere solo in modo oscuro. I nostri limitati
pensieri non possono afferrare la forza misteriosa che muove le costellazioni. Mi affascina il
panteismo di Spinoza, ma
ammiro ben di più il suo contributo al pensiero moderno, perché egli è
il primo filosofo che tratta il corpo e l'anima come un'unità e non come
due cose separate»
Brian, Einstein a life, Wiley, New York 1996, p. 127).
***
Quando
un giorno a Princeton Martin Buber, ebreo anch'egli e conoscente di
Einstein da quarant'anni, insistette perché egli rivelasse il suo credo
religioso, il padre della Relatività rispose: «Lo
sforzo che noi [fisici] possiamo fare è solo tirare le sue linee dietro
di lui. Più a fondo uno penetra nei segreti della natura, maggiore
diventa il rispetto che si prova per Dio».
Thomas F. Torrance
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Postato da: giacabi a 08:28 |
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dio, einstein, mistero
La Bellezza divina
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Vorrei comunicarvi alcuni tra gli aspetti più affascinanti e persuasivi del cammino che ho fatto nella mia vita.
Innanzitutto mi permetterete di ricordare l’istante della mia vita in cui, per la prima volta, ho capito che cos’era l’esistenza di Dio. Ero in prima liceo classico, in seminario, e facevamo lezione di canto; normalmente, per il primo quarto d’ora, il professore spiegava storia della musica, facendoci anche ascoltare alcuni dischi. Anche quel giorno si fece silenzio, incominciò a girare il disco a 78 giri e improvvisamente, si udì il canto di un tenore allora famosissimo, Tito Schipa; con una voce potente e piena di vibrazioni ha incominciato a cantare un’aria del quarto atto de La Favorita di Donizetti: «Spirto gentil de’ sogni miei, brillasti un dì ma ti perdei. Fuggi dal cor lontana speme, larve d’amor fuggite insieme». Dalla prima nota a me è venuto un brivido. Che cosa significasse quel brivido l’avrei capito lentamente con gli anni che passavano; solo il tempo, infatti, fa capire che cosa è il seme, come dice l’omonima, bella canzone, e cosa ha dentro. Uno può capire cos’è un seme se ne ha già visto lo sviluppo; ma la prima volta che vede il seme non può capire che cosa contenga. Così fu per me quel primo istante di brivido in cui ebbi la percezione di quello struggimento ultimo che definisce il cuore dell’uomo quando non è distratto da vanità che si bruciano in pochi istanti.
Luigi Giussani Realtà e giovinezza. La sfida, Sei, Torino 1995
***
« Associo il fatto accaduto a Princeton, dove egli(Einstein) si unì al gruppo di preghiera con il suo violino, con un altro evento accaduto nel 1929 a Berlino e raccontatomi da Max Jammer in una sua
lettera. L'occasione
fu quando Yudi Menhuin, il grande violinista ebreo, dette a Berlino un
suo recital durante un concerto con musiche di Beethoven, Bach e Brahms,
eseguite dall'orchestra filarmonica di Berlino diretta da Bruno Walter. Einstein, sopraffatto dalla bellezza della musica, attraversò in tutta fretta il palcoscenico e andò fino al camerino di Menhuin esclamando: «Adesso io so che c'è un Dio in cielo ( Jetzt weiss ich, dass es einen Gott imHimmel gibt )». Thomas F. Torrance
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Postato da: giacabi a 07:55 |
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dio, einstein, bellezza, giussani
L’uomo ricerca l’assoluto
***
“Cosí
anche la teoria della relatività, troppe volte male interpretata, non
solo non sopprime l'assoluto, ma al contrario mette in evidenza in modo
ancor piú netto che la fisica si fonda sempre su di un assoluto posto nel mondo esterno.
Poiché se l'assoluto, come pretendono molti teorici della conoscenza,
esistesse solo nell'esperienza vissuta di ognuno, dovrebbero esserci
tante fisiche quanti sono i fisici, e non potremmo affatto comprendere
come mai sia stato possibile, almeno fino a oggi, costruire una scienza
fisica che è la stessa per le intelligenze di tutti gli scienziati,
nonostante le differenze delle loro esperienze vissute. Non
siamo noi che creiamo il mondo esterno perché ci fa comodo, ma è il
mondo esterno che ci si impone con violenza elementare: ecco un punto su
cui è necessario insistere, nel nostro tempo impregnato di positivismo.
Quando, nello studio di ogni fenomeno naturale, procuriamo di passare
da ciò che è particolare, convenzionale e casuale a ciò che è generale,
obiettivo e necessario, non facciamo altro che cercare dietro il
dipendente l'indipendente, dietro il relativo l'assoluto, dietro il
transitorio il perenne. E, per quanto mi consta, questa tendenza non è
rilevabile soltanto nella fisica, ma in ogni scienza, e non solo nel
campo del sapere, ma anche in quello del buono e del bello
M. Planck, La conoscenza del mondo fisico, trad. di E. Persico e A. Gamba, Boringhieri, Torino, 1964, pagg. 172-174
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Postato da: giacabi a 19:37 |
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dio, senso religioso, plank
Credere in Dio
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“Credere in un Dio vuol dire comprendere la questione del senso della vita.
Credere in un Dio vuol dire vedere che i fatti del mondo non sono poi tutto.
Credere in Dio vuol dire vedere che la vita ha un senso.
Il mondo mi è dato, vale a dire la mia volontà si volge al mondo completamente dal di fuori, come a un fatto compiuto.
(Che cosa sia la mia volontà non so ancora.)
Quindi abbiamo la sensazione d’essere dipendenti da una volontà estranea.
Comunque sia, ad ogni modo noi siamo in un certo senso dipendenti, e ciò da cui siamo dipendenti possiamo chiamarlo Dio.”
L. Wittgenstein
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Postato da: giacabi a 19:27 |
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dio, wittgenstein
Il caso?
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“L’uomo ha chiamato Caso la causa di tutte le sorprese, la divinità senza faccia che presiede a tutte le speranze insensate”
Paul Valèry
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Postato da: giacabi a 15:17 |
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perle, dio
Il caso?
***
"Nel
mondo non esiste solo la necessità, ma anche il caso, dice Monod. Come
cristiani noi andremmo ancora un gradino più a fondo e diremmo: esiste
anche la libertà. Ma ritorniamo a Monod. Egli ricorda che esistono in particolare due realtà, che non dovevano necessariamente esistere: potevano, ma non dovevano necessariamente esistere. Una delle due è la vita. Secondo le leggi fisiche, la vita poteva, e non doveva,
aver origine. Anzi, egli aggiunge: era estremamente inverosimile che
ciò si verificasse. La probabilità matematica in questo senso era
pressoché nulla, per cui possiamo anche ritenere che la vita, questo
evento estremamente improbabile, si sia verificata una sola volta sulla nostra terra.
La seconda realtà, che poteva ma non doveva necessariamente essere, è il misterioso essere uomo. Anche
lui è così improbabile che Monod afferma in veste di scienziato: dato
l’alto grado di improbabilità può darsi benissimo che solo una volta si
sia verificato l’evento che ha dato origine a questo essere. Noi siamo
un caso, conclude. Abbiamo estratto un numero fortunato alla lotteria,
dobbiamo paragonarci a una persona che inaspettatamente ha vinto un
miliardo alla lotteria.
Nel
suo linguaggio ateo egli non fa che ripetere quel che la fede dei
secoli passati aveva chiamato la «contingenza» dell’uomo e quel che per
la fede si era tramutato in preghiera: io non dovrei essere, ma sono, e
tu, o Dio, mi hai voluto.
Solo che al posto della volontà di Dio Monod mette il caso e la
lotteria, che ci avrebbero dato origine. Se le cose stessero così,
sarebbe davvero difficile affermare che si è trattato di un colpo di
fortuna. Non molto tempo fa un taxista mi faceva osservare che un numero
crescente di giovani spesso ripete: «Non mi è mai stato chiesto se
volevo nascere». E un maestro mi riferiva: «Ho cercato di indurre un
alunno ad essere grato ai genitori dicendogli: “Devi pur loro la vita!“.
Ma egli mi ha risposto: “Di questo non sono proprio grato!”». Quel
piccolo non vedeva alcuna fortuna nell’essere uomo. E in
effetti, se siamo stati gettati dal caso cieco nel mare del nulla,
abbiamo sufficienti motivi per ritenere questo fatto un colpo di
sfortuna. Solo se sappiamo che esiste uno che non ha tirato ciecamente a
sorte, che noi non siamo un caso, bensì siamo dalla libertà e
dall’amore, allora noi, i non necessari, possiamo ringraziare per questa
libertà e riconoscere con gratitudine che è un dono essere uomini."
Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, In principio Dio creò il cielo e la terra Riflessioni sulla creazione e il peccato, «I Pellicani» - religione, cristianesimo, spiritualità – Edizioni Lindau, Torino Ottobre 2006
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Postato da: giacabi a 15:11 |
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dio, benedettoxvi, senso religioso
Il caso?
***
“Tutte
le cose del mondo esistenti sono dotate di un progetto ed operano per
raggiungere uno scopo, un fine. Non solo l’uomo quindi, ma anche tutte
le altre cose non intelligenti hanno un progetto” .
"Una
delle proprietà fondamentali di tutti i viventi, nessuno escluso, [è]
quella di essere oggetti dotati di un progetto, rappresentato nelle loro
strutture e, al tempo stesso, realizzato mediante le loro prestazioni
[...]. E' indispensabile riconoscere questa nozione come essenziale alla
definizione stessa degli esseri viventi [...]. A questa nozione daremo
il nome di teleonomia"
telos = fine. Teleonomia è la legge finalistica.
Jacques Monod
(1910-1976). Il celebre biologo francese, pioniere della genetica
molecolare, Premio Nobel per la fisiologia e la medicina e
dichiaratamente ateo
Il caso e la necessità, Mondadori, Milano 1970, p. 21).
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Postato da: giacabi a 08:36 |
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dio
Il Caso?
***
"Supponiamo che io vada in una grotta preistorica, e vi trovi incisa, su una parete, una sritta, per esempio: Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita. E
supponiamo che io dica ai miei colleghi: in quella grotta, a causa
dell'erosione dell'acqua, della solidificazione dei carbonati e
dell'azione del vento, si è prodotta per caso la prima frase della Divina Commedia. Non mi prenderebbero per matto? Eppure non avrebbero nulla da ridire se dicessi loro che si è formata per caso la prima cellula vivente, che ha un contenuto di informazioni equivalente a cinquemila volte l'intera Divina Commedia".
professor Pietro Bucci del Campus biomedico di Roma, intervenuto nell'87 al Congresso internazionale su La probabilità nelle scienze
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Postato da: giacabi a 08:00 |
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dio
Il Dio dei cristiani, è un Dio di amore e di consolazione
***
Il
Dio dei Cristiani non è semplicemente un Dio autore delle verità
matematiche e dell’ordine cosmico: come quello dei pagani e degli
epicurei. Né è solamente un Dio il quale eserciti la sua provvidenza
sulla vita e i beni degli uomini, per largire ai suoi fedeli una felice
serie d’anni: conforme alla concezione degli Ebrei. Il
Dio di Abramo, il Dio d’Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei
cristiani, è un Dio di amore e di consolazione: un Dio che riempie
l’anima e il cuore di coloro che possiede; un Dio che fa loro sentire
interiormente la loro miseria e la propria misericordia infinita; che si
unisce al più profondo della loro anima; che la colma di umiltà, di
gioia, di fiducia, di amore, e che li rende incapaci di altro fine che
non sia lui medesimo.
Tutti
coloro che cercano Dio fuori di Gesù Cristo, e che si arrestano alla
natura, o non trovano nessuna luce che li soddisfi o riescono a trovare
un mezzo di conoscere e servire Dio senza mediatore; e così cadono o
nell’ateismo o nel deismo: due cose che la religione cristiana aborre
quasi in egual misura.
Senza Gesù Cristo, il mondo non sussisterebbe: sarebbe di necessità distrutto o sarebbe simile a un inferno.
Blaise Pascal I pensieri
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Postato da: giacabi a 18:34 |
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dio, pascal
Il mondo come segno di Dio
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§ «Io in realtà sono molto felice, perché non si può andare contro la propria vitalità naturale. Il mondo, così come Dio l'ha creato, mi sembra buono»
§ Hanna Arendt
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Postato da: giacabi a 16:32 |
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dio, arendt
Ringraziate Dio
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"Ringraziate Dio anche per le anatre giù nella vasca". Il celebre pessimista espresse a mezza voce il suo vivo desiderio di ringraziare Dio per le anatre della vasca. "E non dimenticate i paperi", insisté Innocenzo, implacabile. Eames concedette fievolmente anche i paperi. "Nulla,
mi raccomando, dovete dimenticare. E cosi rendete grazie al Cielo per
le Chiese, le Cappelle, i villini, la gente ordinaria, le pozzanghere,
le pentole e i tegami, i bastoni, i cenci, gli ossi, e le tende a
pallini". "Sta bene, sta bene" ripeteva la vittima disperata "bastoni, cenci, ossi, tende". "Tende a pallini, mi pare di avere detto".
G.K. Chesterton, Le avventure di un uomo vivo
Grazie ad:annina
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Postato da: giacabi a 07:41 |
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dio, bellezza
Segno di Dio
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Si dice segno una cosa il cui senso è un’altra cosa. Segno è dunque una realtà che non avrebbe spiegazioni se non implicando l’esistenza di un’altra realtà.
Don Giussani Il Senso religioso ed.Jaca Book1981
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Postato da: giacabi a 14:44 |
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dio, bellezza
Mostrami il tuo Dio . Io ti risponderò: Mostrami il tuo uomo
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Un
elegante discorso e un porgere ricercato arrecano diletto e lode ai
miseri mortali, che hanno l’animo traviato per una gloria vana; l’amante del vero non va dietro a discorsi imbellettati, ma investiga che cosa e quali essi siano.
Poiché, o caro, mi hai ingombrato la mente con vuote ciance, gloriandoti nei tuoi dèi di legno, di marmo , scolpiti e fusi e plasmati e dipinti, i quali non vedono ne odono ( poiché sono figure e opere di mano d’uomini).
Poiché, inoltre tu mi dici cristiano come se portassi
un nome ignominioso, io dichiaro apertamente di essere cristiano e
porto tal nome, grato a Dio, con la speranza di essergli utile. Perché
non è , come supponi tu, tal nome sgradito a Dio, ma essendo tu inutile a
Dio, così ragioni intorno a lui.
Che se poi tu mi obbietterai: Mostrami il tuo Dio . Io ti risponderò: Mostrami il tuo uomo .E io ti mostrerò il mio Dio.
Fammi constatare se gli occhi della tua anima sono capaci di sentire.
Poiché come coloro che guardano con gli occhi del corpo percepiscono le
cose della vita materiale, e osservano i contrasti, la luce o le
tenebre, il bianco o il nero, il brutto o il bello, l’ordinato e il
commensurabile, o il disordinato e l’incommensurabile, il proporzionato e
lo sproporzionato, ciò ch’è mutilo o abbondante nelle sue parti; e
altrettanto si può dire di ciò ch’è percepito dall’udito , dei suoni
gravi e acuti o sgradevoli, così le orecchie del cuore e gli occhi
dell’anima hanno la possibilità d’intendere Dio.
Poiché Iddio è visto da coloro che possono comprenderlo, perché hanno aperti gli occhi dell’animo . Tutti
hanno gli occhi, ma alcuni cosparsi di caligine e non scorgono la luce
del sole; e non perchè ciechi non possono percepire la luce splendente
del sole, essa non esiste, ma essi devono farne risalire la causa a loro
stessi e ai loro occhi . Così anche tu hai gli occhi del tuo animo offuscati da caligine, per le nefandezze e i peccati tuoi.
L’uomo
deve mantenere l’anima pura come terso specchio. Quando la ruggine si
posa su uno specchio in esso non si può rispecchiare l’immagine
dell’uomo; così il peccato quando si radica nell’animo dell’uomo; egli
non può avere la visione di Dio.
Teofilo di Antiochia da: primo libro ad Autolico
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Postato da: giacabi a 21:51 |
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perle, dio, senso religioso
Dio è diventato uomo
***
Dice Dostoevskij ne “I fratelli Karamazov”: «La fede si riduce a questo problema angoscioso: un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del Figlio di Dio, Gesù Cristo?».
Al livello di tale domanda si gioca ormai la questione religiosa: in qualsiasi caso, per qualsiasi individuo che venga raggiunto da questa notizia, il semplice fatto che ci sia anche un uomo solo che affermi: «Dio è diventato uomo» pone un problema radicale e ineliminabile per la vita religiosa dell’umanità. E Kierkegaard nel suo diario scrive: «La forma più bassa dello scandalo, umanamente parlando, è lasciare senza soluzione tutto il problema intorno a Cristo. La verità è che è stato completamente dimenticato l’imperativo cristiano: tu devi. Che il cristianesimo ti è stato annunciato significa che tu devi prendere posizione di fronte a Cristo. Egli, o il fatto che egli esiste, o il fatto che sia esistito è la decisione di tutta l’esistenza». Per il fatto che viene raggiunto dalla notizia che un uomo ha dichiarato: «Io sono Dio», l’uomo non può disinteressarsene, dovrà cercare di raggiungere il convincimento che la notizia è vera o che è falsa. Un uomo non può accettare passivamente di essere distolto, distratto da un problema del genere, ed è in questo senso che Kierkegaard usa la parola “scandalo”. Impedirebbe a se stesso d’essere uomo colui che subito o lentamente si lasciasse portar via dalla possibilità di farsi un’opinione personale intorno al problema di Cristo. Per inciso vorrei notare che si può essere convinti di vivere da cristiani, inseriti in qualcosa che definirei una “truppa cristiana”, senza che questo problema sia stato veramente risolto per la propria persona, senza che essa sia stata liberata da quell’impedimento.
Luigi Giussani
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Postato da: giacabi a 15:51 |
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dio, gesù, giussani
Calcolo a favore di Dio
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" Tutto ciò che esiste ha uno scopo. Quale scopo? Lo ignoro. Dunque non l'ho stabilito io, ma qualcuno che è più sapiente di me. Conviene stare dalla parte di questo qualcuno. E' il partito più saggio.”
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Postato da: giacabi a 14:18 |
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dio, baudelaire
Dio: è un problema della ragione
***
«L'errore moderno, consiste
nel credere che questo "problema di Dio" riguardi la sola fede, il sentimento
o la scommessa. In realtà è un problema proposto alla ragione»
Jean Guitton
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Postato da: giacabi a 12:36 |
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dio, guitton
La misericordia di Dio
***
“Una
cosa era certa: Dio, ella lo sapeva, aveva stretto un patto con lei, un
patto d’amore col quale la legava a sé in eterno, indipendentemente
dalla sua volontà, dai suoi pensieri terreni, questo
amore era esistito sempre in lei, aveva agito come il sole sulla terra
che dà alla fine i suoi frutti. Questi frutti nessuno avrebbe potuto
distruggerli, né il fuoco dei desideri carnali, né l’orgoglio, né l’ira
folle. Era
stata serva di Dio, anche se ribelle, restia, infedele nel cuore, con
una preghiera falsa sulle labbra; una serva maldestra, insofferente
davanti alla fatica, indecisa, ma Dio aveva voluto mantenerla lo stesso
al suo servizio”.
Sigrid Undset Kristin figlia di Lavrans
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Postato da: giacabi a 09:50 |
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dio, undset
La misericordia di Dio
***
«Chi
dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de'
suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.». Manzoni I Promessi sposi
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Postato da: giacabi a 14:20 |
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chiesa, dio, manzoni
Il cuore dell’uomo
batte per l’Infinito
***
E
non è forse vero che le vostre amicizie più durevoli sono nate nel
momento in cui finalmente avete incontrato un altro essere umano che
aveva almeno qualche sentore (sebbene vago e incerto anche nei migliori
amici) di quel qualcosa che desiderate fin dalla nascita e che cercate
sempre di trovare, di vedere e di sentire, sotto il flusso di altri
desideri e in tutti i temporanei silenzi tra le altre passioni più
forti, notte e giorno, anno dopo anno, dall'infanzia alla vecchiaia? Non
l'avete mai posseduto. Tutte le cose che hanno mai posseduto
profondamente la vostra anima ne sono state solo degli indizi - barlumi
allettanti, promesse mai completamente realizzate, echi che si
spegnevano subito appena vi arrivavano alle orecchie. Ma se
questa cosa dovesse veramente manifestarsi - se mai dovesse sentirsi
un'eco che non si spegnesse subito ma si espandesse nel suono stesso -
voi lo sapreste. Al di là di ogni possibilità di dubbio direste: "Ecco finalmente quella cosa per cui sono stato creato". Non possiamo parlarne gli uni con gli altri. E'
la firma segreta di ogni anima, l'incomunicabile e implacabile bisogno,
la cosa che desideravamo prima di incontrare le nostre mogli, i nostri
amici o prima di scegliere il nostro lavoro, e che desidereremo ancora
sul nostro letto di morte, quando la mente non riconoscerà più né moglie
né amico né lavoro. Mentre noi esistiamo, questa cosa esiste. Se la
perdiamo, perdiamo tutto.
C.S. Lewis, da Il cielo
a P.
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Postato da: giacabi a 12:09 |
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dio, bellezza, lewis, senso religioso
Gesù Cristo:
il Mistero incarnato
***
"Ora la storia di Cristo è semplicemente un mito vero: un mito che agisce su di noi come gli altri (miti), ma con la tremenda differenza che questo è davvero avvenuto
[...]. Cioè, le storie pagane sono Dio che esprime Se stesso attraverso
la mente dei poeti, facendo uso delle immagini che vi ha trovato, mentre il cristianesimo è Dio che esprime Se stesso attraverso quello che chiamiamo "realtà".
C. S. Lewis
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