CONSULTA L'INDICE PUOI TROVARE OLTRE 4000 ARTICOLI

su santi,filosofi,poeti,scrittori,scienziati etc. che ti aiutano a comprendere la bellezza e la ragionevolezza del cristianesimo


martedì 7 febbraio 2012

Dostoevsckij2

E LA BELLEZZA DOV’ E’ ?
***





C’è qualcuno – fra i partiti che si azzuffano alle elezioni per poi spartirsi la torta del potere – che metterà al primo punto del suo programma la Bellezza, la difesa della Bellezza, il diritto alla Bellezza in questa Italia che fu (e dolentemente sarebbe ancora) la patria della Bellezza? E c’è qualcuno che se ne ricorderà soprattutto a Roma che è la città della Bellezza? Sicuramente no. Eppure la Bellezza non è un lusso, è il pane dei poveri, la loro unica ricchezza. La Bellezza non è fatta di lustrini e veline, povere ombre effimere di un teatro di cannibali (il volto di Madre Teresa era bellissimo e quello di Karol Wojtyla più bello di qualunque attoruncolo hollywoodiano). La Bellezza dà senso alla vita. Ammoniva Dostoevskij nei “Demoni” (che è il suo romanzo più politico, quello dove profetizza l’orrore che l’ideologia provocherà nel Novecento): “Sappiate che l’umanità può fare a meno degli Inglesi, che può fare a meno della Germania, che niente è più facile per lei che fare a meno dei Russi, che per vivere non ha bisogno né di scienza né di pane, ma che soltanto la bellezza le è indispensabile, perché senza bellezza non ci sarà più niente da fare in questo mondo”.

Non c’è nessuno che abbia il senso tragico del momento che viviamo. Nessuno che si alzi di un centimetro sopra gli avvenimenti e ne sappia leggere la logica (suicida), il punto di approdo e di crollo. Non solo nella “classe dirigente” (si fa per dire) italiana. La tecnocrazia europea è assai peggiore. Eppure la gente lo sente, avverte che abbiamo perduto l’essenziale. Vorrei sentir dire a qualcuno le parole di Robert Kennedy: Il dramma della gioventù americana è che sa tutto eccetto una cosa. E questa cosa è l’essenziale”. Continuerà a ignorarlo e ad affossarsi, la nostra gioventù, se – per esempio – le università saranno sempre nelle mani di minoranze fanatiche che inalberano cartelli dove sta scritto: “Non vogliamo padri” (come è accaduto all’Università di Roma per impedire l’arrivo del Papa).

A volte mi viene in mente un’invettiva
dell’autore del “Piccolo principe” che dice brandelli di verità: “Odio la mia epoca con tutte le mie forze. In essa l’uomo muore di sete e non esiste al mondo un problema più grande di questo: dare agli uomini un senso spirituale, un’inquietudine spirituale. Non si può vivere di frigoriferi, di bilanci e di politica. Non si può! Non si può vivere senza poesia, senza colore, senza amore. Lavorando unicamente per acquistare dei beni materiali finiremo con il fabbricarci una vera e propria prigione”.

Un inferno. Popolato di demoni e beni di consumo. Di monnezza e di palline da golf perdute. Di vecchi abbarbicati al potere e di giovani incapaci della più piccola nobiltà d’animo. Di assatanati del sesso. Di incapaci di rispettare i deboli. Di ragazze ridotte a cose da possedere anche a costo di violentarle. Di figli ridotti a prodotti da “fabbricare” a proprio gusto o da scartare ed eliminare se “difettosi”. Di una cultura che esalta solo e sempre la brama di possesso, il potere e il denaro (e soprattutto la loro esibizione), mentre la vita reale della metà delle famiglie italiane sta sprofondando letteralmente nella povertà. E se ne approfitta per produrre parole parole parole…

Giorni fa vedevo un programma d’informazione in tv che da anni fa la stessa puntata: non parla che delle bollette e delle buste paga, della finanziaria e della rata del mutuo. Da mesi e da anni. Oltretutto un parlare del tutto vano perché la gente, sempre più impoverita, non si sente dire la verità, non si sente dire “per colpa di chi”. E ora non riesce più neanche ad acquistare le medicine per curarsi. Nessuno ha il coraggio di dire la verità e nessuno la difende.

Ma mi chiedo se la vita e il destino di un popolo sia tutto e solo lì, nelle bollette. Oltretutto questo popolo non fa più figli, perché fare figli significa essere condannati alla povertà; perciò fra venti anni il popolo italiano sarà vicino all’estinzione. Senza speranza. Dicono certi sondaggi che quello italiano è un popolo triste e senza speranza. Nel dopoguerra eravamo molto più poveri, addirittura fra le macerie, un paese in ginocchio. Ma avevamo una grande risorsa che ha fatto “il miracolo”. Qual era? Cosa abbiamo perduto? Perché nessuno sa dirlo? Beh, lo dirò io: la fede cristiana. Questo abbiamo perso. Cioè l’amore alla vita.
“L’umanità è giunta a un punto vergognoso! Non siamo liberi da noi stessi. Io parlo perché tutti capiate che la vita è semplice e che per salvarvi, salvare voi stessi e salvare i vostri figli, la vostra discendenza, il vostro futuro, dovete ritornare al punto dove vi siete persi, dove avete imboccato la via sbagliata! Bisogna tornare al punto di prima, in-quel-punto dove voi avete imboccato la strada sbagliata”.

E’ il “folle di Dio”, Domenico, nel film “Nostalghia” di Andrej Tarkovskij, che grida queste parole, poco prima di sacrificare se stesso sopra la statua del Marco Aurelio in Campidoglio. Ma in quale punto abbiamo “imboccato la via sbagliata”? A quale crocevia ci siamo smarriti? Sfogliando un libro di antiche icone russe, Alexander, il protagonista del “Sacrificio” (il successivo e ultimo film di Tarkovskij), si dice colpito da quelle splendide tavole per la “saggezza e spiritualità (…) profonda e virginale nello stesso tempo. Incredibile come una preghiera”. Ma aggiunge, con sconcerto: “tutto questo è andato perduto. Non siamo più neppure capaci di pregare”.

Due sequenze con le quali Tarkovskij ci dice che si sono perdute (o abbandonate) al tempo stesso la Bellezza e la Fede. Che poi sono la stessa cosa. Pavel Edvokimov scrive: “Ciò che è bello è la presenza di Dio fra gli uomini”. Un cataclisma si è dunque consumato agli esordi del Novecento. Preparato da qualche secolo. Si è preteso di cancellare – anche al prezzo di stragi e persecuzioni bestiali – la presenza di Dio fra gli uomini.

Così si è cancellato l’uomo. E si è cancellata anche la bellezza. Infatti non c’è più bellezza, neanche nelle chiese. Non c’è più la forma umana. E non c’è più neanche lo stupore per la realtà creata. Un filosofo straordinario come
Wittgenstein diceva: “E ora descriverò l’esperienza di meravigliarsi per l’esistenza del mondo, dicendo: è l’esperienza di vedere il mondo come un miracolo”. Non è più così. I “miracoli” sono stati aboliti innanzitutto dai teologi che si scagliano contro i santi e pretendono di legare le mani alla bontà di Dio. Ebbe modo di prevedere questa china quel grande che era Franz Kafka quando notò:Non ci sono più miracoli, ma solo istruzioni per l’uso. Ci sono solo norme, regole, vademecum, anche nella Chiesa che pure è il luogo dei miracoli, che pure sarebbe cielo e terra nuova, dove i miracoli veramente accadono. Dice Tarkovskij: “non si è più capaci di ammettere, neppure per ipotesi, il miracolo”. Perduto il significato siamo precipitati tutti – uomini, popoli e cose create - nell’assurdo e quindi anche nel brutto. L’arte si è disumanizzata e ha celebrato la distruzione del “personaggio uomo” e della realtà creata. Sono diventate “opere d’arte” gli orinatoi e la “merda d’artista”. Così “l’abolizione della bellezza è la fine dell’intelligibilità del mondo” (F. Schuon). Ma è anche la fine del mondo.

Antonio Socci
(da “Libero”, 24 febbraio 2008)

Postato da: giacabi a 15:05 | link | commenti
bellezza, dostoevskij, socci, tarkovskij, saintexupery

martedì, 11 marzo 2008
Il Verbo si è fatto carne
la fonte della vita e la salvezza dalla disperazione per tutti gli uomini

***


"Su Cristo, potete discutere, non essere d’accordo… tutte queste discussioni sono possibili e il mondo è pieno di esse, e a lungo ancora ne sarà pieno.
Ma io e voi, Šatov, sappiamo che sono tutte sciocchezze, che Cristo – in quanto solo uomo – non è Salvatore e fonte di vita, e che la sola scienza non completerà mai ogni ideale umano e che la pace per l’uomo,
la fonte della vita e la salvezza dalla disperazione per tutti gli uomini, la condizione sine qua non e la garanzia per l’intero universo si racchiudono nelle parole: ‘Il Verbo si è fatto carne’ e nella fede in queste parole".
 
F.Dostoevskij, un appunto per I demoni
 citato dal card. Giacomo Biffi nella catechesi “La fede di Pietro e la nostra fede” del 20 ottobre 2000, nella chiesa di San Gregorio VII, durante il pellegrinaggio giubilare a Roma)

Postato da: giacabi a 18:57 | link | commenti
dostoevskij, gesù

domenica, 02 marzo 2008
La bellezza
***
"Ma io dichiaro- strillò Stepan Trofimovic al massimo grado del furore- ma io dichiaro che Shakespeare e Raffaello stanno più in alto della liberazione dei contadini, più in alto dello spirito popolare, più in alto del socialismo, più in alto della giovane generazione, più in alto della chimica, quasi più in alto dell'umanità intera, giacchè sono il frutto, il vero frutto di tutta l'umanità e, forse, il frutto più alto che mai possa essere! é già stata conseguita la forma di bellezza senza il cui conseguimento forse non acconsentirei nemmeno a vivere...(....)...uomini piccini, che cosa vi occorre per capire? ma sapete voi, sapete voi che senza l'inglese l'umanità può ancora vivere, può vivere senza la Germania, può vivere anche troppo facilmente senza i russi, può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe vivere, perchè non ci sarebbe più nulla da fare al mondo? tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui! "
"Dostoevskij, da "I demoni"

Postato da: giacabi a 18:23 | link | commenti (3)
bellezza, dostoevskij

sabato, 01 marzo 2008
L'uomo è un mistero
***
L'uomo è un mistero, un mistero che bisogna risolvere, e se trascorrerai tutta la vita cercando di risolverlo non dire che hai perso tempo. Io studio questo mistero perché voglio essere un uomo"


Dostoevskij

Postato da: giacabi a 10:01 | link | commenti
mistero, dostoevskij

mercoledì, 09 gennaio 2008
Insultando Cristo, lui non si è chiesto:
ma cosa metteremo al suo posto?
***

Quest'uomo ingiuriava Cristo in mia presenza con i più bassi insulti,e tuttavia non è mai stato capace di mettere a confronto con Cristo se stesso e tutti i progressisti di questo mondo.
Non è mai stato capace di accorgersi quanto c'era in lui stesso di meschino amor proprio, di odio, d'insofferenza, d'irritabilità, di volgarità, ma soprattutto di amor proprio.
Insultando Cristo, lui non si è chiesto: ma cosa metteremo al suo posto?
Non possiamo mica metterci noi stessi, che siamo così spregevoli.
Fëdor Michailovic Dostoevskij
Lettere



Postato da: giacabi a 14:44 | link | commenti (1)
dostoevskij

martedì, 01 gennaio 2008
Se Dio non esiste
tutto è permesso
***
 « – Che io rimpianga Dio? La chimica, fratello, la chimica! Non c’è niente da fare, Vostra Reverenza, fatevi in là, passa la chimica! E Rakítin non ama Dio, oh, no! È il punto debole di tutti costoro! Ma lo nascondono. Mentiscono. Fingono. “Ebbene, esporrai queste cose nelle tue critiche?” gli domandò. – “Parlar chiaro non mi lasceranno”, dice ridendo. – “Ma allora, domando, che sarà dell’uomo? Senza Dio e senza vita futura? Tutto è permesso dunque, tutto è lecito?” –“-e tu non lo sapevi?”dice e ride .- “Per l’uomo intelligente tutto è lecito, l’uomo intelligente sa  cavarsela;».
Feodor Dostoevskij  I fratelli Karamazov Garzanti

Postato da: giacabi a 20:27 | link | commenti
dostoevskij

Se Dio non esiste
tutto è permesso
***
 « A me, invece, il pensiero di Dio mi tormenta. Non fa che tormentarmi. E se Egli non esistesse? Se avesse ragione Rakltin, quando dice che è questa, nell'umanità, un'idea artificiale? Se Dio non c'è, l'uomo è il re della terra, della Creazione. Magnifico! Ma come farà ad essere virtuoso senza Dio? Ecco il busillis! lo me lo domando di continuo. Poiché l'uomo, allora, chi mai amerà? A chi sarà riconoscente, a chi canterà un inno? Rakltin dice che si può amare l'umanità anche senza Dio. Quel moccioso incimurrito lo può soltanto affermare, ma io non lo posso capire. Per Rakltin vivere è facile: «Tu, mi diceva oggi, occupati piuttosto dell'estensione dei diritti civili dell'uomo, o magari di quanto occorre fare perché la carne non aumenti di prezzo, con ciò dimostrerai il tuo amore per l'umanità in modo più semplice e immediato che con le tue filosofie ». Al che io risposi: «Ma tu stesso, se non credi in Dio, alzerai il prezzo della carne, se te ne verrà il destro, e guadagnerai un rublo per copeca ». Si adirò. Infatti che cos'è la virtù? rispondimi, Aleksjèj,  lo ho una virtu, il cinese un'altra: è dunque una cosa relativa. Oppure no? O non è relativa? Questione insidiosa! Tu non riderai, se dirò che per questo non ho dormito due notti. Ora mi meraviglio soltanto che gli uomini possano vivere senza mai pensare a questo. Vanità! Per Ivàn non c'è Dio. Egli ha una sua idea. Un'idea che non mi entra. Ma egli tace. lo credo che sia massone. Glie l'ho domandato: è stato zitto. Volevo bere dell'acqua alla sua fonte: è stato zitto. Una volta sola ha detto due parole. -Che cosa ha detto? -Aljòsa colse la palla al balzo. Io gli dico: Allora tutto è permesso, se è così? ».
Feodor Dostoevskij  I fratelli Karamazov Garzanti

Postato da: giacabi a 11:54 | link | commenti (7)
dostoevskij, senso religioso

mercoledì, 26 dicembre 2007
Chi ama gli uomini ama anche la loro gioia
***
Signore, facci ricordare che il tuo primo miracolo lo facesti per aiutare alcune persone a far festa, alle nozze di Cana. Facci ricordare che chi ama gli uomini ama anche la loro gioia, che senza gioia non  si può vivere, che tutto ciò che è vero e bello è sempre pieno della tua misericordia infinita.

Fëdor Dostoevskij

Postato da: giacabi a 10:55 | link | commenti
dostoevskij, felicità

venerdì, 21 dicembre 2007
‘Il Verbo si è fatto carne’
  l’unica speranza dell’uomo
***
      
"Su Cristo, potete discutere, non essere d’accordo… tutte queste discussioni sono possibili e il mondo è pieno di esse, e a lungo ancora ne sarà pieno.
Ma io e voi, Šatov, sappiamo che sono tutte sciocchezze, che Cristo – in quanto solo uomo – non è Salvatore e fonte di vita, e che la sola scienza non completerà mai ogni ideale umano
e che la pace per l’uomo, la fonte della vita e
la salvezza dalla disperazione per tutti gli uomini, la condizione sine qua non e la garanzia per l’intero universo si racchiudono nelle parole: ‘Il Verbo si è fatto carne’ e nella fede in queste parole".
F.Dostoevskij,
un appunto per I demoni:  citato dal card. Giacomo Biffi nella catechesi “La fede di Pietro e la nostra

Postato da: giacabi a 15:30 | link | commenti (2)
speranza, dostoevskij, gesù

mercoledì, 19 dicembre 2007
Il bello
 ***

“Tutti gli scrittori, non soltanto i nostri, ma anche tutti quelli europei che hanno pensato di raffigurare un uomo positivamente bello, si sono sempre dati per vinti. Perché si tratta di un compito sconfinato. Il bello è l’ideale, e l’ideale, sia quello nostro, sia quello della civilizzata Europa, è ancora lungi dall’essere elaborato. Al mondo c’è una sola persona positivamente bella:
Cristo, sì che l’apparizione di questa persona sconfinatamente, infinitamente bella è, naturalmente, già un miracolo infinito... Tra le persone belle della letteratura cristiana la più compiuta è Don Chisciotte. Ma egli è bello unicamente perché nello stesso tempo è ridicolo
 da F. M. Dostoevskij
Lettera del 1/13 gennaio 1868 alla nipote Sonja  


Postato da: giacabi a 15:10 | link | commenti
bellezza, dostoevskij

martedì, 04 dicembre 2007
Il segreto dell'esistenza umana
***
« Il segreto dell'esistenza umana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per che cosa si vive. »
 Feodor Dostoevskij)

Postato da: giacabi a 21:34 | link | commenti
vita, dostoevskij

venerdì, 30 novembre 2007

Senza gioia non si può vivere

***

Signore, facci ricordare che il tuo primo miracolo lo facesti per aiutare alcune persone a far festa, alle nozze di Cana. Facci ricordare che chi ama gli uomini ama anche la loro gioia, che senza gioia non si può vivere, che tutto ciò che è vero e bello è sempre pieno della tua misericordia infinita.
Fëdor Dostoevskij

Postato da: giacabi a 21:25 | link | commenti (1)
dostoevskij, felicità

mercoledì, 17 ottobre 2007

La  bellezza
***

"Ma io dichiaro- strillò Stepan Trofimovic al massimo grado del furore- ma io dichiaro che Shakespeare e Raffaello stanno più in alto della liberazione dei contadini, più in alto dello spirito popolare, più in alto del socialismo, più in alto della giovane generazione, più in alto della chimica, quasi più in alto dell'umanità intera, giacchè sono il frutto, il vero frutto di tutta l'umanità e, forse, il frutto più alto che mai possa essere! é già stata conseguita la forma di bellezza senza il cui conseguimento forse non acconsentirei nemmeno a vivere...(....)...uomini piccini, che cosa vi occorre per capire? ma sapete voi, sapete voi che senza l'inglese l'umanità può ancora vivere, può vivere senza la Germania, può vivere anche troppo facilmente senza i russi, può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe vivere, perchè non ci sarebbe più nulla da fare al mondo? tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui! "

"Dostoevskij, da "I demoni"

Postato da: giacabi a 19:53 | link | commenti
bellezza, dostoevskij

sabato, 08 settembre 2007
Bellezza
 ***
L'umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo.
F. Dostoevskij, I Demoni.


Postato da: giacabi a 08:20 | link | commenti
bellezza, dostoevskij

domenica, 26 agosto 2007
Cosa metteremo al posto di Cristo?
***
Quest'uomo ingiuriava Cristo in mia presenza con i più bassi insulti, e tuttavia non è mai stato capace di mettere a confronto con Cristo se stesso e tutti i progressisti di questo mondo.
Non è mai stato capace di accorgersi quanto c'era in lui stesso di meschino amor proprio, di odio, d'insofferenza, d'irritabilità, di volgarità, ma soprattutto di amor proprio.
Insultando Cristo, lui non si è chiesto: ma cosa metteremo al suo posto?
Non possiamo mica metterci noi stessi, che siamo così spregevoli.
Fëdor Michailovic Dostoevskij
Lettere
La guerra di Claudio Chieffo

Postato da: giacabi a 13:47 | link | commenti
nichilismo, dostoevskij, chieffo

giovedì, 09 agosto 2007
La crisi dell’Occidente
***
L’Occidente ha perduto il Cristo ed è per questo che muore, unicamente per questo.”
Dostievskij Il taccuino 1871

Postato da: giacabi a 16:21 | link | commenti
dostoevskij

venerdì, 03 agosto 2007
La tristezza
***
“desiderio di un bene assente”
 S. Tommaso Summa Theologiae
***
"..Aveva saputo toccare nel cuore del suo amico le corde più profonde e provocare in lui la prima sensazione, ancora indefinita, di quella eterna santa tristezza che qualche anima eletta, una volta che l'abbia assaporata e conosciuta, non scambierà poi mai più con una soddisfazione a buon mercato (vi sono anche certi amatori così fatti che questa tristezza hanno più cara della soddisfazione più radicale, ammesso che una simile soddisfazione sia possibile)".
(F. Dostoevskij ) da:I demoni

Postato da: giacabi a 14:07 | link | commenti
tristezza, dostoevskij, stommaso

Il senso religioso
***

“Già la sola idea costante ch'esista qualcosa di infinitamente più giusto e più felice di me, mi riempie tutto di smisurata tenerezza e di gloria, oh, chiunque io sia, qualunque cosa abbia fatto. All'uomo assai più indispensabile della propria felicità, è sapere e ad ogni momento credere che c'è in un certo luogo una felicità perfetta e calma, per tutti e per tutto... Tutta la legge della esistenza umana consiste solo in ciò: che l'uomo possa sempre inchinarsi dinanzi all'infinitamente grande. Se gli uomini venissero privati dell'infinitamente grande, essi non potrebbero più vivere e morrebbero in preda alla disperanza".
(F. Dostoevskij ) da:I demoni

Postato da: giacabi a 13:54 | link | commenti
dostoevskij, senso religioso

lunedì, 30 luglio 2007
La coscienza cristiana
***
«Amatevi gli uni gli altri [è il discorso che sta facendo ai monaci lo starets Zosima], padri, amate le creature di Dio. Noi non siamo più santi dei secolari per il fatto di essere venuti qui a rinchiuderci tra queste mura, ma, anzi, ognuno che è venuto qui, per il fatto stesso che ci è venuto, ha riconosciuto di essere peggiore di tutti i secolari e di chicchessia sulla terra, e quanto più a lungo poi vivrà il religioso fra le sue mura, tanto più caldamente dovrà riconoscere questo, giacché, in caso contrario, non ci sarebbe neppure ragione che egli fosse venuto qui. Quando invece riconoscerà non solo di essere peggiore di tutti i secolari, ma di essere di fronte a tutti gli uomini colpevole per tutti e per ciascuno di tutti i peccati umani collettivi e individuali, allora soltanto lo scopo di questa nostra vita sarà raggiunto [Cristo in croce: “Egli che non aveva commesso peccato, il Padre lo ha fatto peccato”18, dice san Paolo]. Sappiate infatti, o diletti, che ogni cenobita come noi risponde senza meno delle colpe di tutti e di ciascuno sulla terra, non solo della generica colpa del secolo, ma ognuno personalmente per tutti gli uomini per ciascun e uomo vivente sulla terra. Questa consapevolezza è la corona della vita religiosa, come del resto di qualunque uomo sulla terra perché i religiosi non sono già uomini diversi dagli altri, ma tali semplicemente quali tutti gli uomini della terra dovrebbero essere. Soltanto allora il nostro cuore saprà dilatarsi di un amore infinito, universale e insaziabile. Allora ciascuno di noi avrà la forza di conquistare il mondo intero con l’amore e mediante le proprie lagrime lavare i peccati del mondo»
. F.M. Dostoevskij, I fratelli..., op. cit., parte seconda, libro quarto, cap. I, pp. 220.

Postato da: giacabi a 21:55 | link | commenti
dostoevskij, cristianesimo

sabato, 28 luglio 2007
Il vero  cristiano
***
 «Perché si dovrebbe aver pietà di me? dici tu. Perché? È vero, non ce n’è motivo di avere pietà di me, bisogna crocifiggermi, non già compiangermi. Ebbene, mettimi in croce, giudicami, ma nel mettermi in croce abbi pietà di me. E allora io andrò incontro al mio supplizio volontieri, perché io non ho sete di gioia, ma di dolore e di pianto... Ma colui che ebbe pietà di me, ma colui che ebbe pietà di tutti gli uomini, colui che comprese tutto avrà certamente pietà di noi. È l’unico giudice che esista. Egli verrà nell’ultimo giorno e domanderà: “Dov’è la figliola che si è sacrificata per una matrigna astiosa e tisica e per dei bambini che non sono i suoi fratelli? Dov’è  la figliola che ebbe pietà del suo padre terrestre e non respinse con orrore quell’ignobile beone?”. Ed Egli dirà: “Vieni, ti ho già perdonato una volta, e ancora ti perdono tutti i tuoi peccati, perché hai molto amato”. Così Egli perdonerà alla sua Sonia, le perdonerà, io lo so, poc’anzi l’ho sentito qui nel cuore, mentre ero da lei. Tutti saranno giudicati da Lui ed Egli perdonerà a tutti, ai buoni e ai malvagi, ai savi e ai miti. E quando avrà finito di perdonare agli altri perdonerà anche a noi. “Avvicinatevi voi pure”, ci dirà, “Venite, ubriaconi; venite, viziosi; venite, lussuriosi” e noi ci avvicineremo a Lui, tutti, senza timore, e ci dirà ancora: “Siete porci; siete uguali alle bestie, ma venite lo stesso”. E i saggi, gli intelligenti, diranno: “Signore, perché accogli costoro?”. Ed Egli risponderà: “Li accolgo, o savi, io li accolgo, o intelligenti, perché nessuno di loro si credette degno di questo favore”, e ci tenderà le braccia e noi ci precipiteremo sul suo seno e piangeremo dirottamente e capiremo tutto. Allora tutto sarà compreso da tutti e anche Katerina Ivanovna comprenderà, anche lei. O Signore, venga il tuo regno”»20.
F.M. Dostoevskij, Delitto e castigo, parte prima, cap. II, Bur, Milano 1990, pp. 26-27


 la creazione più alta in cui si incarna, nei romanzi di Dostoevskij, la santità è paradossalmente una prostituta. Nemmeno Zosima (il monaco staretz dei ‘Fratelli Karamazov’, ndr) vive una viva comunione con Dio personale come Sonja in ‘Delitto e castigo’La religione di Sonja è adesione di tutto il suo essere a Cristo. Essa crede in Dio, nel Dio vivente e vive un rapporto con Dio di umile e confidente abbandono”.
Don Divo Barsotti, Dostoevskij – il più grande romanziere cristiano di tutti i tempi

Postato da: giacabi a 14:01 | link | commenti
dostoevskij, cristianesimo

giovedì, 12 luglio 2007
Cristo Luce del mondo
***

"A voi, negatori di Dio e del Cristo, non è mai venuto in mente che tutto sarebbe fango e peccato nel mondo, senza Cristo? "
Dostoievski

Postato da: giacabi a 06:43 | link | commenti
bellezza, dostoevskij, gesù

martedì, 26 giugno 2007
LA PACE
***
Gli uomini trovano la pace non grazie al progresso della ragione e della necessità, ma grazie al riconoscimento morale di una bellezza superiore, che possa fungere da ideale per tutti […]: ecco, dunque, che cos’è la verità, in nome della quale tutti si abbraccerebbero e si metterebbero in azione per raggiungerla (la bellezza)”
Dostoevskij

Postato da: giacabi a 17:46 | link | commenti
pace, bellezza, dostoevskij

venerdì, 22 giugno 2007
L’INDIFERENZA RELIGIOSA
***
L’ateismo perfetto è più apprezzabile dell’indifferenza mondana… Il perfetto ateismo si ferma all’estremità della scala, sul penultimo gradino che porta alla fede perfetta (tutto sta a sapere se salirà quest’ultimo gradino oppure no), mentre l’indifferenza non ha nessuna fede
Il vescovo Tykon (ne I demoni di Dostoevskij):

Postato da: giacabi a 21:25 | link | commenti
dostoevskij, ateismo

Quello che il cuore cerca
***

Dostoevskij ha conosciuto il Vangelo durante il periodo di prigionia in Siberia
 così scrive:
«In questi momenti ho composto in me una professione di fede in cui tutto è chiaro e sacro. Eccola: credere che non c'è nulla di più bello, di più profondo, di più simpatico, di più ragionevole, di più coraggioso, né di più perfetto del Cristo... e non solo che non c'è nulla, io me lo dico con un amore geloso, ma che nulla ci può essere. Più ancora: se qualcuno mi avesse provato che il Cristo è al di fuori della verità... avrei preferito restare col Cristo piuttosto che con la verità».
Dostoevskij

Postato da: giacabi a 13:55 | link | commenti (1)
dostoevskij, gesù, senso religioso

martedì, 20 marzo 2007
Cristo
l'ideale della Bellezza
Lettera a V.A.Alekseev
Pietroburgo, 7 giugno 1876
Egregio Signore, La prego di scusarmi se rispondo soltanto oggi alla Sua lettera del 3 giugno, ma sono stato malato per un attacco di epilessia.
Lei mi rivolge una domanda molto ardua in quanto esigerebbe una risposta lunga. La sostanza della cosa, di per sé, è chiara. Nella tentazione di Cristo da parte del diavolo sono proposte tre colossali idee di portata universale; sono trascorsi ormai diciotto secoli e non c'è nulla di più difficile, e cioè di più profondo, di queste idee, e tuttora non si riesce a risolvere le questioni in esse poste.
"Le pietre e i pani" significa l'attuale questione sociale, cioè l'ambiente. Questa non è una profezia, questo è sempre stato così. "Come ci si può rivolgere a dei poveri derelitti, che la fame e l'oppressione hanno ridotto a una condizione piuttosto di animali che non di uomini, come ci si può rivolgere a degli affamati predicando l'astensione dal peccato, la mansuetudine e la continenza? Non sarebbe meglio anzitutto dar loro da mangiare? Ciò sarebbe più umano. Anche davanti a Te sono venuti a predicare, ma Tu sei il Figlio di Dio, Tu eri atteso da tutto il mondo con impazienza; agisci dunque come chi è superiore a tutti per l'intelletto e la giustizia. Da' dunque loro un'organizzazione sociale tale che non manchino mai il pane e l'ordine, e solo allora chiedi loro di rinunciare al peccato. Se anche allora peccheranno, ebbene, vorrà dire che sono degl'ingrati, ma ora essi peccano per colpa della fame, ed è un peccato pretendere da loro che non pecchino.
"Tu sei Figlio di Dio, e dunque Tu puoi tutto. Vedi qui intorno queste pietre: è sufficiente che Tu lo ordini e queste pietre si trasformeranno in pani."
"Ma anzitutto ordina che la terra dia i suoi frutti senza fatica, insegna agli uomini una scienza o un ordine sociale tali che la loro vita sia per sempre assicurata. È forse possibile che Tu non sappia che i vizi e le sventure più gravi dell'uomo sono provocate dalla fame, dal freddo, dalla miseria e dalla spietata lotta per l'esistenza?"
Ecco la prima questione che lo spirito maligno propose a Cristo. Lei sarà d'accordo sul fatto che è difficile risolverla. Il socialismo attuale, sia in Europa che da noi, vuole eliminare completamente Cristo e si adopera anzitutto per il pane, si affida alla scienza e sostiene che la causa di tutte le sciagure umane è una soltanto: la miseria, la lotta per l'esistenza, "l'ambiente che divora l'uomo".
Ma Cristo a ciò ha risposto: "Non di solo pane vive l'uomo", proclamando la verità sull'origine anche spirituale dell'uomo. L'idea del diavolo poteva andar bene soltanto per un uomo-animale, ma Cristo sapeva che l'uomo non può vivere di solo pane. Infatti, se non esistesse più la vita spirituale, e cioè l'ideale della Bellezza, l'uomo cadrebbe in preda all'angoscia, morirebbe, impazzirebbe, si ucciderebbe o si affiderebbe a fantasie pagane. E siccome Cristo recava in Se stesso e nella Sua Parola l'ideale della Bellezza; avendolo nelle loro anime, tutti diventeranno fratelli l'uno dell'altro, e allora, naturalmente, lavorando l'uno per l'altro, saranno anche ricchi. Se invece si desse loro del pane, può darsi che essi diventino nemici l'uno dell'altro solo per la noia.
Ma se si desse all'uomo sia l'ideale della Bellezza che il Pane insieme? In tal caso verrà tolto all'uomo il lavoro, la personalità, il sacrificio dei propri beni a favore del prossimo, insomma gli verrà tolta tutta la vita, ogni ideale di vita. E quindi è meglio proclamare soltanto l'ideale spirituale.
La prova del fatto che, in questo breve passo del Vangelo, la questione riguardava proprio questa idea, e non semplicemente il fatto che Cristo aveva fame e che il diavolo gli consigliava di prendere delle pietre e ordinar loro di trasformarsi in pane, la prova di ciò sta nel fatto che Cristo rispose rivelando il segreto della natura: "Non di solo pane (e cioè come gli animali) vive l'uomo".
Se si fosse trattato soltanto di placare la fame di Cristo, perché si sarebbe dovuto portare il discorso sulla natura spirituale dell'uomo in generale? E sarebbe stato anche inutile, giacchè anche senza il consiglio del diavolo Egli avrebbe già potuto da prima procurarsi del pane se avesse voluto. A proposito: Lei ha certo presenti le teorie di Darwin e di altri sull'origine dell'uomo dalla scimmia. Ebbene, senza formulare nessuna teoria, Cristo dichiara esplicitamente che nell'uomo, oltre alla dimensione animale, c'è anche quella spirituale. E quindi qualunque sia l'origine dell'uomo (nella Bibbia non è affatto spiegato in che modo Iddio lo formò dal fango, lo prese dalla terra), è un fatto che Dio gl'ispirò il soffio della vita (ma è terribile che l'uomo, attraverso il peccato, possa nuovamente trasformarsi in animale).
Il Suo devoto servitore F.Dostoevskij

Postato da: giacabi a 15:06 | link | commenti
dostoevskij, gesù

domenica, 31 dicembre 2006
I giovani hanno sempre sete di infinito
***
"<<Ma da noi la famiglia non esiste per nulla>>- mi faceva osservare di recente uno dei nostri più dotati scrittori. Da certi punti di vista è anche vero: dato il nostro generale indifferentismo per i fini elevati della vita, può darsi benissimo che in certi strati della nazione abbia cominciato a essere scossa anche la famiglia. In ogni modo, è del tutto chiaro che la nostra giovane generazione è condannata a cercarsi ideali propri e fini elevati di vita propri. Ma è terribile che la gioventù sia così isolata e abbandonata alle proprie forze. E' una questione molto importante nell'attuale momento della nostra vita. La nostra gioventù si trova in una situazione tale che non trova in nulla accenni a un senso superiore della vita. Dai nostri sapientoni e in generale dalle sue guide, la gioventù del nostro tempo può tutt'al più prendere a prestito una concezione satirica, ma niente di positivo in cui credere, a cui portar rispetto, qualcosa da adorare, a cui aspirare; e intanto tutto ciò è così necessario per la gioventù, di ciò soltanto essa ha sete, ha avuto sempre sete nei secoli e ovunque! "
(da Diario di uno scrittore, Dicembre 1876)

Postato da: giacabi a 09:53 | link | commenti
dostoevskij

sabato, 02 dicembre 2006
Cos’è il cristianesimo
2a parte

«Molti pensano che sia sufficiente credere nella morale di Cristo per essere cristiano. Non la morale di Cristo, né l'insegnamento di Cristo salveranno il mondo, ma precisamente la fede in ciò, che il Verbo si è fatto carne. Questa fede non soltanto è il riconoscimento mentale della superiorità del suo insegnamento, ma spontanea inclinazione. Bisogna precisamente credere che l'ideale definitivo dell'uomo è sempre il Verbo incarnato, il Dio incarnato.
 Perché con questa fede soltanto noi perveniamo all'adorazione, a quell'estasi, che più di tutto c'incatena a Lui direttamente e ha il potere di non far deviare l'uomo.
Con un minor entusiasmo l'umanità forse senz'altro avrebbe deviato, dapprima nell'eresia, poi nell'ateismo,poi nell'immoralità e infine nell'ateismo e in uno stato di trogloditi sarebbe marcita e scomparsa.»
 Dostoevsckij, i demoni

Nessun commento: