CONSULTA L'INDICE PUOI TROVARE OLTRE 4000 ARTICOLI

su santi,filosofi,poeti,scrittori,scienziati etc. che ti aiutano a comprendere la bellezza e la ragionevolezza del cristianesimo


sabato 11 febbraio 2012

Eliot


La cultura cristiana
***
 
"Un singolo europeo può non credere che la fede cristiana sia vera, e tuttavia tutto ciò che egli dice e fa scaturirà dalla parte della cultura cristiana di cui è erede, e da quella trarrà significato. Solamente una cultura cristiana avrebbe potuto produrre un Voltaire e un Nietzsche.

Se il cristianesimo se ne va,

se ne va anche la nostra cultura,

se ne va il nostro

stesso volto".
.

Eliot, Appunti per una definizione della cultura, Opere, Classici Bompiani 2003)


Postato da: giacabi a 19:54 | link | commenti
cristianesimo, eliot

giovedì, 24 settembre 2009

 Testimone
***
Se non  puoi essere questa stella,
sii il fuoco sulla montagna!
Se non puoi essere il fuoco sulla montagna
sii la lampada nella casa
  Thomas Eliot

Postato da: giacabi a 20:23 | link | commenti
eliot

lunedì, 12 gennaio 2009

Bisogna imparare ad attendere
***
Io dissi alla mia anima stai quieta e
attendi senza speranza perché la speranza
sarebbe speranza per le cose sbagliate;
attendi senza amore perché l’amore
sarebbe amore per le cose sbagliate;
resta la fede ma la fede e l’amore e la speranza sono tutti nell’attendere
T.S. Eliot  da: Quattro quartetti
Da: www.tracce.it di nov.08


Postato da: giacabi a 21:23 | link | commenti
eliot

domenica, 05 ottobre 2008

Vivendo e in parte vivendo
***
Noi non vogliamo che accada nient'altro.
Siamo vissute in pace per sette anni,
siamo riuscite a non farci notare,
vivendo e quasi vivendo.
Abbiamo visto l'oppressione e lo sfarzo,
abbiamo visto povertà e licenza,
abbiamo visto meschine ingiustizie.
Ma siamo riuscite a vivere
vivendo e quasi vivendo.
A volte il frumento ci manca,
a volte il raccolto è propizio,
un anno è un anno di pioggia,
un altro è un anno di siccità,
un anno si sono mele abbondanti,
un altr'anno le prugne sono scarse.
Eppure siamo riuscite a vivere,
vivendo e questi vivendo.
Abbiamo onorato le feste, ascoltato la messa,
abbiamo fatto fermentare il sidro e la birra,
abbiamo raccolto la legna
all'apparire dell'inverno,
ci siamo attardate a parlare
all'angolo del focolare,
a parlare all'angolo delle strade,
a parlare non sempre a bassa voce,
vivendo e quasi vivendo.

Abbiamo visto matrimoni, nascite, morti,
abbiamo visto accadere gli scandali,
siamo state vessate dalle tasse,
abbiamo riso, abbiamo chiacchierato,
molte ragazze sono scomparse, partite
senza dire perchè, e altre non vi sono riuscite.
Tutte abbiamo avuto terrori privati,
ombre personali, paure segrete.
Ma ora una grande paura è sopra di noi,
una paura non di una, ma di molti,
una paura simile alla nascita e alla morte,
quando vediamo la nascita e la morte,
esse sole e nient'altro,
come isolate, nel vuoto.
Siamo invase da una paura
che non possiamo conoscere,
che non possiamo affrontare,
che nessuno può capire.
E ci strappano il cuore,
ci sbucciano il cervello a strati,
come una cipolla ci sentiamo
perdute, perdute in un terrore totale,
che nessuno può capire
. O Tommaso Arcivescovo,
Tommaso nostro Signore, lasciaci e lasciaci vivere
nell'umile e opaca cornice della nostra esistenza.
Allontanati...
T.S.Eliot - Assassinio nella cattedrale - Parte prima, Coro - BUR Rizzoli, 2003



Postato da: giacabi a 07:44 | link | commenti
eliot

lunedì, 15 settembre 2008

L'umiltà
***
L'unica saggezza che possiamo sperare di acquistare è quella dell'umiltà.
T.S. Eliot.

Postato da: giacabi a 20:54 | link | commenti
eliot

domenica, 25 maggio 2008

Il martirio
***

Considerate ancora una cosa alla quale forse non avete mai pensato. Non soltanto noi nella festa di Natale celebriamo insieme la nascita di Nostro Signore e la sua morte: ma nel giorno che segue noi celebriamo il martirio del suo primo martire, il beato Stefano.
È per caso, voi credete, che il giorno del primo martire segue immediatamente quello della nascita di Cristo? Assolutamente no. Proprio come noi ci rallegriamo e rattristiamo insieme, per la nascita e la passione di Nostro Signore, così anche – fatte le debite proporzioni – noi ci rallegriamo e rattristiamo insieme per la morte dei martiri.
Noi ci rattristiamo per i peccati del mondo che li ha martirizzati; ci rallegriamo  perché un’altra anima si annovera tra i santi in Paradiso, a gloria di Dio e per la salvezza degli uomini. Diletti figli, noi non consideriamo un martire semplicemente un buon cristiano che è stato ucciso perché è cristiano: questo ci farebbe soltanto rattristare. Né lo consideriamo semplicemente un buon cristiano che fu eletto tra le schiere dei santi: perché questo ci farebbe soltanto rallegrare: e mai il nostro rattristarci e il nostro rallegrarci sono come quelli del mondo.
Un martirio cristiano non avviene mai per caso, perché non si diventa santi per caso. Un martirio è sempre un disegno di Dio, per il suo amore per gli uomini, per avvertirli e guidarli, per riportarli sulla sua strada. Non è mai un disegno dell’uomo; perché il vero martire è colui che è diventato lo strumento di Dio, che ha perduto la sua volontà nella volontà di Dio, e che non desidera più niente per se stesso, neppure la gloria di essere un martire.
Sicchè, come sulla terra la Chiesa si rattrista e si rallegra insieme, in un  modo che il mondo non può capire, così in paradiso i santi stanno molto in alto proprio perché qui, su questa terra, sono stati molto in basso; e si contemplano non come noi li vediamo, ma nella luce della divinità dalla quale essi traggono il proprio essere.
 T. S. Eliot “Assassinio nella Cattedrale”

Postato da: giacabi a 23:18 | link | commenti
eliot

domenica, 11 maggio 2008


***
Devo dirlo di nuovo? Per arrivare là,
per arrivare dove voi siete,
per andare via da dove non siete,
dovete fare una strada nella quale non c'è estasi
.
Per arrivare a ciò che non sapete
dovete fare una strada che è quella dell'ignoranza
.
Per possedere ciò che non possedete
dovete fare la strada della privazione
.
Per arrivare a quello che non siete
dovete andare per la strada nella quale non siete
.
E quello che non sapete è la sola cosa che sapete
e ciò che avete è ciò che non avete

e dove siete è là dove non siete.


T.S.Eliot, da East Coker

Postato da: giacabi a 09:20 | link | commenti
eliot

sabato, 05 gennaio 2008

IL VIAGGIO DEI MAGI
***
Fu un freddo avvento per noi,
proprio il tempo peggiore dell'anno
per un viaggio, per un lungo viaggio come questo:
le vie fangose e la stagione rigida, nel cuore dell'inverno.
E i cammelli piagati, coi piedi sanguinanti, indocili,
sdraiati nella neve che si scioglie.
Vi furono momenti in cui noi rimpiangemmo
i palazzi d'estate sui pendii, le terrazze,
e le fanciulle seriche che portano il sorbetto
.
Poi i cammellieri che imprecavano e maledicevano
e disertavano, e volevano donne e liquori,
e i fuochi notturni s'estinguevano, mancavano ricoveri,
e le città ostili e i paesi nemici
ed i villaggi sporchi e tutto a caro prezzo: ore diffidi avemmo.
Preferimmo alla fine viaggiare di notte,
dormendo a tratti,
con le voci che cantavano agli orecchi, dicendo
che questo era tutto follia.
Poi all'alba giungemmo a una valle più tiepida,
umida, sotto la linea della neve, tutta odorante di vegetazione;
con un ruscello in corsa ed un mulino ad acqua che batteva buio,
e tre alberi contro il cielo basso,
ed un vecchio cavallo bianco al galoppo sul prato.
Poi arrivammo a una taverna con l'architrave coperta di pampini,
sei mani ad una porta aperta a dadi monete d'argento, e piedi davano calci agli otri vuoti.
Ma non avemmo alcuna informazione, e così proseguimmo
ed arrivati a sera non solo un momento troppo presto
trovammo il posto; cosa soddisfacente voi direte.
Tutto questo fu molto tempo fa, ricordo,
e lo farei di nuovo,
ma considerate
questo considerate questo: ci trascinammo per tutta quella strada
per una Nascita o una Morte? Vi fu una Nascita, certo,
ne avemmo prova e non avemmo dubbio. Avevo visto nascita e morte,
ma le avevo pensate differenti; per noi questa Nascita fu
come un'aspra ed amara sofferenza, come la Morte, la nostra morte.
Tornammo ai nostri luoghi, ai nostri Regni,
ma ormai non più tranquilli, nelle antiche leggi,
fra un popolo straniero che è rimasto aggrappato ai propri idoli.
Io sarei lieto di un'altra morte.
T.S. Eliot



Postato da: giacabi a 15:09 | link | commenti
natale, eliot

sabato, 03 novembre 2007


 La tolleranza laicista
 *** 
Io non considero il problema del cristianesimo come quello di una minoranza perseguitata: un cristiano trattato come nemico dello Stato ha una vita molto più dura, ma più semplice. M’interessano piuttosto i pericoli di una minoranza tollerata: può ben darsi che, nel mondo moderno, venire tollerato si riveli la cosa più intollerabile per un cristiano"

T.S. Eliot L’idea di una società cristiana, in Opere, Bompiani


Postato da: giacabi a 09:37 | link | commenti
laicismo, eliot

mercoledì, 05 settembre 2007

Gli uomini vuoti
 ***

Un penny per il vecchio Guy

Siamo gli uomini vuoti
Siamo gli uomini impagliati
Che appoggiano l'un l'altro
La testa piena di paglia.
Ahimè!
Le nostre voci secche, quando noi
Insieme mormoriamo
Sono quiete e senza senso
Come vento nell'erba rinsecchita
O come zampe di topo sopra vetri infranti
Nella nostra arida cantina


Figura senza forma, ombra senza colore,
Forza paralizzata, gesto privo di moto
;


Coloro che han traghettato
Con occhi diritti, all'altro regno della morte
Ci ricordano - se pure lo fanno - non come anime
Perdute e violente, ma solo
Come gli uomini vuoti Gli uomini impagliati..

II
Occhi che in sogno non oso incontrare
Nel regno di sogno della morte
Questi occhi non appaiono:
Laggiù gli occhi sono
Luce di sole su una colonna infranta

Laggiù un albero ondeggia
E voci vi sono
Nel cantare del vento
Più distanti e più solenni
Di una stella che si spegne.

Non lasciate che sia più vicino
Nel regno di sogno della morte
Lasciate anche che porti
Travestimenti così deliberati
Pelliccia di topo, pelliccia di cornacchia, doghe incrociate
In un campo
Comportandomi come si comporta il vento
Non più vicino -

Non quel finale incontro
Nel regno del crepuscolo

III
Questa è la terra morta
Questa è la terra dei cactus
Qui le immagini di pietra
Sorgono, e qui ricevono
La supplica della mano di un morto
Sotto lo scintillio di una stella che si va spegnendo.
E' proprio così
Nell'altro regno della morte
Svegliandoci soli
Nell'ora in cui tremiamo
Di tenerezza
Le labbra che vorrebbero baciare
Innalzano preghiere a quella pietra infranta.

IV
Gli occhi non sono qui
Qui non vi sono occhi
In questa valle di stelle morenti
In questa valle vuota
Questa mascella spezzata dei nostri regni perduti
In quest'ultimo dei luoghi d'incontro
Noi brancoliamo insieme
Evitiamo di parlare
Ammassati su questa riva del tumido fiume
Privati della vista,
a meno che
Gli occhi non ricompaiano
Come la stella perpetua
Rosa di molte foglie
Del regno di tramonto della morte
La speranza soltanto Degli uomini vuoti.

V
Qui noi giriamo attorno al fico d'India
Fico d'India fico d'India
Qui noi giriamo attorno al fico d'India
Alle cinque del mattino.


Fra l'idea
E la realtà
Fra il movimento
E l'atto
Cade l'Ombra

Perché Tuo è il Regno

Fra la concezione
E la creazione
Fra l'emozione
E la responsione Cade l'Ombra

La vita è molto lunga

Fra il desiderio
E lo spasmo
Fra la potenza
E l'esistenza
Fra l'essenza
E la discendenza
Cade l'Ombra

Perché Tuo è il Regno

Perché Tuo è
La vita è
Perché Tuo è il
E' questo il modo in cui finisce il mondo
E' questo il modo in cui finisce il mondo
E' questo il modo in cui finisce il mondo
Non già con uno schianto ma con un piagnucolio
.
Thomas Stearns Eliot (Gli uomini vuoti, 1925)
 

Postato da: giacabi a 21:13 | link | commenti
eliot

venerdì, 31 agosto 2007

Là dove non c'è tempio non vi saranno dimore
***
Edifichiamo invano se il SIGNORE non edifica con noi.
Potete reggere forse la Città se il SIGNORE non resta con voi?
Mille vigili che dirigono il traffico
Non sanno dirvi né perché venite né dove andate.
Una colonia intera di cavie o un'orda d'attive marmotte
 Edificano meglio di coloro che edificano senza il
SIGNORE.
Ci leveremo in piedi fra rovine perenni?
Ho amato la bellezza della Tua Casa, la pace del Tuo santuario,
Ho spazzato i pavimenti e adornato gli altari.
Là dove non c'è tempio non vi saranno dimore,
Sebbene abbiate rifugi e istituzioni,
Alloggi precari dove si paga l'affitto,
Scantinati che cedono dove il topo si nutre O latrine con porte numerate
O una casa un po' meglio di quella del vicino;
Quando la Straniera dice: «Qual è il significato di questa città?
Vi accalcate vicini perché vi amate l'un l'altro?»
 Cosa risponderete? «Ci accalchiamo
Per trarre denaro l'uno dall'altro»?
oppure «Questa è una comunità»?
E la Straniera partirà e tornerà nel deserto.
O anima mia, che tu sia pronta per la venuta della Straniera,
Che tu sia pronta per colei che sa come fare domande.
O stanchezza di uomini che vi stornate da DIO
Per la grandezza della vostra mente e la gloria della vostra azione,
Per le arti e le invenzioni e le imprese temerarie,
Per gli schemi della grandezza umana del tutto screditata
 Che riducete la terra e l'acqua al vostro servizio,
 Che sfruttate i mari e sviscerate le montagne,
 Che dividete le stelle in comuni e preferite,
Impegnati a ideare il frigorifero perfetto,
Impegnati a risolvere una morale razionale,
 Impegnati a stampare più libri che potete,
A far progetti di felicità e a buttar via bottiglie vuote,
 Passando dalla vacuità ad un febbrile entusiasmo
Per la nazione o la razza o ciò che voi chiamate umanità;
Sebbene abbiate dimenticato la via al Tempio
 V’ è una che ricorda la via alla vostra porta:
Potete eludere la Vita, ma non la Morte.
Non rinnegherete la Straniera.
T.S. Eliot  I cori de la Rocca
 

Postato da: giacabi a 17:41 | link | commenti
eliot

mercoledì, 20 giugno 2007

Il grande Eliot
da: Cori da "La rocca"
***



Che vita è la vostra se non avete vita in comune?
Non esiste vita se non nella comunità,
Persino l'anacoreta che medita in solitudine,
Per il quale i giorni e le notti ripetono le lodi di DIO,
Prega per la Chiesa, il Corpo di Cristo incarnato.
E ora vivete dispersi su strade che si snodano come nastri,
E nessuno conosce il suo vicino o si interessa di lui
A meno che il suo vicino non gli arrechi disturbo,
Ma tutti corrono su e giù con le automobili,
Familiari con le vie ma senza un luogo in cui risiedere.
E nemmeno la famiglia si muove tutta unità,
Poichè ogni figlio vorrebbe la sua motocicletta,
E le figlie cavalcano sellini casuali.
Molto da abbattere, molto da costruire, molto da sistemare di nuovo;
Fate che l'opera non venga ritardata, che il tempo e il braccio non siano inutili;
L'argilla sia tratta dalla cava, la sega tagli la pietra,
Nella fucina il fuoco non si estingua.



O stanchezza di uomini che vi stornate da DIO
Per la grandezza della vostra mente e la gloria della vostra azione,
Per le arti e le invenzioni e le imprese temerarie,
Per gli schemi della grandezza umana del tutto screditata
Che riducete la terra e l'acqua al vostro servizio,
Che sfruttate i mari e sviscerate le montagne,
Che dividete le stelle in comuni e preferite,
Impegnati a ideare il frigorifero perfetto,
Impegnati a risolvere una morale razionale,
Impegnati a stampare più libri che potete,
A far progetti di felicità e a buttar via bottiglie vuote,
Passando dalla vacuità ad un febbrile entusiasmo
Per la nazione o la razza o ciò che voi chiamate umanità;
Sebbene abbiate dimenticato la via al Tempio
V'è una che ricorda la via alla vostra porta:
Potete eludere la Vita, ma non la Morte.
Non rinnegherete la Straniera.



Perchè gli uomini dovrebbero amare la Chiesa? Perchè
dovrebbero amare le sue leggi?
Essa ricorda loro la Vita e la Morte, e tutto ciò che vorrebbero scordare.
E' gentile dove sarebbero duri, e dura dove essi vorrebbero essere teneri.
Ricorda loro il Male e il Peccato, e altri fatti spiacevoli.
Essi cercano sempre di evadere 
Dal buio esterno e interiore
Sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno
avrebbe bisogno d'esser buono.
Ma l'uomo che è adombrerà
L'uomo che pretende di essere.
E il Figlio dell' Uomo non fu crocifisso una volta per tutte,
Il sangue dei martiri non fu versato una volta per tutte,
Le vite dei Santi non vennero donate una volte per tutte:
Ma il Figlio dell' Uomo è sempre crocifisso
E vi saranno sempre Martiri e Santi.
E se il sangue dei Martiri deve fluire sui gradini
Dobbiamo prima costruire i gradini;
E se il Tempio dev'essere abbattuto
Dobbiamo prima costruire il Tempio.


Postato da: giacabi a 15:01 | link | commenti
chiesa, eliot

sabato, 05 maggio 2007


 
SE L’UOMO D’OGGI ASCOLTASSE
DI PIÙ IL PROFETA ELIOT !
***
  Th. S. Eliot Tratto da”Cori de la Rocca” 1930
.
.
Edifichiamo invano se il Signore non edifica con noi.
 Potete reggere forse la Città se il Signore non resta con voi?
Mille vigili che dirigono il traffico
Non sanno dirvi né perché venite né dove andate.
 Una colonia intera di cavie o un'orda d'attive marmotte
Edificano meglio di coloro che edificano senza il SIGNORE.
Ci leveremo in piedi fra rovine perenni?
Ho amato la bellezza della Tua Casa, la pace del Tuo santuario,
Ho spazzato i pavimenti e adornato gli altari.
Là dove non c'è tempio non vi saranno dimore,
Sebbene abbiate rifugi e istituzioni,
Alloggi precari dove si paga l'affitto,
Scantinati che cedono dove il topo si nutre
 O latrine con porte numerate
O una casa un po' meglio di quella del vicino;
Quando la Straniera dice: «Qual è il significato di questa città?
Vi accalcate vicini perché vi amate l'un l'altro?»
 Cosa risponderete? «Ci accalchiamo
Per trarre denaro l'uno dall'altro»? oppure «Questa è una comunità»?
E la Straniera partirà e tornerà nel deserto.
O anima mia, che tu sia pronta per la venuta della Straniera,
Che tu sia pronta per colei che sa come fare domande.
O stanchezza di uomini che vi stornate da DIO
Per la grandezza della vostra mente e la gloria della vostra azione,
Per le arti e le invenzioni e le imprese temerarie,
Per gli schemi della grandezza umana del tutto screditata
Che riducete la terra e l'acqua al vostro servizio,
 Che sfruttate i mari e sviscerate le montagne,
Che dividete le stelle in comuni e preferite,
 Impegnati a ideare il frigorifero perfetto,
Impegnati a risolvere una morale razionale,
Impegnati a stampare più libri che potete,
A far progetti di felicità e a buttar via bottiglie vuote,
 Passando dalla vacuità ad un febbrile entusiasmo
Per la nazione o la razza o ciò che voi chiamate umanità;
Sebbene abbiate dimenticato la via al Tempio
V' è una che ricorda la via alla vostra porta:
Potete eludere la Vita, ma non la Morte.
 Non rinnegherete la Straniera.
.
 piazza San Giovanni - Roma
sabato 12 maggio
dalle 15 alle 18
 per tutti gli italiani
che credono nel ruolo sociale della famiglia
 call center: 06.689.6930
Fax 06.689.3653 | mail piufamiglia@forumfamiglie.org


Postato da: giacabi a 08:09 | link | commenti
chiesa, eliot

mercoledì, 02 maggio 2007

Eliot:
 profezia di un cristiano
Luigi Giussani
***
Tracce N. 6 > giugno 1996
Proponiamo alcuni brani del capitolo su «Coscienza della Chiesa nel mondo moderno nei Cori da "La Rocca" di T. S. Eliot», dall'ultimo libro di Luigi Giussani, Le mie letture, edizioni Bur-Rizzoli. L'Incarnazione: un fatto nel tempo e nella storia. L'avvenimento di Cristo si compie in un popolo
Il mondo non solo non vuole la Chiesa, ma la perseguita.
E che volete - dice, infatti, Eliot -, volete forse che il mondo accetti la Chiesa? Perché deve accettarla?
«Perché gli uomini dovrebbero amare la Chiesa? Perché dovrebbero amare le sue leggi? / Essa ricorda loro la Vita e la Morte, e tutto ciò che vorrebbero scordare./ È gentile dove sarebbero duri, e dura dove essi vorrebbero essere teneri./ Ricorda loro il Male e il Peccato, e altri fatti spiacevoli./ Essi cercano sempre d'evadere/ dal buio esterno e interiore/ sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno d'essere buono».
Gli uomini che perseguitano la Chiesa, sognano l'eliminazione della libertà, perché l'estremo ideale di questo mondo è creare un mondo di automi:
«Sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno d'essere buono».
L'ultima, la più profonda accusa di Eliot:
dove sta la radice vera di tutta questa ostilità e di questo disegno? La rinuncia a Cristo. La ribellione a Cristo e, quindi, la eliminazione di Dio
perché, come aveva già detto Nietzsche, se aboliamo Cristo, aboliamo Dio. (...)
Dunque la Straniera sembra dimenticata e avversata in un'epoca di uomini «impegnati a ideare il frigorifero perfetto», «a risolvere una morale razionale», «a far progetti di felicità e a buttar via bottiglie vuote,/ passando dalla vacuità di un febbrile entusiasmo/ per la nazione o la razza o ciò che voi chiamate umanità».
«O anima mia - dice il poeta - che tu sia pronta per la venuta della Straniera,/ che tu sia pronta per colei che sa come fare domande». Del resto, il Coro ricorda agli uomini, che non vogliono sentire quelle domande, che possono «eludere la Vita ma non la Morte». Anch'essa indica la strada verso il tempio.
«Non rinnegherete la Straniera», conclude il III Coro. È una grande responsabilità ed è un'affascinante missione per la nostra meschinità. (...)
È a questo punto l'a fondo di Eliot, già citato, sulla considerazione degli uomini moderni sulla Chiesa: «
Perché gli uomini dovrebbero amare la Chiesa?».
«Essi
[gli uomini che non vogliono la Chiesa] cercano sempre d'evadere/ dal buio esterno e interiore [perché se non ci sono criteri oggettivi di bene e di male c'è buio e confusione]/
sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno d'essere buono».
Tutti sognano strutture sociali che abbiano un esito buono a prescindere dalla libertà. Nessuno più avrebbe bisogno d'essere buono. «Ma l'uomo che è adombrerà/ l'uomo che pretende di essere». L'uomo così come è sfaterà sempre le visioni delle ideologie che pretendono di essere. «
E il Figlio dell'Uomo non fu crocefisso una volta per tutte/ il sangue dei martiri non fu versato una volta per tutte,/ le vite dei Santi non vennero donate una volta per tutte (...). E se il Tempio dev'essere abbattuto /dobbiamo prima costruire il Tempio».
È la pagina più chiara sull'antitrionfalismo. Tante volte, noi siamo accusati di trionfalismo per la nostra volontà di affermazione del fatto cristiano nel tempo e nello spazio, nella storia. Invece, è profondamente antitrionfalista la nostra volontà di costruire.
Perché l'idea della storia che ha il cristianesimo è questo possibile continuo ripetersi di cicli e di abbattimenti. Perciò
«se il sangue dei Martiri deve fluire sui gradini/ dobbiamo prima costruire i gradini».
Il nostro costruire i gradini non è trionfalismo, anzi. E se il Tempio deve essere distrutto, bisogna prima costruirlo. La nostra volontà di costruire il Tempio non è trionfalismo.
Forse non sarà inutile, a questo punto, rileggere (...) il Coro VII, ove il poeta traccia in sintesi splendida la storia delle religioni.

In principio Dio creò il mondo. Deserto e vuoto. Deserto e vuoto. E tenebre erano sopra la faccia dell'abisso.
[deserto perché non c'è uomo, vuoto perché non c'è senso, perché il senso viene percepito nella coscienza dell'uomo].
E quando vi furono uomini, nei loro vari modi lottarono in tormento alla ricerca di Dio
Ciecamente e vanamente, perché l'uomo è cosa vana, e l'uomo senza Dio è un seme nel vento, trascinato qua e là e non trova luogo dove posarsi e dove germinare.
Essi seguirono la luce e l'ombra [l'apparente], e la luce li condusse verso la luce e l'ombra li condusse verso la tenebra,
Ad adorare serpenti ed alberi, ad adorare demoni piuttosto che nulla: a piangere per la vita oltre la vita, per un'estasi non della carne.
Deserto e vuoto. Deserto e vuoto. E tenebre sopra la faccia dell'abisso.

E lo Spirito si muoveva sopra la faccia delle acque.
E gli uomini che si volsero verso la luce ed ebbero conoscenza della luce
Inventarono le Religioni Maggiori; e le Religioni Maggiori erano buone
E condussero gli uomini dalla luce alla luce, alla conoscenza del Bene e del Male.
Ma la loro luce era sempre circondata e colpita dalle tenebre (...)
E giunsero a un limite, a un limite estremo mosso da un guizzo di vita,
E giunsero allo sguardo rinsecchito e antico di un bimbo morto di fame.
[riti che non avevano nessuna capacità di ravvivare l'umano]
Preghiere scritte in cilindri girevoli, adorazione dei morti, negazione di questo mondo, affermazione di riti il cui senso è dimenticato
[il contrario di ciò per cui sono sorti: alla ricerca del senso]
Nella sabbia irrequieta sferzata dal vento, o sopra le colline dove il vento non farà mai posare la neve.
Deserto e vuoto. Deserto e vuoto. E tenebre sopra la faccia dell'abisso.
[è ritornato il deserto e il vuoto, si è confermato il deserto e il vuoto: sopra, dentro, sotto, intorno a tutti i tentativi di interpretazione umana, le religioni maggiori].

Quindi giunsero, in un momento predeterminato, un momento nel tempo e del tempo,
Un momento non fuori del tempo, ma nel tempo, in ciò che noi chiamiamo storia: sezionando, bisecando il mondo del tempo, un momento nel tempo ma non come un momento di tempo,
Un momento nel tempo ma il tempo fu creato attraverso quel momento: poiché senza significato non c'è tempo, e quel momento di tempo diede il significato.
Quindi sembrò come se gli uomini dovessero procedere dalla luce alla luce, nella luce del Verbo.

Attraverso la Passione e il Sacrificio salvati a dispetto del loro essere negativo;
Bestiali come sempre, carnali, egoisti come sempre, interessati e ottusi come sempre lo furono prima,
Eppure sempre in lotta, sempre a riaffermare, sempre a riprendere la loro marcia sulla via illuminata dalla luce;
Spesso sostando, perdendo tempo, sviandosi, attardandosi, tornando, eppure mai seguendo un'altra via .
[la lotta ascetica è stata introdotta nel mondo dal cristianesimo]

Ma sembra che qualcosa sia accaduto che non è mai accaduto prima: sebbene non si sappia quando, o perché, o come, o dove.
Gli uomini hanno abbandonato Dio non per altri dei, dicono, ma per nessun dio; e questo non era mai accaduto prima
Che gli uomini negassero gli dei e adorassero gli dei, professando innanzitutto la Ragione,
E poi il Denaro, il Potere, e ciò che chiamano Vita, o Razza, o Dialettica
.
La Chiesa ripudiata, la torre abbattuta, le campane capovolte, cosa possiamo fare
Se non restare con le mani vuote e le palme aperte rivolte verso l'alto
In una età che avanza all'indietro, progressivamente?
(...)
Deserto e vuoto. Deserto e vuoto. E tenebre sopra la faccia dell'abisso
[è ritornato come al principio]
È la Chiesa che ha abbandonato l'umanità, o è l'umanità che ha abbandonato la Chiesa?
Quando la Chiesa non è più considerata, e neanche contrastata, e gli uomini hanno dimenticato
tutti gli dei, salvo l'Usura, la Lussuria e il Potere
.


L'avventura cristiana è un dramma storico, della storia, nella storia.()

Gesù non era venuto per dominare il mondo. Era venuto per salvare il mondo. Il proprio del cristianesimo è questo incastro delle due parti tanto inverosimile: il temporale nell'eterno e l'eterno nel temporale.


(L. Giussani, Le mie letture, Bur-Rizzoli, pp.109-131

Nessun commento: