La felicità
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In
qual modo dunque si cerca la felicità? Attraverso il ricordo, quasi che
avendola dimenticata mi ricordi della dimenticanza; o per una naturale
tendenza a conoscerla come una cosa ignota, non mai conosciuta? Non è
proprio la felicità che tutti vogliono, che nessuno, nessuno non vuole?
Come l'hanno conosciuta per desiderarla tanto? Dove l'hanno vista per
amarla tanto? E non so come, ma in una qualche misura noi l'abbiamo. Se l'uomo non la conoscesse in un modo qualsiasi, non avrebbe il desiderio della felicità, ed è invece certissimo che la vuole. Essa
è dunque conosciuta da tutti, e tutti, se si potessero interrogare con
un termine comune se vogliono essere felici, tutti risponderebbero
affermativamente senza ombra di esitazione. Ciò non potrebbe accadere se
la cosa significata da quella parola non fosse conservata nella
memoria.
Sant'Agostino, da Confessioni, libro X, cap.XX
grazie a:annina
Postato da: giacabi a 15:08 |
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felicità, agostino
La felicità reale
È straordinario e ricco di insegnamenti il destino storico del genio. Questi martiri prescelti da
Dio, condannati a distruggere in nome del movimento e della
ricostruzione, si trovano in una contraddittoria situazione di
equilibrio instabile tra l’aspirazione alla felicità e la convinzione
che essa, come realtà o condizione concreta, non esiste. La felicità,
infatti, è un concetto astratto, morale, e la
felicità reale, la felicità felice, consiste, com’è noto,
nell’aspirazione a quella felicità che per l’uomo non può essere che
assoluta: quell’assoluto di cui siamo assetati.Andrej Tarkovskij
Postato da: giacabi a 21:33 |
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felicità, tarkovskij
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Platone dal :Dialogo
Postato da: giacabi a 12:20 |
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platone, felicità
La gioia
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Un cuore gioioso è il normale risultato
di un cuore che arde d'amore.
La gioia non è semplicemente una questione di temperamento,
è sempre difficile mantenersi gioiosi:
una ragione di più per dover cercare di attingere
alla gioia e farla crescere nei nostri cuori.
La gioia è preghiera; la gioia è forza; la gioia è amore.
E più dona chi dona con gioia.
Ai bimbi e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli,
donate loro sempre un gaio sorriso;
donate loro non solo le vostre premure, ma anche il vostro cuore.
Può darsi che non si sia in grado di donare molto,
però possiamo sempre donare la gioia
che scaturisce da un cuore colmo d'amore.
Se nel vostro lavoro incontrate difficoltà e le accettate con gioia,
con un largo sorriso, in ciò, al pari di molte altre cose,
vedrete le vostre opere buone.
E il modo migliore per dimostrare la vostra gratitudine
consiste nell'accettare ogni cosa con gioia.
Se sarete colmi di gioia, la gioia risplenderà nei vostri occhi
e nel vostro aspetto, nella vostra conversazione e nel vostro appagamento.
Non sarete in grado di nasconderla poiché la gioia trabocca.
La gioia è assai contagiosa.
Cercate, perciò, di essere sempre
traboccanti di gioia dovunque andiate.
Madre Teresa di Calcutta
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Postato da: giacabi a 10:02 |
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felicità, madre teresa
L'ottimismo cristiano
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“ un ottimismo profondo di fronte all'esistenza e alla storia al quale il cristiano perviene in forza della coscienza della resurrezione di Cristo”
Don Giussani
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L'ottimismo cristiano invece e' basato sul fatto che noi non siamo fatti per il mondo."
Gilbert Keith Chesterton
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“Chi ai nostri tempi può ancora coltivare senza
preoccupazioni la musica e l’amicizia, suonare e stare allegro?
Sicuramente non l’uomo “etico”, ma solamente il cristiano.”
Dietrich Bonhoeffer Così scriveva dal carcere nazista
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Postato da: giacabi a 15:17 |
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felicità, bonhoeffer, giussani, chesterton
Chi è felice
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"Felice chi ama Te, l'amico in Te, il nemico per Te. L'unico a non perdere mai un essere caro è colui che ha tutti cari in Chi non è mai perduto. E chi è costui, se non il Dio nostro, il Dio che creò il cielo e la terra e li colma, perché colmandoli li ha fatti?"
sant'Agostino
grazie a: Annina
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Postato da: giacabi a 15:07 |
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amicizia, felicità, agostino
Il bisogno di felicità
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La natura non ci ha solamente dato il desiderio della felicità, ma il bisogno;
vero bisogno, come quel di cibarsi. Perché chi non possiede la
felicità, è infelice, come chi non ha di che cibarsi, patisce di fame.
Giacomo Leopardi da: Zibaldone
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Postato da: giacabi a 15:00 |
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felicità, leopardi
La giovinezza
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La giovinezza non è un periodo della vita,
essa è uno stato dello spirito, un effetto della libertà,
una qualità dell’immaginazione, un’intensità emotiva,
una vittoria del coraggio sulla timidezza,
del gusto dell’avventura sull’amore del conforto.
Non si diventa vecchi per aver vissuto
un certo numero di anni;
si diventa vecchi perché si è abbandonato il nostro ideale.
Gli anni aggrinziscono la pelle,
la rinuncia al nostro ideale aggrinzisce l’anima.
Le preoccupazioni, le incertezze, i timori, i dispiaceri
sono i nemici che lentamente ci fanno piegare verso terra
e diventare polvere prima della morte.
Giovane è colui che si stupisce e si meraviglia,
che si domanda come un ragazzo insaziabile:’E dopo?’,
che sfida gli avvenimenti e trova la gioia al gioco della vita.
Voi siete così giovani come la vostra fiducia per voi stessi,
così vecchi come il vostro scoramento.
Voi resterete giovani fino a quando resterete ricettivi.
Ricettivi di ciò che è bello, buono e grande,
ricettivi ai messaggi della natura, dell’uomo e dell’infinito.
E se un giorno il vostro cuore
dovesse esser mosso dal pessimismo
e corroso dal cinismo
possa Dio avere pietà della vostra anima di vecchi.
Generale Mac Arthur ai Cadetti di West Point – 1945
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Postato da: giacabi a 12:44 |
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felicità
L’inferno
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Per rispondere dovevo ricondurre anche quel particolare che mi si opponeva all'ultimo destino dell'uomo, all'ultima idea dell'uomo. L'ultima
idea dell'uomo è che l'uomo è una libertà, cioè qualcosa fatto per la
felicità: e, paradossalmente, l'inferno nasce di qui. Senza inferno non ci sarebbe libertà, senza possibilità dell'inferno non ci sarebbe libertà. Perché? Perché la libertà implica la possibilità di dire di no, e dire di no è l'inferno: l'inferno è un grande no. Perciò l'inferno, paradossalmente, diventa la parola che indica di più la dignità dell'uomo. Non perché sia bello l'inferno, ma perché - come ho già detto -afferma l'uomo come libertà, che vuol dire, nella sua traduzione positiva, che non può esser mia una felicità a cui non abbia detto di sì io. Se non dico sì, la felicità che raggiungessi non sarebbe mia. Per essere mia devo sceglierla, devo volerla, deve essere oggetto della mia libertà.
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Postato da: giacabi a 12:36 |
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libertà, felicità, giussani
La gioia cristiana
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| Perché se ci sono molti santi che non amano danzare,
ce ne sono molti altri che hanno avuto bisogno di danzare, tanto erano felici di vivere: Santa Teresa con le sue nacchere, San Giovanni della Croce con un Bambino Gesù tra le braccia, e san Francesco, davanti al papa. Se noi fossimo contenti di te, Signore, non potremmo resistere a questo bisogno di danzare che irrompe nel mondo, e indovineremmo facilmente quale danza ti piace farci danzare facendo i passi che la tua Provvidenza ha segnato. Perché io penso che tu forse ne abbia abbastanza della gente che, sempre, parla di servirti col piglio da condottiero, di conoscerti con aria da professore, di raggiungerti con regole sportive, di amarti come si ama in un matrimonio invecchiato.
Un giorno in cui avevi un po' voglia d'altro
hai inventato san Francesco, e ne hai fatto il tuo giullare. Lascia che noi inventiamo qualcosa per essere gente allegra che danza la propria vita con te”.
Madeleine Delbrêl
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Postato da: giacabi a 15:07 |
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felicità, delbrel
La caratteristica del cristiano
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«Fate che chiunque venga a voi se ne vada sentendosi meglio e più felice. Tutti
devono vedere la bontà del vostro viso, nei vostri occhi, nel vostro
sorriso. La gioia traspare dagli occhi, si manifesta quando parliamo e
camminiamo. Non puo' essere racchiusa dentro di noi. Trabocca. La gioia è
molto contagiosa»
(M. Teresa di Calcutta).
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Postato da: giacabi a 14:06 |
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felicità, madre teresa
Per essere felice
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“Non può vivere felice chi guarda esclusivamente a se stesso, chi volge ogni attenzione ai propri interessi: è importante vivere per un altro, se vuoi vivere per te stesso.”
Seneca Lettere morali a Lucilio
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Postato da: giacabi a 16:07 |
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seneca, felicità
La felicità
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"Non confondo il sogno e la felicità. La felicità è nel cuore! Tocca a ciascun rispondervi nel segreto della sua vita".
Jean Guitton.
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Postato da: giacabi a 15:10 |
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felicità, guitton
La felicità
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“Stamattina
una mia amica, che è una brava insegnante, come le antiche insegnanti
che hanno creato il movimento, mi ha segnalato questa frase che Giacomo Leopardi scrisse a un amico francese in una lettera del 1823: «Se la felicità non esiste, cos'è dunque la vita? ». Noi accettiamo la vita perché tendiamo alla felicità. È bellissima questa espressione di Leopardi: è come una sintesi espressiva di tutto il nostro pensiero contenuto in Cara beltà o in Le mie letture. Che
poi ha determinato una sensibilità maggiore anche verso la musica.
Perché il primo anno al Berchet, oltre a citare Leopardi, portavo in
classe i dischi di Beethoven (la Settima, il Concerto per violino e orchestra, ecc.), di Chopin... li facevo ascoltare e li spiegavo.
Per la felicità. «Se la felicità non esiste, cos'è dunque la vita?». Accettiamo la vita perché tendiamo alla felicità. Stamattina sono rimasto impressionato, perché Leopardi scrisse questa lettera all'epoca dell'inno Alla sua donna (che era il mio pezzo forte fin dalla prima liceo per descrivere quale fosse l'esigenza umana e il destino dell'uomo): perciò essa compie la descrizione della grande ricerca che era il «dubbio» di Leopardi. È un suo culmine questa espressione, com'è un suo culmine l'inno Alla sua donna. Giulio Augusto Levi, almeno fino a qualche tempo fa il più grande critico leopardiano, afferma, nel suo libro su Leopardi, che l'inno Alla sua donna è la chiave di volta di tutta la sua poesia. È come un viaggio, quello di Leopardi, che ha avuto una approssimazione, una vicinanza alla soluzione: quando è stato lì lì per rispondere, la realtà, vale a dire l'influsso della mentalità dominante, lo ha «fregato». Ha ceduto perché non aveva compagnia. «Non è bene che l'uomo sia solo: facciamogli un aiuto simile a lui». Così Dio fece la donna. Questa è la motivazione che la Bibbia dà dell'origine della nostra situazione di uomini.”
Don Giussani Tracce N. 5 > maggio 1998
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Postato da: giacabi a 19:22 |
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amicizia, felicità, giussani
La benefica follia del riso
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“La più semplice verità sull'uomo e' che egli e' un essere veramente strano: strano quasi nel senso che è straniero a questa terra ... solo, fra tutti gli animali, e' scosso dalla benefica follia del riso;
quasi avesse afferrato qualche segreto di una più vera forma
dell'universo e lo volesse celare all'universo stesso.
Questo fu il mio primo problema, quello di indurre gli uomini a capire la meraviglia e lo splendore dell’essere vivi.” Chesterton da: L’uomo eterno
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Postato da: giacabi a 21:08 |
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felicità, chesterton
La misura di ogni felicita' e' la riconoscenza
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“La misura di ogni felicita' e' la riconoscenza. Tutte
le mie convinzioni sono rappresentate da un indovinello che mi colpì
fin da bambino, L'indovinello dice: che disse il primo ranocchio? La
risposta e' questa: "Signore come mi fai saltare bene". In succinto c'è
tutto quello che sto dicendo io. Dio fa saltare il ranocchio e il ranocchio e' contento di saltellare.”
Chesterton Ortodossia
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Postato da: giacabi a 18:50 |
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felicità, chesterton
La gioia di essere cristiano
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"La gioia, che fu piccola appariscenza del pagano, è il gigantesco segreto del cristiano…. Il pathos [di Gesù] fu naturale, quasi casuale. Gli
stoici antichi e moderni ebbero l‘orgoglio di nascondere le loro
lacrime. Egli non nascose mai le Sue lacrime. Egli le mostrò chiaramente
sul Suo viso aperto ad ogni quotidiano spettacolo come quando Egli vide
da lontano la Sua nativa città. Ma Egli nascose qualche cosa. I
solenni superuomini, i diplomatici imperiali sono fieri di trattenere
la loro collera. Egli non trattenne mai la sua collera. Egli rovesciò i
banchi delle mercanzie per i gradini del Tempio e chiese agli uomini
come sperassero di sfuggire alla dannazione dell’inferno. Pure
Egli trattenne qualche cosa. Lo dico con riverenza: c’era in questa
irrompente personalità un lato che si potrebbe dire di riserbo: c’era qualche cosa che egli nascose a tutti gli uomini quando
andò a pregare sulla montagna: qualche cosa che egli coprì
costantemente con un brusco silenzio o con un impetuoso isolamento. Era qualche cosa di troppo grande perché Dio lo mostrasse a noi quando Egli camminava sulla terra; ed io qualche volta ho immaginato che fosse la Sua allegrezza.”
Chesterton da: Ortodossia
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Postato da: giacabi a 18:41 |
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felicità, chesterton
La gioia di essere cristiano
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“Chi ai nostri tempi può ancora coltivare senza preoccupazioni la musica e l’amicizia, e stare allegro?
Sicuramente non l’uomo “etico”, ma solamente il cristiano”.
Dietrich Bonhoeffer dal carcere nazista in cui
si trovava recluso in attesa del martirio
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Postato da: giacabi a 16:11 |
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felicità, bonhoeffer
Brillare veramente...
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Signore, facci ricordare
che il Tuo primo miracolo, alle nozze di Cana, lo facesti per aiutare alcuni uomini a fare festa. Facci ricordare che chi ama gli uomini, ama anche la loro gioia, perché senza gioia non si può vivere... Fammi comprendere, Signore, che il Paradiso è nascosto dentro di noi. Ecco, ora è qui, nascosto dentro di me. Se voglio, domani stesso, comincerà a brillare veramente per me e durerà tutta la vita.
Fedor Michajlovic Dostoevskij
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Postato da: giacabi a 22:43 |
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dostoevskij, felicità
La suprema felicità
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La suprema felicità, nella vita, è la convinzione di essere amati per quello che siamo, o meglio ancora, nonostante quello che siamo.
Victor Hugo,
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Postato da: giacabi a 11:21 |
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felicità
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Ciò che mi ostacola può difficilmente chiamarsi realtà; è paura, paura della felicità, un’inclinazione e un ordine a torturarmi per una meta più elevata. La voce interiore mi conduce nel buio, la realtà invece mi porterebbe da te. Non c’è posto per alcun compromesso, e anche se ci provassimo, ne saremmo entrambi distrutti.
Franz Kafka Da Lettere
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Postato da: giacabi a 19:32 |
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felicità, kafka
Film. A PIEDI VERSO L'ALASKA IN CERCA DELLA FELICITA'
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Postato da: giacabi a 17:31 |
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felicità, senso religioso
Per essere felici
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”Per essere felici bisognerebbe vivere. Ma vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste e nulla più -”
Oscar Wilde
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Postato da: giacabi a 19:37 |
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wilde, felicità
Chi ama gli uomini ama anche la loro gioia
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Signore, facci ricordare che il tuo primo miracolo lo facesti per aiutare alcune persone a far festa, alle nozze di Cana. Facci ricordare che chi
ama gli uomini ama anche la loro gioia, che senza gioia non si può
vivere, che tutto ciò che è vero e bello è sempre pieno della tua
misericordia infinita.
Fëdor Dostoevskij
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Postato da: giacabi a 10:55 |
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dostoevskij, felicità
Senza gioia non si può vivere
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Signore, facci ricordare che il tuo primo miracolo lo facesti per aiutare alcune persone a far festa, alle nozze di Cana. Facci ricordare che chi ama gli uomini ama anche la loro gioia, che senza gioia non si può vivere, che tutto ciò che è vero e bello è sempre pieno della tua misericordia infinita.
Fëdor Dostoevskij
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Postato da: giacabi a 21:25 |
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dostoevskij, felicità
La suprema felicità
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La suprema felicità, nella vita, è la convinzione di essere amati per quello che siamo, o meglio ancora, nonostante quello che siamo.
Victor Hugo a P.
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Postato da: giacabi a 17:45 |
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felicità
Lo splendore della felicità
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Quando si è visto una volta sola
lo splendore della felicità sul viso di una persona che si ama, si sa che per un uomo non ci può essere altra vocazione che suscitare questa luce sui visi che lo circondano
Albert Camus
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Postato da: giacabi a 15:52 |
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felicità, camus
La gioia
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“ Ed ecco, appunto sull'albeggiare, pochi momenti dopo che Lucia s'era addormentata, ecco che, stando così immoto a sedere, sentì arrivarsi all'orecchio come un'onda di suono non bene espresso, ma che pure aveva non so che d'allegro. Stette attento, e riconobbe uno scampanare a festa lontano;
e dopo qualche momento, sentì anche l'eco del monte, che ogni tanto
ripeteva languidamente il concento, e si confondeva con esso. Di lì a
poco, sente un altro scampanìo più vicino, anche quello a festa; poi un
altro.
«Che allegria c'è? cos' hanno di bello tutti costoro?» Saltò fuori da quel covile di pruni; e vestitosi a mezzo, corse a aprire una finestra, e guardò.
Le montagne eran mezze velate di nebbia; il cielo, piuttosto che
nuvoloso, era tutto una nuvola cenerognola; ma, al chiarore che pure
andava a poco a poco crescendo, si distingueva, nella strada in fondo
alla valle, gente
che passava, altra che usciva dalle case, e s'avviava, tutti dalla
stessa parte, verso lo sbocco, a destra del castello, tutti col vestito
delle feste, e con un'alacrità straordinaria.
«Che diavolo hanno costoro? che c'è d'allegro in questo maledetto paese? dove va tutta quella canaglia?
». E data una voce a un bravo fidato che dormiva in una stanza accanto,
gli domandò qual fosse la cagione di quel movimento. Quello, che ne
sapeva quanto lui, rispose che anderebbe subito a informarsene. Il
signore rimase appoggiato alla finestra, tutto intento al mobile
spettacolo. Erano
uomini, donne, fanciulli, a brigate, a coppie, soli; uno, raggiungendo
chi gli era avanti, s'accompagnava con lui; un altro, uscendo di casa,
s'univa col primo che rintoppasse; e andavano insieme, come amici a un
viaggio convenuto. Gli atti indicavano manifestamente una fretta e una gioia comune;
e quel rimbombo non accordato ma consentaneo delle varie campane, quali
più, quali meno vicine, pareva, per dir così, la voce di que' gesti, e
il supplimento delle parole che non potevano arrivar lassù. Guardava,
guardava; e gli cresceva in cuore una più che curiosità di saper cosa
mai potesse comunicare un trasporto uguale a tanta gente diversa.”
Alessandro Manzoni Da “I Promessi Sposi” – Cap. 21
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Postato da: giacabi a 21:34 |
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felicità, manzoni
La felicità
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“La felicità ha la sua fonte nel cuore, non nel possesso, ma nella scoperta del senso dell’esistenza e nella comunione con l’Assoluto.”
Jean Danielou
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