CONSULTA L'INDICE PUOI TROVARE OLTRE 4000 ARTICOLI

su santi,filosofi,poeti,scrittori,scienziati etc. che ti aiutano a comprendere la bellezza e la ragionevolezza del cristianesimo


domenica 12 febbraio 2012

Fra’ Elia


CRONACHE

CALVI DELL’UMBRIA. LA CURIA: «E’ SOLO UN LAICO CHE HA FREQUENTATO UN CONVENTO»

I medici da Fra’ Elia: «Stimmate

o frode?»

Cresce il popolo dei fedeli. Anche Totti è un fan

19/4/2006
Maria Corbi
CALVI DELL’UMBRIA. «Presto sapremo la natura delle ferite che Fra’ Elia ha alle mani e ai piedi». Ferite, non stimmate. La Curia non vuole che si pronunci questa parola, il cui significato è unico e chiaro: santità. Ma di cosa si tratti lo sapremo presto, visto che, su ordine del vescovo di Terni, durante il periodo pasquale una commissione formata da medici e psicologi si è stabilita nel convento di San Berardo per monitorare la «passione» di Fra’ Elia. A capo di questa delegazione, per chiarire cosa stia avvenendo nelle mura antiche dell’eremo francescano, c’è Carlo Marcelletti, il famoso cardiochirurgo infantile.

Una visita durata quattro giorni, da mercoledì santo alla domenica di Pasqua, che ha prodotto una relazione da ieri nelle mani di monsignor Paglia. Impossibile saperne il contenuto, ma chi ha avuto la possibilità di accedere alle stanze private del frate assicura che tutti i medici apparivano seriamente impressionati. «Conosco frate Elia da diverso tempo - ha spiegato Marcelletti -. Sono legato a lui da stima e affetto, ma questo non mi impedisce di valutare quello che vedo con obiettività e scientificità». Impossibile avere da lui anticipazioni sul dossier che il Vaticano deve valutare.

Nell’attesa di una decisione la Chiesa ha voluto chiarire che Elia Cataldo non è un frate, ma solo un laico che ha frequentato un convento a Bergamo. Insomma, porta il saio e i sandali di Francesco, ma non ha mai pronunciato voti. Anche se, quando bussi al convento, ti spiegano che una delle regole a cui sono legati è quella «dell’obbedienza». Per questo niente interviste. «L’ex Convento San Francesco di Calvi - precisa la Curia - è una struttura attualmente ad uso di abitazione civile, nella quale dimora, come proprietario, Elia Cataldo con un piccolo gruppo di persone. Ha chiesto per sé e per il gruppo che lo accompagna il paterno discernimento del vescovo diocesano, monsignor Vincenzo Paglia, il quale sta seguendo con attenzione il loro cammino.

Al fine di poter raggiungere una comprensione completa e obiettiva si rende necessaria la massima prudenza e la valutazione di ogni elemento utile al discernimento. In questo momento è stato richiesto a Elia Cataldo di non animare incontri di preghiera, nelle chiese parrocchiali e non parrocchiali, del territorio della diocesi di Terni Narni Amelia». Già da tempo, comunque, i rapporti tra la comunità del carismatico sotto esame e la parrocchia di Calvi dell’Umbria si sono interrotti. «Prima veniva sempre a messa - spiega Aldo, interrompendo la sua partita di carte al centro anziani -. Ma poi non si è più visto, forse qualche incomprensione con don Marco».

E continuando a chiedere in giro per questo piccolo paese su un cucuzzolo di campagna umbra capisci che il rapporto tra gli abitanti e il nuovo vicino (si è trasferito qui da Bergamo nel 2003) non è molto sereno, nonostante questa «novità porti» ogni mese migliaia di persone in visita. E molti vip, tra cui Francesco Totti, che proprio ieri è tornato ad allenarsi. Merito del frate? «Ogni volta il numero dei visitatori aumenta - spiega il sindaco di Calvi, Silvano Lorenzoni -. Arrivano anche alle tre di notte e si mettono in coda. Prendono il numero che gli consentirà di incontrare il frate il giorno successivo».

Per questo è stato organizzato un servizio di navette che trasportano i fedeli dal parcheggio nella zona industriale di San Carlo. Impossibile fare inerpicare i pullman sulla stradina che porta a san Berardo. Nel convento fervono lavori di ristrutturazione, tre cavalli pascolano in un campo, le finestre hanno le imposte sbarrate. Sembra che non ci sia nessuno, se non fosse per le voci che arrivano da dentro. «Quando bussi capita pure che ti rispondono male», spiega Sante che fa parte della fazione degli scettici. Così proviamo anche noi a bussare sfidando il cartello che prega di «non farlo». Dal primo piano si affaccia qualcuno. Poi la porta si apre e appare un frate, i piedi nudi calzati da sandali.

Salta i convenevoli e ti dice brusco: «Che vuole? Fra’ Elia non c’è e comunque non potrebbe riceverla». Per sapere di più occorre telefonare a Fiorella Turolli, l’unica autorizzata a parlare e a scrivere di questo quasi-frate che ha colloqui con padre Pio, la Madonna, Gesù e l’angelo custode. E’ lei a raccontare perché Frate Elia ha bisogno di riposo. «Durante la Pasqua lui digiuna per 40 giorni e soffre la Passione nella sequenza esatta del Signore. Il mercoledì notte si forma la corona di spine, poi arriva la lacrimazione di sangue, i segni della fustigazione sulla schiena, gli ematomi, fino al venerdì che è una maschera di sangue. Poi arriva la rinascita. In questo periodo sta a letto ed è seguito anche da medici».

Un’altra fedelissima, Mariuccia, lo aiuta. «Riesce ad intercedere presso il Signore per tutte le persone e le sue preghiere vengono ascoltate - racconta -. L’ho visto, è veramente la Passione di Cristo. Il suo viso, il suo sguardo. La sua sofferenza è immensa e ora dopo ora cambia espressione. Mi sono rivolta a lui perché a mia figlia di 31 anni era stato diagnosticato un tumore cerebrale. Ne ho parlato con lui al telefono e mi ha chiesto di dirgli dove era questo tumore. Poco dopo mi ha detto di stare tranquilla che non c’era nessun tumore. E dopo due giorni mia figlia mi chiamò e mi disse che si trattava di un angioma». Adesso la Chiesa non potrà far finta che Fra’ Elia non esiste.

Nessun commento: