Chi ha un perché per vivere, sopporta quasi ogni come
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Tutti
gli sforzi psicoterapeutici e d’igiene mentale, rivolti ai detenuti,
dovrebbero obbedire a un motto, espresso con grande chiarezza nelle
parole di Nietzsche:
« Chi ha un perché per vivere, sopporta quasi ogni come ».
Si
doveva dunque, quando si presentava una buona occasione, qualche
volta, qua e là, chiarire agli internati il « perché » della loro
vita, per farsì che fossero interiormente all’altezza del terribile «
come » del loro presente, degli spaventi di una vita nel Lager,
affinché potessero affrontare tutto con coraggio. E viceversa:
guai a chi non trovava più uno scopo di vita, non aveva un contenuto
di vita, non scorgeva nessuno scopo nella sua esistenza; svaniva il
significato del suo essere, perdeva ogni senso anche la resistenza.
Questa gente, privata di ogni possibile sostegno, si lasciò presto
cadere.
Di conseguenza, la frase con la quale demolivano tutti gli argomenti
che avrebbero potuto infondere coraggio ricusando qualsiasi conforto,
era sempre:
« Ormai non posso sperare più nulla dalla vita ». Che cosa possiamo rispondere?
Viktor Frankl, Uno psicologo nei lager, Ares, pag. 130
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Postato da: giacabi a 19:11 |
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frankl
Deserto
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Postato da: giacabi a 15:16 |
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frankl
La responsabilità
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“Anche se scherzando, spesso faccio una proposta
seria agli americani: dopo aver eretto sulla costa orientale della nazione una statua colossale alla libertà, non pare sia giunta l’ora di erigere sulla costa occidentale qualcosa di analogo, e cioè una statua della responsabilità loro?”
Viktor Emil Frankl Psicologo1946
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Postato da: giacabi a 11:05 |
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libertà, frankl
Il senso religioso
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"La tensione tra l’essere e il significato è radicata
in modo ineliminabile nell’essenza dell’uomo. La tensione tra essere e dover-essere appartiene all’essere-uomo. E quindi costituisce anche una condizione indispensabile di salute mentale".
Viktor Emil Frankl Psicologo1946
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Postato da: giacabi a 18:16 |
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frankl, senso religioso
La causa della nevrosi
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« L'uomo
non è soltanto dominato da pulsioni inconsce (Freud) o da fattori
psichici inconsci (Jung), ma è anche determinato da qualcosa di
inconsciamente spirituale o da una spiritualità inconscia. Lo psicoterapeuta nella sua pratica quotidiana deve confrontarsi con questioni che riguardano il senso della vita umana, problema totalmente trascurato da Freud e troppo rapidamente psicologizzato da
Adler e Jung. Ma non a partire dall'anima (psiche), ma soltanto
muovendo dallo spirito, dal Logos, si può raggiungere la guarigione,
quell'orientamento spirituale di cui l'uomo ha bisogno per la sua
condotta e sanità».
Viktor E. Frankl Dio nell'inconscio, Morcelliana, Brescia 1975;
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