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domenica 12 febbraio 2012

FRATEL COSIMO


LE APPARIZIONI DELLA MADONNA DELLO SCOGLIO A FRATEL COSIMO A PLACANICA IN CALABRIA NEL 1968.
Renè Laurentin
Tratto dal periodico mensile “Il Segno” Anno XV n. 179 – Maggio 2003
Eccomi qui all'estrema punta dello stivale italiano. Vi sono sbarcato il 10 novem­bre del 2002, alle ventidue e trenta, all'aeroporto più vicino, quello di Lamezia, di fronte alla Sicilia e all'Etna, divenuto rosso fuoco a causa dell'eruzione. Abbiamo attraversato l'estremità dello stiva­le, dal mar Tirreno al mar Jonio. A mezzanotte e mezza, eccoci a Cau­lonia, dove passiamo la notte. Mal­grado l'ora tarda, l'albergatrice ci accoglie con ogni gentilezza e calo­re. Al mattino, scopro, sotto il sole, l'azzurro intenso del mare a poca distanza.
Che cosa sono venuto a fare in questa parte meridionale d'Euro­pa, vicino all'Algeria? Mi ci hanno portato i miei amici svizzeri, Marlène ed Alfred Reichmuth. Il loro primo viaggio a Placanica, da Fratel Cosimo, è stato per loro una luce del Signore che ha cambiato la loro vita, le loro relazioni, le loro preoccupazioni e il loro tempo libero. In 17 mesi, è la settima volta che ci vengono. Fratel Cosi­mo desiderava vedermi. Sono più conosciuto in Italia che in Francia, anche per quanto riguarda le appa­rizioni. I miei amici mi hanno con­vinto a venire.
Al mattino riprendiamo la macchi­na rossa presa a noleggio, costeg­giamo prima il mar Jonio e poi ci inoltriamo sulle colline. Intrave­diamo subito il castello che sovra­sta Placanica, il paese di Fratel Cosimo. Poi, sulle strade tortuose che ricordano La Salette, ma ad una altitudine minore (300 metri, anziché i 2700 di La Salette). Iner­picandoci sugli ultimi tornanti, intravediamo il luogo del pellegri­naggio che è in costruzione: le arcate sostengono la parte alta della collina, scavata per allargare la spianata che riceve i pellegrini, divenuta ormai troppo piccola.
Ed eccoci allo Scoglio: la roccia atti­gua alla casa natale di Fratel Cosi­mo. È stato questo il luogo delle apparizioni. I pellegrini vengono a baciarla, come viene baciata la roccia della grotta di Lourdes, seguen­do l'esempio di Bernadette che era stata invitata dalla Vergine a baciare la terra: un gesto che aveva scanda­lizzato i sapienti, così come scanda­lizza l'intellighenzia di oggi. A volo d'uccello, ci troviamo a 4 chilometri da Placanica. Fratel Cosimo però deve fare 7 chilometri per andare a messa la domenica, attraverso stra­de tortuose e accidentate.
È li che ci aspetta: una figura esile, una persona semplice, tutto accoglienza e limpidezza, che irradia la trasparenza di Dio e della Vergine Maria. Non è più nella brillante forma dei suoi 40 anni, viso levigato e folta capigliatura; sta diventando grigio ed ha 52 anni. Questi suoi anni e la sua umiltà lo hanno leggermente curvato.
Fratel Cosimo è nato il 27 gennaio 1950. È stato portato al fonte bat­tesimale soltanto nel mese di mag­gio, attraverso le strade a zig-zag che conducono alla Chiesa di Pla­canica. Qui, ha frequentato la scuola, distante dal paese più di un'ora per andare e altrettanto per ritornare. Essendo suo padre inva­lido di guerra, ha dovuto termina­re la scuola dopo la prima media, verso l'età di 11 anni. È diventato pastore di capre e di buoi e ha cominciato a lavorare i campi a 14 anni. Viveva la vita contadina, soli­taria e laboriosa che ha preceduto la motorizzazione, lontano da tutto ciò che esiste sotto il cielo, senza grazie mistiche particolari. Ecco che, a 18 anni, come accade a dei cristiani, magari anche poco cri­stiani, è stato visitato. Dopo ogni luminosa apparizione di Nostra Signora, della Madonna, come si dice con fervore in Italia, ha messo subito per iscritto la sua relazione, conse­gnando di volta in volta una copia al parroco di Placanica, don Rocco Gre­gorace, che è deceduto da oltre dieci anni. Fratel Cosimo ha però conser­vato gelosamente gli scritti riguar­danti le prime apparizioni.
I testi che seguono sono originali di Fratel Cosimo.
 

Prima apparizione

Era il maggio 1968, l'epoca in cui le grandi cristianità d'Europa e d'A­merica venivano sconvolte da una rivoluzione di nuovo tipo. Era un vento libertario di sogni, di eros e di barricate sulla tomba dei divieti che fece tremare de Gaulle, la Francia e la Chiesa. Quella rivoluzione disin­tegrò, in qualche mese, tanti semi­nari e tante opere fiorenti.
Cosimo Fragomeni era molto lon­tano da tutto questo, ma la Vergi­ne gli apparirà, triste, sebbene senza lacrime, diversamente da La Salette. Ecco dunque il suo racconto fino ad oggi inedito. Il giorno 11 Maggio dell'anno 1968, poco prima dell'imbruni­re, stavo rientrando a casa dal lavoro dei campi e portavo sulla spalla un fascio d'erba per gli animali. Mentre passavo, pro­prio dirimpetto allo Scoglio, mi sono visto improvvisamente abbagliato da una grande luce. Mi sono fermato, ho alzato la testa per vedere cosa era suc­cesso, ma non ho visto nulla. Appena mi sono rimesso a camminare, come se qualcuno mi dicesse di guardare verso lo Scoglio, guardai e mi sono visto davanti agli occhi, proprio sulla sommità dello Scoglio, una dolce figura di una giovane donna, di carnagione scura, sui 18 anni di età, con i capelli lun­ghi di colore castano scuro. Era scalza, con le mani giun­te, tutt'attorno circonfusa da un alone di fulgidíssima luce e dietro le spalle si vedeva come un sole luminoso, dai lunghi raggi dorati. Indossava un vestito bianco come la neve, una cintura e un manto azzurro, un velo bianco trasparente in testa, cosparso di stelle e al polso un luccican­te rosario di perle. In quel momento ho sentito come un brivido attraversare il mio corpo, fui preso da un forte senso di paura e stavo per scappare. Ho pensato infatti si trattasse di qualche spirito, anche se dall'aspetto sembrava la Madonna. Il racconto è limpido come quello di Bernadette e ha le stesse caratteristi­che: la luce precede l'apparizione e la circonda. Un timore reverenziale invade il contadino di 18 anni che non ha frequentato molto la scuola, ma, con l'intelligenza intuitiva e la cultura umana della gente della terra, si esprime con termini appro­priati. Descrive l'apparizione con delle parole scelte: carnagione, lucci­canti, fulgidissima che non sono nel mio piccolo Vocabolario. Continua: La giovane donna, dall'alto dello Scoglio, fece un inchino con la testa, distolse le mani e mi fece cenno di non scappare, dicendo­mi con voce amabile e scanden­do le parole piano piano: "Non avere paura, vengo dal Paradi­so, io sono la Vergine Imma­colata, la madre del Figlio di Dio. Sono venuta a chiederti di costruire qui una cappella in mio onore. Io ho scelto que­sto luogo, qui voglio stabilire la mia dimora e desidero che da ogni paese si venga qui a pregare". Appena terminò di parlare, congiunse di nuovo le mani, fece un inchino con la testa, alzò gli occhi al cielo, si staccò dallo Scoglio e subito scom­parve nell'aria. Subito dopo mi sono sentito come sconvolto, profonda­mente turbato, assalito dal dubbio se era veramente la Madonna oppure no. Sono rimasto ancora un attimo ai piedi della grande siepe presso lo Scoglio e poi rientrai subito a casa. Arrivato a casa, ho preso immediatamente carta e penna e ho messo per iscritto, per non dimenticare, le parole che avevo appena udito dalla gio­vane donna.
 

Seconda apparizione

La mattina del 12 Maggio del 1968, appena mi sono alzato, andai allo Scoglio, pregai un po', ma non vidi nulla.
A tarda sera, quando stava quasi facendosi buio, mi sono sentito come spinto da un forte impulso interiore di ritornare allo Scoglio.
Appena giunto sotto la grande siepe dirimpetto allo Scoglio, alzai gli occhi per guardare verso lo Sco­glio, quando improvvisamente mi vidi abbagliato da una luce acce­cante.
Lo Scoglio brillava come se fosse in pieno giorno. Dall'alto scendeva un faro di luce, proiettando i suoi raggi sullo Scoglio e, in quella meravigliosa luce, di colpo apparve la giovane donna.
Appena l'ho vista è stato come se mi venissero meno le gambe: sono caduto in ginocchio e, con voce tremante, le dissi: "Se siete la Madonna, aiutatemi". Essa, inchinando il capo, mi rispose: "Ti aiuterò, ma non ti manche­ranno tribolazioni e sofferenze. Non ti scoraggiare, io sarò con te e ti sosterrò con la mia mano. Il Signore vuole farti strumento del Suo amore, per la salvezza delle anime".
Detto questo, mi sorrise, guardò il cielo, chinò il capo e scomparve in un istante.
Quella sera non ebbi paura; una grande gioia e pace invase il mio cuore; ritornai a casa contento e presi subito a scrivere le parole che la Santa Vergine mi aveva detto.
 

Terza apparizione

Il giorno 13 Maggio 1968, durante la giornata, più volte andai allo Scoglio a pregare e, mentre prega­vo ai piedi dello Scoglio, avvertivo un intenso profumo di fiori.
Giunta la sera, sempre più o meno allo stesso orario della sera precedente, ho avvertito come una forza misteriosa che mi attirava di andare di nuovo allo Scoglio.
Sono andato, mi sono messo in ginocchio e ho incominciato a recitare l'Ave Maria, guardando in cima allo Scoglio; ad un tratto ho visto come se il cielo si aprisse. Un fascio di luce scese sullo Sco­glio e, in quel fascio di luce, appar­ve la Santa Vergine.
Io Le chiesi: "Vergine Santa, dite­mi cosa volete che io faccia per Voi". Essa, inchinando leggermen­te il capo, mi disse: "Ti chiedo il favore di trasformare questa valle". L'interlocutrice parla a Cosimo con deferenza, come parlava a Ber­nadette, il 18 febbraio 1858, implorandola di "avere la bontà" di venire...
Ella continua:
"Qui desidero un grande centro di spiritualità, dove le anime trove­ranno pace e ristoro. In questo luogo, Dio vuole aprire una finestra verso il cielo. Qui, per la mia mediazione, vuole manifestare la Sua misericordia".
Finito di dire queste parole, la Santa Vergine rimase per un breve momento in silenzio e poi, sorri­dendomi dolcemente, scomparve subito.
Dopo mi sono alzato in fretta e andai a casa per mettere a nota quanto mi era stato comunicato dalla Santa Vergine.
 

Quarta apparizione

Il giorno 14 Maggio 1968, come il giorno prima, nell'arco della gior­nata mi recai allo Scoglio a prega­re. Avvertivo ancora una volta il solito profumo di fiori.
La sera, dopo un bel po' che si era fatto buio, di nuovo ho sentito dentro di me come un richiamo di ritornare allo Scoglio.
Come arrivato, mi sono messo in ginocchio e incominciai a pregare. Dal cielo ho visto venire giù il fascio di luce e, nello stesso momento, sullo Scoglio apparve, in mezzo a tanto splendore, la Santa Vergine.
Fece il solito inchino con la testa e poi incominciò a parlare, dicen­domi con voce accorata: "Se gli uomini si convertiranno, si penti­ranno dei loro peccati, si confesse­ranno, si avvicineranno a Dio e lo ameranno con tutto il cuore, Dio si avvicinerà a loro e li accoglierà nella Sua casa".
La Madonna, nel pronunciare queste parole, divenne triste nel volto, rimase qualche minuto in silenzio e poi prese dal braccio la luccicante corona del Rosario. Allungando la mano nella mia direzione, mi disse: "Ecco il mio Rosario, esso sia la tua preghiera quotidiana, offrilo al mio cuore immacolato per la con­versione del mondo, il trionfo del Regno di Dio, la pace delle nazioni e la salvezza dell'umanità".
Dette queste parole, ricongiunse lentamente le mani, rimase un po' come assorta in preghiera, poi abbassò il capo, mi sorrise con tanta dolcezza e, subito dopo, disparve, lasciando un delizioso profumo.
Quasi di corsa sono tornato a casa, ho preso la penna e ho scritto anche questa volta tutto ciò che la Madonna mi aveva riferito.
 

La cappella

Dopo circa tre anni dalla data della prima apparizione della Madonna, col contributo dei fedeli è stata edificata una cappella accanto allo Scoglio e successivamente, nella primavera del 1976, venne cercato un pittore che eseguisse l'immagi­ne della Madonna secondo l'appa­rizione da me avuta.
Non essendo riuscito a trovare un pittore professionista, mi è stata indicata una persona di Cau­lonia, un certo Ilario Tarsitani, che per hobby si dedicava anche alla pittura.
Appena l'ho contattato, egli si è subito reso disponibile e ha cominciato ad eseguire l'immagine secondo le mie indicazioni.
Saltuariamente mi recavo a casa sua per seguire il lavoro, ma il pit­tore, mentre dipingeva, arrivato vicino al collo, gli si bloccava la mano. Non riuscendo ad andare avanti, decise di prendere un'altra tela e ricominciare daccapo.
Anche con la seconda immagine, quando arrivò vicino al collo, si verificò lo stesso fatto, per cui deci­se di abbandonare anche quella e ricominciare su un'altra tela.
Con la terza immagine, il pittore, quando arrivò vicino al collo, si bloccò nuovamente e, quando sono tornato a casa sua, mi ac­compagnò nel laboratorio, mi disse scoraggiato:
"Ditemi voi cosa devo fare, poi­ché neanche questa volta riesco a completarla".
Io, non sapendo cosa rispondere, gli dissi:
"Non vi preoccupate, che la Madonna ci penserà" e me ne sono andato, dicendogli che sarei ritor­nato il giorno dopo.
La sera successiva, arrivato a casa sua, egli è venuto ad aprirmi e, con le lacrime agli occhi, mi prese dal braccio e mi condusse verso il laboratorio, dicendomi:
"Venite a vedere cosa è successo". Siamo arrivati davanti all'imma­gine e, con grande stupore, ho visto che era stata completata anche sul viso e gli ho detto:
"L'avete già completata?".
Egli, pieno di commozione, mi rispose:
"Io non ho fatto niente, si è fatta da sola durante la notte. Oggi ero venuto di buon mattino per finire il lavoro e, con grande sorpresa, ho visto l'immagine già completa".
Ha aggiunto: "Ora devo solo dipingere i piedi e fare qualche altro ritocco".
Ma io gli risposi:
"Non mettete più mano, lasciate­la così com'è".
Il giorno dopo mi sono recato da lui con un amico per prendere l'immagine e l'abbiamo trasporta­ta a casa mia con un motocarro e, dopo qualche giorno, l'abbiamo sistemata nella cappella.
Dopo che è stata messa a posto, mi sono accorto che, spostando­mi da una parte all'altra della cappella, gli occhi della Madonna mi seguivano, come se si trattasse di una persona vivente, e questo fatto viene continuamente con­statato anche da numerosi pelle­grini.
Durante la mia infanzia rimanevo sempre colpito dal bellissimo ritratto di mia zia Pilet, che troneggiava nella grande sala troglodita di mio nonno a Rochecorbon, e dal suo sguardo che ci seguiva dagli angoli più lonta­ni, di destra e di sinistra. Questo ci affascinava. Quando un pittore dipinge uno sguardo vivo che guarda davanti a sé, quello sguardo sembra che guardi fisso chiunque.
I dipinti "miracolosi" di cui si parla, non sono, in generale, dei capolavori da esposizione: l'imma­gine è fedele a ciò che Fratel Cosi­mo ha visto, senza eguagliare ciò che ha visto. Egli sa bene che l'ap­parizione è ineffabile e che non si può "fare come era", secondo la formula di Bernadette.
 

La Sorgente

Fratel Cosimo così prosegue. Molto prima che iniziassero i lavo­ri di ampliamento del piazzale, una mattina, mentre ancora mi trovavo a casa, ho avuto una visio­ne: ho visto, in un lato del terreno che si trova davanti alla Chiesa, sgorgare una sorgente d'acqua e poi una folla di pellegrini che andava ad attingere quell'acqua.
Tra essi c'erano molti ammalati e alcuni di essi avevano delle piaghe sulle gambe e, appena si avvicina­vano alla sorgente, prendevano l'acqua, la bevevano e se la buttava­no addosso e alcuni di essi guari­vano dai loro mali.
Ma io, pensando che potesse trattarsi di un inganno diabolico, non ci ho fatto caso.
Poi, mentre erano in corso i lavori di ampliamento della piazza, nel mese di Settembre del 2001, ho avuto di nuovo la stessa visione: l'ac­qua che sgorgava allo stesso punto di prima, la moltitudine di persone che andava ad attingere quell'acqua, la beveva e se la versava addosso e alcuni malati che guarivano.
Dopo questa seconda visione, ho cominciato a riflettere se essa era veramente un messaggio del Signo­re, o un inganno del maligno.
Il dubbio mi assillava continua­mente, sicché, durante la Messa del primo sabato di Ottobre del 2001, al momento dell'elevazione, chiesi un segno di conferma alla Madonna, dicendoLe: "Madonna mia, se le visioni che ho avuto pro­vengono da Te e in quel punto c'è veramente l'acqua, dammi un segno di conferma".
Dal momento che mi rivolsi alla Madonna, sentii immediatamente una pace nel cuore e scomparve da me ogni tormento.
Finita la Messa, mentre mi trova­vo sul sagrato, ho sentito lo scroscio di una cascata d'acqua che proveni­va da quel punto e mi sono improv­visamente girato e contemporanea­mente, prima ancora che io parlassi, una persona che era accanto a me, Rosa Bolognino, ha esclamato: "Fratel Cosimo, e ora quest'acqua da dove viene?".
Io le ho detto di fare silenzio, aggiungendo che quello era un segno che io avevo chiesto alla Madonna.
Siamo quindi andati verso quel punto e abbiamo constatato che non c'era nemmeno una goccia d'acqua.
Da quel momento ho avuto la cer­tezza che le visioni provenivano dalla Madonna e quindi mi sono preoccupato di fare eseguire il lavo­ro di scavo alla ricerca dell'acqua.
Dopo alcune interruzioni, a causa dei lavori di ampliamento del piaz­zale, finalmente il giorno 28 Otto­bre 2002, alle ore 10, è sgorgata improvvisamente l'acqua e gli ope­rai, meravigliati, hanno esclamato: "Dobbiamo avvisare subito Fratel Cosimo" e una persona che si trova­va nel piazzale, Gisa Iannopollo, è corsa a casa mia per chiamarmi.
Io, appena giunto vicino all'acqua, mi sono inginocchiato facendomi il segno della croce, ho preso l'acqua che era ancora torbida, l'ho bevuta e me la sono versata addosso, come ho visto fare ai pellegrini nella visione, e ho ringraziato Dio e la Madonna.
Ecco la relazione inedita di Fratel Cosimo. Me l'ha fatta leggere, sul­l'autografo originale, dall'avvocato della sua Fondazione, Ferdinando Zappavigna. Sua figlia, Carmen, studentessa in legge, l'ha con molta cura dattiloscritta il giorno stesso.
Io non voglio essere che l'eco della sua trasparente testimonianza. Mi si raccomanda di essere prudente, di non anticipare il giudizio della Chiesa, e di questo ne tengo conto. Espongo, dunque, i fatti. Non vedo affatto l'utilità di complicare il rac­conto con le continue perifrasi quali: "al veggente è parso di vede­re", "la presunta apparizione", ecc. Le riserve sono ovvie. Io non garan­tisco niente, non impongo niente. Mi sforzo di essere una fedele eco e lascio a ognuno il suo libero giudi­zio, secondo la propria ottica e la propria grazia. La Chiesa è uno spa­zio di libertà, sempre che se ne rispetti l'ordine e l'armonia. Per adesso il vescovo osserva con pru­denza, simpatia e comprensione, ma senza giudicare, né impegnarsi, vigila e canalizza i buoni frutti, secondo la missione data al succes­sore degli apostoli di essere il fonda­mento visibile della fede: sostegno incoraggiante e non gendarme repressivo, come propone la nota del Cardinale Seper sui criteri delle apparizioni (25 febbraio 1978), con ogni vigilanza e apertura di cuore.
Nella libertà cristiana della fede, ognuno può porsi delle domande sul carisma che è sorto a Placanica. Nelle ultime apparizioni ricono­sciute dalla Chiesa, la Vergine non porta sempre lo stesso abito: a Guadalupe (Messico), a La Salette usa uno stile strano che sorprende, come si è detto, a Lourdes o a Fati­ma; né la stessa statura, la stessa età, lo stesso colorito. Ella si adat­ta al tempo, al luogo, al veggente. Era molto bassa per la piccola Ber­nadette, più alta per Fratel Cosi­mo. Ciascuno può trovare da ridire su queste varianti, ma lei sa farsi riconoscere. Si può venire colpiti dai vari accostamenti: la Vergine è "triste" per lo stato del mondo, come a Lourdes, ma senza lacrime come a La Salette. Si rivolge a Fra­tel Cosimo con deferenza, gli chie­de "il favore" di trasformare questa vallata, come a Bernadette di "avere la bontà" di andare a Massa­bielle "per 15 giorni".
Appare dentro una luce che la precede e la luce sparisce dietro a lei, come a Lourdes e in molte altre apparizioni. Si possono vedere qui i segni positivi, segni di riconosci­mento, una specie di codice del­l'apparizione per farsi riconoscere.
Segnalo questi indizi senza farne delle prove. Sarà lo stesso per i frut­ti. Io li espongo onestamente, come si presentano, senza farne un verba­le ufficiale e senza farmene il garan­te, ruolo che troppo spesso mi si vuole attribuire. Se noto degli acco­stamenti sorprendenti con Berna­dette, senza soffermarmi sulle diffe­renze, mi guarderò bene dal dire, come talvolta si fa in casi simili, che si tratta di una nuova Lourdes. Lourdes è un avvenimento significa­tivo e permanente della Chiesa. Non tutti i paragoni reggono, infatti "somiglianza non è uguaglianza".
 

L'infanzia

Dopo questa lettura, ho chiesto a Fratel Cosimo della sua infanzia trascorsa in questo luogo isolato, dove l'apparizione ha radicalmen­te trasformato la sua vita. La pre­ghiera è diventata per lui una seconda natura. Mi ha permesso di interrogarlo a lungo e liberamente, ma senza autorizzarmi a registrare. L'ho interrogato sulla sua vita di preghiera. La chiesa è troppo lon­tana perché possa andare tutti i giorni alla messa; ma prega a lungo, al mattino e ancora di più la sera, fino verso mezzanotte e si alza alle otto.
È divenuto terziario francescano il 17 gennaio 1987.
 

Seguito delle apparizioni

Gli incontri con la Vergine sono continuati per circa 10 anni, quasi sempre a distanza di un mese l'uno dall'altro. Ogni volta li trascriveva immediatamente e li consegnava al suo Parroco e alcuni di essi sono stati pubblicati. Alla morte del parroco, non si sono ritrovati tutti i fogli. Questa parte rimarrà, dun­que, sempre incompleta. La vita e la preghiera si sviluppano intorno allo Scoglio in una atmosfera di gioia e di pace, di comunione e di fiducia, con frutti spirituali, con­versioni e guarigioni.
Renè Laurentin
Tratto dal periodico mensile “Il Segno” Anno XV n. 179 – Maggio 2003

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