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domenica 12 febbraio 2012

frossard

L’uomo al posto di Dio
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Fino al Trecento -o all'incirca, si tratta di un punto di riferimento, che può essere spostato nel tempo, prima in Italia o dopo in Spagna ad esempio -, Dio era il personaggio principale della storia. La storia ruotava intorno a lui come la città intorno alla cattedrale: Dio dominava il pensiero, I'arte, la vita sociale e la vita privata. La sua creatura era una persona fatta «a sua immagine e somiglianza », e, poiché una persona vale di più di un mucchio di pietre, c' era spesso nella pittura sproporzione tra le persone e lo scenario: il signore sovrastava dall' alto le mura del proprio castello e il santo teneva la propria chiesa nel cavo della mano. La stessa sproporzione si ripeteva in tutti i campi, compresi i costumi, che potevano variate dalla crudeltà alla poesia, secondo che l'essere umano, della sua somiglianza con Dio, privilegiasse il potere che credeva venirgli da lui, o si sentisse da questa vincolato alla misericordia e all'amore. Il Medioevo non e stato un'epoca di tenebre,  ha acceso al contrario una vivida luce sull'uomo e sulle grandezze, debolezze, slanci e dissonanze che ne agitavano I'anima, come traspare dai colori variegati e contrastanti degli abiti o dalla stravaganza dei copricapo : in uso. Questi estremi sono simbolizzati dal guanto di ferro del guerriero e dalla mano di san Francesco bucata dalle stimmate.
A partire dal Quattrocento -un po' prima, o un po' dopo, si tratta sempre di un riferimento mobile sulla mappa delle correnti dello spirito -l'uomo si sottrae  alla fascinazione di Dio, rivolge lo sguardo al mondo:  perderà  un Padre  troverà una Madre, la natura, come conferma l’ espressione           « madre natura », formula che diventa corrente nella conversazione.
È l'epoca delle grandi scoperte, e l'uomo incontra suI suo cammino Ie divinità pagane che dormivano con un ‘occhio solo avvolte «nel loro sudario di porpora ». L 'uomo ordina la creazione non più intorno a Dio, ma intorno al proprio essere: nella pittura, la prospettiva dispone lo scenario in rapporto all'occhio del pittore. L 'uomo si giudica degno a un tempo di ammirazione, per la superiorità che la ragione gli conferisce sulle altre creature, e di derisione, per il posto minuscolo che occupa nel vortice dell'universo.
II quadro di Brueghel  La caduta di Icaro da un'idea della nuova situazione: occorre quasi una lente per scorgere il tuffo dell' eroe nell'immensità dello scenario che lo circonda;   l’avventura di Icaro si conclude con un ridicolo sputo nell'acqua. L' essere umano ha cessato di costituire una persona, poichè la persona è in noi ciò che dialoga con Dio; è diventato un individuo e parlerà spesso di «liberta individuale», mai di «liberta personale ».
Questa mutazione e riscontrabile, con dovizia di prove, nella letteratura del secolo dei « Lumi », in cui si combinano in maniera impressionante esaltazione della specie e disprezzo dei suoi rappresentanti. L 'uomo e l'unica coscienza in atto in tutto l'universo, e l'essere supremo: rende omaggio su omaggio al proprio genio, pur acquisendo un sentimento sempre più deprimente della propria insignificanza materiale; gli scrittori abbandonano l'eroe del passato per dedicarsi alla descrizione minuziosa delle infermità della specie e delle meschinità della vita quotidiana.
Nel frattempo la conoscenza delle leggi della natura faceva passi da gigante; l' ateismo avanzava con lei, mentre ogni nuova scoperta sembrava rendere sempre più vicino il momento ideale in cui la natura sarebbe stata tanto cortese da spiegarsi da sola.
Si procedette cosi fino alla metà del ventesimo secolo, epoca in cui ha avuto luogo una di quelle rivoluzioni sotterranee di cui ci si accorge solo quando sono già  avvenute e che insidiano, mutandola profondamente, l'intera mentalità di un'epoca: da una ventina d'anni le « leggi della natura » hanno cessato di avere forza di legge. Le barriere che opponevano alla volontà umana stanno infatti cedendo una dopo l' altra, a causa delle correzioni e delle deroghe che hanno subito ad opera del progresso della tecnica; Ie «leggi della natura » non forniscono più dei punti di riferimento alla ragione, che dipende ormai solo da se stessa, data che nessuno può dire che uso essa farà del potere inebriante e fatale di cui disporrà domani.
Io ritengo che la «legge naturale » secondo la Chiesa non sia una dottrina ricavata dall'esame delle «leggi della natura ». La «legge naturale» è l'insieme degli obblighi e delle responsabilità che derivano all'uomo dalla propria natura di essere creato «a immagine e somiglianza. di Dio». In ultima analisi ,
 la legge naturale è fondata sul principio  per cui Dio e l'uomo sono indissociabili e che l'uomo, di conseguenza, ha il potere esorbitante di implicare Dio nei propri atti, che ne abbia o meno coscienza.”
Andreè Frossard da: Dio Le domande dell’uomo ed. Mondadori

Postato da: giacabi a 18:02 | link | commenti (1)
illuminismo, frossard

martedì, 05 dicembre 2006
Gesù è la Verità
*                           *                             *  
«Dal momento
in cui abbiamo inteso Cristo affermare:
"Io sono la Verità",
noi .cristiani sappiamo ciò che nessun altro
aveva potuto insegnarci,
noi sappiamo che la verità è una persona.
Non è venuta ad aggiungere un 'idea
alle nostre idee
né a sottrarci quelle che già avevamo.
Essa non ci propone un sistema, ma un'amicizia».
(A. Frossard, L'arte di credere, Edizioni Paoline, Roma 1981)


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