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domenica 12 febbraio 2012

Gide


Desiderio di infinito
***

                            Desiderio!
ti ho trascinato per le strade,
ti ho desolato nei campi,
ti ho ubriacato nelle città,
ti ho ubriacato senza dissetarti,
ti ho bagnato nelle notti piene di luna,
ti ho portato in giro ovunque,
ti ho cullato sulle onde,
ho voluto addormentarti sui flutti,
desiderio, desiderio che farti?
Che vuoi dunque?
Quando ti stancherai?
André Gide, les Nourritures terrestres

Désir !
je t’ai traîné sur les routes ,
 je t’ai désolé dans les champs ,
je t’ai soûlé dans les grand’villes ,
je t’ai soûlé sans te désaltérer ,
je t’ai baigné dans les nuits pleines de lune ,
je t’ai promené partout ,
 je t’ai bercé sur les vagues ,
 j’ai voulu t’endormir sur les flots…
Désir ! Désir ! que te ferai-je ?
que veux-tu donc ?
Est-ce que tu ne te lasseras pas ?
André Gide, les Nourritures terrestres



Postato da: giacabi a 14:24 | link | commenti
gide, senso religioso

martedì, 11 dicembre 2007

Parola di Dio
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«Signore, non perché mi sia stato detto che tu eri il figlio di Dio ascolto la tua parola; ma perché la tua parola è bella sopra ogni parola umana, io riconosco che tu sei il figlio di Dio».
Gide




Postato da: giacabi a 17:27 | link | commenti
parola, gide

giovedì, 06 dicembre 2007

Abbi pietà!
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 ««Mio Dio, vengo a voi con tutte le mie piaghe che sono divenute ferite; e con tutti i miei peccati sotto il peso dei quali la mia anima è schiacciata».
«Macchia spaventosa, o lordura del peccato! Cenere che lascia dietro di sé  questa fiamma impura, scorie – puoi tu purificarmi da tutto ciò Signore? Che io canti la tua lode ad alta voce».
«Signore, se dovete aiutarmi, che aspettate? Solo come sono, non ce la faccio. Non ce la faccio. Tutti i riflessi di voi, che avvertivo in me, si offuscano. È tempo che voi veniate».
«Ah, non lasciate che il Maligno prenda il vostro posto nel mio cuore! Non vi lasciate spodestare, Signore! Se vi ritirate completamente, s’insedia lui. Ah, non confondetemi del tutto con lui! Non lo amo poi tanto, ve lo assicuro. Ricordatevi che vi ho potuto amare. Come! Sarei dunque oggi come se non lo avessi mai amato?»
 Andrè Gide

Postato da: giacabi a 15:10 | link | commenti
gide

martedì, 27 novembre 2007

Difficoltà atee
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Non credere in Dio è molto più difficile di quanto si creda. Comunque per continuare a farlo, bisogna vietarsi assolutamente di guardare la natura e di riflettere su quanto si vede
Andrè Gide


Postato da: giacabi a 14:37 | link | commenti
ateismo, gide

domenica, 23 settembre 2007

Il vangelo
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Che mi importano le controversie, e le sottigliezze dei dottori. - In nome della scienza essi possono ben negare i miracoli; in nome della filosofia, la dottrina, in nome della storia, i fatti. - Possono ben mettere in dubbio l'esistenza stessa di Lui, e attraverso la critica filosofica sospettare l'autenticità dei testi. - Provo persino piacere che vi riescano, poiché la mia fede non dipende per nulla da tutto ciò.
Tengo tra le mani questo piccolo libro e nessuna polemica lo sopprime né me lo toglie; lo tengo fermamente e posso leggervi quando voglio. - Dovunque l'apra esso risplende in un modo veramente divino; e tutto ciò che gli si può opporre non potrà nulla contro di ciò. - Ecco come il Cristo sfugge e non certo con l'astuzia o con la forza a quelli stessi che vengono per arrestarlo; e come quelli, di ritorno presso i Pontefici, quando i Pontefici e i Farisei domandarono loro: Perché non ce l’avete condotto? - Quare non adduxistis illum? - rispondono: Numquam sic locutus est homo. - Mai uomo ha parlato così - sicut hic homo - mai ha parlato come parla quest'uomo. (Giovanni,VII, 46).
Leggo, nella prefazione ai Vangeli della mia Volgata, che se «invece di considerare gli apostoli testimoni che riferiscono quanto hanno visto e inteso, si volesse ritenerli, come lo suppongono i razionalisti, scrittori che inventano quanto dicono, sarebbe il caso di dire con Rousseau, essere l'inventore allora molto più sorprendente dell'eroe stesso ».
Non sapevo che Rousseau avesse detto ciò, ma anch'io lo penso, come penso pure che non si tratta di credere alle parole del Cristo perché il Cristo è Figlio di Dio -
quanto di comprendere che egli è figlio di Dio perché la sua parola è divina e infinitamente più alta di tutto ciò che l'arte e la saggezza degli uomini possano proporci.
Questa divinità mi basta. - Il mio spirito e il mio cuore restano appagati da questa prova. - Ciò che in più vogliate aggiungervi l'oscura.
Perché il Cristo è figlio di Dio, hanno detto, per questo dobbiamo credere alle sue parole. - E altri ne son venuti che non hanno più tenuto conto delle sue parole perché non hanno ammesso che Gesù fosse il figlio di Dio.
Signore, non perché mi sia stato detto che voi eravate il figlio di Dio, ascolto la vostra parola; ma la vostra parola è bella al di sopra di ogni parola umana, e da questo io riconosco che voi siete il figlio di Dio. Per quale assurda modestia, quale umiltà, quale vergogna, ho io fino ad oggi differito di scrivere ciò che da tanti anni urge in me.
Aspettavo sempre più saggezza, più cultura, più conoscenza, come se la saggezza degli uomini non fosse follia dinanzi a Dio.

Signore, io vengo a voi come un fanciullo; come il fanciullo che voi volete che io divenga, come il fanciullo che diviene chi si abbandona a voi. - Ripudio tutto ciò che costituiva il mio orgoglio e che dinanzi a voi farebbe la mia vergogna. - Ascolto soltanto e vi sottometto il mio cuore.

Il Vangelo è un piccolo libro molto semplice, che bisogna leggere in tutta semplicità. - Non si tratta di spiegarlo, ma di ammetterlo. Esso non ha bisogno di commenti e ogni sforzo umano per chiarirlo, l'oscura. - Non ai sapienti si rivolge; la scienza impedisce di potervi nulla capire. - Vi si accede con la povertà di spirito.

GIDE ANDRÉ (1869-1951) Il quaderno verde

Postato da: giacabi a 08:02 | link | commenti
gide

venerdì, 09 marzo 2007

IL NOSTRO DESIDERIO
TENDE ALL’INFINITO
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"Desiderio, ti ho trascinato per le strade, ti ho desolato nei campi, ti ho ubriacato nelle città, ti ho ubriacato senza dissetarti, ti ho bagnato nelle notti piene di luna, ti ho portato in giro dovunque, ti ho cullato sulle onde, ho voluto addormentarti sui flutti. desiderio, desiderio, che farti? Che vuoi dunque? Quando ti stancherai?".
Gide


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