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domenica 12 febbraio 2012

Gogol


Quest'anno è stato pubblicato dall'editrice 'Starlait' di Mosca il libro "Che cosa può essere utile all’anima". Si tratta di stralci raccolti dall'epistolario agli amici dello scrittore M. I. Gogol'. Ne riportiamo alcuni brani.

Da: www.culturacattolica.it
BRANI DI GOGOL
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Ti ringrazio, fede santa! Soltanto in te trovo la fonte della mia serenità, tu sola puoi lenire i miei affanni. (Gogol’ 1825)

L’uomo russo ha un nemico, un invincibile, pericoloso nemico. Se non l’avesse sarebbe perfetto. Questo nemico è la pigrizia, o, per meglio dire, un assopimento morboso che soverchia il russo. Una massa di pensieri che non incidono minimamente la vita sono sfioriti da noi senza lasciar traccia. Ricordate una volta per sempre, che di ogni minuto speso qui indarno, si dovrà inesorabilmente rendere conto là, ed è meglio non essere nati piuttosto che dover impallidire di fronte a questo terribile rimprovero. (Gogol’ a K. S Aksakov 1841)

Vi devo rimproverare di un vizio; è un rimprovero rivolto a tutti voi. Questo rimprovero è la grettezza di spirito, lo scoraggiamento cui voi tutti così facilmente vi abbandonate. Ma chi pensate di essere? Forse che la nostra vita deve essere un paradiso, una strada dolce e piana, senza imprevisti, un susseguirsi di soddisfazioni e di godimenti? Che significato avrebbe allora la vita futura? Ma dove vivete voi? Permettete di chiedervelo. Avete forse dimenticato di vivere sulla terra? Ogni minuto non soltanto può, ma deve accadere ciò che voi chiamate disgrazia. Il saggio per lo meno lo ricorda e se lo pone davanti agli occhi quando dà inizio a qualsiasi impresa, e per questo non acconsente ad una facile gioia quando una persona con disinvoltura si dichiara felice, e neppure acconsente al dolore quando un altro in modo un altrettanto superficiale si dichiara infelice, ma con occhi intelligenti considera tutte le avventure della vita nel loro complesso, chiedendosi anzitutto se non sia stato ingannato dalla superficialità e dalla prima impressione. (Gogol’ 1843)

L’umanità corre a rompicollo, nessuno sta fermo al proprio posto; se è necessario corra pure. Ma che disgrazia sarebbe per coloro che sono stati posti a restare immobili di fronte i fuochi della verità, se si lasciassero affascinare dal comune movimento, loro che dovrebbero portar a ragione quelli che volano. Il girotondo gira, gira, ma alla fine improvvisamente ritorna al proprio posto dove sono i fuochi della verità. Ma che cosa succederebbe se non trovasse al loro posto i tutori della verità e si accorgesse che i fuochi santi non risplendono a piena luce? Coloro cui Dio ha concesso doni speciali non devono occuparsi di smentire ciò che passa, ma di confermare l’eterno. (Gogol’ a S. P. Shevirev, 1843)

Sono profondamente convinto che val la pena ricordare sempre il bene ed il male. Il bene va ricordato per il semplice motivo che già il ricordarlo ci rende migliori. Il male va ricordato perché già dal giorno in cui l’abbiamo compiuto, ci è imposto il compito inderogabile di ripararlo con il bene…Tutti gli avvenimenti, particolarmente quelli imprevisti e straordinari sono parole di Dio dette per noi. Occorre interrogarle fino a tanto che non le hai capite: che cosa significano, che cosa richiedono da noi? Senza di questo non diventiamo mai migliori…
Tu mi dici che sei disposto di nuovo ad arrabbiarti ed amarmi. Ti ringrazio cordialmente per la prima cosa, perché attualmente è ciò che considero più necessario; della seconda ecco quello che ti dico: noi dobbiamo amare sempre, e quanto più notiamo nell’uomo aspetti negativi e meschinità, tanto più dobbiamo amarlo. Perché se fra le sue numerosissime qualità negative ne possiamo trovare anche una sola positiva, questa è sufficiente, come avviene su una lapide commemorativa, per salvare tutto l’uomo dalla perversità. Ma questo si può fare soltanto con l’amore, con l’amore purificato da ogni preconcetto. Infatti se un basso sentimento di rabbia, per quanto temporaneo, si sovrappone a questo amore, allora l’amore diventa inerme e non riesce a fare niente. (Gogol’ a M. P. Pogodin, 1843)

Spesso nei momenti di calamità l’uomo esclama: “Signore, perché mi accadono tutti questi mali? Mi sembra di non aver fatto alcun male in questo mondo, non ho offeso nessuno”. Ma che può rispondere quest’uomo se dal profondo della sua anima sente risalire queste parole: Che cosa hai fatto di bene? Sei stato chiamato a non fare semplicemente del male? Dove sono le tue opere cristiane? Dove la testimonianza del tuo amore forte verso il prossimo, prima condizione per essere cristiano? Dove sono? Forse, anche chi si trova in punto di morte, non è liberato dai doveri del cristiano; probabilmente anche allora non ha il diritto di essere egoista, di pensare soltanto a se stesso, ma deve pensare come essere utile al fratello con le sue sofferenze. Per quanto siano insopportabili le sue sofferenze, non può dimenticare il suo fratello. Ci sono molti misteri nella nostra vita; profondo è il significato della sofferenza! Forse questi difficili minuti della nostra vita, queste pene ti vengono mandate perché tu possa ottenere proprio quello che tu domandi nella tua preghiera, forse non esiste altra via giusta e sapiente come la tua via che tu percorri. (Gogol’ a N. M-Jazykov, 1884)

Non posso sopportare tutte le opinioni sul nostro secolo, sul nostro tempo, perché sono false, perché sono pronunciate da persone irritate o afflitte per qualche motivo… Mi scriva di lei soltanto quando sente una profonda insoddisfazione di se stesso, quando non intende lamentarsi di qualche incomodo da parte delle persone, del secolo o di qualsiasi altra cosa, ma quando si lamenterà di incomodi che provengono dalle proprie passioni, dalla pigrizia e dalla inattività spirituale. (Gogol’ a P. V. Annenov, 1844)

Ponga attenzione a lei stesso con più diligenza: il nostro tentatore e nemico non dorme, lei può lasciarlo entrare nella propria anima anche senza pensare e senza accorgersene. E’ tanto più pericoloso quanto più non è notabile fin dal principio. All’inizio non suggerirà di compiere chi sa quali delitti o azioni perverse, sapendo che lei non è ancora sufficientemente depravato nell’anima, e lui potrebbe essere riconosciuto e allontanato. No, lui sa ben calcolare: si apre la strada verso la sua anima con piccole ed insignificanti debolezze, con la pigrizia, l’inedia in modo che lei all’inizio non pone resistenza, consolandosi con le parole: si tratta della mia natura; oppure: è una cosa involontaria, dipende dalla malattia. Lui sa che nella pigrizia e nell’inedia le nostre facoltà non sono non si sviluppano, ma si ottundano e dall’ottundimento delle facoltà la mente si indebolisce e sempre più indebolendosi la mente giunge all’offuscamento, nell’offuscamento della mente l’uomo è capace di compiere ogni azione vergognosa, pensando alla quale inizialmente si sarebbe perfino spaventato. Felice l’uomo al quale Dio manda qualche terribile disgrazia grazie alla quale lo obbliga a risvegliarsi e a guardarsi in faccia. Ma è meglio non aspettare la disgrazia e guardarsi in faccia prima. (M. I. Gogol’ 1844)

Non per caso, durante la mia malattia, Dio mi ha concesso sperimentare quanto sia terribile trovarsi di fronte alla morte, perché io possa trasmettere questo sentimento anche agli altri… Il ricordo della morte è la prima cosa che l’uomo deve portare ogni momento nei propri pensieri. Nella Sacra Scrittura è scritto che se uno ricorda ogni momento la propria fine, non peccherà mai. Chi pensa alla morte e la rappresenta in modo vivo di fronte ai propri occhi, non desidera la morte perché vede egli stesso con i propri occhi quante opere buone le tocca ancora fare per guadagnarsi una fine buona e presentarsi senza timore al tribunale di Dio. Fino a quando l’uomo non si rende familiare il pensiero della morte come se dovesse morire domani, non riuscirà mai a vivere come conviene e rimanderà tutto al tempo futuro. Il costante pensiero della morte educa in modo mirabile l’anima, dona forza alla vita e induce a compiere opere virtuose. Questo pensiero, senza che noi ce ne accorgiamo irrobustisce la nostra fortezza, migliora lo spirito e ci rende indifferenti a tutte quelle cose che agitano le persone deboli di spirito. (M. I. Gogol’, 1847)

Io sono convinto che possiamo portare con sè la legge di Dio in qualsiasi luogo, perfino in prigione e si può osservarla in tutte le professioni e in tutte le condizioni. Si può osservarla perfino nella professione dello scrittore… Se io sapessi che in un’altra sfera di azione potrei operare meglio per la salvezza della mia anima e compiere meglio quello che io sono tenuto a compiere, passerei a questa sfera. Se io sapessi che in monastero potrei meglio sfuggire alle tentazioni del mondo, entrerei in monastero. Ma anche in monastero mi circonderebbe lo stesso mondo, le stesse tentazioni, dovrei lo stesso combattere contro lo stesso nostro nemico. In una parola, in questo mondo non esiste luogo e situazione che ci consentano di sfuggire al mondo. (Gogol’ a M. A. Konstantinovskij, 1847)

Dobbiamo lavorare onestamente e dignitosamente, lavorare con quelle capacità che ci ha donato il Signore, lavorare per Lui, aspettando la paga non qui, ma là. Quale influsso poi possa avere il nostro lavoro sugli altri, quanto grande ed ampio sia questo influsso è totalmente nel potere di Colui che dispone delle vicende del mondo. Accade spesso che chi pensa di operare il bene, produce il male; noi seminiamo e non sappiamo che cosa seminiamo. Soltanto Dio sa portare il frutto, gli dona l’aspetto e la forma. Come possiamo sapere chi sia il migliore quando i primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi. Spesso accade che il semplice lavoro di un operaio, da nessuno stimato e dimenticato da tutti, improvvisamente dopo qualche secolo, finito nelle mani di una persona straordinaria, gli desta un pensiero geniale che lo porta a compiere un’opera grande e benefica. L’opera desta la meraviglia del mondo e l’uomo che per primo l’ha intuita non è riuscito neppure ad interessare quel piccolo cerchio di persone che l’hanno conosciuto. (Gogol’ a A. M. V’el’gorska, 1850)

Cari amici,
Vi ringrazio moltissimo, amici miei. Da voi la mia vita è stata molto arricchita. Considero ora mio dovere dirvi la mia parola di commiato: non turbatevi per nessuno avvenimento che possa accadere attorno a voi. Ognuno compia la sua opera, pregando nel silenzio. La società potrà cambiare soltanto allora quando ogni persona onesta si occuperà di se stessa e vivrà da cristiana, servendo Dio con quelle armi che gli sono state date, e cercando di influire in bene su quel piccolo cerchio di persone che gli sono vicine. Allora tutto si metterà in ordine, allora si stabiliranno di conseguenza giuste relazioni fra la gente, a tutto saranno fissati i giusti limiti. E l’umanità camminerà verso il meglio. (Testamento di Gogol’)

Postato da: giacabi a 12:29 | link | commenti
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giovedì, 02 settembre 2010

Testamento di Gogol
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Cari amici,
Vi ringrazio moltissimo, amici miei. Da voi la mia vita è stata molto arricchita. Considero ora mio dovere dirvi la mia parola di commiato: non turbatevi per nessuno avvenimento che possa accadere attorno a voi. Ognuno compia la sua opera, pregando nel silenzio. La società potrà cambiare soltanto allora quando ogni persona onesta si occuperà di se stessa e vivrà da cristiana, servendo Dio con quelle armi che gli sono state date, e cercando di influire in bene su quel piccolo cerchio di persone che gli sono vicine. Allora tutto si metterà in ordine, allora si stabiliranno di conseguenza giuste relazioni fra la gente, a tutto saranno fissati i giusti limiti. E l’umanità camminerà verso il meglio. (Testamento di Gogol’)

Postato da: giacabi a 23:03 | link | commenti
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giovedì, 27 settembre 2007

Influire in bene  sul prossimo
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Cari amici,
Vi ringrazio moltissimo, amici miei. Da voi la mia vita è stata molto arricchita. Considero ora mio dovere dirvi la mia parola di commiato: non turbatevi per nessuno avvenimento che possa accadere attorno a voi. Ognuno compia la sua opera, pregando nel silenzio. La società potrà cambiare soltanto allora quando ogni persona onesta si occuperà di se stessa e vivrà da cristiana, servendo Dio con quelle armi che gli sono state date, e cercando di influire in bene su quel piccolo cerchio di persone che gli sono vicine. Allora tutto si metterà in ordine, allora si stabiliranno di conseguenza giuste relazioni fra la gente, a tutto saranno fissati i giusti limiti. E l’umanità camminerà verso il meglio.
 Testamento di Gogol’
 

Postato da: giacabi a 13:56 | link | commenti
gogol

mercoledì, 26 settembre 2007

Trovare il positivo
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Sono profondamente convinto che val la pena ricordare sempre il bene ed il male. Il bene va ricordato per il semplice motivo che già il ricordarlo ci rende migliori. Il male va ricordato perché già dal giorno in cui l’abbiamo compiuto, ci è imposto il compito inderogabile di ripararlo con il bene…Tutti gli avvenimenti, particolarmente quelli imprevisti e straordinari sono parole di Dio dette per noi. Occorre interrogarle fino a tanto che non le hai capite: che cosa significano, che cosa richiedono da noi? Senza di questo non diventiamo mai migliori…
Tu mi dici che sei disposto di nuovo ad arrabbiarti ed amarmi. Ti ringrazio cordialmente per la prima cosa, perché attualmente è ciò che considero più necessario; della seconda ecco quello che ti dico
: noi dobbiamo amare sempre, e quanto più notiamo nell’uomo aspetti negativi e meschinità, tanto più dobbiamo amarlo. Perché se fra le sue numerosissime qualità negative ne possiamo trovare anche una sola positiva, questa è sufficiente, come avviene su una lapide commemorativa, per salvare tutto l’uomo dalla perversità. Ma questo si può fare soltanto con l’amore, con l’amore purificato da ogni preconcetto. Infatti se un basso sentimento di rabbia, per quanto temporaneo, si sovrappone a questo amore, allora l’amore diventa inerme e non riesce a fare niente.
Gogol a M. P. Pogodin, 1843

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