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domenica 12 febbraio 2012

Gregorio Nazianzeno



Una sola anima in due corpi.
Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo.



***

Eravamo ad Atene, partiti dalla stessa patria, divisi, come il corso di un fiume, in diverse regioni per brama d’imparare, e di nuovo insieme, come per on accordo, ma in realtà per disposizione divina.
Allora non solo io mi sentivo preso da venerazione verso il mio grande Basilio per la serietà dei suoi costumi e per la maturità e saggezza dei suoi discorsi inducevo a fare altrettanto anche altri che ancora non lo conoscevano. Molti però già lo stimavano grandemente, avendolo ben conosciuto e ascoltato in precedenza. 
Che cosa ne seguiva? Che quasi lui solo, fra tutti coloro che per studio arrivavano ad Atene, era considerato fuori dell’ordine comune, avendo raggiunto una stima che lo metteva ben al di sopra dei semplici discepoli. Questo l’inizio della nostra amicizia; di qui l’incentivo al nostro stretto rapporto; così ci sentimmo presi da mutuo affetto.
Quando, con il passare del tempo, ci manifestammo vicendevolmente le nostre intenzioni e capimmo che l’amore della sapienza era ciò che ambedue cercavamo, allora diventammo tutti e due l’uno per l’altro: compagni, commensali, fratelli. Aspiravamo a un medesimo bene e coltivavamo ogni giorno più fervidamente e intimamente il nostro comune ideale.
Ci guidava la stessa ansia di sapere, cosa fra tutte eccitatrice d’invidia; eppure fra noi nessuna invidia, si apprezzava invece l’emulazione. Questa era la nostra gara: non chi fosse il primo, ma chi permettesse all’altro di esserlo.
Sembrava che avessimo un’unica anima in due corpi. Se non si deve assolutamente prestar fede a coloro che affermano che tutto è in tutti, a noi si deve credere senza esitazione, perché realmente l’uno era nell’altro e con l’altro.
L’occupazione e la brama unica per ambedue era la virtù, e vivere tesi alle future speranze e comportarci come se fossimo esuli da questo mondo, prima ancora d’essere usciti dalla presente vita. Tale era il nostro sogno. Ecco perché indirizzavamo la nostra vita e la nostra condotta sulla via dei comandamenti divini e ci animavamo a vicenda all’amore della virtù. E non ci si addebiti a presunzione se dico che eravamo l’uno all’altro norma e regola per distinguere il bene dal male. 
E mentre altri ricevono i loro titoli dai genitori, o se li procurano essi stessi dalle attività e imprese della loro vita, per noi invece era grande realtà e grande onore essere e chiamarci cristiani.
GRAZIE a:
Maria Noproblem

Postato da: giacabi a 20:44 | link | commenti
amicizia, sbasilio, gregorio nanzianzeno

martedì, 20 aprile 2010

L’amicizia cristiana
***

Eravamo ad Atene, partiti dalla stessa patria, divisi, come il corso di un fiume, in diverse regioni per brama d’imparare, e di nuovo insieme, come per un accordo, ma in realtà per disposizione divina.

Allora non solo io mi sentivo preso da venerazione verso il mio grande Basilio per la serietà dei suoi costumi e per la maturità e saggezza dei suoi discorsi , ma inducevo a fare altrettanto anche altri che ancora non lo conoscevano. Molti però già lo stimavano grandemente, avendolo ben conosciuto e ascoltato in precedenza.

Che cosa ne seguiva? Che quasi lui solo, fra tutti coloro che per studio arrivavano ad Atene, era considerato fuori dell’ordine comune, avendo raggiunto una stima che lo metteva ben al di sopra dei semplici discepoli. Questo l’inizio della nostra amicizia; di qui l’incentivo al nostro stretto rapporto; così ci sentimmo presi da mutuo affetto.

Quando, con il passare del tempo, ci manifestammo vicendevolmente le nostre intenzioni e capimmo che l’amore della sapienza era ciò che ambedue cercavamo, allora diventammo tutti e due l’uno per l’altro: compagni, commensali, fratelli. Aspiravamo a un medesimo bene e coltivavamo ogni giorno più fervidamente e intimamente il nostro comune ideale.

Ci guidava la stessa ansia di sapere, cosa fra tutte eccitatrice d’invidia; eppure fra noi nessuna invidia, si apprezzava invece l’emulazione. Questa era la nostra gara: non chi fosse il primo, ma chi permettesse all’altro di esserlo.

Sembrava che avessimo un’unica anima in due corpi . Se non si deve assolutamente prestar fede a coloro che affermano che tutto è in tutti, a noi si deve credere senza esitazione, perché realmente l’uno era nell’altro e con l’altro.

san Gregorio Nazianzeno, vescovo Dai “Discorsi” 


Postato da: giacabi a 20:28 | link | commenti
amicizia, gregorio nanzianzeno

sabato, 15 dicembre 2007

Hai un compito anima mia
***
Hai un compito, anima mia,
un grande compito, se vuoi.


Scruta seriamente te stessa,
il tuo essere, il tuo destino;
donde vieni e dove dovrai posarti;
cerca di conoscere se è vita quella che vivi
o se c'è qualcosa di più.


Hai un compito, anima mia,
purifica, perciò, la tua vita:
considera, per favore, Dio e i suoi misteri,
indaga cosa c'era prima di questo universo
e che cosa esso è per te,
da dove è venuto e qual sarà il suo destino
.


Ecco il tuo compito,
anima mia,
purifica, perciò, la tua vita.
Gregorio di Nazianzo


Postato da: giacabi a 18:01 | link | commenti
senso religioso, gregorio nanzianzeno

venerdì, 24 agosto 2007

S. Gregorio Nazianzeno
***
«Questa è l'unica salvezza per la nostra carne e la nostra anima: la carità verso di loro»
(Oratio 14,8 de pauperum amore: PG 35,868ab).
***

 «Se sei sano e ricco, allevia il bisogno di chi è malato e povero;
 se non sei caduto, soccorri chi è caduto e vive nella sofferenza;
 se sei lieto, consola chi è triste;
 se sei fortunato, aiuta chi è morso dalla sventura.
Da' a Dio una prova di riconoscenza,
 perché sei uno di quelli che possono beneficare,
e non di quelli che hanno bisogno di essere beneficati..
 Sii ricco non solo di beni, ma anche di pietà;
 non solo di oro, ma di virtù, o meglio, di questa sola.
 Supera la fama del tuo prossimo mostrandoti più buono di tutti;
 renditi Dio per lo sventurato, imitando la misericordia di Dio»
(Oratio 14,26 de pauperum amore: PG 35,892bc).

***


«Hai un compito, anima mia,
 un grande compito, se vuoi.
 Scruta seriamente te stessa,
il tuo essere, il tuo destino;
 donde vieni e dove dovrai posarti;
 cerca di conoscere se è vita quella che vivi
 o se c'è qualcosa di più.
 Hai un compito, anima mia,
purifica, perciò, la tua vita:
 considera, per favore, Dio e i suoi misteri,
 indaga cosa c'era prima di questo universo
e che cosa esso è per te,
da dove è venuto, e quale sarà il suo destino.
 Ecco il tuo compito, / anima mia,
 purifica, perciò, la tua vita»
(Carmina [historica] 2,1,78: PG 37,1425-1426).
Da:http://www.avvenire.it/ 23-08-07


Postato da: giacabi a 21:00 | link | commenti
gregorio nanzianzeno

mercoledì, 08 novembre 2006




Se non fossi tuo, Cristo mio, mi sentirei creatura finita. Sono nato e mi sento dissolvere. Mangio, dormo, riposo e cammino, mi ammalo e guarisco, mi assalgono senza numero brame e tormenti… Poi io muoio e la carne diventa polvere come quella degli animali che non hanno peccato. Ma io cosa ho più di loro? Nulla, se non Dio. Se non fossi tuo, Cristo mio, mi sentirei creatura finita”.

San Gregorio Nazianzeno

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