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lunedì 13 febbraio 2012

Heidegger



Postato da: giacabi a 12:16 | link | commenti
heidegger, amore, hadjadj fabrice

sabato, 23 gennaio 2010

La preghiera
 ***
denken ist danken,
pensare è ringraziare.
Martin Heidegger
 ***
«pregare è la grande ricompensa
 dell’essere uomini».
Abraham J. Heschel,
 ***
La preghiera è l’azione più
perfetta e divina di cui sia
capace un’anima razionale
Di tutte le azioni e i doveri
essa è la più indispensabile
e necessaria.
 ALDOUS HUXLEY La filosofia perenne (1945)
 ***
IL PREGARE è nella religione
ciò che è il pensiero nella filosofia.
Il senso religioso prega
come l’organo del pensiero pensa».
Novalis
 ***
«Giustamente gli antichi dicevano
che pregare è respirare.
Qui si vede quanto sia sciocco voler parlare di un perché..
 Perché io respiro?
Perché altrimenti muoio.
Così con la preghiera».
 Kierkegaard,Diario
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«Con la preghiera
riceviamo l’ossigeno per respirare.
Coi sacramenti ci nutriamo.
Ma, prima del nutrimento, c’è la respirazione
e la respirazione è la preghiera».
Yves Congar Le vie del Dio vivente


Postato da: giacabi a 21:25 | link | commenti
preghiere, heidegger, novalis, kierkeergaard

domenica, 10 gennaio 2010

I giovani e la noia

***

“Chi non vede la vanità del mondo è ben vano anche lui. Ma chi non la vede, tranne i giovani che sono sempre nel chiasso, nel divertimento e nel pensiero dell’avvenire? Eppure, togliete loro la distrazione e li vedrete morire di noia; essi sentono allora il loro niente senza conoscerlo: perché è davvero essere infelici il trovarsi in una tristezza insopportabile non appena si è ridotti a pensare a sé, a non avere alcun motivo di distrazione.”
Blaise Pascal da: Pensieri

***


“Anche quando, e proprio quando, non siamo particolarmente occupati dalle cose e da noi stessi, incombe su di noi questo “tutto”, per esempio nella noia autentica. Essa è ancora lontana quando ad annoiarci è solo questo libro o quello spettacolo, quell’occupazione o quest’ozio, ma affiora quando “uno si annoia”. La noia profonda, che va e viene nelle profondità dell’esserci come una nebbia silenziosa, accomuna tutte le cose, tutti gli uomini, e con loro noi stessi, in una strana indifferenza.”

M.Heidegger, Che cos’è metafisica? Tr. it. di Franco Volpi, Adelphi 2001


Postato da: giacabi a 14:15 | link | commenti
noia, pascal, heidegger

giovedì, 17 settembre 2009


L’Amore
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l’amore non rende ciechi, l’amore rende veggenti”
Heidegger 1925


Postato da: giacabi a 15:55 | link | commenti
heidegger

mercoledì, 19 novembre 2008

La grandezza dell’uomo
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La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca.
Heidegger



Postato da: giacabi a 15:13 | link | commenti
heidegger

venerdì, 24 ottobre 2008

La grandezza di un uomo
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 La grandezza di un Uomo si misura in base a quel che cerca.
Heidegger


Postato da: giacabi a 14:17 | link | commenti
heidegger

venerdì, 23 maggio 2008


Il nichilismo
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" Il nichilismo è la storia nella quale dell’essere stesso e del suo mistero non ne è più nulla
Martin Heidegger Nietzsche, Adelphi Edizioni, Milano 1994,  

Postato da: giacabi a 15:14 | link | commenti
nichilismo, heidegger

martedì, 25 marzo 2008

La conoscenza  
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«Il pensiero fiorisce quando abbiamo la cosa davanti agli occhi»
Martin Heidegger
  

Postato da: giacabi a 14:15 | link | commenti
heidegger

lunedì, 31 dicembre 2007

L’uomo è rapporto di corrispondenza con l’Essere
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«manifestamente l'uomo è qualcosa (che esiste) di essente. Come tale appartiene, allo stesso modo della pietra, dell'albero, dell'aquila al tutto dell'essere. Appartenere (gehoren) significa qui anche essere inserito nell'essere secondo un ordine. Ma il segno distintivo dell'uomo consiste in questo, che egli, come essenza pensante, aperto all'essere, è posto di fronte ad esso, resta riferito all'essere e gli corrisponde. L'uomo è propriamente questo rapporto di corrispondenza, ed è soltanto questo. "Soltanto": questa parola non indica una limitazione, ma un eccesso (...) Nell'uomo si impone un appartenere (gehoren) all'essere, un appartenere che si pone in ascolto (hort) dell'essere, perché ad esso è trasferita la sua proprietà (iibereignet). E l'essere? Pensiamo l'essere, secondo il suo senso iniziale, come presenza (Anwesen). L'essere non si presenta (west.. .an) né casualmente, né eccezionalmente all'uomo. L'essere è (west) e persiste in quanto si volge con il suo appello nella direzione dell'uomo. Soltanto l'uomo, infatti, aperto per l'essere, lascia che l'essere si avvicini come presenza. Tale presenza (An-wesen) ha bisogno (braucht) di una radura luminosa (Lichtung) e così, con questo bisogno (Brauchen), la sua proprietà resta trasferita all'essenza dell'uomo. Questo non vuoi dire che l'essere sia primariamente posto dall'uomo e soltanto da lui. Al contrario appare chiaro come uomo ed essere siano traspropriati (iibereignet) l'uno all'altro, appartengano l'uno all'altro».
 M. HElDEGGER, Identità e differenza, in «Aut-Aut. fin. 187-188 (1982)


Postato da: giacabi a 08:59 | link | commenti
persona, heidegger, senso religioso

domenica, 02 dicembre 2007

Perché esiste la realtà
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 :
«Perché vi sono le cose, vi sono io, vi è il mondo e non piuttosto il nulla?
Martin Heidegger, Introduzione alla metafisica
                                                    

Postato da: giacabi a 16:29 | link | commenti
heidegger, senso religioso

martedì, 13 novembre 2007

Uomo e perdita di identità

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Forse assistiamo oggi alla più vasta crisi d’identità che l’uomo abbia mai attraversato, crisi in cui molti secolari fondamenti dell’esistenza sono messi in discussione o vengono trascurati. Le parole che Max Scheler scrisse quasi mezzo secolo fa, non sembrano aver perduto nulla della loro attualità:
 “Nella storia di  oltre  diecimila anni noi   siamo la prima epoca in cui l’ uomo è diventato per se stesso radicalmente ed universalmente problematico: l’ uomo non sa più chi egli sia e si rende pure conto di non saperlo più. Soltanto facendo tabula rasa di tutte le tradizioni che riguardano questo problema, contemplando con estremo rigore metodologico ed estrema meraviglia quell’ essere che si chiama uomo, si potrà nuovamente giungere a dei giudizi fondati”.
 Martin Heidegger, parlando dell’antropologia di Kant fa eco a queste parole di Scheler:
Nessun’ epoca ha saputo conquistare tante e così svariate conoscenze sull’ uomo come la nostra […]. Eppure nessuna epoca ha conosciuto l’ uomo così poco come la nostra”.
La stessa idea, in termini pressa poco identici, viene ripresa da Gabriel Marcel, quando prende l’uomo dalla baracca, diseredato ed emarginato dalla cultura odierna, come modello dell’ uomo contemporaneo il quale non sa più chi egli sia e perché esista.
In questo contesto di perdita d’identità, d’ incertezza e di smarrimento riguardo all’immagine dell’ uomo, la riflessione filosofica, critica e sistematica, sull’ essere e sul significato dell’ uomo diventa uno fra i compiti più urgenti del nostro tempo.
                                                                    (Gevaert, Il problema dell’ uomo)

 


Postato da: giacabi a 19:06 | link | commenti
marcel, persona, heidegger

sabato, 10 novembre 2007


Ormai solo un dio ci può salvare

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"Se mi è concesso dare una risposta breve e forse un po' forte, ma comunque basata su una lunga meditazione, direi che la filosofia non potrà produrre nessuna trasformazione immediata dello stato attuale del mondo. Ciò non vale solo per la filosofia, ma per tutte e aspirazioni meramente umane. Ormai solo un dio ci può salvare lo vedo come unica possibilità di salvezza quella di preparare nel pensare e nel poetare, una disponibilità all'apparizione del dio o all'assenza del dio nel tramonto; nel fatto che noi, detto grossolanamente, non «crepiamo» ma, se tramontiamo, tramontiamo al cospetto del dio assente

Martin Heidegger

 

 

 



Postato da: giacabi a 20:48 | link | commenti
heidegger, senso religioso

mercoledì, 10 ottobre 2007

Il nichilismo
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« Il nichilismo è la storia nella quale dell’esser stesso e del suo mistero non ne è più nulla »
Martin Heidegger  Niezsche Adelphi Milano


Postato da: giacabi a 08:00 | link | commenti
nichilismo, heidegger


L'esperienza
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«L'esperienza è la modalità propria dell'esser-presente»
Martin Heidegger Sentieri interrotti Nuova Italia

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