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lunedì 13 febbraio 2012

hugo victor


Il più grande spettacolo
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Vi è uno spettacolo più grandioso del mare, ed è il cielo. Vi è uno spettacolo più grandioso del cielo, ed è l'interno dell'anima.
(Victor Hugo)



Postato da: giacabi a 14:51 | link | commenti
hugo victor

sabato, 28 maggio 2011

La Presenza
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L’intensità della vita non è provare grandi sentimenti, ma è sentire che tutto ha un significato. Tutto, anche la penna che stai manovrando. Tutto ha un significato, adesso, in questo momento, perché consiste della Sua presenza misteriosa e reale, il cui segno, che coincide con la Sua presenza, è qui davanti a voi, è questa compagnia
In una bellissima poesia di Victor Hugo c’è un’aquila che, volando alto sulle montagne, dialoga col sole e dice: «Tu che illumini le cime dei monti e illumini e rendi pulita e serena l’aria dove io volo, tanto che è bellissimo andare in giro quando tu splendi, perché ti impicci e ti coinvolgi con il fango delle remote valli, là dove senza il tuo intervento rimarrebbe solo quello schifo, quel marciume? Tu invece vai a scovare quello schifo. Perché? Rimani a illuminare i monti, senza coinvolgerti con quella normalità banale». E il sole si rivolge all’aquila dicendo: «Sali sui miei raggi».L’aquila sale sui raggi del sole e improvvisamente – è una sensazione visibile – vedendo il sole che illumina, è come se le montagne diventassero una cosa sola con le valli, come se tutto diventasse illuminato alla stessa maniera, con la stessa intensità di luce. Tutto improvvisamente assume una bellezza che non si poteva concepire prima. Certo, noi, con la nostra immaginazione, questa immagine straordinaria, che dice l’intensità della vita, la sentiamo quasi come un livellamento, un di meno, però è sufficiente a dare l’idea di cosa succede nella vita, quando l’ideale la illumina in tutti i suoi particolari.
Andare a casa e dover lavare i panni per la decima volta, sempre quelli; dover pagare la bolletta del telefono; fare i conti con il bilancio settimanale; tacere perché il marito è troppo arrabbiato… Tutte queste cose sarebbero mota e fango, sono le cose che rendono la vita meno gustosa. Però, illuminate dal raggio di questo sole, di questo ideale che ci colpisce e ci ha colpito, non sono più banali. È per questo, e solo per questo, che l’universo, tutto l’universo, non vale una vita che incomincia misteriosamente nell’utero di una donna, e che per almeno due o tre mesi si confonde con l’utero stesso, tanto è misteriosamente piccola, tanto è fragile. È per questo, e solo per questo, che l’intero universo per noi non vale quella vita che si sta svolgendo lì dentro. È per questo, e solo per questo, che il vecchio malandato, che non vale più niente per nessuno, noi lo curiamo e lo aiutiamo, e proviamo a vedere cosa si può fare per lui. È perché abbiamo questo giudizio, altrimenti il nostro sarebbe un moralismo schifoso. L’ideale illumina le cose di tutti i giorni e non le fa più sentire solo come cose di tutti i giorni (cioè meno delle altre cose). L’ideale illumina la vita giorno per giorno, attimo per attimo, e le cose solite diventano grandi perché sono legate al Mistero, permanentemente legate al Mistero. Solo che dobbiamo riconoscere che il volto di quel bambino lo ha guardato Dio, e che il suo angelo custode vede Dio in ogni attimo. Dobbiamo riconoscere che quel vecchio malandato ha un destino che è il mio: così, per la pietà e la misericordia, che è solo di Cristo, incomincio anch’io a volergli bene.
Dobbiamo richiamarci l’un l’altro a riconoscere una presenza. C’è un presente che mi provoca, mi cambia e mi apre il futuro. Il primo grande compito è richiamarci a riconoscere questo.
Enzo Piccinini
PICCININI

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