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lunedì 13 febbraio 2012

huysmans


Da satanista a oblato benedettino
***
Tempi num.21 del 24/05/2007

Padre del decadentismo, esteta, perfino satanista.
Ma
a scuola non si studia che morì benedettino.
Huysmans, l'inquieto scrittore ossessionato dal reale. Dal naturalismo all'approdo del cattolicesimo, passando per i più oscuri abissi dell'umano
di Persico Roberto
Joris Karl Huysmans
 Cent'anni fa, il 12 maggio del 1907, moriva a Parigi Joris-Karl-Huysmans
I maggiori mezzi di informazione italiani, sempre attenti a ogni tipo di
anniversario, non gli hanno dedicato una riga.
Eppure, in tutte le antologie scolastiche c'è scritto che il suo romanzo A ritroso è il manifesto del decadentismo europeo; ma quel che i libri nostrani non dicono è che il "languoroso esteta" è morto cattolico, vestendo l'abito degli oblati
benedettini.
E anche le scarne biografie reperibili on line, costrette a raccontare
tutta la vita, cianciano di "crisi mistiche" e di "fase religiosa" di un
"temperamento instabile".
Macché "crisi" e "fasi", «dallo scrittore naturalista, vicino a Zola, all'oblato di Ligugé, non c'è mai stato che un solo Huysmans: un uomo animato dalla passione del vero, che ha visto sorgere l'inatteso dagli orizzonti grigiastri della città moderna. Il reale fu il suo vangelo, dal gusto acre, affascinante».
A parlare è Emmanuel Godo, professore di letteratura all'Università
cattolica di Lille, che alla vicenda umana e culturale dello scrittore ha
appena dedicato un saggio.

Professor Godo, chi è per lei Joris-Karl Huysmans?
Generalmente di Huysmans non si conosce che il suo romanzo A ritroso,
pubblicato nel 1884, emblema del decadentismo.
Ora, questo romanzo non è che una tappa di un lungo cammino
che conduce Huysmans dal naturalismo al cattolicesimo
. Se si perde
di vista l'insieme del suo percorso ci si condanna a non comprendere la
personalità profonda di Huysmans e il senso della sua opera.
Io l'ho scoperto, come tutti, leggendo A ritroso, prima di rendermi conto
che l'immagine dell'esteta decadente era falsa, abusivamente riduttiva.

Lei scrive che «Huysmans chiede alla letteratura di mostrarci la realtà
nella sua verità più cruda». Come si documenta questo attaccamento così
lontano dall'immagine dell'esteta decadente?
Ho intitolato il mio saggio Huysmans e il Vangelo del reale perché è davvero il reale quel che ha convertito Huysmans. All'inizio della sua carriera letteraria, Huysmans fa parte del movimento naturalista. Partecipa alle Serate di Médan con Zola e Maupassant.
I romanzi che scrive allora dipingono la vita degli operai -
Le sorelle Vatard - delle prostitute - Marta - o degli impiegati -
Alla deriva. Huysmans è un "pittore della vita moderna", per dirla con Baudelaire.
Vede nella letteratura un mezzo per posare uno sguardo vero sul mondo, lontano, per esempio, dall'idealismo romantico.


Come ha fatto quest'uomo ad entrare negli abissi del satanismo e infine a
uscirne?
Huysmans ha una visione molto pessimista dell'uomo. Il suo romanzo Alla
deriva si chiude con la massima «arriva solo il peggio». Il satanismo,
che mette in scena nel romanzo Sul fondo, il cui protagonista svolge una
ricerca sul mostro Gilles de Rais, è per lui l'occasione per sondare gli
abissi umani
..(http://tinyurl.com/3duga7)

Cosa si può dire della sua conversione, ossia la parte meno conosciuta
della vita di Joris-Karl Huysmans?
La conversione di Huysmans non fu improvvisa come quella di Claudel.
Huysmans la racconta nel suo romanzo più bello, In cammino.
Lanciando uno sguardo pessimista sulla miseria umana, sulle proprie contraddizioni, Huysmans finisce per sentire in sé quello che definisce «un bisogno sordo di supplicare l'Incomprensibile». Sono il disgusto e la nausea a convertire Huysmans: a forza di guardare il fango degli uomini, si ritrova di fronte all'urgenza della fede.
La chiesa che ama di più a Parigi è quella di Saint-Séverin,
nel Quartiere latino, nel bel mezzo delle abitazioni dei poveri.


C'è chi dubita della sincerità di questa conversione, dice che ha qualcosa
di strano, di ambiguo. Cosa ne pensa?
La conversione di Huysmans disturba solo coloro- sono numerosi
in Francia - che preferirebbero un Huysmans decadente e satanista.
La conversione di Huysmans non è quella di un uomo che si mette a cantare che la vita è bella e che tutto va bene; è la conversione di un uomo profondamente afflitto per la meschinità umana. Noi preferiamo i convertiti solari. Huysmans non è un'immaginetta. E' questo che trovo formidabile in lui.


Uno degli aspetti meno conosciuti di Huysmans è la sua lotta in difesa della
bellezza della liturgia: cosa direbbe a questo proposito ai cattolici di
oggi?
Huysmans fuggirebbe le chiese che trasformano la parola di Dio in sciroppo.
Griderebbe senza dubbio alla demagogia e correrebbe a rifugiarsi in qualche chiesa risparmiata dalle mode del tempo.
Non oso immaginare cosa direbbe di certi cattolici di oggi....



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