L' epoca moderna
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«L' epoca moderna è, più che l'epoca della libertà di pensiero, quella del libero pensiero, non si può dire cioè che in essa si sia liberato il pensiero dell'uomo ma solo che in essa il pensiero si è liberato dell' uomo e cioè, ancora, che, con questo nuovo concetto di libertà, sono scomparsi il contenuto dell'esistenza e l'esistente stesso»
Nikolaj Berdjaev
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Postato da: giacabi a 16:20 |
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laicismo, ideologia, berdiaev
Il Cristianesimo Progressista
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"E la tentazione di trasformare il cristianesimo in un moralismo e di concentrare tutto sull’azione morale dell’uomo è grande in tutti i tempi. Perché l’uomo
vede soprattutto sé stesso. Dio rimane invisibile, intoccabile, e
quindi l’uomo si appoggia soprattutto sulla sua propria azione. Ma
se Dio non agisce, se Dio non è un vero soggetto agente nella storia
che entra anche nella mia vita personale, allora che cosa vuol dire
redenzione? Che valore ha la nostra relazione con Cristo e così col Dio trinitario? Mi
sembra che la tentazione di ridurre il cristianesimo a un moralismo è
grandissima anche nel nostro tempo, e sono molto grato che 30Giorni sottolinei spesso questo problema. Perché noi viviamo un po’ tutti in un’atmosfera di deismo.
La nostra idea delle leggi naturali non ci permette più facilmente di
pensare a un’azione di Dio nel nostro mondo. Sembra che non ci sia
spazio perché possa agire Dio stesso nella storia umana e nella mia
vita. E così abbiamo l’idea che Dio non può più entrare in questo cosmo, fatto e chiuso contro di lui. Che cosa rimane? La nostra azione. E dobbiamo trasformare noi il mondo, dobbiamo noi creare la redenzione, dobbiamo noi creare il mondo migliore, un mondo nuovo. E
se si pensa così, ecco che il cristianesimo è morto, il linguaggio
religioso diventa un linguaggio puramente simbolico e vuoto."
Card.Ratzinger Presentazione del libro su S.Agostino Il potere e la grazia 30 giorni
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Postato da: giacabi a 12:40 |
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laicismo, benedettoxvi
La tolleranza laicista
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Postato da: giacabi a 09:37 |
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laicismo, eliot
Il primo peccato
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Abbiamo dimenticato Dio: questo è il primo peccato, gli altri sono conseguenza.
A. Solzenicyn
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Postato da: giacabi a 16:51 |
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nichilismo, laicismo, ateismo, solzenicyn
Il potere della tecnica
Nella fase tecnica della civiltà l'uomo smette di vivere tra gli animali e le piante, è immerso in un nuovo ambiente freddo e metallico nel quale non c'è più tepore animale, non c'è più sangue ardente. Il
potere della tecnica implica il venir meno della cordialità nella vita
dell'uomo, del calore umano, dell'intimità, della lirica, della
tristezza, che è sempre legata all'anima e non allo spirito. La tecnica uccide tutto ciò che è organico nella vita, e pone sotto il segno dell'organizzazione tutta l'esistenza umana.
Berdjaev Pensieri controcorrente La casa di Matriona
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Postato da: giacabi a 17:13 |
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laicismo, berdiaev
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"Ciò che finisce per imporsi nel mondo moderno e democratico è una nuova forma di dispotismo più esteso e più mite che avvilisce gli uomini senza tormentarli, giorno per giorno, portandoli a non pensare. Questo dispotismo è un potere immenso e tutelare che si incarica di assicurare agli individui il godimento dei loro beni e di vegliare sulla loro sorte. E' assoluto e minuzioso, sistematico, previdente e mite. Assomiglierebbe all'autorità paterna, se come questa avesse lo scopo di preparare l'uomo all'età virile, mentre non cerca che di arrestarlo irrevocabilmente all'infanzia. E' contento che i cittadini si svaghino purché non pensino che a svagarsi. Lavora volentieri alla loro felicità, ma vuole esserne l'unico agente e il solo arbitro, provvede alla loro sicurezza, prevede e garantisce i loro bisogni, facilita i loro piaceri, guida i loro affari principali…perché non dovrebbe levare loro totalmente il fastidio di pensare e la fatica di vivere?" A. De Tocqueville, Democrazia in America |
Postato da: giacabi a 08:38 |
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nichilismo, laicismo, de tocqueville
Il laicismo
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Ateismo
critico, ateismo liberale, ateismo per preterizione o laicismo... sono
altrettante caratteristiche di un 'età che sta tramontando. Queste
forme d'ateismo conservavano spesso, come il deismo al quale
succedevano, molti valori di origine cristiana, ma per il fatto di aver
recisi questi valori dalla loro sorgente cristiana, furono impotenti a
mantenerli nella loro forza e perfino nella loro autentica purità. Spirito,
ragione, libertà, verità, fratellanza, giustizia: queste grandi cose
senza delle quali non c'è vera umanità, che il paganesimo antico aveva
intravviste e che il cristianesimo aveva fondate, diventano presto irreali, appena non appariscono più come un irradiamento di Dio, appena che la fede nel Dio vivente cessa di nutrirle coi suoi succhi. Esse diventano allora for- me vuote e ben presto si riducono ad essere un ideale senza vita, minacciato dalla menzogna, a cui si applica ancora molto meglio la frase che Péguy scrisse sul kantismo: «il kantismo ha le mani pure, ma non ha mani» . Senza
Dio, la stessa verità è un idolo, la ,stessa giustizia è un idolo;
idoli troppo puri e troppo pallidi di fronte agli idoli 'di carne e di
sangue che si rialzano; ideali troppo astratti, di fronte ai grandi miti
collettivi che risvegliano gli istinti più potenti. «Frumento privato del suo germe», si è detto . Così
il laicismo di questa società moderna ha preparato, anche se molto
spesso contro sua voglia, l'alveo dei grandi sistemi rivoluzionari che
ora precipitano come una valanga.
Henry De Lubac da: “Il dramma dell’umanesimo ateo” ed. Morcelliana
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Postato da: giacabi a 15:01 |
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laicismo, de lubac
IL DRAMMA DELL’UMANESIMO ATEO
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«Una
società laica che non ha un fine al di della propria soddisfazione è
una mostruosità, un cancro che alla fine la autodistruggerà»
Christopher Dawson
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Postato da: giacabi a 15:16 |
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nichilismo, laicismo
IL DRAMMA DELL’UMANESIMO ATEO
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"De Lubac mostra efficacemente come comunismo, fascismo e nazismo siano state espressioni di un umanesimo ateo che ricevette l'imboccata dal positivismo di Auguste Comte (secondo cui la scienza empirica è la sola guida attendibile dell'umanità), dal soggettivismo di Feuerbach (per il quale «Dio» è la proiezione mitica delle aspirazioni umane) dal materialismo di Marx (secondo il quale il mondo spirituale è un'illusione) e dalla volontà radicale concepita da Nietzsche (per cui l'esercizio della volontà di potenza è indice della grandezza umana)."
George Weigel “La Cattedrale e il Cubo”
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Postato da: giacabi a 17:11 |
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nichilismo, laicismo
IL DRAMMA DELL’UMANESIMO ATEO
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<<"L’inferno
sono gli altri", così ha scritto Sartre che ha lottato durante tutta la
sua vita (sempre contro corrente) perché la giustizia fosse resa agli
altri. Questa è una curiosa contraddizione, ma soprattutto una strana
affermazione che nessuno dei grandi Santi che hanno plasmato gli uomini,
molto più e molto meglio di quanto non abbia mai fatto J.P. Sartre, ha
mai formulato. Ma il fatto che l'autore de La Nausea
abbia potuto portare avanti questa affermazione merita una riflessione.
Come è potuto arrivare a questo punto di disperazione e tuttavia di
rivolta radicale? Il terribile dramma di Sartre trova una spiegazione
nella sua autobiografia, La Parole, dove
si trasmette l'idea di un mondo senza un punto di riferimento
trascendentale; senza punto di aggancio nell'Assoluto, i valori come la
gioia, la forza e la fecondità dell'Europa sbandano e si trasformano in
tossine, cioè in veleni. L'individualismo si trasforma in anarchia, il sentimento di uguaglianza in egualitarismo, la scienza in scientismo. Il legittimo diritto alla felicità si corrompe in edonismo. I processi di secolarizzazione estendono la loro azione fino al campo dell'umano che ne muore. Il secolo scorso, con Feuerbach, ha condannato tutto ciò che gli appariva come la prima e più grave di tutte le alienazioni, e cioè l'alienazione religiosa. L'uomo
ha voluto essere simile agli dei che conoscono il Bene e il Male, cioè
decidere, come loro, ciò che è bene e ciò che è male. Il risultato, lo
conosciamo bene, è la società attuale, è l'uomo disorientato,
destrutturato, disarmato di oggi, aperto alle avventure mortali della
droga e delle sette. Incapace di esprimersi, di dialogare, di
comunicare, vive la sua solitudine in seno alla vita tumultuosa e
frenetica delle grandi città (…). Ma
non è tutto: in balia di se stesso, l'uomo di oggi è più credulo o,
almeno, credulo quanto il suo antenato del Medioevo. E’ sprovvisto di
spirito critico perché crede che sia sufficiente vivere in seno a una
Società critica (nel pieno senso del termine), per avere le capacità
necessarie per acquisirlo. Infatti è rimpinzato di informazioni, ma è
incapace di digerirle, in altre parole di selezionarle per integrarle in
una visione costruita e solidamente fissata del Mondo, dell'Uomo, della
Città, secondo una scala di valori stabile e ben definita che darebbe
loro tutto il significato; è ignorante quanto gli uomini d'allora.
Poiché lo scopo della comunicazione, quali che siano i mezzi che essa
intende utilizzare, è un uomo, più esattamente una persona (che non è
una cosa data, ma creata) che conosce il senso del suo destino ed è
capace di assumerlo. In altre parole, l'informazione non è fine a se stessa, deve aiutare alla formazione, altrimenti perde qualsiasi ragione d'essere.
(…) I processi di socializzazione agiscono a stadi diversi:
l'educazione familiare si colloca ad un altro livello rispetto
all'indottrinamento ideologico, l'insegnamento religioso su un altro
piano rispetto all'iniziazione civica. Possono entrare in conflitto;
meglio ancora, è attraverso la forza delle cose che entrano in
conflitto. E’ il caso della fedeltà alla patria e di taluni impegni (per
esempio 'tu non ucciderai') ed esigenze di civismo (il servizio
militare ecc.). Tutti questi fatti creano delle spiagge di libertà per
l'individuo. Non si tratta e non si tratterà mai della libertà totale,
astratta, ideale dei 1789 - che non è mai esistita e che non esisterà
mai - né della libertà sovrumana di Nietzsche, né di quella di Sartre. E’
una serie di libertà che l'Uomo deve difendere e proteggere e
utilizzare nella sua completezza se vuole vivere in piena dignità di
essere comunicante e in comunione.>>
L. Moulin Meeting di Rimini
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Postato da: giacabi a 16:38 |
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laicismo, moulin
Quando l’uomo perde
il Significato
Molti, certo, erano i mali di cui
soffrivano gli uomini nell’antichità. Ma ci furono, però, dei savi. Questi insegnarono (agli uomini) il principio della mutua convivenza e del mutuo sostenimento. Essi fecero i loro sovrani e i loro maestri. Misero in fuga i rettili, i serpenti e le fiere, e stabilirono (il primato) dell’uomo. Per coloro che avevano freddo fecero abiti; per quelli che avevano fame fecero da mangiare; per coloro che abitavano sopra alberi.., o nelle caverne.., essi fecero delle case. Istruirono degli operai che (costruissero) utensili; dei commercianti che facessero gli scambi di quelle cose che avevano o di cui mancavano; dei medici che usassero le medicine... (Inculcarono) la riconoscenza verso i benefattori; (istituirono) norme che assegnassero a ciascuno il suo posto. (Crearono) la musica che dissipasse la tristezza accumulata nel cuore, il governo che scuotesse la negligenza, i castighi che spezzassero l’ostinazione. E giacché gli uomini s’ingannavano scambievolmente i savi dettero loro.., dei moggi, dei litri, dei pesi e delle bilance per far fede nelle vendite. ............... Ed ora ci sono di quelli che dicono: “… rompiamo i moggi, rompiamo le bilance e allora il popolo non avrà più di che disputare”. ............... Gli antichi volendo rendere manifesta la forza dell’intelligenza, prima governavano il loro Stato; ma per governare il loro Stato, prima organizzavano la loro famiglia; ma per organizzare la famiglia, prima badavano alla loro condotta; ma per badare alla condotta, prima raddrizzavano il loro cuore, ma per raddrizzare il cuore, prima rettificavano le loro intenzioni... I principi (delle leggi antiche) si capivano facilmente e si mettevano... in pratica... .......... Oggi (invece) si vogliono esaltare le leggi dei barbari, anzi si vogliono preferire a quelle (antiche)... Oggi quelli che pretendono di (innovare) rigettano lo Stato e la famiglia, e aboliscono le relazioni naturali, di modo che il figlio non rispetta più il padre, il suddito non si sottomette più (alla legge)... .......... Ma allora che cosa bisogna fare?... Bisogna che gli uomini agiscano da veri uomini... e siano (nuovamente) istruiti nella dottrina (antica)... Speriamo che così sia. (Han-Iu [768-824], Frammenti di dottrina cinese) |
Postato da: giacabi a 08:16 |
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laicismo
Il modernismo
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Siamo gli ultimi. Quasi quelli che vengono dopo gli ultimi. Subito dopo
di noi ha inizio un'altra epoca, un altro mondo, il mondo di chi non
crede più a niente, di chi se ne vanta e se ne inorgoglisce. Subito dopo di noi ha inizio il mondo che abbiamo definito, che non cesseremo mai di definire, il mondo moderno. Il mondo degli intelligenti, dei progressisti, di quelli che la sanno più lunga, di quelli ai quali non la si dà a bere. Il mondo di chi non ha più niente da imparare. Il mondo di chi fa il furbo. Il mondo di chi non si lascia abbindolare, di chi non è imbecille. Come noi. Cioè, il mondo di chi non crede più a niente, neppure all'ateismo, di chi non si prodiga per nulla e non si sacrifica per nulla.
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Non abbiamo paura delle parole. Il modernismo consiste nel non credere in ciò che si crede.
La libertà consiste nel credere in ciò che si crede e nell'ammettere,
(nell'esigere, in fondo) che anche il nostro vicino creda in ciò che
crede.
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Il modernismo consiste nel non aver nessuna credenza per non danneggiare l'avversario che anche lui non crede. È un sistema di reciproca abdicazione. La libertà consiste nel credere. E nell'ammettere, e nel credere che l'avversario creda.
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Il modernismo è un sistema di compiacenza. La libertà è un sistema di deferenza.
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Il modernismo è un sistema di politesse. La libertà è un sistema di rispetto.
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Non bisognerebbe usare parole grosse, ma infine il modernismo è un sistema di viltà. La libertà è un sistema di coraggio.
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Il modernismo è la virtù della gente di mondo. La libertà è la virtù del povero.
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Charles P. Peguy
La nostra gioventù – Il denaro, UTET, Torino 1972 |
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