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venerdì 17 febbraio 2012

laicismo2


L' epoca moderna
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«L' epoca moderna è, più che l'epoca della libertà di pensiero, quella del libero pensiero, non si può dire cioè che in essa si sia liberato il pensiero dell'uomo ma solo che in essa il pensiero si è liberato dell' uomo e cioè, ancora, che, con questo nuovo concetto di libertà, sono scomparsi il contenuto dell'esistenza e l'esistente stesso»
Nikolaj Berdjaev


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laicismo, ideologia, berdiaev

domenica, 18 novembre 2007

Il Cristianesimo Progressista
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"E la tentazione di trasformare il cristianesimo in un moralismo e di concentrare tutto sull’azione morale dell’uomo è grande in tutti i tempi. Perché l’uomo vede soprattutto sé stesso. Dio rimane invisibile, intoccabile, e quindi l’uomo si appoggia soprattutto sulla sua propria azione. Ma se Dio non agisce, se Dio non è un vero soggetto agente nella storia che entra anche nella mia vita personale, allora che cosa vuol dire redenzione? Che valore ha la nostra relazione con Cristo e così col Dio trinitario? Mi sembra che la tentazione di ridurre il cristianesimo a un moralismo è grandissima anche nel nostro tempo, e sono molto grato che 30Giorni sottolinei spesso questo problema. Perché noi viviamo un po’ tutti in un’atmosfera di deismo. La nostra idea delle leggi naturali non ci permette più facilmente di pensare a un’azione di Dio nel nostro mondo. Sembra che non ci sia spazio perché possa agire Dio stesso nella storia umana e nella mia vita. E così abbiamo l’idea che Dio non può più entrare in questo cosmo, fatto e chiuso contro di lui. Che cosa rimane? La nostra azione. E dobbiamo trasformare noi il mondo, dobbiamo noi creare la redenzione, dobbiamo noi creare il mondo migliore, un mondo nuovo. E se si pensa così, ecco che il cristianesimo è morto, il linguaggio religioso diventa un linguaggio puramente simbolico e vuoto."
Card.Ratzinger Presentazione del libro su S.Agostino Il potere e la grazia 30 giorni

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laicismo, benedettoxvi

sabato, 03 novembre 2007


 La tolleranza laicista
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Io non considero il problema del cristianesimo come quello di una minoranza perseguitata: un cristiano trattato come nemico dello Stato ha una vita molto più dura, ma più semplice. M’interessano piuttosto i pericoli di una minoranza tollerata: può ben darsi che, nel mondo moderno, venire tollerato si riveli la cosa più intollerabile per un cristiano"

T.S. Eliot L’idea di una società cristiana, in Opere, Bompiani


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laicismo, eliot

domenica, 21 ottobre 2007

Il primo peccato

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Abbiamo dimenticato Dio: questo è il primo peccato, gli altri sono conseguenza.
A. Solzenicyn

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nichilismo, laicismo, ateismo, solzenicyn

martedì, 09 ottobre 2007

Il potere della tecnica
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Nella fase tecnica della civiltà l'uomo smette di vivere tra gli animali e le piante, è immerso in un nuovo ambiente freddo e metallico nel quale non c'è più tepore animale, non c'è più sangue ardente. Il potere della tecnica implica il venir meno della cordialità nella vita dell'uomo, del calore umano, dell'intimità, della lirica, della tristezza, che è sempre legata all'anima e non allo spirito. La tecnica uccide tutto ciò che è organico nella vita, e pone sotto il segno dell'organizzazione tutta l'esistenza umana.
Berdjaev Pensieri controcorrente La casa di Matriona

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laicismo, berdiaev

sabato, 08 settembre 2007

Il dispotismo democratico
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"Ciò che finisce per imporsi nel mondo moderno e democratico è una nuova forma di dispotismo più esteso e più mite che avvilisce gli uomini senza tormentarli, giorno per giorno, portandoli a non pensare. Questo dispotismo è un potere immenso e tutelare che si incarica di assicurare agli individui il godimento dei loro beni e di vegliare sulla loro sorte. E' assoluto e minuzioso, sistematico, previdente e mite. Assomiglierebbe all'autorità paterna, se come questa avesse lo scopo di preparare l'uomo all'età virile, mentre non cerca che di arrestarlo irrevocabilmente all'infanzia. E' contento che i cittadini si svaghino purché non pensino che a svagarsi. Lavora volentieri alla loro felicità, ma vuole esserne l'unico agente e il solo arbitro, provvede alla loro sicurezza, prevede e garantisce i loro bisogni, facilita i loro piaceri, guida i loro affari principali…perché non dovrebbe levare loro totalmente il fastidio di pensare e la fatica di vivere?"
A. De Tocqueville, Democrazia in America


 

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nichilismo, laicismo, de tocqueville

giovedì, 09 agosto 2007

Il laicismo
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Ateismo critico, ateismo liberale, ateismo per preterizione o laicismo... sono altrettante caratteristiche di un 'età che sta tramontando. Queste forme d'ateismo conservavano spesso, come il deismo al quale succedevano, molti valori di origine cristiana, ma per il fatto di aver recisi questi valori dalla loro sorgente cristiana, furono impotenti a mantenerli nella loro forza e perfino nella loro autentica purità. Spirito, ragione, libertà, verità, fratellanza, giustizia: queste grandi cose senza delle quali non c'è vera umanità, che il paganesimo antico aveva intravviste e che il cristianesimo aveva fondate, diventano presto irreali, appena non appariscono più come un irradiamento di Dio, appena che la fede nel Dio vivente cessa di nutrirle coi suoi succhi. Esse diventano allora for- me vuote e ben presto si riducono ad essere un ideale senza vita, minacciato dalla menzogna, a cui si applica ancora molto meglio la frase che Péguy scrisse sul kantismo: «il kantismo ha le mani pure, ma non ha mani» . Senza Dio, la stessa verità è un idolo, la ,stessa giustizia è un idolo; idoli troppo puri e troppo pallidi di fronte agli idoli 'di carne e di sangue che si rialzano; ideali troppo astratti, di fronte ai grandi miti collettivi che risvegliano gli istinti più potenti. «Frumento privato del suo germe», si è detto . Così il laicismo di questa società moderna ha preparato, anche se molto spesso contro sua voglia, l'alveo dei grandi sistemi rivoluzionari che ora precipitano come una valanga.
 Henry De Lubac da: “Il dramma dell’umanesimo ateo” ed. Morcelliana


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lunedì, 04 giugno 2007

IL DRAMMA DELL’UMANESIMO ATEO

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«Una società laica che non ha un fine al di della propria soddisfazione è una mostruosità, un cancro che alla fine la autodistruggerà»
Christopher Dawson

Postato da: giacabi a 15:16 | link | commenti
nichilismo, laicismo

domenica, 03 giugno 2007

IL DRAMMA DELL’UMANESIMO ATEO

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"De Lubac mostra efficacemente come comunismo, fascismo e nazismo siano state espressioni di un umanesimo ateo che ricevette l'imboccata dal positivismo di Auguste Comte (secondo cui la scienza empirica è la sola guida attendibile dell'umanità), dal soggettivismo di Feuerbach (per il quale «Dio» è la proiezione mitica delle aspirazioni umane) dal materialismo di Marx (secondo il quale il mondo spirituale è un'illusione) e dalla volontà radicale concepita da Nietzsche (per cui l'esercizio della volontà di potenza è indice della grandezza umana)."
George Weigel “La  Cattedrale e il Cubo”

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nichilismo, laicismo


IL DRAMMA DELL’UMANESIMO ATEO

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<<"L’inferno sono gli altri", così ha scritto Sartre che ha lottato durante tutta la sua vita (sempre contro corrente) perché la giustizia fosse resa agli altri. Questa è una curiosa contraddizione, ma soprattutto una strana affermazione che nessuno dei grandi Santi che hanno plasmato gli uomini, molto più e molto meglio di quanto non abbia mai fatto J.P. Sartre, ha mai formulato. Ma il fatto che l'autore de La Nausea abbia potuto portare avanti questa affermazione merita una riflessione. Come è potuto arrivare a questo punto di disperazione e tuttavia di rivolta radicale? Il terribile dramma di Sartre trova una spiegazione nella sua autobiografia, La Parole, dove si trasmette l'idea di un mondo senza un punto di riferimento trascendentale; senza punto di aggancio nell'Assoluto, i valori come la gioia, la forza e la fecondità dell'Europa sbandano e si trasformano in tossine, cioè in veleni. L'individualismo si trasforma in anarchia, il sentimento di uguaglianza in egualitarismo, la scienza in scientismo. Il legittimo diritto alla felicità si corrompe in edonismo. I processi di secolarizzazione estendono la loro azione fino al campo dell'umano che ne muore. Il secolo scorso, con Feuerbach, ha condannato tutto ciò che gli appariva come la prima e più grave di tutte le alienazioni, e cioè l'alienazione religiosa. L'uomo ha voluto essere simile agli dei che conoscono il Bene e il Male, cioè decidere, come loro, ciò che è bene e ciò che è male. Il risultato, lo conosciamo bene, è la società attuale, è l'uomo disorientato, destrutturato, disarmato di oggi, aperto alle avventure mortali della droga e delle sette. Incapace di esprimersi, di dialogare, di comunicare, vive la sua solitudine in seno alla vita tumultuosa e frenetica delle grandi città (…). Ma non è tutto: in balia di se stesso, l'uomo di oggi è più credulo o, almeno, credulo quanto il suo antenato del Medioevo. E’ sprovvisto di spirito critico perché crede che sia sufficiente vivere in seno a una Società critica (nel pieno senso del termine), per avere le capacità necessarie per acquisirlo. Infatti è rimpinzato di informazioni, ma è incapace di digerirle, in altre parole di selezionarle per integrarle in una visione costruita e solidamente fissata del Mondo, dell'Uomo, della Città, secondo una scala di valori stabile e ben definita che darebbe loro tutto il significato; è ignorante quanto gli uomini d'allora. Poiché lo scopo della comunicazione, quali che siano i mezzi che essa intende utilizzare, è un uomo, più esattamente una persona (che non è una cosa data, ma creata) che conosce il senso del suo destino ed è capace di assumerlo. In altre parole, l'informazione non è fine a se stessa, deve aiutare alla formazione, altrimenti perde qualsiasi ragione d'essere. (…) I processi di socializzazione agiscono a stadi diversi: l'educazione familiare si colloca ad un altro livello rispetto all'indottrinamento ideologico, l'insegnamento religioso su un altro piano rispetto all'iniziazione civica. Possono entrare in conflitto; meglio ancora, è attraverso la forza delle cose che entrano in conflitto. E’ il caso della fedeltà alla patria e di taluni impegni (per esempio 'tu non ucciderai') ed esigenze di civismo (il servizio militare ecc.). Tutti questi fatti creano delle spiagge di libertà per l'individuo. Non si tratta e non si tratterà mai della libertà totale, astratta, ideale dei 1789 - che non è mai esistita e che non esisterà mai - né della libertà sovrumana di Nietzsche, né di quella di Sartre. E’ una serie di libertà che l'Uomo deve difendere e proteggere e utilizzare nella sua completezza se vuole vivere in piena dignità di essere comunicante e in comunione.>>
L. Moulin Meeting di Rimini


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laicismo, moulin

domenica, 10 settembre 2006

Quando l’uomo perde
il Significato


Molti, certo, erano i mali di cui
soffrivano gli uomini nell’antichità.
Ma ci furono, però, dei savi. Questi
insegnarono (agli uomini) il principio
della mutua convivenza e del mutuo
sostenimento. Essi fecero i loro sovrani
e i loro maestri. Misero in fuga
i rettili, i serpenti e le fiere, e stabilirono
(il primato) dell’uomo. Per coloro che
avevano freddo fecero abiti; per
quelli che avevano fame fecero da
mangiare; per coloro che abitavano
sopra alberi.., o nelle caverne.., essi
fecero delle case. Istruirono degli operai
che (costruissero) utensili; dei
commercianti che facessero gli scambi
di quelle cose che avevano o di cui
mancavano; dei medici che usassero
le medicine... (Inculcarono) la
riconoscenza verso i benefattori;
(istituirono) norme che assegnassero a
ciascuno il suo posto. (Crearono) la
musica che dissipasse la tristezza
accumulata nel cuore, il governo che
scuotesse la negligenza, i castighi che
spezzassero l’ostinazione. E giacché gli
uomini s’ingannavano scambievolmente
i savi dettero loro.., dei moggi, dei litri,
dei pesi e delle bilance per far fede
nelle vendite.
...............
Ed ora ci sono di quelli che dicono:
“… rompiamo i moggi, rompiamo le
bilance e allora il popolo non avrà più
di che disputare”.

...............
Gli antichi volendo rendere manifesta
la forza dell’intelligenza, prima
governavano il loro Stato; ma per
governare il loro Stato, prima
organizzavano la loro famiglia; ma per
organizzare la famiglia, prima badavano
alla loro condotta; ma per badare
alla condotta, prima raddrizzavano il
loro cuore, ma per raddrizzare il cuore,
prima rettificavano le loro intenzioni...
I principi (delle leggi antiche) si
capivano facilmente e si mettevano...
in pratica...
..........
Oggi (invece) si vogliono esaltare le
leggi dei barbari, anzi si vogliono
preferire a quelle (antiche)... Oggi quelli
che pretendono di (innovare) rigettano
lo Stato e la famiglia, e aboliscono le
relazioni naturali, di modo che il figlio
non rispetta più il padre, il suddito
non si sottomette più (alla legge)...
..........
Ma allora che cosa bisogna fare?...
Bisogna che gli uomini agiscano da veri
uomini... e siano (nuovamente)
istruiti nella dottrina (antica)...
Speriamo che così sia.

(Han-Iu [768-824], Frammenti di dottrina cinese)
 Munch-Golgotha

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lunedì, 28 agosto 2006

Il modernismo
.
Siamo gli ultimi. Quasi quelli che vengono dopo gli ultimi. Subito dopo di noi ha inizio un'altra epoca, un altro mondo, il mondo di chi non crede più a niente, di chi se ne vanta e se ne inorgoglisce. Subito dopo di noi ha inizio il mondo che abbiamo definito, che non cesseremo mai di definire, il mondo moderno. Il mondo degli intelligenti,  dei progressisti, di quelli che la sanno più lunga, di quelli ai quali non la si dà a bere. Il mondo di chi non ha più niente da imparare. Il mondo di chi fa il furbo. Il mondo di chi non si lascia abbindolare, di chi non è imbecille. Come noi. Cioè, il mondo di chi non crede più a niente, neppure all'ateismo, di chi non si prodiga per nulla e non si sacrifica per nulla.
Non abbiamo paura delle parole. Il modernismo consiste nel non credere in ciò che si crede. La libertà consiste nel credere in ciò che si crede e nell'ammettere, (nell'esigere, in fondo) che anche il nostro vicino creda in ciò che crede.
Il modernismo consiste nel non aver nessuna credenza per non danneggiare l'avversario che anche lui non crede. È un sistema di reciproca abdicazione. La libertà consiste nel credere. E nell'ammettere, e nel credere che l'avversario creda.
Il modernismo è un sistema di compiacenza. La libertà è un sistema di deferenza.
Il modernismo è un sistema di politesse. La libertà è un sistema di rispetto.
Non bisognerebbe usare parole grosse, ma infine il modernismo è un sistema di viltà. La libertà è un sistema di coraggio.
Il modernismo è la virtù della gente di mondo. La libertà è la virtù del povero.

Charles P. Peguy

La nostra gioventù – Il denaro, UTET, Torino 1972

Charles Peguy



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