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venerdì 17 febbraio 2012

libertà


Libertà
***
Gesù è la stella polare della libertà umana:
senza di Lui essa perde il suo orientamento,
poiché senza la conoscenza della verità la libertà si snatura,
si isola e si riduce a sterile arbitrio.
Con Lui, la libertà si ritrova.
Benedetto XVI, Sacramentum caritatis, n. 2++++

Postato da: giacabi a 14:17 | link | commenti
libertà

domenica, 12 giugno 2011

"ER GRILLO ZOPPO"
***

Ormai me reggo su ‘na cianca sola.
- diceva un Grillo – Quella che me manca
m’arimase attaccata alla capriola.
Quanno m’accorsi d’esse prigioniero
col laccio ar piede, in mano a un ragazzino,
nun c’ebbi che un pensiero:
de rivolà in giardino.
Er dolore fu granne…,ma la stilla
de sangue che sortì dalla ferita
brillo ner sole come una favilla.
E forse un giorno Iddio benedirà
Ogni goccia di sangue ch’è servita
Pe’ scrive la parola libertà!

( favola di Trilussa )

Postato da: giacabi a 06:46 | link | commenti
libertà, trilussa

lunedì, 16 agosto 2010

La Libertà dono di Dio
***

 

«Invece di impadronirti della libertà umana, l’hai moltiplicata, e hai oppresso per sempre col peso dei suoi tormenti il regno spirituale dell’uomo. Tu volesti il libero amore dell’uomo, volesti che Ti seguisse liberamente, incantato e conquistato da Te. Al posto dell’antica legge fissata saldamente, da allora in poi era l’uomo che doveva decidere con libero cuore che cosa fosse bene e cosa fosse male, e come unica guida avrebbe avuto davanti agli occhi la Tua immagine: ma è possibile che Tu non abbia pensato che alla fine avrebbe discusso e rifiutato anche la Tua immagine e la Tua verità, se lo si opprimeva con un peso così spaventoso come la libertà di scelta?»

Fëdor Dostoevskij – il Grande Inquisitore

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dostoevskij, libertà

venerdì, 08 gennaio 2010

La responsabilità
 ***
 “Anche se scherzando, spesso faccio una proposta

seria agli americani: dopo aver eretto sulla costa

orientale della nazione una statua colossale alla

libertà,
non pare sia giunta l’ora di erigere sulla

costa occidentale qualcosa di analogo, e cioè una

statua della responsabilità loro?”
Viktor Emil Frankl Psicologo1946

Postato da: giacabi a 11:05 | link | commenti
libertà, frankl

martedì, 13 ottobre 2009

***
che io non possa ridurre il reale al pensabile, ecco il trionfo della libertà possibile; paradossalmente, solo perché non mi sono fatto da solo, io posso essere libero; se mi fossi fatto da solo, avrei potuto prevedermi e , in tal modo, avrei perso la mia libertà. Essere fedeli alla realtà delle cose, nel bene e nel male, implica un integrale amore per la verità e una totale gratitudine per il fatto di essere nati…”
Hannah Arendt

Postato da: giacabi a 21:52 | link | commenti
libertà, verità, arendt

domenica, 27 settembre 2009

L’uomo è veramente libero in Dio
 ***
Certo, l'uomo è libero, ma senza il vero Dio è indifeso contro il male. È come
una nave senza timone abbandonata alla tempesta, come un lattante senza
madre, come una nube che si dissolve.
La Rosa bianca 4* volantino (estate 1942)


Postato da: giacabi a 21:56 | link | commenti
libertà

venerdì, 27 marzo 2009

SCELGO LA LIBERTÀ
Aleksander Galič
 ***

Il mio cuore è un rattoppo,
annebiate son le tempie,
ma io scelgo la libertà:
date fiato a tutte le trombe!
La pazienza viene meno
e tremila rodomonti
affilano le penne
(son coltelli!)
aizzando i loro cani.
Brest e Ungen son sbarrati,
d’ogni parte ben guardati;
mi si aspetta in Occidente,
ma invano mi si aspetta.
Io scelgo la libertà:
non via dalla lotta, ma dentro,
io scelgo la libertà
solamente d’esser me stesso.
Ecco qui la mia libertà,
questo basta, non è chiaro?
Sarà poi affar mio
di cavarmela con lei.
E più dolce delle vostre balle
m’ è l’orgoglio della mia miseria,
la libertà della sbobba,
la libertà a pane e acqua.
Io scelgo la libertà,
le do del “tu” e ci bevo sopra.
Io scelgo la libertà
di Noril’sk e Vorkutà,
dove ancora ronza il knut
come un falcetto sulle erbacce,
dove un giorno mi tapperan la bocca
con uno straccio o una pallottola.
La strada canta meravigliosa,
ogni tappa è come un tempio,
la pallottola è leggera,
pesa solo nove grammi…
Io scelgo la libertà
seppur ruvida e butterata,
e voi – forza! – goccia a goccia
calpestate i vostri schiavi!
Goccia a goccia calpestate
con l’astuzia e le lusinghe,
goccia a goccia forse a Capri
ma a noi un’intera secchiata.
A noi va bene il truogolo
e ci alzeremo senza fare a
rimpiattino,
perché tutti ci ammirino!
Io scelgo la libertà
e, seppiatelo, non sono il solo…
Mi sussurra la libertà:
“Fa’ fagotto, cittadino,
avanti marsch in gattabuia!”

Postato da: giacabi a 20:37 | link | commenti
majakovskij, libertà

sabato, 13 dicembre 2008

  La libertà
***
«L’idea della libertà è difettosamente concepita se non diamo valore alle mete vitali della nostra esistenza terrena. Credo che gratificarci in modo illimitato con beni materiali non possa rappresentare l’obiettivo della nostra vita; dobbiamo lasciare questo mondo purificati, migliori di quanto siamo a causa del retaggio dei nostri istinti. Dovremmo orientare il corso della vita lungo il cammino dell’arricchimento e del perfezionamento dello spirito. Solo il sommarsi di questi passi spirituali può essere definito progresso spirituale dell’umanità. Partendo da questi presupposti, la libertà esterna non è la meta finale dei popoli e delle società, ma solo un mezzo che favorisce l’autentico sviluppo. Non è altro che la possibilità di vivere un’esistenza umana e non animale, la cornice entro la quale l’uomo può svolgere meglio la propria missione terrena. Ma per arrivare a questo, la libertà non è l’unica condizione necessaria. Non meno che della libertà esterna, l’uomo ha bisogno di uno spazio in cui potersi concentrare intellettualmente e moralmente e dove il suo spirito possa svilupparsi. Purtroppo, l’attuale forma civilizzata di libertà ci concede un tale spazio solo a costo di un grande impegno. E’ deplorevole che, rispetto a epoche anteriori, negli ultimi decenni l’idea di libertà sia stata così tanto demolita e svuotata. Il concetto si è quasi esclusivamente ridotto a libertà dalle pressioni esterne e dalla costrizione statale.
La libertà è ormai intesa come concetto meramente giuridico. Libertà, dunque, è la “libertà” di sporcare con rifiuti commerciali le cassette della posta, gli occhi, le orecchie, i cervelli degli uomini e le trasmissioni televisive, al punto che è impossibile vederne una dall’inizio alla fine senza interruzioni. “Libertà” di sputare pubblicità e propaganda sugli occhi e sulle orecchie dei pedoni e degli automobilisti. “Libertà” degli editori di riviste e dei produttori di cinema di portare sulla strada sbagliata le nuove generazioni, con immagini provocanti ed equivoche. “Libertà” dei giovani fra i quattordici ed i diciotto anni, che stanno crescendo, di abbandonarsi all’ozio e ai piaceri fatui, invece di imboccare la via del vero impegno e della crescita morale. “Libertà” delle persone giovani e sane di dedicarsi a nessun lavoro e di vivere alle spalle della società. “Libertà” degli scioperanti di usurpare diritti e di privare il resto dei cittadini di una vita normale, del lavoro, dei mezzi di trasporto e persino dell’acqua e degli alimenti. “Libertà” di presentare in tribunale testimoni di comodo anche quando l’avvocato sa che il proprio assistito è colpevole.
 “Libertà” di interpretare in modo così estremistico le regole assicurative da trasformare in usura persino l’azione di un samaritano. “Libertà” di volgari scrittorelli d’occasione, irresponsabilmente portati a trattare in modo superficiale i problemi, formando così l’opinione pubblica in modo frettoloso. “Libertà” del fabbricante di pettegolezzi, che riesce ad impedire al giornalista, per calcolo egoistico, di avere pietà del suo prossimo e della sua patria. “Libertà” di divulgare i segreti militari e di sicurezza del proprio paese al fine di perseguire fini politici personali. “Libertà” dell’uomo d’affari nelle transazioni commerciali, insensibile al numero di esseri umani che potrebbero essere pregiudicati dalle stesse e al danno che potrebbe arrecare alla patria. “Libertà” del politico di parlare irriflessivamente di ciò che piace ai lettori di oggi, senza curarsi della loro sicurezza e del loro benessere futuri. “Libertà” dei criminali che sfuggono alla pena, il che significa che la pietà nei loro confronti si trasforma in una sentenza di morte nei riguardi della società. “Libertà” di restare indifferenti dinnanzi ad una libertà lontana, straniera, che sia stata calpestata. “Libertà” di non difendere neppure la propria libertà: “che siano gli altri a rischiare la pelle!”. Tutte queste libertà, spesso giuridicamente inattaccabili, sono tuttavia moralmente false. Gli esempi fatti permettono di osservare che la somma di tutti i diritti alla libertà è ancora molto lontana dalla libertà dell’uomo e della società. Quest’ultima potenzialmente si realizza solo in altre forme. Tutte quelle menzionate sono forme subordinate di libertà, nient’affatto elevate, precarie e intrise di decadenza. In fondo, la libertà è libertà interiore, quella che Dio ha dato all’uomo: libertà di decidere delle nostre azioni e omissioni, e di esserne moralmente responsabili. Ha capito veramente che cosa è la libertà, non colui che corre dietro ai suoi diritti legali e di essi si serve per ottenere vantaggi economici, ma chi ha una coscienza morale dalla quale si sente obbligato anche quando la legge sta dalla sua parte. La libertà non ce l’ha chi difende vittoriosamente un caso legale sicuro, ma chi è integro al punto da non curarsi dei suoi diritti e, rinunciando a questo, da non temere di mostrare i propri errori.
Tutto ciò si designava con una parola molto antica e oggi dimenticata: onore. Non mi sembra uno sproposito asserire che nel XX secolo, in alcuni paesi ben conosciuti del mondo occidentale, la parola libertà si sia distaccata dalle sue forme originali ed elevate. Oggigiorno non esiste in nessuna nazione del mondo questa forma elevata di libertà, propria degli uomini spirituali, i quali non svicolano fra le sinuosità serpentine delle leggi, ma si auto-limitano liberamente e con la piena coscienza della loro responsabilità… Nella situazione attuale è assai facile dare libero corso alla retorica contro i foschi abissi del totalitarismo e cantare le lodi delle splendenti fortezze della libertà occidentale. Invece, è molto più difficile, ma anche più produttivo, sottoporre noi stessi ad un acuto esame. Nel mondo, il numero dei sistemi socialmente liberi diventa sempre più esiguo e, soltanto negli ultimi tempi, grandi continenti che hanno raggiunto la libertà, si vedono trascinati ai margini della tirannia. La colpa di tutto ciò non è solo dei totalitarismi, che impediscono alla libertà di svilupparsi, ma anche, con tutta evidenza, degli stessi sistemi libertari, che hanno perduto, nell’intimo, parte del loro vigore e della loro stabilità. I vostri e i miei giudizi riguardo a fatti e avvenimenti si basano su esperienze di vita diverse. Questo è il motivo per cui possono divergere profondamente tra loro. Ma proprio la differenza dei punti di vista potrebbe aiutarci a conoscere il tema nelle sue più ampie dimensioni. Vorrei vantarmi di essere riuscito ad attrarre la vostra attenzione su certi aspetti della libertà che pur non appartenendo alle conversazioni di moda, non per questo cessano di avere importanza ed influenza».
Aleksandr Solženicyn
 discorso  1 giugno 1976, presso la Stanford University California
Giorgio Gaber - La libertà

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libertà, solzenicyn

giovedì, 11 dicembre 2008

L’inferno
***
  • L’idea dell’inferno non è legittimata né dal giudizio, né dal castigo di Dio, ma dalla libertà umana. Dio non può salvare l’uomo contro sua voglia e non può forzarlo a entrare in Paradiso. L’uomo è libero di scegliere i tormenti fuori di Dio, piuttosto che la beatitudine in Dio. L’uomo ha, in qualche modo, diritto all’inferno: perché è libero.
  •  N. A. Berdjaev


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libertà, berdiaev

lunedì, 10 novembre 2008

La libertà
 ***
« Non è libero né chi fa ciò che vuole ma non facendo ciò che deve, né chi fa ciò che deve ma non facendo ciò che vuole. Libertà è fare ciò che vogliamo facendo ciò che dobbiamo, o fare ciò che dobbiamo facendo ciò che vogliamo».
Carlo Caffarra

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libertà, caffarra

domenica, 09 novembre 2008

La libertà
 nasce dal cristianesimo
 ***
 «La libertà è l’essenza propria dello spirito, e cioè la sua stessa realtà. Intere parti del mondo, l’Africa e l’Oriente, non hanno mai avuto questa idea, e non l’hanno ancora; i Greci e i Romani, Platone e Aristotele, e anche gli Stoici non l’hanno avuta: essi sapevano, per contrario, soltanto che l’uomo è realmente libero mercé la nascita (come cittadino ateniese, spartano, romano ecc.), o mercé la forza del carattere o la cultura, mercé la filosofia (in questo caso anche lo schiavo, pur in catene, si sentiva libero). Quest’idea è venuta nel mondo per opera del cristianesimo, ed essendo oggetto e scopo dell’amore di Dio, l’uomo è destinato ad avere relazione assoluta con Dio come spirito, e a far sì che questo spirito dimori in lui: cioè è in sé destinato alla somma libertà». 
 Hegel, nella Enciclopedia delle scienze filosofiche

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libertà

venerdì, 17 ottobre 2008

L’inferno
                   ***
 Per rispondere dovevo ricondurre anche quel particolare che mi si opponeva all'ultimo destino dell'uomo, all'ultima idea dell'uomo. L'ultima idea dell'uomo è che l'uomo è una libertà, cioè qualcosa fatto per la felicità: e, paradossalmente, l'inferno nasce di qui. Senza inferno non ci sarebbe libertà, senza possibilità dell'inferno non ci sarebbe libertà. Perché? Perché la libertà implica la possibilità di dire di no, e dire di no è l'inferno: l'inferno è un grande no. Perciò l'inferno, paradossalmente, diventa la parola che indica di più la dignità dell'uomo. Non perché sia bello l'inferno, ma perché  - come ho già detto -afferma l'uomo come libertà, che vuol dire, nella sua traduzione positiva, che non può esser mia una felicità a cui non abbia detto di sì io. Se non dico sì, la felicità che raggiungessi non sarebbe mia. Per essere mia devo sceglierla, devo volerla, deve essere oggetto della mia libertà.
Luigi Giussani "Si può vivere così?"    


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libertà, felicità, giussani

giovedì, 17 luglio 2008


  LA VIA DEL  NULLA (NADA)

Fermati sul monte

il disegno di San Giovanni                          ***

Una montagna stilizzata come immagine del viaggio di trasformazione: è la
montagna che Giovanni della Croce disegna per lasciare una mappa indicativa
al nostro cammino. Sulla montagna egli disegna tre vie: le due vie esterne,
una dei beni del mondo e una dei beni spirituali, non raggiungono la cima,
si arrestano e si perdono prima. Soltanto la via centrale del nada raggiunge
la vetta. In alto una scritta: “Per possedere tutto, non possedere niente”.
La nostra umanità ci dice che siamo stati creati per possedere tutto,
conoscere tutto, essere tutto.
Eppure noi non arriveremo ad avere tutto, se pensiamo che una parte della creazione di Dio sia in grado di soddisfare questa nostra fame di TUTTO. L'invito allora a uscire dalla logica del possesso e ad entrare nella logica del dono altro non è che il segreto incoraggiamento a non cercare mai qualcosa per noi... Nel dono ci siamo per intero! Quanti nelle strade della vita cercano e "comprano" la gioia a qualunque prezzo finché il cuore,spinto da insaziabile desiderio, resta intrappolato e ferito. Non le consolazioni della terra, né le consolazioni dello spirito conducono alla vetta del monte che è Cristo! perché nell'uno e nell'altro sentiero si cerca comunque la soddisfazione di sé. L'unico sentiero che conduce a lui è quello del nada... Niente! Nessun vincolo che tenga prigioniero, neanche l'affetto più sacro perché se un affetto stringe e non lascia andare, come può chiamarsi amore? Nada... Libero da tutto e da tutti, sarò teneramente unito a tutto e a tutti nella misura in cui Cristo sarà il mio unico Bene e in Lui tutto sarà finalmente mio!
 grazie a:Blogger: StellaNuovaStellaNuova  

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libertà

mercoledì, 04 giugno 2008

La libertà
***
 «Come un padre che insegna a suo figlio a nuotare nella corrente del fiume e che è diviso fra due sentimenti./ Perché da un lato se lo sostiene sempre e lo sostiene troppo il bambino si attaccherà e non imparerà mai a nuotare./ Ma anche se non lo sostiene al momento giusto questo bambino berrà un sorso cattivo/Così sono io quando insegno loro a nuotare nelle loro prove. /Anch’io sono diviso fra questi due sentimenti./Perché se li sostengo sempre e li sostengo troppo /Non sapranno mai nuotare da soli./Ma se io non li sostenessi proprio al momento giusto/Questi poveri bambini berrebbero forse un sorso cattivo/ Tale è la difficoltà, talmente grande./ E tale è la duplicità stessa, la doppia faccia del problema./Da un lato bisogna che facciano la loro salvezza da soli./ è la regola./Ed è formale. Altrimenti non sarebbe interessante. Non sarebbero uomini./ Ora io voglio che siano virili, che siano uomini e che guadagnino da soli/ i loro speroni di cavaliere./ Dall’altro non bisogna che bevano un sorso cattivo/ Avendo fatto un’immersione nell’ingratitudine del peccato  Tale è il mistero della libertà dell’uomo, dice Dio, e del mio governo su di lui e sulla sua libertà./ Se lo sostengo troppo, non è più libero. E se non lo sostengo abbastanza, va giù./ Se lo sostengo troppo, espongo la sua libertà, se non lo sostengo abbastanza, espongo la sua salvezza./Due beni in  un  certo senso quasi ugualmente preziosi./ Perché questa salvezza ha un prezzo infinito./ Ma che cosa sarebbe una salvezza che non fosse libera./Come potrebbe qualificarsi/ Noi vogliamo che questa salvezza sia acquisita da lui stesso. / da lui stesso uomo./ Sia procurata da lui stesso./
Venga in un certo senso da lui stesso. Tale è il segreto,/ Tale è il mistero della libertà dell’uomo./ tale è il prezzo che diamo alla liberta dell’uomo./ Perché io stesso sono libero, dice Dio, e ho creato l’uomo a mia immagine e somiglianza./Tale è il mistero, tale è il segreto , tale è il prezzo/ Di ogni libertà /La libertà di questa creatura è il più bel riflesso che c’è nel mondo della libertà del Creatore»
 Ch. Péguy, Lui è qui                     a M.

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libertà, peguy



La Libertà
 ***
"Una concezione della libertà, che voglia considerare come liberazione soltanto la dissoluzione sempre più ampia delle norme e l'ampliamento continuo delle libertà individuali fino alla totale liberazione da ogni ordinamento, è falsa. La libertà, se non intende portare alla menzogna e all'autodistruzione, deve orientarsi alla verità, ossia a ciò che veramente noi siamo e corrispondere a questo nostro essere. Poiché l'uomo è un'essenza nell'"essere da", nell'"essere con" e nell'"essere per", la libertà umana può consistere solo nell'ordinata concordia delle libertà. Il diritto non è pertanto il contrario delle libertà, ma la sua condizione, ne è anzi costitutivo. La liberazione non consiste nella progressiva abolizione del diritto e delle norme, ma nella purificazione di noi stessi e nella purificazione delle norme, così che esse rendano possibile la convivenza umana delle libertà.
 Card. Joseph Ratzinger clicca Qui
 Tratto da Studi Cattolici, 430, dicembre 1996


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libertà, benedettoxvi

giovedì, 22 maggio 2008

 ***
"E allora pensi che la mente non soffra quando la passione la domina e, dopo averle tolto il bene della virtù, la conduce, povera e indigente di qua e di là?
Infatti talvolta scambia il falso per il vero e talvolta cerca anche di difenderlo....
Talvolta ancora dubita di tutto e spesso arretra di fronte all'evidenza dei ragionamenti; altre volte perde ogni fiducia nella ricerca della verità e si trova avvolta dalle tenebre dell'ignoranza; e ancora va verso la luce dell'intelligenza e poi, affaticata, se ne allontana.
        Nello stesso tempo si scatena la tirannia della passione e coinvolge tutta la vita dell'animo umano trascinandolo in opposte direzioni con varie e contrarie tempeste; in una direzione con il timore, nell'altra con il desiderio, da una parte con l'angoscia, dall'altra con una gioia vana e falsa, da una parte ancora con lo strazio di aver perduto una cosa amata, dall'altra con il desiderio di possedere quello che non ha, da una parte con la rabbia di aver subito un torto, dall'altra con la voglia di vendicarsi. 
        E così la mente è preda dell'avidità che la rende meschina, si perde nei piaceri, è schiava dell'ambizione, si gonfia di superbia, si torce nell'invidia, è stordita dall'indolenza, diventa sorda per l'ostinazione, è piegata dalla sconfitta, insomma è in balia di ogni sorta di quelle avversità che popolano e tormentano il regno della passione. Si può pensare allora che la sofferenza che necessariamente affligge quelli che non posseggono la sapienza sia piccola?"
S. Agostino
§   

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libertà, agostino

mercoledì, 14 maggio 2008

Amore e libertà
*** 
L’amore consiste nell’impegno della libertà: è un dono di sé, e “donarsi” significa precisamente “limitare la propria libertà a vantaggio di altri”. La limitazione della libertà potrebbe essere in se stessa qualcosa di negativo e sgradevole, ma l’amore fa sì che essa sia al contrario positiva, gioiosa e creatrice.  

K.Wojtyla


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libertà, giovanni paoloii

lunedì, 31 marzo 2008

da: fontana vivace   il mio blog preferito
In questi giorni ci viene continuamente sbattuta in faccia la parola “Libertà”. Ogni volta è usata solamente per rivendicare una “autonomia” da tutto e per portare acqua al proprio “mulino”. Per te cos’è questa sconosciuta libertà.                            clicca sopra l'immagine 


Postato da: giacabi a 20:42 | link | commenti
libertà

lunedì, 21 gennaio 2008


Libertà
***

Oh freedom, oh freedom,
oh freedom over me!
And before I'll be a slave
I'll be buried in my grave
and go home to my Lord and be free.
No more mourning over me!
No more shouting over me!
No more crying over me!

O libertà, sopra di me!
E piuttosto che diventare schiavo
sarò seppellito nella mia tomba
e andrò a casa del mio Signore e sarò libero.
Non più lamenti sopra di me!
 Non più grida sopra di me!
Non più pianti sopra di me!




Postato da: giacabi a 21:22 | link | commenti
libertà

domenica, 16 dicembre 2007

 L’uomo è libero solo se è persona
***

«la religiosità cristiana sorge come unica condizione dell’umano. La scelta dell’uomo è: o concepirsi libero da tutto l’universo e dipendente solo da Dio, oppure libero da Dio, e allora diventa schiavo di ogni circostanza»
don Giussani, All’origine della pretesa cristiana, Rizzoli, Milano 2001, p. 108).


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libertà, persona, giussani


 L’uomo è libero solo se è persona
***

«La vita è la libertà e perciò morire è l’annientamento progressivo della libertà; per prima cosa si allenta la coscienza e poi si offusca; i processi di vita in un organismo la cui coscienza sia svanita sussistono per qualche tempo, la circolazione del sangue, la respirazione e il metabolismo continuano ad effettuarsi. Ma è un’inevitabile la ritirata verso la: la coscienza si è spenta, il fuoco della libertà s’è spento… La libertà consiste nell’irripetibilità. Il riflesso dell’universo nella coscienza di un uomo è il fondamento della sua potenza, ma la vita si trasforma in libertà, solo se l’uomo esiste come persona» Grossman,Vita e destino, Jaca Book


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libertà, persona

martedì, 27 novembre 2007

La libertà
***
«Il problema del male non è altro, in gran parte, che il problema della libertà»
Berdjaev

 


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libertà, berdiaev


La libertà
***
«Se Dio dovesse scusarsi non e del male che ha permesso, ma della libertà che ci ha lasciato»
G. Bernanos

 

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libertà, bernanos

domenica, 04 novembre 2007

L’educazione alla libertà
 ***
«come nota Padre Pinckaers, le virtù sono elementi fondamentali della libertà rettamente intesa, e condurre una vita vissuta in libertà significa crescere nella virtù, cioè crescere nella capacità di scegliere saggiamente e rettamente le cose che portano davvero alla nostra felicità personale e al bene comune. È come suonare uno strumento musicale, afferma Pinckaers: tutti sanno picchiare i tasti di un pianoforte, ma questo significa fare rumore, non musica, ed è un' espressione di libertà barbara, non umana. Inizialmente, suonare il pianoforte richiede un lavoro faticoso, poiché si eseguono esercizi che sembrano una costrizione, una limitazione. Tuttavia, a mano a mano che la padronanza aumenta, si scopre un tipo di libertà nuovo e più ricco: possiamo suonare la musica che ci piace, e possiamo creare da noi nuova musica. La libertà, in altre parole, è l'acquisizione graduale della capacità di scegliere il bene e di fare ciò che scegliamo con perfezione, con qualità.
 Questo spiega perché legge e libertà non sono dei contrari. La legge può educarci nella libertà: essa non è qualcosa di imposto a noi dall'esterno, ma è piuttosto un'opera di saggezza, e la buona legge ci permette di raggiungere i beni cui noi istintivamente aspiriamo in virtù di ciò che siamo e di ciò che intendiamo essere in quanto esseri umani.»
G.Weigel  La Cattedrale e il Cubo, Rubbettino

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libertà, weigel

mercoledì, 17 ottobre 2007


Il dono della libertà
***

« Senonchè, recato il lavoro a compimento, l'artefice desiderava che ci fosse qualcuno capace di afferrare la ragione di un'opera così grande, di amarne la bellezza, di ammirarne la vastità. Perciò compiuto ormai il tutto, come attestano Mosè e Timeo, pensò da ultimo a produrre l'uomo. [...]
Stabilì finalmente l'ottimo artefice che a colui cui nulla poteva dare di proprio fosse comune tutto ciò che aveva singolarmente assegnato agli altri. Perciò accolse l'uomo come opera di natura indefinita e postolo nel cuore del mondo così gli parlò: "non ti ho dato, o Adamo, nè un posto determinato, nè un aspetto proprio, nè alcuna prerogativa tua, perchè quel posto, quell'aspetto, quelle prerogative che tu desidererai, tutto secondo il tuo voto e il tuo consiglio ottenga e conservi. La natura limitata degli altri è contenuta entro le leggi da me prescritte. Tu te la determinerai da nessuna barriera costretto, secondo il tuo arbitrio, alla cui potestà ti consegnai.
Ti posi nel mezzo del mondo perchè di là meglio tu scorgessi tutto ciò che è nel mondo. Non ti ho fatto nè celeste nè terreno, nè mortale nè immortale, perchè di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine".
Suprema liberalità di Dio padre! O suprema mirabile felicità dell'uomo! A cui è concesso di ottenere ciò che desidera, di essere ciò che vuole.»
Pico della Mirandola, "De hominis dignitate"


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libertà

venerdì, 14 settembre 2007

La minaccia per la libertà
***

«La maggiore minaccia per la libertà non sta nel lasciarsela togliere - perché chi se l’è lasciata togliere può sempre riconquistarla -, ma nel disimparare ad amarla»
 G. Bernanos


 

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libertà, bernanos

lunedì, 09 luglio 2007

L’ESSENZA DELL’UOMO:
RAPPORTO CON L’INFINITO
***
«Il seme è libero, ma soltanto di trasformarsi in albero [il seme di pioppo è libero di trasformarsi in pioppo. Ognuno di noi è libero ma solo di diventare ciò che nella sua originale essenza era già. La nostra originale essenza è la sete di felicità; l'uomo è libero di diventare ciò che nella sua originale essenza era già: sete di felicità]. Gli ostacoli alla naturale crescita si chiamano schiavitù»…. «L'originale essenza dell'uomo è rapporto con l'Infinito».
Papini




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libertà, papini, senso religioso

martedì, 24 aprile 2007

 da: anna vercors
Petizione Popolare

UN PARLAMENTO DI CITTADINI


Vi chiedo di firmare e far firmare cliccando nel logo:
 

liberi di partecipare, liberi di preferire


Non c’è nessun male che i partiti occupino il potere e se ne occupino.
Il problema è per chi e per che cosa lo ricercano e lo esercitano: se cioè la società è una realtà da manipolare per uno strapotere o non piuttosto qualcosa da servire per un bene comune.
Per questo la crisi di rappresentanza dei partiti ci preoccupa.
Non solo per le difficoltà di comprensione del loro linguaggio e delle loro proposte, ma anche e soprattutto per il loro progressivo allontanamento dai cittadini, dalla società e dall’economia.

L’attuale dibattito sulla riforma della legge elettorale, poi, rischia di segnare una ulteriore distanza: si parla dei candidati, che le segreterie dei partiti vorrebbero “imporre” attraverso liste bloccate, ma non del fatto che i cittadini possano, da una parte, candidarsi e, dall’altra, scegliere direttamente le persone che li rappresenteranno in Parlamento attraverso l’espressione di una preferenza.
Nemmeno i promotori del referendum lo stanno chiedendo.

Noi non viviamo di politica, ma la politica ci interessa; e le elezioni sono il momento supremo della partecipazione democratica di un Paese.
Per questo, pur non esprimendo indicazioni sul sistema che si disegnerà, ci interessa:
- in un assetto di sistema proporzionale, potere scegliere e votare liberamente i candidati, all’interno dei partiti e degli schieramenti;
- in un sistema uninominale, dare la possibilità a chiunque lo voglia di candidarsi raccogliendo firme a livello di singolo collegio.

Vogliamo assumerci la responsabilità della “res publica”, anche nel momento del voto. Vogliamo una classe politica che sia espressione del popolo, prima che delle segreterie di partito. Vogliamo vivere in una democrazia reale, in cui il popolo sceglie i suoi rappresentanti.

NOI CHIEDIAMO
CHE NEL NUOVO SISTEMA ELETTORALE:

SE PROPORZIONALE,
VENGA REINTRODOTTA LA PREFERENZA

SE UNINOMINALE,
VENGA DATA LA POSSIBILITA’ DI CANDIDARSI
IN UN SINGOLO COLLEGIO RACCOGLIENDO 500 FIRME.

PER IL BENE DEL PAESE, PER IL BENE DELLA POLITICA STESSA!
Qui l'elenco di chi ha già aderito

Postato da: giacabi a 21:01 | link | commenti (1)
libertà

mercoledì, 18 aprile 2007

RICONOSCERE  DIO
 E’ UN PROBLEMA DI LIBERTA
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La libertà dunque ha a che fare non solo nell'andare a Dio come coerenza di vita, ma già nella scoperta di Dio. Vi sono tanti scienziati che, approfondendo la loro esperienza di scienziati, hanno scoperto Dio; e tanti scienziati che hanno creduto di eludere o di eliminare Dio attraverso la loro esperienza di scienza. Vi sono tanti letterati che attraverso una percezione profonda dell'esistenza dell'uomo hanno scoperto Dio; e tanti letterati che attraverso l'attenzione all'esperienza umana hanno eluso o eliminato Dio. Vi sono tanti filosofi che sono arrivati a Dio attraverso la loro riflessione; e tanti filosofi che attraverso la riflessione hanno escluso Dio. Allora vuol dire che riconoscere Dio non è un problema né di scienza, né di sensibilità estetica e neanche di filosofia come tale. È un problema anche di libertà. Lo riconosceva uno dei più noti neo-marxisti Althusser, quando diceva che tra esistenza di Dio e marxismo il problema non è di ragione, ma di opzione. Certo, c'è una opzione che è secondo la natura, ed essa evidenzia la ragione, ed un'opzione che è contro la natura, ed essa oscura la ragione. Però, alla fin fine, l'opzione è decisiva.
....
LUIGI GIUSSANI :SENSO RELIGIOSO

Postato da: giacabi a 14:00 | link | commenti
dio, libertà, giussani

lunedì, 22 gennaio 2007

Senza la tradizione cristiana
si ricade nella barbarie
Alcuni brani tratti dal libro: I caratteri dell'età contemporanea di R. Vivarelli

«Dalla congiunzione  di libero arbitrio e libertà di coscienza nasce la libertà dei moderni... Se noi perdiamo di vista il fatto che la moderna idea di libertà nasce sul terreno religioso, che le moderne istituzioni liberali hanno avuto come fine originario quello di .garantire la libertà di coscienza, di quella idea di quelle istituzioni non si capisce più  niente. Soprattutto non si capisce che la libertà dei moderni afferma per ogni persona un diritto e un dovere: ciascuno è libero in quanto responsabile egli stesso e della sua sorte finale, e di quella parte della cosa pubblica che da lui dipende. In altre parole, la libertà ha in primo luogo un fine morale»
«il  sistema morale di Adam Smith ha il suo cardine nella presunzione che la generalità degli esseri umani avverta uno spontaneo sentimento di giustizia e condivida nei confronti del prossimo sentimenti di benevola simpatia…questa condizione , da lui data per scontata, in realtà è un acquisto storico, il punto di arrivo di un processo avvenuto in una parte del mondo occidentale, le cui radici... , sono state rinnovate e fatte fruttificare da una particolare lettura dell' esperienza cristiana. Si deve all'evoluzione di questa esperienza, in un certo momento del suo percorso, l'affermazione della coscienza individuale e, insieme, il riconoscimento della eguale dignità di ogni persona umana»….
 Di fatto il liberalismo di cui ora si scorgeva il declino non aveva radici religiose proprie, ma si fondava nella tradizione cristiana, e il disagio che in quel torno di tempo soffrì non corrispose ad una crisi della ragione, bensì proprio alla crisi della fede»…
Nella storia della cultura europea la secolarizzazione ha significato la fine dell’umanesimo  e la fine della poesia ….
 Venuti meno i presupposti di quella cultura che aveva saputo dare risposta agli interrogativi più inquietanti della condizione umana e offerto regole certe di comportamento, si veniva formando al suo posto una cultura nuova, la quale rinunciava intenzionalmente ad assumersi quello che in precedenza era stato il compito primario di ogni cultura: dare una ragione alla disperazione del vivere.
Ma senza prendere posizione sui problemi ultimi dell'esistenza non si danno regole certe di comportamento, per cui si apre la strada al relativismo. In effetti, mentre si dissolveva il quadro di valori dal quale derivava il carattere precettivo de!le norme  morali, questa nuova cultura non era in grado di proporne  uno alternativo. sicché, da allora in avanti, si poté ritenere che tutto  quanto è possibile fosse lecito.
Progressivamente si è venuto così disegnando per le vicende umane uno scenario nel quale la virtù è diventata superflua e, nonostante ogni affermazione contraria, si è imposta di fatto, sovrana, la forza materiale. Senza più l'autorità di un'idea morale, ormai priva di fondamento, non sorprende che si sia potuta aprire la strada a nuove forme di barbarie».

VIVARELLI R.
I caratteri dell'età contemporanea

Collana "Le vie della civiltà"

pp. 304, € 18,00
978-88-15-10490-8
anno di pubblicazione 2005

in libreria dal 12/05/2005

Copertina 10490



Chiedersi che cosa sia l'età contemporanea è qualcosa di più che affrontare un problema storiografico: equivale ad interrogarsi sul significato profondo di trasformazioni radicali, che ci riguardano in prima persona, e di dinamiche le quali, pur avendo origine assai indietro nel tempo, condizionano ancora il presente. Sulla base di questa consapevolezza, nella sua personale, vigorosa e anche polemica esposizione Roberto Vivarelli ribadisce con forza che il mondo contemporaneo nasce in Europa e ha le sue radici nella civiltà cristiana; e che l'egemonia dell'Europa è stata resa possibile sia dalle sue acquisizioni di conoscenze pratiche sia, soprattutto, dalla qualità dei suoi valori, nel parallelo procedere di progresso materiale e progresso morale. Nel tracciare la parabola dell'età contemporanea, nella sua linea ascendente così come in quella discendente (con il drammatico riemergere nel Novecento di autentica barbarie), Vivarelli presta una particolare attenzione al versante spirituale, rispetto al quale il motore del progresso è colto in una chiara idea dell'uomo e della sua libertà, intesa come condizione di vita morale. Il graduale disgregarsi di questo quadro di valori è quanto, a suo avviso, della barbarie ha consentito il ritorno. Nell'ambigua situazione del presente, Vivarelli ritiene problematico trovare una via d'uscita, che richiederebbe il recupero della smarrita tradizione.
Roberto Vivarelli , già professore di Storia contemporanea nella Scuola Normale Superiore di Pisa, con il Mulino ha pubblicato "Il fallimento del liberalismo. Studi sulle origini del fascismo" (1981), "Storia delle origini del fascismo" (2 voll ., 1991) e la memoria "Fine di una stagione" (2000).


libertà, cristianesimo, vivarelli

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