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venerdì 17 febbraio 2012

m obrien


Grande il mistero dell'animo umano!
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 “Grande il mistero dell'animo umano! Tra follia e gloria. Scegliamo l'una o l'altra. Dinanzi ad ognuno la vita e la morte, la speranza e la disperazione, amare e divorare; noi scegliamo la forma per far agire il cielo oppure l'inferno".
M. O'Brien  Il libraio, edizioni S.Paolo 2008, pag. 261."
 grazie a:Piero


Postato da: giacabi a 17:00 | link | commenti
m obrien

venerdì, 01 agosto 2008

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                         Magritte, Questa non è una pipa

Affascinato, Pawel gli fece un cenno: "Continua".
"Una cosa non è detta in verità se non quando colui che la pronuncia è pronto a dare il proprio sangue in garanzia delle parole che gli escono dalla bocca o dalla penna. Non importa che il sangue venga versato in senso letterale, ma la volontà di versarlo è essenziale per l'autenticità. Nelle incertezze della vita, ci sarà richiesto o meno di dare il sangue; non spetta a noi decidere, ma sta a noi essere disposti a farlo".
"Dunque credi che le parole di un uomo dovrebbero essere sostenute dalla sua stessa vita".
"Sì, se si tratta di avere autorità.
Ecco perchè dobbiamo avere cura delle nostre parole: una parola cambia l'esistenza. Dobbiamo proteggere la purità del linguaggio, perchè è questa a condurre il sacro dall'uno all'altro".
Pawel si accigliò e posò il suo libro sul tavolo: "Un vecchio pittore mi disse una volta una cosa del genere. Diceva che, se i simboli sono corrotti, i concetti sono corrotti, e così perdiamo la capacità di comprendere le cose per quello che sono; e allora diventiamo più vulnerabili alla deformazione delle nostre percezioni".
"E perciò delle nostre azioni"
aggiunse enfaticamente David.
M. O'Brien, da Il Libraio
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Postato da: giacabi a 14:32 | link | commenti (2)
m obrien

mercoledì, 30 luglio 2008

Parole e silenzio (parte 2)

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Pawel scosse il capo; le osservazioni del ragazzo si facevano oscure.
"Diaciamo, Pan Tarnowski, che tu e io viviamo sui due lati d'una strada e che questa strada divida due mondi diversi che risultino incomprensibili l'uno all'altro. Diciamo che io ti porgo la chiave della mia porta e tu mi porgi la chiave della tua; apriamo le nostre porte ed occoci qua; stiamo gettando uno sguardo all'interno l'uno della casa dell'altro. Non è una benedizione?"
"Non c'è niente dentro di me che troveresti d' interessante".
"Questo non lo credo affatto".
"
Perchè vorresti guardare?".
"Perchè l'uomo non è fatto per essere solo".
"Non siamo soli".
David abbassò lo sguardo. A bassa voce disse:" Uno può essere solo, anche in una casa piena di persone che parlano senza sosta".

"Rafforzi la mia tesi: non è necessario parlare".
"Ah, ma parlare è necessario. Non intendo il rumore della bocca, ma il parlare che scaturisce dal silenzio".
"Ora mi hai completamente perso. Cos'è che stai davvero cercando di dire?".
"Il vero parlare è vedere come se si fosse una cosa sola: l'unione del silenzio e l'unione delle parole vere che da questo scaturiscono. Tale unione espande lo sguardo".
M. O'Brien, da Il libraio
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Postato da: giacabi a 21:46 | link | commenti
m obrien


Il libraio
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Muro che separava il ghetto di Varsavia dal resto della città.

"Che cos'è, dunque, il silenzio?".
"é una cosa che c'è".
"Che c'è? ti riferisci alla filosofia?".
"Sì, e di più. Il linguaggio parlato e il silenzio sono chiavi".
"Chiavi per che cosa?".
"Verso la comunione".
"Per favore, non dirmi che sei un buddista, David Schafer" fece Pawel, nella speranza che tale brusca battuta avrebbe posto fine all'interruzione della sua lettura.
"No, che non lo sono" rispose il ragazzo con tono offeso. "Sono un uomo. Questo è comune a tutti gli uomini".
"In che modo?".
"Quando un uomo ti porge una chiave, questa possiede un certo significato. Una parola è una chiave, una parola è un'azione. Sottraile l'azione, e non viene espresso il significato. Per di più, ogni uomo è una parola. Così come tu sei una parola per me".
"In che modo sono una parola per te?".
"Questo non lo capisco del tutto. Ma, nella sua accezione più comune, tu pronunci una parola di protezione: mi nascondi, mi nutri. Questa è la tua parte del dialogo".
"Non è davvero un dialogo. Lo faccio perchè è la cosa giusta da fare".
"Ma la cosa giusta da fare è pronunciare una parola, e spostare, di poco, la bilancia del mondo".
"Forse attribuisci troppo significato a quelle che sono azioni normali".
"La nostra vita qui è cosa normale?".
Pawel vi riflettè su prima di rispondere. "Suppongo di no, ma è il mondo intero ad essere in tumulto. Di questi tempi niente è normale".
"Credo che non ci sia niente di normale in qualsiasi tempo".
M. O'Brien, da Il libraio
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Postato da: giacabi a 14:28 | link | commenti
m obrien

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