Amare il prossimo
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· L'importante non è quanto facciamo, bensì l'amore che poniamo in quello che facciamo. Gesù non ha detto: "Amate il mondo intero", ma ha detto: "Amatevi l'un l'altro". Non si può che amare uno per volta. Se uno guarda la quantità, si perde. E mentre si ferma a parlare della fame, qualcuno al suo fianco sta morendo. La
fame non è di solo pane. C'è fame d'amore. Di essere amati. Di amare.
Una fame terribile quella dell'amore! La solitudine: un'altra fame
terribile!
Madre Teresa di Calcutta
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Postato da: giacabi a 18:29 |
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madre teresa
La bontà
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Non permettere mai
che qualcuno venga a te e vada via senza essere migliore e più contento. Sii l'espressione della bontà di Dio. Bontà sul tuo volto e nei tuoi occhi, bontà nel tuo sorriso e nel tuo saluto. Ai bambini, ai poveri e a tutti coloro che soffrono nella carne e nello spirito offri sempre un sorriso gioioso. Da' loro non solo le tue cure ma anche il tuo cuore.
Madre Teresa di Calcutta
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Postato da: giacabi a 16:48 |
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madre teresa
La carità
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“ Non avevo mai incontrato un santo. L’incontro con Madre Teresa mi ha profondamente commosso. Io le baciai le mani più volte…; nei suoi occhi splendeva la luce del messaggio cristiano, del vero messaggio cristiano, che è l’Amore… Sentii tutta la vanità del mondo in cui ero vissuto, delle sue passioni, delle sue lotte, delle sue ambizioni. E
avevo il sentimento acuto e doloroso di essere vissuto invano. Perché
vi è un solo ideale per cui valga la pena di vivere: ed è la Carità”.
Augusto Guerriero (conosciuto come “Ricciardetto”) nel 1976 su “Epoca”:
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Postato da: giacabi a 15:15 |
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madre teresa, guerriero augusto
La caratteristica del cristiano
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«Fate che chiunque venga a voi se ne vada sentendosi meglio e più felice. Tutti
devono vedere la bontà del vostro viso, nei vostri occhi, nel vostro
sorriso. La gioia traspare dagli occhi, si manifesta quando parliamo e
camminiamo. Non puo' essere racchiusa dentro di noi. Trabocca. La gioia è
molto contagiosa»
(M. Teresa di Calcutta).
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Postato da: giacabi a 14:06 |
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felicità , madre teresa
L’aborto
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"Noi combattiamo l’aborto con l’adozione. Se una madre non vuole il suo bambino, lo dia a me, perché io lo amo". (BEATA MADRE TERESA DI CALCUTTA) |
Postato da: giacabi a 21:44 |
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aborto, madre teresa
Madre Teresa
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Gesù
è venuto a questo mondo con un unico scopo: portarci la buona novella,
annunciarci che Dio ci ama, che Dio è amore, che ama voi e me. In che
modo Gesù ha dimostrato di amarci? Sacrificando la Sua vita.
Dio
ci ama di un amore dolce. Ecco quello che Gesù è venuto ad insegnarci:
l'amore dolce di Dio. «Ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni» (Isaia 43,1).
Il
Vangelo è molto, molto semplice. Se mi amate osserverete i miei
comandamenti. In sintesi vuole arrivare a un solo concetto: amatevi l'un
l'altro.
«Tu
amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con
tutte le forze» (Deuteronomio 6,5). Questo è il comando del nostro
grande Dio e Lui non comanda certo l'impossibile. L'amore è un frutto sempre di stagione e alla portata di qualsiasi mano. Tutti lo possono cogliere e non vi sono limiti.
Tutti
possono raggiungere questo tipo di amore mediante il sacrificio, la
meditazione e lo spirito della preghiera, mediante un'intensa vita
interiore. Non crediate che per essere autentico amore l'amore debba
essere straordinario.
Dobbiamo
imparare ad amare senza stancarci. Come fa la lampada a brillare?
Grazie al continuo apporto di goccioline d'olio. Che cosa rappresentano
le goccioline d'olio nella nostra lampada? Le piccole cose della vita
quotidiana: la fedeltà, qualche parola gentile, un pensiero delicato
agli altri, il nostro modo di rimanere in silenzio, di guardare,
parlare, agire. Non cercate Gesù lontano da voi stessi ;perché non è là
fuori ,ma in voi. Tenete accesa la lampada e Lo riconoscerete.
Per
noi il messaggio di Gesù «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho
amati» non deve essere solo una luce bensì una fiamma che consuma
l'egoismo, il quale impedisce la crescita della santità. Gesù «ci ha
amati fino alla fine», fino al limite stesso dell'amore: la croce. Amare deve essere normale come vivere e respirare, giorno dopo giorno fino alla morte.
Ho
avuto e ho tuttora modo di osservare molte delle debolezze e delle
fragilità umane. Dobbiamo imparare a sfruttarle, dobbiamo lavorare per
Cristo con un cuore umile, con l'umiltà di Cristo. Lui viene e si serve
di noi per diffondere il Suo amore e la Sua compassione nel mondo
nonostante le nostre debolezze e fragilità.
Un
giorno ho raccolto dal marciapiede un uomo con il corpo coperto di
vermi. Volete sapere che cosa ha detto quando l'ho portato al nostro
centro? Non
ha imprecato, non ha incolpato nessuno, ha detto soltanto: «Ho vissuto
come un animale in mezzo alla strada, ma morirò come un angelo,
circondato da amore e attenzioni!». Ci sono volute tre ore per lavarlo.
Alla fine ha alzato lo sguardo verso la suora e ha pronunciato queste
parole: «Sorella, sto tornando a casa da Dio». Poi
è spirato. Non ho mai visto su un volto umano un sorriso raggiante come
quello che illuminava il viso di quell'uomo. E' tornato a casa da Dio.
Vedete che cosa può fare l'amore! Forse la giovane suora non se ne è
resa conto al momento, ma stava toccando il corpo di Cristo. Gesù voleva
affermare proprio questo quando ha detto: «Ogni volta che avete fatto
queste cose a uno solo dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a
me» (matteo 25,40). In tal senso voi e io rientriamo nel piano divino.
Cerchiamo
di comprendere la dolcezza dell'amore di Dio. Nelle Scritture Lui dice:
«Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse del suo bambino, io
invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle
mie mani» (Isaia 49,15-16).
Quando vi sentite soli, respinti, malati e dimenticati non scordate il
valore che avete per Lui. Lui vi ama. Dimostrate quell'amore gli uni
agli altri perché in questo consiste l'insegnamento che Gesù è venuto a
trasmetterci.
Ricordo
una donna, madre di dodici figli, l'ultimo dei quali, una bambina, era
afflitta da mutilazioni così terribili che non riesco a descriverle.
Quando mi sono offerta di accogliere la piccola nella nostra casa, dove
ci sono molti altri bambini nelle sue condizioni, la donna è scoppiata
in lacrime e ha detto: «Per
l'amor del cielo. Madre, non me ne parli nemmeno. Questa creatura è il
più grande dono che Dio ha fatto a me e alla mia famiglia. Le dedichiamo
tutto il nostro amore. Se ce la portasse via la nostra vita sarebbe
vuota». Il suo era un amore pieno di dolcezza e comprensione. Oggi
esiste ancora un amore simile? Ci rendiamo conto che i nostri figli,
mariti mogli, genitori, fratelli hanno bisogno di quella comprensione e
del calore della nostra mano?
Non
dimenticherò mai il giorno in cui, mentre mi trovavo in Venezuela, ho
fatto visita a una famiglia che ci aveva regalato un agnello. Sono
andata a ringraziarli e ho scoperto che avevano un bambino storpio.
Quando ho chiesto alla madre: «Come si chiama il piccolo?» la donna mi
ha dato una risposta stupefacente:
«Lo chiamiamo 'Maestro d'amore' perché ci insegna di continuo come
amare. Tutto quello che facciamo per lui rappresenta il nostro amore
attivo per Dio».
Agli
occhi di Dio abbiamo un immenso valore. Non mi stanco mai di ripetere
che Dio ci ama. Dio mi ama dolcemente ed è qualcosa di meraviglioso.
Ecco perché dobbiamo amarci di gioia, di coraggio e della convinzione
che nulla ci potrà separare dall'amore di Cristo.
Ho
l'impressione che ci concentriamo troppo spesso solo sull'aspetto
negativo dell'esistenza: su quanti vi è di cattivo. Se fossimo più
disposti a vedere le cose belle e buone che ci circondano potremmo
trasformare le nostre famiglie, i nostri vicini e le altre persone che
abitano nel nostro quartiere o nella nostra città. Potremmo portare pace
e amore a un mondo che ne ha un disperato bisogno.
Se
abbiamo davvero l'intenzione di conquistare il mondo non riusciremo mai
nell'impresa con bombe o altre armi distruttive. Conquistiamolo invece
con l'amore. Intrecciamo la nostra vita con i fili dell'amore e del
sacrificio e ce la faremo.
Non
è necessario compiere grandi gesta per mostrare il nostro grande amore
verso Dio e il prossimo. Quello che rende le nostre azioni belle agli
occhi di Dio e l'intensità dell'amore che vi infondiamo.
La guerra e la pace cominciano nelle nostre case. Se
desideriamo davvero la pace mondiale cominciamo ad amarci gli uni gli
altri all'interno delle nostre famiglie. A volte è difficile sorridere
agli altri. Spesso il marito fa fatica a sorridere alla moglie e la
moglie al marito.
Per
essere autentico l'amore deve essere soprattutto amore per gli altri.
Dobbiamo amare coloro che ci sono più vicini, i nostri familiari. Poi
l'amore si diffonderà tra tutti coloro che avranno bisogno di noi.
E'
facile amare chi è lontano, ma non sempre è facile amare chi è vicino.
E' più facile offrire un piatto di riso a un affamato che alleviare la
solitudine e l'angoscia di un amico che non si sente amato.
Voglio
che cerchiate i poveri nelle vostre stesse case. E' da lì che deve
cominciare il vostro amore. Voglio che siate la buona novella per coloro
che vi circondano. Voglio che vi preoccupiate del vostro vicino. Lo
conoscete?
Il
vero amore è un sentimento che, sebbene provochi dolore e ci faccia
soffrire, ci rende felici. Ecco perché dobbiamo pregare Dio chiedendogli
il coraggio di amare.
Le
parole che escono dalla bocca sgorgano dalla ricchezza del cuore. Se
avete il cuore pieno di amore parlerete dell'amore. Voglio che voi tutti
riempiate il vostro cuore di grandissimo amore.
Non crediate che per essere vero e caloroso questo sentimento debba
essere straordinario. Non è cosi: quel che è necessario per il nostro
amore è il desiderio incessante di amare colui che amiamo.
Un
giorno ho trovato tra i rifiuti una donna che bruciava di febbre. In
fin di vita, continuava a ripetere: «E' stato mio figlio!». L'ho presa
tra le braccia e l'ho portata al convento esortandola durante il cammino
a perdonare il figlio. Solo dopo qualche tempo l'ho sentita dire: «Sì,
lo perdono!». Ha pronunciato quelle parole in tono di vera indulgenza
proprio pochi minuti prima di spirare. La donna non era consapevole
della sofferenza, della febbre, della morte imminente. A spezzarle il cuore era la mancanza di amore da parte del figlio.
Talvolta
anime sante sopportano ardue prove interiori ed entrano nelle tenebre.
Se desideriamo che gli altri siano coscienti della presenza di Gesù
dobbiamo tuttavia esserne convinti per primi.
Migliaia
di persone vorrebbero avere quello che abbiamo noi, ma Dio ha deciso di
porci dove ci troviamo oggi affinché condividiamo la gioia insita
nell'amore per gli altri. Vuole che ci amiamo gli uni gli altri, che ci
doniamo gli uni agli altri fino a provare dolore. Quel che è importante non è quanto diamo bensì quanto amore mettiamo nel dare.
Secondo
le parole del Santo Padre ciascuno di noi deve riuscire a «pulire ciò
che è sporco, a scaldare ciò che è tiepido, a rafforzare ciò che è
debole, a illuminare ciò che è buio». Non dobbiamo avere paura di
dichiarare l'amore di Cristo e di amare come Lui ha amato.
Dove vi è Dio vi è amore e dove vi è amore vi è disponibilità a servire. Il mondo ha fame di Dio.
Quando
vedremo Dio l'uno nell'altro ci ameremo a vicenda come Lui ama noi
obbedendo alla legge dell'amore reciproco. Ecco che cosa desiderava
insegnarci Gesù: Dio ci ama e vuole che ci amiamo gli uni gli altri come
Lui ama noi.
Dobbiamo
sapere che ognuno di noi è stato creato per fare grandi cose, non solo
per essere uno fra tanti, non solo per conseguire lauree o diplomi, per
ottenere questo o quel lavoro. Siamo stati creati per amare ed essere
amati.
Siate
sempre fedeli nelle piccole cose perché lì si cela la nostra forza.
Agli occhi di Dio non vi è nulla di piccolo; tutto è infinito. Praticare
la fedeltà nelle cose più piccole, non per loro stesse bensì per la
grande cosa che è la volontà divina e per cui nutro il più grande
rispetto.
Non
mirate a gesta spettacolari. Dobbiamo rinunciare volontariamente a ogni
desiderio di vedere i frutti della nostra fatica facendo tutto il
possibile nella maniera migliore possibile e lasciando il resto nelle
mani di Dio. Quel che importa è il dono di voi stessi, il grado di amore che mettete in ogni azione.
Se
avete fatto il vostro meglio non lasciatevi scoraggiare dai fallimenti e
non vantatevi dei successi ma dedicate entrambi a Dio con la più
profonda gratitudine.
Essere
demoralizzati è un segno di orgoglio perché indica la fiducia che avete
nelle vostre capacità. Non preoccupatevi delle opinioni altrui. Siate
umili e non ne verrete influenzati. Il Signore mi ha voluto qui e
troverà una soluzione.
Quando
ci occupiamo dei malati e dei bisognosi tocchiamo il corpo sofferente
di Cristo e il contatto con quest'ultimo ci rende eroici; ci aiuta a
dimenticare la repulsione e le tendenze che ci sono naturali. Per vedere
Cristo nel corpo martoriato e negli abiti sudici che celano il più
bello dei figli dell'uomo ci servono gli occhi della fede più profonda.
Per toccare i corpi straziati dal dolore e dalla sofferenza avremo
bisogno delle mani di Cristo.
L'amore intenso non misura, si limita a dare.
Madre Teresa: Non c'è amore più grande
- Rizzoli Editore - |
Postato da: giacabi a 15:04 |
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madre teresa
MANDAMI QUALCUNO DA AMARE
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quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona. Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli Che in tutto il mondo vivono e muoiono poveri ed affamati. Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano, e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia. Madre Teresa di Calcutta |
Postato da: giacabi a 08:28 |
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preghiere, madre teresa
Fa splendere il Tuo volto
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Fate che chiunque venga a voi se ne vada
sentendosi meglio e più felice. Tutti devono vedere la bontà del vostro viso, nei vostri occhi, nel vostro sorriso. La gioia traspare dagli occhi, si manifesta quando parliamo e camminiamo. Non puo' essere racchiusa dentro di noi. Trabocca. La gioia è molto contagiosa.
Madre Teresa di Calcuta a M.
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Postato da: giacabi a 19:03 |
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madre teresa
Tu, mia luce...
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Affinché coloro che mi guardano non vedano la mia persona, ma Te in me. Rimani con me. Così risplenderò del Tuo splendore e potrò essere luce per gli altri. La mia luce verrà da Te solo, Gesù, non sarà mio nemmeno un piccolo raggio. Sei Tu che illuminerai gli altri attraverso di me. Ispirami la lode che Ti è più gradita, illuminando gli altri attorno a me. Che io Ti annunci non con le parole ma con l'esempio, con la testimonianza dei miei atti, con lo scatto visibile dell'amore che il mio cuore riceve da Te. Amen |
Postato da: giacabi a 17:08 |
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madre teresa
Ama la vita così com'è
***
Amala pienamente,senza pretese;
amala quando ti amano o quando ti odiano, amala quando nessuno ti capisce, o quando tutti ti comprendono. Amala quando tutti ti abbandonano, o quando ti esaltano come un re. Amala quando ti rubano tutto, o quando te lo regalano. Amala quando ha senso o quando sembra non averlo nemmeno un po'. Amala nella piena felicità, o nella solitudine assoluta. Amala quando sei forte, o quando ti senti debole. Amala quando hai paura, o quando hai una montagna di coraggio. Amala non soltanto per i grandi piaceri e le enormi soddisfazioni; amala anche per le piccolissime gioie. Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe, amala anche se non è come la vorresti. Amala ogni volta che nasci ed ogni volta che stai per morire. Ma non amare mai senza amore. Non vivere mai senza vita! |
Postato da: giacabi a 16:15 |
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madre teresa
SPARGI AMORE
***
Spargi amore dappertutto:
Prima di tutto nella tua casa.
Dona amore ai tuoi figli,
A tua moglie o a tuo marito,
Al vicino di casa…
Non permettere mai che qualcuno venga a te
E vada via senza essere migliore e più felice.
Sii l’espressione vivente della Bontà di Dio;
Bontà sul tuo volto,
Bontà sui tuoi occhi,
Bontà sul tuo sorriso,
Bontà nel tuo caloroso saluto.
Madre Teresa di Calcutta
SPREAD LOVE
di Madre Teresa di Calcutta
Spread love everywhere you go:
First of all in your own house. Give love to your children, To your wife or husband, To a next door neighbor . . . Let no one ever come to you Without leaving better and happier. Be the living expression of God's kindness; Kindness in your face, Kindness in your eyes, Kindness in your smile, Kindness in your warm greeting. |
Postato da: giacabi a 14:32 |
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madre teresa
***
il frutto del silenzio è la preghiera,
il frutto della preghiera è la fede, il frutto della fede è l’amore, il frutto dell’amore è il servizio, il frutto del servizio è la pace.
IL FRUTTO DEL SILENZIO E’ LA PREGHIERA
Comincio sempre la mia preghiera in silenzio, perché è nel silenzio del cuore che Dio parla. Dio è amico del
silenzio: dobbiamo ascoltare Dio perché ciò che conta non è quello che
diciamo noi, ma quello che Egli dice a noi e attraverso di noi
La preghiera alimenta l’anima: essa sta all’anima come il sangue sta al corpo, e porta più vicini a Dio. Dona inoltre un cuore limpido e puro.
Un cuore limpido può vedere Dio, può parlare a Dio e può vedere l’amore
di Dio negli altri. Quando hai un cuore limpido, vuol dire che sei
aperto e onesto con Dio, che non Gli stai nascondendo nulla, e ciò
consente a Lui di prendere da te quello che vuole. […]
Esiste
un solo Dio ed Egli è il Dio di tutti. E’ importante, dunque, che
ognuno venga considerato uguale davanti a Lui. Ho sempre detto che
dovremmo aiutare un hindu a diventare un hindu migliore, un musulmano
migliore, un cattolico a diventare un cattolico migliore.
IL FRUTTO DELLA PREGHIERA E’ LA FEDE
Dio è ovunque e in ogni cosa e senza di Lui non possiamo esistere. Io non ho mai dubitato dell’esistenza di Dio, nemmeno per un momento, ma so che talune persone sono dubbiose.
Se non credi in Dio, puoi aiutare gli altri facendo opere d’amore, e i
frutti di queste opere saranno le grazie che entrano nella tua anima.
Comincerai allora, lentamente, ad aprirti e a desiderare la gioia di amare Dio. […]
Siamo
tutti capaci di fare il bene e il male. Non siamo nati cattivi: ognuno
ha dentro qualcosa di buono. Alcuni lo nascondono, altri lo trascurano,
ma c’è. Dio ci ha creati per amare ed essere amati, e la prova a cui Dio ci sottopone sta nel vedere se scegliamo una strada o l’altra.
Qualsiasi negligenza nell’amare può indurre a dire «si» al male, e
quando ciò avviene, non abbiamo idea di quanto si possa diffondere.
Questo è triste. Se qualcuno sceglie il male, si erge un ostacolo tra
quella persona e Dio: e chi è gravato da quel fardello non riesce più a
vedere Dio chiaramente. Ecco perché dobbiamo evitare qualsiasi tipo di
tentazione che ci distruggerà. La preghiera ci dà la forza per
sconfiggere le tentazioni: se siamo vicini a Dio diffondiamo gioia e
amore su chiunque sia intorno a noi.
Se
il male si impossessa di qualcuno, questi, a sua volta può diffondere
il male intorno a sé. Se siamo vicini a persone di questo tipo, dobbiamo
provare ad aiutarle, e mostrare loro che anch’esse stanno a cuore a
Dio. Prega intensamente per favorire il loro riavvicinamento alla
preghiera, di modo che possano vedere ancora Dio in se stesse, per
poterLo poi vedere negli altri. È
questo che aiuta la persona cattiva, perché tutti, indistintamente,
sono stati creati dalla stessa mano amorevole. L’amore di Cristo è
sempre più forte del male nel mondo, e dunque abbiamo bisogno di amare e
di essere amati: è tanto semplice. Non dovrebbe essere una conquista
così dura. […]
IL FRUTTO DELLA FEDE E’ L’AMORE
La
peggiore malattia dell’Occidente oggi non è la tubercolosi o la lebbra,
ma è il non sentirsi desiderati né amati, il sentirsi abbandonati. La
medicina può guarire le malattie del corpo, ma l’unica cura per la
solitudine, la disperazione e la mancanza di prospettive è l’amore. Vi sono molte persone al mondo che muoiono per un pezzo di pane, ma
un numero ancora maggiore muore per mancanza d’amore. E la povertà in
Occidente assume forme nuove: non è solo solitudine, ma anche povertà
spirituale. Vi è fame d’amore, e vi è fame di Dio. […]
L’amore
non è accondiscendente, e la carità non ha nulla a che vedere con la
pietà: è amore. Carità e amore sono la stessa cosa. Con la carità dai amore: perciò non limitarti a dare denaro, ma invece tendi la mano. […]
L’amore
non ha senso se non viene condiviso. L’amore deve venire posto
all’opera. Devi amare senza aspettative, fare qualche cosa per l’amore
fine a se stesso, non per quello che ne potrai ricevere in cambio. Se ti
attendi qualche forma di ricompensa, non è amore: l’amore vero è amare
senza condizioni e senza aspettative. […]
Ciò
che conta non è quanto fai, ma quanto amore metti in ciò che fai e
condividi con gli altri. Cerca di non giudicare gli altri. Se giudichi
gli altri, non stai dando nessun amore. Piuttosto, cerca di aiutarli
comprendendo quali sono le loro esigenze e agendo per farvi fronte. […]
Dobbiamo
crescere nell’amore, e per farlo dobbiamo continuare ad amare e amare e
a dare e dare finché non ci fa male – come ha fatto Gesù. Fare cose ordinarie con straordinario amore: piccole cose, come assistere i malati e i senzatetto, chi è solo o non è stato desiderato, lavare e pulire per loro
Devi dare ciò che ti costa qualcosa. Quindi, non significa solo donare ciò di
cui puoi fare a meno, ma ciò di cui non puoi fare a meno o di cui non
vorresti fare a meno, qualcosa che ti piaccia davvero. Allora il tuo
dono diviene un sacrificio, che avrà valore davanti a Dio. Qualsiasi sacrificio è utile se viene fatto con amore
Anche questo dare finché non ti fa male – questo sacrificio – fa parte di quello che io chiamo amore in azione. […]
La parola d’ordine dei primi cristiani era «gioia», e dunque continuiamo a servire il Signore con gioia. […]
La
gioia è amore, la gioia è preghiera, la gioia è forza. Dio ama chi dà
con gioia; se tu dai con gioia, dai sempre di più. Un cuore allegro è il
risultato di un cuore ardente d’amore
Le
opere d’amore sono sempre opere di gioia. Non abbiamo bisogno di
cercare la felicità: se possediamo l’amore per gli altri, ci verrà data.
È il dono di Dio.
IL FRUTTO DELL’AMORE È IL SERVIZIO
La preghiera attiva è amore, e l’amore attivo è il servizio. Cerca in ogni momento di dare incondizionatamente qualsiasi cosa di cui una persona abbia bisogno. L’importante
è fare qualche cosa (per quanto piccola) e dimostrare con le proprie
azioni, donando il proprio tempo, che si vuol bene. A
volte vorrà dire impegnarsi in un lavoro fisico (come facciamo nelle
nostre Case per i malati e i moribondi), altre volte offrire sostegno
spirituale a chi se ne sta sempre chiuso in casa. Se un malato vuole
medicine, dagli medicine, se ha bisogno di conforto, confortalo.
Siamo tutti figli di Dio, perciò è importante condividere i Suoi doni. […]
Il
nostro lavoro è costante, le nostre Case sono piene. I problemi dei
poveri continuano, e quindi continua il nostro lavoro. Eppure tutti, non
solo i Missionari della Carità, possono fare qualcosa di buono per Dio
andando incontro ai poveri dei loro paesi. Non vedo alcuna esitazione ad
aiutare gli altri, vedo solo gente piena d’amore di Dio che vuole
compiere opere d’amore. È questo il futuro – questo è il desiderio di
Dio, che noi dobbiamo servire per mezzo dell’amore nell’azione, e
dobbiamo lasciarci ispirare dallo Spirito Santo ad agire quando vi siamo
chiamati
Non saremmo in grado di svolgere il nostro lavoro senza i volontari. Vengono da molte esperienze, culture e fedi diverse, ma noi chiediamo loro solo di essere in grado di dare amore e tempo agli altri
IL FRUTTO DEL SERVIZIO È LA PACE
Le opere dell’amore sono sempre opere di pace. Ogni volta che dividerai il tuo amore con gli altri, ti accorgerai della pace che giunge a te e a loro. Dove c’è pace c’è Dio; è così che Dio tocca le nostre vite e mostra il Suo amore per noi, riversando pace e gioia nei nostri cuori. […]
Abbiamo diritto di vivere felici e in pace. Siamo
stati creati per questo – per essere felici- e possiamo trovare la vera
felicità e la vera pace solo quando siamo in un rapporto d’amore con
Dio: vi è gioia nell’amare Dio, vi è grande felicità
nell’amarLo. Molti pensano, specie in Occidente, che il denaro renda
felici. Io penso invece sia più difficile essere felice se sei ricco,
perché ti è più difficile vedere Dio: hai troppe altre cose a cui
pensare . Se tuttavia Dio ti ha dato il dono della ricchezza,
allora usala per i Suoi scopi:aiutare gli altri, aiutare i poveri,
creare posti di lavoro, dare lavoro agli altri. Non sprecare la tua
ricchezza: anche avere cibo, una casa, dignità, libertà, salute e
istruzione sono tutti doni di Dio, ed è questo il motivo per cui dobbiamo aiutare chi è meno fortunato di noi. […]
È soltanto Dio che ha il potere di donare e di togliere: condividi dunque tutto ciò che ti è stato dato, compreso te stesso. […]
Madre Teresa Il cammino semplice Milano Oscar Mondadori 2001
§
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Postato da: giacabi a 18:44 |
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preghiere, madre teresa
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Postato da: giacabi a 20:51 |
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preghiere, madre teresa
Pregate e perdonate
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La gente mi chiede quale consiglio abbia da dare alle coppie sposate che faticano a tenere in vita la loro relazione. Rispondo sempre: "Pregate e perdonate"; e alle madri sole senza alcun sostegno: "Pregate e perdonate".
Madre Teresa di Calcutta
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Postato da: giacabi a 08:45 |
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preghiere, madre teresa
Ama
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Madre Teresa di CalcuttaAma finche’ non ti fa male, e se ti fa male, proprio per questo sara’ meglio. Perche’ lamentarsi? Se accetti la sofferenza e la offri a Dio, ti dara’ gioia. La sofferenza e’ un grande dono di Dio: chi l’accoglie, chi ama con tutto il cuore, chi offre se stesso ne conosce il valore. |
Postato da: giacabi a 17:11 |
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madre teresa
Consiglio
La peggiore malattia oggi
e’ il non sentirsi desiderati ne’ amati, il sentirsi abbandonati. Vi sono molte persone al mondo che muoiono di fame, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d’amore. Ognuno ha bisogno di amore. Ognuno deve sapere di essere desiderato, di essere amato, e di essere importante per Dio. Vi e’ fame d’amore, e vi e’ fame di Dio.
Madre Teresa di Calcuta a P.
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Postato da: giacabi a 17:40 |
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dio, madre teresa
Consiglio
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni. Però ciò che é importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito e` la colla di qualsiasi tela di ragno. Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea di partenza. Dietro ogni successo c`e` un`altra delusione. Fino a quando sei viva, sentiti viva. Se ti manca cio` che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite… insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. Non lasciare che si arruginisca il ferro che c`e` in te. Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto. Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce. Quando non potrai camminare veloce, cammina. Quando non potrai camminare, usa il bastone. Pero` non trattenerti mai!
Madre Teresa di Calcuta
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Postato da: giacabi a 17:33 |
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madre teresa
Postato da: giacabi a 20:24 |
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madre teresa
Sulla Gioia
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Un cuore gioioso è il normale risultato di un cuore che arde d'amore. Lagioia non è semplicemente una questione di temperamento, è sempre difficile mantenersi gioiosi: una ragione di più per dover cercare di attingere alla gioia e farla crescere nei nostri cuori. La gioia è preghiera; la gioia è forza; la gioia è amore. E più dona chi dona con gioia. Ai bimbi e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli, donate loro sempre un gaio sorriso; donate loro non solo le vostre premure, ma anche il vostro cuore. Può darsi che non si sia in grado di donare molto, però possiamo sempre donare la gioia che scaturisce da un cuore colmo d'amore. Se nel vostro lavoro incontrate difficoltà e le accettate con gioia, con un largo sorriso, in ciò, al pari di molte altre cose, vedrete le vostre opere buone. E il modo migliore per dimostrare la vostra gratitudine consiste nell'accettare ogni cosa con gioia. Se sarete colmi di gioia, la gioia risplenderà nei vostri occhi e nel vostro aspetto, nella vostra conversazione e nel vostro appagamento. Non sarete in grado di nasconderla poiché la gioia trabocca. La gioia è assai contagiosa. Cercate, perciò, di essere sempre traboccanti di gioia dovunque andiate.
Madre Teresa di Calcuta
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Postato da: giacabi a 17:48 |
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madre teresa
Postato da: giacabi a 20:48 |
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vita, madre teresa
Gli occhi di Madre Teresa, costretti da un Dio geloso a frugare nel buio sempre alla ricerca di Lui
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Tempi num.37 del 13/09/2007 di Corradi Marina «C'è un'oscurità terribile in me, come se ogni cosa fosse morta». Leggi tra le lettere ai confessori di Madre Teresa di Calcutta, pubblicate in Gran Bretagna sotto il titolo Come Be My Light, e ti viene in mente l'unica volta che l'hai incrociata, molti anni fa, a Rimini. Davanti agli occhi, come fosse stato appena ieri. Era così piccola di statura, che ti arrivava a stento al petto. E curva, come piegate le spalle sotto al peso di un oscuro giogo. Deforme quasi quel corpo, secondo i canoni estetici consueti. Ma gli occhi. Dal basso all'alto, ti piantava in faccia quei suoi occhi chiari. Non aggressivi, ma nemmeno dolci, nel senso sentimentale del termine. Guardavano, quegli occhi, con un intenso interesse umano, come un appassionato d'arte davanti a un'opera mai vista. Come uno studioso che apra un manoscritto antico e raro. E sotto a quello sguardo, ci si sentiva brutalmente svelati. Questa donna sa leggerti dentro, ti eri detta in una sottile paura, e arretrando istintivamente di un passo, quasi a sottrarti - a richiudere le pagine del libro. E tuttavia, nel rapidissimo e tacito scambio qualcosa ti aveva subito rassicurato. Non c'era in quegli occhi chiari la luce fredda dell'avidità puramente intellettuale: non solo un'ansia di conoscere, ma una evidente passione di capire lo sconosciuto che le stava davanti, di comprenderlo. Un attimo, e già l'affondo da scrutatrice d'anime era finito, e si allargava in uno sguardo di misericordia. Come se, avendo in un momento già letto, e capito, inarrestabile fosse l'abbraccio, e il perdono. Ritorni a quell'istante - intanto che facevi quasi distrattamente due domande per il servizio che dovevi scrivere - mentre leggi: «Io non ho alcuna fede. Io non ho niente, neppure la realtà della presenza di Dio nell'ostia consacrata». Oscurità, scriveva ai confessori, ghiaccio - lunga notte attraversata in silenzio, mentre senza darsi pace curava i disperati di Calcutta. Si stupiranno, si scandalizzeranno di quel buio i nati tranquilli, e i soddisfatti. Ma la memoria di quegli occhi piantati in faccia è quella di una donna che cercava, con ostinata passione, dietro il volto di ogni uomo casualmente per un minuto incontrato, un Altro - sepolto, nascosto. Che inseguiva, ovunque, unico fine e orizzonte, Cristo. Forse, che quel buio le fosse dato perché non si fermasse, perché costantemente continuasse a intravedere e trovare dietro ai nostri occhi opachi il Dio che è "tutto in tutti"? Un Dio che non si concedeva mai pienamente, per essere ogni giorno scorto nelle facce della folla distratta, o disperata. Così che, vecchia, Teresa scrive: «Sono giunta ad amare il buio, perché penso che sia una piccolissima parte della sofferenza di Cristo sulla Terra». Amare il buio, che cosa a noi incomprensibile. Amare il buio in cui la lasciava un Dio geloso, che vuole essere ogni giorno riconosciuto nelle facce degli uomini. |
Postato da: giacabi a 20:07 |
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santi, madre teresa
PERCHE’ SI CERCA DI ATTACCARE MADRE TERESA ?
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di Antonio Socci Uno scoop che fa sorridere. Il settimanale “Time” lo anticipa e subito i giornali italiani gli vanno dietro. Prima pagina del Corriere della sera di ieri: “I tormenti di Madre Teresa: non trovo Cristo. Mezzo secolo di dubbi sulla fede”. Prima pagina della Stampa: “Teresa, la santa che dubitava di Dio”. Parrebbe clamoroso. In realtà la notizia è stravecchia e così è pure presentata a rovescio. Personalmente dedicai a questa straordinaria vicenda una puntata di “Excalibur” nel dicembre 2002 e non su una tv locale, ma su Rai 2, in prima serata, davanti a circa 3 milioni di telespettatori. Si parla di 5 anni fa. Dunque la notizia di ieri non è proprio freschissima… Erano ospiti in studio un giovane indiano che, da bimbo abbandonato, era stato raccolto su una strada di Calcutta da Madre Teresa e da lei “adottato” e cresciuto come un vero figlio naturale. C’era poi Elisabetta Gardini, un missionario, padre Piero Gheddo, che era stato amico della suora. E c’era infine Saverio Gaeta, il giornalista che aveva appena pubblicato “Il segreto di Madre Teresa” (Piemme) il cui sottotitolo recitava: “Il diario e le lettere inedite dei colloqui con Gesù riportati alla luce dal processo di beatificazione”. Adesso il libro che sta uscendo, “Come be my light”, torna sulla vicenda, ma non alza i veli su un “lato sconosciuto” della suora, come annuncia il Corriere, perché la cosa era nota. “La Stampa” titolando sulle “lettere segrete” mette in evidenza un brano (“il sorriso è una maschera o un mantello che copre ogni cosa”) che si trova già, ed espresso meglio, a pagina 95 del libro di Gaeta: “Il mio sorriso è un grande mantello che copre una moltitudine di dolori”. Perché dei giornali importanti lanciano come scoop, come “lato sconosciuto della missionaria di Calcutta”, qualcosa su cui si discute da anni? Escludo che sia un caso di provincialismo. Escludo pure che non conoscano le buone regole del giornalismo che impongono di fare verifiche e di presentare un fatto con cognizione di causa. Ha prevalso forse un certo scandalismo estivo a buon mercato: la più celebre santa dei nostri tempi che sembra dire di non credere in Dio è ritenuta cosa divertente dal circo mediatico che ha ridotto il mondo a pettegolezzo. E questo spiega qualche superficiale tendenziosità dei giornali (si presenta Madre Teresa come una che diceva una cosa e ne sentiva un’altra). Taluno, in casa cattolica, denuncerà l’emergere qui della nota ostilità ideologica contro la Chiesa. Dirà che si è voluto dare un colpo pesante a una santa che è un simbolo del cattolicesimo per milioni e milioni di persone. Può darsi. Ma francamente dovrebbero dare qualche spiegazione anche gli ecclesiastici che hanno pubblicato un simile libro con questo lancio mediatico che non rende giustizia a Madre Teresa. Sarà stata ingenuità, ma la suora così è finita nel tritacarne scandalistico. Al contrario il libro di Saverio Gaeta, che pure rese noti per primo i brani delle lettere sulla “notte oscura”, partiva anzitutto dalla rivelazione degli eventi soprannaturali che hanno dato inizio alla missione di Madre Teresa che, altrimenti, sarebbe del tutto inspiegabile (lei infatti era già una suora missionaria in India: insegnava in istituti per figlie delle famiglie facoltose). Le accadde dicevamo l’irruzione di Cristo nella sua vita. Si trattò di locuzioni interiori, cioè delle voci percepite di Gesù e di Maria e di almeno due visioni. Senza questo sensazionale antefatto non si comprende la “notte oscura”. Dunque è il 1946 quando la giovane suora missionaria percepisce chiaramente questa voce dolce, appartenente a Gesù, che le dice: “Desidero suore indiane, vittime del mio amore, che siano Maria e Marta, che siano talmente unite a me da irradiare il mio amore sulle anime. Desidero suore libere, rivestite della mia povertà della Croce; desidero suore obbedienti, rivestite della mia obbedienza della Croce; desidero suore piene di amore, rivestite della carità della Croce. Rifiuterai di fare questo per me?”. La Voce comincia a farsi sentire dal 10 dicembre 1946, “innanzitutto nei dieci giorni di ritiro spirituale che la religiosa trascorre nel convento di Darjeeling” scrive Gaeta “e poi per buona parte del 1947, la Voce si manifesta con sempre maggiore chiarezza. Gesù Cristo in persona le chiede la disponibilità ‘a lasciare tutto e a raccogliere intorno a sé alcune compagne per vivere la Sua vita, per svolgere il Suo lavoro in India’. E’ l’inizio di un serrato dialogo”. Suor Teresa è chiamata da Gesù a lasciare il suo ordine e ad andare a vivere come i più poveri fra i poveri. Gesù le indica perfino il nome dell’opera che deve costruire: “Desidero suore indiane, Missionarie della Carità, che siano il mio fuoco d’amore tra i più poveri, gli ammalati, i moribondi, i bambini di strada. Voglio che tu conduca a me i poveri, e le suore che offriranno le loro vite come vittime del mio amore condurranno a me queste anime”. Ed ancora Gesù le dice: “Hai sempre affermato: ‘Fai di me ciò che vuoi’. Ora voglio agire. Lasciami fare, mia piccola sposa, mia piccola cara. Non temere, io sarò sempre con te. Tu soffrirai e stai soffrendo anche ora, ma se sei la mia piccola sposa – la sposa di Gesù Crocifisso - dovrai sopportare questi tormenti nel tuo cuore. Lasciami agire, non respingermi. Confida in me con amore, confida in me ciecamente”. E infatti – dopo queste straordinarie grazie mistiche - Madre Teresa sarà attesa da 50 anni di aridità spirituale, di notte oscura (quella di cui dicevamo all’inizio), salvo brevi parentesi di sollievo. Chi può dire quale senso di abbandono e di buio sperimenti un’anima quando deve tornare nel mondo dopo essere stata abbracciata dalla bellezza di Dio stesso? E’ il sentirsi respinti e abbandonati da Dio, una sensazione drammatica che anche padre Pio descrive in tante sue lettere giovanili. E’ la “notte oscura” che hanno sperimentato anche gli altri mistici. Perché quando l’immedesimazione con Gesù Cristo raggiunge quelle vette, insieme ai doni soprannaturali della sua presenza e della sua bellezza, percepite in modo tangibile, Dio fa sperimentare anche il buio e la croce che visse Gesù. Vuole infatti che le anime da lui privilegiate somiglino in tutto al Figlio. Se ne rende conto la stessa Madre Teresa quando scrive: “Per la prima volta in questi undici anni ho cominciato ad amare l’oscurità. Perché ora credo che essa sia una parte, una piccolissima parte, del buio e del dolore vissuto da Gesù sulla terra. Oggi ho davvero sentito una profonda gioia, perché Gesù non può più vivere direttamente l’agonia, ma desidera viverla attraverso di me. Mi abbandono a lui più che mai. Sì, più che mai sarò a sua disposizione”. Questa è la fede eroica per cui Madre Teresa è stata elevata agli onori degli altare. Paradossalmente la vicenda è un’occasione preziosa per riflettere sul cristianesimo. Che non è affatto un’attività sociale o umanitaria, né un sistema astratto di dottrine e di morale, né un ragionamento umano o una civiltà, né un insieme di riti o sentimenti. Ma è l’incontro con una persona, Gesù Cristo, che sceglie e chiama, senza alcun nostro merito. E’ l’appassionata e drammatica storia d’amore con lui, che si manifesta in modalità speciali nella vita dei mistici. Per tutti però il cristianesimo è l’avventura più straordinaria, perché attraverso questo cammino Dio divinizza le creature umane che gli dicono liberamente “sì”. Questo infatti è lo scopo della creazione (anche il nostro corpo sarà divinizzato). S. Agostino ha scritto: “Colui che era Dio si è fatto uomo, facendo dèi coloro che erano uomini”. E questa trasformazione, che s’intravede già nei santi, regala una felicità senza fine già sulla terra, ma passa sempre attraverso il Getsemani e la Croce. Anche per Madre Teresa. Da “Libero”, 26 agosto 2007 |
Postato da: giacabi a 21:35 |
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madre teresa
Aborto
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"L'aborto è il più grande distruttore della pace perché,
se una madre può uccidere il suo stesso figlio, cosa impedisce che io
uccida te e che tu uccida me? Non c'è più nessun ostacolo."
Madre Teresa di Calcutta
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Postato da: giacabi a 10:04 |
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aborto, madre teresa
Preghiera
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Dai il meglio di te...
L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico NON IMPORTA, AMALO Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici NON IMPORTA, FA' IL BENE Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici NON IMPORTA, REALIZZALI Il bene che fai verrà domani dimenticato NON IMPORTA, FA' IL BENE L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo NON IMPORTA, COSTRUISCI Se aiuti la gente, se ne risentirà NON IMPORTA, AIUTALA Da' al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci NON IMPORTA, DA' IL MEGLIO DI TE Madre Teresa di Calcutta |
Postato da: giacabi a 16:45 |
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preghiere, madre teresa
Gesù Cristo
è la reale
salvezza dell’uomo
Così Madre Teresa descrive l'inizio della sua opera di carità:
«"Un
giorno, mentre ero nei quartieri poveri di Calcutta e stavo per
ritornare nella mia stanza, ho visto una donna che giaceva sul
marciapiede. Era debole, sottile e magrissima si vedeva che era molto
malata e l'odore del suo corpo era così forte che stavo per vomitare anche se le stavo solo passando vicino".
Madre Teresa si alza dalla sedia, va alla finestra, guarda fuori e continua:
"Sono andata avanti e ho visto dei grossi topi che mordevano il suo corpo senza speranza e mi sono detto: questa è la cosa peggiore che hai visto in tutta la tua vita".
Madre Teresa si volta, mi guarda negli occhi e mi dice con fermezza:
"Tutto
quello che volevo in quel momento, era di andarmene via il più presto e
dimenticare quello che avevo visto e non ricordarlo mai più. E ho
cominciato a correre, come se correre potesse aiutare quel desiderio di fuggire che mi riempiva con tanta forza".
Madre Teresa lascia uscire un sospiro, e ci sono delle lacrime nei suoi occhi:
"Ma prima che avessi raggiunto l'angolo successivo della strada, una luce interiore mi ha fermata. E sono rimasta lì, sul marciapiede del quartiere povero di Calcutta, che ora conosco così bene, e ho visto che quella non era l'unica donna che vi giaceva, e che veniva mangiata dai topi. Ho visto anche che era Cristo stesso a soffrire su quel marciapiede".
La mano di Madre Teresa è occupata con il rosario. Guarda la croce e il Crocifisso, e dice dolcemente:
"Mi
sono voltata e sono tornata indietro da quella donna, ho cacciato via i
topi, l'ho sollevata e portata al più vicino ospedale. Ma non volevano
prenderla -ci hanno detto di andarcene via. Abbiamo cercato con un altro ospedale, con lo stesso risultato, e con un altro ancora finché non abbiamo trovato una camera privata per lei, e io stessa l'ho curata. Da quel giorno la mia vita è cambiata. Da
quel giorno il mio progetto è stato chiaro: avrei dovuto vivere con il
più povero dei poveri su questa terra, dovunque l'avessi trovato"».
(Madre Teresa, Preghiera, Piemme)
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Postato da: giacabi a 19:48 |
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testimonianza, madre teresa, ziba
La saggezza cristiana di Madre Teresa
Il giorno piu' bello? Oggi.
L'ostacolo piu' grande? La paura. La cosa piu' facile? Sbagliarsi. L'errore piu' grande? Rinunciare. La radice di tutti i mali? L'egoismo. La distrazione migliore? Il lavoro. La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento. I migliori professionisti? I bambini. Il primo bisogno? Comunicare. La felicita' piu' grande? Essere utili agli altri. Il mistero piu' grande? La morte. Il difetto peggiore? Il malumore. La persona piu' pericolosa? Quella che mente. Il sentimento piu' brutto? Il rancore. Il regalo piu' bello? Il perdono. Quello indispensabile? La famiglia. La rotta migliore? La via giusta. La sensazione piu' piacevole? La pace interiore. L'accoglienza migliore? Il sorriso. La miglior medicina? L'ottimismo. La soddisfazione piu' grande? Il dovere compiuto. La forza piu' grande? La fede. Le persone piu' necessarie? I sacerdoti. La cosa piu' bella del mondo? L'amore. |
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