L'educazione
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"L'educazione delle persone da parte dello stato è un aspetto che va criticato in maniera estremamente vigorosa."***
Karl Marx criticando il programma del Partito Social-Democratico Tedesco (il Programma di Gotha)
Postato da: giacabi a 14:15 |
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educazione, marx
Marxismo: le radici del razzismo
si trovano in Marx ed Engels
"«Lo studio dei testi di Marx ed Engels ci mostra che il genocidio, razziale o di classe, è una teoria propria al socialismo». Questa affermazione iconoclasta, fondata sui testi dei «padri» del socialismo scientifico, è di Jean-François Revel ...". Questo è l'inizio di un interessante articolo di Gianluca Arrigoni, apparso su "Libero" il 28 gennaio 2005 che riportiamo di seguito.
"Jean-François Revel, nella sua prefazione al libro di George Watson «La littérature oubliée du socialisme», argomenta: "È nelle origini più autentiche del pensiero socialista, nei suoi più antichi dottrinari, che si trovano le giustificazioni del genocidio, della purificazione etnica e dello Stato totalitario, impugnate come delle armi legittime, indispensabili al successo della rivoluzione e alla preservazione dei suoi risultati.
(...) Engels, nel 1849, chiedeva lo sterminio degli ungheresi, ribellatisi contro l'Austria. E dà alla rivista diretta dal suo amico Karl Marx, la "Neue Rheinische Zeitung", un articolo importante la cui lettura sarà raccomandata da Stalin, nel 1924, nei sui «Fondamenti del Leninismo». Engels vi consiglia di far scomparire, oltre agli ungheresi, i serbi e altri popoli slavi, poi i baschi, i bretoni e gli scozzesi". In «Rivoluzione e controrivoluzione in Germania», pubblicato nel 1852 dalla stessa rivista, lo stesso Marx si chiede come si possa fare per sbarazzarsi di "queste tribù moribonde, i boemi, i corinzi, i dalmati, ecc...".
La razza conta molto, per Marx e Engels. Che scrive nel 1894, a uno dei suoi corrispondenti, W. Borgius: "Per noi, le condizioni economiche determinano tutti i fenomeni storici, ma la razza è anch'essa un dato economico...". Secondo i fondatori del socialismo, la superiorità razziale dei bianchi è una verità "scientifica".
Nelle sue note preparatorie a «L'Anti-Dühring», il vangelo della filosofia marxista della scienza, Engels scrive: "Se, per esempio, nel nostro paese gli assiomi matematici sono perfettamente evidenti per un bambino di otto anni, senza nessun bisogno di ricorrere alla sperimentazione, non è che la conseguenza dell'eredità accumulata. Sarà al contrario molto difficile insegnarli a un boscimane o a un negro d'Australia". Ancora nel XX secolo, degli intellettuali socialisti, grandi ammiratori dell'Unione Sovietica, come H. G. Wells e Bernard Shaw, rivendicano il diritto per il socialismo di liquidare fisicamente le classi sociali che fanno ostacolo alla Rivoluzione o che la ritardano.
Nel 1933, nel periodico "The Listener", Bernard Shaw, facendo prova di un bello spirito di anticipazione, per rendere più rapida l'epurazione dei nemici del socialismo incita i chimici a "scoprire un gas umanitario che causa la morte istantanea e senza dolore, insomma un gas «civile» - mortale - ma umano, sprovvisto di crudeltà". Anche il boia nazista Adolf Eichmann, durante il processo a Gerusalemme, nel 1962, invocò in sua difesa il carattere umanitario dello zyklon B, che servi ad uccidere le vittime della Shoah.
Il nazismo e il comunismo hanno come tratto comune di volere una metamorfosi, una redenzione totale della società, e se possibile dell'umanità. Per questo, pensano di avere il diritto di annientare tutti i gruppi razziali o sociali che potrebbero essere un ostacolo, foss'anche in modo involontario e non cosciente - nel gergo marxista "oggettivamente" - , a questa sacra impresa di salvezza collettiva.
In questi giorni, mentre il dovere di memoria sembra un principio condiviso da tutti, Jean-François Revel, mostrando una verità nascosta, dimostra come sia più difficile applicare quello che è un suo indispensabile complemento, il dovere di verità".
da : http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/comunismo/articolo.php?id=918&titolo=Marxismo:%20le%20radici%20del%20razzismo%20si%20trovano%20in%20Marx%20ed%20Engels
Postato da: giacabi a 10:44 |
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comunismo, marx
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La religione è il sospiro dell’anima in
un mondo senz’anima
(C. Marx).
Postato da: giacabi a 21:13 |
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marx
Il Cristianesimo visto da Marx
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«I pensieri e i cuori degli uomini non sono mai stati,da quando il mondo può pensare, così pieni di qualcosa e messi in movimento come dalle idee della fede cristiana e dall'amore umanitario cristiano. Ciò ti apparirà chiaro se guarderai nelle tavole storiche dell’umanità. Così è accaduto che oggi tutto ciò che noi sintetizziamo sotto il nome della “nostra cultura”, riposi in prima linea sul cristianesimo ».
Karl Marx lettera in occasione della cresima del fratello Alfred
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Postato da: giacabi a 07:08 |
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cristianesimo, marx
La religione
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La religione è il sospiro dell´anima in un mondo senz´anima.
C. Marx
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Postato da: giacabi a 21:18 |
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marx
L’ unione con Cristo dona letizia
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“l’unione
con Cristo dona un’elevazione interiore, conforto nel dolore,
tranquilla certezza e cuore aperto all’amore del prossimo, ad ogni cosa
nobile e grande, non già per ambizione né brama di gloria, ma solo per
amore di Cristo, dunque l’unione
con Cristo dona una letizia che invano l’epicureo nella sua filosofia
superficiale, invano il più acuto pensatore nelle più riposte profondità
del sapere, tentarono di cogliere; una letizia che solo può conoscere
un animo schietto, infantile, unito a Cristo e attraverso di Lui a Dio,
una letizia che innalza e più bella rende la vita”.
Il giovanissimo Karl Marx.
Chi
è Gesù? Perché nessuno, dopo duemila anni, si sottrae al suo fascino?
Anche i “lontani” non sanno nascondere lo stupore, l’ammirazione e
l’incanto per quest’uomo misterioso, potente e buono, unico al mondo,
“il più bello fra i figli degli uomini”: da Marx a Renan, da Rousseau a
Nietzsche, da Borges a Kafka, da Camus a Salvemini, da Kerouac a
Pasolini, da un “persecutore” come Napoleone a una personalità come
Gandhi, fino al libro dell’islam, il corano.
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Postato da: giacabi a 19:59 |
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marx, gesù
Se manca la Speranza
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§ «Agli amici marxisti che domandano da che parte sto, rispondo: voi e i vostri avversari e, naturalmente, io stesso stiamo tutti dalla stessa parte, la parte dove 'il deserto cresce'. Il deserto è la storia dell'Occidente. Ma lo sguardo che vede crescere il deserto, lo sguardo non appartiene ai deserto. Sta dall'altra parte».
§ Emanuele Severino, R.Bonacina, "La verità non è un cachet", in Il Sabato, 29 ottobre
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Postato da: giacabi a 15:42 |
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speranza, marx
Non l’ideologia ma l’amore fa l’uomo
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"Io mi sento di nuovo un uomo, perché provo una grande passione, e la molteplicità in cui lo studio e la cultura moderna ci impigliano, e lo scetticismo
con cui necessariamente siamo portati a criticare tutte le impressioni
soggettive e oggettive, sono fatti apposta per renderci tutti piccoli e
deboli e lamentosi e irresoluti. Ma l'amore non per l'uomo di Feuerbach, non per il metabolismo di Moleschott, non per il proletariato, bensì l'amore per l'amata, per te, fa dell'uomo nuovamente un uomo".
E' una frase di una lettera di Karl Marx alla moglie, datata 21 giugno 1856
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Postato da: giacabi a 18:06 |
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marx, ideologia
L'errore fondamentale di Marx.
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«Marx ha descritto la situazione del suo tempo ed illustrato con grande capacità analitica le vie verso la rivoluzione – non solo teoricamente: con il partito comunista, nato dal manifesto comunista del 1848, l'ha anche concretamente avviata. La
sua promessa, grazie all'acutezza delle analisi e alla chiara
indicazione degli strumenti per il cambiamento radicale, ha affascinato
ed affascina tuttora sempre di nuovo. La rivoluzione poi si è anche
verificata nel modo più radicale in Russia.
21. Ma con la sua vittoria si è reso evidente anche l'errore fondamentale di Marx. Egli ha indicato con esattezza come realizzare il rovesciamento. Ma non ci ha detto come le cose avrebbero dovuto procedere dopo. Egli
supponeva semplicemente che con l'espropriazione della classe
dominante, con la caduta del potere politico e con la socializzazione
dei mezzi di produzione si sarebbe realizzata la Nuova Gerusalemme.
Allora, infatti, sarebbero state annullate tutte le contraddizioni,
l'uomo e il mondo avrebbero visto finalmente chiaro in se stessi.
Allora tutto avrebbe potuto procedere da sé sulla retta via, perché
tutto sarebbe appartenuto a tutti e tutti avrebbero voluto il meglio
l'uno per l'altro. Così, dopo
la rivoluzione riuscita, Lenin dovette accorgersi che negli scritti del
maestro non si trovava nessun'indicazione sul come procedere. Sì,
egli aveva parlato della fase intermedia della dittatura del
proletariato come di una necessità che, però, in un secondo tempo da sé
si sarebbe dimostrata caduca. Questa « fase intermedia » la conosciamo benissimo e sappiamo anche come si sia poi sviluppata, non portando alla luce il mondo sano, ma lasciando dietro di sé una distruzione desolante. Marx
non ha solo mancato di ideare gli ordinamenti necessari per il nuovo
mondo – di questi, infatti, non doveva più esserci bisogno. Che egli di
ciò non dica nulla, è logica conseguenza della sua impostazione. Il suo errore sta più in profondità. Egli ha dimenticato che l'uomo rimane sempre uomo. Ha dimenticato l'uomo e ha dimenticato la sua libertà. Ha dimenticato che la libertà rimane sempre libertà, anche per il male. Credeva
che, una volta messa a posto l'economia, tutto sarebbe stato a posto.
Il suo vero errore è il materialismo: l'uomo, infatti, non è solo il
prodotto di condizioni economiche e non è possibile risanarlo solamente
dall'esterno creando condizioni economiche favorevoli.
22.
Così ci troviamo nuovamente davanti alla domanda: che cosa possiamo
sperare? È necessaria un'autocritica dell'età moderna in dialogo col
cristianesimo e con la sua concezione della speranza. In un tale dialogo
anche i cristiani, nel contesto delle loro conoscenze e delle loro
esperienze, devono imparare nuovamente in che cosa consista veramente la
loro speranza, che cosa abbiano da offrire al mondo e che cosa invece
non possano offrire. Bisogna che nell'autocritica dell'età moderna
confluisca anche un'autocritica del cristianesimo moderno, che deve
sempre di nuovo imparare a comprendere se stesso a partire dalle proprie
radici. Su questo si possono qui tentare solo alcuni accenni.
Innanzitutto c'è da chiedersi: che cosa significa veramente « progresso
»; che cosa promette e che cosa non promette? Già nel XIX secolo
esisteva una critica alla fede nel progresso. Nel XX secolo, Theodor W. Adorno ha formulato la problematicità della fede nel progresso in modo drastico: il progresso, visto da vicino, sarebbe il progresso dalla fionda alla megabomba.
Ora, questo è, di fatto, un lato del progresso che non si deve
mascherare. Detto altrimenti: si rende evidente l'ambiguità del
progresso. Senza
dubbio, esso offre nuove possibilità per il bene, ma apre anche
possibilità abissali di male – possibilità che prima non esistevano. Noi
tutti siamo diventati testimoni di come il progresso in mani sbagliate
possa diventare e sia diventato, di fatto, un progresso terribile nel
male. Se al progresso tecnico non corrisponde un progresso nella formazione etica dell'uomo, nella crescita dell'uomo interiore (cfr Ef 3,16; 2 Cor 4,16), allora esso non è un progresso, ma una minaccia per l'uomo e per il mondo.»
BENEDETTO XVI LETTERA ENCICLICA SPE SALVI
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Postato da: giacabi a 21:20 |
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comunismo, marx, benedettoxvi
Da: www.rassegnastampa.totustuus.it
IL GIOVANE CRISTIANO KARL MARX
Nella sua prima gioventù Karl Marx si professava cristiano. La sua prima opera scritta è intitolata L'unione dei fedeli con Cristo. In essa leggiamo queste bellissime parole: «
Attraverso l'amore di Cristo volgiamo al tempo stesso i nostri cuori
verso i nostri fratelli che sono intimamente a noi legati e per i quali
Egli dette se stesso in sacrificio ».2
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Così Marx conosceva un modo perché gli uomini diventassero fratelli gli uni con gli altri: il Cristianesimo.
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Egli continua: «L'unione
con Cristo potrebbe dare un'intima elevazione, il conforto del dolore,
una fiducia tranquilla e un cuore suscettibile all'amore umano, ad ogni
cosa che sia nobile e grande, non per amore di ambizione e gloria, ma
soltanto per amore di Cristo» 3.
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Pressappoco nello stesso tempo, Marx scrive nella sua tesi Considerazioni di un giovane sulla scelta di una carriera: «La
religione stessa ci insegna che l'Ideale verso il quale tutti tendono,
sacrificò Se stesso per l'umanità, e chi mai oserà contestare questa
aspirazione? Se abbiamo scelto la posizione nella quale possiamo
compiere quanto è più possibile per Lui, allora non potremo mai essere
schiacciati dal nostro fardello, perché sono soltanto sacrifici fatti
per il bene di tutti» 4.
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Finanche in un libro astruso di economia politica come Il Capitale,
nel quale le considerazioni circa la religione sono ovviamente di
scarsa importanza, il maturo ed anti-religioso Marx scrive,
completamente fuori dal contesto,«Il Cristianesimo è la forma più idonea di religione» 5.
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di R. Wurmbrand* |
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Note: |
1
Marx, Karl u. Friedrich Engels, Zur Kritik der Hegelschen
Rechtphilosophie, Einleitung («Critica della filosofia del diritto
Hegeliana», Introduzione), MEGA I, i (1), 607-608. |
2 Rev. Paul Oestreicher, Sermons from Great St. Mary's, Londra, |
4
Marx, Karl, Betrachtung eines Jùnglings bei der Wahl eines Berufes («
Considerazioni di un giovane sulla scelta di una carriera »), MEW,
Suppl., Vol. I, 594. Anche in Payne, 34. |
5 Marx, Karl, Das Kapital (« Il capitale »), |
*Richard Wurmbrand ha
conosciuto direttamente il volto del "vero" comunismo ed ha sofferto,
per la sua fede cristiana, quattordici anni di carcere nella Romania,
suo paese natio. Il testo contenuto in questo documento è una riduzione
dei capitoli più importanti del libro "L'altra faccia di Carlo Marx",
di R. Wurmbrand, edito da EUN (Copyright 1984, tutti i diritti
riservati).
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