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venerdì 17 febbraio 2012

marx


L'educazione
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"L'educazione delle persone da parte dello stato è un aspetto che va criticato in maniera estremamente vigorosa."
Karl Marx  criticando il programma del Partito Social-Democratico Tedesco (il Programma di Gotha)

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educazione, marx

lunedì, 23 agosto 2010


Marxismo: le radici del razzismo
si trovano in Marx ed Engels
tratto da: Corrispondenza romana, CR 888/04, 19.2.2005.

"«Lo studio dei testi di Marx ed Engels ci mostra che il genocidio, razziale o di classe, è una teoria propria al socialismo». Questa affermazione iconoclasta, fondata sui testi dei «padri» del socialismo scientifico, è di Jean-François Revel ...". Questo è l'inizio di un interessante articolo di Gianluca Arrigoni, apparso su "Libero" il 28 gennaio 2005 che riportiamo di seguito.

"Jean-François Revel, nella sua prefazione al libro di George Watson «La littérature oubliée du socialisme», argomenta: "È nelle origini più autentiche del pensiero socialista, nei suoi più antichi dottrinari, che si trovano le giustificazioni del genocidio, della purificazione etnica e dello Stato totalitario, impugnate come delle armi legittime, indispensabili al successo della rivoluzione e alla preservazione dei suoi risultati.

(...) Engels, nel 1849, chiedeva lo sterminio degli ungheresi, ribellatisi contro l'Austria. E dà alla rivista diretta dal suo amico Karl Marx, la "Neue Rheinische Zeitung", un articolo importante la cui lettura sarà raccomandata da Stalin, nel 1924, nei sui «Fondamenti del Leninismo». Engels vi consiglia di far scomparire, oltre agli ungheresi, i serbi e altri popoli slavi, poi i baschi, i bretoni e gli scozzesi".
In «Rivoluzione e controrivoluzione in Germania», pubblicato nel 1852 dalla stessa rivista, lo stesso Marx si chiede come si possa fare per sbarazzarsi di "queste tribù moribonde, i boemi, i corinzi, i dalmati, ecc...".
La razza conta molto, per Marx e Engels. Che scrive nel 1894, a uno dei suoi corrispondenti, W. Borgius: "Per noi, le condizioni economiche determinano tutti i fenomeni storici, ma la razza è anch'essa un dato economico...". Secondo i fondatori del socialismo, la superiorità razziale dei bianchi è una verità "scientifica".

Nelle sue note preparatorie a «L'Anti-Dühring», il vangelo della filosofia marxista della scienza, Engels scrive: "Se, per esempio, nel nostro paese gli assiomi matematici sono perfettamente evidenti per un bambino di otto anni, senza nessun bisogno di ricorrere alla sperimentazione, non è che la conseguenza dell'eredità accumulata. Sarà al contrario molto difficile insegnarli a un boscimane o a un negro d'Australia". Ancora nel XX secolo, degli intellettuali socialisti, grandi ammiratori dell'Unione Sovietica, come H. G. Wells e Bernard Shaw, rivendicano il diritto per il socialismo di liquidare fisicamente le classi sociali che fanno ostacolo alla Rivoluzione o che la ritardano.

Nel 1933, nel periodico "The Listener", Bernard Shaw, facendo prova di un bello spirito di anticipazione, per rendere più rapida l'epurazione dei nemici del socialismo incita i chimici a "scoprire un gas umanitario che causa la morte istantanea e senza dolore, insomma un gas «civile» - mortale - ma umano, sprovvisto di crudeltà". Anche il boia nazista Adolf Eichmann, durante il processo a Gerusalemme, nel 1962, invocò in sua difesa il carattere umanitario dello zyklon B, che servi ad uccidere le vittime della Shoah.

Il nazismo e il comunismo hanno come tratto comune di volere una metamorfosi, una redenzione totale della società, e se possibile dell'umanità. Per questo, pensano di avere il diritto di annientare tutti i gruppi razziali o sociali che potrebbero essere un ostacolo, foss'anche in modo involontario e non cosciente - nel gergo marxista "oggettivamente" - , a questa sacra impresa di salvezza collettiva.

In questi giorni, mentre il dovere di memoria sembra un principio condiviso da tutti, Jean-François Revel, mostrando una verità nascosta, dimostra come sia più difficile applicare quello che è un suo indispensabile complemento, il dovere di verità".
da :
http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/comunismo/articolo.php?id=918&titolo=Marxismo:%20le%20radici%20del%20razzismo%20si%20trovano%20in%20Marx%20ed%20Engels

Postato da: giacabi a 10:44 | link | commenti (4)
comunismo, marx

domenica, 22 agosto 2010

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La religione è il sospiro dell’anima in
un mondo senz’anima

(C. Marx).

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marx

sabato, 20 giugno 2009

Il Cristianesimo visto da Marx
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«I pensieri e i cuori degli uomini non sono mai stati,da quando il mondo può pensare, così pieni di qualcosa e messi in movimento come dalle  idee della fede cristiana e dall'amore umanitario cristiano. Ciò ti apparirà chiaro se guarderai nelle tavole storiche dell’umanità. Così è accaduto che oggi tutto ciò che noi sintetizziamo sotto il nome della “nostra cultura”, riposi  in prima linea sul cristianesimo ».
Karl Marx lettera in occasione della cresima  del fratello Alfred


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cristianesimo, marx

martedì, 28 aprile 2009

La religione
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La religione è il sospiro dell´anima in un mondo senz´anima.
 C. Marx

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marx

lunedì, 08 dicembre 2008

L’ unione con Cristo dona letizia
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 “l’unione con Cristo dona un’elevazione interiore, conforto nel dolore, tranquilla certezza e cuore aperto all’amore del prossimo, ad ogni cosa nobile e grande, non già per ambizione né brama di gloria, ma solo per amore di Cristo, dunque l’unione con Cristo dona una letizia che invano l’epicureo nella sua filosofia superficiale, invano il più acuto pensatore nelle più riposte profondità del sapere, tentarono di cogliere; una letizia che solo può conoscere un animo schietto, infantile, unito a Cristo e attraverso di Lui a Dio, una letizia che innalza e più bella rende la vita”.
 Il giovanissimo Karl Marx.
Dal libro “Indagine su Gesù” (Rizzoli) di Antonio Socci 
Chi è Gesù? Perché nessuno, dopo duemila anni, si sottrae al suo fascino? Anche i “lontani” non sanno nascondere lo stupore, l’ammirazione e l’incanto per quest’uomo misterioso, potente e buono, unico al mondo, “il più bello fra i figli degli uomini”: da Marx a Renan, da Rousseau a Nietzsche, da Borges a Kafka, da Camus a Salvemini, da Kerouac a Pasolini, da un “persecutore” come Napoleone a una personalità come Gandhi, fino al libro dell’islam, il corano.

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marx, gesù

martedì, 15 aprile 2008

Se manca la Speranza
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§  «Agli amici marxisti che domandano da che parte sto, rispondo: voi e i vostri avversari e, naturalmente, io stesso stiamo tutti dalla stessa parte, la parte dove 'il deserto cresce'. Il deserto è la storia dell'Occidente. Ma lo sguardo che vede crescere il deserto, lo sguardo non appartiene ai deserto. Sta dall'altra parte».
§  Emanuele Severino, R.Bonacina, "La verità non è un cachet", in Il Sabato, 29 ottobre

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speranza, marx

lunedì, 17 dicembre 2007

 Non l’ideologia ma l’amore fa l’uomo
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"Io mi sento di nuovo un uomo, perché provo una grande passione, e la molteplicità in cui lo studio e la cultura moderna ci impigliano, e lo scetticismo con cui necessariamente siamo portati a criticare tutte le impressioni soggettive e oggettive, sono fatti apposta per renderci tutti piccoli e deboli e lamentosi e irresoluti. Ma l'amore non per l'uomo di Feuerbach, non per il metabolismo di Moleschott, non per il proletariato, bensì l'amore per l'amata, per te, fa dell'uomo nuovamente un uomo".
E' una frase di una lettera di Karl Marx alla moglie, datata 21 giugno 1856

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marx, ideologia

sabato, 01 dicembre 2007

L'errore fondamentale di Marx.
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«Marx ha descritto la situazione del suo tempo ed illustrato con grande capacità analitica le vie verso la rivoluzione non solo teoricamente: con il partito comunista, nato dal manifesto comunista del 1848, l'ha anche concretamente avviata. La sua promessa, grazie all'acutezza delle analisi e alla chiara indicazione degli strumenti per il cambiamento radicale, ha affascinato ed affascina tuttora sempre di nuovo. La rivoluzione poi si è anche verificata nel modo più radicale in Russia.
21. Ma con la sua vittoria si è reso evidente anche l'errore fondamentale di Marx. Egli ha indicato con esattezza come realizzare il rovesciamento. Ma non ci ha detto come le cose avrebbero dovuto procedere dopo. Egli supponeva semplicemente che con l'espropriazione della classe dominante, con la caduta del potere politico e con la socializzazione dei mezzi di produzione si sarebbe realizzata la Nuova Gerusalemme. Allora, infatti, sarebbero state annullate tutte le contraddizioni, l'uomo e il mondo avrebbero visto finalmente chiaro in se stessi. Allora tutto avrebbe potuto procedere da sé sulla retta via, perché tutto sarebbe appartenuto a tutti e tutti avrebbero voluto il meglio l'uno per l'altro. Così, dopo la rivoluzione riuscita, Lenin dovette accorgersi che negli scritti del maestro non si trovava nessun'indicazione sul come procedere. Sì, egli aveva parlato della fase intermedia della dittatura del proletariato come di una necessità che, però, in un secondo tempo da sé si sarebbe dimostrata caduca. Questa « fase intermedia » la conosciamo benissimo e sappiamo anche come si sia poi sviluppata, non portando alla luce il mondo sano, ma lasciando dietro di sé una distruzione desolante. Marx non ha solo mancato di ideare gli ordinamenti necessari per il nuovo mondo – di questi, infatti, non doveva più esserci bisogno. Che egli di ciò non dica nulla, è logica conseguenza della sua impostazione. Il suo errore sta più in profondità. Egli ha dimenticato che l'uomo rimane sempre uomo. Ha dimenticato l'uomo e ha dimenticato la sua libertà. Ha dimenticato che la libertà rimane sempre libertà, anche per il male. Credeva che, una volta messa a posto l'economia, tutto sarebbe stato a posto. Il suo vero errore è il materialismo: l'uomo, infatti, non è solo il prodotto di condizioni economiche e non è possibile risanarlo solamente dall'esterno creando condizioni economiche favorevoli.
22. Così ci troviamo nuovamente davanti alla domanda: che cosa possiamo sperare? È necessaria un'autocritica dell'età moderna in dialogo col cristianesimo e con la sua concezione della speranza. In un tale dialogo anche i cristiani, nel contesto delle loro conoscenze e delle loro esperienze, devono imparare nuovamente in che cosa consista veramente la loro speranza, che cosa abbiano da offrire al mondo e che cosa invece non possano offrire. Bisogna che nell'autocritica dell'età moderna confluisca anche un'autocritica del cristianesimo moderno, che deve sempre di nuovo imparare a comprendere se stesso a partire dalle proprie radici. Su questo si possono qui tentare solo alcuni accenni. Innanzitutto c'è da chiedersi: che cosa significa veramente « progresso »; che cosa promette e che cosa non promette? Già nel XIX secolo esisteva una critica alla fede nel progresso. Nel XX secolo, Theodor W. Adorno ha formulato la problematicità della fede nel progresso in modo drastico: il progresso, visto da vicino, sarebbe il progresso dalla fionda alla megabomba. Ora, questo è, di fatto, un lato del progresso che non si deve mascherare. Detto altrimenti: si rende evidente l'ambiguità del progresso. Senza dubbio, esso offre nuove possibilità per il bene, ma apre anche possibilità abissali di male – possibilità che prima non esistevano. Noi tutti siamo diventati testimoni di come il progresso in mani sbagliate possa diventare e sia diventato, di fatto, un progresso terribile nel male. Se al progresso tecnico non corrisponde un progresso nella formazione etica dell'uomo, nella crescita dell'uomo interiore (cfr Ef 3,16; 2 Cor 4,16), allora esso non è un progresso, ma una minaccia per l'uomo e per il mondo.»
BENEDETTO XVI  LETTERA ENCICLICA  SPE SALVI



Postato da: giacabi a 21:20 | link | commenti
comunismo, marx, benedettoxvi

martedì, 22 agosto 2006

Da: www.rassegnastampa.totustuus.it
IL GIOVANE  CRISTIANO KARL MARX
Nella sua prima gioventù Karl Marx si professava cristiano. La sua prima opera scritta è intitolata L'unione dei fedeli con Cristo. In essa leggiamo queste bellissime parole: « Attraverso l'amore di Cristo volgiamo al tempo stesso i nostri cuori verso i nostri fratelli che sono intimamente a noi legati e per i quali Egli dette se stesso in sacrificio ».2
Così Marx conosceva un modo perché gli uomini diventassero fratelli gli uni con gli altri: il Cristianesimo.
Egli continua: «L'unione con Cristo potrebbe dare un'intima elevazione, il conforto del dolore, una fiducia tranquilla e un cuore suscettibile all'amore umano, ad ogni cosa che sia nobile e grande, non per amore di ambizione e gloria, ma soltanto per amore di Cristo» 3.
Pressappoco nello stesso tempo, Marx scrive nella sua tesi Considerazioni di un giovane sulla scelta di una carriera: «La religione stessa ci insegna che l'Ideale verso il quale tutti tendono, sacrificò Se stesso per l'umanità, e chi mai oserà contestare questa aspirazione? Se abbiamo scelto la posizione nella quale possiamo compiere quanto è più possibile per Lui, allora non potremo mai essere schiacciati dal nostro fardello, perché sono soltanto sacrifici fatti per il bene di tutti» 4.
Finanche in un libro astruso di economia politica come Il Capitale, nel quale le considerazioni circa la religione sono ovviamente di scarsa importanza, il maturo ed anti-religioso Marx scrive, completamente fuori dal contesto,«Il Cristianesimo è la forma più idonea di religione» 5.
di R. Wurmbrand*

Note:
 1 Marx, Karl u. Friedrich Engels, Zur Kritik der Hegelschen Rechtphilosophie, Einleitung («Critica della filosofia del diritto Hegeliana», Introduzione), MEGA I, i (1), 607-608.
2 Rev. Paul Oestreicher, Sermons from Great St. Mary's, Londra, Fontana, 1969, 278-280. 3 Marx, Karl, Die Vereinigung der Glàubigen mit Christo («L'unione dei fedeli con Cristo»), MEW, Supplemento, Vol. I, 600.
4 Marx, Karl, Betrachtung eines Jùnglings bei der Wahl eines Berufes (« Considerazioni di un giovane sulla scelta di una carriera »), MEW, Suppl., Vol. I, 594. Anche in Payne, 34.
5 Marx, Karl, Das Kapital (« Il capitale »), New York, Cerf & Klopfer, The Modern Library,
*Richard Wurmbrand ha conosciuto direttamente il volto del "vero" comunismo ed ha sofferto, per la sua fede cristiana, quattordici anni di carcere nella Romania, suo paese natio. Il testo contenuto in questo documento è una riduzione dei capitoli più importanti del libro "L'altra faccia di Carlo Marx", di R. Wurmbrand, edito da EUN (Copyright 1984, tutti i diritti riservati).

marx, wurmbrant

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