La volontà di Dio
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Mi sono affidato completamente alla volontà di! Dio... Esiste forse un'altra possibilità per essere sereni? Relativamente sereni, perché non si può mai esserlo del tutto. Resterò
di buon animo, in qualunque modo vadano le cose, sapendo che comunque
si farà la volontà di Dio, che dispone sempre ogni cosa per il nostro
bene, anche quando tutto sembra precipitare....
Wolfgang Amadeus Mozart
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Postato da: giacabi a 21:06 |
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dio, mozart
Mozart esprime il genio del cristianesimo
Parte dell’ultima newsletter del grande Antonio Socci in www.antoniosocci.it
………Pur immerso in tutte le contraddizioni dell’epoca, pur con le sue ingenuità e i suoi errori, Mozart esprime il genio del cristianesimo.
E lo esprime non per affiliazione, perché non si è cattolici alla
stessa maniera in cui si è massoni o liberali o aderenti al Lyons o ai
Democratici di Sinistra. Il battesimo è tutt’altro. E’ un’appartenenza
di altro genere. Non c’entra niente nemmeno con la coerenza. Anzi, proprio
il più incallito peccatore, sprofondato nel vizio, può pronunciare la
più pura e vera delle parole cristiane: “salvami!”. Quello lì, è un
cristiano.
Lo dice Gesù stesso nel Vangelo. Ma io lo capii un giorno proprio dalle note di Mozart. Don Giussani ci fece venire le lacrime agli occhi. Eravamo settecento studenti universitari, in montagna. Lui ci “spiegava”la Messa da Requiem del grande Amadeus. Ci fece sentire il possente “Rex tramendae maiestatis”: era sconvolgente. Mozart
faceva intuire “fisicamente” cosa è l’Onnipotenza assoluta di Dio, la
sua totale sovranità sull’intero universo. E subito dopo questo immane
turbine, nel silenzio improvviso, flebile, quasi impercettibile, una
voce sussurra: “salva me”. “Ecco”, ci diceva don Gius, “questo è l’uomo. Un nulla che Dio ama. E questo è il cristianesimo: stendere la mano mendicante, dal proprio abisso, a Chi può tutto”.
Mozart come nessuno mai ha saputo cantare questa Misericordia infinita
che fa ridere e piangere al tempo stesso. Infatti diceva che “il
protestantesimo è roba per il cervello soltanto, perché i protestanti
non capiscono che cosa vuol dire ‘Agnus Dei qui tollis peccata mundi’
”. Il volto di questa Misericordia è quello del Figlio di Dio che si è
fatto macellare come un agnello sacrificale per noi. Karl Barth, grande
teologo protestante, che cominciava ogni giorno di lavoro con le musiche
del salisburghese, era ossessionato dal cattolicesimo di Mozart. Ne
percepiva la forza vittoriosa. Capiva che non era una affiliazione, ma
un cuore diverso, un essere diverso: “la musica di Mozart, a differenza di quella di Bach, non è un messaggio e non è, a differenza di quella di Beethoven, una confessione autobiografica”.
Essa, dice Barth, “allieta, rianima, consola”. Perché? Qual è il suo
“mistero”? Essa contiene tutto, “il cielo e la terra, la natura e
l’uomo, la commedia e la tragedia, la passione e la pace, la Vergine Maria
e i demoni, la messa solenne della Chiesa, il bizzarro cerimoniale dei
massoni e la sala da ballo, gli sciocchi e i saggi, i codardi e gli eroi
(veri e apparenti), i fedeli e gli infedeli, gli aristocratici e i
contadini, la pioggia e il sole”.
Ma tutto è abbracciato da un “mistero”. Mozart “non impone nulla a chi lo ascolta, lo rende solo libero, la gioia che sa comunicare nasce quando ci si abbandona a lui. Non si propone neppure di proclamare la lode di Dio, ma in realtà è questo che fa”. Perché fa sentire che è la misericordia di Dio che tutto abbraccia, tutto il cosmo e tutti i tempi. “Ognuno di quei Kyrie o Miserere che pure attaccano su note così basse” scrive Barth “è come sorretto dalla fiduciosa certezza che la misericordia invocata si è fatta già da tempo realtà. Benedictus qui venit in nomine Domini! Nella versione di Mozart è evidente che questa venuta si è già compiuta”.
Basta sussurrare: “salva me”. E tutto è già stato “pagato” da Cristo, tutto è già stato perdonato. Questa Misericordia è l’ultima parola sul mondo e sulle vicende umane. Mozart ce lo fa sentire.
Lo dice Gesù stesso nel Vangelo. Ma io lo capii un giorno proprio dalle note di Mozart. Don Giussani ci fece venire le lacrime agli occhi. Eravamo settecento studenti universitari, in montagna. Lui ci “spiegava”
Ma tutto è abbracciato da un “mistero”. Mozart “non impone nulla a chi lo ascolta, lo rende solo libero, la gioia che sa comunicare nasce quando ci si abbandona a lui. Non si propone neppure di proclamare la lode di Dio, ma in realtà è questo che fa”. Perché fa sentire che è la misericordia di Dio che tutto abbraccia, tutto il cosmo e tutti i tempi. “Ognuno di quei Kyrie o Miserere che pure attaccano su note così basse” scrive Barth “è come sorretto dalla fiduciosa certezza che la misericordia invocata si è fatta già da tempo realtà. Benedictus qui venit in nomine Domini! Nella versione di Mozart è evidente che questa venuta si è già compiuta”.
Basta sussurrare: “salva me”. E tutto è già stato “pagato” da Cristo, tutto è già stato perdonato. Questa Misericordia è l’ultima parola sul mondo e sulle vicende umane. Mozart ce lo fa sentire.
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