Nerone è ancora tra noi ***
Di Antonio Socci
Libero – 03/02/2009
Che
spettacolo. Ogni giorno valanghe di fango, da quei cannoni che sono i
mass media e i potenti di questo mondo, contro la Chiesa. Ogni giorno
oltraggi, calunnie, dileggi. E lei, bella, dolce, inerme, indifesa che
subisce cercando – come una madre premurosa – di proteggere i suoi figli
più piccoli dallo scandalo continuo. Come si fa a non amare questa
Chiesa, così vulnerabile, indifesa, così umanamente povera da rendere
evidentissimo che è sorretta dalla presenza formidabile di un Altro.
Altrimenti mai avrebbe potuto arrivare al XX secolo e abbracciare il
mondo intero e continuare a far innamorare tanti cuori di quel volto.
Del Salvatore.
Lei, la
Chiesa di Cristo, la Santa Chiesa, che ha subito fin dalla sua nascita
le più feroci persecuzioni e che nel XX secolo ha dovuto sopportare il
più oceanico macello della sua storia (45 milioni di credenti che hanno
perduto la vita, in modo diretto o indiretto a causa della loro fede:
dati provenienti da Oxford non dal Vaticano), lei che è stata perseguitata a tutte le latitudini, sotto
tutti i regimi (da quello della Cina dei Boxers di inizio secolo, a
quello massonico messicano, da quelli comunisti a quelli nazisti e
fascisti fino a quelli pagani e a quelli islamici), lei che ha subìto il
primo genocidio del Novecento, quello degli armeni. Ma non interessano a
nessuno i morti cristiani, le suore rapite, i missionari uccisi i
cristiani cacciati da tanti Paesi. E’ forse interessato a qualcuno il
lungo genocidio consumatosi a Timor Est o quello ventennale del Sudan ad
opera del regime jihadista contro i cristiani del Sud, con due milioni
di morti, quattro milioni di profughi e centinaia di migliaia di donne e
bambini catturati e venduti come schiavi al Nord? A nessuno. Se ne
accorse il New York Times nel 1998.
Ma
Gesù lo aveva detto: “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”, “hanno
perseguitato me, perseguiteranno anche voi”, “diranno ogni sorta di male
contro di voi per causa mia”, vi trascineranno davanti ai loro
tribunali, vi tortureranno, vi metteranno a morte. Infatti non ci si è
accontentati di macellare i cristiani: li si vuole anche infangati,
disonorati. Anche quando loro – vittime di tutte le ideologie
totalitarie – si sono presi cura, pressoché da soli, di altre vittime
come i loro fratelli ebrei, anche
quando il Papa Pio XII con migliaia di preti e suore, a rischio della
loro stessa vita (vedi padre Kolbe), minacciati loro stessi di morte,
hanno salvato centinaia di migliaia di poveri ebrei braccati da
quell’ideologia pagana che già faceva strage di cattolici polacchi,
anche dopo questa immensa e commovente impresa – che dopo la guerra fece
sgorgare i più sinceri ringraziamenti dei maggiori esponenti del mondo
ebraico e dei tanti salvati (anche esponenti politici avversi alla
Chiesa) – anche dopo un evento del genere in cui la Chiesa pressoché da
sola (come scrisse Albert Einstein) si oppose al Satana pagano
hitleriano, anche dopo ciò alla Chiesa tocca l’onta dell’accusa di
razzismo, ideologia biologista che è l’esatto opposto del cattolicesimo e che è nata proprio in odio al cristianesimo…
Ma
questa sembra essere la sua sorte: la stessa di Gesù. L’odio del mondo.
La mano assassina non è arrivata a colpire perfino il Papa stesso in
piazza San Pietro? E
già sul suo predecessore, Pio XII, non gravava un progetto di
deportazione da parte dei nazisti? E un altro predecessore non era stato
già deportato, 150 anni prima, da Napoleone?
Del
resto perfino nella democrazie – se proprio non vogliamo ricordare il
bagno di sangue cristiano che fu la Rivoluzione francese o le feroci
persecuzioni della conquista piemontese (più di 60 vescovi italiani
arrestati
o
esiliati, migliaia di frati e suore cacciati dai loro conventi e la
Chiesa espropriata di tutto) – perfino nelle democrazie, dicevo, la
Chiesa è odiata, perseguitata.
C’è qualcuno che ricordi come nella Inghilterra madre della democrazia (quella che proprio dalla Chiesa aveva imparato da democrazia con la Magna Charta) oggi,
a 500 anni dalla svolta anglicana (imposta da un re tiranno) è ancora
proibito a un cattolico diventare cancelliere? Blair ha dovuto
aspettare, a dare la notizia della sua conversione, di aver perduto la
carica. Pensate se vigesse un’analoga proibizione – che so – per gli
atei o gli ebrei, o gli islamici…
E
perfino negli Usa si è dovuto aspettare duecento anni perché un
cattolico, nel 1960, diventasse presidente americano. E quante
rassicurazioni dovette dare Kennedy, attaccato proprio in quanto
cattolico che – come tale – non doveva andare alla Casa Bianca (in ogni
caso fece subito una brutta fine e nessun cattolico più ci è tornato).
Ma,
si sa, è proibito guardare la storia per quello che è. Sempre e solo
sul banco degli accusati devono stare i cattolici. Ciononostante la
Chiesa non fa mai vittimismo, non polemizza, non si perde in discussioni
e controversie. Addirittura per volere di quel grandissimo Papa che è
stato Giovanni Paolo II, che pure aveva provato sulla sua pelle sia la
persecuzione nazista, che quella comunista e infine le pallottole di Ali
Agca, arrivò quel gesto inaudito, stupendo che fu il grande “mea culpa”
dell’Anno Santo: dalla Chiesa di Roma, che avrebbe avuto tutti i
titoli, alla fine del Novecento, per puntare il dito su tutti i poteri e
le ideologie del mondo che l’avevano straziata, venne questo struggente
atto di umiltà, perché il mondo sapesse, capisse, che ai
cristiani non interessa rivendicare meriti, né interessa aver ragione,
ma – riconoscendosi peccatori, ultimi fra gli uomini e veramente indegni
del dono che hanno avuto da Dio – a loro interessa solo indicare quel
volto bellissimo che ci salva, in cui Dio si è fatto carne ed è venuto a
salvarci.
Con
il cui amore (cantato attraverso duemila anni di bellezza dagli artisti
cristiani) hanno insegnato all’umanità a prendersi cura dei sofferenti,
dei derelitti, coprendo il mondo di opere di carità e di ospedali. E
ancora oggi, come sempre, la Chiesa quasi da sola, sentendo tutti gli
uomini come suoi figli (anche coloro che la odiano), premurosamente fa sentire la sua voce contro l’immane massacro delle vite più indifese e innocenti (un miliardo in 40 anni), contro le risorgenti ideologie della morte, contro l’orrore della fame, dell’industria della guerra, contro l’odio che dilania i cuori e il mondo, contro tutte le violenze.
Ma
ancora una volta la Chiesa è per questo vilipesa, oltraggiata,
infangata, derisa (ora accusata falsamente di tacere, ora accusata dagli
stessi di parlare: sempre in ogni caso odiata). Che spettacolo! Come si
fa a non accorgersi che è veramente una cosa dell’altro mondo in questo
mondo. E’ divina. Così la considerò uno dei suoi persecutori, arrivato
alla fine della vita, nell’esilio di Sant’Elena, Napoleone
Bonaparte: “Tra il cristianesimo e qualsiasi altra religione c’è la
distanza dell’infinito. Conosco gli uomini e vi dico che Gesù non è
(solo) un uomo…”.
I
pensieri del Bonaparte, riportati in “Conversazioni religiose” (Editori
riuniti), sono di questo tenore: “Tutto di Gesù mi sorprende. Il suo
spirito mi supera e la sua volontà mi confonde. Tra lui e qualsiasi
altra persona al mondo non c’è possibilità di paragone. E’ veramente un
essere a parte... E’ un mistero insondabile… Cerco invano nella storia
qualcuno simile a Gesù Cristo o qualcuno che comunque si avvicini al
Vangelo… Nel suo caso tutto è straordinario…. Anche gli empi non hanno
mai osato negare la sublimità del Vangelo che ispira loro una specie di
venerazione obbligata! Che gioia procura questo libro!”. “Dal primo
giorno fino all’ultimo, egli è lo stesso, sempre lo stesso, maestoso e
semplice, infinitamente severo e infinitamente dolce… Che parli o che
agisca, Gesù
è luminoso, immutabile, impassibile…”. “Gesù è il solo che abbia osato
tanto. E’ il solo che abbia detto chiaramente e affermato senza
esitazione egli stesso di sé: io sono Dio…”.
Napoleone constata il suo potere divino nei fatti storici: “Voi
parlate di Cesare e di Alessandro, delle loro conquiste e
dell’entusiasmo che seppero suscitare nel cuore dei soldati” osservava
Napoleone “ma quanti anni è durato l’impero di Cesare? Per quanto tempo
si è mantenuto l’entusiasmo dei soldati di Alessandro?”.
Invece
per Cristo “è stata una guerra, un lungo combattimento durato trecento
anni, cominciato dagli apostoli e proseguito dai loro successori e
dall’onda delle generazioni cristiane. Dopo san Pietro i trentadue
vescovi di Roma di Roma che gli sono succeduti sulla cattedra hanno,
come lui, subito il martirio. Durante i tre secoli successivi, la
cattedra romana fu un patibolo che procurava sicuramente la morte a chi
vi veniva chiamato… In questa guerra tutti i re e tutte le forze della
terra si trovano da una parte, mentre dall’altra non vedo nessun
esercito, ma una misteriosa energia, alcuni uomini sparpagliati qua e là
nelle varie parti del globo e che non avevano altro segno di
fratellanza che una fede comune nel mistero della Croce… Potete
concepire un morto che fa delle conquiste con un esercito fedele e del
tutto devoto alla sua memoria? Potete concepire un fantasma che ha
soldati senza paga, senza speranza per questo mondo e che ispira loro la
perseveranza e la sopportazione di ogni genere di privazione?... Questa
è la storia dell’invasione e della conquista del mondo da parte del
cristianesimo… I popoli passano, i troni crollano e la chiesa rimane!
Quale è, dunque, la forza che mantiene in piedi questa chiesa, assalita
dall’oceano furioso della collera e dell’odio del mondo? Qual è il
braccio, dopo diciotto secoli, che l’ha difesa dalle tante tempeste che
hanno minacciato di inghiottirla?”
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Postato da: giacabi a 19:07 |
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chiesa, socci, napoleone
Gesù Cristo
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« Come mai, quindi, un ebreo, la cui esistenza storica è testimoniata con piu sicurezza di tutte quelle del tempo in cui visse, lui
solo, figlio di un falegname, si presenti subito come Dio stesso, come
l'essere per eccellenza, come il creatore degli esseri. Egli si arroga ogni forma di adorazione.
Costruisce il suo culto con le sue mani, non con le pietre ma con gli
uomini. Ci si esalta davanti alle conquiste di Alessandro! Ebbene, ecco
un conquistatore che confisca a proprio vantaggio, che unisce, che
aggrega a sé non una nazione ma la specie umana. Che miracolo! L'anima
umana con tutte le sue facoltà diventa un'appendice dell'esistenza di
Cristo.
E
in che modo accade questo? Con un prodigio che supera ogni prodigio.
Egli vuole l'amore degli uomini, vuole, cioè, la cosa al mondo piu
difficile da ottenere. Ciò che un saggio domanda inutilmente a qualche
amico, ciò che un padre chiede ai suoi figli, la sposa al suo sposo, un
fratello al fratello, in una parola il cuore, questo e ciò che egli
vuole per sè. Lo esige m forma assoluta e immediatamente lo ottiene. Così egli conferma ai miei occhi la sua natura divina. Alessandro, Cesare, Annibale, Luigi XIV, con tutto il loro genio hanno fallito su questo punto. Hanno conquistato il mondo e non sono riusciti ad avere un amico»
Napoleone,Conversazioni religiose Editori Riuniti
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Postato da: giacabi a 21:00 |
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gesù, napoleone
Maometto
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Senza dubbio Maometto proclama l’unità di Dio. Questa verità è l’essenza e il dogma principale della sua religione. Lo riconosco, ma tutti sanno che egli lo afferma a partire da Mosè e dalla tradizione ebraica. Lo
spirito di Maometto, o piuttosto la sua immaginazione, ha pagato il
prezzo di tutti gli altri dogmi del Corano, libro pieno di confusione e
di oscurità, di un riformatore appassionato che si tormenta per
risolvere con il genio delle questioni che sono piu alte del genio e che
non arriva ad altro che a degli errori grossolani, tanto è vero che non
è dato a nessuno, neppure a un grand'uomo, di poter dire niente di
soddisfacente su Dio, sul paradiso e sulla vita futura, se Dio stesso
non lo istruisce preventivamente!
Maometto, quindi, è vero soltanto quando si appoggia sulla Bibbia e sul sentimento innato della fede in Dio. .
Per
tutto il resto il Corano non è davvero altro che un sistema ardito di
dominio e di invasione politica.Ovunque in Maometto si scopre l'uomo
ambizioso, il vile adulatore di tutte le passioni piu care al cuore
degli uomini! Come carezza la carne, che spazio riserva alla sensualità!
Vuole
portare l'Arabo verso la verità di Dio, oppure verso la seduzione di
tutte le gioie permesse in que- sta vita e promesse come speranza e
ricompensa nell'altro?
Bisognava
conquistare un popolo. l'appello alle passioni era, dunque, necessario.
Ebbene, vi è riuscito! Ma la causa del suo trionfo sarà la causa della
sua rovina. Presto o tardi la mezzaluna sparirà dalla scena del mondo e
la Croce vi rimarrà!
La
sensualità in ultima analisi uccide le nazioni, cosi come uccide gli
individui che sono cosi folli da farne il fondamento della loro
esistenza!Questo falso profeta, inoltre, si rivolge a una sola nazione, e
ha sentito il bisogno, di giocare due ruoli, il ruolo politico e quello
religioso. Egli ha effettivamente conquistato e posseduto tuttà' la
potenza del primo. Quanto al secondo, se ne ha avuto il prestigio non ne
ha avuto la sostanza. Non ha mai fornito prove della divinità della sua
missione. Una
o due volte vuole misurarsi con un miracolo e fallisce miseramente.
Nessuno crede ai suoi miracoli, perché Maometto stesso non ci credeva e
questo prova che non è poi cosi facile come si immagina di imporsi in
questo modo.
Se
a Maometto si addice bene il titolo di impostore, esso ripugna talmente
a quello di Cristo che credo che nessun nemico del cristianesimo abbia
mai osato attribuirglielo!
E tuttavia non c'è una via di mezzo: Cristo o è un impostore o è Dio.
Napoleone,Conversazioni religiose Editori Riuniti
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Postato da: giacabi a 11:24 |
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islam, napoleone
Gesù Cristo
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«Conosco gli uomini e vi dico
che Gesù non è un uomo.
Gli spiriti superficiali scorgono una somiglianza tra il Cristo e i
fondatori di Imperi, i conquistatori e le divinità di altre religioni.
Questa somiglianza non esiste. Tra il cristianesimo e qualsiasi altra religione c'è la distanza dell'infinito.»
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Postato da: giacabi a 14:06 |
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cristianesimo, gesù, napoleone
Il Creatore
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“Si,
esiste una causa divina, una ragione sovrana, un essere infinito.
Questa causa è la causa delle cause; questa ragione è la ragione
creatrice dell'intelligenza. Esiste un essere infinito, a paragone del quale, generale Bertrand, non siete che un atomo; a
paragone del quale io, Napoleone, con tutto il mio genio, sono un vero
niente, un puro nulla, mi capite? Lo sento questo Dio... lo vedo... ne.
ho bisogno, credo in lui... Se voi non lo sentite, se non voi non ci credete, ebbene, tanto peggio per voi.”
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Postato da: giacabi a 19:27 |
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dio, napoleone
Il cristianesimo soddisfa completamente la ragione
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“Fondata sulla Bibbia, questa dottrina spiega meglio di ogni altra le tradizioni del mondo. Le chiarisce e gli altri dogmi vi si raccordano strettamente come gli anelli ben fermati della stessa catena. L'esistenza
del Cristo è da un capo all'altro un tessuto misterioso, lo ammetto. Ma
questo mistero risponde a delle difficoltà che si ritrovano in tutte le
esistenze. Rifiutatele e il mondo diventa un enigma. Accettatele e
avrete una soluzione ammirevole della storia umana.
Il cristianesimo ha un vantaggio su tutti i filosofi e su tutte le religioni. I cristiani non si fanno illusioni sulla natura delle cose. Ad
essi non si può rimproverare né la sottigliezza, né la ciarlataneria
degli ideologi, che hanno creduto di risolvere il grande enigma delle
questioni teologiche con delle inutili dissertazioni su questi grandi
argomenti. Insensati, la cui follia rassomiglia a quella di un bambino
che vuole toccare il cielo con la mano o che chiede la luna come
giocattolo e curiosità! Il
cristianesimo dice con semplicità: "Nessun uomo ha visto Dio, se non è
egli stesso Dio. Dio ha rivelato ciò che egli è: la sua Rivelazione è un
mistero che né la ragione né lo spirito possono concepire. Ma poiché
Dio ha parlato, bisogna credere". Questo è di grande buon senso.
Il
Vangelo possiede una virtù segreta, un non so che affascina il cuore.
Nel meditarlo si prova la stesso sentimento che a contemplare il cielo. Il
Vangelo non è un libro, è un essere vivente, con una capacità di
azione, con una potenza che invade tutto quello che si oppone alla sua
espansione. Eccolo su questo tavolo, questo che è il libro per eccellenza (e qui l'Imperatore lo sfiora con rispetto). Non mi stanco mai di leggerlo, ogni giorno e sempre con lo stesso piacere.
Il
Cristo non muta. Non esita mai nel suo insegnamento e la sua più
piccola affermazione ha un'impronta di semplicità e di profondità che
cattura l'ignorante e il sapiente, per poco che vi prestino la loro
attenzione. Da
nessuna parte si ritrova questa serie di belle idee, di belle massime
morali, che sfilano come battaglioni della milizia celeste e producono
nel nostro animo lo stesso sentimento che si prova considerando la
.distesa infinita del cielo quando, in una bella notte d'estate,
risplende di tutta la luce degli astri. Non
soltanto il nostro spirito è occupato, ma è dominato da questa lettura e
l'anima con questo libro non corre mai il rischio di smarrirsi. Una
volta diventato padrone del nostro spirito, il fedele Vangelo ci ama. Dio stesso è nostro amico, nostro padre e veramente nostro Dio. Una madre non ha maggior cura per il bambino che allatta. L'anima,
sedotta dalla bellezza del Vangelo, non si appartiene piu, Dio se ne
impadronisce d'un tratto, ne dirige i pensieri e tutte le facoltà. Essa
gli appartiene interamente.
Quale
prova della divinità di Cristo! Con un dominio cosi assoluto non ha
avuto che un unico scopo, il miglioramento spirituale degli individui,
la purezza della coscienza, l'unione a ciò che è vero, la santità
dell'anima, Ecco una vera religione e vi riconosco un pontefice.
Ciò che strappa la convinzione sono tutti i vantaggi e la felicità che derivano da una simile credenza. L'uomo che crede è felice!
Voi ignorate che cosa vuol dire "' credere! Credere è vedere Dio perché
si hanno gli occhi fissi su di lui! Felice chi crede! Non tutti
credono, Questo è il cristianesimo, che soddisfa completamente la ragione che
ne posseggono il principio originario, che spiega se stesso con una
rivelazione dall'alto e che spiega poi mille difficoltà che non hanno
altra soluzione possibile se non grazie alla fede.”
Napoleone,Conversazioni religiose Editori Riuniti
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