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sabato 18 febbraio 2012

nazismo


« Fucilateli tutti! »
***
La prima fase della Shoah raccontata dai testimoni
di:Patrick Desbois(sacerdote cattolico)
 
Father Patrick Desbois
Giornata della memoria Qui i nazisti non ricorsero alle camere a gas, ma a fucilazioni di massa nei boschi
Padre Desbois disseppellisce la «Shoah delle pallottole»
Un prete francese riscrive la storia dell' Olocausto in Ucraina I testimoni: «Sul bordo della fossa era stata sistemata una scala. Ad uno ad uno, completamente nudi, scendevano i gradini e si sdraiavano sui corpi di quelli che erano stati uccisi prima di loro»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI - Il viaggio nella memoria, Patrick Desbois, prete francese, l' ha cominciato nell' infanzia. «Da bambino, mio nonno raccontava gli anni della prigionia in Ucraina. Quando veniva portato fuori dalla cella, per le ore di lavoro forzato, assisteva tutti i giorni a esecuzioni sommarie di ebrei». Dopo un' esperienza di professore di matematica nell' Alto Volta, Patrick Desbois, oggi cinquantenne, decise di entrare in seminario. Ordinato sacerdote, ha speso gli ultimi dieci anni alla ricerca di tracce e testimonianze che confermassero il racconto del nonno. «Ho sempre sentito la Shoah come un dovere e una responsabilità». Il viaggio nella memoria si è trasformato in missione di giustizia ed eccezionale risultato storico, perché alza il velo su un capitolo dell' Olocausto quasi ignorato e mai documentato nelle sue spaventose dimensioni: la scomparsa di un milione e mezzo di ebrei dall' Ucraina occupata dai nazisti. E' uno sterminio sistematico e pianificato, ma il sistema è più rapido e tecnicamente meno complicato delle camere a gas: la fucilazione di massa. «Quando si parla di fucilazione, si è portati a immaginare azioni improvvise e condizionate dagli avvenimenti bellici. Invece - racconta padre Desbois - ho potuto accertare che i nazisti verificavano identità dei prigionieri e origini etniche della popolazione locale prima di passare all' azione. I carnefici erano le truppe speciali inviate a questo scopo da Himmler, ma una parte della popolazione locale fu costretta a collaborare allo sterminio. C' erano gli addetti al trasporto dei cadaveri o alla preparazione delle fosse e ragazzi incaricati di raccogliere i denti d' oro e gli abiti dei morti. I prigionieri ebrei venivano ammassati nei boschi o al centro dei villaggi. Per tenerli tranquilli, girava la voce che si stava preparando un grande trasferimento in Palestina. Fra i civili ucraini, chi non ubbidiva o addirittura nascondeva ebrei veniva condannato a morte. Ma ci sono state uccisioni di ebrei ancor prima che i nazisti occupassero l' Ucraina». Dopo diversi viaggi in Ucraina, con una piccola troupe di interpreti ed esperti balistici, dopo centinaia di interviste di ultimi sopravvissuti e analisi di documenti che, fino alla dissoluzione dell' Unione Sovietica, erano occultati o inaccessibili, padre Desbois ha localizzato 2.200 luoghi di sterminio - fosse comuni, canali, cimiteri, boschi - e condotto un' inchiesta dettagliata su 600. «Il lavoro continua. Ogni viaggio aggiunge pezzi di questo orrendo mosaico. Ho anche trovato un cimitero di prigionieri italiani fucilati - racconta -. All' inizio mi sembrava un' impresa impossibile. I sopravvissuti sono pochi e ancora meno quelli disposti a parlare. L' Ucraina ha subito anche le deportazioni staliniane e fino agli anni Ottanta ci sono stati processi e fucilazioni per collaborazione con il nazismo. La propaganda sovietica non metteva nel conto gli ebrei, ma parlava in generale di vittime civili. Mi hanno aiutato preti locali, sindaci di villaggi sperduti. Poi, a poco a poco, il velo si è squarciato, la gente ha cominciato a ricordare l' orrore: "Dovevamo preparare il pranzo per i soldati incaricati delle esecuzioni. Loro mangiavano sul bordo della fossa e sparavano. Alla fine del pranzo c' erano un migliaio di ebrei in meno", questo è ad esempio il racconto di una donna che lavorava alla mensa. Un altro mi ha raccontato che un ufficiale accompagnava la fucilazione con un' armonica. E' stato incredibile ritrovare quell' armonica dove c' era la fossa comune». Tutto è stato verificato, filmato in 700 ore di registrazione e repertoriato. La «Shoah delle pallottole» è stata presentata in una mostra a Parigi e raccontata da padre Desbois in un libro («Porteur de memoires», ed. Michel Lafon) in cui sono raccolte le testimonianze più significative. «Sul bordo della fossa era stata sistemata una scala. Gli ebrei del villaggio dovevano spogliarsi. Ad uno ad uno, famiglia dopo famiglia, completamente nudi, scendevano i gradini e si sdraiavano sui corpi di quelli che erano stati fucilati prima di loro. C' erano uomini, donne e bambini. Un poliziotto tedesco, di nome Humpel, marciava sui corpi e sparava un colpo alla nuca. Indossava un camice bianco, forse per proteggere la divisa dagli schizzi di sangue. Poi risaliva la scala, prendeva un sorso di grappa e ricominciava. Il massacro è durato una giornata intera. Humpel uccise tutti gli ebrei del villaggio. Da solo». Le imprese del soldato Humpel sono ricordate da due sorelle ucraine, Vira e Luba, anziane abitanti del villaggio di Senkivishvka. «I partigiani poi uccisero il soldato Humpel», ricordano. «Sono un prete cattolico, cresciuto nella Bresse. Come sono arrivato fin qui per ascoltare il racconto di poveri contadini su quanto accaduto nei loro villaggi? Come è stato possibile che il sentiero della mia infanzia s' intrecciasse con il racconto dei crimini nazisti? È ciò che provo a raccontarvi in queste pagine», scrive padre Desbois nella prefazione. «Balbettando», aggiunge.
Nava Massimo
Pagina 19
(27 gennaio 2008) - Corriere della Sera

Postato da: giacabi a 20:22 | link | commenti
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« Fucilateli tutti! »
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La prima fase della Shoah raccontata dai testimoni
di:Patrick Desbois(sacerdote cattolico)
«Fucilateli tutti!». La prima fase della Shoah raccontata dai testimoni 
«Fucilateli tutti!». La prima fase della Shoah raccontata dai testimoni un libro di Patrick Desbois Tra il 1941 e il 1944, circa un milione e mezzo di ebrei che vivevano in Ucraina, in seguito all'invasione tedesca dell'Unione sovietica, sono stati assassinati mediante fucilazione. Soltanto una minoranza di questi ebrei è stata deportata nei campi di sterminio nazisti. La quasi totalità è morta sotto il tiro delle pallottole degli Einsatzgruppen (unità mobili SS di massacro), delle Waffen-SS, della polizia nazista o dei suoi collaboratori dell'Est europeo. Il fenomeno della Shoah per fucilazione, conosciuto e raccontato dagli storici, nelle sue linee essenziali, ma noto anche alle truppe alleate, non è mai stato ricostruito in modo sistematico, ed è rimasto fino a oggi poco studiato. Padre Patrick Desbois nel giugno del 2002 comincia a ripercorrere le tracce e i luoghi di questo Olocausto per fucilazione, fino a quel momento ignorato. Villaggio dopo villaggio ritrova e intervista i testimoni di terrificanti massacri, riscopre le fosse comuni, nelle quali porta alla luce bossoli di fucili e di mitragliatrici, ossa di uomini, donne e bambini assassinati, così come molti oggetti personali non corrosi dal tempo. In questo modo, raccoglie le prove dell'assassinio selvaggio di centinaia di migliaia di ebrei. Indaga, al tempo stesso, sul fenomeno inquietante del collaborazionismo e fa riemergere dal buio e dal silenzio parole di testimonianza che restituiscono una giusta sepoltura a coloro che furono travolti dalla furia omicida del progetto


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