La vera conversione
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"Cos'è
quindi quello che manca a noi, che professiamo la religione? Lo ripeto: ci
manca la disponibilità ad essere cambiati'. La disponibilità a sopportare (se
posso usare questa parola) che Dio
onnipotente ci cambi. Non ci piace abbandonare il nostro vecchio io e, in
tutto o in parte, nonostante ci sia offerto gratuitamente, rimanendo attaccati
al nostro modo di vedere e di agire. Ma quando qualcuno si rivolge a Dio per
essere salvato, secondo me, l'essenza della vera
conversione è consegnare se stessi, senza riserve, senza condizioni.
Questa però è un'affermazione che molte persone che si volgono a Dio non
riescono ad accettare. Desiderano essere
salvate, ma a modo loro; desiderano arrendersi alle loro condizioni, portar via
con sé i propri beni; il vero spirito di fede, al contrario, porta una persona
a staccare lo sguardo da se stessa, per volgerlo verso Dio, la porta a non
preoccuparsi dei propri desideri, delle proprie abitudini, della propria
importanza o dignità, dei propri diritti o opinioni, fino a poter
sinceramente dire: 'Parla, o Signore, perché il tuo servo ti ascolta' (1 Sam
3,9). Il profeta Isaia dice: 'Eccomi, manda me!' (Is 6,8). E ancora più
pertinenti sono le parole di san Paolo quando fu fermato sulla via di Damasco,
dalla visione miracolosa: 'Signore, che cosa vuoi che io faccia?' (At 22,10).
Questa è la vera voce di chi si consegna totalmente: 'Signore, che cosa vuoi
che io faccia? Conducimi secondo la tua volontà; comunque sia, piacevole o
dolorosa, io la farò'".
Card.Newman
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