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sabato 18 febbraio 2012

Newman


La  vera conversione
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"Cos'è quindi quello che manca a noi, che professiamo la religione? Lo ripeto: ci manca la disponibilità ad essere cambiati'. La disponibilità a sopportare (se posso usare questa parola) che Dio onnipotente ci cambi. Non ci piace abbandonare il nostro vecchio io e, in tutto o in parte, nonostante ci sia offerto gratuitamente, rimanendo attaccati al nostro modo di vedere e di agire. Ma quando qualcuno si rivolge a Dio per essere salvato, secondo me, l'essenza della vera conversione è consegnare se stessi, senza riserve, senza condizioni. Questa però è un'affermazione che molte persone che si volgono a Dio non riescono ad accettare. Desiderano essere salvate, ma a modo loro; desiderano arrendersi alle loro condizioni, portar via con sé i propri beni; il vero spirito di fede, al contrario, porta una persona a staccare lo sguardo da se stessa, per volgerlo verso Dio, la porta a non preoccuparsi dei propri desideri, delle proprie abitudini, della propria importanza o dignità, dei propri diritti o opinioni, fino a poter sinceramente dire: 'Parla, o Signore, perché il tuo servo ti ascolta' (1 Sam 3,9). Il profeta Isaia dice: 'Eccomi, manda me!' (Is 6,8). E ancora più pertinenti sono le parole di san Paolo quando fu fermato sulla via di Damasco, dalla visione miracolosa: 'Signore, che cosa vuoi che io faccia?' (At 22,10). Questa è la vera voce di chi si consegna totalmente: 'Signore, che cosa vuoi che io faccia? Conducimi secondo la tua volontà; comunque sia, piacevole o dolorosa, io la farò'".
Card.Newman

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