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sabato 18 febbraio 2012

oresme


Nicola d'Oresme
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Nicole Oresme
Vescovo della Chiesa cattolica Nato Ordinato sacerdote Consacrato vescovo Ruoli ricoperti vescovo di Lisieux dal 1377 al 1382 Deceduto Nicole Oresme conosciuto anche come Nicolas Oresme, Nicola d'Oresme o Nicolas d'Oresme (1323 – 11 luglio 1382) è stato un matematico, fisico, astronomo e economista, filosofo, psicologo e musicologo francese. Fu uno dei più famosi e influenti pensatori del tardo Medioevo; fu inoltre un teologo appassionato, traduttore competente, influente consigliere di re Carlo V di Francia e vescovo di Lisieux. Viene considerato uno dei principali fondatori e divulgatori delle scienze moderne e uno dei più originali pensatori del XIV secolo, è considerato un filosofo della Scolastica. Indice [nascondi] * 1 La vita di Oresme * 2 L'attività scientifica di Oresme o 2.1 Matematica o 2.2 Altro sul pensiero di Nicola d'Oresme o 2.3 Musicologia o 2.4 Psicologia o 2.5 Filosofia Naturale o 2.6 Fisica * 3 Note * 4 Bibliografia * 5 Voci correlate * 6 Altri progetti * 7 Collegamenti esterni La vita di Oresme [modifica] Nicole Oresme: Perciò, io davvero non so niente, tranne che saper di non sapere.
Oresme nacque intorno al 1320-1325 nel villaggio di Allemagne ([1], oggi Fleury-sur-Orne) vicino a Caen, nella diocesi di Bayeux in Normandia. Non si sa praticamente nulla della sua famiglia. Il fatto che Oresme frequentasse il Collegio di Navarre, patrocinato e sovvenzionato dalla famiglia reale, un'istituzione per studenti troppo poveri per pagarsi gli studi presso l'Università di Parigi, lascerebbe supporre che provenisse da una famiglia di contadini. Oresme studiò le “artes” a Parigi (prima del 1342), insieme a Jean Buridan (il cosiddetto fondatore della Scuola Francese di filosofia naturale), ad Alberto di Sassonia e forse a Marsilio di Inghen, e lì ricevette il Magister Artium. Una lettera papale ritrovata recentemente, relativa ad un provvedimento che garantiva a Oresme il diritto ad un beneficio, comprova che era già un maestro reggente nelle arti dal 1342. Questo datare così precocemente la laurea nelle arti di Oresme lo colloca geograficamente a Parigi durante la crisi della filosofia naturale di Guglielmo di Ockham. Nel 1348 era uno studente di teologia a Parigi; nel 1356 conseguì il titolo di dottore e nello stesso anno divenne Gran Maestro (grand-maître) del Collegio di Navarre. Molti dei suoi trattati in latino più meditati risalgono a prima del 1360 e mostrano che Oresme era già un filosofo scolastico affermato e con la più alta reputazione; questo attirò l'attenzione della famiglia reale e lo mise in stretto contatto con il futuro Carlo V di Francia nel 1356. A partire dal 1356, durante la prigionìa del padre, Giovanni II, in Inghilterra, Carlo agì come regnante e dal 1364 al 1380, come Re di Francia. Il 2 novembre 1359, Oresme divenne segretario del Re, "secretaire du roi", e nel periodo seguente sembra fosse nominato cappellano e consigliere del Re. Secondo una lunga tradizione, Oresme fu anche il tutore del delfino (che più tardi divenne Carlo V), ma la cosa non è certa. Carlo sembra abbia avuto la più alta stima per il carattere e il talento di Oresme, spesso seguì i suoi consigli e gli commissionò molte opere in francese allo scopo di divulgare le scienze e il gusto per la cultura in tutto il regno. Su insistenza di Carlo, Oresme pronunciò un discorso davanti alla corte papale di Avignone, denunciando il disordine ecclesiastico di quel tempo. Si può dire, senza tema di smentita, che Oresme fu per tutta la vita un amico intimo e consigliere di Re Carlo, "Le Sage", fino alla morte di questi nel 1380. La sua influenza sulla politica progressista, economica, etica e filosofica di Carlo fu probabilmente molto forte, ma un'approfondita indagine di questi fatti non è stata ancora compiuta. Oresme fu la persona più importante di una stretta cerchia di intellettuali alla corte di Carlo, quali Raoul de Presle, Philippe de Mézières. La fiducia da parte del re nelle capacità di Oresme è evidenziata dal fatto che il gran maestro di Navarre fu inviato dal "delfino" a chiedere un prestito alle autorità municipali di Rouen nel 1356 e nuovamente nel 1360. Nel 1361, con il sostegno di Carlo, mentre era ancora gran maestro di Navarre, Oresme fu nominato arcidiacono di Bayeux. È noto che Oresme, fervente filosofo scolastico, abbandonò mal volentieri l'interessante posto di gran maestro. Il 23 novembre 1362, l'anno in cui divenne maestro di teologia, Oresme fu nominato canonico della Cattedrale di Rouen. All'epoca di questa nomina, insegnava ancora regolarmente presso l'Università di Parigi. Il 10 febbraio 1363, fu nominato canonico alla Saint Chapelle, ricevette una semiprebenda e il 18 marzo 1364 fu elevato alla posizione di decano della Cattedrale di Rouen. È probabile che la mano regale di Giovanni II, padre di Carlo, fu influenzata dai suggerimenti del delfino, visti i frequenti cambiamenti di posizione di Oresme.[4] Durante lo svolgimento dei diversi ruoli a lui assegnati di volta in volta nella cattedrale di Rouen (1364-1377), Oresme trascorse molto tempo a Parigi, specialmente per occuparsi degli affari dell'Università. Sebbene molti documenti attestino la presenza di Oresme a Parigi, tuttavia, non possiamo altresì affermare che egli insegnasse anche là a quell'epoca. Con l'inizio delle prolungate attività di traduzione di Oresme su richiesta di Carlo V, egli risiedette in modo continuativo a Parigi, come è provato dalle lettere datate dal 28 agosto all'11 novembre 1372, inviate da Carlo a Rouen. La permanenza di Oresme a Parigi sembra esser stata prolungata da Carlo fino al 1380, quando Oresme iniziò a lavorare alla sua traduzione dell'Etica di Aristotele nel 1369, che sembra sia stata completata nel 1370. La traduzione della Politica e della Economia di Aristotele sembra essere stata completata tra il 1372 e il 1374, il De caelo et mundo nel 1377. Oresme ricevette una pensione dalla tesoreria reale agli inizi del 1371 come ricompensa per il suo grande lavoro. Grazie all'infaticabile lavoro svolto per Carlo e la famiglia reale, , il 3 agosto 1377 con l'appoggio del Re, Oresme ricevette l'incarico di Vescovo di Lisieux. Sembra che Oresme non prese dimora a Lisieux fino al mese di settembre del 1380, e si sa poco riguardo agli ultimi cinque anni della sua vita. Oresme morì a Lisieux l'11 luglio 1382, due anni dopo la morte del Re Carlo e fu seppellito nella chiesa della cattedrale. L'attività scientifica di Oresme [modifica] Oresme è noto principalmente come economista, matematico e fisico, e, come si legge nell'opera di Taschow (Nicole Oresme und der Frühling der Moderne, 2003), anche come musicologo, psicologo e filosofo. Il pensiero economico di Oresme è contenuto in un "Commento sullEtica di Aristotele", la cui versione francese è datata 1370; un "Commento sulla Politica e l'Economia di Aristotele", edizione francese del 1371; e il Trattato sulle Monete(De origine, natura, jure et mutationibus monetarum). Queste tre opere furono scritte sia in latino che in francese; da esse, e specialmente dall'ultima, si evince che l'autore è stato un precursore della scienza dell'economia politica e rivelano la sua padronanza della lingua francese. In questo modo, Oresme divenne uno dei primi fondatori del linguaggio e della terminologia scientifica francese. Coniò un gran numero di termini scientifici in francese ed anticipò l'utilizzo di termini latini nel linguaggio scientifico del 18º secolo. L'opera in francese Commenti sull'Etica di Aristotele fu stampata a Parigi nel 1488; quella sulla Politica e lEconomia nel 1489. Il Trattato sulle monete, fu stampata a Parigi all'inizio del 16º secolo, anch'essa a Lione nel 1675, come appendice all'opera De re monetaria di Marquardus Freherus, è inclusa nella Sacra bibliotheca sanctorum Patrum di Margaronus de la Bigne IX, (Parigi, 1859), p. 159, e negli Acta publica monetaria di David Thomas de Hagelstein (Augsburg, 1642). Il Traité de la première invention des monnoies, in francese, fu stampato a Bruges nel 1477. Per consultare la lista completa delle opere di Oresme si rinvia alla pagina Web della sua bibliografia: Oresme-Bibliography. Per dare un breve cenno dell'eclettico ingegno di Oresme, di seguito citeremo alcuni brani da opere che trattano di matematica, musicologia, psicologia, filosofia naturale e fisica. Sulla rotazione della terra sul proprio asse d'Oresme confutò l'obiezione più diffusa all'epoca che consisteva sul perché una freccia scoccata in aria sulla verticale non cadeva davanti o dietro a chi la scoccava mentre ricadeva sulla persona stessa? La risposta fu che la freccia così lanciata aveva non solo una spinta verticale data dall'arco ma anche un moto orizzontale dato dalla Terra che gira. Matematica [modifica] Il suo contributo più importante alla matematica è contenuto nel Tractatus de configuratione qualitatum et motuum, ancora in forma di manoscritto. Un' edizione ridotta, stampata come Tractatus de latitudinibus formarum di Johannes de Sancto Martino (1482, 1486, 1505 e 1515), è stata per lungo tempo l'unica fonte per studiare il pensiero matematico di Oresme. Nella "qualità" o nella forma casuale, come il calore, gli Scolastici distinguevano lintensio (il grado di calore in ogni punto) e lextensio (come la lunghezza della barra riscaldata). Questi due termini furono spesso sostituiti da latitudo e longitudo, e dai tempi di Tommaso d'Aquino fino al 14º secolo, ci fu un vivace dibattito sulla latitudo formae. Per amore di chiarezza, Oresme ebbe l'idea di utilizzare ciò che dovremmo chiamare coordinate rettangolari nella terminologia moderna, una lunghezza proporzionale alla longitudo, l'ascissa di un dato punto e una perpendicolare a quel punto, proporzionale alla latitudo, l'ordinata. Oresme mostra che la proprietà geometrica di una tale figura potrebbe essere considerata come corrispondente ad una proprietà della forma stessa. I parametri longitudo e latitudo possono variare o rimanere costanti. Oresme definisce latitudo uniformis quella rappresentata da una linea parallela alla longitudo, ed ogni altra latitudo è difformis; la latitudo uniformiter difformis è rappresentata da una linea retta inclinata rispetto all'asse della longitudo. Oresme dimostrò che questa definizione è equivalente ad una relazione algebrica in cui figurerebbero le “longitudini” e le “latitudini” di ogni terna di punti: cioè, ottiene l'equazione della linea retta, e quindi precede molto Cartesio nell'invenzione della geometria analitica. Nella sua dottrina, Oresme considera anche le figure a tre dimensioni. Oltre alla longitudo e alla latitudo di una forma, prese in considerazione anche la mensura o quantitas della forma, proporzionale all'area della figura che la rappresenta. Dimostrò il seguente teorema: una forma uniformiter difformis ha la stessa quantità di una form uniformis della stessa longitudo ed avente come latitudo la media tra i due limiti estremi della prima. Dimostrò poi come questo metodo di raffigurare la latitudo delle forme fosse applicabile al movimento di un punto, a condizione che il tempo fosse assunto come longitudo e la velocità come latitudo; la quantità è allora lo spazio percorso in un dato tempo. In virtù di questa trasposizione, il teorema della latitudo uniformiter difformis divenne la legge dello spazio percorso nel caso del moto che varia uniformemente. Oresme dimostrò esattamente ciò che fece di Galileo un personaggio famoso nel XVII secolo. Inoltre, questa legge non fu mai dimenticata durante l'intervallo di tempo tra Oresme e Galileo, perché la insegnarono ad Oxford William Heytesbury ed i suoi discepoli, poi a Parigi e in Italia, tutti i successivi discepoli di questa scuola. Intorno alla metà del XVI secolo, molto prima di Galileo, il Domenicano Domingo de Soto applicò la legge di caduta dei corpi pesanti uniformemente accelerati al moto ascensionale uniformemente decelerato dei proiettili. Nell'Algorismus proportionum e nel De proportionibus proportionum, Oresme sviluppò il primo metodo di calcolo delle potenze con esponenti irrazionali frazionari, cioè il calcolo delle proporzioni irrazionali (proportio proportionum). Alla base del metodo c'era l'uguaglianza posta da Oresme tra grandezze continue e numeri discreti, un'idea che a Oresme venne dalla teoria monocordo della musica (sectio canonis). In questo modo, Oresme superò il limite Pitagorico della divisione regolare di intervalli Pitagorici come 8/9, 1/2, 3/4, 2/3 e fornì lo strumento per generare l'eguale temperamento 250 anni prima di Simon Stevin. Ecco un esempio della suddivisione equa di un'ottava in dodici parti: \left(\frac{2}{1}\right)^\frac{1}{12}\cdot\left(\frac{2}{1}\right)^\frac{1}{12}\cdots\left(\frac{2}{1}\right)^\frac{1}{12} = \left(\frac{2}{1}\right)^\frac{12}{12} Per esempio, Oresme utilizzò questo metodo nella sua sezione musicale del Tractatus de configurationibus qualitatum et motuum nell'ambito della sua “teoria degli ipertoni o toni parziali” (vedi sotto) per produrre proporzioni irrazionali del suono (timbro brutto o colore del tono) nella direzione di un “tono parziale continuo” (rumore bianco) [5]. Infine Oresme si interessò molto ai limiti, ai valori di soglia e alle serie infinite mediante addizioni geometriche (Tractatus de configurationibus qualitatum et motuum, Questiones super geometriam Euclidis) che prepararono la via per il calcolo infinitesimale di Cartesio e Galileo. Dimostrò la divergenza della serie armonica, utilizzando il metodo standard insegnato ancora oggi nelle lezioni di calcolo. Per l'anticipazione di Oresme della moderna teoria stocastica, si veda più avanti il paragrafo "Filosofia Naturale". Come senza dubbio ha mostrato Taschow, Oresme trasformò il metodo grafico discusso sopra nel suo Tractatus de configurationibus qualitatum et motuum dalla teoria musicale del suo tempo. Da qui arriviamo all'importantissimo contributo di Oresme nel campo della musicologia [6]. Altro sul pensiero di Nicola d'Oresme [modifica] Pensatore della tarda Scolastica, come teologo affermò che "La creazione di Dio è più simile a quella di un uomo che costruisca un orologio e gli permetta di funzionare continuando il suo movimento autonomamente." In Astronomia sostenne la possibilità dell'esistenza di più mondi e del moto sul suo asse della Terra. Riguardo alla rotazione della terra sul proprio asse Oresme confutò l'obiezione più diffusa all'epoca che si basava sul perché una freccia scoccata verticalmente in aria non cadesse davanti o dietro all'arciere nel ricadere sulla persona stessa? La risposta fu che la freccia così lanciata aveva non solo una spinta verticale data dall'arco ma anche un moto orizzontale dato dalla Terra che gira. In economia sostenne la teoria della moneta-merce contrariamente al pensiero corrente dell'epoca ed anticipò un principio, chiamato successivamente "legge di Gresham", secondo cui bisognava tener distinta l'economia dalla politica e dalla morale. Musicologia [modifica] Nelle opere di Oresme “configuratio qualitatum” e la collegata “pluridimensionalità funzionale”, si può notare che esse presentano delle strette correlazioni con i moderni diagrammi musicologici e, cosa più importante, con la notazione musicale, che ugualmente quantifica e visivamente rappresenta le variazioni di un suono secondo date misure di extensio (intervalli di tempo) e di intensio (tono). Le complesse rappresentazioni delle notazioni musicali divennero, nelle opere di Oresme, configurationes qualitatum o difformitates compositae, musica funzionante ancora di più secondo un paradigma legittimante. L'ambito della musica, comunque, non solo fornì una legittimazione empirica alla teoria di Oresme, ma fu di aiuto per esemplificare i vari tipi di configurazioni uniformi e difformi che Oresme aveva sviluppato, in particolare l'idea che le configurazioni dotavano le qualità di specifici effetti, estetici o di altro tipo, che potevano essere analiticamente catturati mediante rappresentazioni geometriche. Quest'ultimo punto ci aiuta a spiegare il generalizzato approccio estetico ai fenomeni naturali da parte di Oresme, che era basato sulla convinzione che la valutazione estetica dell'esperienza sensoriale (graficamente rappresentabile) fornisse un adeguato principio di analisi. In tale contesto la musica giocava, ancora una volta, un importante ruolo come modello per la “estetica della complessità e dell'infinito”, riscuotente il favore fra gli intellettuali del 14º secolo. Oresme cercò i parametri del suono in modo empirico sia a livello acustico microstrutturale della singola tonalità sia a livello macrostrutturale della polifonia. Nel tentativo di catturare analiticamente i vari parametri fisici, psicologici ed estetici del “sonus” in conformità con la “extensio” e la “intensio”, Oresme volle rappresentarli come le condizioni degli infinitamente variabili gradi della “pulchritudo” e della “turpitudo”. Il livello a cui arrivò con questo metodo è cosa più che unica per il Medioevo, perché rappresenta la più completa descrizione matematica del fenomeno musicale prima che Galileo scrivesse i suoi Discorsi. Degno di nota in questa impresa di Orseme è non solo la scoperta dei “toni parziali” o ipertoni tre secoli prima di Marin Mersenne, ma anche il riconoscimento della relazione intercorrente tra ipertoni e colore dei suoni, che Oresme spiegò in una dettagliata teoria fisico-matematica la cui complessità fu raggiunta di nuovo nel XIX secolo da Hermann von Helmholtz. Infine, dobbiamo anche ricordare l'intendimento meccanicistico da parte di Oresme del suono nel suo Tractatus de configuratione et qualitatum motuum come uno specifico discontinuo tipo di movimento (vibrazione) , della risonanza come un fenomeno di ipertono e della relazione di consonanza e dissonanza, che andarono anche oltre la teoria della coincidenza della consonanza formulata nel 17º secolo. La dimostrazione fornita da Oresme dell'esistenza di una corrispondenza fra un metodo matematico (configuratio qualitatum et motuum) ed un fenomeno fisico (suono) rappresenta un caso veramente raro sia per l'epoca in generale sia per l'opera di Oresme in particolare. I paragrafi del Tractatus de configurationibus riguardanti la musica rappresentano delle pietre miliari nello sviluppo dello spirito quantificatore che caratterizzerà l'epoca moderna. Oresme, l'amico più giovane del famoso teorico della musica Philippe de Vitry, compositore e Vescovo di Meaux, è il fondatore della moderna musicologia. Oresme trattò, con senso moderno, quasi tutti i temi della musicologia quali: * acustica (in Expositio super de anima, Quaestiones de anima, De causis mirabilium, De configurationibus, De commensurabilitate vel incommensurabilitate), * estetica musicale (in De configurationibus, De commensurabilitate vel incommensurabilitate), * fisiologia della voce e dell'udito (in Quaestiones de sensu, Expositio super de anima), * psicologia dell'udito (in Quaestiones de anima, De causis mirabilium, Quaestiones de sensu), * teoria della misurazione musicale (in Tractatus specialis de monocordi,[2] De configurationibus, Algorismus proportionum), * teoria della musica (in De configurationibus), * esecuzione musicale (in De configurationibus), * filosofia della musica (in De commensurabilitate vel incommensurabilitate). Mediante la sua specialissima "teoria delle specie"(multiplicatio specierum) Oresme formulò la prima corretta teoria della onda del suono e della luce, 300 anni prima di Christian Huygens. Con questa teoria, Oresme descrive un trasporto di pura energia senza alcuna diffusione di materia. Il termine species nel senso usato da Oresme significa la stessa cosa del termine moderno "forma dell'onda". Oresme scoprì anche il fenomeno dei toni parziali o ipertoni, 300 anni prima di Mersenne (vedi sopra) e la relazione fra ipertoni e timbrica, 450 anni prima di Joseph Sauveur. Nella dettagliatissima "teoria fisico-matematica dei toni parziali e del timbro", Oresme anticipò la teoria formulata da Hermann von Helmholtz nel 1800. Nella sua estetica musicale, Oresme formulò una moderna soggettiva “teoria della percezione”, che non era la percezione dell'oggettiva bellezza del Creato, bensì il processo costruttivo della percezione che è la causa della percezione del bello o del brutto tramite i sensi. Quindi, da ciò si può dedurre che ogni individuo percepisce un altro “mondo”. Molti degli approfondimenti condotti da Oresme in altre discipline come la matematica, la fisica, la filosofia, la psicologia, anticipando quasi un autoritratto dei tempi moderni, sono strettamente collegati al “Modello Musica” (insolito per il pensiero attuale). La “Musica” funzionava quasi da “Computer del Medioevo” e in questo senso, nel 14º secolo, essa rappresentava l'inno globale della nuova coscienza quantitativo-analitica. Psicologia [modifica] Dal libro di Taschow apprendiamo, anche, che Oresme fu un valente studioso di psicologia che mediante un efficace metodo empirico, investigò l'intero complesso dei fenomeni della psiche umana. Oresme fu persuaso della validità dell'attività del "sensus interior" e della costruttività, complessità e soggettività della percezione del mondo. Basandosi su queste progressistiche nozioni, Oresme entrò a far parte della "Scuola Parigina di Psicologia" che comprendeva autori quali Jean Buridan, Bartolomeo di Bruges, Jean de Jandun, Heinrich von Langenstein, ecc. e le sue opere furono messe in stretta relazione con quelle di scienziati dell'ottica come Alhazen, Roger Bacon, Witelo, John Pecham, ecc. Ma è anche da ricordare che l'innovativa e ardita mente di Oresme anticipò molti importanti fatti della psicologia del 19º e 20º secolo, in specie, nel campo della psicologia cognitiva, psicologia della percepzione, psichologia della coscienza e della psico-fisica. Oresme scoprì l'"inconscio psicologico" e la sua grande importanza per la percezione e il comportamento. A partire da ciò, egli formulò la eccellente "teoria delle conclusioni inconsce della percezione" (500 anni prima che Hermann von Helmholtz formulasse la sua "ipotesi delle due attenzioni"), concernente l'attenzione conscia ed inconscia come presa in esame dagli studiosi nel 20º secolo. Con la sua moderna "teoria della cognizione", Oresme dimostrò che non esistono al di fuori della coscienza umana categorie, termini, qualità e quantità. Per esempio, Oresme svelò le cosiddette "qualità primarie" come misura, posizione, forma, moto, riposo, etc., trattate dagli scienziati del 17º secolo (Galilei, John Locke etc.), .), e sostenne che esse non erano presenti in modo 'oggettivo' nel mondo esterno, bensì dovevano essere considerate come delle complesse costruzioni cognitive della psiche formulate nelle condizioni individuali del corpo e dell'anima dell'uomo. Poiché la realtà è solo in un momento privo di estensione (instantia), Oresme argomentò che, nessuna azione può esistere eccetto che a livello della coscienza. Ciò significa che l'azione è un risultato della percezione e della memoria, nel senso dell'attiva composizione del "prima" e del "dopo". Questa ingegnosa teoria si rende plausibile nel campo del suono. Oresme scrisse: "Se una creatura esistesse senza memoria, non potrebbe mai sentire un suono..." Il suono, dunque, è un costrutto umano e niente altro. Con le sue antesignane "psico-cibernetica" e "teoria dell'informazione" Oresme risolse il problema del dualismo mondo fisico/mondo psichico ricorrendo allo schema tripartito species - materia - qualitas sensibilis” (in termini moderni: informazione - mezzo - significato). La species (l'informazione) trasportabile come un'onda sonora, muta il mezzo che attraversa (legno, aria, acqua, sistema nervoso, etc.) e il sensus interior da essa trae per mezzo di conclusioni inconsce un significato soggettivo. Oresme aveva già sviluppato un primo abbozzo di "psicofisica" che presenta molte similitudini con l'approccio di Gustav Theodor Fechner, il fondatore della moderna psico-fisica. Le idee di Oresme sulla psiche sono di tipo meccanicistico. I processi psichici e fisici sono equivalenti nella loro struttura (configuratio qualitatum et motuum). Ogni struttura presenta un momento qualitativo (psichico) ed uno quantitativo (fisico); ed è per questo che i processi psicologici (le intensità) possono essere misurati come quelli fisici. In tal modo, Oresme fornì la prima legittimazione scientifica della misurazione della psiche ed anche dell'anima immateriale in contrapposizione ad Aristotele e agli Scolastici. Tuttavia, il contributo maggiore di Oresme fu rivolto alla psicologia della percezione. Egli fu l'unico in tutto il Medioevo a scrivere un trattato sulla percezione e i suoi disturbi e disfunzioni (De causis mirabilium), in cui esaminò ciascun senso (vista, udito, tatto, odorato, gusto) e le funzioni cognitive. Con lo stesso metodo usato dai psicologi del 20º secolo, cioè per mezzo dell'analisi di disfunzioni e disturbi, Oresme riconobbe, già allora, molte leggi essenziali della percezione, per esempio la "Gestaltgesetze" 500 anni prima di Christian von Ehrenfels, i limiti della percezione (maxima et minima), ecc. Filosofia Naturale [modifica] Taschow nell'opera Nicole Oresme und der Frühling der Moderne rivela anche il complesso mondo del pensiero filosofico del Vescovo di Lisieux. Oresme anticipò molte essenziali idee proprie dei tempi moderni, quali, l'intuizione della incommensurabilità delle proporzioni naturali, la complessità, la indeterminazione e l'infinita mutabilità del mondo, ecc. Nel lineare e, al contempo, progressistico mondo di Oresme ogni cosa ogni volta è unica e nuova e perciò allo stesso modo lo è la conoscenza umana. Il modello eccellente di questo nuovo infinito mondo del 14º secolo fu la oresmiana machina musica (in contrapposizione alle infinite ripetizioni presenti nella musica mundana della antichità). Per Oresme in modo analogo con la musica, mediante un limitato numero di parametri e proporzioni, chiunque potrebbe produrre delle strutture molto complesse, di infinita mutabilità e mai ripetitive(De configurationibus qualitatum et motuum, De commensurabilitate vel incommensurabilitate, Quaestio contra divinatores). Questo è lo stesso messaggio della “teoria del caos”, formulata nel 20º secolo, secondo la quale con l'iterazione delle più semplici formule si produce un mondo altamente complesso e senza alcuna prevedibilità di comportamento. Basandosi sui principi musico-matematici di incommensurabilità, irrazionalità e complessità, Oresme finalmente creò una dinamica struttura-modello per la formazione di sostanziali specie e individui della natura, la coasiddetta "teoria della perfectio specierum" (De configurationibus qualitatum et motuum, Quaestiones super de generatione et corruptione, Tractatus de perfectionibus specierum). Utilizzando un'analogia delle qualità musicali con le “prime e seconde qualità” di Empedocle, un individuo oresmiano si trasforma in un sistema che si autorganizza e che si preoccupa di raggiungere il suo stato ottimale difendendosi dagli influssi negativi dell'ambiente in cui vive. Questo "controllo iterativo automatico" influenza la forma sostanziale (forma substantialis), già presente, nel senso moderno, nei principi di evoluzione, "adattamento" e"mutazione" del materiale genetico. È più che evidente che la rivoluzionaria teoria di Oresme superò il dogma Aristotelico-Scolastico della immutabilità della specie sostanziale ed anticipò i principi della "teoria dei sistemi", dell'auto-organizzazione e della evoluzione biologica di Charles Darwin. Un ulteriore approccio progressista di Oresme si rinviene nella sua estesa indagine sui valori e misurazioni approssimati fatta mediante i margini di errore. Egli formulò la "teoria della probabilità", allo stesso modo, nei campi della psicologia, fisica e matematica: Per esempio, Oresme formulò due regole della psicologia (De causis mirabilium). La prima regola recita: Con un incremento del numero di giudizi inconsci della percezione (intensità del significato) aumenta la probabilità di falsi giudizi e in questo modo la probabilità di errori percettivi. La seconda regola recita: Quanto più il numero dei giudizi inconsci della percezione vanno oltre un certo limite, tanto più improbabile è un errore fondamentale di percezione perché esso non inficia la maggioranza di giudizi inconsci. Il punto teoretico di queste regole ed altre correlate è che la percezione non è altro che un valore di probabilità nell'area indefinita di queste due regole. La percezione non è mai una "fotografia" di ciò che ci circonda, bensì una complessa costruzione senza alcuna assoluta evidenza. Ora forniamo un esempio delle anticipazioni da parte di Oresme degli elementi della moderna stocastica (De proportionibus proportionum). Oresme afferma: "Se prendiamo una moltitudine di numeri interi positivi, la quantità di interi perfetti o di cubi perfetti è molto inferiore rispetto a quella di altri numeri." Inoltre, più numeri prendiamo più ampio è il rapporto intercorrente fra i numeri non-cubi e i cubi ovvero fra numeri imperfetti e perfetti. Perciò, se non conosciamo un numero è probabile (verisimile) che detto numero non sia un cubo. Così avviene nel gioco (sicut est in ludis) in cui qualcuno ci chiede se un numero ignoto sia un cubo. È preferibile rispondere con un 'No' perché ciò è più probabile (probabilius et verisimilius). Oresme considerò un insieme di 100 differenti oggetti matematici che aveva formato in un certo modo e determinò che da ciascuna coppia di elementi possono essere formate (100 • 99) : 2 = 4950 combinazioni. In queste combinazioni, 4925 mostrano una interessante qualità E, mentre le rimanenti 25 non presentano questa qualità. Infine, Oresme calcolò 4925: 25 = 197: 1 è concluse che è probabile (verisimile) che se qualcuno cerca tale ignota combinazione questa presenterà la qualità E. Quindi Oresme calcolò il numero di casi favorevoli e sfavorevoli e i relativi quozienti. Tuttavia, egli non ottenne il quoziente risultante dal numero dei casi favorevoli e il numero dei casi egualmente possibili. Oresme non riuscì ad ottenere la "misura della probabilità", tuttavia sviluppò un ingegnoso strumento per valutare quantitativamente la "facilità" di compimento di un evento. Oresme usò per i suoi calcoli di probabilità dei termini come verisimile, probabile / probabilius, improbabile / improbabilius, verisimile / verisimilius / maxime verisimile e possibile equaliter. Nessuno prima di lui, ed anche per lungo tempo dopo, usò queste parole nel contesto delle probabilità di gioco od aleatorie in genere. I metodi di Oresme li ritroviamo di nuovo nelle opere di Galileo Galilei e di Blaise Pascal nel 17º secolo. Per concludere ricordiamo brevemente un esempio di Oresme per la probabilità in fisica. Nelle sue opere De commensurabilitate vel incommensurabilitate, De proportionibus proportionum, Ad pauca respicientes ecc. egli afferma: "Se consideriamo due grandezze naturali ignote come il moto, il tempo, la distanza, etc., è molto probabile (verisimillius et probabilius) che il loro rapporto sia irrazionale invece che razionale." Secondo Oresme questo teorema è in genere applicabile a tutta la natura, al mondo terreno e a quello divino. Questa posizione ha un grande effetto sul modo in cui Oresme considera la necessità e la contingenza, e di conseguenza sul modo in cui considera le leges naturae e critica l'astrologia. È ovvio che Oresme per la "teoria della probabilità in fisica, matematica e psicologia della percezione" si rifece alle sue ricerche in campo musicale: la divisione del monocordo (sectio canonis) comprovò il senso dell'udito e la ragione matematica per la quale molte divisioni della corda producono intervalli irrazionali, dissonanti. Fisica [modifica] Il pensiero di Oresme riguardo alla fisica è esposto in due opere, il Traité de la sphère, stampato per due volte a Parigi (la prima edizione è senza data; la seconda è del 1508), e il Traité du ciel et du monde, scritto nel 1377 su richiesta del Re Carlo V, ma non vene mai stampato. Nella maggior parte dei problemi essenziali di statica e dinamica, Oresme si attiene alle posizioni sostenute a Parigi dal suo predecessore, Jean Buridan de Béthune, e dal suo coetaneo, Alberto di Sassonia. In contrapposizione alla teoria aristotelica dei pesi, secondo la quale la naturale collocazione dei corpi pesanti è al centro del mondo, mentre quella dei corpi leggeri è nella concavità della sfera lunare, Oresme propose quanto segue: "Gli elementi tendono a disporsi in una maniera tale che dal centro verso la periferia il loro peso specifico diminuisce gradatamente." Oresme pensava che una regola simile potesse applicarsi anche in mondi diversi dal nostro. Questa è la dottrina che prese il posto di quella aristotelica per opera di Copernico e dei suoi seguaci come Giordano Bruno. Quest'ultimo argomentò in un modo così simile a quello di Oresme che si potrebbe pensare che abbia letto il Traité du ciel et du monde. Oresme, comunque, è da considerare, ancor di più, quale precursore di Copernico, allorché si considera ciò che scrisse sul quotidiano moto della terra, un argomento cui dedicò ampie spiegazioni alla fine, rispettivamente, dei capitoli xxiv e xxv del Traité du ciel et du monde. Oresme, per cominciare, stabilì che con nessun esperimento si può stabilire se è il cielo a girare da est verso ovest oppure è la terra a ruotare da ovest verso est; perché l'esperienza sensoriale non può stabilire niente altro che un moto relativo. Quindi dimostrò la non validità delle ragioni addotte dalla fisica aristotelica contro il moto della terra. Oresme sottolineò, in modo particolare, il principio ricavato dal movimento dei proiettili per risolvere la questione. Oresme, poi, controbatté le obiezioni basate sui testi della Bibbia. Interpretando questi passaggi trasse delle regole seguite ancor oggi dagli esegeti cattolici. Infine, egli addusse argomenti estremamente semplici per la teoria del movimento della terra e non del cielo. L'argomentazione di Oresme a favore del movimento della terra è al contempo più esplicita e più chiara di quella fornita da Copernico. Nei paragrafi precedenti, ci siamo occupati della teoria di Oresme sulla natura ondulatoria del suono e della luce. Pertanto, non ci dobbiamo meravigliare che Oresme per primo sostenne l'identica natura del colore e della luce. Secondo la corretta credenza di Oresme "i colori sono parti dalla luce bianca". Anche questa ingegnosa teoria venne ispirata dalle ricerche musicologiche condotte da Oresme: nella sua teoria degli ipertoni e della timbrica Oresme fece un'analogia fra i fatti musicali e il fenomeno della mescolanza dei colori posti su di un piano rotante. Concludiamo ricordando la geniale scoperta della curvatura della luce dovuta alla rifrazione atmosferica: mel trattato De visione stellarum Oresme si chiese se le stelle fossero collocate realmente nel punto del cielo in cui esse ci appaiono. Ricorrendo all'ottica, Oresme rispose che le stelle non erano lì dove ci sembra di vederle. Due secoli prima della Rivoluzione Scientifica, Oresme propose una corretta soluzione del problema della rifrazione atmosferica, cioè la luce viaggia lungo una curva attraverso un mezzo di densità uniformemente variabile, ed arrivò a questa soluzione utilizzando gli infinitesimali. Oresme, mettendo in dubbio tutti i dati acquisiti con il senso della vista, concluse che pressocché nulla di ciò che vediamo nel cielo o sulla terra è collocato realmente lì dove ci appare. Questa soluzionè sfuggì sia a Tolomeo che ad Alhazen. Essa non fu presa in considerazione neanche da Keplero nel 17º secolo, e fino ad oggi la prima scoperta di questo fenomeno è stata attribuita a Robert Hooke, mentre la relativa dimostrazione matematica è di Isaac Newton. Questi brevi accenni alla poderosa opera di Oresme mostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, che fu uno dei più innovativi scienziati all'"Alba dell'Evo Moderno" ed un pioniere del mondo moderno.

Postato da: giacabi a 07:11 | link | commenti
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