I giovani e la noia
***
“Chi non vede la vanità del mondo è ben vano anche lui. Ma
chi non la vede, tranne i giovani che sono sempre nel chiasso, nel
divertimento e nel pensiero dell’avvenire? Eppure, togliete loro la
distrazione e li vedrete morire di noia; essi sentono allora il loro
niente senza conoscerlo: perché è davvero essere infelici
il trovarsi in una tristezza insopportabile non appena si è ridotti a
pensare a sé, a non avere alcun motivo di distrazione.”
Blaise Pascal da: Pensieri
***
“Anche
quando, e proprio quando, non siamo particolarmente occupati dalle
cose e da noi stessi, incombe su di noi questo “tutto”, per esempio
nella noia autentica. Essa è ancora lontana quando ad annoiarci è solo
questo libro o quello spettacolo, quell’occupazione o quest’ozio, ma
affiora quando “uno si annoia”. La
noia profonda, che va e viene nelle profondità dell’esserci come una
nebbia silenziosa, accomuna tutte le cose, tutti gli uomini, e con
loro noi stessi, in una strana indifferenza.”
M.Heidegger, Che cos’è metafisica? Tr. it. di Franco Volpi, Adelphi 2001 |
Postato da: giacabi a 14:15 |
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noia, pascal, heidegger
La sventura di un uomo senza Dio ***
Nulla
denuncia maggiormente una strema fiacchezza di spirito quanto il non
riconoscere qual è la sventura di un uomo senza Dio; nulla denota di
più una cattiva disposizione del cuore quanto il non desiderare la
verità delle promesse eterne; nulla è più vile quanto il fare lo
spavaldo contro Dio. Lascino dunque tali empietà a quelli che sono
tanto mal nati da esserne realmente capaci; siano almeno persone
oneste se non possono essere cristiani, e riconoscano in fine che vi
sono due categorie di persone che si possono dire ragionevoli: o
quelli che servono Dio con tutto il cuore perché lo conoscono, o quelli
che lo cercano con tutto il cuore perché non lo conoscono.
Ma
quanto a quelli che vivono senza conoscerlo e senza cercarlo, essi si
giudicano da sé tanto poco degni di prendersi cura di se stessi, che
non possono essere degni delle cure degli altri; e occorre avere tutta
la carità della religione che essi disprezzano per non disprezzarli
fino ad abbandonarli alla loro insensatezza. Ma
poiché questa religione ci obbliga a considerarli sempre, fino a che
vivono, come capaci della grazia che può illuminarli, e
di credere che possono essere fra breve più colmi di fede di quanto
non lo siamo noi, e che potremo, al contrario, cadere nell’accecamento
in cui loro si trovano, occorre fare per loro quello che noi vorremmo
si facesse per noi se fossimo al loro posto, e invitarli ad aver
pietà di loro stessi, e a fare almeno qualche passo per tentare di
trovare qualche lume.
Pascal Da Pensieri, opuscoli, lettere, a cura di A. Bausola, Rusconi, Milano
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Postato da: giacabi a 09:34 |
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ateismo, pascal
Gesù di Nazareth
***
La
divinità dei cristiani non consiste solo in un Dio semplice autore
delle verità geometriche e dell'ordine degli elementi: questa è una
concezione pagana. Essa non consiste in un Dio che esercita la sua
Provvidenza sulla vita e sui beni degli uomini per concedere un felice
seguito d'anni: questa è una concezione ebraica.
Ma il
Dio di Abramo e di Giacobbe, il Dio dei cristiani è un Dio di amore e
di consolazione: è un Dio che riempie l'anima e il cuore di coloro che
lo possiedono. È un Dio che fa sentire interiormente la loro miseria e
la sua infinita misericordia; che
li raggiunge in fondo alla loro anima; che li riempie di umiltà, di
fede, di fiducia e di amore; che li rende incapaci di un altro scopo
oltre se stesso.
Il
Dio dei cristiani è un Dio che fa sentire all'anima che egli è il suo
unico bene; che il suo riposo è in lui, che proverà gioia solo ad
amarlo; e che, al tempo stesso, le fa aborrire gli ostacoli che la
trattengono e le impediscono di amarlo con tutte le sue forze.
L'amor
proprio e la concupiscenza che la fermano gli sono insopportabili, e
Dio le fa sentire che essa ha questo fondo di amor proprio e che lui
solo può guarirla.
Blaise Pascal
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Postato da: giacabi a 19:50 |
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pascal, gesù
***
• O uomini, è inutile che cerchiate in voi stessi il rimedio per le vostre miserie. Tutto il vostro lume può soltanto arrivare a capire che in voi non troverete la soluzione.
B. Pascal
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Postato da: giacabi a 14:58 |
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pascal
Le due categorie di uomini
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“Non ci sono che due categorie di uomini: i giusti, che si credono peccatori, e i peccatori, che si credono giusti.”
Blaise Pascal
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Postato da: giacabi a 08:41 |
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pascal
La noia
***
Nulla
è così insopportabile all'uomo come essere in un pieno riposo, senza
passioni, senza faccende, senza svaghi, senza occupazioni. Egli sente
allora la sua nullità, il suo abbandono, la sua insufficienza, la sua
dipendenza, la sua impotenza, il suo vuoto. E subito sorgono dal fondo
della sua anima il tedio, l'umor nero, la tristezza, il cruccio, il
dispetto, la disperazione.
Pascal da: I pensieri
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Postato da: giacabi a 19:29 |
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noia, pascal
Gesù Cristo
***
113. Non solo noi non conosciamo Dio se non per mezzo di Gesù Cristo, ma non conosciamo noi stessi se non per mezzo di Gesù Cristo;
non conosciamo la vita, la morte se non per mezzo di Gesù Cristo. Senza
Gesù Cristo, non sappiamo che cosa sia la nostra vita, la nostra morte,
Dio, noi stessi. Pertanto, senza
la Scrittura, che ha come unico oggetto Gesù Cristo, non conosciamo
nulla e vediamo solamente oscurità e confusione nella natura di Dio come
nella nostra.
114. Coloro che van fuori strada si perdono perché non vedono l’una o l’altra di queste due verità. Si
può bensì conoscere Dio senza la propria miseria, e la propria miseria
senza conoscere Dio; ma non si può conoscere Gesù Cristo senza conoscere
a un tempo sia Dio sia la propria miseria.
Ecco
perché non prenderò qui a dimostrare con prove naturali l’esistenza di
Dio o la Trinità o l’immortalità dell’anima, né altre cose della stessa
specie: non solo perché non mi sento abbastanza forte da trovare nella
natura di che convincere atei induriti, ma anche perché senza Gesù
Cristo tale conoscenza è inutile e sterile. Quand’uno fosse convinto che
le proporzioni dei numeri sono verità immateriali, eterne, e dipendenti
da una verità prima in cui sussistono, e che viene chiamata Dio, non mi
parrebbe per questo molto progredito nel cammino della salute.
Il
Dio dei Cristiani non è semplicemente un Dio autore delle verità
matematiche e dell’ordine cosmico: come quello dei pagani e degli
epicurei. Né è solamente un Dio il quale eserciti la sua provvidenza
sulla vita e i beni degli uomini, per largire ai suoi fedeli una felice
serie d’anni: conforme alla concezione degli Ebrei. Il
Dio di Abramo, il Dio d’Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei
cristiani, è un Dio di amore e di consolazione: un Dio che riempie
l’anima e il cuore di coloro che possiede; un Dio che fa loro sentire
interiormente la loro miseria e la propria misericordia infinita; che si
unisce al più profondo della loro anima; che la colma di umiltà, di
gioia, di fiducia, di amore, e che li rende incapaci di altro fine che
non sia lui medesimo.
Tutti
coloro che cercano Dio fuori di Gesù Cristo, e che si arrestano alla
natura, o non trovano nessuna luce che li soddisfi o riescono a trovare
un mezzo di conoscere e servire Dio senza mediatore; e così cadono o
nell’ateismo o nel deismo: due cose che la religione cristiana aborre
quasi in egual misura.
Senza Gesù Cristo, il mondo non sussisterebbe: sarebbe di necessità distrutto o sarebbe simile a un inferno.
689. Tutto quel che non mira alla carità è figura.
L’unico oggetto della Scrittura è la carità.
206. Come
mi sono odiose queste sciocchezze: di non credere nell’Eucarestia,
ecc.? Se il Vangelo è vero, se Gesù Cristo è Dio, che difficoltà c’è in
tutto questo?
Pascal : I Pensieri
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Postato da: giacabi a 14:05 |
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pascal, gesù
Il cuore semplice e sincero
***
"C’è nella Chiesa così tanta luce e ci sono così tante ombre che è possibile credere per chi lo voglia con cuore semplice e sincero ed è possibile negare per chi preferisca i suoi pregiudizi."
“Le prove della nostra religione
non sono tali da potersi dire assolutamente convincenti. Ma sono tali
che non si può affermare che il crederci significa mancare di ragione.
C’è in essi evidenza e oscurità per illuminare gli uni e confondere gli
altri. Ma l’evidenza è tale che sorpassa, o almeno uguaglia, l’evidenza del contrario; cosicché non è la ragione a determinarci a non seguirla, ma soltanto la concupiscenza e la malizia del cuore. In questo modo c’è in essa abbastanza per convincere: affinché sia chiaro che in quelli che la seguono è la grazia e non la ragione a spingerli a seguirla, mentre in quelli che la fuggono è la concupiscenza e non la ragione a farla fuggire.” (fr. 564
Blaise Pascal da: i pensieri
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Postato da: giacabi a 22:31 |
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ragione, pascal
L’uomo ha due vite
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“L’uomo ha due vite: una è la vita vera, l’altra quella immaginaria che vive nell’opinione, sua o della gente. Noi lavoriamo senza posa ad abbellire e conservare il nostro essere immaginario e trascuriamo quello vero.
Se possediamo qualche virtù o merito, ci diamo premura di farlo sapere,
in un modo o in un altro, per arricchire di tale virtù o merito il
nostro essere immaginario, disposti
perfino a farne a meno noi, per aggiungere qualcosa a lui, fino a
consentire, talvolta, a essere vigliacchi, pur di sembrare valorosi e a
dare anche la vita, purché la gente ne parli.”
B. Pascal I pensieri
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Postato da: giacabi a 22:20 |
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persona, pascal
Il Dio dei cristiani, è un Dio di amore e di consolazione
***
Il
Dio dei Cristiani non è semplicemente un Dio autore delle verità
matematiche e dell’ordine cosmico: come quello dei pagani e degli
epicurei. Né è solamente un Dio il quale eserciti la sua provvidenza
sulla vita e i beni degli uomini, per largire ai suoi fedeli una felice
serie d’anni: conforme alla concezione degli Ebrei. Il
Dio di Abramo, il Dio d’Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei
cristiani, è un Dio di amore e di consolazione: un Dio che riempie
l’anima e il cuore di coloro che possiede; un Dio che fa loro sentire
interiormente la loro miseria e la propria misericordia infinita; che si
unisce al più profondo della loro anima; che la colma di umiltà, di
gioia, di fiducia, di amore, e che li rende incapaci di altro fine che
non sia lui medesimo.
Tutti
coloro che cercano Dio fuori di Gesù Cristo, e che si arrestano alla
natura, o non trovano nessuna luce che li soddisfi o riescono a trovare
un mezzo di conoscere e servire Dio senza mediatore; e così cadono o
nell’ateismo o nel deismo: due cose che la religione cristiana aborre
quasi in egual misura.
Senza Gesù Cristo, il mondo non sussisterebbe: sarebbe di necessità distrutto o sarebbe simile a un inferno.
Blaise Pascal I pensieri
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Postato da: giacabi a 18:34 |
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dio, pascal
Il
memoriale, testo che Pascal portava sempre con sé cucito nell’interno
della giacca. Gli fu trovato addosso il giorno della sua morte.
***
L’anno di grazia 1654
Lunedì 23 novembre, giorno di S.Clemente, papa e martire, e di altri del martirologio.
Vigilia di S.Crisogono martire e di altri.
Dalle ore dieci e mezzo circa di sera fino a mezzanotte e trenta circa.
Fuoco
“Dio d’Abramo, Dio d’Isacco, Dio di Giacobbe”
non dei filosofi e dei dotti.
Certezza. Certezza. Sentimento. Gioia. Pace.
Dio di Gesù Cristo
Deum meum et Deum vestrum.
“Il tuo Dio sarà il mio Dio”.
Oblio del mondo e di tutto fuorché di Dio.
Egli non si trova che per le vie insegnate dal Vangelo.
Grandezza dell’anima umana.
“Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto”.
Gioia, gioia, gioia, lacrime di gioia.
Io me n’ero separato.
Dereliquerunt me fontem aquae vivae
“Mio Dio, mi abbandonerai?”.
Che io non ne sia separato in eterno.
“La vita eterna è questa: che conoscano te, solo vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo”:
Gesù Cristo!
Gesù Cristo!
Io me n’ero separato. Io l’ho fuggito, rinnegato, crocifisso.
Che non ne sia mai più separato.
Egli non si conserva che per le vie insegnate dal Vangelo.
Rinuncia totale e dolce.
Sottomissione totale a Gesù Cristo e al mio direttore.
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Postato da: giacabi a 15:00 |
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pascal
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Postato da: giacabi a 22:38 |
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pascal
Il senso della vita
***
Desideriamo la verità, e non troviamo in noi che incertezza. Cerchiamo la felicità, e non troviamo che miseria e morte.
Non siamo capaci di non desiderare la verità e la felicità, e non siamo capaci né di certezza né di felicità. Questo desiderio ci è lasciato tanto per punirci quanto per farci sentire da dove siamo caduti. (437) Ci si figuri un gran numero di uomini in catene, tutti condannati a morte, alcuni dei quali siano sgozzati ogni giorno sotto gli occhi degli altri, dimodoché i superstiti vedano la loro sorte in quella dei loro simili e aspettino il loro turno, guardandosi l'un l'altro con dolore e senza speranza. Tale l'immagine della condizione degli uomini.(199) L'ultimo atto è cruento, per quanto bella sia la commedia in tutto il resto: alla fine, ci gettano un po' di terra sulla testa, ed è finita per sempre. (210) Tutti gli uomini, senza eccezione, cercano di essere felici; anche se usano mezzi diversi, tendono tutti a questo fine. Ciò che spinge alcuni ad andare in guerra, e altri a non andarci, è sempre questo desiderio, che è negli uni e negli altri, anche se vissuto sotto diversi punti di vista. La volontà non si muove mai di un passo se non in questa direzione. È il movente di tutte le azioni di tutti gli uomini, anche di quelli che decidono di impiccarsi. Tuttavia, dopo un così gran numero di anni, mai nessuno, senza la fede, è giunto a quella meta cui tutti tendono continuamente. Tutti si lamentano: principi, sudditi; nobili, plebei; vecchi, giovani; forti, deboli; dotti, ignoranti; sani, malati; di ogni paese, di tutti i tempi, di tutte le età e di tutte le condizioni. Una provocazione così lunga, così continua e così uniforme, ci dovrebbe pur convincere della nostra incapacità di giungere al bene con le nostre sole forze; ma l'esempio ci insegna poco. Un caso non è mai così perfettamente simile a un altro che non ci sia qualche piccola differenza; ed è per questo che noi speriamo che la nostra attesa non sia delusa in questa occasione come nella precedente. E così, il presente non ci soddisfa mai, l'esperienza si prende gioco di noi, e, di male in male, ci conduce fino alla morte, che ne è il culmine eterno. Che cosa dunque ci gridano questo desiderio avido e questa impotenza, se non che un tempo c'è stata nell'uomo una vera felicità, di cui non gli restano attualmente che un segno e un involucro del tutto vuoto, che egli cerca inutilmente di riempire con tutto ciò che lo circonda, chiedendo alle cose assenti l'aiuto che non ottiene dalle presenti, che son tutte incapaci di darglielo, perché quell'abisso infinito non può essere colmato che da un essere infinito e immutabile, vale a dire da Dio stesso? Lui solo è il suo vero bene; e, da quando l'ha abbandonato, è strano che non ci sia niente nella natura che non sia stato chiamato a tenerne il posto: astri, cielo, terra, elementi, piante, cavoli, porri, animali, insetti, vitelli, serpenti, febbre, guerra, carestia, vizi, adulterio, incesto. E da quando ha perduto il vero bene, tutto può ugualmente sembrargli tale, addirittura la sua stessa distruzione, benché così contraria a Dio, alla ragione e alla natura contemporaneamente.
Pascal da :I pensieri
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Postato da: giacabi a 20:17 |
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pascal
Il presente ci ferisce
***
«Noi non ci attendiamo mai al tempo presente. Anticipiamo l'avvenire, come se fosse troppo lento a venire, come per affrettare il suo corso; oppure ricordiamo il passato per fermarlo, come se fosse troppo veloce: tanto imprudenti da vagare nei tempi che non sono i nostri e da
non pensare minimamente al solo che ci appartiene; tanto vani, da
pensare a quelli che non sono più nulla e da fuggire senza riflessione
il solo che è. Il
fatto è che di solito il presente ci ferisce. Noi lo nascondiamo alla
nostra vista perché ci tormenta: e se ci dà gioia, ci affliggiamo di
vederlo fuggire...
Ognuno esamini i suoi pensieri: li troverà completamente tesi al passato o all'avvenire.
Noi non pensiamo quasi mai al presente; e, se ci pensiamo, non lo facciamo che per prenderne la luce per disporre dell'avvenire.»
Pascal Pensieri
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Postato da: giacabi a 18:47 |
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pascal
Il cuore
***
«Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce:lo si osserva in mille cose».
«Noi conosciamo la verità, non soltanto
con la ragione, ma anche con il cuore».
«Su queste conoscenze del cuore e dell'istinto deve appoggiarsi la ragione e fondarvi tutta la sua attività discorsiva»
B.Pascal
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Postato da: giacabi a 12:41 |
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pascal, senso religioso
L’uomo
***
Quale
chimera è dunque l’uomo? Quale novità, quale mostro, quale caos, quale
soggetto di contraddizioni, quale prodigio? Giudice di tutte le cose,
stupido verme della terra; depositario dl vero, cloaca di incertezze e
d’errore; gloria e feccia dell’universo. Chi sbroglierà questo
ingarbugliamento?
Blaise Pascal
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Postato da: giacabi a 19:23 |
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persona, pascal
LA SCOMMESSA SU DIO
Un aiuto per scommettere
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«Ignoro chi mi ha messo al mondo e cosa sia il mondo, e cosa io stesso. Mi trovo in
una terribile ignoranza di tutte le cose, non so cosa siano il mio
corpo, i miei sensi, la mia anima e quella stessa parte di me che pensa
ciò che dico, che riflette su tutto e su se stessa, e non si conosce più
di quanto conosca il resto. Io
vedo questi spaventosi spazi dell'universo dentro cui sono rinchiuso,
mi trovo come afferrato a un angolo di questa vasta estensione, senza
sapere perché io mi trovi qui piuttosto che altrove, né perché quel poco
di tempo che mi è stato concesso di vivere sia in un punto piuttosto
che in un altro di tutta quell'eternità che mi ha preceduto e che mi
seguirà.
Non vedo che infinità da ogni parte, che mi rinchiude come un atomo e come un'ombra che dura un solo istante.
Tutto ciò che so è che tra breve dovrò morire, ma ciò che maggiormente ignoro è proprio quella morte che posso evitare.
Così
come non so da dove vengo, non so dove vado, so solo che uscendo da
questo mondo cadrò per sempre nel nulla o nelle mani di un Dio
incollerito, senza conoscere quale di queste due condizioni sarà la mia
sorte eterna. Ecco la mia condizione, piena di debolezza e incertezza.
Da tutto ciò deduco che devo dunque passare ogni giorno della mia vita
senza pensare a ciò che mi capiterà.
Forse potrei trovare qualche chiarimento ai miei dubbi, ma non voglio
preoccuparmene, né fare un solo passo per cercare; anzi, disprezzando
quelli che si macereranno in questa preoccupazione, andrò incontro, incurante e senza paura, a questo grande avvenimento, mi lascerò docilmente condurre alla morte, incerto sull'eternità della mia condizione futura».
Chi
si augurerebbe di avere per amico un uomo che parla in questo modo? Chi
lo sceglierebbe per confidargli i propri problemi? Chi ricorrerebbe a
lui nei momenti difficili?
E infine a quale impiego può essere destinato nella vita?
A
dire il vero la religione può gloriarsi di avere per nemici uomini così
irrazionali; e la loro opposizione è così poco pericolosa che, al
contrario, serve a confermare le sue verità. Perché
la fede cristiana si riduce quasi esclusivamente ad affermare queste
due cose: la corruzione della natura e la redenzione di Gesù Cristo.
B. Pascal: I Pensieri
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Postato da: giacabi a 09:02 |
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pascal, senso religioso
Le guide
***
Se Dio ci donasse di propria mano delle guide, come dovremmo obbedire loro di buon animo! La necessità e gli avvenimenti sono sicuramente queste guide.
Blaise Pascal
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Postato da: giacabi a 17:31 |
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pascal, avvenimento
Il senso religioso
***
"Quando
considero la breve durata della mia vita, inghiottito dall'eternità che
la precede e la segue, il piccolo spazio che occupo e che vedo,
sprofondato nell'infinita immensità degli spazi che ignoro e mi
ignorano, mi spavento e mi stupisco di vedermi qui piuttosto che là,
perchè non c'è alcuna ragione per essere qui piuttosto che là, per
esserci ora piuttosto che allora. Chi mi ci ha messo? Per ordine e per opera di Chi questo luogo e questo tempo è stato a me destinato?"
Pascal
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Postato da: giacabi a 16:58 |
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pascal, senso religioso
L'uomo non è che una canna pensante
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Postato da: giacabi a 17:19 |
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ragione, pascal
Ragione e cuore
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Postato da: giacabi a 21:07 |
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ragione, pascal, senso religioso
PASCAL
su GESU’
La
divinità dei cristiani non consiste solo in un Dio semplice autore
delle verità geometriche e dell'ordine degli elementi: questa è una
concezione pagana. Essa non consiste in un Dio che esercita la sua
Provvidenza sulla vita e sui beni degli uomini per concedere un felice
seguito d'anni: questa è una concezione ebraica. Ma il Dio di Abramo e
di Giacobbe, il Dio dei cristiani è un Dio di amore e di consolazione: è
un Dio che riempie l'anima e il cuore di coloro che lo possiedono. È un
Dio che fa sentire interiormente la loro miseria e la sua infinita
misericordia; che li raggiunge in fondo alla loro anima; che li riempie
di umiltà, di fede, di fiducia e di amore; che li rende incapaci di un
altro scopo oltre se stesso. |
Il
Dio dei cristiani è un Dio che fa sentire all'anima che egli è il suo
unico bene; che il suo riposo è in lui, che proverà gioia solo ad
amarlo; e che, al tempo stesso, le fa aborrire gli ostacoli che la
trattengono e le impediscono di amarlo con tutte le sue forze. L'amor
proprio e la concupiscenza che la fermano gli sono insopportabili, e
Dio le fa sentire che essa ha questo fondo di amor proprio e che lui
solo può guarirla.
|
Ecco
cosa significa conoscere Dio da cristiani. Ma per conoscere in questo
modo bisogna al tempo stesso conoscere la propria miseria e la propria
indegnità, e il bisogno di un mediatore per avvicinarsi e per unirsi a
Dio. Non bisogna separare queste conoscenze; e, poiché separate sono non
solo inutili, ma nocive, la conoscenza di Dio senza quella della nostra
miseria fa nascere l'orgoglio, quella della nostra miseria senza quella
di Gesù Cristo, fa nascere la disperazione. Ma la conoscenza di Gesù
Cristo ci sottrae all'orgoglio e alla disperazione, perché vi troviamo
Dio, unico consolatore della nostra miseria, unica via per porvi
rimedio.
|
Possiamo
conoscere Dio senza conoscere la nostra miseria, o la nostra miseria
senza conoscere Dio, o anche Dio e la nostra miseria senza conoscere il
mezzo per liberarci dalle miserie che ci opprimono. Ma non possiamo
conoscere Gesù Cristo senza conoscere insieme Dio e la nostra miseria,
perché egli non è solo Dio, ma il Dio che pone rimedio alle nostre
miserie.
|
Così,
tutti quelli che cercano Dio senza Gesù Cristo, non trovano alcun
chiarimento che li soddisfi, o che sia loro veramente utile; o perché
non arrivano a conoscere l'esistenza di un Dio, o, se vi arrivano, è
inutile per loro, perché si formano un mezzo per comunicare senza
mediatore con quel Dio che hanno conosciuto senza mediatore; così cadono
nell'ateismo e nel teismo, che sono due cose che la religione cristiana
aborre quasi allo stesso modo.
|
Bisogna
dunque tendere unicamente a conoscere Gesù Cristo, perché solo
attraverso lui possiamo arrivare a conoscere Dio in modo utile per noi. È
lui il vero Dio degli uomini, dei miserabili e dei peccatori. Egli è il
centro e l'oggetto di tutto; e chi non lo conosce non conosce niente
riguardo all'ordine naturale del mondo, né riguardo a se stesso; perché,
non solo conosciamo Dio solo attraverso Gesù Cristo, ma conosciamo noi
stessi solo attraverso Gesù Cristo.
|
Senza
Gesù Cristo, è necessario che l'uomo sia nel vizio e nella miseria; con
Gesù Cristo, l'uomo è al riparo dal vizio e dalla miseria. In lui è
tutta la nostra felicità, la nostra virtù, la nostra vita, la nostra
luce, la nostra speranza; fuori di lui non ci sono che vizi, miserie,
tenebre e disperazione, e vediamo solo oscurità e confusione nella
natura divina e nella nostra,
Queste sono sue parole, una per una,
e ho creduto di doverle riportare perché ci fanno vedere in modo
ammirevole quale fosse lo spirito della sua opera, e come la forma che
voleva impiegare fosse senza dubbio la più adatta a convincere il cuore
dell'uomo.
Gilberte
Périer è la sorella minore di Pascal e ospitò nella propria casa di
Parigi il fratello nell'ultimo periodo della sua vita (dalla fine di
giugno al 19 agosto 1662). Gilberte ha scritto una biografia di Pascal
che è espressione non solo di amore fraterno, ma addirittura di
devozione assoluta
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Postato da: giacabi a 15:38 |
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pascal
Preghiera di Pascal
composta tra il 1659 e il 1662
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Preghiera per domandare a Dio il buon uso delle malattie
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Vi si legge:
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“Non vi domando né salute, né malattia, né vita, né morte;
|
ma che disponiate della mia salute e della mia malattia,
|
della mia vita e della mia morte,
|
per la vostra gloria, per la mia salvezza
|
e per l’utilità della Chiesa e dei vostri Santi,
|
di cui spero per la vostra grazia di far parte.
|
Voi solo sapete ciò che è opportuno per me:
|
siete il padrone supremo, fate ciò che volete.
|
Datemi, toglietemi;
|
ma conformate la mia volontà alla vostra;
|
e che con sottomissione umile e perfetta e con santa fiducia,
|
io mi disponga a ricevere gli ordini della vostra provvidenza eterna,
|
e io adori ugualmente tutto ciò che mi viene da voi.
.
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