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domenica 19 febbraio 2012

pedofilia


IL PARADISO CHE VI FA PAURA
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Il filosofo Hadjadj spiega che, più del peccato, il male è la saccente indifferenza. Contro - idee sulla pedofilia
Fabrice Hadjadj non ha niente del bigotto. Scrittore, saggista, filosofo impenitente della mistica della carne, della violenza della fede, è convinto che viviamo in una società antisessuale, dove il sesso è ridotto a un fatto di consumo, e pensa che per rifondare la sessualità serva la fede, anzi la vera fede, la fede nel Dio fatto uomo, e nell’amore cristiano. Hadjadj si dichiara un “ebreo di nome arabo e di confessione cattolica”. E’ un quarantenne che viene da una famiglia di ebrei tunisini: suo padre, maoista militante in gioventù, visse l’arrivo in Francia all’insegna della ribellione contro il patriarcalismo della comunità d’origine. Il figlio, ragazzo esemplare, ne ha voluto seguire le orme, ma in modo paradossale: converten- dosi al cristianesimo dopo essersi impregnato degli ideali politici rivolu zionari e di quegli estetico-letterari dei grandi nichilisti, come Friedrich Nietzsche e Georges Bataille. Da allora è diventato cattolico: credente, osservante, praticante, purificato dalla fede in Cristo e devoto sino al punto da andare a messa in un semplice po- meriggio di giovedì sfidando il deserto spirituale del Quartiere Latino per celebrare il mistero dell’Annunciazione. Dopo la conversione al cristianesimo, Hadjadj ha sposato una ra- gazza del Midi, un’attrice che recita volentieri le sue pièces di teatro, gli ha dato quattro figlie e ora aspetta il quinto: “Elles sont l’ostensoir de Dieu dans ma vie”, scrive Hadjadj nel suo ultimo libro, “sono loro, molto più che i miei libri, il mio vero cammino di fede”. E che sia convinto lo si vede dal- la luce che gli brilla negli occhi appena lei lo raggiunge in un bar dell’Odéon.
Hadjadj è un padre felice, che par- la senza riserve dell’esperienza della gioia che si dischiude come un regalo inatteso ogni volta che la figlia Marthe gli sorride. “E’ una bambina solare, piena di energia” dice lo scrittore sorseggiando un caffè. “Per me è un’esperienza nuova, che sto impa- rando a poco a poco”, confessa, e di sicuro dev’essere anche molto coinvolgente se Hadjadj ha deciso di dedicarle un saggio ad hoc, dopo il successo di “La profondeur des sexes pour une mystique de la chair”, uscito da Seuil nel 2008 e da poco tradotto in italiano dalle Edizioni Medusa (“Mistica della carne”). Considerato una delle duecento personalità cattoliche più influenti di Francia, il professor Hadjadj (che oltre a scrivere per il teatro insegna in un liceo di Tolone) ha vinto nel 2010 il premio del Sindacato degli editori di letteratura religiosa per un libro semiautobiografico sul tema della conversione, “La Foi des démons ou l’athéisme dé- passé”(Editions Salvator), in cui la testimonianza del neofita traduce la novità teologica della dottrina cristiana – una fede che presuppone l’amore e l’abbandono – e identifica il vero nemico non nell’ateo che nega l’esistenza di Dio o la divinità di Gesù Cristo, ma nell’indifferente apatico. Cioè in colui che, pur proclamandosi fedele, ha smesso di cercare la verità, nel “cristiano demoniaco” che apre la possibilità di perdizione nel cuore stesso del cristianesimo: “Il principio radicale della colpa non è nell’ignoranza atea o nella debolezza della carne, non spetta né ai libertini né ai lussuriosi, ma agli stessi credenti, ai puri spiriti, ai farisei capaci di perfezione demoniaca, in nome della loro fede orgogliosa, sicura della propria salvezza e sprezzante verso gli altri peccatori”.
Dopo l’inferno, Hadjadj adesso pensa al paradiso. “Le paradis à la porte” è il suo nuovo libro, atteso per l’autunno, un saggio teologico e critico al tempo stesso, in cui si parla di Kafka, Proust, Baudelaire, Yves Bonefoy. Hadjadj è partito da una domanda semplicissima: perché rifiutiamo il paradiso e preferiamo l’inferno? “Il diavolo rifiuta il paradiso non perché non sappia cosa sia, ma perché nella gioia c’è qualcosa che disturba. La gioia rompe la contentezza, aprendo una ferita radicale. Meglio ripiegarsi in se stesso, allora, restando entro i limiti della contentezza. Un uomo contento di sé è quasi un insulto in francese, eppure l’espressione fa proseliti, perché la gioia del paradiso è lacerante”.
Proust, spiega Hadjadj, racconta l’incapacità di un’esperienza di presenza totale nel presente. Bisogna aver perso il presente, per trovare la presenza delle cose. “I veri paradisi sono tutti paradisi perduti, tant’è vero che solo con la parola e la memoria ciò che ho vissuto diventa presente in una realtà spirituale superiore”. Questa è la lezione della “Recherche”. Ma la letteratura è un fallimento, simula una presenza più intensa, però finisce a sua volta per fallire perché astratta, parziale, soggettiva,
tanto che per Proust il letterato migliore è colui che coglie la relatività della letteratura. Per spiegare tutto questo, Hadjadj cita la scena del primo bacio a Albertine, nel “Côté des Guermantes”, dove il narratore descrive la frammentazione dell’esperienza, la confusione tra la pelle, la bocca, la lingua, il paesaggio marino di Balbec, e spiega che l’uomo, pur essendo superiore alla scimmia, non ha sviluppato l’organo del bacio.
Nella galleria di Hadjadj c’è anche posto per Kafka, che parla esplicitamente di paradiso, come accade attraverso la parabola della legge nel “Processo”. Lì c’è un uomo che vuole entrare in questa legge radicalmente trascendente, e un guardiano che gli dice che non può farlo, non può varcare quella porta. “L’uomo che pure è un po’ perverso resta al suo posto e al- la fine viene condannato a morte, ma
prima di morire, insiste: avrei dovuto varcare la porta delle legge, ma non ho potuto, e che è successo a quelli che ci sono riusciti? ‘Questa porta è solo per te’, gli risponde il guardiano, prima di chiuderla e condannarlo a morte. Kafka non vuol dire che il paradiso non esiste, ma descrive l’esperienza lacerante del restare sulla so- glia, che presuppone la realtà della trascendenza e al tempo stesso il suo carattere inaccessibile”.
Perfetta metafora dell’uomo moderno? “Sì”, ammette Hadjadj, con “la differenza che l’inaccessibilità per Kakfa non è agnostica, ma è vissuta come qualcosa che ci chiama in continuazione, che ci tiene in allerta per una convocazione permanente e senza scampo. Certo, poi c’è anche l’altro esempio – in ‘America’ – dell’ingresso in paradiso come ingresso nella banalità. Ma l’essenza della scrittura, diceva Kafka, è la preghiera e la preghiera consiste proprio nell’e- sercizio della soglia, perché risponde alla posizione della parola che chiede qualcosa che essa stessa non può raggiungere”.
Da Kafka a Dante il passo è breve, anche se all’apparenza inconsueto. Hadjadj cita dal quinto canto dell’Inferno la storia di Paolo e Francesca che, presi dalle avventure di Lancillotto e Ginevra, si lasciano conquistare dall’amore e non lessero oltre: “La bocca mi baciò tutto tremante (…) quel giorno più non vi leggemmo avante”. Lo stesso errore, non leggere oltre, secondo Hadjadj avviene per chi si ferma all’Inferno senza leggere il Purgatorio, a dir suo “chiave di volta della Divina Commedia, per- ché tutto il percorso di Dante è un Purgatorio, la discesa agli inferi è una purificazione, mentre il Paradiso è la cantica sua più eccessiva, con la violenza della beatitudine di Bea- trice che (canto XXIV ndr) l’ammoni- sce: se tu vedessi il mio volto, saresti cenere, se tu sentissi il nostro canto,
saresti annientato…”. Se questo è “il paradiso” che Hadjadj ha in mente, un luogo di beatitudine violenta, di vocazioni irraggiungibili, di trascendenza inaccessibile, corrisponde benissimo alle lacerazioni dell’uomo contemporaneo, conscio di un senso che lo soverchia, ma ormai per lui inattingibile. Come leggere allora la nostra indifferenza verso la trascendenza? E quale eco ritrovare nelle polemiche sulla pedofilia, che molti interpretano come un attacco contro l’ultimo baluardo della vita spirituale e un tentativo di strappare la chiesa alla sua gloria, per gettarla nel fango delle umane miserie? “Le questioni sono due” risponde Hadjadj, che resta sempre un sistematico. “La prima è quella del paradiso. Ed è un problema impossibile da schivare, perché se rifiuto il paradiso di Dio, non posso evitare di costruirmene un altro, e così arriviamo ai paradisi artificiali di Baudelaire. Non possiamo sfuggire alla sua vocazione, e se pretendiamo di uscirne, finiamo per costruirne un ersatz, un sostituto. La seconda questione è la pedofilia. L’uomo contemporaneo nega la trascendenza, è vero. Oggi però il problema è un altro, lo si è visto col caso Polanski e in Francia soprattutto col caso di Outreau, l’intero villaggio del profondo nord accusato di pedofilia; un’accusa diventata un fenomeno di massa che travalica la chiesa. E’ considerato un reato orribile e anzi, alcuni autori ci hanno spiegato che provoca una sorta di panico morale, che impedisce di riflettere spingendo la gente a lanciare accuse, a inchiodare i presunti responsabili sul banco degli imputati, a linciarli mediaticamente. Ma prima di parlare di in- differenza verso la metafisica, io mi domando perché di fronte a un reato grave come la pedofilia viviamo questa situazione di panico diffuso? Perché questa risposta emotiva?”. La risposta? “Ci sono due risposte possibili”, dica: “La prima è la psicologia dell’irremissibile: vale a dire, una violenza subita da piccoli è un trauma che distrugge per sempre. Infliggere una sevizia sessuale su un bambino è peggio che l’infanticidio, perché significa devastare una psiche. Gli psicologi parlano di resilienza, per dire remissione: si tratta di un perdono vero e proprio, che permette a chi ha subito una violenza di vedere la ferita convertirsi in cammino. E’ questo, del resto, il mistero della passione di Cristo, con la piaga della crocifissione che diventa luminosa: in altri termini, non si tratta di cancellare il dramma che si è vissuto, ma di farlo diventare luce”.
Eppure, il panico diffuso non si può interpretare solo in chiave teologica.
No, infatti la causa vera sta nella nostra concezione della società che non offre più argomenti razionali per condannare la pedofilia”. Addirittura? “La nostra concezione della società si fonda infatti sul contratto sociale: perciò, la comunità naturale, le famiglie, i legami intragenerazionali, la tradizione non hanno più senso. Esiste infatti solo l’individuo ‘senza qualità’, che entra in società attraverso la libertà di un contratto puramente individuale. Così, siamo arrivati a una sorta di immanenza e di egalitarismo puro, con le madri che vogliono essere amiche delle figlie e loro concorrenti in fatto di giovinezza, il che è un’altra forma di pedofilia. Rifiutiamo ogni trascendenza, non solo divina, ma umana. Sospettiamo come inautentico ogni rapporto di autorità. E il fatto che il padre
stia su un piano diverso dal figlio, e l’adulto su un piano diverso dal bambino, diventa intollerabile in questa situazione di immanenza generalizzata. Per questo, ci si può anche domandare: in fondo perché un adulto non dovrebbe poter andare a letto con un bambino? Perché un padre non dovrebbe portarsi a letto la propria figlia? Dal momento in cui abbiamo spezzato la gerarchia delle generazioni, siamo entrati in una logica puramente orizzontale; perduta la verticalità, abbiamo svilito i padri e smarrito persino il senso della paternità. Ma a partire da questa logica in cui tutti sono sullo stesso piano, non c’è più alcun motivo razionale di vietare la pedofilia. Tant’è vero che, negli anni Ottanta, alcuni intellettuali francesi di sinistra, fra i quali Daniel Cohn- Bendit, firmarono su Libération un manifesto in difesa della pedofilia. Così, siamo passati da un estremo all’altro. Dopo l’egalitarismo, la rivoluzione culturale, la liberazione sessuale, non sappiamo più come argomentare contro la pedofilia”. Allora perché tanto scandalo per i preti pedofili? “Perché l’uomo sente che è un peccato e un reato, ed entra nel panico, scegliendo il linciaggio anziché la risposta razionale, poiché non capisce più perché sia impossibile.
E’ un punto radicale. La prima legge per Sigmund Freud era il divieto dell’incesto. Ma Freud non spiega perché: il divieto dell’incesto è una legge indeducibile, un’evidenza primaria fondata su un principio primo assiomatico e indimostrabile. Se così non fosse, se ci fosse un’altra legge che la legittimasse, il divieto di incesto non sarebbe una legge primaria. Ma il fatto è che l’uomo è una creatura con un rapporto speciale nei confronti di quella che Tommaso d’Aquino chiamava la ‘ragione d’origine’, vale a dire il padre suo creatore o genitore. Solo che nel momento in cui l’uomo diventa un demiurgo, rifiutando la dimensione di creatura nei confronti di un creatore, avrà tendenza a negare la legge primaria del divieto di incesto, uscendo dalla verticalità per entrare nell’orizzontalità indifferenziata, e ognuno finirà per andare a letto con chiunque”.
La chiesa però resiste. Oggi è l’ultimo baluardo della verticalità e della ragione naturale. “A forza di affermare la morale naturale, la chiesa rischia di trascurare la misericordia soprannaturale. E questo secondo me è un pericolo in termini di fede e di mistica cristiana
. Certo, è giusto combattere la liberalizzazione dell’aborto, e oggi persino Simone Veil insiste per dire che abortire non è un diritto. Ma una cosa è lottare contro la deriva individualistica, altra cosa è annunciare la redenzione per le donne che hanno abortito e per i medici abortisti. Cristo è venuto anche per loro, mentre ora corriamo il rischio che l’annuncio della morale naturale si trasformi in una durezza farisaica. La chiesa è l’ultimo baluardo della trascendenza, e ha anche rivelato la perfezione dell’infanzia. E se la pedofilia oggi ci scandalizza e ci getta nel panico è perché noi continuiamo a essere cristiani, la nostra società continua ad essere impregnata di cristianesimo. Nel mondo antico, come del resto ancora oggi in Africa e in gran parte del mondo non cristiano, i bambini erano trattati come esseri inferiori, a volte come schiavi, spesso come prede, perché erano considerati incompiuti, imperfetti. ‘Lasciate che i bambini vengano a me’, disse Gesù, e da allora è accaduto qualcosa di rivoluzionario. Nel Vangelo c’è anche scritto: se non diventerete come bambini non entrerete a far parte del regno dei cieli. L’infanzia a quel punto diventa il simbolo stesso della perfezione cristiana, l’icona della verità. E’ questo il paradosso del cristianesimo: una vita spiritualmente piena e ancora incompiuta. Oggi però i cristiani hanno difficoltà a sottrarre i loro figli ai costumi dominanti e pure i preti confessano di non saper sfuggire alle lusinghe di un mondo senza Dio. “Per questo domina il panico. L’ultimo rifugio per noi cristiani erano i collegi religiosi, e adesso scopriamo che sono diventanti luoghi di perdizione…”.
DA il foglio


Postato da: giacabi a 10:37 | link | commenti
pedofilia, hadjadj fabrice

sabato, 29 maggio 2010

Nasce su UCCR una prima scheda informativa sul problema degli abusi sessuali sui minori commessi da esponenti del laicismo e dell’ateismo nella storia moderna. La pedofilia è un problema della secolarizzazione moderna e non solo della Chiesa.


Lungi dal voler difendere i preti che si sono macchiati di questo orribile atto, vogliamo sottolineare che il mondo laico (e anche noti affaristi, come riporta Il Foglio del 30/4/10), oggi scandalizzato, ha da sempre ha inneggiato la liberazione sessuale, bambini compresi. Gli stessi che oggi hanno usato i terribili atti pedofili di alcuni esponenti religiosi per creare una campagna anticlericale e ravvivare la propria ideologia (come hanno sottolineato anche alcune vittime), sono gli stessi che, oltre a commettere a loro volta gli stessi reati (sicuramente oltre lo 0,03% dei casi che riguardano sacerdoti cattolici), hanno sempre chiesto la legalizzazione della pedofilia e hanno offerto protezione ai pedofili. Senza Dio, tutto è possibile, sia per chi rifiuta apertamente Dio, sia per i religiosi che commettendo abusi sessuali si sono apertamente allontanati dal messaggio cristiano ed evangelico, diventando anticristiani. La pagina sarà in continuo aggiornamento, chi volesse segnalare altri casi può scriverci a uccrsitonazionale@gmail.com.


7 aprile 2010. Da La Repubblica, la notizia di abusi sessuali in una scuola scuola-convitto laica per vip nei pressi di Francoforte. L’ultimo caso risale al 1999 e sono almeno 40 le vittime degli abusi messi in atto “da più di otto insegnanti”, ma parla anche di “spaventosi abusi tra studenti”, forse a sottolineare la qualità dell’educazione ricevuta in questi posti. Almeno quattro studenti abusati si sono suicidati dopo aver terminato gli studi. Si tratta della Odenwaldschule, una scuola che promuovere la auto-determinazione della personalità e l’educazione anti-autoritaria, in opposizione alla cultura cristiana. Nella scuola è utilizzato il “tu” agli insegnanti e nell’ora di educazione fisica, ragazzi e ragazze, devono essere sempre senza vestiti, con lo scopo di liberarsi dalla morale (da Wikipedia e da 40 vittime di abusi in una scuola laica tedesca.).
8 marzo 2010. L’Associazione Nazionale Sociologi e l’Osservatorio sui Diritti dei Minori ha preso posizione contro l’ateo anticlericale e omosessuale Aldo Busi, ritenuto “pro-pedofilo” (da ASCA.it e OneTv.it). Nel suo libro “Manuale per il perfetto papà”, ha infatti spiegato che l’età per rapporti omosessuali ritenuta da lui lecita è a partire dai tredici anni, in quanto a questa età un ragazzo, sarebbe adulto e libero di decidere di avere rapporti con un altro uomo. Nel 1996 (ne parleremo più sotto) ha dichiarato al Maurizio Costanzo Show: “ma da quando la pedofilia è un crimine? Io ho fatto di tutto! Se anche un adulto masturbasse un ragazzino, che male ci sarebbe?”. E’ presente anche un video su Youtube che riprende le dichiarazioni in diretta: guarda il video).
8 ottobre 2008. Frédéric Mitterrand, omosessuale e ministro della Cultura francese, è stato accusato dal quotdiano Front National e dal Partito socialista, di aver difeso, tra gli altri, Roman Polanski condannato per pedofilia e di aver scritto un libro nel 2005 in cui rivela orgogliosamente atti pedofili durante un suo tour sessuale in Thailandia. Dalla parte dell’intellettuale laico si è schierato il leader dei Verdi franco-tedeschi Daniel Cohn-Bendit, già difensore della pedofilia (di cui parleremo più sotto) (da Il Giornale e EuroNews).
24 febbraio 2009. I laicisti e anticlericali esponenti del Partito dei Pedofili Olandese hanno inveito contro la Chiesa: “L’Italia non è un paese liberale sulle questioni sessuali. La società italiana è conservatrice perché è la Chiesa che comanda da voi” (da La Stampa: pedofili contro la Chiesa).
27 marzo 2007. La laica Dacia Maraini, sulla scia dei filosofi illuministi praticanti del sesso anche con i figli, ha sostenuto nel periodo del ’68, che l’incesto è una pratica naturale. Ha ribadito il concetto nel 2007, difendendo involontariamente la religione: “La famiglia naturale? Non esiste, perché la natura è violenza, caos e incesto. Nel mondo naturale il più grosso mangia il più piccolo, il più robusto schiavizza il più debole, le madri si accoppiano con i figli, i padri con le figlie, i fratelli con le sorelle. In natura non esiste morale. L’incesto per esempio, presente in tutte le specie, anche nell’uomo, addirittura ammesso in certe circostanze storiche, è stato proibito. L’etica non è un prodotto della natura ma una difficile e nobile prassi che l’uomo avoca a sé, in nome di un Dio che sceglie di applicare la giustizia, concetto assolutamente contrario alla natura” (da Corriere della Sera).
2006. Marco Cappato, segretario dell’Associazione Luca Coscioni e deputato europeo radicale, nel 2006 ha difeso al TG2 il diritto dei pedofili olandesi ad avere il loro partito, il NVD. Il deputato, sempre in prima linea nell’accusare la Chiesa di pedofilia, ha più volte espresso il desiderio che essa venga regolata da leggi, così non ci sarebbe violenza ma soltanto “amore” (da RadiciCristiane). Il grande feeling tra Partito Radicale e pedofilia, di cui si parlerà anche più sotto, è ben espresso nello studio che l’Associazione Famiglia Domani ha consegnato il 30 ottobre 2000 a tutti i senatori e deputati e all’ONU. Il Comitato per le Organizzazioni Non Governative dell’ONU ne ha deciso la sospensione dall’assise internazionale, verdetto poi non ratificato dal voto finale del Consiglio Economico e Sociale e quindi non reso esecutivo.
31 maggio 2006. Nasce il Partito Olandese dei Pedofili (NVD – Partij voor Naastenliefde, Vrijheid en Diversiteit – Amore del prossimo, libertà e diversità). E’ stato fondato da Marthijn Uittenbogaard, Ad van den Berg e Norbert de Jonge. Alcuni scopi sono: ridurre da 16 a 12 anni l’età minima per avere rapporti sessuali (per poi eliminare col tempo ogni diveto), abbassare almeno a 16 anni il limite per recitare in film a luci rosse, legalizzare la pornografia infantile, legalizzare la zoofilia (sesso con animali), assoluta libertà di circolare nudi in pubblico, legalizzare ogni droga, leggera e pesante che sia, per adulti e minorenni (vedi Repubblica). Gli esponenti citati hanno spesso insultato la Chiesa e la sua moralità (da La Stampa: pedofili contro la Chiesa).
12 giugno 2006. Alcuni articoli di giornale, nel giorno del centenario del laico poeta omosessuale Sandro Penna, che scriveva “Il cielo è vuoto. Ma negli occhi neri di quel fanciullo io pregherò il mio dio. Ma il mio dio se ne va in bicicletta o bagna il muro con disinvoltura..”, riportano che il poeta era ossessionato dai bambini e dai fanciulli e batteva le sponde del Tevere e gli orinatoi in cerca dei piccoli. Decisamente aperto alla pederastia e alla pedofilia (anche se non è certo che commise abusi), scrisse ad esempio: “«fanciullo non fuggire, non andare / solo. Non è per me che io lo dico. Io ti ho visto alla fronte un segno chiaro. / E tua madre non vede. Non vede l’amico» (Scuola). Oppure: “era con me un dolce fanciullo selvaggio che pieno / di ardire pur mi si avvinghiava tremando – tremavano forse le foglie / in tutte le siepi? – tenevalo io sotto il mio braccio voluttuosamente. / La notte era fosca e le tombe chiudevano i morti infelici. Il mio cuore / cercava la vita e l’amore” (L’amor di un fanciullo di dodici anni?). Ancora: «Ecco, fanciullo, io ti ho portato a questo / luogo selvaggio, a notte, per che fare? Non so. Non posso soffocare io questo / amore della vita”. (da Sandro Penna e i Maestrini dalla Penna Rossa).
30 agosto 2002. La casa editrice francese Gallimard (che predilige autori laici e comunisti, vedi Wikipedia) è finita sotto accusa di istigazione alla pedofilia da parte di un’associazione francese per la protezione dell’ infanzia, Enfant bleu. La causa sta nella pubblicazione di un libro intitolato Rose bonbon, scritto da un giovane intellettuale sinistramente emergente di nome Nicolas Jones-Gorlin. L’autore mette in scena un pedofilo che parla in prima persona e descrive le scene di palpeggiamenti di bambini. Il libro è stato dovuto ritirare dal commercio (da il Corriere della Sera ). Un altro editore è finito sotto inchiesta. Si tratta di Lèo Scheer, che ha promosso il libro Il entrait dans la légende, scritto da Louis Skorecki, critico cinematografico del quotidiano francese di sinistra Libération, fondato dall’ateo Sartre. Tratta di un serial killer pedofilo che, attraverso dettagliate descrizioni, sodomizza e squarta fanciullini e fanciulline (qui una recensione di un lettore).
16 marzo 2002 L’ateo radicale Marco Cappato ha difeso più volte il partito dei pedofili olandese. Ha anche dichiarato che la pedofilia debba essere regolata da leggi, in questo modo non ci sarebbe violenza ma soltanto “amore”. Ha inoltre ricevuto una lettera da William Andraghetti, orgoglioso pedofilo (di cui parleremo più sotto), che scrive: «Gentile sig. Cappato: che cosa intendono fare i radicali nei riguardi del problema pedofilia? Io sono pedofilo e gradirei che il suo partito prendesse una posizione chiara sulla pedofilia. Grazie. William» (10/03/02). Cappato risponde il giorno stesso (10/03/2002): «Mi pare che i radicali siano stati e siano molto chiari nel denunciare i metodi da caccia alle streghe sui casi di pedofilia, così come il proibizionismo su internet e la sottovalutazione dell’impatto della pedofilia “domestica”». Due giorni dopo, una utente che si firma “Interdetta”, chiede spiegazioni riguardo a questo intervento ambiguo. La replica di Cappato è del 16/03/2002: «Al centro delle varie operazioni antipedofilia c’è stata la demonizzazione di Internet, con procedimenti penali anche a carico di chi ha semplicemente visitato siti pedofili» (da Archivio del Novecento).
5 dicembre del 2000. In un’intervista a Radio Vaticana, il politico Daniele Capezzone, che allora militava nelle file dei radicali di Marco Pannella, affermò «La pedofilia “al pari di qualunque orientamento e preferenza sessuale, non può essere considerata un reato” (vedi Wikiquote). Il 28 aprile 2002 scrisse, assieme a Maurizio Turco, vicepresidente vicario del Partito Radicale, una lettera a Libero, nella quale si scagliava contro i provvedimenti informatici per bloccare il traffico di materiale pedopornografico in internet: “è del tutto inaccettabile la criminalizzazione di un orientamento sessuale (??) in quanto tale. Si tratta di affermare il diritto di tutti e di ciascuno a non essere condannati e nemmeno giudicati, sulla base della riprovazione morale che altri possono provare nei confronti delle loro preferenze sessuali. Criminalizzare i pedofili in quanto tali, al contrario, non serve a tutelare i minori, ma solo a creare un clima incivile…”
Gennaio 1999. Si scatena la bufera sull’ateo Alfred Charles Kinsey, biologo e sessuologo statunitense, celebre autore negli anni ’50 del famoso “Rapporto sulla vita sessuale”, uno dei testi fondamentali della rivoluzione culturale. Egli descrisse la capacità dei bambini di provare orgasmi, con l’intento di sdoganare la pedofilia. Questo studio ha protato alla proliferazione di gruppi per la libertà e i diritti sessuali che chiedono l’abbassamento delll’età di consenso dei rapporti sessuali. E’ stato rivelato che gli esperimenti che Kinsey ha attuato sui bambini siano stati in effetti dei veri e propri atti di pedofilia (da Wikipedia e WikiEnglish, video del 1998). Addirittura si è scoperto che alcuni risultati da lui ottenuti sulla condotta sessuale, che ha modificato i curriculum scolastici e l’ approccio all’ infanzia, sono stati basati, non su esperimenti scientifici, ma presi dal diario privato di un pedofilo che abuso’ di 317 bambini dagli 1 ai 14 anni. Tutto è stato confermato con amarezza da John Bancroft, direttore dell’ Istituto Kinsey dell’ Universita’ dell’ Indiana: “ricorrere a un pedofilo significa rinunciare a ogni base scientifica. Significa degradare l’ infanzia” (da Il Corriere della Sera 9/12/05 e Zenit.it 15/5/05).
14 novembre 1998. Il radicale William Andraghetti, già condannato per violenze sessuali su sei minori, scrisse al Partito Radicale di Marco Pannella chiedendo di potersi candidare nelle sua liste di Bologna, oppure di diventare “europarlamentare pedofilo”. Il pedofilo è stato difeso dal gruppo di scrittori Luther Blissett, collettivo anticristiano e legato al satanismo. Scrisse anche “Diario di un pedofilo”, pubblicato da Stampa Alternativa, casa editrice laicista. Nel libro sostenne che “il diritto di difendere il minore sta sovvertendo ogni altro diritto: bisogna mettere a nudo le violazioni del diritto a esistere come pedofilo”. E ancora: “non ho scelto di essere pedofilo, lo sono sempre stato e lo sono ancora. Come posso pentirmi di qualcosa che non ho scelto di essere?” (ricorda vagamente le frasi che si sentono dire oggi, in cui si sostituisce la parola omosessuale a quella di pedofilo) (da Corriere della Sera 14/11/98).
27 ottobre 1998. I Radicali Italiani hanno organizzato un convegno i dal titolo Pedofilia e Internet, vecchie ossessioni e nuove critiche, promosso sopratutto da Marco Pannella. Tra le motivazioni del convegno si legge: “siamo certi che gli adolescenti a cui molti paesi del mondo attribuiamo la capacità di rispondere in giudizio delle proprie azioni non abbiano invece pari consapevolezza e responsabilità nell’ambito sessuale? In ogni caso in uno Stato di diritto, essere pedofili, proclamarsi tali, o anche sostenerne la legittimità non può essere considerato reato”. Hanno quindi lanciato parole di fuoco contro la legge 269 che, oltre a punire lo sfruttamento sessuale dei minori, obbliga anche gli Internet provider a una funzione di controllo e di censura dei contenuti pedopornografici, pena la chiusura e il sequestro dei server. Massimo Bordin, il trotskista direttore di Radio Radicale, e Roberto Cicciomessere, esponente del Partito Radicale e direttore di Agorà telematica, l’hanno definita “mostruosità giuridica”, legge da “caccia alle streghe”, “illiberale”, “antigarantista”, “cavallo di Troia contro Internet”. La presentazione di questo convegno nelle aule del Senato recitava: “essere pedofili [...] non può essere considerato un reato; la pedofilia […] diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone”. Sul sito Internet dell’Associazione danese per la difesa dei pedofili “www.danpedo.dk” (ora è chiuso dalla polizia informatica) si potevano facilmente consultare gli atti del convegno sul cui sfondo è impresso il simbolo dell’associazione stessa: un uomo ed un bambino e due cuori (da InterLex). Radio Radicale è stata anche l’unica radio italiana a mandare in onda il vergognoso programma danese dal titolo “Papà posso toccarti l’uccello?” (da I radicali e pedofilia).
17 ottobre 1997. Viene pubblicato il libro The Political Journey of the Generation of 1968, del giornalista del New York Times e scrittore Paul Berman. L’autore ha suscitato molto scalpore anche perché ha scritto che molti attivisti del nascente movimento gay sperimentarono sin da piccoli, a scuola, o nei parchi, il “sesso tra giovanissimi e adulti”, nel clima appunto di sessualità sfrenata e “liberata” di quegli anni.
1996. Aldo Busi, noto ateo, anticlericale, radicale e omosessuale si è mostato aperto alla pedofilia. Al Maurizio Costanzo Show ha dichiarato: “ma da quando la pedofilia è un crimine? Io ho fatto di tutto! Se anche un adulto masturbasse un ragazzino, che male ci sarebbe?”. E’ presente anche un video su Youtube in cui alla fine di queste affermazioni si sente il pubblico applaudire. Le stesse persone probabilmente sono quelle che ora si scagliano contro la Chiesa (da Youtube). Busi ha anche incolpato addirittura i minori di essere provocatori verso gli adulti. Ha affermato: “non c’ è nulla di scandaloso se un ragazzo compie atti sessuali con un adulto e semmai sono i bambini a corrompere gli adulti e non viceversa”. Dopo le inevitabili polemiche, Busi ha sbraitato contro il cattolicesimo: “Ipocriti. Siete i soliti cattolici che nascete e crescete con l’idea di sesso legata alla colpa e al peccato”. Intervistato da Repubblica ha detto: “Può esistere una pedofilia blanda, quella praticata dai bambini sugli adulti. I bambini sono in certi casi corruttori degli adulti. Oggi cercano il capro espiatorio nel cosiddetto pedofilo, come ieri negli zingari, negli omosessuali, negli ebrei, nei palestinesi, nelle donne, ma anche i bambini hanno la loro brava sessualità e che gli adulti non devono più reprimerla” (da Repubblica 12/12/1996). Sul sito Ragione e Fede c’è una sua piccola ed interessante biografia.
Dal 1993 al 2003. In questi anni l’International Lesbian and Gay Assciation (ILGA), ovvero la più grande associazione di omosessuali a livello internazionale, ha contenuto al suo interno anche l’organizzazione per l’emancipazione della pedofilia: la North American Man-Boy Lovers Association (NAMBLA), compresi numerosi membri. Per questo motivo ha perso lo status consultivo all’ONU e ha dovuto, date le circostanze, eliminare i membri del partito dei pedofili (da Wikipedia).
5 febbraio 1993. Un articolo di Repubblica desta scalpore: Sartre e Simone “mangiabambine”. Louise Védrine, afferma di essere stata vittima da minorenne “degli impulsi dongiovanneschi” di Sartre (ateo) e della sua professoressa di filosofia Simone Beauvoir (atea), accusando quest’ ultima di aver svolto il ruolo di mezzana per procurare al suo compagno “carne fresca”, ovvero giovani fanciulle da lei “pregustate” prima di rifilargliele. Mostra anche le centinaia di lettere osè che il laicissimo Sartre le inviava (da La Repubblica 5/2/93). I due maestri di ateismo avevano già sottoscritto nel 1977 il famoso manifesto dove -in nome della «liberazione sessuale» — esigevano la depenalizzazione dei rapporti con minori, bambini compresi (ne parleremo più sotto).
1983. Nasce il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, dedita alla difesa dei diritti civili delle persone LGBT. E’ una delle principali organizzatrici del Gay Pride di Roma e vede il transessuale Vladimir Luxuria tra i suoi esponenti ed è dedicata allo scrittore ateo e iniziatore del movimento omosessuale in Italia Mario Mieli (di cui parleremo più sotto), promotore della pedofilia e della liberalizzazione sessuale del fanciullo (vedi anche Contro la Leggenda nera). L’intellettuale riteneva anche che omosessualità e pedofilia fossero correlate (da Gris.Imola.it).
1977. L’ateo e iniziatore del movimento omosessuale in Italia, Mario Mieli, che considerava «opera redentiva», per entrambi, il sesso tra un adulto e un giovanissimo (e anche la necrofilia, la coprofagia e la pedofilia in senso stretto) ha pubblicato il suo libro Elementi di critica omessuale, nel quale ha scritto: “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, si, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica” (Mario Mieli. Elementi di critica omosessuale. Milano, Einaudi, 1977). E ancora: “la corporeità umana entra liberamente in relazioni egualitarie multiple con tutti gli esseri della terra, inclusi i bambini e i nuovi arrivati di ogni tipo, corpi defunti, animali, piante, cose, annullando “democraticamente” ogni differenza non solo tra gli esseri umani ma anche tra le specie. A questa rivoluzione sociale sono di ostacolo i valori famigliari naturali e cristiani”. Morì suicida nel 1983. Col sostegno dei Radicali è nato il F.u.o.r.i. di Mario Mieli, centro culturale omosessuale che si ispira ai valori del suo beniamino (vedi anche Contro la Leggenda nera).
1977. I paladini dell’ateismo e dell’omosessualità firmarono un famoso manifesto dove -in nome della «liberazione sessuale» — esigevano la depenalizzazione dei rapporti con minori, bambini compresi. I firmatari più famosi furono: i guru laicisti e atei radicali Sartre; Simone de Beauvoir; Michel Foucault; il politico socialista e materialista Jack Lang; l’ateo omosessuale Louis Aragon; il marxista omosessuale Roland Barthes; il filosofo ateo André Glucksman, autore nel 2004 del libro La terza morte di Dio. Perché l’Europa è ormai un continente ateo e nel resto del mondo invece si uccide per fede; Félix Guattari, ateo anarchico e psicoanalista nicciano; Bernard Kouchner, politico social-comunista francese, Guy Hocquenghem, scrittore omosessuale marxista; ecc. (da Il Foglio 17/4/10).
1975. Viene pubblicato il libro Le grand Bazar, scritto dal leader dei Verdi all’Europarlamento, l’ateo e anarchico Daniel Cohn-Bendit. Egli ha descritto i giochi a sfondo erotico dei bambini con gli insegnanti in un asilo riformato di Francoforte, mettendo in evidenza la dimensione pulsionale dell’infanzia e si è vantato di avere non solo raccomandato ma praticato il sesso con i minori lui stesso, quando era insegnante: «Mi è successo che qualche bimbo mi aprisse la cerniera dei pantaloni e iniziasse ad accarezzarmi. Io reagivo in modo diverso a seconda delle circostanze. Il loro desiderio mi creava dei problemi. E chiedevo: “Perchè giocate con me e non con gli altri?”. Ma quando loro insistevano, io li accarezzavo» Difendendosi dopo le richieste di dimissioni ha detto: “Liberale e libertario, io assumo su di me tutta intera l’ eredità della mia generazione [quella del '68]». Ha promosso la legalizzazione della pedofilia sostenendo l’idea di “liberazione sessuale” dei bambini. Ha ribadito i suoi concetti anche durante il programma tv Apostrophes del il 23 aprile 1982. Il sito Libertà e Persona mostra il video della trasmissione. (dal Corriere della Sera 9/2001).
Ottobre 1974. Viene fondata in Inghilterra la Paedophile Information Exchange (PIE), un’associazione attiva nella legalizzazione della pedofilia. Keith Hose divenne quasi subito presidente ed ebbe numerosi collegamenti con il gruppo omosessuale Gay Liberation Front di Londa. Il gruppo omosessuale condivideva con il PIE la critica alla famiglia come struttura portante del sistema sociale. Inoltre era favorevole all’abolizione della età del consenso, organizzando una marcia apposita. In seguito il gruppo omosessuale si fuse con il gruppo dei pedofili (PIE). Venne sciolto solo nel 1984 (da Wikipedia).
1970. L’ideologa laica e radicale femminista Shulamith Firestone, nel suo “La dialettica dei sessi”, propose di separare sessualità da riproduzione e difende una sessualità “liberata”, senza confini, arrivando coerentemente ad auspicare la liceità dell’incesto, cioè della pedofilia. L’incesto, infatti, sarebbe un “tabù” che serve “solo a preservare la famiglia”. Sempre in nome della “liberazione sessuale di donne e bambini”, scrisse: “Dobbiamo includere anche l’oppressione dei bambini in ogni programma della rivoluzione femminista. Il nostro passo deve essere l’eliminazione della stessa condizione di femminilità ed infanzia, e si deve arrivare a far sì che tutti i rapporti intimi, anche quelli tra genitori e figli, adulti e piccini, includano anche la fisicità in senso lato” (da Il Foglio 17/4/10).
Anni 60. Il Gerd Koenen , giornalista e storico ha scritto: “Negli asili infantili più radicali le attività sessuali divennero parte integrante dei giochi”.. Anche Sergio Romano sul Corriere della Sera ha ricordato recentemente che negli “asili antiautoritari” o “asili alternativi” “venivano e vengono insegnati ai bambini «giochi erotici» per liberarli dai tabù sessuali. Si tratta delle scuole riformate secondo criteri relativi alla “nuova pedagogia”, che si distaccava dall’educazione tradizionale cristiana, nati intorno agli anni 1960.
1949. In quest’anno si rese pubblica la pederastia di Pier Paolo Pasolini, scrittore e poeta laico omosessuale. Sembra però che andasse oltre alla pederastia: Alberto Moravia ha narrato più volte infatti che, viaggiando in Africa e in Asia con lui, questi ogni sera partiva a caccia di adolescenti: e talmente giovani che (è ancora Moravia a riferirlo) spesso quel suo amico e collega pederasta tornava in albergo pieno di lividi per le botte ricevute dai genitori infuriati (vedi Pasolini e Bologna).
1936. L’ateo marxista Wihelm Reich, già allievo di Freud, scrisse “La libertà sessuale”, stampata in Italia da Feltrinelli nel 1963. Nel libro si predica la distruzione del modello familiare naturale, ritenuto oppressivo anzitutto per la libertà sessuale del bambino, per la sua “genialità spontanea e priva di complessi di colpa”, negata brutalmente dalla concezione cristiana e “borghese” della famiglia (da Il Foglio 30/3/10).
1934 Balthus, pittore del laicismo francese raggiunse l’apice rispetto ai suoi molti dipinti di giovani fanciulle ritratte in un contesto erotico. In un suo quadro del 1934, “Lezioni di chitarra” presenta una donna che sottopone una bambina a molestie sessuali. E’ il suo quadro più famoso ed è valutato in miliardi. Ad un amico scrisse: “Sto preparando una nuova tela. Una tela piuttosto feroce. Posso arrischiare a parlartene? Figurati se non posso parlarne con te – E’ una scena erotica, non è una di quelle piccole infamie che ci si mostra clandestinamente dandosi colpetti di gomito. No, io voglio declamare alla luce del sole, con sincerità e partecipazione, tutta la tragedia e l’emozione di un dramma della carne, proclamare a gran voce le incrollabili leggi dell’istinto. Morte agli ipocriti!” (da Wikipedia).
1700. Il noto filosofo illuminista Jean Jacques Rousseau, profeta dell’educazione relativista e laicista dopo aver avuto cinque figli dalla sua compagna, se ne libera rapidamente depositandoli nell’ospizio dei trovatelli. Credente nella assoluta bontà delle sensazioni, a Venezia si compra per pochi franchi una bambina di dieci anni per allietare sessualmente le sue serate (da Jean-Jacques Rousseau, Le Confessioni, Biblioteca Universale Rizzoli, aprile 2001, p.28).
Conclusione. Sottolineiamo che sovente molte di queste persone, di questi “liberatori”, si scagliarono con virulenza proprio contro la chiesa, contro i “puritani”, contro il pensiero cristiano in generale, reo di opprimere la libera sessualità, di imporre regole e divieti. L’esplosione della secolarizzazioneha prodotto la “liberazione sessuale”, con disgregazione della famiglia, pornografia, pedofilia, esplosione del numero dei divorzi, instabilità dei bambini, boom di suicidio adolescenziale ecc.

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pedofilia

giovedì, 20 maggio 2010

Pedofilia: ecco perchè a tanti laici conviene tacere
Di Giuliano Guzzo (del 12/04/2010 @ 14:29:14, in Attualità, linkato 641 volte)
Dispiace contraddire le anime belle, ma forse la sola legittimata a scandalizzarsi per la pedofilia all’interno della Chiesa, oggi, è proprio la Chiesa stessa: i preti, i vescovi, il Santo Padre. A tutto il mondo laico e secolarizzato, invece, conviene di gran lunga tacere. Conviene anzitutto ai moralisti del "New York Times", che negli ultimi dieci anni hanno pubblicato oltre 150 articoli sulla pedofilia nella Chiesa ignorando quasi sempre studi e notizie sul fenomeno degli abusi nelle scuole pubbliche e dimostrando così che del fenomeno pedofilia in sé, per farla breve, se ne infischiano.
Tacere conviene anche ai giornalisti di "Repubblica": in un recente editoriale sono arrivati a definire l'arcivescovo di Milwaukee monsignor Weakland, il grande accusatore di Benedetto XVI, “una delle figure più luminose del cattolicesimo degli Stati Uniti d'America […] morto con parole di perdono per coloro che lo avevano ingiustamente coinvolto in accuse infamanti” (Repubblica 26/3/2010); piccola precisazione: monsignor Weakland non è affatto morto anche se non è più l'arcivescovo di Milwaukee dal 2002, quando fu “dimissionato” dopo che un ex studente di teologia l’aveva accusato di violenza carnale, rompendo il segreto che Weakland gli aveva imposto in cambio di 450 mila dollari.
Farebbero bene ad evitare di indignarsi della pedofilia nella Chiesa anche i sostenitori di Michele Santoro, dal momento che il loro idolo ha mandato in onda “Sex and the Vatican” - video della Bbc condannato nel marzo 2008 dal Giudice di pace di Roma che, accogliendo il ricorso di un cittadino indignato e disponendo per lui un risarcimento, lo ha definito una rappresentazione fuorviante del problema della pedofilia - ma non ha fiatato quando, recentemente, un pedofilo siciliano, scarcerato dopo aver violentato ben tre ragazzine, è tornato a stuprare, abusando di una bambina di quattro anni, e nemmeno quando un macellaio veneto, processato per aver fatto sesso con una tredicenne, s’è visto riconoscere dal giudice le attenuanti perché “il sentimento era vero”. Proviamo solo ad immaginare che puntatone avrebbe realizzato la redazione di Annozero se un religioso, dopo aver abusato di tre bambine, fosse stato scarcerato e fosse tornato a violentare una bambina di quattro anni: si sarebbe scatenato l’inferno!
Più in generale, è tutta la galassia culturale contemporanea che farebbe meglio ad ignorare la pedofilia clericale e a pensare ai suoi celebrati intellettuali, primi fra tutti Foucault e Tournier, i magnifici corifei della "pedofilia dolce", i quali hanno teorizzato un'infanzia totalmente emancipata dai limiti, dagli obblighi e dalle norme, in cui la naturale polimorfia sessuale non venga soffocata dall'ipocrisia sociale, il tutto, si capisce, in nome del libero e imperativo appagamento del desiderio sessuale.
Un’altra buona ragione per tacere, il mondo contemporaneo, ce l’ha nell’aborto: chi tollera in silenzio che ogni anno, nel mondo, non nascano 41.6 milioni di bambini (Cfr. Lancet 10/2007, 370:1338-1345) ha ben poco titolo per spiegare poi che questi vanno rispettati e protetti. A meno che non si voglia sostenere – e in quel caso lo si dica apertamente - che ad sei, sette mesi un bimbo possa essere frullato e a nove diventi repentinamente inviolabile.
Viceversa, se il mondo laico - redazioni del “New York Times”, di “Repubblica” e di “Annozero” comprese – decidesse di continuare ad occuparsi ancora di pedofilia, potrebbe cominciare col dire la propria sulla petizione che Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault e Jack Lang (futuro ministro francese) firmarono, e nella quale si reclamava la legalizzazione dei rapporti sessuali coi minori. I più fieri avversari della pedofilia nella Chiesa, potrebbero dirci che pensano anche delle trovate di Radio Radicale, che mandò in onda - unica in Italia - il vergognoso programma danese dal titolo "Papà posso toccarti l'uccello?”.
Oppure potrebbero dirci se condividono quanto hanno scritto dei parlamentari radicali - stipendiati dai contribuenti italiani, giova ricordarlo - al quotidiano “Libero” in data 28 aprile 2002:” E’ del tutto inaccettabile la criminalizzazione di un orientamento sessuale in quanto tale, di un modo di 'essere', di uno 'stato' […] criminalizzare i 'pedofili' in quanto tali, al contrario, non serve a tutelare i minori, ma solo a creare un clima incivili".
Ancora, potrebbero farci sapere se trovano giusto che la venerata cultura laica, ormai diversi anni fa, abbia assegnato nientemeno che il Nobel per la Letteratura ad André Gide, scrittore che nei suoi scritti racconta di quando, nei vicoli di Tangeri e di Casablanca, si divertiva con gli impuberi: se la sentirebbero di assegnare ad un prete pedofilo letterariamente dotato addirittura il Nobel?
Aveva ragione l’attuale Governatore della Puglia, Nichi Vendola, quando, in una intervista del 1985 a “Repubblica”, dichiarava che “non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti”? Oppure ha ragione Daniel Cohen Bendit, capogruppo dei Verdi a Bruxelles, che si è battuto per bocciare la nomina di Rocco Buttiglione alla Commissione Europea dall’alto della sua esperienza di insegnante che, come egli stesso racconta, abbassava i pantaloni ai suoi alunni? In attesa di avere chiarimenti e risposte ci viene un dubbio, che è questo: a tanti laici, quando si parla di pedofilia, forse conviene davvero tacere
da:
http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=1762

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mercoledì, 21 aprile 2010


 Cari progressisti e libertari, com'è che i pedofili vi fanno schifo?

di Francesco Agnoli

Invettiva contri i moralisti teorici dell’amoralità

***


[Da «il Foglio», 26 maggio 2007]
E allora parliamo di pedofilia! Visto che i sostenitori dell’eugenetica, i fautori dell’aborto, i paladini delle mamme-nonne, degli ibridi e delle chimere, della poligamia come “fatto biologico”, si scandalizzano, sbuffano e si sbracciano contro i pedofili ecclesiastici
Sì, tra gli uomini di chiesa, vi sono dei pedofili, e anche dei briganti, dei ladri, dei bugiardi, dei simoniaci… tutta  gente che Dante metterebbe  all’Inferno. Tutta gente che a mio parere passerà davanti, in Paradiso, a Santoro, Augias, Odifreddi e a tanti altri. “Ladri e prostitute – ha detto Gesù – vi precederanno nel Regno dei Cieli”. Noi cattolici lo sappiamo, di essere peccatori, temiamo l’inferno, ci confessiamo e ci battiamo il petto. Però viva ladri e prostitute, viva i pedofili, quelli che lo fanno di nascosto, che se ne vergognano, e che poi, giustamente, pagano. Meglio loro, nel segreto delle loro stanze, nel putridume del loro cuore, nell’abominio del loro segreto vizio, degli intellettuali progressisti e farisei che negano per iscritto il diritto naturale, che avversano il matrimonio dalle loro cattedre ben pagate, che esaltano ogni tipo di libertinaggio, per divenire improvvisamente acidi moralisti.
In nome di cosa condannano la pedofilia? I greci non erano spesso pedofili? Il relativismo culturale non è necessario, per essere al passo coi tempi? La morale naturale non è una invenzione della chiesa? Se i sensi sono cinque, perché non possono diventare sei? Se il bambino è un “perverso polimorfo”, perché non può da subito soddisfare i suoi istinti? Se l’incesto non è contro natura, come sostiene Dacia Maraini, sulla scia di filosofi illuministi che lo praticavano persino con i figli, in base a cosa, per Dio, la pedofilia sarebbe cattiva? Non ci avete insegnato questo, in tanti anni? Non ci avete detto, a partire dal 1968, che l’unica regola è che non ci sono regole, che è “vietato vietare”? Non avete clamorosamente taciuto di fronte alla nascita del partito pedofilo in Olanda? Perché diventate ora, a un tratto, così reazionari, bigotti, oscurantisti? Suvvia riscoprite altre radici, riabbracciate un passato più laico. La chiesa non può vantare, tra le sue file, teorici della pedofilia, il pensiero progressista sì.
Ricordate la rivoluzione del 1968? Ricordate Gerd Koenen? Scriveva: “Negli asili infantili più radicali le attività sessuali divennero parte integrante dei giochi”. In quegli stessi anni Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, Jack Lang, futuro ministro francese, firmarono una petizione in cui si reclamava la legalizzazione dei rapporti sessuali coi minori. Daniel Cohn-Bendit, capogruppo dei Verdi a Bruxelles, raccontò addirittura di avere sperimentato e favorito la pedofilia e il sesso coi minori a scuola, come insegnante. Oggi Aldo Busi, forse il più venduto autore omosessuale italiano, spesso ospite di programmi televisivi e radiofonici, candidato nelle liste radicali, scrive:“E’ probabile che nella mia omosessualità ci sia una forma di attrazione non verso i maschi, ma verso l’odio che mi suscitano tutti gli uomini, odio che il fare sesso con loro non fa che aumentare…”. Dopo di che spiega che l’età per rapporti omosessuali che lui ritiene lecita è a partire dai tredici anni, in quanto a questa età un ragazzo, secondo lui, sarebbe adulto, e libero di decidere di avere rapporti con un altro uomo (“Manuale per il perfetto papà”, Mondadori). Il grande Nichi Vendola, governatore della Puglia, in una intervista del 1985 a Repubblica affermava: “Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti, e trattarne con chi la sessualità l’ha vista sempre in funzione della famiglia…”.
Caro Santoro, facci vedere il filmato ciofeca sui preti pedofili, dicci che è tutto vero, e spiegaci quello che pensi: che per una volta sei d’accordo con la chiesa, che si è finalmente aperta, che è divenuta comprensiva… e spiega ai cattolici progressisti che, per fortuna, i preti non sono tutti come Ruini e Bagnasco… Poi tornatene a Strasburgo, dove ti eri fatto eleggere.
di Francesco Agnoli, da Il Foglio di sabato 26/05/’07
 


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