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su santi,filosofi,poeti,scrittori,scienziati etc. che ti aiutano a comprendere la bellezza e la ragionevolezza del cristianesimo


domenica 19 febbraio 2012

perle3


La cosa importante
 ***
"L'importante non è che l'uomo abbia camminato sulla luna, ma che Dio, in Gesù abbia camminato sulla terra"
 Armstrong.LaStampa,21.XII.2003,p.15



Postato da: giacabi a 17:30 | link | commenti
perle, dio

venerdì, 24 ottobre 2008

Il male
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 La sola cosa necessaria affinchè il male trionfi è che gli uomini buoni non faccian nulla.
Burke

Postato da: giacabi a 14:23 | link | commenti
perle

lunedì, 22 settembre 2008

ricreazione
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« Nella vita esistono due cose: le cose certe e le cose supposte. Le cose certe per il momento mettiamole da parte, ma le supposte? Dove le mettiamo le supposte?… »
Totò

Postato da: giacabi a 20:46 | link | commenti
perle

giovedì, 28 agosto 2008

Quando ci dimentichiamo di Dio
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Dopo la tragedia delle 2 Torri: 11 sett. 2001 ed il maremoto: 26 dic. 2004 "Come ha potuto Dio permettere che avvenisse una sciagura del genere? ". La risposta che ha dato Jane Clacson, ragazza orfana a causa della tragedia delle Twin Towers, ad una Tv americana è estremamente profonda e intelligente: (valida anche per la tragedia del maremoto n.d.r.) "Io credo che Dio sia profondamente rattristato da questo, proprio come lo siamo noi, ma per anni noi gli abbiamo detto di andarsene dalle nostre scuole, di andarsene dal nostro governo, di andarsene dalle nostre vite. Ed essendo Lui quel gentiluomo che è, io credo che Egli con calma si sia fatto da parte, anche se continua ad amarci, nonostante tutto! Come possiamo sperare di notare che Dio ci dona ogni giorno la Sua benedizione e la Sua protezione se Gli diciamo: "lasciaci soli"? (..) Considerando i recenti avvenimenti... attacchi terroristici, sparatorie nelle scuole... ecc. penso che tutto sia cominciato quando 15 anni fa Madeline Murray O'Hare ha ottenuto che non fosse più consentita alcuna preghiera nelle nostre scuole americane e le abbiamo detto OK.
Poi qualcuno ha detto:
"è meglio non leggere la Bibbia nelle scuole"... (la stessa Bibbia che dice, Tu non ucciderai, Tu non ruberai, ama il tuo prossimo come te stesso) e noi gli abbiamo detto OK.
Poi
il dottor Benjamin Spock ha detto che noi non dovremmo sculacciare i nostri figli se si comportano male perché la loro personalità viene deviata e potremmo arrecare danno alla loro autostima, e noi abbiamo detto "un esperto sa di cosa sta parlando" e così abbiamo detto OK.
Poi qualcuno ha detto che sarebbe opportuno che gli insegnanti e i presidi non puniscano i nostri figli quando si comportano male, e noi abbiamo detto OK.
Poi alcuni politici hanno detto:
"Non è importante ciò che facciamo in privato purché facciamo il nostro lavoro" e d'accordo con loro, noi abbiamo detto OK.
Poi qualcuno ha detto: "
Il presepe non deve offendere le minoranze", così nel famoso museo Madame Tussaud di Londra al posto di Maria e Giuseppe hanno messo la Spice girl Victoria e Beckham e noi abbiamo detto OK.
Poi qualcuno ha detto: "Stampiamo riviste con fotografie di donne nude e chiamiamo tutto ciò "salutare apprezzamento per la bellezza del corpo femminile"". E noi gli abbiamo detto OK. Ora ci chiediamo come mai i nostri figli non hanno coscienza e non sanno distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Probabilmente, se ci pensiamo bene noi raccogliamo ciò che abbiamo seminato".
Buffo ...
come è semplice per la gente gettare Dio nell'immondizia e meravigliarsi perché il mondo stia andando alla rovina!
Buffo
... come crediamo a quello che dicono i giornali, ma contestiamo ciò che dice la Bibbia.
Buffo ... come tutti vogliono andare in Paradiso, ma al tempo stesso non vogliono credere, pensare e fare niente di ciò che dice la Bibbia.
Buffo ...
come si mandino migliaia di barzellette che si propagano come un incendio, ma quando si incomincia a mandare messaggi che riguardano il Signore, le persone ci pensano due volte a scambiarseli.
Buffo ... come tutto ciò che è indecente, scabroso, volgare e osceno circoli liberamente ovunque mentre le discussioni pubblicate su Dio siano state soppresse a scuola o sul posto di lavoro.
Buffo ... come a Natale nelle scuole la recita per i genitori non possa più essere sulla natività ed al suo posto venga proposta una favola di Walt Disney.
Buffo ...
come si stia a casa dal lavoro per una festività religiosa, e non si conosca nemmeno quale sia la ricorrenza.
Buffo ... come qualcuno possa infervorarsi tanto per Cristo la domenica, mentre è di fatto un cristiano invisibile durante il resto della settimana.
Buffo ... come posso essere più preoccupato di ciò che pensa la gente di me piuttosto che di ciò che Dio pensa di me. Lo disse un giorno anche Don Bosco ad un gruppo di seminaristi di Roma
.

Postato da: giacabi a 08:30 | link | commenti
perle, ateismo

mercoledì, 27 agosto 2008

IL MONACO DALLE MANI SUDATE

***
"Kasan, un monaco e maestro zen, stava officiando il funerale di un nobile famoso. Mentre aspettava che il governatore della provincia e altri signori e signore arrivassero, notò che aveva le palme delle mani sudate. Il giorno seguente radunò i suoi discepoli e confessò loro di non essere ancora pronto per essere un vero maestro. Spiegò che gli mancava ancora la capacità di comportarsi ugualmente di fronte a tutti gli esseri umani, fossero essi mendicanti o re. Non era ancora capace di guardare oltre i ruoli sociali e le identità concettuali e vedere come tutti gli esseri umani fossero uguali. Così se ne andò e diventò discepolo di un altro maestro. Ritornò da quelli che erano stati i suoi discepoli otto anni più tardi, illuminato."


Postato da: giacabi a 10:21 | link | commenti (1)
perle

lunedì, 18 agosto 2008

La donna
***
State molto attenti a non far piangere una donna:
poi Dio conta le sue lacrime!
La donna è uscita dalla costola dell'uomo,
non dai suoi piedi perché debba essere pestata,
né dalla testa per essere superiore,
ma
dal fianco per essere uguale....
un po' più in basso del braccio per essere protetta
e
dal lato del cuore per essere amata.
dal Talmud, raccolta di insegnamenti della tradizione ebraica


Postato da: giacabi a 22:24 | link | commenti
perle

domenica, 17 agosto 2008

Barzelletta
***

Un giovane parroco va in un paese a sostituire quello anziano, il quale lo accoglie dicendogli: "Vedi, è un paese tranquillo, come tanti altri... Tutta buona gente con i suoi peccatucci più o meno nascosti... Però guardati da quella donna là, che è una gran chiacchierona: sa tutto di tutti e, se non la eviti, ti fa perdere  intere mattinate a raccontarti tutti i pettegolezzi del paese". Una mattina, come apre la porta della chiesa, se la trova davanti che attacca la tiritera, raccontando ogni sorta di pettegolezzo, corna, tradimenti vari, ecc: "Vede, Padre, io ho possibilità di sapere tutto di tutti nel paese, perché abito in quella casa su in alto! Pensi che assisto alla Messa mentre Lei celebra, dato che la vedo attraverso quella finestra là della chiesa...". Il Parroco, un po' stralunato dalle chiacchiere, fa: "Benissimo! Con la lingua che ha può anche arrivare a prendere la Comunione!!!".

Postato da: giacabi a 11:16 | link | commenti
perle


L'equivoco
risata***risata pazza
Una famiglia inglese, in gita di piacere, visita una graziosa casetta di proprietà di un pastore protestante, che sembra particolarmente indicata per le prossime vacanze estive. Ritornati a casa ricordano però di non aver visto i servizi, e indirizzano al pastore la seguente lettera: "Egregio Sig. Pastore, siamo la famiglia che alcuni giorni addietro ha contrattato l'affitto della casetta in campagna, ma non avendo visto il W.C. voglia cortesemente illuminarci in proposito. Grazie e distinti saluti." Ricevuta la lettera, il pastore equivocò sull'abbreviazione W.C. e credendo che lo stagionale inquilino si riferisse alla Cappella Anglicana chiamata Welles Chapel, come pervaso da fervore religioso, così rispose: "Gentile Signore, ho molto apprezzato la sua richiesta, ed ho il piacere d'informarla che il luogo che le interessa si trova a circa 12 Km. dalla casa, il che è molto scomodo soprattutto per chi è abituato ad andarci con frequenza. Chi ha l'abitudine di trattenersi molto per la funzione, è bene che si porti da mangiare, così potrà restare sul luogo tutto il giorno. Il posto si può raggiungere a piedi, in bicicletta ed in macchina; è preferibile andarci per tempo per non rimanere fuori e disturbare gli altri. Nel locale c'è posto per 30 persone a sedere e 100 in piedi. I bambini siedono accanto agli adulti, e tutti cantano in coro. All'entrata ad ognuno viene consegnato un foglio, e chi arriva in ritardo può servirsi del foglio del vicino. I fogli devono essere utilizzati anche le volte successive per almeno un mese. Vi sono amplificatori per i suoni affinchè si possano udire anche dall'esterno. Vi sono inoltre fotografi specializzati che scattano fotografie nelle pose più disparate in modo che tutti possano vedere queste persone in atto tanto umano. Tutto quanto si raccoglie viene poi dato ai poveri. Distinti saluti, il vostro amico Pastore".


Postato da: giacabi a 07:27 | link | commenti (3)
perle

mercoledì, 06 agosto 2008

***
 “Il confine tra il bene ed il male passa all'interno del nostro cuore
S. Francesco di Sales  


Postato da: giacabi a 20:20 | link | commenti (2)
perle

lunedì, 21 luglio 2008

Il potere della televisione
(il rincoglionimento)
 ***
La televisione
è un apparecchio
che ha trasformato
la cerchia familiare
in un semicerchio

Gigi Proiettila pi

Postato da: giacabi a 06:57 | link | commenti (1)
perle

domenica, 20 luglio 2008

Interrogativo esistenziale
***
Perché denunciare
il reddito
dopo il bene
che vi ha fatto?


Marcello Marchesi

(1912-1978)


Postato da: giacabi a 07:45 | link | commenti
perle

venerdì, 11 luglio 2008

La coscienza della Sua presenza
***scogliera con ondata
«La coscienza della Sua presenza è l'iniziativa cui siamo chiamati ogni mattina, davanti alla quale, come le onde si frangono sulla roccia imperterrita ed ineliminabile, si debbono frangere tutti i nostri risentimenti,
carenze, peccati, tutto ciò che ci manca o ci sembra mancare, tutto ciò di cui mugugna il mondo, cioè noi, quando la vita non è animata ed esaltata dall'iniziativa di questa coscienza».
L. Giussani      

a: Blogger: StellaNuovaStellaNuova   e   Blogger: HombresNuevosHombresNuevos
 
    

Postato da: giacabi a 14:32 | link | commenti
perle, giussani

sabato, 21 giugno 2008

Il nuovo Blog
***

Oggi è una giornata da ricordare, un’amica ha aperto il suo nuovo blog. Sono certo che sarà d’aiuto a molti.
Abbiamo una StellaNuova a cui guardare per orientarci.
 
Auguri! e grazie


Postato da: giacabi a 21:06 | link | commenti (1)
perle, amicizia

martedì, 17 giugno 2008

Don Giussani
***
QUELLI CHE FAN VIBRARE IL MONDO: RITRATTO SEMISEGRETO DEL SACERDOTE CHE FONDÒ CL
Gius privato, come mai l'avete conosciuto
Quando muore un grande santo, cominciano i fioretti, che ne fanno il personaggio di una pia favola. Lui non era così: fumava, beveva e amava la vita, senza moralismi. Tifava Inter e diceva con ironia: «Il male del mondo è rosso-nero».
di Renato Farina    4/3/2005 panorama

Al Cimitero Monumentale, sezione Famedio, è arrivato un tipo nuovo fra i morti illustri di Milano. Da quel giovedì 24 febbraio, una fila ininterrotta di persone s'incammina dinanzi al loculo di don Luigi Giussani. Mazzi di fiori colorati e preghiere, addirittura canti. Hanno dovuto mettere un tavolino per raccogliere le intenzioni: implorano intercessione dal «Gius» per la guarigione della mamma, la conversione del fidanzato, la pace in Iraq. Mi è venuto in mente che lui darebbe in giro le rose agli altri morti, e si arrabbierebbe pure perché la sua gente non ha imparato niente e privilegia lui rispetto ad Alessandro Manzoni e Giorgio Gaber.

Don Gius era così. Visto da vicino, anche di più. Chiunque arrivasse a casa sua, o lui ospitasse al ristorante, o in un bar da aeroporto, accadeva una specie di miracolo.
L'estraneità era rotta, il suo sguardo era l'offerta di una vita insieme. Ma non per stare insieme e basta, bensì per far vibrare il mondo. Uno si accorgeva che c'era molto destino in quell'incontro, niente di sentimentale, una cosa pratica. Come il capomafia Zaccheo, il quale non ascoltò mai le prediche dei farisei, ma dopo che Gesù lo guardò e mangiò con lui, di sua sponte, restituì il malloppo. A scuola don Gius citava una frase di Cesare Pavese: «Da uno che non darebbe la vita per te non dovresti accettare neanche una sigaretta». Lui peraltro non accettava le sigarette, preferiva i sigari, il suo preferito l'antico toscano. Amava anche gli avana.

Un giorno ne regalò una scatola all'amico Carras, uno spagnolo che da anarchico antifranchista era stato conquistato da quello sguardo, e si manteneva facendo le pulizie nella sede di Cl (ora è uno dei capi). Carras: «Io non fumo più, ho proprio smesso, mi faceva male». Gius: «Hai fatto male a smettere.
Il godimento della bellezza esige il dominio».
Non so a questo punto se il ministro Girolamo Sirchia testimonierà contro la sua beatificazione, ma è così umano tutto questo, così capace di cogliere in ogni frammento il riflesso del grande Dio. Il vino migliore a lui offerto lo gustava piano, un dito, e poi lo versava agli amici, all'ospite. Lo aveva imparato dal padre e dalla madre. Un giorno, alle 5 e mezzo del mattino, quando era in vacanza dal seminario, in aprile, vide la stella del mattino, unica e bellissima, nell'azzurrino lieve del cielo aurorale dietro la fabbrica Gavazzi. E la madre in dialetto brianzolo (diverso dal milanese) la indicò: «Ma l'è bel ul mund, ma l'è grand ul Signor», com'è bello il mondo, e com'è grande Dio.

Come definire don Giussani? Joseph Ratzinger ai funerali ha letto l'omelia funebre più gloriosa mai pronunciata da un cardinale. Ha parlato di musica e di innamoramenti, di valle oscura e di eternità. Ha detto: «Era ferito dalla bellezza. La sua casa, da bambino, era povera di pane ma ricca di musica. La sua storia è la vicenda di un innamoramento». Qui avrei pudore a dire il nome di Gesù Cristo. Non si usa, passa per cosa da preti. La pronuncio ancora una volta, poi più. Eravamo a tavola, il giorno in cui compiva 70 anni, il 15 ottobre 1992, nella povera casa dove abitava allora, nella periferia sud-est di Milano. Ero con mia moglie. Parlava di un suo maestro appena morto, don Gaetano Corti, che non metteva la tonaca, tanto meno sopportava il colletto duro, fumava il toscano e suonava al piano Beethoven la domenica sera, in seminario, per consolarlo delle sue fatiche di pendolare (prendeva anche quattro volte al giorno le Ferrovie Nord, il pretino Giussani). Gli chiesi: bisogna amare i nemici? Gius rispose: «Fa' come don Corti. Diceva: "Li amo in Cccrrrisssto!"» E faceva il gesto di stringere i due pugni. Siamo uomini, mica angeli; Gesù si è fatto uomo, non angelo.

Mi rendo conto. Quando muore un grande santo, cominciano i fioretti. Essi sono di solito verità poetiche
. Il rischio è di trasformare anche il Gius nel personaggio di una pia favola. Qui sarò oggettivo, roba da giuramento in tribunale.
La prima volta che vidi Luigi Giussani stava dietro il finestrino di un pullman, vicino alla bocciofila Aurora del suo (e mio) paese, Desio, in Brianza. Era il 1972 e aveva accettato l'invito dei coscritti per la gita dei cinquant'anni. Non si tirava mai indietro. Non si sa quante migliaia e migliaia di persone abbia incontrato dovunque. La differenza con Padre Pio è che don Giussani si spostava dovunque lo cercassero e non aveva le stimmate (a proposito, dopo la canonizzazione del cappuccino gli domandai se l'avesse mai conosciuto, e mi disse di no). Avevo 17 anni e facevo giocare i bambini dei caseggiati Gescal. Dovevo avere un'aria disperata e delusa perché il torpedone partiva e io lo rincorrevo. Ci fu uno che tirò fuori la faccia dal finestrino, e aveva il basco in testa.

All'università gli domandai un appuntamento. Arrivò in tram, con quello stesso basco, fischiettando nel mattino invernale, stupendo i compagni del collettivo proletario che davano via volantini sotto il portone della Cattolica. Era presto e volle che lo accompagnassi a un bar lì vicino dove mi offri uno sherry bianco e secco. Si faceva portare in giro in macchina, da un appuntamento all'altro, dall'ultimo interlocutore. Gli chiedeva di andare forte, più forte, sbuffava nel traffico: «Ciascuno ha le sue fissazioni» diceva. E poi si andava a prendere un caffè al bar Motta, e se era pomeriggio la Chinamartini.

Era perché amava la vita intera. Poi ci versava quella segreta essenza senza di cui anche il miglior Barolo (gli piaceva molto, così come il Gattinara e il Barbaresco) sarebbe da versare in un tombino: l'amore, il significato della vita, la certezza della misericordia. Non parole predicate da un pazzo, ma tutte diligentemente fondate razionalmente. Un giorno, in una discussione con dei ragazzi così giovani e già così disperati, spiegò:
«La suprema categoria della ragione è la possibilità. Tenete aperta questa possibilità». Qualche giorno dopo suonarono al suo campanello.

Integralista e moralista lui? Mai, assolutamente mai. Nessuno tra noi lo ha mai sentito fare lezioni sull'etica sessuale. Quando qualcuno chiedeva consigli o giudizi, la solita storia dei rapporti prematrimoniali, diceva le cose della Chiesa, nessuna deroga dai comandamenti, ma diceva che in quel ramo era assai difficile commettere peccato mortale, la passione e la fragilità non consentono il deliberato consenso. Mi disse una volta: «Capisci, l'uomo è fatto per la libertà. È sbagliato mettere l'accento sulla questione del peccato».

Un giorno all'aeroporto di Parigi ebbi una discussione sulla contraccezione, pillola e affini. Mi guardò: «È stato Paolo VI a fissare la regola. E lo stesso Montini, su questo argomento, ricevendo un gruppo di famiglie disse: "Esiste anche il peccato veniale"». In quella circostanza, era il 1988, mi confidò di essere d'accordo con Hans Urs von Balthasar, il teologo svizzero: la misericordia di Dio è tanto forte che forse l'inferno è vuoto, l'uomo è libero ma la misericordia è così bella che forse alla fine nessuno resiste all'amore.

Lui l'ha testimoniato nella malattia, vissuta come offerta totale. Un giorno disse: «Mi ha dato tanto Dio, è giusto che mi renda così impacciata la parola perché non mi insuperbisca».
Mi permetto ora di indicare agli illustri ospiti del Famedio piccole preferenze del Gius, per farlo più contento.

Poeti. Ama Dante e Leopardi. Ma anche Pascoli. Più vicino a noi Ada Negri, Rebora e Montale.
Scrittori. Dostoevskij, De Amicis. Poi Pavese, Simenon, Grossman (Vita e destino), SolzŠenicyn.
Musica. La classica: Beethoven, soprattutto la Settima sinfonia; Mozart, Chopin, Smetana. Tutta l'opera, specialmente Verdi («La donna è mobile vale da sola tutto Wagner» diceva citando Stravinskij), e Donizetti (ha capito l'evidenza dell'esistenza di Dio ascoltando Tito Schipa cantare «Spirto gentil»). Le laudi medioevali. Il canto nato dentro il suo movimento. I canti russi interpretati dal Coro dell'Armata rossa. I canti fascisti, specie la Sagra di Giarabub. Pare (ma è poco sicuro) gli U2.
Televisione. Guardava, nei momenti di riposo, le cassette dell'Ispettore Derrick e il Maigret di Gino Cervi.
Film. I western, Dreyer, Marcellino pane e vino («Lo sguardo di Pablito Calvo»), Mission con Robert De Niro.
Cibi e vini. Il pane! «Dopo la poesia e la musica, il gusto per la bellezza si esercita negli uomini sul cibo e sul vino».

Elemosina. La Caritas sconsiglia di dare offerte ai singoli. Lui se ne fregava. Aveva adottato un marocchino che stava a un semaforo. Faceva fermare l'accompagnatore, tirava fuori 50 mila lire e gli dava la mano. Un giorno gli disse: «Con quei soldi ho fatto studiare mio figlio».
Sport. È stato in gioventù campione di ping pong tra i seminaristi. Tifava Ambrosiana-Inter. Seguiva poco, però. Giocatore preferito: Jair. Un giorno, anno 1975, disse: «Tra qualche decennio rideranno della pretesa di Marx di stabilire la legge della società e della storia». A metà tra politica e ironia calcistica aggiunse: «Il male del mondo è rosso-nero».
Siamo alle profezie. Ebrei: «Se non ci sarà prima la fine del mondo, cristiani ed ebrei saranno una cosa sola nel giro di 60-70 anni». Islam: mi chiama una domenica dell'agosto del 2000, stavo facendo un'inchiesta per Libero sulle nuove Br; disse: «È giusto. Ma ricorda, la grande minaccia viene dal terrorismo islamico». Ancora: «L'invasione islamica sarà fermata dai nostri canti». Interpreto: dalla bellezza del Cristianesimo. Infine: «Bisogna evitare in ogni modo l'esito in fondo criminale di una nuova Lepanto». Qui non interpreto, registro.

La preghiera. Ogni momento era per lui preghiera, perché viveva tutto nella dimensione dell'innamorato. Le sue messe erano svelte e totali. Nessuna concessione al teatro, ma quanta intensità nelle orazioni più semplici. Chiedeva spesso di dire tre «Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo» a San Giuseppe.
I santi per lui non erano deviazioni pagane dall'unico Dio, ma componenti autorevoli della nostra umana famiglia. La Madonna però di più: era (ed è) la condizione stessa della presenza di Dio nel mondo. «Questa ragazza ebrea, immaginiamoci il suo sì in quel momento in cui l'angelo andò nella sua casa di Nazareth e il Verbò si incarnò». L'Angelus, che fa memoria di quegli istanti che durano ogni istante, è la preghiera che faceva sempre recitare ai suoi. Ha inventato una brevissima giaculatoria: «Veni Sancte Spiritus. Veni per Mariam». Ripeteva, avendolo imparato dalla mamma: «Mater mea, fiducia mea». L'Inno alla Vergine di Dante è stata la sua ultima invocazione sul letto dell'agonia. Finisce così: «In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna, quantunque in creatura è di bontate». Come si fa a essere disperati? Impossibile.
Infine. Infine mi metto anch'io in fila al Monumentale, che il Gius mi perdoni se l'ho rimpicciolito

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perle, giussani

lunedì, 16 giugno 2008

A volte il computer da alla testa
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Postato da: giacabi a 21:43 | link | commenti
perle

mercoledì, 11 giugno 2008

Avere occhi nuovi
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" La vita è " un viaggio di scoperta che non consiste nel cercare nuove terre ma nell'avere occhi nuovi" M.Proust

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vita, perle

sabato, 07 giugno 2008

Il caso?
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L’uomo ha chiamato Caso la causa di tutte le sorprese, la divinità senza faccia che presiede  a tutte  le speranze insensate”
Paul Valèry



Postato da: giacabi a 15:17 | link | commenti
perle, dio

venerdì, 06 giugno 2008

L’uomo ha bisogno di una compagnia,di una Presenza
 ***

 
Non nego affatto che in Cristo si siano adempiute le profezie; non nego affatto che Cristo abbia operato miracoli, ma poiché la loro verità ha completamente cessato di essere ancora confortata da attendibili miracoli attuali, poiché sono soltanto semplici notizie di miracoli (sia pure inconfutate ed inconfutabili quanto si voglia), io nego che questi miracoli possano o debbano obbligarmi alla minima fede... Questo è il brutto, largo fossato che non riesco a valicare, per quante volte io ne abbia seriamente tentato il salto. Chi può costruirmi un ponte, lo faccia, ve ne prego, ve ne scongiuro”.                     Gotthold Ephraim Lessing
 

Postato da: giacabi a 09:12 | link | commenti
perle, gesù

domenica, 25 maggio 2008

Nel silenzio Dio ti parla
 ***
Siediti ai bordi dell’aurora,
per te si leverà il sole.
Siediti ai bordi della notte,
per te scintilleranno le stelle.
Siediti ai bordi del torrente,
per te canterà l’usignolo.
Siediti ai bordi del silenzio,
Dio ti parlerà.

Swami Vivekananda

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perle, preghiere

mercoledì, 30 aprile 2008

Mostrami il tuo  Dio . Io ti risponderò: Mostrami il tuo uomo
***
Un elegante discorso e un porgere ricercato arrecano diletto e lode ai miseri mortali, che hanno l’animo traviato per una gloria vana; l’amante del vero non va dietro a discorsi imbellettati, ma investiga che cosa e quali essi siano.
Poiché, o caro, mi hai ingombrato la mente con vuote ciance, gloriandoti nei tuoi dèi di legno, di marmo , scolpiti e fusi e plasmati e dipinti, i quali non vedono ne odono ( poiché sono figure e opere di mano d’uomini).
Poiché, inoltre tu mi dici cristiano come se      portassi un nome ignominioso, io dichiaro apertamente di essere cristiano e porto tal nome, grato a Dio, con la speranza di essergli utile. Perché non è , come supponi tu, tal nome sgradito a Dio, ma essendo tu inutile a Dio, così ragioni intorno a lui.
Che se poi tu mi obbietterai: Mostrami il tuo  Dio . Io ti risponderò: Mostrami il tuo uomo .E io ti mostrerò il  mio Dio.
Fammi constatare se gli occhi della tua anima sono  capaci di sentire. Poiché come coloro che guardano con gli occhi del corpo percepiscono le cose della vita materiale, e osservano i contrasti, la luce o le tenebre, il bianco o il nero, il brutto o il bello, l’ordinato e il commensurabile, o il disordinato e l’incommensurabile, il proporzionato e lo sproporzionato, ciò ch’è mutilo o abbondante nelle sue parti; e altrettanto si può dire di ciò ch’è percepito dall’udito , dei suoni gravi e acuti o sgradevoli, così le orecchie del cuore e gli occhi dell’anima hanno la possibilità d’intendere Dio.
Poiché Iddio è visto da coloro che possono comprenderlo, perché hanno aperti gli occhi dell’animo . Tutti hanno gli occhi, ma alcuni cosparsi di caligine e non scorgono la luce del sole; e non perchè ciechi non possono percepire la luce splendente del sole, essa non esiste, ma essi devono farne risalire la causa a loro stessi e ai loro occhi . Così anche tu hai gli occhi del tuo animo offuscati da caligine, per le nefandezze e i  peccati tuoi.
L’uomo deve mantenere l’anima pura come terso specchio. Quando la ruggine si posa su uno specchio in esso non si può rispecchiare l’immagine dell’uomo; così il peccato quando si radica nell’animo dell’uomo; egli non può avere la visione di Dio.
Teofilo di Antiochia da: primo libro ad Autolico

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perle, dio, senso religioso

domenica, 27 aprile 2008

***
“Non c’è risposta più assurda di quella a una domanda che non si pone.
Reinhold Niebuhr


Postato da: giacabi a 12:34 | link | commenti
perle

giovedì, 13 marzo 2008

***
Quando volgi le spalle al sole, vedi solo la tua ombra.
Gibran Kahlil Gibran

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perle, gibran

domenica, 02 marzo 2008

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Non è l'impatto di proiettili di grosso calibro che provoca i cambiamenti più significativi nella storia, bensì un sorriso ironico.
Pavel Florenskij




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perle, florenskij

domenica, 17 febbraio 2008

Perché il cristianesimo non diventi spiritualismo
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Napoleoni. Lui nell'ostia c'è o non c'è? Questo è il punto.
La Valle. Si;ma non c'e in questo modo fisicistico a cui si e voluto ridurre.
 Napoleoni.Si, c'e in modo fisico.
 La Valle. C'è, come c'e qui tra noi...
Napoleoni. No...
La Valle: E come no: ti sembra più importante la presenza di Cristo nell'ostia che la presenza di Cristo in te e in me in questo momento? Non è così, Claudio.
Napoleoni. Perché se no il cristianesimo diventa uno spiritualismo.
La Valle.No, diventa precisamente la fondazione dell'immagine e della somiglianza di Dio, diventa l'andare al Padre senza mediazioni che non sia  la sua; diventa questa liberazione in atto, diventa il ritorno al Genesi, diventa la restaurazione precisamente nella condizione del giardino.
Napoleoni. Si, ma l'uomo per arrivare a questo ha bisogno di condizioni che non possono essere concepite solo come condizioni spirituali.
La Valle. Certo, certo, nella natura. ..
Napoleoni. Ma la natura vuol dire il corpo.
La Valle. Il corpo, la storia, certo.
Napoleoni. Ma questo vuol dire... io credo che il punto centrale del cristianesimo sia l’incarnazione. Questo era il Figlio di Dio.
Claudio Napoleoni(il più famoso economista della sinistra, prima di morire riapprodò alla fede) da : Conversazione con il deputato Raniero La Valle


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perle, barcellona, cristianesimo, macciocchi

venerdì, 01 febbraio 2008

L'ultima mossa vincente
***
da: www.avvenire.it  26-01-08
Lo scacchista Fischer sepolto «da cattolico»?
cc
(L. Faz) Bobby Fischer , il grande giocatore di scacchi morto nei giorni scorsi in Islanda, è stato sepolto con rito cattolico. L’indiscrezione è filtrata da ambienti della piccola Chiesa islandese: colui che nel 1972, proprio a Reykjavík, aveva vinto il campionato del mondo contro il russo Boris Spassky è dunque stato sepolto martedì dopo funerali cattolici celebrati in maniera riservata da padre Jakob Rolland nel piccolo villaggio di Laugardaela (a 50 km dalla capitale), su esplicita richiesta dello scacchista.


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perle

mercoledì, 23 gennaio 2008

Il vestito nuovo dell'Imperatore
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C'era una volta un imperatore che amava così tanto la moda da spendere tutto il suo denaro soltanto per vestirsi con eleganza. Non aveva nessuna cura per i suoi soldati, né per il teatro o le passeggiate nei boschi, a meno che non si trattasse di sfoggiare i suoi vestiti nuovi: possedeva un vestito per ogni ora del giorno, e mentre di solito di un re si dice: "È nella sala del Consiglio", di lui si diceva soltanto: "È nel vestibolo".
Nella grande città che era la capitale del suo regno, c'era sempre da divertirsi: ogni giorno arrivavano forestieri, e una volta vennero anche due truffatori: essi dicevano di essere due tessitori e di saper tessere la stoffa più incredibile mai vista. Non solo i disegni e i colori erano meravigliosi, ma gli abiti prodotti con quella stoffa avevano un curioso potere: essi diventavano invisibili agli occhi degli uomini che non erano all'altezza della loro carica, o che erano semplicemente molto stupidi.
"Quelli sì che sarebbero degli abiti meravigliosi!", pensò l'imperatore: con quelli indosso, io potrei riconoscere gli incapaci che lavorano nel mio impero, e saprei distinguere gli stupidi dagli intelligenti! Devo avere subito quella stoffa!".
E pagò i due truffatori, affinché essi si mettessero al lavoro.
Quei due montarono due telai, finsero di cominciare il loro lavoro, ma non avevano nessuna stoffa da tessere. Chiesero senza tanti complimenti la seta più bella e l'oro più brillante, se li misero in borsa, e continuarono a così, coi telai vuoti, fino a tarda notte.
"Mi piacerebbe sapere a che punto stanno con la stoffa!", pensava intanto l'imperatore; ma a dire il vero si sentiva un po' nervoso al pensiero che una persona stupida, o incompetente, non avrebbe potuto vedere l'abito. Non che lui temesse per sé, figurarsi: tuttavia volle prima mandare qualcun altro a vedere come procedevano i lavori.
Nel frattempo tutti gli abitanti della città avevano saputo delle incredibili virtù di quella stoffa, e non vedevano l'ora di vedere quanto stupido o incompetente fosse il proprio vicino.
"Manderò dai tessitori il mio vecchio e fidato ministro", decise l'imperatore, "nessuno meglio di lui potrà vedere che aspetto ha quella stoffa, perché è intelligente e nessuno più di lui è all'altezza del proprio compito".
Così quel vecchio e fidato ministro si recò nella stanza dove i due tessitori stavano tessendo sui telai vuoti. "Santo cielo!", pensò, spalancando gli occhi, "Non vedo assolutamente niente!"
Ma non lo disse a voce alta.
I due tessitori gli chiesero di avvicinarsi, e gli domandarono se il disegno e i colori erano di suo gradimento, sempre indicando il telaio vuoto: il povero ministro continuava a fare tanto d'occhi, ma senza riuscire a vedere niente, anche perché non c'era proprio niente.
"Povero me", pensava intanto, "ma allora sono uno stupido? Non l'avrei mai detto! Ma è meglio che nessun altro lo sappia
! O magari non sono degno della mia carica di ministro? No, in tutti casi non posso far sapere che non riesco a vedere la stoffa!"
"E allora, cosa ne dice", chiese uno dei tessitori.
"Belli, bellissimi!", disse il vecchio ministro, guardando da dietro gli occhiali. "Che disegni! Che colori! Mi piacciono moltissimo, e lo dirò all'imperatore."
"Ah, bene, ne siamo felici", risposero quei due, e quindi si misero a discutere sulla quantità dei colori e a spiegare le particolarità del disegno. Il vecchio ministro ascoltò tutto molto attentamente, per poterlo ripetere fedelmente quando sarebbe tornato dall'imperatore; e così fece.
Allora i due truffatori chiesero ancora soldi, e seta, e oro, che gli sarebbe servito per la tessitura. Ma poi infilarono tutto nella loro borsa, e nel telaio non ci misero neanche un filo. Eppure continuavano a tessere sul telaio vuoto.
Dopo un po' di tempo l'imperatore inviò un altro funzionario, assai valente, a vedere come procedevano i lavori. Ma anche a lui capitò lo stesso caso del vecchio ministro: si mise a guardare, a guardare, ma siccome oltre ai telai vuoti non c'era niente, non poteva vedere niente.
"Guardi la stoffa, non è magnifica?", dicevano i due truffatori, e intanto gli spiegavano il meraviglioso disegno che non esisteva affatto.
"Io non sono uno stupido!", pensava il valente funzionario. "Forse che non sono all'altezza della mia carica! Davvero strano! Meglio che nessuno se ne accorga!" E così iniziò anche lui a lodare il tessuto che non riusciva a vedere, e parlò di quanto gli piacessero quei colori, e quei disegni così graziosi. "Sì, è davvero la stoffa più bella del mondo", disse poi all'imperatore.
Tutti i sudditi non facevano che discutere di quel magnifico tessuto. Infine anche l'imperatore volle andare a vederlo, mentre esso era ancora sul telaio. Si fece accompagnare dalla sua scorta d'onore, nella quale c'erano anche i due ministri che erano già venuti, e si recò dai due astuti imbroglioni, che continuavano a tessere e a tessere... un filo che non c'era.
"Non è forse 'magnifique'?", dicevano in coro i due funzionari; "Che disegni, Sua Maestà! Che colori!", e intanto indicavano il telaio vuoto, perché erano sicuri che gli altri ci vedessero sopra la stoffa.
"Ma cosa sta succedendo?", pensò l'imperatore, "non vedo proprio nulla! Terribile! Che io sia stupido? O magari non sono degno di fare l'imperatore? Questo è il peggio che mi potesse capitare!"
"Ma è bellissimo", intanto diceva. "Avete tutta la mia ammirazione!", e annuiva soddisfatto, mentre fissava il telaio vuoto: mica poteva dire che non vedeva niente! Tutti quelli che lo accompagnavano guardavano, guardavano, ma per quanto potessero guardare, la sostanza non cambiava: eppure anch'essi ripeterono le parole dell'imperatore: "Bellissimo!", e gli suggerirono di farsi fare un abito nuovo con quella stoffa, per l'imminente parata di corte.
"'Magnifique'!, 'Excellent'!", non facevano che ripetere, ed erano tutti molto felici di dire cose del genere.
L'imperatore consegnò ai due imbroglioni la Croce di Cavaliere da tenere appesa al petto, e li nominò Grandi Tessitori.
Per tutta la notte prima della parata di corte, quei due rimasero alzati con più di sedici candele accese, di modo che tutti potessero vedere quanto era difficile confezionare i nuovi abiti dell'imperatore. Quindi fecero finta di staccare la stoffa dal telaio, e poi con due forbicioni tagliarono l'aria, cucirono con un ago senza filo, e dissero, finalmente: "Ecco i vestiti, sono pronti!"
Venne allora l'imperatore in persona, coi suoi più illustri cavalieri, e i due truffatori, tenendo il braccio alzato come per reggere qualcosa, gli dissero: "Ecco qui i pantaloni, ecco la giacchetta, ecco la mantellina..." eccetera. "Che stoffa! È leggera come una tela di ragno! Sembra quasi di non avere indosso nulla, ma è questo appunto il suo pregio!"
"Già", dissero tutti i cavalieri, anche se non vedevano niente, perché non c'era niente da vedere.

"E ora", dissero i due imbroglioni, se Sua Maestà Imperiale vorrà degnarsi di spogliarsi, noi lo aiuteremo a indossare questi abiti nuovi proprio qui di fronte allo specchio!"
L'imperatore si spogliò, e i due truffatori fingevano di porgergli, uno per uno, tutti i vestiti che, a detta loro, dovevano essere completati: quindi lo presero per la vita e fecero finta di legargli qualcosa dietro: era lo strascico. Ora l'imperatore si girava e rigirava allo specchio.
"Come sta bene! Questi vestiti lo fanno sembrare più bello!", tutti dicevano. "Che disegno! Che colori! Che vestito incredibile!"
"Stanno arrivando i portatori col baldacchino che starà sopra la testa del re durante il corteo!", disse il Gran Maestro del Cerimoniale.
"Sono pronto", disse l'imperatore. "Sto proprio bene, non è vero?" E ancora una volta si rigirò davanti allo specchio, facendo finta di osservare il suo vestito.
I ciambellani che erano incaricati di reggergli lo strascico finsero di raccoglierlo per terra, e poi si mossero tastando l'aria: mica potevano far capire che non vedevano niente.
Così l'imperatore marciò alla testa del corteo, sotto il grande baldacchino, e la gente per la strada e alle finestre non faceva che dire: "Dio mio, quanto sono belli gli abiti nuovi dell'imperatore! Gli stanno proprio bene!"
Nessuno voleva confessare di non vedere niente, per paura di passare per uno stupido, o un incompetente. Tra i tanti abiti dell'imperatore, nessuno aveva riscosso tanto successo.
"Ma l'imperatore non ha nulla addosso!", disse a un certo punto un bambino.
"Santo cielo", disse il padre, "Questa è la voce dell'innocenza!". Così tutti si misero a sussurrare quello che aveva detto il bambino.
"Non ha nulla indosso! C'è un bambino che dice che non ha nulla indosso!"
"Non ha proprio nulla indosso!", si misero tutti a urlare alla fine. E l'imperatore rabbrividì, perché sapeva che avevano ragione; ma intanto pensava: "Ormai devo condurre questa parata fino alla fine!", e così si drizzò ancora più fiero, mentre i ciambellani lo seguivano reggendo una coda che non c'era per niente
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Hans Christian Andersen

Postato da: giacabi a 17:14 | link | commenti
perle, fiabe, verità

venerdì, 18 gennaio 2008

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«Si può accettare il nulla per se stessi. Mai per quelli nei quali si è intravisto il riflesso del bello, del bene, per quelli che abbiamo amato»
M. Van der Meersch



Postato da: giacabi a 19:25 | link | commenti
perle, amicizia

lunedì, 14 gennaio 2008

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Quando sono caritatevole
  è solo Gesù che agisce in me
S. Teresa del Bambin Gesù

Postato da: giacabi a 14:36 | link | commenti
perle

domenica, 13 gennaio 2008

La conoscenza di sé
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La conoscenza di sè è una scienza tanto alta e necessaria che senza di essa non vi può essere profitto per le nostre anime. Essa fa' si che il peccatore convertito non possa mai stupirsi abbastanza nel vedere l'amore di Dio tanto grande e smisurato a suo riguardo.
 Venerando Giovanni di Saint Simon
                                                                      grazie  billacorgan..

Postato da: giacabi a 09:12 | link | commenti
perle, verità

mercoledì, 19 dicembre 2007

E in tutto questo io so che il Signore è vicino ...
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Eppure da qualche parte ormai deve far caldo, deve essere primavera.
Da qualche parte le betulle mettono le gemme, sbocciano i narcisi e i lillà ... 
A dire il vero, anche qui ormai si sente nell'aria
un non so che di primavera ... Se sopra la giacca imbottita, il maglione, la camicia pesante indosso il giubbone non fa poi così freddo ...
Assomiglia così poco a una vera primavera,
come la pena tormentosa della solitudine non somiglia alla vita vera, piena, intrisa di luce e di un sorriso carezzevole.
Ma bisogna sopportare. Basta che l'anima non si indurisca, non si assideri e non avvizzisca del tutto,
che non si immiserisca fino in fondo in questo vano, penoso agitarsi.
E in tutto questo io so che il Signore è vicino ...
     10 maggio 1935 Dal diario di padre Anatolij sacerdote internato nel lager sovietico, ex monastero delle isole Solovki

 


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perle, santi

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