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domenica 19 febbraio 2012

pio xii


Con la sola luce naturale della ragione si può provare con certezza l'origine divina della religione cristiana
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"benché da Dio siano stati disposti tanti e mirabili segni esterni, per cui anche con la sola luce naturale della ragione si può provare con certezza l'origine divina della religione cristiana.
L'uomo infatti, sia perché guidato da pregiudizi, sia perché istigato da passioni e da cattiva volontà, non solo può negare la chiara evidenza dei segni esterni, ma anche resistere alle ispirazioni che Dio infonde nelle nostre anime."
 Papa PIO XII  Humani Generis

Postato da: giacabi a 21:57 | link | commenti
pio xii

mercoledì, 03 novembre 2010

Cultura
 

PIO XII/ Negri: è il Papa che ha salvato la Chiesa dal crollo delle illusioni


 

martedì 2 novembre 2010
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Pio XII è stato certamente uno dei maggiori papi dell’età moderna. Lo è stato innanzitutto per una penetrante capacità di lettura culturale della situazione in cui la Provvidenza lo aveva chiamato a vivere. Nelle sue encicliche, e soprattutto in quegli straordinari discorsi di Natale degli anni bui della seconda guerra mondiale che comunicano in modo cristallino e sintetico tutto il suo pensiero sociale, Pio XII ha letto la crisi irreversibile della modernità.
 
Di quella modernità che, come ci ha insegnato poi Giovanni Paolo II, nasce dalla presunzione dell’uomo di eliminare qualsiasi riferimento religioso e quindi qualsiasi riferimento cristiano e di sostituire a essa un’autoesaltazione, un’autorealizzazione fondata esclusivamente sull’intelligenza e la volontà. Ma l’espressione sistematica dell’intelligenza e volontà è stata chiamata ideologia e in quanto tale ha determinato un cambiamento della vita umana e sociale in senso, appunto, ideologico, portando ai grandi totalitarismi del XX secolo.
Pio XII ha letto questo fenomeno. Il fenomeno di un’umanità che lentamente ma inesorabilmente, costretta dentro i carceri delle ideologie, è stata espropriata della sua libertà, della sua dignità e della sua capacità di creare, della sua responsabilità e alla fine della sua stessa vita.
Tre quarti del mondo europeo, mentre Pio XII viveva la prima parte del suo pontificato, era oppressa da sistemi totalitari disumani. Il Papa non ridusse mai la forza del suo giudizio su tutti i totalitarismi: non solo su quello comunista, ma anche su quello nazifascista. Non solo. Indicò nella tragedia della seconda guerra mondiale la fine della modernità.
Chi legge i testi di Pio XII può rendersi conto che per lui il disastro umano, sociale, etnico, storico, del secondo conflitto mondiale era la fine dell’illusione di poter fare a meno di Dio, cioè di pensare che fosse possibile porre in essere nella storia un uomo o una società senza-dio, cioè contro Dio.
Ma Pio XII non lesse soltanto il fallimento della modernità. Incoraggiò la resistenza alla modernità che non era nelle formulazioni ideal-ideologiche cattoliche o anche solo nella intellettualità cattolica, ma in quel soggetto della grande resistenza ai totalitarismi che era la vita del popolo cristiano.
E questo è un punto fondamentale, perché permette di porre non nell’idea di razza, di progresso tecnologico o scientifico o di intelligenza umana la radice di questo popolo e della società, ma nel Mistero di Cristo reso presente nel Mistero della Chiesa. Per questo Pio XII fu padre del popolo cristiano, che, crollati i regimi totalitari, sarebbe diventato protagonista della ricostruzione della cultura e della società in tutta l’Europa Occidentale.
Come appare evidente leggendo i discorsi di Natale che ho già ricordato, il Papa ha chiaro che dal disastro della modernità si può uscire. Egli individua la crisi della modernità come un momento di passaggio, seppur ancora difficilmente definibile.
E individua la via di uscita non come un recupero astratto della cristianità dei secoli precedenti, bensì recuperando il senso di ciò che don Giussani definiva l’impegno dell’uomo con se stesso. Recuperando quindi il senso religioso dell’Uomo, nella riscoperta della radice dell’incontro con Cristo che lo apre a un desiderio autentico di verità, di giustizia e di bellezza il quale trova come luogo di educazione e realizzazione non le ideologie, ma la vita della Chiesa e della comunità cristiana. In questo senso Pio XII ha traghettato Chiesa e quindi in un certo senso l’umanità verso un tempo nuovo che certamente non ha visto.
 Pochi si sono accorti che negli ultimi anni della sua vita, mi riferisco a quelli dal 1950 al 1958, Pio XII, che era stato inesorabile nella denuncia dei grandi totalitarismi, incominciò a scrivere contro quello che ha definito più di una volta “il modo americano di vivere”, cioè quello che ha distrutto l’Occidente dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Edonismo materialistico e istintivismo, per cui l’uomo deve e può fare tutto quello che si sente, l’equivalenza dell’eterosessualità con l’omosessualità o il fatto di affermare il diritto ad avere un figlio fino a comprarlo “al supermercato”.
Il Papa vide che se non si ritornava a un incontro con Dio si sarebbe creata una società basata su una ideologia diversa, ma pur sempre ideologica. La «tecnoscienza» di cui parla Benedetto XVI per esempio era già stata accuratamente prevista da Pio XII.
Formatore del suo popolo, capì che questo insegnamento alto doveva essere documentato nel mondo attraverso una grande esperienza di carità. Pio XII ha amato la sua gente di Roma fino a sporcare la sua veste bianca recandosi nei luoghi dei grandi bombardamenti angloamericani, ha impiegato risorse enormi per l’offerta di derrate alimentari, abiti e generi di necessità e ha sostenuto i poveri di tutta Europa. E’ stato un gigante della verità, e insieme un gigante della carità. Che di fronte a un uomo così, sulla base di una ricostruzione della Stasi (la polizia segreta della Repubblica Democratica Tedesca al soldo di Mosca), sia nata la menzogna del “silenzio connivente” di Pio XII nei confronti del nazifascismo e dell’Olocausto, dice tutta la miseria intellettuale e morale dell’Occidente. Dar corpo a questi fantasmi è segno di un’assoluta slealtà di carattere morale ed intellettuale.
 
A chi vede una disparità di atteggiamenti nella condanna di nazifascismo e comunismo nel pontificato di Pio XII basta ricordare due fatti. Il primo è che nel 1948, ’49 e ’52, quando il Santo Uffizio in Italia (non in tutto il mondo) vietò la partecipazione alle associazioni comuniste, il fascismo e il nazismo erano già morti. Pio XII invece condannò da subito e fermamente in tutto il suo pontificato l’eugenetica, il razzismo e le violenze che il regime nazista praticava. Addirittura fece cardinale nel 1946 il vescovo Clemens von Galen, vescovo di una piccolissima diocesi che fu feroce oppositore di Hitler durante tutto il periodo del Reich definendolo «il leone di Dio». Mi sembra che questi fatti valgano più di molte analisi spesso viziate, come già ricordavo, da slealtà intellettuale.

Postato da: giacabi a 10:26 | link | commenti
pio xii

venerdì, 25 giugno 2010

L’antifascista Francesco Nitti:
«grazie a Pio XII per l’aiuto agli ebrei»

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«Nell'ora più trista della vita dell'Europa in cui il nostro continente è stato più minacciato dalla barbarie del nazismo, cioè dalla crudeltà metodica e scientifica e per pregiudizi di razza [cioè il darwinismo], per volontà di potenza, la persecuzione più crudele ha infierito, il Papa Pio XII ha sentito allora il dovere, nella misura delle sue possibilità, di difendere la causa dell'umanità. In nome del cristianesimo ch'è umanità, ha inteso che tutti i perseguitati appartenevano alla stessa famiglia, anche quelli che per la loro origine, per le loro idee, per la loro azione erano considerati come nemici della Chiesa. Il giorno in cui ebrei, massoni, socialisti, comunisti, radicali sono stati sotto la minaccia di morte, il Papa ha fatto aprire loro come rifugio, in Italia come in Belgio e come in Francia e altrove, le chiese, i monasteri, i conventi, monaci e preti si sono prestati, per volontà del Pontefice, a salvare quanti erano in pericolo e, nel nome di Cristo sono stati salvati non pochi ch'erano ritenuti nemici di Cristo»  

Francesco Saverio Nitti - Dichiarazione al teatro San Carlo di Napoli, 3 ottobre 1945).


Postato da: giacabi a 21:00 | link | commenti
pio xii

sabato, 20 febbraio 2010

Che GRANDE!!
SUA SANTITÀ PIOXII
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…Oggi non solo l'Urbe e l'Italia, ma il mondo intero è minacciato. Oh, non chiedeteCi qual è il « nemico », nè quali vesti indossi. Esso si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e subdolo. In questi ultimi secoli ha tentato di operare la disgregazione intellettuale, morale, sociale dell'unità nell'organismo misterioso di Cristo. Ha voluto la natura senza la grazia; la ragione senza la fede; la libertà senza l'autorità; talvolta l'autorità senza la libertà. È un « nemico » divenuto sempre più concreto, con una spregiudicatezza che lascia ancora attoniti: Cristo sì, Chiesa no. Poi: Dio sì, Cristo no. Finalmente il grido empio : Dio è morto; anzi : Dio non è mai stato. Ed ecco il tentativo di edificare la struttura del mondo sopra fondamenti che Noi non esitiamo ad additare come principali responsabili della minaccia che incombe sulla umanità: un'economia senza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza Dio. Il « nemico » si è adoperato e si adopera perchè Cristo sia un estraneo nelle Università, nella scuola, nella famiglia, nell'amministrazione della giustizia, nell'attività legislativa, nel consesso delle nazioni, là ove si determina la pace o la guerra.
Esso sta corrompendo il mondo con una stampa e con spettacoli, che uccidono il pudore nei giovani e nelle fanciulle e distruggono l'amore fra gli sposi; inculca un nazionalismo che conduce alla guerra.
Voi vedete, diletti figli, che non è Attila a premere alle porte di Roma; voi comprendete che sarebbe vano, oggi, chiedere al Papa di muoversi e andargli incontro per fermarlo e impedirgli di seminare la rovina e la morte. Il Papa deve, al suo posto, incessantemente vigilare e pregare e prodigarsi, affinché il lupo non finisca col penetrare nell'ovile per rapire e disperdere il gregge (cfr. Io. 10, 12); anche coloro, che col Papa dividono la responsabilità del governo della Chiesa, fanno tutto il possibile per rispondere all'attesa di milioni di uomini, i quali — come esponemmo nello scorso febbraio — invocano un cambiamento di rotta e guardano alla Chiesa come a valida ed unica timoniera. Ma questo oggi non basta: tutti i fedeli di buona volontà debbono scuotersi e sentire la loro parte di responsabilità nell'esito di questa impresa di salvezza.
Diletti figli, Uomini di Azione Cattolica! L'umanità odierna disorientata, smarrita, sfiduciata, ha bisogno di luce, di orientamento, di fiducia. Volete voi con la vostra collaborazione — sotto la guida della sacra Gerarchia — essere gli araldi di questa speranza e i messaggeri di questa luce? Volete essere portatori di sicurezza e di pace? Volete essere il grande, il trionfante raggio di sole che invita a destarsi dal torpore e a fortemente operare? Volete divenire — se così a Dio piacerà — animatori di questa moltitudine umana, in attesa di avanguardie che la precedano?
Allora è necessario che la vostra azione sia anzitutto cosciente.
L'uomo di Azione Cattolica non può ignorare ciò che la Chiesa fa e intende di fare. Egli sa che la Chiesa vuole la pace; che vuole una più giusta distribuzione della ricchezza; che vuole sollevare le sorti degli umili e degl'indigenti; sa che Cristo, Dio fatto uomo, è il centro della storia umana; che tutte le cose sono state fatte in Lui e per Lui. Egli sa che la Chiesa, quando auspica un mondo diverso e migliore, pensa ad una società avente per base e fondamento Gesù Cristo con la sua dottrina, i suoi esempi, la sua redenzione.
In secondo luogo bisogna che la vostra azione sia illuminatrice.
Nelle vostre fabbriche, nei vostri uffici, per le strade, nei luoghi ove prendete il sano svago o il necessario riposo, vi capiterà d'imbattervi in uomini « che hanno occhi per vedere e non vedono » (Ezech. 12, 2). Oggi. per esempio, s'incontra povera gente persuasa che la Chiesa, che il Papa, vogliono lo sfrutta mento del popolo, vogliono la miseria, vogliono — parrebbe inimmaginabile — la guerra! Gli autori e i propagatori di queste orrende calunnie riusciranno a sfuggire alla giustizia degli uomini, ma non potranno sottrarsi al giudizio di Dio. « Verrà un giorno... »! Signore, perdona loro! Intanto però è necessario di cogliere ogni occasione per aprire gli occhi a quei ciechi, spesso piuttosto vittime d'inganno che colpevoli.
Ancora : occorre che la vostra azione sia vivificatrice.
L'Azione Cattolica non sarà veramente tale, se non agirà sulle anime. Le grandi adunanze, i magnifici cortei, le pubbliche manifestazioni, sono certamente utili. Ma guai a confondere gli strumenti col fine per il quale debbono essere adoperati! Se la vostra azione non portasse la vita dello spirito dove è la morte; se non cercasse di sanare quella stessa vita dove è malata; se non la fortificasse dove è debole; sarebbe vana. ..
DA: DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AGLI UOMINI DI AZIONE CATTOLICA
NEL XXX° DELLA LORO UNIONE*
 Domenica, 12 ottobre 1952


Postato da: giacabi a 12:20 | link | commenti
nichilismo, ateismo, pio xii

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