Con la sola luce naturale della ragione si può provare con certezza l'origine divina della religione cristiana
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"benché
da Dio siano stati disposti tanti e mirabili segni esterni, per cui
anche con la sola luce naturale della ragione si può provare con
certezza l'origine divina della religione cristiana.L'uomo infatti, sia perché guidato da pregiudizi, sia perché istigato da passioni e da cattiva volontà, non solo può negare la chiara evidenza dei segni esterni, ma anche resistere alle ispirazioni che Dio infonde nelle nostre anime."
Papa PIO XII Humani Generis
Postato da: giacabi a 21:57 |
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pio xii
Cultura
PIO XII/ Negri: è il Papa che ha salvato la Chiesa dal crollo delle illusioni
martedì 2 novembre 2010
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Pio
XII è stato certamente uno dei maggiori papi dell’età moderna. Lo è
stato innanzitutto per una penetrante capacità di lettura culturale
della situazione in cui la Provvidenza lo aveva chiamato a vivere. Nelle
sue encicliche, e soprattutto in quegli straordinari discorsi di Natale
degli anni bui della seconda guerra mondiale che comunicano in modo
cristallino e sintetico tutto il suo pensiero sociale, Pio XII ha letto
la crisi irreversibile della modernità.
Di quella modernità che, come ci ha insegnato poi Giovanni Paolo II, nasce dalla presunzione dell’uomo di eliminare qualsiasi riferimento religioso e quindi qualsiasi riferimento cristiano e di sostituire a essa un’autoesaltazione, un’autorealizzazione fondata esclusivamente sull’intelligenza e la volontà. Ma l’espressione sistematica dell’intelligenza e volontà è stata chiamata ideologia e in quanto tale ha determinato un cambiamento della vita umana e sociale in senso, appunto, ideologico, portando ai grandi totalitarismi del XX secolo.
Pio XII ha letto questo fenomeno. Il
fenomeno di un’umanità che lentamente ma inesorabilmente, costretta
dentro i carceri delle ideologie, è stata espropriata della sua libertà,
della sua dignità e della sua capacità di creare, della sua
responsabilità e alla fine della sua stessa vita.
Tre
quarti del mondo europeo, mentre Pio XII viveva la prima parte del suo
pontificato, era oppressa da sistemi totalitari disumani. Il Papa non
ridusse mai la forza del suo giudizio su tutti i totalitarismi: non solo
su quello comunista, ma anche su quello nazifascista. Non solo. Indicò
nella tragedia della seconda guerra mondiale la fine della modernità.
Chi legge i testi di Pio XII può rendersi conto che per
lui il disastro umano, sociale, etnico, storico, del secondo conflitto
mondiale era la fine dell’illusione di poter fare a meno di Dio, cioè di
pensare che fosse possibile porre in essere nella storia un uomo o una
società senza-dio, cioè contro Dio.
Ma
Pio XII non lesse soltanto il fallimento della modernità. Incoraggiò la
resistenza alla modernità che non era nelle formulazioni
ideal-ideologiche cattoliche o anche solo nella intellettualità
cattolica, ma in quel soggetto della grande resistenza ai totalitarismi
che era la vita del popolo cristiano.
E
questo è un punto fondamentale, perché permette di porre non nell’idea
di razza, di progresso tecnologico o scientifico o di intelligenza umana
la radice di questo popolo e della società, ma nel Mistero di Cristo
reso presente nel Mistero della Chiesa. Per questo Pio XII fu padre
del popolo cristiano, che, crollati i regimi totalitari, sarebbe
diventato protagonista della ricostruzione della cultura e della società
in tutta l’Europa Occidentale.
Come
appare evidente leggendo i discorsi di Natale che ho già ricordato, il
Papa ha chiaro che dal disastro della modernità si può uscire. Egli
individua la crisi della modernità come un momento di passaggio, seppur
ancora difficilmente definibile.
E
individua la via di uscita non come un recupero astratto della
cristianità dei secoli precedenti, bensì recuperando il senso di ciò che
don Giussani definiva l’impegno dell’uomo con se stesso. Recuperando
quindi il senso religioso dell’Uomo, nella riscoperta della radice
dell’incontro con Cristo che lo apre a un desiderio autentico di verità,
di giustizia e di bellezza il quale trova come luogo di educazione e
realizzazione non le ideologie, ma la vita della Chiesa e della comunità
cristiana. In questo senso Pio XII ha traghettato
Chiesa e quindi in un certo senso l’umanità verso un tempo nuovo che
certamente non ha visto.
Pochi si sono accorti che negli
ultimi anni della sua vita, mi riferisco a quelli dal 1950 al 1958, Pio
XII, che era stato inesorabile nella denuncia dei grandi totalitarismi,
incominciò a scrivere contro quello che ha definito più di una volta “il modo americano di vivere”, cioè quello che ha distrutto l’Occidente dopo la fine della seconda guerra mondiale.Edonismo materialistico e istintivismo, per cui l’uomo deve e può fare tutto quello che si sente, l’equivalenza dell’eterosessualità con l’omosessualità o il fatto di affermare il diritto ad avere un figlio fino a comprarlo “al supermercato”.
Il
Papa vide che se non si ritornava a un incontro con Dio si sarebbe
creata una società basata su una ideologia diversa, ma pur sempre
ideologica. La «tecnoscienza» di cui parla Benedetto XVI per esempio era
già stata accuratamente prevista da Pio XII.
Formatore
del suo popolo, capì che questo insegnamento alto doveva essere
documentato nel mondo attraverso una grande esperienza di
carità. Pio XII ha amato la sua gente di Roma fino a sporcare la
sua veste bianca recandosi nei luoghi dei grandi bombardamenti
angloamericani, ha impiegato risorse enormi per l’offerta di derrate
alimentari, abiti e generi di necessità e ha sostenuto i poveri di tutta
Europa. E’ stato un gigante della verità, e insieme un gigante della
carità. Che di fronte a un uomo così, sulla base di una ricostruzione
della Stasi (la polizia segreta della Repubblica Democratica Tedesca al
soldo di Mosca), sia nata la menzogna del “silenzio connivente” di Pio
XII nei confronti del nazifascismo e dell’Olocausto, dice tutta la
miseria intellettuale e morale dell’Occidente. Dar corpo a questi
fantasmi è segno di un’assoluta slealtà di carattere morale ed
intellettuale.
A
chi vede una disparità di atteggiamenti nella condanna di nazifascismo e
comunismo nel pontificato di Pio XII basta ricordare due fatti. Il
primo è che nel 1948, ’49 e ’52, quando il Santo Uffizio in Italia (non
in tutto il mondo) vietò la partecipazione alle associazioni comuniste,
il fascismo e il nazismo erano già morti. Pio XII invece condannò da
subito e fermamente in tutto il suo pontificato l’eugenetica, il
razzismo e le violenze che il regime nazista praticava. Addirittura fece
cardinale nel 1946 il vescovo Clemens von Galen, vescovo di una
piccolissima diocesi che fu feroce oppositore di Hitler durante tutto il
periodo del Reich definendolo «il leone di Dio». Mi sembra che questi
fatti valgano più di molte analisi spesso viziate, come già ricordavo,
da slealtà intellettuale.
Postato da: giacabi a 10:26 |
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pio xii
L’antifascista Francesco Nitti:
«grazie a Pio XII per l’aiuto agli ebrei»
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«Nell'ora
più trista della vita dell'Europa in cui il nostro continente è stato
più minacciato dalla barbarie del nazismo, cioè dalla crudeltà metodica e
scientifica e per pregiudizi di razza [cioè il darwinismo], per volontà di potenza, la persecuzione più crudele ha infierito, il Papa
Pio XII ha sentito allora il dovere, nella misura delle sue
possibilità, di difendere la causa dell'umanità. In nome del
cristianesimo ch'è umanità, ha inteso che tutti i perseguitati
appartenevano alla stessa famiglia, anche quelli che per la loro
origine, per le loro idee, per la loro azione erano considerati come
nemici della Chiesa. Il giorno in cui
ebrei, massoni, socialisti, comunisti, radicali sono stati sotto la
minaccia di morte, il Papa ha fatto aprire loro come rifugio, in Italia
come in Belgio e come in Francia e altrove, le chiese, i monasteri, i
conventi, monaci e preti si sono prestati, per volontà del Pontefice, a
salvare quanti erano in pericolo e, nel nome di Cristo sono stati
salvati non pochi ch'erano ritenuti nemici di Cristo»
«grazie a Pio XII per l’aiuto agli ebrei»
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Francesco Saverio Nitti - Dichiarazione al teatro San Carlo di Napoli, 3 ottobre 1945).
Postato da: giacabi a 21:00 |
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pio xii
Che GRANDE!!
SUA SANTITÀ PIOXII
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…Oggi non solo l'Urbe e l'Italia, ma il mondo intero è minacciato. Oh, non chiedeteCi qual è il « nemico », nè quali vesti indossi. Esso
si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e
subdolo. In questi ultimi secoli ha tentato di operare la
disgregazione intellettuale, morale, sociale dell'unità nell'organismo
misterioso di Cristo. Ha voluto la natura senza la grazia; la ragione
senza la fede; la libertà senza l'autorità; talvolta l'autorità senza
la libertà. È
un « nemico » divenuto sempre più concreto, con una spregiudicatezza
che lascia ancora attoniti: Cristo sì, Chiesa no. Poi: Dio sì, Cristo
no. Finalmente il grido empio : Dio è morto; anzi : Dio non è mai
stato. Ed ecco il tentativo di edificare la struttura del mondo sopra
fondamenti che Noi non esitiamo ad additare come principali
responsabili della minaccia che incombe sulla umanità: un'economia
senza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza Dio. Il «
nemico » si è adoperato e si adopera perchè Cristo sia un estraneo
nelle Università, nella scuola, nella famiglia, nell'amministrazione
della giustizia, nell'attività legislativa, nel consesso delle
nazioni, là ove si determina la pace o la guerra.
Esso
sta corrompendo il mondo con una stampa e con spettacoli, che
uccidono il pudore nei giovani e nelle fanciulle e distruggono l'amore
fra gli sposi; inculca un nazionalismo che conduce alla guerra.
Voi
vedete, diletti figli, che non è Attila a premere alle porte di Roma;
voi comprendete che sarebbe vano, oggi, chiedere al Papa di muoversi e
andargli incontro per fermarlo e impedirgli di seminare la rovina e
la morte. Il Papa deve, al suo posto, incessantemente vigilare e
pregare e prodigarsi, affinché il lupo non finisca col penetrare
nell'ovile per rapire e disperdere il gregge (cfr. Io. 10, 12);
anche coloro, che col Papa dividono la responsabilità del governo
della Chiesa, fanno tutto il possibile per rispondere all'attesa di
milioni di uomini, i quali — come esponemmo nello scorso febbraio —
invocano un cambiamento di rotta e guardano alla Chiesa come a valida
ed unica timoniera. Ma questo oggi non basta: tutti
i fedeli di buona volontà debbono scuotersi e sentire la loro parte
di responsabilità nell'esito di questa impresa di salvezza.
Diletti figli, Uomini di Azione Cattolica! L'umanità
odierna disorientata, smarrita, sfiduciata, ha bisogno di luce, di
orientamento, di fiducia. Volete voi con la vostra collaborazione —
sotto la guida della sacra Gerarchia — essere gli araldi di questa
speranza e i messaggeri di questa luce? Volete essere portatori di
sicurezza e di pace? Volete
essere il grande, il trionfante raggio di sole che invita a destarsi
dal torpore e a fortemente operare? Volete divenire — se così a Dio
piacerà — animatori di questa moltitudine umana, in attesa di
avanguardie che la precedano?
Allora è necessario che la vostra azione sia anzitutto cosciente.
L'uomo
di Azione Cattolica non può ignorare ciò che la Chiesa fa e intende
di fare. Egli sa che la Chiesa vuole la pace; che vuole una più giusta
distribuzione della ricchezza; che vuole sollevare le sorti degli
umili e degl'indigenti; sa che Cristo, Dio fatto uomo, è il centro
della storia umana; che tutte le cose sono state fatte in Lui e per
Lui. Egli sa che la Chiesa, quando auspica un mondo diverso e
migliore, pensa ad una società avente per base e fondamento Gesù Cristo
con la sua dottrina, i suoi esempi, la sua redenzione.
In secondo luogo bisogna che la vostra azione sia illuminatrice.
Nelle
vostre fabbriche, nei vostri uffici, per le strade, nei luoghi ove
prendete il sano svago o il necessario riposo, vi capiterà d'imbattervi
in uomini « che hanno occhi per vedere e non vedono » (Ezech. 12, 2).
Oggi. per esempio, s'incontra povera gente persuasa che la Chiesa, che
il Papa, vogliono lo sfrutta mento del popolo, vogliono la miseria,
vogliono — parrebbe inimmaginabile — la guerra! Gli autori e i
propagatori di queste orrende calunnie riusciranno a sfuggire alla
giustizia degli uomini, ma non potranno sottrarsi al giudizio di Dio. «
Verrà un giorno... »! Signore, perdona loro! Intanto però è
necessario di cogliere ogni occasione per aprire gli occhi a quei
ciechi, spesso piuttosto vittime d'inganno che colpevoli.
Ancora : occorre che la vostra azione sia vivificatrice.
L'Azione
Cattolica non sarà veramente tale, se non agirà sulle anime. Le
grandi adunanze, i magnifici cortei, le pubbliche manifestazioni, sono
certamente utili. Ma guai a confondere gli strumenti col fine per il
quale debbono essere adoperati! Se la vostra azione non portasse la
vita dello spirito dove è la morte; se non cercasse di sanare quella
stessa vita dove è malata; se non la fortificasse dove è debole;
sarebbe vana. ..
DA: DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AGLI UOMINI DI AZIONE CATTOLICA NEL XXX° DELLA LORO UNIONE*
Domenica, 12 ottobre 1952
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