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domenica 19 febbraio 2012

preghiera2


IO NON LA PENSO COSÌ!
 ***

«Mio Dio! La gente dice che i tuoi giudizi sono severi
e i tuoi castighi esagerati.
Ma io non la penso così.
L'unica esperienza che io ho di te, Signore,
e' quella della tua benevolenza e misericordia.
Mi sei venuto sempre in aiuto.
A dispetto delle mie infedelta',
tu hai continuato ad amarmi,
a favorirmi, a circondarmi di tutte le tue benedizioni,
a sostenermi, a farmi progredire.
Pecco contro il tuo amore,
e tu me ne dai ancora di piu'.
Mi ribello contro di te, e tu non solo non mi respingi,
non solo non me la fai scontare,
ma ti mostri ancora piu' gentile,
simpatico, accondiscendente verso di me,
come se non avessi fatto
nulla contro di te,
come se non avessi nulla
da farmi perdonare da te,
nulla, di cui debba pentirmi,
nulla da correggere in me.
Signore! Ogni giorno e' sempre per me
un nuovo e dolce richiamo
al tuo inesauribile amore,
alla tua ineffabile misericordia!
Ne voglio dare testimonianza a tutti.
Voglio gridare a tutti
che tu sei un'eterna
provvidenziale pazienza
per la mia anima».

(John Henry Newman)

Postato da: giacabi a 14:50 | link | commenti
preghiere, newman

martedì, 07 aprile 2009

Preghiera di San Thomas More scritta in carcere

***
Dammi la tua grazia, buon Signore,
per stimare un nulla il mondo.
Per aggrapparmi a te con la mente
e non dipendere dal fiato della bocca degli uomini.
Per essere contento di vivere solitario.
Per non desiderare la compagnia del mondo.
Per liberarmi completamente a poco a poco dal mondo e per sganciare la mia mente dai suoi affari.
Per non desiderare di ascoltare le cose del mondo.
Ma che l’udire le fantasie mondane mi dispiaccia.
Per pensare volentieri a Dio.
Per invocare pietosamente il suo aiuto.
Per appoggiarmi al conforto di Dio.
Per sforzarmi continuamente d’amarlo.
Per riconoscere la mia viltà e la mia miseria.
Per umiliarmi ed abbassarmi sotto la potente mano di Dio.
Per piangere i peccati commessi.
Per sopportare pazientemente le avversità onde purificarmene.
Per soffrire volentieri quaggiù il mio purgatorio.
Per essere lieto delle tribolazioni.
Per camminare nella via stretta che conduce alla vita.
Per portare la croce con Cristo.
Per ricordare le ultime cose.
Per avere sempre davanti agli occhi la mia morte, che è sempre vicina.
Per non fare della morte un’estranea.
Per aver dinanzi e considerare l’eterno fuoco dell’inferno.
Per pregare il perdono dal giudice futuro.
Per avere continuamente in mente la passione che Cristo soffrì per me.
Per rendergli incessanti grazie dei suoi benefici.
Per riguadagnare il tempo perduto.
Per astenermi da vane confabulazioni.
Per schivare l’allegria e la letizia leggera e sciocca.
Per romperla con le ricreazioni non necessarie.
Per stimare un nulla la perdita della ricchezza del mondo, degli amici, della libertà, della vita, onde possedere Cristo.
Per ritenere miei migliori amici i miei più grandi nemici.
Che i fratelli di Giuseppe non avrebbero potuto fargli tanto bene con il loro amore e il loro favore, quanto gliene fecero con la loro malizia e il loro odio. Questi pensieri devono essere desiderati da ognuno più di tutti i tesori di tutti i principi e re cristiani e pagani, fossero essi raccolti e radunati tutti insieme in un mucchio solo.

Postato da: giacabi a 07:37 | link | commenti
preghiere, stommaso


PUOI PREGARE

***
Puoi pregare,
anche nel traffico del mattino,
quando vorresti spazzare la strada con un colpo di ciglia
e l’umanità non ti sembra un granché.
Puoi pregare,
anche al lavoro.
Anche al lavoro che non hai
e che aspetti con il fiato sempre più corto.
Puoi pregare,
anche mentre prepari la cena
con le mani bagnate
e la verdura da pulire che non finisce mai.
Puoi pregare,
anche quando stai in ospedale
e la flebo ti scende in vena goccia dopo goccia,
lasciandoti nausea in bocca e sonno nel cuore.
Puoi pregare,
anche mentre baci,
con gli occhi chiusi e le ginocchia che tremano.
Puoi pregare,
perfino in chiesa,
quando ti sembra di perdere tempo
e non capisci un granché di ciò che senti intorno.
Puoi pregare,
anche quando non ne puoi più di sofferenza
e quando di gioia ne vorresti ancora, a non finire.
Ovunque e sempre puoi pregare,
perché per te Dio ha tempo e spazi infiniti.
Sta dove tu stai.
Sta quando tu stai.
Per questo sempre e ovunque puoi pregare.

I.         Brodskij
Grazie a : MariaTeresa S.

Postato da: giacabi a 07:28 | link | commenti
preghiere

mercoledì, 25 febbraio 2009

"Dammi il tuo cuore, amami come sei..." ***
"Caro amico, conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: "Dammi il tuo cuore, amami come sei..."
Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'Amore, non amerai mai.
Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, e se ricadi in quelle colpe che vorresti non commettere più, non ti permetto di non amarmi.
Amami come sei.
In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nella infedeltà, amami...come sei ...
Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai.
Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore ?
Non sono io l'Onnipotente?
E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio Amore ?
Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore.
Certo voglio col tempo trasformarti, ma per ora ti amo come sei...
e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore.
Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente il grande grido "Gesù Ti Amo".
Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo talento.
Una cosa sola m'importa, di vederti lavorare con amore.
Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo.
Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai...
perchè ti ho creato soltanto per l'amore.
Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante; Io il Re dei Re!
Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allegare la tua miseria;
se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, morresti di dolore.
Ciò che mi ferirebbe il cuore, sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia.
Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l'azione più insignificante solo per amore.
Conto su di te per darmi gioia...
Non ti preoccupare di non possedere virtù: ti darò le mie.
Quando dovrai soffrire, ti darò la forza.
Mi hai dato l'amore, ti darò di saper amare al di là di quanto puoi sognare...
Ma ricordati ... Amami come sei ...
Ti ho dato mia Madre; fà passare, fà passare tutto dal Suo Cuore così puro.
Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai ... Và ..."

(Mons. Lebrum, "Ecce Mater Tua", n.268)

Postato da: giacabi a 14:01 | link | commenti
preghiere

domenica, 22 febbraio 2009

Preghiera a Cristo
***


Sei ancora, ogni giorno, in mezzo a noi. E sarai con noi per sempre.
Vivi tra noi, accanto a noi, sulla terra ch'è tua e nostra, su questa terra che ti raccolse, fanciullo, tra i fanciulli e, giustiziabile, tra i ladri; vivi coi vivi, sulla terra dei viventi che ti piacque e che ami, vivi d'una vita non umana sulla terra degli uomini, forse invisibile anche a quelli che ti cercano, forse sotto l'aspetto d'un povero che compra il suo pane da sé e nessuno lo guarda.
Ma ora è giunto il tempo che devi riapparire a tutti noi e dare un segno perentorio e irrecusabile a questa generazione.
Tu vedi, Gesù, il nostro bisogno; tu vedi fino a che punto è grande il nostro grande bisogno; non puoi fare a meno di conoscere quanto è improrogabile la nostra necessità, come è dura e vera la nostra angustia, la nostra indigenza, la nostra disperanza; tu sai quanto abbisognamo d'una tua intervenzione, quant'è necessario un tuo ritorno.
Sia pure un breve ritorno, una venuta improvvisa, subito seguita da un'improvvisa scomparsa; un'apparizione sola, un arrivare e un ripartire, una parola sola nel giungere, una parola sola nello sparire, un segno solo, un avviso unico, un balenamento nel cielo, un lume nella notte, un aprirsi del cielo, una risplendenza nella notte - un'ora sola della tua eternità, una parola sola: per tutto il tuo silenzio.
Abbiamo bisogno di te, di te solo, e di nessun altro. Tu solamente, che ci ami, puoi sentire per noi tutti che soffriamo, la pietà che ciascuno di noi sente per se stesso. Tu solo puoi sentire quanto è grande, immisurabilmente grande, il bisogno che c'è di te, in questo mondo, in questa ora del mondo. Nessun altro, nessuno dei tanti che vivono, nessuno di quelli che dormono nella mota della gloria, può dare, a noi bisognosi, riversi nell'atroce penuria, nella miseria più tremenda di tutte, quella dell'anima, il bene che salva. Tutti hanno bisogno di te, anche quelli che non lo sanno, e quelli che non lo sanno, assai più di quelli che sanno. L'affamato s'immagina di cercare il pane e ha fame di te; l'assetato crede di voler l’acqua e ha sete di te; il malato s'illude di agognare la salute e il suo male è l'assenza di te. Chi ricerca la bellezza nel mondo cerca, senza accorgersene, te che sei la bellezza intera e perfetta; chi persegue nei pensieri la verità, desidera, senza volere, te che sei l'unica verità degna d'esser saputa; e chi s'affanna dietro la pace cerca te, sola pace dove possono riposare i cuori più inquieti. Essi ti chiamano senza sapere che ti chiamano e il loro grido è inesprimibilmente più doloroso del nostro.
Noi non gridiamo verso di te per la vanità di poterti vedere come ti videro Galilei e Giudei, né per la gioia di guardare una volta i tuoi occhi, né per l'orgoglio matto di vincerti colla nostra supplicazione. Non chiediamo, noi, la grande discesa nella gloria dei cieli, né il fulgore della Trasfigurazione, né gli squilli degli angeli e tutta la sublime liturgia dell'ultima venuta. C'è tanta umiltà, tu lo sai, nella nostra irrompente tracotanza! Noi vogliamo soltanto te, la tua persona, il tuo povero corpo trivellato e ferito, colla sua povera camicia d'operaio povero; vogliamo veder quegli occhi che passano la parete del petto e la carne del cuore, e guariscono quando feriscono collo sdegno, e fanno sanguinare quando guardano con tenerezza. E vogliamo udire la tua voce che sbigottisce i demoni da quanto è dolce e incanta i bambini da quanto è forte.
Tu sai quanto sia grande, proprio in questo tempo, il bisogno del tuo sguardo e della tua parola. Tu lo sai bene che un tuo sguardo può travolgere e mutare le nostre anime, che la tua voce ci può trarre dallo stabbio della nostra infinita miseria; tu sai meglio di noi, tanto più profondamente di noi, che la tua presenza è urgente e indifferibile in questa età che non ti conosce
.
Sei venuto, la prima volta, per salvare; nascesti per salvare; parlasti per salvare: ti facesti crocifiggere per salvare: la tua arte, la tua opera, la tua missione, la tua vita è di salvare. E noi abbiamo oggi, in questi giorni grigi e maligni, in questi anni che sono un condensamento, un accrescimento incomparabile d'orrore e dolore, abbiamo bisogno, senza ritardi, d'esser salvati!
Se tu fossi un Dio geloso e acrimonioso, un Dio che tiene il rancore, un Dio vendicativo, un Dio solamente giusto, allora non daresti ascolto alla nostra preghiera. Perché tutto quello che gli uomini potevan farti di male anche dopo la tua morte, e più dopo la morte che in vita, gli uomini l'hanno fatto; noi tutti, quello stesso che ti parla insieme agli altri. l'abbiamo fatto. sola; legioni di Farisei, sciami di Caifa ti hanno venduto, e non per trenta denari soli, e neppure una volta sola; legioni di Farisei, sciami di Caifa ti hanno sentenziato malfattore, degno d'esser inchiodato; e milioni di volte col pensiero e la volontà ti hanno crocifisso; e un'eterna canaia di fecciosi insobilliti t'ha ricoperto il viso di saliva e di schiaffi, e gli staffieri, gli scaccini, i portinai, la gente d'arme degli ingiusti detentori d'argento e di potestà ti hanno frustate le spalle e insanguinata la fronte; e migliaia di Pilati, vestiti di nero o di vermiglio, usciti appena dal bagno, profumati d'unguenti, ben pettinati e rasati, ti hanno consegnato migliaia di volte agl'impiccatori dopo averti riconosciuto innocente; e innumerevoli bocche flatulenti e vinose hanno chiesto innumerevoli volte la libertà dei ladri sediziosi, dei criminali confessi, degli assassini conosciuti, perché tu fossi innumerevoli volte trascinato sul Teschio e affisso all'albero con cavicchi di ferro fucinati dalla paura e ribattuti dall'odio.
Ma tu hai perdonato tutto e sempre. Tu sai, tu che sei stato in mezzo a noi, qual è il fondo della nostra natura sciagurata. Non siamo che rappezzi e bastardume, foglie instabili e passanti, carnefici di noi medesimi, aborti malvenuti che si sdraiano nel male a guisa d'un lattante rinvoltato nel suo piscio, d'un briaco stramazzato nel suo vomito, d'un accoltellato disteso nel suo sangue, d'un ulceroso giacente nel suo marciume. T'abbiamo respinto perché troppo puro per noi; t'abbiamo condannato a morte perché eri la condanna della nostra vita.
Tu stesso l'hai detto in quei giorni: «Stetti in mezzo al mondo e nella carne mi rivelai ad essi; e trovai tutti ubriachi e nessuno trovai fra loro assetato e l'anima mia soffre per i figlioli degli uomini, poiché son ciechi nel loro cuore ». Tutte le generazioni sono eguali a quella che ti crocifisse e, sotto qualunque forma tu venga, ti rifiutano. « Simili, - tu dicesti -. a quei ragazzi che stanno per le piazze e gridano ai compagni: V'abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; abbiamo intonato lamenti e non avete pianto ». Così abbiamo fatto noi, per quasi sessanta generazioni.
Ma ora è venuto il tempo che gli uomini son più ebbri d'allora ma più sitibondi. In nessuna età come in questa abbiamo sentito la sete struggente d'una salvazione soprannaturale. In nessun tempo, di quanti ne ricordiamo, l'abbiettezza è stata così abbietta e l'arsura così ardente. La terra è un inferno illuminato dalla condiscendenza del sole. Ma gli uomini sono attu1tati in una pegola di sterco temperato nel pianto, dalla quale si levano, talvolta, frenetici e sfigurati, per .buttarsi nel bollor vermiglio del sangue, con la speranza di lavarsi. Da poco sono usciti da uno di questi feroci lavacri e son tornati, dopo l'immensa decimazione, nel comun brago escrementizio.
Le pestilenze hanno seguito le guerre; i terremoti le pestilenze; immani armenti di cadaveri infraciditi, quanti ne bastava una volta per popolare un regno, son distesi sotto il lieve schermo della terra bacosa, occupando, se fossero insieme, lo spazio di molte provincie. Eppure, come se tutti quei. morti non fossero che una prima rata dell'universale distruzione, seguitano ad uccidersi e ad uccidere.
Le nazioni opulente condannano alla fame le nazioni povere; i ribelli ammazzano i loro padroni di ieri; i padroni fanno ammazzare i rivoltosi dai loro mercenari; nuovi dittatori, profittando dello sfasciume di tutti i sistemi e di tutti i regimi, conducono intere nazioni alla carestia, alla strage e alla dissoluzione.
L'amore bestiale di ciascun uomo per se stesso, di ogni casta per sé medesima, di ogni popolo per sé solo, è ancora più cieco e gigante dopo gli anni che l'odio ricoprì di fuoco, di fumo, di fosse e d'ossami la terra.
L'amore di sé, dopo la disfatta universale e comune, ha centuplicato l'odio: odio dei piccoli contro i grandi, degli scontenti contro gli inquieti, dei servi-padroni contro i padroni asserviti, dei ceti ambiziosi contro i ceti declinanti, delle razze egemoni contro le razze vassalle, dei popoli aggiogati contro i popoli aggiogatori. L'ingordigia del troppo ha generato l'indigenza del necessario; la prurigine dei piaceri il rodio delle torture; la smania di libertà l'aggravamento delle pastoie.

Negli ultimi anni la specie umana, che già si torceva nel delirio di cento febbri, è impazzita. Tutto il mondo rintrona del fragore di macerie che rovinano; le colonne sono interrate nel pattume; e le stesse montagne precipitano dalle cime valanghe di pietrisco perché tutta la terra diventi un maligno piano eguale.
Anche gli uomini ch'eran rimasti intatti nella pace dell'ignoranza li hanno strappati a forza dalle sodaglie pastorali per rammontarli nel mescolamento rabbioso delle città a inzafardarsi e patire.
Dappertutto un caos in sommovimento, un subbuglio senza speranza, un brulicame che appuzza l'aria afosa, una irrequietudine scontenta di tutto e della propria scontentezza. Gli uomini, nell'ebrietà sinistra di tutti i veleni, consuman se stessi per bramosia di fiaccare i loro fratelli di pena, e pur di uscire da questa passione senza gloria, cercano, in tutte le maniere, la morte. Le droghe estatiche e afrodisiache, le voluttà che struggono e non saziano, l'alcool, i giuochi, le armi, prelevano ogni giorno a migliaia i sopravvissuti alle decimazioni obbligatorie.
Il mondo, per quattr'anni interi, s'è imbrattato di sangue per decidere chi doveva aver l'aiola più grande e il più grosso marsupio. I servitori di Mammona hanno cacciato Calibano in opposte interminabili fosse per diventare più ricchi e impoverire i nemici. Ma questa spaventevole esperienza non ha giovato a nessuno. Più poveri tutti di prima, più affamati di prima, ogni gente è tornata ai piedi di fango del dio negozio a sacrificargli la pace propria e la vita altrui. Il divino affare e la santa moneta occupano, ancora più che nel passato, gli uomini invasati.
Chi ha poco vuol molto; chi ha molto vuol più; chi ha ottenuto il più vuol tutto.
Avvezzati allo, sperpero degli anni divoratori, i sobri son diventati ghiotti, i rassegnati son fatti avidi, gli onesti si son dati al ladroneccio, i più casti al mercimonio. Sotto il nome di commercio si pratica l'usura e l'appropriazione; sotto l'insegna della grande industria la pirateria di pochi a danno di molti. I barattieri e i malversatori hanno in custodia il denaro pubblico e la concussione fa parte della regola di tutte le oligarchie. I ladri, rimasti soli ad osservare la giustizia, non risparmiano, nell'universale ruberia, neppure i ladri. L'ostentazione dei ricchi ha chiovato nella testa di tutti che altro non conta, sulla terra finalmente liberata dal cielo, che l'oro e quel che si può comprare e sciupare coll'oro. Tutte le fedi, in questo marame infetto, smortiscono e si disfanno.
Una sola religione pratica il mondo, quella che riconosce la somma trinità di Wotan, Mammona e Priapo; la Forza che ha per simbolo la spada e per tempio la caserma: la Ricchezza che ha per simbolo l'oro e per tempio la borsa; la Carne che ha per simbolo il phallus e per tempio il bordello. Questa è la religione regnante su tutta la terra, praticata con ardore nei fatti, se non sempre con le parole, da tutti i viventi
. L'antica famiglia si frantuma: il matrimonio è distrutto dall'adulterio e dalla bigamia; la figliolanza a molti par maledizione e la scansano con le varie frodi e gli aborti volontari; la fornicazione sopravanza gli amori legittimi; la sodomia ha i suoi panegiristi e suoi lupanari; le meretrici, pubbliche e occulte, regnano sopra un popolo immenso di slombati e di sifilitici. Non c'è più monarchie e neanche repubbliche. Ogni ordine non è che fregio e simulacro. La plutocrazia e la demagogia, sorelle nello spirito e nei fini, si contendono la dominazione dell'orde sediziose, malamente servite dalla mediocrità salariata. E intanto sopra l' una e l'altra delle caste in campo, la coprocrazia, realtà effettiva e incontestata, ha sottomesso l'alto al basso, qualità alla quantità, lo spirito al fango.
Tu sai queste cose, Cristo Gesù, e vedi ch'è giunta un'altra volta la pienezza dei tempi e che questo mondi febbroso e imbestiato non merita che d'essere punito da un diluvio di fuoco o salvato dalla tua mediazione: Soltanto la tua Chiesa, la Chiesa da te fondata sulla Pietra di Pietro, la sola che meriti il nome di Chiesa, la Chiesa unica e universale che parla da Roma con parole ineffabili del tuo Vicario, ancora emerge, rafforzata dagli assalti, ingrandita dagli scismi, ringiovanita dai secoli, sul mare furioso e limaccioso del mondo. Ma tu che l'assisti col tuo spirito sai quanti e quanti perfino tra quelli che vi son nati, vivon fuori della tua legge. Hai detto una volta: «Se uno è solo io sono con lui. Rimuovi la pietra e lì mi troverai, incidi il legno ed io son qui ». Ma per scoprirti nella pietra e nel legno è necessaria la volontà di cercarti, la capacità di vederti. E oggi i più degli uomini non vogliono, non sanno trovarti.
Se non fai sentire la tua mano sopra il loro capo e la tua voce ne' loro cuori, seguiteranno a cercare solamente se stessi, senza trovarsi, perché nessuno si possiede se non ti possiede. Noi ti preghiamo, dunque, Cristo, noi, i rinnegatori, i colpevoli, i nati fuori di tempo, noi che ci rammentiamo ancora di te, e ci sforziamo di viver con te, ma sempre troppo lontani da te, noi, gli ultimi, i disperati, i reduci dai peripli e dai precipizi, noi ti preghiamo che tu ritorni ancora una volta fra gli uomini che ti uccisero, fra gli uomini che seguitano a ucciderti, per ridare a tutti noi, assassini nel buio, la luce della vita vera. Più d'una volta sei apparso, dopo la Resurrezione, ai viventi. A quelli che credevan d'odiarti, a quelli , che ti avrebbero amato anche se tu non fossi figliolo di Dio, hai mostrato il tuo viso ed hai parlato con la tua voce. Gli asceti nascosti tra le ripe e le sabbie, i monaci nelle lunghe notti dei cenobi, i santi sulle montagne, ti videro e ti udirono e da quel giorno non chiesero che la grazia della morte per riunirsi con te.
Tu eri luce e parola sulla strada, di Paolo, fuoco e sangue nello speco di Francesco, amore disperato e perfetto nelle celle di Caterina e di Teresa. Se tornasti per uno perché non torni, una volta, per tutti? Se quelli meritavano di vederti, per i diritti dell’appassionata speranza, noi possiamo invocare i diritti della nostra deserta disperazione Quell’anime ti invocarono col potere dell’innocenza; le nostre ti chiamano dal. fondo della debolezza e dell'avvilimento.
Se appagasti l'estasi dei santi perché non dovresti accorrere al pianto dei dannati? Non dicesti d'esser venuto per gl'infermi e non per i sani, per quello che s'è perduto e non per quelli che son rimasti? Ed ecco tu vedi che tutti gli uomini sono appestati e febbricitanti e che ognuno di noi, cercando sé, s'è smarrito e ti ha perso. Mai come oggi il tuo messaggio è stato necessario e mai come oggi fu dimenticato o spregiato. Il Regno di Satana è giunto ormai alla piena maturazione e la salvezza che tutti cercano brancolando non può esser che nel tuo Regno.

La grande esperienza volge alla fine. Gli uomini, allontanandosi dall'Evangelo, hanno trovato la desolazione e la morte. Più d'una promessa e d'una minaccia s'è avverata. Ormai non abbiamo, noi disperati, che la speranza d'un tuo ritorno. Se non vieni a destare i dormenti accovati nella belletta puzzante del nostro inferno, è segno che il castigo ti sembra ancor troppo corto e leggero per il nostro tradimento e che non vuoi mutare l'ordine delle tue leggi. E sia la tua volontà ora e sempre, in cielo e sulla terra.
Ma noi, gli ultimi, ti aspettiamo. Ti aspetteremo ogni giorno, a dispetto della nostra indegnità e d'ogni impossibile. E tutto l'amore che potremo torchiare dai nostri cuori devastati sarà per te, Crocifisso, che fosti tormentato per amor nostro e ora ci tormenti con tutta la potenza del tuo implacabile amore
. GIOVANNI PAPINI

Postato da: giacabi a 16:23 | link | commenti
preghiere, gesù, papini

sabato, 14 febbraio 2009

Preghiera per la famiglia!
***

Dio, dal quale proviene ogni paternità in cielo e in terra, Padre, che sei Amore e Vita, fa che ogni famiglia umana sulla terra diventi, mediante il tuo Figlio, Gesù Cristo, "nato da Donna", e mediante lo Spirito Santo, sorgente di divina carità, un vero santuario della vita e dell'amore per le generazioni che sempre si rinnovano.

 Fa' che la tua grazia guidi i pensieri e le pene dei coniugi verso il bene delle loro famiglie e di tutte le famiglie del mondo.

Fa' che le giovani generazioni trovino nella famiglia un forte sostegno per la loro umanità e la loro crescita nella verità e nell'amore.

Fa' che l'amore, rafforzato dalla grazia del sacramento del matrimonio, si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi, attraverso le quali, a volte, passano le nostre famiglie.

Fa' infine, te lo chiediamo per intercessione della Sacra Famiglia di Nazareth, che la Chiesa in mezzo a tutte le nazioni della terra possa compiere fruttuosamente la sua missione nella famiglia e mediante la famiglia.

Tu che sei la Vita, la Verità e l'Amore, nell'unità del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Joannes Paulus PPII

Postato da: giacabi a 08:52 | link | commenti
famiglia, preghiere, giovanni paoloii

giovedì, 18 dicembre 2008

Preghiera di San Tommaso
***
Concedimi, o Dio misericordioso, di desiderare con ardore ciò che tu approvi, di cercarlo con prudenza, di riconoscerlo secondo verità, di compierlo in modo perfetto, a lode e gloria del tuo nome.
Metti ordine nella mia vita, fammi conoscere ciò che vuoi che io faccia, concedimi di compierlo come si deve e come è utile alla salvezza della mia anima.
Che io cammini verso di te, Signore, seguendo una strada sicura, diritta, praticabile e capace di condurre alla meta, una strada che non si smarrisca tra il benessere o tra le difficoltà.
Che io ti renda grazie quando le cose vanno bene, e nelle avversità conservi la pazienza, senza esaltarmi nella prosperità e senza abbattermi nei momenti più duri.
Che io mi stanchi di ogni gioia in cui tu non sei presente, che non desideri nulla all’infuori di te.
Ogni lavoro da compiere per te mi sia gradito, Signore, e insopportabile senza di te ogni riposo.
Donami di rivolgere spesso il mio cuore a te, e quando cedo alla debolezza, fa’ che riconosca la mia colpa con dolore e con fermo proposito di correggermi.
Signore, mio Dio, donami un cuore vigile, che nessun pensiero curioso trascini lontano da te; un cuore nobile che nessun indegno attaccamento degradi; un cuore retto che nessuna intenzione equivoca possa sviare; un cuore fermo che resista ad ogni avversità; un cuore libero che nessuna passione violenta possa soggiogare.
Concedimi, Signore mio Dio, un’intelligenza che ti conosca, uno zelo che ti cerchi, una sapienza che ti trovi, una vita che ti piaccia, una perseveranza che ti attenda con fiducia, e una fiducia che alla fine arrivi a possederti.
(S. Tommaso d’Aquino).

Postato da: giacabi a 14:39 | link | commenti
preghiere, stommaso

mercoledì, 10 dicembre 2008

Un giorno, io lo so, mi accoglierai
***
Un giorno, io lo so,
mi accoglierai
e della morte svanirà il ricordo
ma non l'amore,
e della vita svanirà il mistero
ma non l'incanto.
Ed al compagno delle mie paure
potrò mostrare finalmente quanto
- segretamente - io desideravo
che mi fosse accanto
nel giorno della Tua rivelazione.
Marc Chagall

Postato da: giacabi a 20:21 | link | commenti
preghiere


Signore fa’ sì che non cessi di cercarti
***
Signore mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi e fa’ sì che non cessi di cercarti per stanchezza, ma cerchi sempre la tua faccia con ardore. Dammi Tu la forza di cercare, Tu che hai fatto sì di essere trovato e mi hai dato la speranza di trovarti con una conoscenza sempre più perfetta. Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza: conserva quella, guarisci questa. Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza; dove mi hai aperto, ricevimi quando entro; dove mi hai chiuso, aprimi quando busso. Fa’ che mi ricordi di te, che comprenda te, che ami te. Aumenta in me questi doni, finchè non mi abbiano trasformato completamente in creatura nuova .
S. Agostino La Trinità libro XV

Postato da: giacabi a 19:58 | link | commenti
preghiere, agostino


HO CERCATO DIO
***
Ho cercato Dio
con la mia lampada così brillante
che tutti me la invidiavano.
Ho cercato Dio negli altri.
Ho cercato Dio
nelle piccolissime tane dei topi.
Ho cercato Dio nelle biblioteche.
Ho cercato Dio nelle università.
Ho cercato Dio
col telescopio e con microscopio.
Finché mi accorsi che avevo dimenticato quello che cercavo.
Allora, spegnendo la mia lampada,
gettai le chiavi, e mi misi a piangere...
e subito, la Sua Luce fu in me...
Angelus Silesius


Postato da: giacabi a 18:26 | link | commenti
preghiere

sabato, 29 novembre 2008

  Ecco la mia vita
***
Signore Gesù Cristo,
che hai potere sulla vita e sulla morte,
tu conosci ciò che è segreto e nascosto,
i pensieri e i sentimenti non ti sono velati.
Guarisci i miei raggiri e il male fatto nella mia vita
Ecco la mia vita declina di giorno in giorno,
e i miei peccati crescono
.

Signore, Dio delle anime e dei corpi,
tu conosci l’estrema fragilità della mia anima e della mia carne.

Concedimi forza nella mia debolezza,
sostienimi nella mia miseria.
Dammi un animo riconoscente;
che mi ricordi sempre dei tuoi benefici,
Signore, pieno di bontà.


Non ricordare i miei numerosi peccati,
perdona tutti i miei tradimenti.
Signore, non disdegnare la nostra preghiera,
la preghiera di un misero.


Conservami la tua grazia, sino alla fine,
custodiscimi come per il passato.
Signore, ti lodo e ti glorifico,
nonostante le mie indegnità,
perché la tua misericordia con me non ha avuto limiti.

Sei stato per me aiuto e protezione.
Sia lodato in eterno il tuo nome.
   S. Efrem   

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venerdì, 28 novembre 2008

  Dammi la serenità
***
O Dio,
dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare;
il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare;
la saggezza per distinguer le une dalle altre.
Concedimi di
vivere un giorno alla volta,
assaporare un momento per volta,
accettare le prove come un sentiero verso la pace;
prendere, come Egli ha fatto,
questo mondo di peccato così come è, e non come io lo vorrei;
credere che Egli opererà tutto bene
se io mi arrenderò alla sua volontà.
Fa’ che io possa essere abbastanza felice in questa vita
e sommamente felice in quella eterna, con Lui per sempre. Amen.
Reinhold Niebuhr
[Reinhold Niebuhr nacque (1892-1971) a Wright City, nel Missouri,      da una famiglia di immigrati tedeschi; fu pastore e teologo protestante

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mercoledì, 26 novembre 2008

VOGLIO TE SOLO, SIGNORE
***
Ti ho cercato, o Signore della vita,
e tu mi hai fatto il dono di trovarti:
te io voglio amare, mio Dio.
Perde la vita, chi non ama te:
chi non vive per Te, Signore,
è niente e vive per il nulla.
Accresci in me, ti prego,
il desiderio di conoscerti
e di amarti, Dio mio:
dammi, Signore, ciò che ti domando;
anche se tu mi dessi il mondo intero,
ma non mi donassi te stesso,
non saprei cosa farmene, Signore.
Dammi te stesso, Dio mio!
Ecco, ti amo, Signore:
aiutami ad amarti di più.

Sant'Anselmo di Aosta 

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giovedì, 13 novembre 2008

La preghiera
***

La preghiera mi ha salvato la vita. Senza di essa sarei pazzo da molto tempo. Ho avuto la mia porzione delle più amare esperienze pubbliche e private che mi gettarono in una temporanea disperazione. Se riuscii a liberarmi di questa disperazione, fu grazie alla preghiera. Essa non è stata parte della mia vita come lo è stata la verità. Sbocciò semplicemente dalla necessità, quando mi trovai in una situazione nella quale non avrei assolutamente potuto essere felice senza di essa. E con il passare del tempo, la mia fede in Dio crebbe, il desiderio di pregare si fece più irresistibile. La vita mi sembrava monotona e vuota senza di essa.
Fino ad una tarda epoca della mia vita non sentii nulla che somigliasse ad un vuoto nella vita. Mai n quell’epoca sentii che, come il cibo è indispensabile al corpo, così la preghiera è indispensabile all’anima. In realtà il cibo non è così indispensabile al corpo come la preghiera all’anima. Perché il digiuno è spesso necessario per conservare la salute del corpo, mentre non esiste il digiuno della
preghiera. E’ impossibile saziarsi di preghiera. Tre dei grandi maestri del mondo – Buddha, Gesù e Maometto – hanno lasciato un’incontestabile testimonianza di aver trovato illuminazione nella preghiera e di non aver assolutamente potuto vivere senza di essa. Milioni di indù, mussulmani,cristiani trovano l’unico conforto della vita nella preghiera. Li chiamano menzogneri o illusi. Dirò che questa “menzogna” ha un grande fascino per me, cercatore della verità, se è proprio “menzogna” questa che mi ha dato forza o sostegno nella vita e senza la quale non potrei vivere un istante. Nonostante la disperazione che mi fissa in volto sull’orizzonte politico, non ho mai perso la mia pace. Questa pace viene dalla preghiera. Non sono un uomo di cultura, ma presumo umilmente  di essere un uomo di preghiera.
Sono indifferente alla forma. A questo riguardo ciascuno è legge a se stesso. Ma vi sono alcune strade ben tracciate ed è prudente seguire le vie battute, percorse dagli antichi maestri. Ho portato la mia testimonianza personale. Che ciascuno provi, e scoprirà che la preghiera quotidiana aggiungerà qualche cosa di nuovo alla sua vita.
Gandhi – Antiche come le montagne – ed. di Comunità


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martedì, 04 novembre 2008

Preghiera
  ***
Degnati di tenermi alla Tua porta,
come servo sempre vigile e attento;
mandami come messaggero per il regno
ad invitare tutti alle Tue nozze.


Non permettere ch'io affondi
nelle sabbie mobili della noia,
non lasciarmi intristire nell'egoismo,
in pareti strette senza cielo aperto
.

Svegliami, se m'addormento nel dubbio
e sotto la coltre della distrazione;
cercami, se mi perdo nelle molte strade
tra grattacieli d'inutili cose
.

Non permettere ch'io pieghi il mio cuore
all'onda violenta dei molti;
tienimi alta la testa,
orgoglioso d'essere Tuo servo.

 Rabindranath Tagore


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lunedì, 20 ottobre 2008

Preghiera di S.Benedetto
***
Degnati di concedermi, Padre buono e santo,
una intelligenza che Ti comprenda,
un sentimento che Ti senta,
un'animo che Ti gusti,
una diligenza che Ti cerchi,
una sapienza che Ti trovi,

uno spirito che Ti conosca,
un cuore che Ti ami,
un pensiero che sia rivolto a Te,
un'azione che Ti dia gloria,

un udito che Ti ascolti,
degli occhi che Ti guardino,
una lingua che Ti confessi,
una parola che Ti piaccia,

una pazienza che Ti segua,
una perseveranza che Ti aspetti,
una fine perfetta,
e la tua santa presenza, la resurrezione,
la ricompensa e la vita eterna.    

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lunedì, 13 ottobre 2008

L Ave Maria
 ***
“In quei terribili anni di isolamento, i più duri della mia vita – ha ricordato spesso il Prelato vietnamita -, vedevo solo due guardie che avevano l'ordine di non rivolgermi parola. Mi sentivo abbandonato da tutti e ho provato la stessa sofferenza di Gesù, solo sulla Croce. Ho pensato ai miei parrocchiani, ai fedeli, ai sacerdoti, ai religiosi, ai seminaristi che erano fuori, anche loro abbandonati e nella sofferenza, molti uccisi. In quell'abisso della mia debolezza, fisica e mentale, ho ricevuto la Grazia della Madonna. Non potevo più celebrare, ma ho recitato centinaia di volte l'Ave Maria, e la Madonna mi ha dato la forza di essere unito a Gesù inchiodato sulla Croce: ho sentito come Gesù abbia potuto salvare l'Umanità, lì, solo sulla Croce, nell'immobilità assoluta.
Le guardie poco a poco mi capirono. Diventammo amici. Mi aiutarono. Mi permisero di tagliare un pezzo di legno in forma di Croce. Lo nascosi nel sapone. Mi tagliai un pezzo piccolo piccolo di filo elettrico. Mi prestarono due piccole tenaglie. Mi aiutarono a lavorarlo. Questa Croce che porto è fatta con il legno della prigione e quel filo elettrico! Questa Croce è una continua chiamata: amare sempre! Perdonare sempre! Vivere il presente per l'evangelizzazione! Ogni minuto deve essere per l'amore verso Dio".
Servo di Dio Cardinale François Xavier Nguyen Van Thuan


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giovedì, 09 ottobre 2008

O DIO, PAZZO D'AMORE!
 ***
O Dio, pazzo d'amore!
Non ti bastò incarnarti,
ma volesti anche morire!
Vedo che la tua misericordia
ti costrinse a dare anche di più all'uomo,
lasciandogli te stesso in cibo.
E così noi deboli abbiamo conforto,
e noi ignoranti smemorati
non perdiamo il ricordo dei tuoi benefici.
Ecco, tu dai il tuo cibo ogni giorno all'uomo,
facendoti presente nell'eucaristia
e nel corpo misterioso della tua chiesa.
Chi ha fatto questo ?
La tua misericordia.
Santa Caterina da Siena


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preghiere


IL CORAGGIO DI OSARE
 ***
Signore Gesù, fammi conoscere chi sei.
Fa sentire al mio cuore la santità che è in te.
Fa' che io veda la gloria del tuo volto.
Dal tuo essere e dalla tua parola, dal tuo agire e dal tuo disegno,
fammi derivare la certezza che la verità e l'amore
sono a mia portata per salvarmi.
Tu sei la via, la verità e la vita.
Tu sei il principio della nuova creazione.
Dammi il coraggio di osare.
Fammi consapevole del mio bisogno di conversazione,
e permetti che con serietà lo compia, nella realtà della vita quotidiana.
E se mi riconosco, indegno e peccatore, dammi la tua misericordia.
Donami la fedeltà che persevera e la fiducia che comincia sempre,
ogni volta che tutto sembra fallire
.
Romano Guardini




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mercoledì, 01 ottobre 2008

La recita del rosario
 ***
 “…da sola (ho vergogna di confessarlo), la recita del rosario mi costa più che mettermi uno strumento di penitenza. Sento che lo dico così male! Ho un bell'impegnarmi nel meditare i misteri del rosario, non arrivo a fissare il mio spirito. Per lungo tempo mi sono afflitta per questa mancanza di devozione che mi meravigliava, perché amo tanto la Vergine Santa, tanto che mi dovrebbe esser facile fare in onor suo le preghiere che le piacciono. Ora me ne cruccio meno, penso che la Regina dei Cieli è mia madre, vede certo la mia buona volontà e se ne contenta. Qualche volta, se il mio spirito è in un'aridità così grande che mi è impossibile trarne un pensiero per unirmi al buon Dio, recito molto lentamente un Padre nostro e poi il saluto angelico; allora queste preghiere mi rapiscono, nutrono l'anima mia ben più che se le avessi recitate precipitosamente un centinaio di volte. La Santa Vergine mi mostra che non è affatto sdegnata con me, non manca mai di proteggermi appena l'invoco. Se mi sopravviene una preoccupazione, una difficoltà, subito mi volgo a lei, e sempre, come la più tenera delle madri, ella prende cura dei miei interessi. Quante volte parlando alle novizie mi è accaduto di invocarla e sentire i benefizi della sua protezione materna”
Teresa di Lisieux 



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venerdì, 26 settembre 2008

O Dio, ti chiamo
***
Al cominciare del giorno,
Dio, ti chiamo.
Aiutami a pregare,
a raccogliere i miei pensieri su di te;
da solo non sono capace.


C’è buio in me,
in te invece c’è luce;

sono solo, ma tu non m’abbandoni;
non ho coraggio, ma tu mi sei d’aiuto;
sono inquieto, ma in te c’è la pace;
c’è amarezza in me, in te pazienza;
non capisco le tue vie,
ma tu sai qual è la mia strad
a.

Padre del cielo,
siano lode e grazie a te
per la quiete della notte,
siano lode e grazie a te
per il nuovo giorno.

Signore,
qualunque cosa rechi questo giorno,
il tuo nome sia lodato!


Dietrich Bonhoeffer


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mercoledì, 10 settembre 2008

Preghiera
***
Ti prego, Signore
fa che io gusti attraverso l’amore
quello che gusto attraverso al conoscenza.
Fammi sentire attraverso l’affetto
Ciò che sento attraverso l’intelletto
Tutto ciò che è Tuo per condizione,
fa che sia Tuo per amore.
Attirami tutto al Tuo amore.
Fai Tu, o Cristo, quello che il mio cuore non può.
Tu che mi fai chiedere, concedi !
 S. Anselmo d’Aosta





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mercoledì, 03 settembre 2008

Due cose importanti
 ***
Giussani, nei brevi colloqui che avevo con lui, mi ripeteva che due cose erano importanti: la preghiera e l'amicizia.”
 (Giorgio Vittadini - Tracce apr 2006 - pag.29)

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amicizia, preghiere, giussani

giovedì, 21 agosto 2008

Canzone delle Vanità
***
testo di san Filippo Neri
Vanità di vanita.
Ogni cosa è vanità.
Tutto il Mondo, e ciò che ha
Ogni cosa è vanità.
Se del mondo i favor suoi
T'alzeran fin dove vuoi.
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se regnassi ben mill'anni
Sano, lieto, senz'affanni.
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se tu avessi d'ogn'intorno
Mille servi, notte e giorno,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se tu avessi più soldati
Che non ebbe Serse armati,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se tu avessi ogni linguaggio,
E tenuto fossi saggio,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se starai con tutti gli agi,
Nelle Ville, e ne' Palagi,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
E se in feste, giuochi e canti
Passi i giorni tutti quanti,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Sazia pur tutte tue voglie
Sano, allegro e senza doglie,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Dunque a Dio rivolgi il cuore,
Dona a lui tutto il tuo amore,
Questo mai non mancherà,
Tutto il resto è vanità. 
Se godessi a tuo volere
Ogni brama, ogni piacere,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità. 
Se tu avessi ogni tesoro
Di ricchezze, argento ed oro.
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se vivessi in questo mondo
Sempre lieto, ognor giocondo,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se lontan da pene e doglie
Sfogherai tutte tue voglie,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se qua giù starà il tuo cuore
Giubilando a tutte l'ore,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Dunque frena le tue voglie,
Corri a Dio, che ognor t'accoglie,
Questo mai non mancherà.
Tutto il resto è vanità.
 Il testo di questo canzone è stato musicato da Angelo Branduardi.


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sabato, 16 agosto 2008

La nobiltà dell’uomo
***
L'unica nobiltà dell'uomo, la sola via di salvezza consiste nel riscatto del tempo per mezzo della bellezza, della preghiera e dell'amore. Al di fuori di questo, i nostri desideri, le nostre passioni, i nostri atti non sono che "vanità e soffiar di vento", risacca del tempo che il tempo divora. Tutto ciò che non appartiene all'eternità ritrovata appartiene al tempo perduto.
(Gustave Thibon, "L'uomo maschera di Dio", trad. it., SEI, Torino 1971, p. 262).
grazie a:  Dixit Definitivo


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preghiere, bellezza

sabato, 02 agosto 2008

PREGHIERA DELLO STUDENTE
***
Creatore ineffabile
sorgente di luce e di speranza
degnati di riporre sulla mia intelligenza
un raggio del tuo splendore;
scaccia da me le tenebre del peccato e dell'ignoranza.

Donami la penetrazione per comprendere,
la capacità di trattenere,
il metodo e la facilità di apprendere,
l'abilità di parlare

Avvia l'inizio, conduci i progressi,
corona la fine,
Tu che, vero Dio e vero uomo,
vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

                                                                San Tommaso d'Aquino



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preghiere, stommaso

giovedì, 26 giugno 2008

Vuestra

 ***
Vuestra soy pues me criasteis
vuestra pues me redimisteis
vuestra pues que me sufristeis
vuestra pues que me llamasteis
vuestra porque me esperasteis
vuestra porque no me perdì :
que mandais hacer de mì?

Que mandais pues, buen Señor,
que haga tan vil criado?
Cual officio le habeis dado
a este esclavo pecador?
Veis me aqui mi dulce amor,
amor dulce veis me aqui
que mandais hacer de mì?

Veis aqui mi corazòn,
io lo pongo en vuestra palma :
mi cuerpo, mi vida y alma,
mis entrañas y affliccion.
Dulce esposo y Redentor,
pues por vuestra me ofreci
que mandais hacer de mì?

Haga fruto o non lo haga,
estè callando o hablando,
muestrame la ley mi llaga,
goce de Evangelio hablando.
Estè penando o gozando
solo vos en mi vivìs.
Que mandais hacer de mi

Santa Teresa d'Avila    
clicca qui
Sono tua poichè mi hai creata, sono tua perché mi hai redenta, sono tua poiché mi hai voluta, sono tua poiché mi hai chiamata, sono tua perchè mi hai attesa, sono tua perché non mi sono perduta : che cosa vuoi farne di me ? / Che cosa vuoi o mio buon Signore che faccia una così umile creatura ? Che compito hai dato a questa indegna peccatrice ? Vedi, io sono qui, mio dolce amore, amore dolce, sono qui che cosa vuoi farne di me ? / Vedi qui c'è il mio cuore, io lo metto nelle tue mani : il mio corpo, la mia vita e la mia anima, le mie speranze e le mie preoccupazioni. Dolce sposo e Redentore, poiché mi sono data tutta a te che cosa vuoi farne di me ? /Porti frutto o non ne porti, che stia zitta o stia parlando, mostrami quali sono le leggi del Vangelo. Che io soffra o sia felice, Tu solo sei nella mia vita. Che cosa vuoi farne di me?
Grazie ad :annina

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domenica, 08 giugno 2008

Veni Sancte Spiritus,
 Veni per Mariam
 ***
Beato Angelico, annunciazione
 Per questo dovete, d'ora in avanti, cercare di rendere il più frequente possibile in voi la ripetizione della breve preghiera che è l'emblema del Gruppo Adulto, Veni Sancte Spititus, Veni per Mariam. Vieni, o Spirito dell'Immenso, del Mistero, lo Spirito di Cristo che ci fa capire le cose, che ci dà le energie per andar dietro le cose giuste. E lo Spirito di Cristo, come ci aiuta? Attraverso le viscere di una donna: Cristo è nato dalle viscere di una ragazza di diciassette anni, cioè attraverso le viscere della nostra esperienza comune, di una esperienza in comunità; dalle viscere di un'esperienza concreta lo Spirito ci comunica la luce e l'aiuto.
Giussani - "Si può vivere così?" Rizzoli


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preghiere, giussani

martedì, 27 maggio 2008

Nel silenzio Dio ti parla
***
Difficilmente si trova
una persona spirituale che parli assai.
Tutte le anime di orazione sono amanti del silenzio,
il quale è custode dell’innocenza,
difesa dalle tentazioni
e fonte dell’orazione
;
poiché con il silenzio si conserva la devozione,
e nel silenzio sorgono nella mente buoni pensieri.

S. Alfonso Maria dè Liguori

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preghiere

domenica, 25 maggio 2008

Preghiamo per la Chiesa in Cina

***
24 Maggio 2008

Oggi Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, indetta da Benedetto XVI, preghiamo secondo le intenzioni del Santo Padre «affinché l’unità sia sempre più profonda e visibile… chiedendo al Signore della storia il dono della perseveranza nella testimonianza» per i fratelli della Cina.
Preghiera a Nostra Signora di Sheshan scritta da Benedetto XVI
Vergine Santissima, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra,
venerata col titolo di “Aiuto dei cristiani” nel Santuario di Sheshan
,
verso cui guarda con devoto affetto l’intera Chiesa che è in Cina,
veniamo oggi davanti a te per implorare la tua protezione.
Volgi il tuo sguardo al Popolo di Dio e guidalo con sollecitudine materna
sulle strade della verità e dell’amore, affinché sia in ogni circostanza
fermento di armoniosa convivenza tra tutti i cittadini.
Con il docile “sì” pronunciato a Nazaret tu consentisti
all’eterno Figlio di Dio di prendere carne nel tuo seno verginale
e di avviare così nella storia l’opera della Redenzione,
alla quale cooperasti poi con solerte dedizione,
accettando che la spada del dolore trafiggesse la tua anima,
fino all’ora suprema della Croce, quando sul Calvario restasti
ritta accanto a tuo Figlio che moriva perché l’uomo vivesse.
Da allora tu divenisti, in maniera nuova, Madre
di tutti coloro che accolgono nella fede il tuo Figlio Gesù
e accettano di seguirlo prendendo la sua Croce sulle spalle.
Madre della speranza, che nel buio del Sabato santo andasti
con incrollabile fiducia incontro al mattino di Pasqua,
dona ai tuoi figli la capacità di discernere in ogni situazione,
fosse pur la più buia, i segni della presenza amorosa di Dio
.
Nostra Signora di Sheshan, sostieni l’impegno di quanti in Cina,
tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare,
affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù
.
Nella statua che sovrasta il Santuario tu sorreggi in alto tuo Figlio,
presentandolo al mondo con le braccia spalancate in gesto d’amore.
Aiuta i cattolici ad essere sempre testimoni credibili di questo amore,
mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui è costruita la Chiesa.
Madre della Cina e dell’Asia, prega per noi ora e sempre.
Amen!
 grazie a:fontana vivace



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