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lunedì 6 febbraio 2017

FRASI DI DON GNOCCHI

 FRASI DI DON GNOCCHI
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Non esiste neutralità dove sono in gioco le sorti anche di un uomo solo.
Don Carlo Gnocchi, Agli uomini di buona volontà, 1937

La morte spirituale è nell’aria, nell’ambiente che ci circonda e ci preme, come l’acqua preme il palombaro. Per sopportare questa enorme pressione, per rimanere in se stessi contro tutto e contro tutti bisogna possedere quella grande forza di coesione che si chiama il carattere.
Don Carlo Gnocchi, Educazione del cuore, 1937

La personalità è stata veramente la “grande sinistrata” dalla guerra.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

Bisogna convenire che noi, uomini della guerra e del dopoguerra, soffriamo di una elefantiasi dell’immaginazione; i fatti sono stati più grandi di noi; la vita ha preso un ritmo di alta velocità e di concentrazione inaudita (in pochi anni si è addensata la storia di qualche secolo), le “bastonature” dei nostri sensi e dei nervi sono state davvero formidabili, le eccitazioni ci sollecitano da ogni parte (il cinematografo, la stampa, il neon, la radio) e noi siamo come sbattuti, esaltati e ubriacati da questa tempesta di Home > Don Carlo Gnocchi > Frammenti antologici
Persona



Ogni uomo è un inconfondibile ed autonomo microcosmo.
Don Carlo Gnocchi, Andate ed insegnate, 1934

I caratteri sono tanti quanti le fisionomie, e di queste ogni uomo ha la sua propria.
Don Carlo Gnocchi, Andate ed insegnate, 1934


L’uomo è un pellegrino; malato di infinito, incamminato verso l’eternità. La personalità è sempre in marcia, perché essa è un valore trascendente: la sua forma perfetta (S. Paolo parla di “statura perfetta”) non si raggiunge che nell’altra vita, piena e indefettibile. Purché l’uomo non si lasci stancare dalla lotta, purché si opponga alla sclerosi progressiva o causata dagli anni e dalle delusioni della vita, purché dia ogni giorno un tratto alla costruzione del suo capolavoro. In vista dell’eternità.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

Eppure tanti, senza accorgersene, obbediscono alle suggestioni della massa, alle idee correnti, alle mode intellettuali, ai pregiudizi dell’ambiente e pensano “per procura”, con la testa degli amici, del giornale o degli autori di moda e non sognano di ribellarsi all’ambiente “più di quanto uno sogni di rifiutarsi a seguire la terra nel suo movimento di rotazione!”.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

La persona non è una goccia d’acqua senza consistenza che si possa dissolvere nell’oceano (nemmeno allo scopo di costituire la maestà e la potenza di questo), né una monade chiusa e senza finestre. Tra il rifiuto di sé e l’abdicazione di sé, c’è il dono di sé.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

L’uomo è un essere individuale e sociale a un tempo, introverso e estroverso, individuo e persona. Per formarsi come uomo ha bisogno di insostituibile dell’umanità e l’umanità è tanto più umana quanto più gli individui che la compongono sono uomini densi di contenuto umano. L’uomo deve farsi uomo per sé e per gli altri. Ma se per diventare una personalità ha bisogno di un’umanità perfetta quanto più possibile, a sua volta l’umanità per essere tale ha bisogno di personalità quanto più possibili valide e complete.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

Personalità è anzitutto decantazione interiore del pensiero e cristallizzazione della vita intorno ad un asse il più semplice possibile; vale a dire, opera di meditazione e di riflessione, di monda delle idee e di maturazione delle esperienze vitali. La personalità è come il genio, “lunga pazienza” secondo la definizione di Darwin o, se volete, è un’opera d’arte per la quale, secondo la formula manzoniana, tutto sta nel “pensarci su”.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

Se il pensiero moderno ha disgregato la persona, il rullo compressore della vita moderna ha prodotto la standardizzazione del tipo umano.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

È questa inconsistenza nucleare della persona umana che ha reso possibile, negli anni recenti della nostra storia, da un lato, la formazione di quelle grandi masse anonime che assorbono e diluiscono l’uomo e che pure sono i veri attori e personaggi della storia moderna: proletariato, classi e razze; e dall’altro quegli esperimenti collettivistici di carattere economico, nazionalistico e classista che tutti bene conosciamo.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

Nel conflitto immanente tra individualismo e collettivismo, la soluzione sta nel personalismo, nel primato cioè della persona. La persona è un valore che si va attuando nel tempo per costituirsi nell’eternità (con la morte, l’uomo raggiunge e fissa per sempre il suo valore di interiorità vitale). In un mondo di valori relativi e destinati a morire, la persona umana è l’unico valore assoluto e immortale. È quindi giusto che tutto l’universo le sia sottoposto e serva al raggiungimento della sua perfezione; a quel modo che il temporale deve servire allo spirituale, l’effimero all’eterno e il relativo all’assoluto.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

Uomini perciò non si possono dire - e pure sono milioni- quelli che vivono tanto per vivere; macchine da azioni, che si muovono soltanto per reagire agli stimoli esterni e interni della necessità, del piacere o del dolore, senza alcuna coerenza da un principio superiore, che si danno totalmente e si esauriscono nel frammento dell’ora e dell’azione, ignorando il disegno e la finalità di cui esso fa parte. Costoro non vivono, ma si lasciano vivere. Tutt’al più sono fatti vivere dall’esterno; radiocomandati dagli uomini e dalle cose, come gli automi.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

L’uomo individuo è qualcosa di assoluto, che esige un rispetto incondizionato e perciò non può mai essere ridotto a rango di un “mezzo”, essendo egli stesso un “fine” per tutto l'universo materiale e biologico che sta sotto di lui e che a lui è stato ordinato. L’individuo però non è ancora tutto l’uomo, vivente ed operante; possiede, direi, soltanto i materiali inerti e gli ingranaggi fermi della vita; per esercitare la sua umanità, l’uomo deve necessariamente conoscere ed amare; il che vuol dire uscire dal suo isolamento e assumere un rapporto con quanto è fuori, sopra e sotto di lui e un rapporto altresì di intima comunione, quale soltanto può essere stabilito dall’amore. L’uomo deve, in altre parole, uscire dall’individualità per diventare persona, uscire dall’indistinto per determinarsi nei confronti di tutti gli esseri che lo circondano.  
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946, 1946

L’uomo è un pellegrino; malato di infinito, incamminato verso l’eternità. La personalità è sempre in marcia, perché essa è un valore trascendente: la sua forma perfetta (S. Paolo parla di “statura perfetta”) non si raggiunge che nell’altra vita, piena e indefettibile. Purché l’uomo non si lasci stancare dalla lotta, purché si opponga alla sclerosi progressiva o causata dagli anni e dalle delusioni della vita, purché dia ogni giorno un tratto alla costruzione del suo capolavoro. In vista dell’eternità.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

Eppure tanti, senza accorgersene, obbediscono alle suggestioni della massa, alle idee correnti, alle mode intellettuali, ai pregiudizi dell’ambiente e pensano “per procura”, con la testa degli amici, del giornale o degli autori di moda e non sognano di ribellarsi all’ambiente “più di quanto uno sogni di rifiutarsi a seguire la terra nel suo movimento di rotazione!”.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

L’individuo è una parola detta da Dio una volta sola, per sempre e che soltanto Lui conosce adeguatamente. L’enigma stesso che ogni uomo racchiude per sé e per gli altri, lo colloca in una lontananza e in un isolamento misterioso e lo rende assolutamente indicibile, inesprimibile. Ogni uomo, coi sensi più intimi del proprio essere, sperimenta nelle sue profondità vitali questo carattere costante di “aseità” augusta e misteriosa.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

La persona non è una goccia d’acqua senza consistenza che si possa dissolvere nell’oceano (nemmeno allo scopo di costituire la maestà e la potenza di questo), né una monade chiusa e senza finestre. Tra il rifiuto di sé e l’abdicazione di sé, c’è il dono di sé.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

L’uomo è un essere individuale e sociale a un tempo, introverso e estroverso, individuo e persona. Per formarsi come uomo ha bisogno di insostituibile dell’umanità e l’umanità è tanto più umana quanto più gli individui che la compongono sono uomini densi di contenuto umano. L’uomo deve farsi uomo per sé e per gli altri. Ma se per diventare una personalità ha bisogno di un’umanità perfetta quanto più possibile, a sua volta l’umanità per essere tale ha bisogno di personalità quanto più possibili valide e complete.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

Personalità è anzitutto decantazione interiore del pensiero e cristallizzazione della vita intorno ad un asse il più semplice possibile; vale a dire, opera di meditazione e di riflessione, di monda delle idee e di maturazione delle esperienze vitali. La personalità è come il genio, “lunga pazienza” secondo la definizione di Darwin o, se volete, è un’opera d’arte per la quale, secondo la formula manzoniana, tutto sta nel “pensarci su”.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

Se il pensiero moderno ha disgregato la persona, il rullo compressore della vita moderna ha prodotto la standardizzazione del tipo umano.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

È questa inconsistenza nucleare della persona umana che ha reso possibile, negli anni recenti della nostra storia, da un lato, la formazione di quelle grandi masse anonime che assorbono e diluiscono l’uomo e che pure sono i veri attori e personaggi della storia moderna: proletariato, classi e razze; e dall’altro quegli esperimenti collettivistici di carattere economico, nazionalistico e classista che tutti bene conosciamo.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

Nel conflitto immanente tra individualismo e collettivismo, la soluzione sta nel personalismo, nel primato cioè della persona. La persona è un valore che si va attuando nel tempo per costituirsi nell’eternità (con la morte, l’uomo raggiunge e fissa per sempre il suo valore di interiorità vitale). In un mondo di valori relativi e destinati a morire, la persona umana è l’unico valore assoluto e immortale. È quindi giusto che tutto l’universo le sia sottoposto e serva al raggiungimento della sua perfezione; a quel modo che il temporale deve servire allo spirituale, l’effimero all’eterno e il relativo all’assoluto.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

Uomini perciò non si possono dire - e pure sono milioni- quelli che vivono tanto per vivere; macchine da azioni, che si muovono soltanto per reagire agli stimoli esterni e interni della necessità, del piacere o del dolore, senza alcuna coerenza da un principio superiore, che si danno totalmente e si esauriscono nel frammento dell’ora e dell’azione, ignorando il disegno e la finalità di cui esso fa parte. Costoro non vivono, ma si lasciano vivere. Tutt’al più sono fatti vivere dall’esterno; radiocomandati dagli uomini e dalle cose, come gli automi.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

L’uomo individuo è qualcosa di assoluto, che esige un rispetto incondizionato e perciò non può mai essere ridotto a rango di un “mezzo”, essendo egli stesso un “fine” per tutto l'universo materiale e biologico che sta sotto di lui e che a lui è stato ordinato. L’individuo però non è ancora tutto l’uomo, vivente ed operante; possiede, direi, soltanto i materiali inerti e gli ingranaggi fermi della vita; per esercitare la sua umanità, l’uomo deve necessariamente conoscere ed amare; il che vuol dire uscire dal suo isolamento e assumere un rapporto con quanto è fuori, sopra e sotto di lui e un rapporto altresì di intima comunione, quale soltanto può essere stabilito dall’amore. L’uomo deve, in altre parole, uscire dall’individualità per diventare persona, uscire dall’indistinto per determinarsi nei confronti di tutti gli esseri che lo circondano.  
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946

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