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su santi,filosofi,poeti,scrittori,scienziati etc. che ti aiutano a comprendere la bellezza e la ragionevolezza del cristianesimo


giovedì 23 febbraio 2012

Sinjavskij


Il calore umano
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Che piacere ti fa l’uomo della strada quando ti dice «per favore» oppure «grazie». E lo dice con tanto calore, come se ti augurasse veramente la salvezza. Solo su questo calore umano si regge il mondo, specie il mondo russo. «Fratello», «paparino», «siate buono», basta una qualsiasi di queste parole. Senza particolare riguardo, ma con una intonazione familiare”
Andrei Sinjavskij  


Postato da: giacabi a 15:09 | link | commenti
sinjavskij

domenica, 19 ottobre 2008

Il cristianesimo
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Al confronto delle altre religioni, il cristianesimo assolve la funzione di una compagnia d'assalto, di un drappello di arditi gettato sul punto più pericoloso ed infuocato del fronte.
Da qualche parte ci dev'essere un'artiglieria, un'aviazione; ma nell'attacco alla baionetta è questo manipolo di votati alla morte che, dopo aver bruciato dietro di sè i ponti, viene lanciato a ridosso delle trincee nemiche nella fornace ardente.
Di qui la decisione dell'urto, la risolutezza di andare fino in fondo, la difficoltà dell'eroismo, l'intolleranza della dottrina (a differenza, ad esempio, degli indù), cioè la concentrazione e lo slancio di tutte le forze impegnate a sferrare un unico attacco.
Guardate gli eroi del cristianesimo: non molti i contemplativi, numerosi invece i militanti che acquistano la gloria con la fermezza e con la morte. Le vite dei santi sono una casistica di torture ed esecuzioni sopportate da un'armata che ha seguito le orme di un Dio giustiziato. Sono soldati che mostrano al mondo cicatrici e ferite, come decorazioni al valore. Ma da chi è composta questa armata ?
Da tutte le nazioni, da qualsiasi accozzaglia, persino da delinquenti che si caricano la croce. Ognuno può arruolarsi, anche l'ultimo, il più ignorante, il più peccatore, purchè sia pronto a buttarsi sul fuoco. Ciascuno a corpo a corpo, ognuno a tu per tu col nemico.
E' la religione della più grande speranza, nata dalla disperazione; è la religione della purezza che si afferma nella coscienza esasperata del peccatore; la religione della resurrezione della carne tra il lezzo della corruzione.
Solo nel cristianesimo c'è un contatto diretto con la morte. Il terrore della morte non vi è eliminato, ma sviluppato fino a diventare forza capace di aprire una breccia nel sepolcro e balzare dall'altro lato. Non ha la contemplazione dell'eternità, ma la conquista nella lotta, nella battaglia, armati di un'arma sola, la prontezza a morire
Sinjavskij
         

Postato da: giacabi a 14:28 | link | commenti
cristianesimo, sinjavskij

lunedì, 06 ottobre 2008

Bisogna credere perché  Dio esiste
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«Non bisogna credere per tradizione, per paura della morte oppure per mettere le mani avanti. O perchè c'è qualcuno che comanda e incute timore, oppure ancora per ragioni umanistiche, per salvarsi e fare l'originale. Bisogna credere per la semplice ragione che Dio esiste.»
A. Sinjavskij Pensieri improvvisi Jaka Book

Postato da: giacabi a 14:35 | link | commenti
fede, sinjavskij

sabato, 08 marzo 2008

La  storia moderna incominciava da Cristo e dal Vangelo
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 «E [Pasternak] si mise a parlare di Cristo che viene a noi di là, dalle lontananze della storia, come se queste lontananze fossero l’oggi e declinassero verso sera con la trasparenza dell’oggi, fluendo in un illimitato futuro. […]. Cristo veniva oggi perché tutta la storia moderna incominciava da Cristo e dal Vangelo, non escluso il giorno presente. E Cristo era la realtà più naturale e più prossima. Per Pasternak non esistevano separazioni in secoli, popoli, chiese. […]. Guardando attraverso la piccola finestra i campi e le alture coperte di neve, Pasternak parlava di Cristo che viene a noi di là; parlava senza affettazione, senza alcun pathos solenne e magnificente, in modo semplice e quieto, come se quel “là” e quel “di là” fossero l’appezzamento adiacente alla sua casa, con tutto il panorama di campi coperti di neve e che si perdevano in lontananza».
 Andrej Sinjavskij


Postato da: giacabi a 22:42 | link | commenti
gesù, pasternak, sinjavskij

domenica, 02 settembre 2007

La Cultura contadina
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Un tempo l'uomo nella sua cerchia familiare era legato alla vita universale -storica e cosmica -in un modo assai più ampio e saldo d'oggi. Pur avendo a disposizione giornali, musei, radio, comunicazioni aeree, noi avvertiamo appena questo fondo comune, non ne siamo molto compenetrati, ci pensiamo poco. Con stivaletti di fabbricazione cecoslovacca, sigaretta messicana fra i denti, l'uomo d'oggi scorre la notizia dell'apparizione di un nuovo stato in Africa con la stessa facilità con cui assaggia un brodo di carne francese. Tutto questo contatto esteriore, fittizio, reca un carattere d'informazione casuale, scucita: «nell'orto c'è un sorbo, mentre a Kiev c'è chi si incarica della nostra educazione ». Che a Kiev ci sia un uomo simile, lo veniamo a sapere parecchie volte al giorno, senza attribuire a un fatto del genere un particolare significato. La quantità delle nostre nozioni e informazioni è enorme, ne siamo sovraccarichi, senza che esse cambino qualitativamente. In pochi giorni possiamo fare il giro del pianeta -prendere un aereo e viaggiare senza profitto spirituale, allargando soltanto il nostro raggio informativo.
Confrontiamo adesso questi pretesi orizzonti con lo stile di vita dell'antico contadino, che non si spingeva mai al di là del suo praticello e camminava tutta una vita nelle tradizionali ciabatte, fatte a casa,...:ll suo orizzonte a noi pare ristretto; ma, in verità, com'era grande questa serrata compagine, concentrata in un solo villaggio. Persino il monotono rituale del pasto (in confronto col brodo francese o il rum di Giamaica) faceva parte di una cerchia di nozioni dal significato universale. Osservando il digiuno e le feste, l'uomo viveva secondo il calendario di una storia comune che cominciava da Adamo e finiva col Giudizio Universale. Per questo, fra l'altro, un qualsiasi settario semianalfabeta poteva qualche volta filosofare non peggio di Tolstoj e innalzarsi allivelo di Plotino, senza aver sottomano nessun testo, fuorchè la Bibbia. Il contadino manteneva un legame permanente con l'immensa creazione del mondo, e spirava nelle profondità del pianeta, accanto ad Abramo. Invece noi, scorso il giornale, moriamo solitari sul nostro divano angusto e superfluo. E in quel momento nessuna informazione ci serve. L'informazione diventa per noi come un paio di brache di panno estero. Un motivo per metteréi in mostra, e basta. Dove va a finire tutto il nostro orizzonte, tutta la nostra capacità ricettiva quando ci togliamo i calzoni o ce li sfilano di dosso? Oppure quando portiamo il cucchiaio alla bocca. Prima di impugnare il cucchiaio, il contadino cominciava col farsi il segno della croce e con questo solo gesto riflesso si legava alla terra e al cielo, al passato e al futuro.
A. Sinjavskij Pensieri improvvisi Jaka Book

 

Postato da: giacabi a 18:37 | link | commenti
cristianesimo, sinjavskij

martedì, 24 luglio 2007

Beati i poveri di spirito
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Accumulare denaro. Accumulare cognizioni ed esperienze. Accumulare letture di libri. Collezionisti: re della numismatica, ricchi della carta da caramelle. Accumulare glorie: ancora una poesia, ancora una parte. Elenchi di donne. Provviste di ammiratori. Tacche sul calcio del fucile. Accumulare sofferenze: quanto ho patito, quanto ho subito. Viaggi. Inseguendo luminose sensazioni. Scoperte, conquiste, aumento dell'economia. Chi ha accumulato di più, è ritenuto migliore, più illustre, più colto, più intelligente, più popolare.
E in mezzo a tutto questo generale accumulare: -Beati i poveri di spirito!
A.Sinjavskij
 

Postato da: giacabi a 14:56 | link | commenti
povero, sinjavskij

sabato, 30 dicembre 2006

L'attuale cristianesimo
pecca di buona educazione
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L'attuale cristianesimo pecca di buona educazione. Si preoccupa soltanto di non sporcarsi, di non mostrarsi indelicato, teme il fango, la grossolanità, la franchezza, preferendo una meticolosa mediocrità a tutto il resto. A che punto siamo arrivati, sbavando- l'olio santo si è trasformato in una melassa dolciastra (la sola parola «unzione» procura la nausea). Si stringono piamente le labbra e si attende che il Signore dia dieci in condotta. Come beghine, si arrossisce a ogni accenno di piaceri proibiti: «Ah, che dite mai? lo una di quelle? Avete perso il senno. lo sono illibata ». Hanno confuso la Chiesa del Cristo con un educandato per signorine, perbene. Insomma, tutto quello che è vivo e brillante è passato in mano al vizio, alla virtù non resta che sospirare e spremere una lagrimuccia. : Essa ha dimenticato gli infocati improperi della Bibbia. ' Invece il cristianesimo dev'essere audace e chiamare le cose col loro nome. E' giunta l'ora di rinunziare agli angioletti inghirlandati, perchè diventino angeli più forti e più evidenti degli aeroplani.'« Aeroplani » non già per scimmiottare il mondo contemporaneo, bensì per superarlo. Di questo passo si può cadere nell'eresia. Ma oggi l'eresia è meno pericolosa di quanto non sia l'essicarsi della radice. Signore! Meglio errare nel tuo nome che dimenticarTi. Meglio peccare per Te che scordarTi. Meglio perire che scomparire dalla Tua presenza.
Andrej Sinjavskij  da: Pensieri Improvvisi

Postato da: giacabi a 09:24 | link | commenti
educazione, sinjavskij

domenica, 06 agosto 2006

La fede

Si confida in Dio come il cane confida nel padrone. Basta un fischio e il cane accorre. Dovunque vada, ti segue allegro, senza chiedere, senza pensare. In capo al mondo.      A. Sinjavskij

Postato da: giacabi a 16:25 | link | commenti 

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