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giovedì 23 febbraio 2012

Solzenicyn


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Credo in Dio perché esiste la bellezza.
Aleksandr Solzenitzyn

Postato da: giacabi a 15:05 | link | commenti
bellezza, solzenicyn

sabato, 13 dicembre 2008

  La libertà
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«L’idea della libertà è difettosamente concepita se non diamo valore alle mete vitali della nostra esistenza terrena. Credo che gratificarci in modo illimitato con beni materiali non possa rappresentare l’obiettivo della nostra vita; dobbiamo lasciare questo mondo purificati, migliori di quanto siamo a causa del retaggio dei nostri istinti. Dovremmo orientare il corso della vita lungo il cammino dell’arricchimento e del perfezionamento dello spirito. Solo il sommarsi di questi passi spirituali può essere definito progresso spirituale dell’umanità. Partendo da questi presupposti, la libertà esterna non è la meta finale dei popoli e delle società, ma solo un mezzo che favorisce l’autentico sviluppo. Non è altro che la possibilità di vivere un’esistenza umana e non animale, la cornice entro la quale l’uomo può svolgere meglio la propria missione terrena. Ma per arrivare a questo, la libertà non è l’unica condizione necessaria. Non meno che della libertà esterna, l’uomo ha bisogno di uno spazio in cui potersi concentrare intellettualmente e moralmente e dove il suo spirito possa svilupparsi. Purtroppo, l’attuale forma civilizzata di libertà ci concede un tale spazio solo a costo di un grande impegno. E’ deplorevole che, rispetto a epoche anteriori, negli ultimi decenni l’idea di libertà sia stata così tanto demolita e svuotata. Il concetto si è quasi esclusivamente ridotto a libertà dalle pressioni esterne e dalla costrizione statale.
La libertà è ormai intesa come concetto meramente giuridico. Libertà, dunque, è la “libertà” di sporcare con rifiuti commerciali le cassette della posta, gli occhi, le orecchie, i cervelli degli uomini e le trasmissioni televisive, al punto che è impossibile vederne una dall’inizio alla fine senza interruzioni. “Libertà” di sputare pubblicità e propaganda sugli occhi e sulle orecchie dei pedoni e degli automobilisti. “Libertà” degli editori di riviste e dei produttori di cinema di portare sulla strada sbagliata le nuove generazioni, con immagini provocanti ed equivoche. “Libertà” dei giovani fra i quattordici ed i diciotto anni, che stanno crescendo, di abbandonarsi all’ozio e ai piaceri fatui, invece di imboccare la via del vero impegno e della crescita morale. “Libertà” delle persone giovani e sane di dedicarsi a nessun lavoro e di vivere alle spalle della società. “Libertà” degli scioperanti di usurpare diritti e di privare il resto dei cittadini di una vita normale, del lavoro, dei mezzi di trasporto e persino dell’acqua e degli alimenti. “Libertà” di presentare in tribunale testimoni di comodo anche quando l’avvocato sa che il proprio assistito è colpevole.
 “Libertà” di interpretare in modo così estremistico le regole assicurative da trasformare in usura persino l’azione di un samaritano. “Libertà” di volgari scrittorelli d’occasione, irresponsabilmente portati a trattare in modo superficiale i problemi, formando così l’opinione pubblica in modo frettoloso. “Libertà” del fabbricante di pettegolezzi, che riesce ad impedire al giornalista, per calcolo egoistico, di avere pietà del suo prossimo e della sua patria. “Libertà” di divulgare i segreti militari e di sicurezza del proprio paese al fine di perseguire fini politici personali. “Libertà” dell’uomo d’affari nelle transazioni commerciali, insensibile al numero di esseri umani che potrebbero essere pregiudicati dalle stesse e al danno che potrebbe arrecare alla patria. “Libertà” del politico di parlare irriflessivamente di ciò che piace ai lettori di oggi, senza curarsi della loro sicurezza e del loro benessere futuri. “Libertà” dei criminali che sfuggono alla pena, il che significa che la pietà nei loro confronti si trasforma in una sentenza di morte nei riguardi della società. “Libertà” di restare indifferenti dinnanzi ad una libertà lontana, straniera, che sia stata calpestata. “Libertà” di non difendere neppure la propria libertà: “che siano gli altri a rischiare la pelle!”. Tutte queste libertà, spesso giuridicamente inattaccabili, sono tuttavia moralmente false. Gli esempi fatti permettono di osservare che la somma di tutti i diritti alla libertà è ancora molto lontana dalla libertà dell’uomo e della società. Quest’ultima potenzialmente si realizza solo in altre forme. Tutte quelle menzionate sono forme subordinate di libertà, nient’affatto elevate, precarie e intrise di decadenza. In fondo, la libertà è libertà interiore, quella che Dio ha dato all’uomo: libertà di decidere delle nostre azioni e omissioni, e di esserne moralmente responsabili. Ha capito veramente che cosa è la libertà, non colui che corre dietro ai suoi diritti legali e di essi si serve per ottenere vantaggi economici, ma chi ha una coscienza morale dalla quale si sente obbligato anche quando la legge sta dalla sua parte. La libertà non ce l’ha chi difende vittoriosamente un caso legale sicuro, ma chi è integro al punto da non curarsi dei suoi diritti e, rinunciando a questo, da non temere di mostrare i propri errori.
Tutto ciò si designava con una parola molto antica e oggi dimenticata: onore. Non mi sembra uno sproposito asserire che nel XX secolo, in alcuni paesi ben conosciuti del mondo occidentale, la parola libertà si sia distaccata dalle sue forme originali ed elevate. Oggigiorno non esiste in nessuna nazione del mondo questa forma elevata di libertà, propria degli uomini spirituali, i quali non svicolano fra le sinuosità serpentine delle leggi, ma si auto-limitano liberamente e con la piena coscienza della loro responsabilità… Nella situazione attuale è assai facile dare libero corso alla retorica contro i foschi abissi del totalitarismo e cantare le lodi delle splendenti fortezze della libertà occidentale. Invece, è molto più difficile, ma anche più produttivo, sottoporre noi stessi ad un acuto esame. Nel mondo, il numero dei sistemi socialmente liberi diventa sempre più esiguo e, soltanto negli ultimi tempi, grandi continenti che hanno raggiunto la libertà, si vedono trascinati ai margini della tirannia. La colpa di tutto ciò non è solo dei totalitarismi, che impediscono alla libertà di svilupparsi, ma anche, con tutta evidenza, degli stessi sistemi libertari, che hanno perduto, nell’intimo, parte del loro vigore e della loro stabilità. I vostri e i miei giudizi riguardo a fatti e avvenimenti si basano su esperienze di vita diverse. Questo è il motivo per cui possono divergere profondamente tra loro. Ma proprio la differenza dei punti di vista potrebbe aiutarci a conoscere il tema nelle sue più ampie dimensioni. Vorrei vantarmi di essere riuscito ad attrarre la vostra attenzione su certi aspetti della libertà che pur non appartenendo alle conversazioni di moda, non per questo cessano di avere importanza ed influenza».
Aleksandr Solženicyn
 discorso  1 giugno 1976, presso la Stanford University California
Giorgio Gaber - La libertà

Postato da: giacabi a 21:26 | link | commenti
libertà, solzenicyn

martedì, 28 ottobre 2008

Le chiese
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Percorrendo le strade di campagna della Russia, cominci a capire dov'è la chiave del pacificante paesaggio russo.
È nelle chiese. Rincorrendosi per le colline, spuntando sui poggi, dominando i fiumi ampi come sovrane bianche e rosse, levandosi sulla trita e aspra realtà quotidiana coi loro campanili saldi e snelli, cosi diversi, esse da lontano si salutano a vicenda, da borghi sperduti, invisibili l'uno all'altro, si tendono verso un unico cielo. E per campi e prati, dovunque vaghi, lontano da ogni abitato, non sei mai solo: sovrastando la massa compatta della foresta, i mucchi di fieno accatastati e la stessa curva terrestre, la cuffia di un campaniletto ti fa cenno da Gory Loveckie, da Ljubici, da Gavrilovskoe. .
Ma quando penetri nel borgo ti accorgi che ti salutavano da lontano non dei vivi, ma degli uccisi. Le croci sono da tempo abbattute o ritorte; la cupola lacerata si spalanca in una carcassa di costole arrugginite; l'erbaccia cresce sui tetti e nelle crepe dei muri. Solo di rado sopravvive il cimitero intorno alla chiesa, con le tombe rovesciate. Le pitture dell'abside sono stinte dalle piogge di decenni 'e coperte di scritte oscene.
Nell'atrio manovra un trattore tra botti di bitume. Oppure un camion affonda col cassone nella navata per caricare sacchi. In quest'altra chiesa vibrano i torni. Questa è semplicemente chiusa a chiave e silenziosa. In un'altra e in un'altra ancora hanno sistemato i club locali: «Per una maggiore produzione di latte! », « Il poema della pace », « Le grandi gesta ».
Gli uomini sono sempre stati venali e spesso malvagi. Ma : quando si spandevano i rintocchi della sera, diffondendosi sul villaggio, sui campi, sul bosco, ricordavano che bisognava lasciare le meschine cure della terra, dare tempo e mente all'eterno.Questi rintocchi, che soltanto una vecchia canzone oggi ci tramanda, impedivano agli uomini di abbandonarsi sulle quattro zampe.
In queste pietre, in questi campanili i nostri avi hanno messo il meglio di se stessi, tutta la loro concezione della vita.
Scava, Vit'ka! pesta, senza compassione!
Alle sei ci sarà il cinema, il ballo alle otto...
Solzencyn  Dai « Racconti minimi »


Postato da: giacabi a 20:38 | link | commenti
chiesa, solzenicyn

lunedì, 27 ottobre 2008

L’artista
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“..artista che si riconosce tributario d'una potenza che lo trascende, e opera gioiosamente da umile principiante sotto il cielo di Dio, avvertendo in una forma molto più acuta la propria responsabilità per quel che scrive, dipinge o modella, per tutti quelli che accolgono il suo messaggio. In compenso, non è lui che crea il mondo, non è lui che dà a questo mondo senso e orientamento, egli non mette in dubbio la sua origine. L'artista ha semplicemente il dono di penetrare più a fondo l'armonia del mondo, la sua bellezza e le brutture di cui l'uomo lo inzacchera: egli sente il dovere di tradurlo in forme e di trasmetterlo. Tra gli insuccessi, in fondo all'abisso, nella miseria delle prigioni e delle malattie, egli non smarrisce mai il sentimento di questa sovrana armonia.
Solzencyn dal Discorso mai pronunziato per il Premio Nobel
Solzencyn il credente, di Andrè Martin ed.Paoline

Postato da: giacabi a 21:24 | link | commenti
solzenicyn


La bellezza salverà il mondo
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Un bel giorno, Dostoevskij lasciò cadere questa parola misteriosa: La bellezza salverà il mondo. Che è dunque? Per molto tempo m'è parso che si trattasse d'un luogo comune. Infatti, come sarebbe possibile? Quando, dunque, nell'arco della nostra storia insanguinata, la Bellezza ha salvato chicchessia? Essa poteva certamente nobilitare, poteva esaltare, ma salvare? Chi ha dunque salvato?
V'è tuttavia un tratto distintivo nell'essenza stessa della bellezza, nella natura dell'arte: ogni autentico capolavoro ha una forza di convinzione assolutamente irresistibile e finisce per soggiogare i cuori più ribelli. Si può imbastire abilmente, garbatamente, su un fondo di errori e di menzogne, sia un discorso politico, sia un articolo impressionante o un programma sociale, sia perfino un sistema filosofico: ciò che è falso e snaturato rimane celato, non si rivela immediatamente in piena luce. Ma ecco ch'entra in lizza un'opinione opposta, un altro programma sociale, una filosofia diversamente strutturata: abilmente, garbatamente, tutto sembra nuovamente incastrarsi, equilibrarsi. Di colpo ci si crede... a metà, o con riserva.
« Si perde in vane parole chi non guarda al fondo dei cuori... ».
Una vera opera d'arte è di per se stessa pietra di paragone e fonte di controllo: ciò ch'è fittizio, esagerato, inorganico, non può tradursi in immagini. Cade in briciole, si sfascia, scialbo, rachitico, incapace di convincere chicchessia. Al contrario, le opere d'arte impregnate di Verità, che danno forma alla verità vivente e tangibile, ci incantano e attraggono con un potere supremo. Nulla, giammai, potrà offuscare il loro splendore!
Così, dunqué, non è forse possibile che l'antica trinità del vero, del bene e del bello, sia una vana formula teorica, come abbiam creduto al tempo della nostra giovinezza materialista? Se le cime di questi tre grandi alberi convergono, come affermano gli eruditi, non si ha il diritto di credere che in seguito al taglio dei germogli per i troppi amanti del bene e del vero che vengono calpestati, abbattuti e impediti di sbocciare, risplenderà all'improvviso l'inattesa meraviglia del bello che ne prende il posto, aprendosi vie segrete al fine di sbocciare al medesimo punto e operare per tutte e tre?
Allora le parole di Dostoevskij: La bellezza salverà il mondo, si riveleranno non come una frase che il vento porta via, ma come una profezia.
Non gli fu dato di vedere in trasparenza l'intimo delle cose e di esserne abbagliato?
Ma allora l'arte, la letteratura, possono veramente venire in soccorso del mondo moderno...
Solzencyn dal Discorso mai pronunziato per il Premio Nobel
Solzencyn il credente, di Andrè Martin ed.Paoline

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solzenicyn

venerdì, 29 agosto 2008

Solgenitsin,
 l'avventura di un uomo vivo
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Postato da: giacabi a 17:55 | link | commenti
solzenicyn

martedì, 05 agosto 2008

La fede
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« Il fondamento e il sostegno della vita di un uomo »
 Aleksandr Solzenitsyn

 


Postato da: giacabi a 15:11 | link | commenti
fede, solzenicyn


Il comunismo
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«Per noi in Russia, il comunismo è un cane morto, mentre, per molte persone in occidente è ancora un leone vivente.»
 Aleksandr Solzenitsyn

 


Postato da: giacabi a 14:33 | link | commenti
comunismo, solzenicyn

lunedì, 04 agosto 2008

Aleksandr Solženicyn
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"Chiuda pure il libro a questo punto il lettore che si aspetta di trovarvi una rivelazione politica. Se fosse così semplice! se da una parte ci fossero uomini neri che tramano malignamente opere nere e bastasse distinguerli dagli altri e distruggerli! Ma la linea che separa il bene dal male attraversa il cuore di ognuno. Chi distruggerebbe un pezzo del proprio cuore? Nel corso della vita di un cuore quella linea si sposta, ora sospinta dal gioioso male, ora liberando il posto per il bene che fiorisce. Il medesimo uomo diventa, in età differenti, in differenti situazioni, completamente un’altra persona. Ora è vicino al diavolo, ora è vicino al santo. Ma il suo nome non cambia e noi gli ascriviamo tutto. Ci fermiamo stupefatti davanti alla fossa nella quale eravamo lì lì per spingere i nostri avversari: è puro caso se i boia non siamo noi, ma loro".


Aleksandr Solženicyn, da Arcipelago Gulag
Grazie a:AnninaVisualizza Windows Live Spaces


Postato da: giacabi a 23:22 | link | commenti
solzenicyn

mercoledì, 12 marzo 2008

I pregiudizi

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“(Francesco Bacone) creò la teoria degli idoli. Diceva che gli uomini non sono inclini a vivere di pura esperienza: per loro è preferibile intorbidirla coi pregiudizi. I pregiudizi sono appunto gli idoli. Idoli della specie, come li chiamava Bacone...
Gli idoli del teatro sono le opinioni altrui autorevoli, dalle quali l’uomo si fa guidare quando interpreta ciò che non ha sperimentato di personaGli idoli del teatro derivano anche dallo smodato consenso con i risultati della scienza.
Insomma: sono gli errori degli altri assunti volontariamente...
Gli idoli del mercato sono gli errori che derivano dalla reciproca connessione e comunione degli uomini. Essi ingarbugliano l’uomo perché si è stabilito l’uso di formule che violentano la ragione. Per esempio: nemico del popolo! elemento estraneo! traditore! e tutti ti abbandonano
.
 Solgenitzyn, Reparto C                                     a P.



Postato da: giacabi a 20:47 | link | commenti
verità, solzenicyn

domenica, 17 febbraio 2008

La catastrofe
della coscienza umanistica areligiosa

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C'e comunque una catastrofe già in corso: la catastrofe della coscienza umanistica areligiosa.
Questa coscienza ha fatto dell'uomo la misura di ogni cosa sulla Terradell'uomo imperfetto, mai esente dall'orgoglio, dalla cupidigia, dall'invidia, dalla vanità e da decine di altri difetti. Ed ecco che gli errori, sotto- stimati all'inizio del cammino, oggi si prendono una poderosa rivincita. II cammino che abbiamo percorso a partire dal Rinascimento ha arricchito la nostra esperienza, ma ci ha fatto anche perdere quel Tutto, quel Più alto che un tempo costituiva un limite alle nostre passioni e alla nostra irresponsabilità. Abbiamo riposto troppe speranze nelle trasformazioni politico-sociali e il risultato e che ci viene tolto ciò che abbiamo dl più prezioso: la nostra vita interiore. All'Est è il bazar del Partito a calpestarli all'Ovest la fiera del commercio. Quello che fa paura, della crisi attuale, - non e neanche il fatto della spaccatura del mondo, quanto che i  frantumi più importanti siano colpiti da un'analoga malattia.
Se l’'uomo fosse nato, come sostiene I'umanesimo, solo per la felicità, non sarebbe nato anche per la morte. Ma poiché e corporalmente votato alla morte, il suo compito su questa Terra non può essere che ancor più spirituale: non l'ingozzarsi di quotidianità, non la ricerca del sistemi migliori di acquisizione, e poi di spensierata dilapidazione, del beni materiali, ma il compimento di un duro e permanente dovere, cosi che l’intero cammino della nostra vita diventi l'esperienza di un'ascesa soprattutto morale: che ci trovi al  termine del cammino, creature più elevate dl quanto non fossimo nell'intraprenderlo. Inevitabilmente, dovremo rivedere la scala del valori universalmente acquisita e stupirci della sua inadeguatezza e erroneità.
Solzenicyn  da:Un mondo in frantumi

Postato da: giacabi a 20:29 | link | commenti
illuminismo, solzenicyn

sabato, 16 febbraio 2008

L’umanesimo ateo
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« La coscienza umanistica, autodesignatasi a nostra guida, ha negato la presenza del male all'interno dell'uomo, non gli ha riconosciuto compito più elevato dell'acquisizione della felicita terrena e ha posto alla base della civiltà occidentale moderna la pericolosa  tendenza a prosternarsi davanti all'uomo e ai suoi bisogni materiali.
. Al di fuori del benessere fisico e dell'accumulazione del beni materiali, tulle le altre particolarità, tutti gli altri bisogni, più elevati e meno elementari dell'uomo, non sono stati presi in considerazione dai sistemi statali e dalle strutture sociali  come se l'uomo non avesse un significato più nobile da dare alla vita. E così in questi edifici sono stati lasciati vuoti pericolosi attraverso i quali  oggi scorrazzano liberamente in ogni direzione le correnti del male. Da sola, la libertà pura e semplice non e assolutamente in grado dl risolvere tutti i problemi dell'esistenza umana, e anzi può soltanto porne di nuovi.
Tuttavia, nelle prime democrazie, compresa quella americana alla sua nascita, tutti i diritti venivano riconosciuti alla persona umana solo in quanta creatura di Dio: In altre parole la libertà veniva conferita al singolo solo sotto condizione, presumendo una sua permanente responsabilità religiosa: tanto sentita era ancora l'eredità del millennio precedente. Solo duecento anni fa, ma anche cinquanta, in America sarebbe parso impossibile accordare all'uomo una libertà senza freni, cosi, per il soddisfacimento delle sue passioni. Tuttavia, da allora, in tutti i paesi occidentali questi limiti e condizionamenti sono stati erosi, ci  si è definitivamente liberati dell'eredità morale del secoli cristiani con le loro immense riserve di pietà e di sacrifico e i sistemi sociali hanno assunto connotati  materialistici  sempre più compiuti. In ultima analisi si può dire che l'Occidente abbia si difeso con successo, e perfino con larghezza, i diritti dell'uomo ma che nell'uomo si sia intanto, completamente spenta la coscienza della sua responsabilità davanti  a Dio e alla società. Durante questi ultimi  decenni l’egoismo legalistico della filosofia occidentale ha prevalso definitivamente e il mondo si  ritrova In un'acuta crisi spirituale e in un vicolo cieco politico. E tutti i successi tecnici, cosmo compreso, del tanto celebrato Progresso non sono stati in grado dl riscattare la miseria  morale nella quale e piombato il XX secolo e che non era stato possibile  prevedere, neanche a partire dal XIX secolo.

Solgenitzin da: Il mondo in frantumi

Postato da: giacabi a 21:49 | link | commenti
illuminismo, solzenicyn

venerdì, 01 febbraio 2008

La Verità
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"La Verità fugge via in un attimo, non appena si indebolisce l'intensità del nostro sguardo, e ci lascia però nell'illusione di continuare a seguirla"
  
Aleksandr Solzenicyn

Postato da: giacabi a 13:58 | link | commenti (2)
verità, solzenicyn

mercoledì, 02 gennaio 2008

L’ideologia giustifica il male permettendo così il genocidio
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Per fare del male l’uomo deve prima sentirlo come bene o come una legittima assennata azione. La natura dell’uomo è per fortuna tale che egli sente il bisogno di cercare una giustificazione delle proprie azioni.
Le giustificazioni di Macbeth erano fragili e il rimorso lo uccise. Ma anche Jago è un agnellino: la fantasia e le forze spirituali dei malvagi shakespeariani si limitavano a una decina di cadaveri: perché mancavano di ideologia.
L’ideologia! è lei che offre la giustificazione del male che cerchiamo e la duratura fermezza occorrente al malvagio. Occorre la teoria sociale che permetta di giustificarci di fronte a noi stessi e agli altri di ascoltare non rimproveri non maledizioni ma lodi e omaggi. Cosí gli inquisitori si facevano forti con il cristianesimo i conquistatori con la glorificazione della patria i colonizzatori con la civilizzazione i nazisti con la razza i giacobini (vecchi e nuovi) con l’uguaglianza la fraternità la felicità delle future generazioni.
Grazie all’ideologia è toccato al secolo XX sperimentare una malvagità esercitata su milioni. La malvagità è inconfutabile non può essere passata sotto silenzio né scansata: come oseremmo insistere che i malvagi non esistono? Chi annientava quei milioni? Senza malvagi non sarebbe esistito l’Arcipelago.




A. Solzenicyn Arcipelago Gulag Mondadori Milano 1974 vol. I pag. 185

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ideologia, solzenicyn

mercoledì, 12 dicembre 2007

Il comunismo
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 Il comunismo è, un tentativo assai rozzo di spiegare la società. Ricorda un chirurgo che si serva per i suoi delicati interventi di una scure da macellaio. Tutto ciò che di più delicato nella psicologia dell'uomo e nella struttura di quell'organismo ancora più complesso che è la società, viene ridotto al rozzo processo economico.
L'essere umano torna ad essere materia. È caratteristico del comunismo, e indicativo di quanto sia privo di argomenti, il fatto che ai suoi detrattori, ad esempio nel nostro paese, esso non abbia assolutamente niente da opporre. Argomenti non ce ne sono e allora varrà il bastone, la prigione, il campo di concentramento, il ricovero coatto in manicomio. Il marxismo è sempre stato contro la libertà. Voglio citare a questo proposito qualche frase dei padri del comunismo, Marx e Engels. Cito dalla prima edizione sovietica del 1929-1930: «le riforme sono un segno di debolezza » (volume 23, pagina 339); «La democrazia. È peggiore della monarchia e dell’aristocrazia » (volume 2, pagina 269); « La libertà politica è una falsa libertà. Essa è peggiore della peggiore schiavitù » (volume 2, pagina 394). Nella loro corrispondenza Marx e Engels scrivono in più di un'occasione della necessità di ricorrere al terrore una volta al potere. Scrivono: «Bisognerà ripetere il 1793. Quando saremo al potere verremo considerati dei mostri ma questo naturalmente non ci farà né caldo né freddo»(volume 25, pagina 187).
Il comunismo non ha mai nascosto di rifiutare qualsiasi concezione morale assoluta. Ride dei concetti di bene e di male come categorie indiscutibili. Per il comunismo la morale è relativa, è di classe. Un qualsiasi atto, e quindi l'assassinio, e anche l'assassinio di centinaia di migliaia di uomini, può essere..ritenuto buono o malvagio a seconda della circostanza e della situazione politica ». Dipende dall'ideologia di classe. Ma chi definisce questa ideologia di classe? L'intera classe non può certo riunirsi per decidere ciò che è bene e ciò che è male. E allora a farlo è un gruppetto di persone. Ma devo dire che proprio in questa direzione il comunismo ha ottenuto i maggiori successi. Gli è riuscito di contaminare il mondo con la sua idea della relatività del bene e del male, cosicché essa ha oggi un largo seguito anche fra i non comunisti. Negli ambienti progressisti oggi si considera di cattivo gusto servirsi seriamente delle parole « bene » e « male ». Il comunismo è riuscito a screditare agli occhi di tutti dei concetti ch'esso considera ridicoli e sorpassati. Ma a toglierci i concetti  di bene e di male che cosa  ci resta? Ci restano soltanto le varie combinazioni pratiche. Ci abbassiamo ad un’esistenza animale. Sia la teoria che la pratica del comunismo sono assolutamente dunque antiumane.
Solzenicyn: Discorsi americani- Mondadori

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comunismo, solzenicyn

domenica, 09 dicembre 2007

Comunismo in Russia
altro che inquisizione ma genocidio
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 «.. Secondo i calcoli degli specialisti, basati sulle più precise e obiettive statistiche, nella Russia prerivoluzionaria, durante gli ottant'anni che precedettero la rivoluzione - e furono anni di movimenti rivoluzionari, di attentati contro lo zar e di vere e proprie rivoluzioni -furono mandate a morte, in media, diciassette persone all'anno. ~ Diciassette persone all'anno. La famosa Inquisizione, al  suo apogeo, eliminava forse dieci persone al mese. Nell'Arcipelago cito un libro pubblicato nel 1920 dalla stessa Cekà. I cekisti vi espongono, con orgogliosa soddisfazione, i risultati della propria attività rivoluzionaria negli anni 1918 e 1919 e si scusano per l'incompletezza delle cifre. Eccole: durante quei due anni la Cekà aveva fucilato senza processo più di mille persone al mese! L 'ha scritto la stessa Cekà, quando non arrivava ancora a capire quale effetto avrebbe avuto sui posteri. E al culmine del terrore staliniano degli anni 1937 e 1938, se dividiamo il numero complessivo delle persone giustiziate per il numero dei mesi, otterremo più di quarantamila vittime al mese!!! Eccole dunque le cifre: diciassette persone  all'anno, dieci persone al mese, più di mille al mese, più di quarantamila al mese!»
Solzenicyn: Discorsi americani- Mondadori

Postato da: giacabi a 07:52 | link | commenti
comunismo, solzenicyn


Aleksandr Sljapnikov
capo del partito comunista in Russia
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 «.. restò fino alla fine della sua vita, un vero operaio, un tornitore altamente specializzato: Aleksandr Sljapnikov. Chi ricorda oggi questo nome? Nessuno proprio perché egli era il portavoce degli autentici interessi  operai presso i dirigenti comunisti. Fu Sljapnikov, e non Lenin che viveva all'estero, a dirigere negli anni che precedettero la rivoluzione l'intero partito comunista in Russia... Nel 1921 fu a capo dell'opposizione operaia, la quale provò che i capi comunisti avevano ingannato gli operai e tradito i loro interessi, calpestavano e opprimevano il proletariato ed erano ormai degenerati in burocrati. Sljapnikov scomparve senza più dar segno di vita. Fu arrestato più tardi e poiché mantenne un atteggiamento fermo venne fucilato in prigione; così è probabile che molti dei presenti non l'abbiano mai sentito neppure nominare. E invece, ripeto, alla vigilia della rivoluzione a capo del partito comunista in Russia si trovava Sljapnikov e non Lenin..»
Solzenicyn: Discorsi americani- Mondadori

Postato da: giacabi a 07:36 | link | commenti
comunismo, solzenicyn

domenica, 02 dicembre 2007

Cristo salva l’uomo
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«In termini impercettibili, attraverso decenni di lenta erosione, il significato della vita in Occidente non è diventato altro che "inseguimento della felicità" (materiale).
I concetti di bene e di male sono stati messi in ridicolo e banditi dall'uso comune. Sono stati sostituiti da effimere considerazioni politiche o di classe. È diventato addirittura imbarazzante far appello a concetti eterni o anche solo affermare che il male si insinua nel cuore dell'uomo ancor prima di penetrare in un sistema politico. Abbandonando le generazioni più giovani all'ateismo, le società occidentali continuano a perdere una parte sempre più grande della loro essenza religiosa... L'Occidente dimostra così che la salvezza umana non è nell'abbondanza dei beni materiali e nell'accumulo di ricchezza.
Mentre gravi minacce incombono sul mondo intero, può sembrare poco pertinente che la chiave principale del nostro essere o non essere si trovi nel cuore di ogni individuo, nella sua scelta a favore del bene o del male. Eppure questa è la chiave più sicura di cui disponiamo. Le teorie sociali, che tanto promettevano, si sono dimostrate un fallimento e ci hanno abbandonato in un vicolo cieco.
Ogni tentativo di uscire dalla tragica situazione del mondo di oggi risulterà vano se non rivolgeremo di nuovo, pentiti, la nostra coscienza al Creatore universale. La vita non è caccia al successo materiale, ma la ricerca di una crescita spirituale. Tutta la nostra esistenza terrena è soltanto un momento di passaggio verso qualcosa di più alto, soltanto
un gradino della scala. Le leggi della materia, da sole, non bastano a spiegare la vita né le danno una direzione.
Alle speranze sconsiderate degli ultimi due secoli possiamo opporre soltanto la ricerca della calda mano di Dio, che abbiamo rifiutato con tanta temerarietà e presunzione. Soltanto così i nostri occhi si apriranno sugli errori di questo sfortunato ventesimo secolo, e noi potremo tentare di correggerli».

       Aleksandr Solgenitsin


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nichilismo, gesù, solzenicyn

giovedì, 25 ottobre 2007

IL SENSO RELIGIOSO

«“Tutto non morirò, non morirò tutto”
“Certe volte sento con assoluta chiarezza che
 io non sono tutto dentro me stesso.
C’è qualcosa d’altro di indistruttibile, di altissimo!
Una specie di scheggia dello Spirito Universale.
Lei non lo sente?"»
Solzenicyn Reparto C


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solzenicyn, senso religioso

domenica, 21 ottobre 2007

Il primo peccato

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Abbiamo dimenticato Dio: questo è il primo peccato, gli altri sono conseguenza.
A. Solzenicyn

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nichilismo, laicismo, ateismo, solzenicyn

venerdì, 17 agosto 2007

Il Comunismo
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"Il comunismo, nonostante tutta la sua incredibile forza, soffre di debolezza spirituale. Esso indietreggia davanti alla volontà ferma anche di un singolo individuo. Quando un uomo decide di resistere sino alla fine, senza curarsi della vita, il comunismo è impotente, perché non può vincerlo neppure uccidendolo: davanti a quest'uomo il comunismo è sconfitto. Bisogna solo decidersi realmente, non assumere una posa, ma disporsi al sacrificio".
"il comunismo ha una gran paura della religione e dell'arte, ma solo quando l'arte e la letteratura esprimono la sofferenza dell'uomo e la sua ricerca spirituale. Se invece l'artista si crede autosufficiente e concepisce l'arte come puro divertimento o come mezzo di sfogo a risentimenti e rancori, quest'arte si rivela pericolosa per chi la usa e non per il comunismo".
 Solzenicyn Ricostruire l'uomo, La Casa di Matriona, 1984


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comunismo, solzenicyn

venerdì, 13 luglio 2007

La Preghiera !
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Com'è facile vivere con te, Signore!
Com'è facile credere in te!
Quando il mio intelletto confuso
Si ritira o viene meno,
Quando gli uomini più intelligenti
Non vedono al di là di questa sera
E non sanno che fare domani,
Tu mi concedi la chiara certezza
Che esisti e ti preoccupi
Perché non vengano sbarrate
Tutte le vie che portano al bene.
Sulla cresta della gloria terrena
Io mi volto indietro stupito
A guardare la strada percorsa
Dalla disperazione a questo punto
Donde fu dato a me comunicare
All'Umanità un riflesso dei tuoi raggi.
Dammi quanto è necessario
Perché continui a rifletterli.
E per quello che non riesco a fare,
So che tu hai destinato
Altri a compierlo."
A. J. SOLGENITSIN, La preghiera, da Incontri e scontri con Cristo, Ferro Ediz., Milano




Postato da: giacabi a 09:16 | link | commenti
preghiere, solzenicyn

giovedì, 12 luglio 2007

La morte di Dio
 è la morte dell’uomo
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 «Ci si è definitivamente liberati dell'eredità
morale dei secoli cristiani con le loro immense risorse di pietà e di sacrificio e i sistemi sociali hanno assunto connotati materialistici sempre più compiuti. In ultima analisi, si può dire che l'Occidente abbia sì difeso con successo e perfino con larghezza, i diritti dell'uomo, ma che nell'uomo si sia intanto completamente spenta la coscienza della sua responsabilità davanti a Dio e alla società. Durante questi ultimi decenni l'egoismo legalistico della filosofia occidentale ha prevalso definitivamente e il mondo si trova in un'acuta crisi spirituale e in un vicolo cieco politico. E tutti i successi tecnici, cosmo compreso, del tanto celebrato Progresso non sono in grado di riscattare la miseria morale nella quale è piombato il XX secolo».
Solgenitsin riabilitato dall'Unione degli Scrittori di Mosca, «Avvenire», 6 luglio 1989.

 

Postato da: giacabi a 17:05 | link | commenti
ideologia, solzenicyn

venerdì, 04 agosto 2006

Gli arresti  e le persecuzioni in Cina  apprese ieri mi hanno ricordato   questo brano di Solgzenicyn tratto da “Vivere senza menzogna”
Come possiamo restare indifferenti di fronte a questi martiri?
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Vivere senza menzogna


Non c’e scappatoia …..: dalla parte della verità o dalla parte della menzogna: dalla parte dell’indipendenza spirituale o dalla parte della servitù dell’anima.
E chi non avrà avuto neppure il coraggio di difendere la propria anima non ostenti le sue vedute d’avanguardia, non si vanti d’essere un accademico o un “artista del popolo” o un generale: dica semplicemente: sono una bestia da soma e un codardo, mi basta stare al caldo a pancia piena.
Anche questa via, che, pure è la più moderata fra le vie della resistenza sarà tutt'altro che facile per quegli esseri intorpiditi che noi siamo. Ma quanto più facile che darsi fuoco o fare uno sciopero della fame: il tuo corpo non sarà avvolto dalle fiamme, non ti scoppieranno gli occhi per il calore, e un po’ di pane nero e d’acqua pura si troveranno sempre per la tua famiglia. ….
Una via non facile? La più facile, però, fra quelle possibili. Una scelta non facile per il corpo, ma l’unica possibile per l’anima. Una via non facile, certo, ma fra noi ci sono già delle persone, anzi decine di persone, che da  anni tengono duro su tutti questi punti e vivono secondo verità.
Non si tratta dunque di avviarsi per primi su questa strada, ma di unirsi ad altri! Il cammino ci sembrerà tanto più agevole e breve quanto più saremo uniti e numerosi nell’intraprenderlo. Se saremo migliaia, nessuno potrà tenerci testa. Se saremo decine di migliaia, il nostro paese diventerà irriconoscibile!
Ma se ci facciamo vincere dalla paura, smettiamo di lamentarci che qualcuno non ci lascerebbe respirare: siamo noi stessi che non ce lo permettiamo. Pieghiamo la schiena ancora di più, aspettiamo dell’altro, e i nostri fratelli biologi faranno maturare i tempi in cui si potranno leggere i nostri pensieri e mutare i nostri geni. Se ancora una volta saremo codardi, vorrà dire che siamo delle nullità , che per noi no c’è speranza, e che a noi si addice il disprezzo di Puskin:

"A che servono alle mandrie i doni della libertà?
Il loro retaggio, di generazione in generazione
sono il giogo con i bubboli e la frusta".

Mosca 12 febbraio 1974*

*giorno dell’arrresto di Solzenicynpiazza_tienanmen

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