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sabato 25 febbraio 2012

wodds



Nel medioevo la ragione incoronata come arbitro
                                                   ***

Christopher Dawson,uno dei maggiori storici del Novecento, osservò che dai giorni delle prime università «gli alti studi furono dominati dalla tecnica dell'argomentazione logica (quaestio) e dalla disputa pubblica, che ha così decisamente determinata la forma della filosofia medievale, persino nei suoi maggiori rappresentanti.Roberto de Sorbonne diceva che "non si può avere perfetta conoscenza se non delle cose che sono state masticate dai denti della discussione", e la tendenza di sottoporre ogni questione, dalla più ovvia alla più astrusa, a questo processo di "masticazione", non solo acuì la prontezza d'intelletto e la precisione di pensiero, ma sviluppò soprattutto quello spirito di critica e di dubbio metodico, al quale la cultura occidentale e la scienza moderna sono così grandemente debitrici» 33.

Lo storico della scienza Edward Grant contribuisce a chiarire questo punto con le seguenti osservazioni:
Che cosa permise alla civiltà occidentale di sviluppare la scienza e le scienze sociali in un modo che nessun'altra civiltà arrivò a concepire?La risposta, ne sono convinto, sta in uno spirito di ricerca pervasivo e profondamente radicato, uno spirito che fu la conseguenza naturale dell'attenzione che nel Medioevo si cominciò a porre sulla ragione. Se si eccettuano le verità rivelate,la ragione fu incoronata nelle università medievali l'arbitro più alto degli argomenti e delle controversie più intellettuali. Fu assai naturale che studiosi immersi in un ambiente universitario facessero ricorso alla ragione per indagare aree che non erano state mai prima esplorate, e per discutere possibilità che non erano state mai prima contemplate seriamente
La creazione dell'università, l'adesione alla ragione e all'argomento razionale e lo spirito di ricerca che caratterizzarono la vita intellettuale del Medioevo furono «un dono del Medioevo latino al mondo moderno (...), pur se un dono che potrebbe non esser mai riconosciuto appieno; forse conserverà lo status che ha avuto negli ultimi quattro secoli, di segreto meglio tenuto della civiltà occidentale»  Un dono della civiltà il cui centro fu la Chiesa Cattolica.


T.Woods
da  :Come la Chiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale  Cantagalli




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martedì, 09 marzo 2010

  • 05 Mar 2010
     

    La globalizzazione dell’umanità ha portato alla ribalta un interrogativo importante, a cui ancora non si dà una risposta accettata dalla cultura corrente: come mai il “mondo moderno” è nato in Occidente e si sta diffondendo in tutto il mondo, perché accettato da tutti i popoli e preferito ai loro modi tradizionali di vita? Oppure, in altre parole: perché dalla caduta dell’Impero romano l’Occidente ha conosciuto un’evoluzione che l’ha portato per primo a quelle caratteristiche del “mondo moderno”, nelle quali tutti i popoli vorrebbero vivere? Caratteristiche sintetizzabili in pochi concetti: libertà, democrazia, progresso scientifico-tecnico ed economico-sociale, diritti dell’uomo e della donna, stabilità e sicurezza nei singoli paesi, istruzione e assistenza sanitaria per tutti, giustizia basata sulle leggi e non sull’arbitrio dei più forti, giustizia sociale fra ricchi e poveri, pace fra i popoli e le nazioni.
     Ecco il volume che dà una risposta articolata e documentata:

    Rodney Stark, “La vittoria della ragione – Come il cristianesimo ha prodotto libertà, progresso e ricchezza”, Lindau Torino 2008, pagg. 377, Euro 24,00.

    Il sociologo americano delle religioni Rodney Stark ha esaminato le molte risposte che si danno all’interrogativo: la posizione geografica e il clima dell’Europa, la scoperta di altre terre e continenti, la colonizzazione, l’evoluzione storica e culturale favorevole al progresso, il pensiero greco-romano e tante altre. E giudica che non spiegano perché l’Occidente ha progredito e le altre parti del mondo sono rimaste per millenni bloccate nello sviluppo. Basti pensare alle grandi civiltà di Cina, India, Giappone, Vietnam, Corea, Paesi arabi e islamici, Americhe pre-colombiane, dove non c’è stato nemmeno l’inizio di quei processi storici che hanno portato l’Occidente alla supremazia.
     Rodney afferma con chiarezza: E’ stato il cristianesimo a creare la civiltà occidentale.Il mondo moderno è arrivato solamente nelle società cristiane. Non nel mondo islamico, non in Asia. Non in un società “laica”, perchè non ne sono esistite. Tutti i processi di modernizzazione finora introdotti al di fuori del cristianesimo sono stati importanti dall’Occidente, spesso attraverso colonizzatori e missionari”(pag. 343).
     Questo fatto storico che non si può smentire, viene documentato in  un modo non religioso, ma laico. Sono stati  il Vangelo, il pensiero dei Padri della Chiesa e la teologia cristiana la vera origine del progresso dell’Occidente e del mondo intero. Mentre le grandi religioni hanno posto l’accento sul mistero, sulla meditazione, sull’astrologia e la fuga dalla realtà, il cristianesimo è nato dalla Rivelazione di Dio e attraverso la Bibbia e Cristo ha affermato il valore assoluto della singola persona umana “creata ad immagine di Dio”, abbracciando la logica e il pensiero deduttivo e aprendo la strada alle scienze e al progresso moderno.

     Un secondo volume recente sembra quasi la continuazione del precedente:

     Thomas E Woods, “Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale”, Cantagalli, Siena 2007, pagg. 270, Euro 18, 50.

     Thomas E. Woods, anch’egli docente universitario americano, risponde allo stesso interrogativo che si pone l’autore precedente: come mai il “mondo moderno” è nato in Occidente e si sta diffondendo in tutto il mondo, perché viene accettato da tutti i popoli e preferito ai loro modi tradizionali di vita? Dimostra, in modo molto  concreto, diciamo storico, come le varie “novità” che hanno fatto grande l’Occidente, sono dovute non solo alla Parola di Dio ed a Gesù Cristo, ma alla Chiesa cattolica che nel corso dei secoli ha sostenuto quei principi e modelli evangelici, a volte pur nelle infedeltà di Papi, vescovi, sacerdoti e credenti in Cristo. La Chiesa è un’istituzione ispirata da Dio, ma fatta da uomini. Il volume percorre in vari capitoli la storia dell’Occidente, dalla caduta dell’Impero romano alle invasioni dei popoli “barbari” fino ai nostri tempi.
     Dopo l’Impero romano, in secoli di sbandamento dei popoli occidentali, i monaci salvarono la civiltà (capitolo I), poi la Chiesa fonda le Università, la vita accademica e la filosofia scolastica (capitolo II), poi ancora le scienze moderne e l’arte moderna, il diritto internazionale, l’economia e il capitalismo; le opere di assistenza per i poveri e “come la carità cattolica ha cambiato il mondo”. Gli ultimi capitoli “La Chiesa e il diritto occidentale”, “La Chiesa e la moralità occidentale”,  dimostrano, ripeto, con fatti storici concreti, come la Chiesa cattolica è all’origine, ad esempio, della separazione tra Chiesa e Stato (non così le Chiese ortodosse e protestanti), dell’abolizione della schiavitù, della condanna dei “duelli d’onore”, della promozione dei “diritti dell’uomo” e via dicendo.
    Infine, Thomas E. Woods esamina come vive “un mondo senza Dio” com’è oggi l’Occidente che si è staccato dal Vangelo e dal modello di Cristo, a volte ha anche perseguitato o marginalizzato la Chiesa cattolica, presentandola come nemica del progresso. Oggi, addirittura, l’Unione Europea non riconosce  le “Radici cristiane” della nostra civiltà. Una menzogna e assurdità storica.
     Formidabili le ultime pagine del libro, dove l’autore parte dall’affermazione di Nietzsche: “Il rifiuto dell’idea che il mondo sia stato creato da Dio per uno scopo…. rende l’uomo più libero di dare alla vita il significato che vuole darle. La vita così non ha alcun altro significato”.E Woods spiega, col trionfo di questa idea nel mondo secolarizzato e praticamente ateo di oggi, la degenerazione e la disumanità dell’arte, dell’architettura e di molte altre espressioni dell’uomo, fino al nichilismo di Jean-Paul Sartre (l’universo è assolutamente assurdo e la vita stessa completamente priva di significato), sempre più arido, vecchio e pessimista. Cioè, così com’è
che esprime bene la cultura trionfante dell’Occidente moderno,, l’Occidente è senza futuro.
       Prima di pensare o dire che tutto questo è “trionfalismo”, bisogna prima leggere il volume e controbattere le prove storiche che vi sono portate. Non con ragionamenti, luoghi comuni e chiacchiere, ma con altre prove storiche che rispondono all’interrogativo posto dai due volumi
.
                                                                                 
 Piero Gheddo

 da:
http://gheddo.missionline.org


Postato da: giacabi a 20:35 | link | commenti
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martedì, 15 gennaio 2008

Il Sant’Ufficio ha sbagliato nel condannare.

Galileo ha sbagliato nel far passare una teoria per certezza senza avere le prove

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“Se ci fosse una prova reale che il sole è al centro dell'universo, che la terra è nel terzo cielo, e che il sole non va intorno alla terra, ma che è la terra che va intorno al sole, allora dovremmo procedere con grande circospezione nello spiegare alcuni passi della Bibbia che sembrano insegnare il contrario, e dovremmo piuttosto ammettere che non li avevamo capiti, che dichiarare falsa un'opinione che è dimostrata vera. Ma quanto a me, non crederò che tali prove vi siano, fino a quando non mi saranno state mostrate.”

Roberto Bellarmino

 

da: T.Woods  Come la Chiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale     Cantagalli

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venerdì, 04 gennaio 2008

Galileo e la Chiesa oscurantista!!J
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Benché aspramente attaccato dai protestanti, che lo giudicarono incompatibile con la Sacra Scrittura, fino al caso Galileo il sistema copernicano non fu soggetto ad alcuna censura da parte cattolica. In aggiunta alla sua opera di fisica, Galileo Galilei (1564-1642) con il suo, telescopio fece importanti osservazioni astronomiche, che contribuirono a minare alcuni aspetti del sistema tolemaico. Galileo vide montagne sulla luna,con ciò spezzando l’antica certezza che i corpi celesti fossero sfere perfette, e scoprì quattro lune orbitanti attorno a Giove, con ciò dimostrando non solo la presenza di fenomeni celesti dei quali Tolomeo e gli antichi nel loro insieme erano stati inconsapevoli, ma anche che un pianeta che si muova nella propria orbita non può  lasciare indietro i suoi pianeti più piccoli. (Uno degli argomenti contro il moto della terra era stato quello che la luna, se la terra si fosse mossa, sarebbe stata lasciata indietro). La scoperta, poi, delle fasi di Venere fu un'altra prova a favore del sistema copernicano.
All'inizio Galileo e la sua opera furono ben accolti e celebrati dagli uomini di Chiesa più eminenti. Verso la fine del 1610 padre Cristoforo Clavio scrisse a Galileo per informarlo che i suoi colleghi astronomi, gesuiti, avevano confermato le scoperte da lui fatte con il telescopio. Quando, l'anno dopo, si recò a Roma, Galileo fu salutato con entusiasmo dalle figure religiose tanto quanto da quelle secolari. In quell'occasione Galileo scrisse a un amico: «Sono stato ricevuto e accolto con favore da molti illustri cardinali, prelati e principi di questa città». Galileo ebbe il piacere di una lunga udienza con il Papa, Paolo V, mentre i gesuiti del Collegio Romano celebrarono le sue scoperte con una giornata di attività. Galileo ne fu entusiasta: davanti un pubblico di cardinali, studiosi e intellettuali secolari di spicco, studenti di padre Cristoforo Grienberger e padre Clavio parlarono delle grandi scoperte dell'astronomo toscano.
Si trattava di studiosi di distinzione considerevole. Padre Grienberger, che verificò personalmente la scoperta delle lune di Giove fatta da Galileo, fu un astronomo eminente: inventò il telescopio con montatura "equatoriale", che ruotava su un asse parallelo a quello della terra, e contribuì allo sviluppo del telescopio rifrangente in uso oggi. Padre Clavio, uno dei grandi matematici del suo tempo, aveva presieduto la commissione che produsse il calendario gregoriano ( entrato in vigore nel 1582), grazie al quale furono risolte le imprecisioni che avevano piagato il vecchio calendario giuliano. I calcoli fatti la padre Clavio per stabilire la lunghezza dell'anno solare e il numero lei giorni necessari a tenere il calendario in linea con l'anno solare - novantasette giorni intercalari ogni quattrocento anni -furono così precisi che gli studiosi, ancora oggi, non sanno capacitarsi di come vi sia giunto.
Tutto sembrava essere propizio a Galileo. Quando nel 1612 pubblicò le lettere sulle macchie solari, in cui per la prima volta in una pubblicazione sposava il sistema copernicano, una delle molte lettere di congratulazioni gli giunse nientemeno che dal cardinale Maffeo Barberini, il futuro Papa Urbano VIII
La Chiesa non aveva alcuna obiezione a che fosse usato il sistema copernicano come elegante modello teorico la cui verità letterale fosse lungi dall'essere stabilita, ma che dava ragione di fenomeni celesti in un modo più affidabile di quanto facesse ogni altro sistema. Si pensava che non vi fosse alcun male nel presentarlo e usarlo come sistema ipotetico. Galileo, invece, credeva che il sistema copernicano fosse vero letteralmente -che non fosse, cioè, una mera ipotesi che permettesse predizioni accurate -, ma mancava di un qualsiasi elemento che potesse anche solo sembrare una prova adeguata a supporto della propria certezza. Così, per esempio, sosteneva che il moto delle maree costituiva una prova del moto della terra, un'idea che gli scienziati oggi trovano curiosa e risibile. Inoltre, non sapeva rispondere all'obiezione dei geocentristi, risalente ad Aristotele, che, se la terra si movesse, allora gli spostamenti della parallasse dovrebbero essere evidenti nelle nostre osservazioni delle stelle, cosa che non si verificava. In assenza di una ferma prova scientifica, Galileo nondimeno insisteva sulla verità letterale del sistema copernicano e rifiutava di accettare un compromesso in base al quale poter insegnare il copernicanesimo come ipotesi, in attesa che venisse prodotta a suo sostegno una prova persuasiva. Quando poi osò suggerire che i passi della Sacra Scrittura che sembravano, contraddire la sua teoria necessitavano di una reinterpretazione, si pensò che avesse usurpato l'autorità dei teologi.
T.Woods  Come la Chiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale     Cantagalli

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giovedì, 08 novembre 2007

ALLA FACCIA DELL’OSCURANTISMO
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I monaci furono pionieri anche nella produzione del vino, che usavano sia per la celebrazione della Santa Messa sia per il loro consumo quotidiano, che la Regola di san Benedetto espressamente permetteva. La stessa scoperta dello champagne si può far risalire a un monaco benedettino, Dom Perignon, dell'abbazia di Saint Pierre a Hautvillers sulla Marna.. Nominato cellario dell'abbazia nel 1688, Dom Perignon arrivò allo champagne a forza di mescolare vini. I principi fondamentali da lui stabiliti continuano a governare la manifattura dello champagne.
T.Woods  Come la Chiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale.Cantagalli

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sabato, 25 agosto 2007

Medioevo: secoli bui!
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All’inizio dell’XI secolo il monaco di nome Eilmer volò con un aliante per più di 180 metri; la sua impresa fu ricordata per i successivi tre secoli. Secoli dopo, il bresciano Francesco Lana Terzi (1631-87), non un monaco ma un padre gesuita, proseguì in modo più sistematico lo studio del volo, guadagnando si l'onore di essere chiamato il padre dell'aviazione. Il suo libro Prodromo alla arte maestra, del 1670, fu il primo a descrivere la geometria e la fisica di un vascello volante.  I monaci annoverarono anche abili orologiai. Il primo orologio di cui abbiamo notizia fu costruito dal futuro Papa Silvestro II per la città tedesca di Magdeburgo intorno all'anno 996.
T.Woods  Come la Chiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale.Cantagalli
 

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sabato, 18 agosto 2007

La Chiesa e la scienza
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Negli ultimi cinquant'anni, pressoché tutti gli storici della scienza tra i quali A.C. Crombie, David Lindberg, Edward Grant, Stanley ]aki, Thomas Goldstein e].L. Heilbron -sono giunti alla conclusione che la rivoluzione scientifica debba molto alla Chiesa. Il contributo della Chiesa alla scienza andò ben oltre le idee -incluse quelle teologiche -fornendo scienziati di prim'ordine, molti dei quali sacerdoti. Per esempio, padre Niccolò Stenone, un convertito luterano fattosi prete cattolico, viene spesso identificato come il padre della geologia. Il padre dell'egittologia fu padre Athanasius Kircher. Colui che per primo misurò la velocità dell'accelerazione di un corpo in caduta libera fu un altro religioso, padre Giambattista Riccioli. Il padre gesuita Ruggero Boscovich è spesso ricordato come il padre della teoria atomica moderna. I gesuiti, del resto, a tal punto dominarono lo studio dei terremoti che la sismologia fu soprannominata "la scienza dei gesuiti".
T.Woods  Come laChiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale
 

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giovedì, 14 giugno 2007

Cristianesimo, sale dell'Occidente
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Da: www.avvenire.it/ di oggi
INTERVISTA
Parla lo storico Thomas E. Woods jr.: «Sui media domina una leggenda nera sulla Chiesa "oscurantista". La realtà è l'opposto»
Cristianesimo, sale dell'Occidente
«Nessun storico crede davvero che la civiltà occidentale derivi solo da classicità,
Rinascimento e Illuminismo»«L’idea di un universo ordinato secondo leggi naturali ben fisse è sorta nell’Occidente cattolico che vedeva nell’ordine di Dio un Suo segno»
Di Lorenzo Fazzini
Antiscientifica, nemica della libera espressione artistica, oscurantista in campo sociale e foriera di ogni lato buio della storia. A leggere con un certo disincanto un po' di pubblicistica nostrana oppure orecchiando qualche salotto televisivo, parrebbe che alla Chiesa cattolica manchi soltanto la definizione storiografica per essere assurta allo status di "regime totalitario". A smontare tale stantio cliché populista con una panoramica storica a largo raggio (e con impronta divulgativa, fatto che - come nota nella prefazione Lucetta Scaraffia - risulta di grande utilità) è un giovane studioso americano, Thomas E. Woods jr., di cui in questi giorni Cantagalli pubblica Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale. Da notare che Woods, senior fellow in Storia al Ludwig von Mises Institute, non sostiene solo che l'Occidente abbia radici cristiane, ma che proprio il cattolicesimo sia stata la linfa vitale che ha dato origine al grande albero della cultura e società occidentale così come oggi la conosciamo.
Professor Woods, perché ha deciso di scrivere questo libro?

«I docenti di Storia medievale o di Storia della scienza tendono ad essere più comprensibili sulle vicende della Chiesa rispetto a coloro che insegnano altre discipline, più portati a diffondere miti e leggende riguardo a quest'ultima. Il grande pubblico è stato istruito (a scuola e dai media) a credere ad ogni sorta di nonsenso sulla Chiesa. Questi miti sono stati confutati in libri di spessore accademico, ma la maggior parte della gente non li legge mai. Il mio testo attinge a queste opere e le rende accessibili al lettore medio».
Nella Costituzione dell'Unione europea non c'è menzione delle radici cristiane. Cosa pensa di tale scelta?
«
Rigettare le radici cristiane dell'Europa è l'apice dell'assurdità. Nessun storico moderno prende seriamente in considerazione l'idea che la civiltà occidentale derivi esclusivamente dal mondo classico, dal Rinascimento e dall'Illuminismo, come se il c osiddetto Medio Evo non fosse altro che un periodo di stagnazione o repressione».
Nel suo libro lei argomenta che la Chiesa cattolica ha plasmato la civiltà occidentale e fa una serie di esempi: il sistema universitario, la tradizione artistica, il diritto internazionale,… Quale il contributo più importante?
«La vera storia della relazione tra la Chiesa e la scienza è senza dubbio il fatto di maggior rilevanza. Per lungo tempo la gente ha considerato assodato che la Chiesa sia stata un ostacolo allo sviluppo scientifico. I moderni studiosi di scienza - sia cattolici che non - respingono tale visione, purtroppo ancora insegnata ai nostri figli. Dubito che vi sia chi sappia che trentacinque crateri lunari si chiamano come altrettanti scienziati gesuiti oppure che fu un gesuita (Giambattista Riccioli) il primo a misurare l'accelerazione di un corpo in caduta libera. O, ancora, che fu un membro della Compagnia di Gesù - Francesco Maria Grimaldi - a scoprire il fenomeno della diffrazione della luce».
Perché la scienza è stata una conquista cattolica?
«
Importanti aspetti della visione del cattolicesimo hanno aiutato ad assicurare il successo della scienza in Occidente. Il metodo scientifico non può funzionare senza che gli esperimenti siano ripetibili e ciò può avvenire solo se l'universo è ordinato. Se non posso aspettarmi di ottenere lo stesso risultato quando lo ripeto nelle medesime condizioni, ecco che diventa impossibile fare scienza. L'idea di un universo ordinato secondo leggi naturali ben fisse è sorta nell'Occidente cristiano perché l'ordine di Dio è stato considerato come un segno della Sua bontà. Sant'Anselmo non era il solo tra i teologi a distinguere tra la potentia assoluta di Dio e la sua potentia ordinata. In altre parole, sebbene Dio possieda il reale potere di governare l'universo in maniera capricciosa, Egli non ha voluto esercitare tale potestà dal momento ciò non era adatto alla Sua natura.
La fiducia in una strutturazione dell'universo, congiunta al fatto di credere che esso possa essere compreso in via quantitativa (come afferma il Libro della Sapienza 11,21, uno dei versetti biblici più citati nel Medio Evo), ha creato il contesto intellettuale nel quale la scienza ha potuto nascere in Occidente».
Lo storico delle religioni Philip Jenkins sostiene che l'anticattolicesimo sia l'ultimo pregiudizio oggi accettabile. Perché ciò avviene?

«Alcuni intellettuali e celebrità occidentali odiano la Chiesa perché ne rimprovera gli immorali stili di vita. Altri credono al mito illuminista per cui tutte le forme di progresso provengono dai laicisti che hanno combattuto la Chiesa. Ai nostri giorni i cattolici sono considerati stupidi, superstiziosi e deboli perché hanno bisogno della loro gretta fede in Dio per confortare se stessi. L'idea che qualcuno possa supportare i principi cattolici e difenderli con argomenti filosofici è semplicemente ignorata. E ciò avviene nonostante esista una fruttuosa relazione tra fede e ragione lungo un vasto periodo della storia della Chiesa: Anselmo e Tommaso d'Aquino, ad esempio, hanno posto senza sosta domande filosofiche e teologiche, impegnando molto spesso la ragione per giungere alle loro conclusioni».






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